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locale, che ha provocato sia un allungamento delle catene
logistiche, da cui deriva una maggiore complicazione nei
processi gestionali, sia un aumento della pressione
competitiva tra gli operatori economici, attraverso
l’entrata di nuovi concorrenti e la disponibilità di nuove
fonti di approvvigionamento di materie prime, lavoro e
conoscenze.
La diffusione e lo sviluppo recente dell’Information
and Communication Technology ha, poi,
contemporaneamente facilitato il flusso fisico delle
informazioni a supporto della gestione aziendale e dei
servizi logistici, favorendo la comunicazione nelle realtà
collaborative interaziendali e nel rapporto diretto con il
consumatore finale.
In tale quadro di riferimento la logistica e la
gestione dei servizi ad essa connessi acquistano una
valenza diversa, maggiormente orientata alla
soddisfazione del cliente intermedio e finale, divenendo
da semplice centro di costo ad elemento strategico
integrante il sistema di offerta dell’impresa. Quindi,
occorre, a tal proposito, cogliere i suoi aspetti qualitativi
di lungo termine e di più vasta portata, per contribuire, in
armonia con le altre funzioni, al raggiungimento degli
obiettivi aziendali.
Tale consapevolezza attribuisce un’importanza
sempre crescente alla valenza strategica dell’attività
logistica d’impresa. La corretta gestione della catena
logistica, pertanto, rappresenta, in questo periodo, uno dei
momenti di maggiore criticità aziendale. La gestione
logistica diviene l’anello che lega i rapporti interaziendali
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nella logica del supply chain management, evidenziando
la necessità di opportune collaborazioni interaziendali
nell’ottica di una co-produzione del valore tra i vari attori
della catena della fornitura.
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CAPITOLO 1
LA LOGISTICA: DEFINIZIONI ED
ASPETTI EVOLUTIVI
1. ORIGINE E DEFINIZIONE
La radice della parola “logistica” deriva dal verbo
greco “legein”, che significa arte del calcolare, discutere,
da cui “logos”, ovvero verbo, ragione, parola, discorso. Il
“logista” era il “magistrato addetto a far di conto”, mentre
nel greco moderno sta ad indicare il ragioniere contabile.
Quindi, il termine logistica dovrebbe indicare
essenzialmente un’attività basata sulla razionalità e sulla
logica.
La logistica, come vera e propria disciplina, si è
inizialmente sviluppata nell’arte militare ed infatti il suo
primo riconoscimento teorico va al fondatore
dell’accademia militare di San Pietroburgo. Nel corso del
secondo conflitto mondiale si sono dovute affrontare
complesse esigenze di tipo logistico, risolvendo le quali,
mediante le prime applicazioni della Teoria dei sistemi, è
stato formulato il concetto moderno di logistica militare,
la quale rappresenta l’insieme di attività che studia,
organizza e coordina i movimenti di uomini, materiali e
mezzi in un territorio nemico. Alla fine del conflitto, negli
Stati Uniti d’America si percepisce il vantaggio di
applicare parte delle tecniche sperimentate con successo
in campo militare anche alla movimentazione delle merci
delle aziende produttive e commerciali. Il concetto
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d’integrazione totale degli sforzi per il raggiungimento di
specifici obiettivi si adattava perfettamente alla logistica
industriale, la quale può essere definita come l’insieme
delle attività che governano in un’azienda il flusso dei
materiali e delle relative informazioni, dall’acquisto delle
materie prime e dei semilavorati presso i fornitori, fino
alle fasi di trasformazione, confezionamento, stoccaggio,
trasporto, distribuzione e assistenza post-vendita dei
prodotti finiti sui mercati finali.
Quando si parla di logistica si rischia di fare
confusione in quanto si pensa a delle realtà differenti. In
passato, la maggioranza degli operatori considerava con il
termine logistica la sola attività di trasporto. Oggi,
secondo una ricerca del Censis2, il 9% delle imprese
identifica la logistica con il trasporto delle merci, il 13%
con il trasporto delle merci e di qualche servizio
aggiuntivo, il 49% con la gestione integrata degli ordini,
delle scorte e della produzione, mentre solo il 29%
definisce la logistica aziendale come quella funzione
aziendale che integra l’attività dell’impresa con
l’ambiente esterno riconoscendole così una valenza
strategica determinante. Nonostante la maggior parte
degli imprenditori abbia compreso che la logistica non
attiene solo al trasporto delle merci esiste ancora poco
chiarezza sul significato del termine.
L’AILOG (Associazione Italiana di Logistica e di
supply chain management), intende la logistica come
“l’insieme delle attività organizzative, gestionali e
strategiche che governano nelle aziende i flussi dei
materiali dall’acquisto delle materie prime presso i
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fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e
al servizio post-vendita”. Se in questa definizione si fa
riferimento solo ai flussi fisici, l’ELA (European Logistic
Association) include i flussi informativi, definendo la
logistica come: ”l’organizzazione, la pianificazione,
l’esecuzione e il controllo del flusso dei beni e delle
relative informazioni dallo sviluppo e
dall’approvvigionamento attraverso la produzione e la
distribuzione fino al cliente finale, con l’obiettivo di
soddisfare le richieste del mercato al minimo costo e con
il minor impiego di capitale”.
La definizione, però, più comunemente citata dai
principali manuali di logistica è quella elaborata dal
Council of Logistic Management, che intende la logistica
come: “Il processo di pianificazione, implementazione e
controllo dell’efficiente ed efficace flusso e stoccaggio
delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti e delle
relative informazioni dal punto di origine al punto di
consumo con lo scopo di soddisfare le esigenze dei
clienti”. Oltre a riassumere efficacemente le due
definizioni precedenti, l’ultima definizione mette in
evidenza anche l’obiettivo di soddisfare le richieste del
cliente finale. Essa, pertanto, va a governare quel processo
aziendale, detto per l’appunto processo logistico, che
collega l’impresa ai suoi mercati esterni, clienti e fornitori,
attraverso due flussi principali (di beni e servizi), l’uno
fisico, l’altro informativo.
La logistica è quindi utilizzata come uno strumento
di flessibilità estrema per razionalizzare e per velocizzare i
flussi dei materiali e delle informazioni.
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2. LA LOGISTICA DAGLI ANNI ‘70 FINO AD
OGGI
Il termine logistica oggi è entrato nell’uso comune.
Tuttavia a differenza delle altre funzioni aziendali, di
logistica si parla a partire dal 1970 circa. Si tratta quindi di
una funzione giovane, da poco entrata nel “gergo”
aziendalista. Prima di quegli anni nessuno si occupava dei
temi logistici; dei magazzini, soprattutto quelli dei
prodotti finiti, non ci si interessava perché non erano né
un fatto commerciale, né un fatto produttivo; allo stesso
modo nessuno si occupava del servizio al cliente, delle
scorte e dei trasporti e ciò comportava frequenti ritardi ed
errori nell’evasione dell’ordine dei clienti. Ma ciò non
importava perché le imprese erano concentrate solo sul
produrre e sul vendere, i margini erano buoni, i prodotti
pochi e i clienti attenevano pazienti.
La situazione cambia quando la concorrenza diventa
più intensa e i clienti esigono un maggior livello di
servizio, infatti gli imprenditori comprendono che se
vogliono sopravvivere in questo mercato devono
migliorare l’economicità della gestione. Inoltre, con il
tempo, il mercato ha iniziato a pretendere di più, un valore
aggiunto sui prodotti acquistati. Fu così che negli Stati
Uniti intorno agli anni ’70 entra in azione la logistica,
producendo immediatamente 2 effetti:
- riduzione dei costi; ciò dal momento che riesce ad
abbattere le scorte, a creare efficienza nei magazzini, a
ridurre il numero dei depositi. Soprattutto si è capito che
occorre mettere sotto la responsabilità di qualcuno quelle
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variabili che erano del tutto senza controllo (magazzini,
scorte, trasporti);
- messa in evidenza il fattore “servizio”; e da quel
momento molte aziende cominciano a migliorarlo, fino a
farlo diventare in molti casi un vero e proprio fattore
competitivo.
In pratica si verifica una sorta di paradosso: si
migliorano le prestazioni del sistema azienda e nello
stesso tempo si riducono i costi. Ecco, quindi, che il
direttore della logistica diventa il responsabile dei
magazzini, delle scorte e dei trasporti e si impegna sin da
subito ad aumentare l’efficienza abbattendo le scorte in
eccesso, migliorando la gestione dei magazzini e
riducendo il numero dei depositi e nello stesso tempo
riesce anche a migliorare il livello di servizio al cliente in
termini di affidabilità e tempestività della consegna.
Ciò ha comportato un immediato successo per la
logistica, e di fatto una diffusione immediata in tutte le
aziende che hanno voluto utilizzare al massimo le sue
potenzialità. Potenzialità all’inizio sfruttate soprattutto
dalla distribuzione commerciale di beni di largo consumo.
Alla logistica vanno riconosciuti molti successi:
- La logistica ha messo mano ai magazzini
gestendoli come va gestito un fatto produttivo: ossia
cercando efficienza, migliorando i metodi di lavoro,
supportando la gestione con sistemi d’avanguardia. In
altre parole li ha posti allo stesso livello di un qualsiasi
reparto della fabbricazione, luogo dove la gestione delle
risorse umane, della tecnologia e dei metodi di lavoro è
cruciale per il successo.
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- La logistica è stata la funzione che più si è
abbattuta per ridurre le scorte, in quanto, pur se fino ad un
certo momento erano per le imprese un fatto rassicurante,
rappresentavano anche un costo.
- La logistica ha contribuito ha definire i costi delle
singole attività e ciò ha consentito di scoprire i cosiddetti
costi di canale e di scoprire gli sprechi che si verificano
lungo il canale, le attività doppie e inutili, i costi
riducibili, ecc.
Ma, tra gli altri, l’enorme successo della logistica
deriva dall’utilizzo in ambito gestionale della rivoluzione
informatica che allora stava investendo le imprese. Alla
base della logistica ci sono le varie gestioni delle scorte,
degli ordini, dei trasporti, dei magazzini, della
programmazione, delle previsione, delle relazioni coni
clienti. E per ottimizzare il tutto è assolutamente
necessario un impeccabile sistema informativo in tempo
reale. Le informazioni devono correre rapide e veloci
nell’azienda, ma sempre più, come vedremo, anche da e
verso l’esterno, dato che la maggior parte del valore
aggiunto della logistica risiede ormai proprio
nell’acquisizione, elaborazione e distribuzione delle
informazioni mediante le reti di telecomunicazione, al fine
di fronteggiare una domanda sempre più complessa ed
esigente.
La logistica descritta fin qui è una funzione
aziendale che nel tempo ha ampliato il proprio raggio di
azione passando dalla gestione del magazzino, delle scorte
e dei trasporti, alla gestione degli approvvigionamenti e
alla definizione (insieme con le altre funzioni aziendali)
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degli aspetti strategici dell’azienda. La logistica ha
evidenziato e messo in atto i vantaggi che derivano dal
gestire il flusso dei materiali in maniera unitaria,
dall’approvvigionamento fino al trasporto.
Ad un certo punto ci si è accorti che c’era un
ulteriore fattore importante da considerare: lungo la catena
della fornitura agiscono diversi attori (produttore,
distributore e venditore) i quali svolgono molteplici
attività, che nel tempo hanno cercato di razionalizzare e
rendere più efficienti.
Pertanto la logistica scopre come sia una cosa
razionale e utile uscire dai confini dell’impresa, per
gestire in maniera unitaria tutta la catena della fornitura
come se appartenesse ad un unico proprietario, che non
svolgerebbe mai attività inutili, doppie e senza alcun
valore aggiunto. Questa capacità della logistica di
coordinare il flusso dei materiali e delle informazioni
lungo il canale, ossia il flusso che attraversa più aziende,
quella che produce, quella che rifornisce e quella che
vende, è particolarmente importante nell’attuale contesto
economico caratterizzato dall’emergere di reti di imprese,
in cui ogni azienda si specializza nelle attività che riesce a
fare meglio.
Questa graduale estensione della sfera di operazioni
gestite dalla logistica, dal ciclo distributivo a quello di
approvvigionamento e di produzione fa emergere, infine,
l’opportunità di coordinare tra loro le varie attività in un
unico sistema integrato, dando luogo, così, alla “logistica
integrata”.
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3. DALLA LOGISTICA ALLA LOGISTICA
INTEGRATA: LA NASCITA DELLA SUPPLY CHAIN
La dinamicità dei mercati attuali e le conseguenze
della globalizzazione, portano le aziende a operare in un
mercato dove tempestività e servizio sono requisiti
indispensabili per la sopravvivenza. Ciò ha condotto le
imprese a modificare strategie e organizzazione al fine di
ridurre il time-to-market e operare in tempo reale in un
rapporto di connessione e di collaborazione continua con
clienti, fornitori e partner commerciali. Da ciò scaturisce
un modello di “impresa estesa”, dove ogni impresa è parte
di una più ampia rete di aziende interconnesse (supply
network). Nelle dinamiche economiche attuali i rapporti
azienda contro azienda sono quindi sempre più sostituiti
da rapporti supply network contro supply network, dove le
aziende devono effettuare scelte strategiche e gestire i
processi superando i propri confini organizzativi,
consapevoli di operare all’interno di un sistema più
ampio.
A seguito della scomparsa dei limiti spazio
temporali che in passato limitavano e regolavano la
competizione, le imprese devono ripensare i processi
interni e le relazioni esterne per ottenere un vantaggio
competitivo al fine di:
- Migliorare la propria capacità di innovazione;
- Migliorare la capacità di risposta ai mutamenti
della domanda;
- Aumentare la soddisfazione del cliente.