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Stiamo assistendo a una escalation nel modo di fare televisione.
Le cose devono essere rappresentate sempre pi� forti, sempre pi�
realistiche e orribili. Sul finire della �rivoluzione rumena� che rovesci�
il regime di Ceauşescu, la Tv lanci� le immagini del ritrovamento a
Timişoara di una fossa comune, piena di cadaveri con i segni della
tortura, vittime della polizia del tiranno. I giornali ripresero la notizia
che tenne banco per molti giorni, arricchendosi di particolari macabri,
finch� non si scopr� che quei corpi erano di persone morte anche
molti mesi prima, di cui nessuno aveva reclamato i resti, e che le tracce
della tortura erano in realt� i segni delle autopsie disposte dai
magistrati. Lo stesso � accaduto per la Guerra del Golfo, quando tutti
si riteneva che, vivendo nell'era della globalit� dove tutto si vede in
diretta, quello che veniva mostrato fosse vero. Poi si scopr� che molti
degli eventi, soprattutto quelli raccontati dalla Tv, in realt� si erano
svolti in maniera completamente diversa. Episodi come questi ci
mostrano un sorprendente rovesciamento dei ruoli. Non � il mondo
della comunicazione che in fondo crea la notizia?
Il tempo di mediazione, con l�avvento dell�informazione
televisiva, � stato ridotto al minimo. L�importante � avere la notizia,
non saperla gestire in senso critico.
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Prima c'era l'informazione che aveva un suo sviluppo
tecnologico. C'erano le telecomunicazioni, che avevano una loro
evoluzione, per quanto vorticosa, ma autonoma. Poi c'era tutta la sfera
dell'intrattenimento: il cinema, la televisione, in crescita anch�essa in
maniera autonoma.
Le tecnologie hanno confuso e annullato i confini fra questi
settori. L'informazione, che � come il petrolio degli anni cinquanta,
sessanta e settanta, sar� sostanzialmente la materia prima nel prossimo
millennio, l'informazione in tutte le sue variabili. Tenendo conto che
su un singolo filo, su una singola linea di trasmissione, passeranno
voci, dati, informazioni di un certo tipo. La televisione, cos� come il
telefono, sar� in grado di portare tutto quello che di informazione e di
intrattenimento il mercato pu� in qualche modo offrire.
Ognuno � prigioniero della propria storia, e, quello che succeder�
nei prossimi anni altro non sar� se non il passo successivo di quella
che � la storia presente, in movimento, di questo straordinario mezzo
di comunicazione, e del suo modo di veicolare informazioni.
Cerchiamo di fotografarne lo stato attuale, andando con ordine,
dalle origini, dai fatti e dalle scelte che hanno portato la televisione ed i
suoi programmi a diventare il dogma di questo secolo.
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Capitolo 2
STORIA DELLA TELEVISIONE E DEL TELEGIORNALE IN ITALIA
La preistoria
Il telegiornale in Italia nasce con l�avvento della televisione.
Siamo nel 1929 quando presso gli studi di quella che allora si chiamava
Uri (Unione Radiofonica Italiana, nata nel 1924, e che sarebbe poi
diventata Eiar, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) due ingegneri,
Alessandro Banfi e Piero Bertolotti, sperimentano le prime tecniche di
trasmissione di immagini a distanza, utilizzando il disco di Nipkow,
che per anni fu considerato l'elemento centrale dell'apparato per la
trasmissione delle immagini a distanza. A inventarlo nel 1883 era stato
Paul Nipkow. Si trattava di qualcosa di veramente elementare, ma a
suo modo altrettanto geniale, anche se lontano anni luce dall�analisi
elettronica. Ponendo dei fori in posizioni progressivamente pi�
estreme su di un disco opaco, e facendo girare questo disco, si
analizzavano le immagini riga dopo riga, iniziando dal foro pi� esterno
(che legge la riga superiore) fino a quello pi� interno che legge quella
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inferiore. Da questo momento in poi si comincia a parlare delle
famose �righe� televisive.
E� una bambola di panno Lenci la prima figura ad apparire su
uno schermo nella storia della televisione italiana, nel corso dei primi
esperimenti di sincronizzazione dei punti dell�immagine.
Durante i successivi anni trenta gli ambienti economici e politici
scoprono e iniziano a interessarsi al nuovo mezzo, che tuttavia
attraversa ancora una fase di primordiale sviluppo.
Nel 1933, alla quinta Mostra Nazionale della Radio di Milano,
vengono presentati al pubblico i primi esperimenti di
�radiodiffusione� con apparecchiature di fabbricazione tedesca.
Intanto la Gran Bretagna, il 2 novembre del 1936, � la prima nazione
al mondo a inaugurare il servizio televisivo regolare.
Proprio il �36 segna un po� ovunque il trionfo delle �trasmissioni
operative�, che sono gi� in grado di soddisfare in qualche modo i
primi utenti, disposti a ricevere un programma che non sia un puro e
semplice esperimento di trasmissione. Oltre alla messa in onda tedesca
dei giochi di Berlino, nel '36 la BBC trasmise l'incoronazione di
Giorgio VI con telecamera Emitron. L'anno successivo una
telecamera, posta sul tetto del padiglione tedesco alla esposizione
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universale di Parigi, mostrer� agli stupefatti francesi una veduta
dall'alto della loro capitale.
Nel 1939 il presidente americano Roosvelt inaugura la fiera
mondiale di New York, ed Rca riprende l'evento, trasmettendolo via
radio. La trasmissione via radio delle immagini era naturalmente gi�
possibile; la radio audio era relativamente evoluta, e le trasmissioni
video potevano essere considerate una specie di �iperradio" che
occupava molte pi� frequenze.
Nello stesso anno, a Milano, l�Eiar fa installare sulla sommit�
della Torre Littoria del Parco Nord due trasmettitori collegati con un
cavo coassiale, che possono trasmettere immagini e suoni a una
distanza di circa cinquanta chilometri. Il 16 settembre viene inaugurato
il primo programma sperimentale della �radiovisione�, che ha come
protagonista il cantante Odoardo Spadaro con l�attrice Nelli Corradi e
il caricaturista Walter Molino, nell�ambito dell�undicesima Mostra
Nazionale della Radio.
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La televisione italiana nel dopoguerra
La seconda guerra mondiale, come spesso accade per i conflitti
bellici, rappresenta un trampolino di lancio per la nuova tecnologia. I
migliori scienziati del paese vengono dirottati in massa verso la ricerca
militare, studiando soprattutto l�elettronica delle alte frequenze. Queste
conoscenze tecnologiche, maturate grazie all�economia di guerra,
danno la spinta decisiva all�industria televisiva, che conosce cos� un
periodo di forte sviluppo.
Anche in Italia si comincia a lavorare per mettere a punto quello
che gli inglesi gi� stanno sperimentando con successo: un servizio
televisivo nazionale. Sono i tempi in cui iniziano ad affermarsi, davanti
a un pubblico di massa, quelle forme di comunicazione quali il cinema
e il teatro, che prima erano appannaggio quasi esclusivo di una ristretta
elite.
E� l�ottobre del 1944 quando il primo ministro italiano Bonomi
vara uno schema di decreto relativo alla riorganizzazione della
radiodiffusione. Il 26 di quello stesso mese la societ� Eiar assume la
nuova denominazione di Radio Audizioni Italia.
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La gestione politica dell�ente � sottoposta al sottosegretario per la
stampa e l�informazione, ma cinque mesi pi� tardi, il 20 aprile del
1945, verr� costituito il primo consiglio di amministrazione della Rai.
Negli anni successivi al conflitto, l�organizzazione produttiva
della Rai non � ancora certamente in grado di sopportare una
pressione come quella dell�immediato dopoguerra.
Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia si presenta al
mondo come un paese profondamente ferito dai bombardamenti
anglo-americani e dalle distruzioni lasciate dai nazisti, stanco,
sfiduciato, senza prospettive precise, incerto addirittura sulla stessa
unit�.
L'economia � prostrata, la societ� � sostanzialmente la stessa di
inizio secolo: agricola, arretrata e provinciale, e la presenza di un
fortissimo partito comunista rende incerta la posizione stessa dell'Italia
sullo scacchiere internazionale. Quarant'anni pi� tardi, lo stesso paese
sar� uno dei sette pi� industrializzati del pianeta, saldamente integrato
nel sistema occidentale di mercato, il tenore di vita dei suoi cittadini si
potr� a buon diritto definire tra i pi� elevati del mondo. Il volto
dell'Italia cambier� quindi radicalmente da allora, e per certi aspetti sar�
addirittura irriconoscibile, trasformato da un processo di
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accumulazione, di urbanizzazione e di secolarizzazione cos� rapido e
profondo da avere pochi altri riscontri nella storia europea del
dopoguerra.
La nascita della Tv avviene in un momento di forte espansione
economica. Si riduce il peso del settore agricolo nella societ� italiana, e
cresce la quota della popolazione industriale.
In campo radio-televisivo lo sforzo � davvero notevole.
L�organizzazione aziendale non ha ancora raggiunto un assetto
unitario, dopo la divisione in due tronconi operata dalla linea gotica; la
Rai � costretta a servirsi di piccole stazioni installate dagli americani, in
quanto sia i trasmettitori che la disponibilit� di mezzi tecnici risentono
ancora dell�impostazione prebellica e delle distruzioni non ancora
completamente riparate.
A guidare la grande impresa, con le altrettanto grandi potenzialit�
economiche e di potere che la televisione rappresenta, viene chiamato
Filiberto Guala, un abilissimo manager, che organizza tutto, impianti,
personale, infrastrutture. Domina lui tutta la pionieristica impresa, ma
dopo soli due anni abbandona tutto ed entra in convento per farsi
frate trappista.
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Intorno alla met� degli anni �50, la rapida espansione del nuovo
mezzo si impone agli occhi di tutti, e lo fa a spese della radio, che deve
riconsiderare il proprio ruolo sociale.
Nel �52 viene istituito il cosiddetto �doppio binario�, fonte di
polemiche ancora oggi, un sistema misto che accoppia i proventi del
canone di abbonamento, tipico di un ente pubblico che agisce in
regime di monopolio, con gli introiti derivati dalla pubblicit�
commerciale, tipica invece di una societ� privata, gestiti dalla Sipra.
Ed � proprio grazie all�incremento del gettito pubblicitario, oltre
che a una rigorosa politica di contenimento delle spese, che si arriver�
all�assestamento gestionale.
Tra gennaio e marzo dello stesso anno, la Rai realizza a Milano
un impianto trasmittente da 5 Kw, destinato a entrare in funzione in
occasione della cerimonia di inaugurazione della Fiera campionaria,
insieme allo studio di ripresa installato all�interno del palazzo di corso
Sempione.
Dal 12 al 27 aprile viene organizzato un ciclo di trasmissioni
sperimentali che coprono circa sei ore al giorno, con materiale
prodotto presso gli studi di Milano e Torino collegati fra loro da un
ponte radio a microonde appositamente studiato e costruito presso i
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laboratori della Magneti Marelli. Vengono cos� mandati in onda, a orari
fissi e quotidianamente, una serie di spettacoli di prosa, variet�, balletti,
opere liriche, documentari e pellicole cinematografiche, oltre a un
telegiornale sperimentale.
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Il primo Tg
Alle ore 21 del 10 settembre del 1952, da Milano, viene mandata
in onda la prima edizione ufficiale del telegiornale. Il notiziario dura in
tutto una quindicina di minuti e non si prevedono ancora collegamenti
con altre sedi; i primi servizi riguardano la regata storica di Venezia, i
funerali del conte Sforza, curiosit� sulla campagna elettorale americana,
la corrida portoghese e il gran premio di Monza. La sigla � il
�Giramondo�, una rielaborazione del jingle del programma
radiofonico �I tre moschettieri� rimaneggiato dal maestro Storaci.
Direttore � Vittorio Veltroni, giornalista della radio fin dai tempi
dell�Eiar; la prima vera redazione verr� costituita solo nell�aprile
dell�anno successivo. Lo staff � formato da due giornalisti che
ricoprono anche il ruolo di annunciatori, due operatori, un montatore
e cinque inviati nei capoluoghi dell�Italia settentrionale. Furio Caccia si
occupa di politica e cronaca interna, mentre Fausto Rosati redige lo
sport e gli affari esteri. All�inizio vengono irradiate tre edizioni la
settimana, i marted�, il gioved� e il sabato.
Il 1953 sar� un anno sperimentale, nel corso del quale verranno
mandate in onda quattro edizioni la settimana, per un totale di 94
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edizioni alle 20,30 e, dalla fine dell�anno, qualche ulteriore edizione alle
23,30.
Il primo mezzobusto della storia del telegiornale � Riccardo
Paladini, che per cinque anni � il simbolo stesso delle televisione
italiana, e presuppone i caratteri del suo telespettatore ideale.
L�informazione reale � ancora appannaggio del Giornale Radio, che,
grazie al suo indiscutibile prestigio, potr� contare, almeno fino al 1956,
su un bacino d�utenza decisamente pi� ampio.
Il consumo della Tv delle origini � molto pi� simile a quello dei
generi di spettacolo cui si assisteva al di fuori delle mura domestiche, e
in questo il telegiornale non fa eccezione.
Dal 1952 al 1970, il reddito medio degli italiani cresce di pi� del
130% (se poniamo come base 100 per il reddito del 1952, si passa a
234,1 nel 1970). In paesi come Francia e Inghilterra l'aumento nel
medesimo periodo fu rispettivamente del 36% e del 32%.
Parallelamente, cresce anche la capacit� di spesa e dunque, come
diretta conseguenza, il tenore di vita. Nel 1958 i possessori di un
televisore sono il 12% della popolazione; nel 1965 saranno quattro
volte tanto. Nel 1958 solo 13 persone su 100 possedevano un
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frigorifero e 3 su 100 una lavatrice: nel 1965 le percentuali erano del 55
e del 23%.
La diffusione della Tv � un indicatore straordinariamente
interessante dei risvolti sociali della trasformazione economica in atto
in questi anni.
Come ovunque in Europa, la televisione � un monopolio statale:
divenuta subito un fenomeno di massa, in Italia si dimostra uno
strumento di potere non indifferente per la Dc, a sua volta
pesantemente influenzata dal Vaticano.
Lo schema di costruzione del telegiornale, in questo periodo, � di
stampo essenzialmente politico. Le notizie e i materiali che possono
suscitare anche solo il minimo imbarazzo vengono scartati a priori (nel
1956 solo un sesto del materiale girato dalla Rai entra a far parte del
Tg). Risale al 1953 un documento del consiglio di Amministrazione
dell�Ente che fissa uno speciale �codice di autodisciplina�, ispirato ai
principi della morale e del costume.
Il 1954 � l'anno del grande boom del cinema. L�anno successivo,
la vendita di biglietti toccher� il record storico di 819 milioni di biglietti
venduti, poi ci si avvier� a un lento declino.
A Cinecitt� si producono in media oltre centotrenta film all'anno
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mentre dall'America ne arrivano almeno il doppio. Le sale conoscono
il loro periodo d'oro, ma � anche l'anno in cui cominciano a essere
insidiate dal nuovo intrattenimento messo a disposizione degli italiani:
la �scatola parlante�. Questo accade nelle case e nei bar, e fra breve
negli stessi cinema che metteranno in platea, per non perdere
spettatori, il televisore per far seguire la trasmissione di maggior
successo.
Il battesimo ufficiale della televisione italiana si celebra il 3
gennaio del 1954, dopo che, a Capodanno, era gi� stato mandato in
onda il messaggio augurale del Papa; lo stesso giorno viene trasmesso
anche il primo telegiornale ufficiale che, da allora, assumer� quel
carattere di quotidianit� che ancora oggi consideriamo intrinseco alla
sua natura.
Dopo la fase sperimentale con prove di trasmissione iniziate,
come abbiamo visto, nel 1952, vanno ora a iniziare i programmi
regolari di trasmissione quotidiana del palinsesto della Rai.
Il modello cosiddetto �delle origini�, della Tv �pulpito e cattedra�,
caratterizzato da intenti moraleggianti e pedagogici, coincide col
direzione generale di Filiberto Guala, e proseguir� fino all�avvento del
centrosinistra al governo.