CAPITOLO 1 IL MANOSCRITTO A.VI.30
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Le dimensioni delle colonne lasciano nella pagina un margine
bianco, che viene occupato da eventuali notulae dell’amanuense,
inserzioni di parole, correzioni, segni di evidenziatura, come il
disegno di una manula, che vuole sottolineare, probabilmente,
passaggi concettuali importanti all’interno del testo.
1.2 Contenuto
Nella descrizione dei contenuti, che si leggono nel ms. A.VI.30, mi
limiterò all’indicazione dell’incipit ed explicit di ogni sermone, con
l’aggiunta di scarne annotazioni, che non vogliono essere esaustive né
per la possibile datazione - almeno per alcuni sermoni - né per le
probabili fonti che vi si leggono. Per quest’ultimo aspetto, mi limiterò
ad un succinto elenco degli autori principali in essi citati, senza
discutere dell’autenticità delle attribuzioni.
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Il catalogo è diviso in 2 parti diseguali: una prima parte, in forma di rubrica, elenca
in ordine alfabetico i manoscritti della Biblioteca. In questa rubrica il nostro
manoscritto è trascritto sotto la lettera “l”, come Liber vitae, e corrisponde al codice
154. La pagina di ogni lettera della rubrica comprende 2 gruppi di manoscritti:
codici manoscritti antichi e vari (tra i quali il nostro) e codici manoscritti bresciani.
La seconda parte del catalogo si intitola ‘Registro da codici manoscritti antichi sacri
e profani’. Il numero 154 è descritto come “codice membranaceo in quanto del
secolo XV. Contiene: Liber vite (seu sermones varii in dominiciis per annum et
festis sanctorum). Codice ben conservato di carattere minutissimo e molto
abbreviato”. Sul margine destro è segnato un H.V ed in caratteri più piccoli A.VI.30,
che è poi la segnatura odierna. La presenza del manoscritto nel Catalogo Bighelli ci
consente di stabilire un termine dal quale viene documentata nella Biblioteca
Queriniana la sua presenza.
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Una descrizione, seppur parziale ma ricca di annotazioni, del ms. di Brescia,
Biblioteca civica Queriniana, A.VI.30 era stato offerto da C. CENCI, Note su i
codici francescani della Queriniana di Brescia, in «Studi Francescani», 80 (1983)
pp. 450-458, che si era posto anche delle domande sui vari significati di alcune sigle
(che ho omesso nella descrizione dei contenuti) ricorrenti all’inizio di alcuni
sermoni, come, ad es., PHI, oppure FYB o, ancora PYH, BELY, LAY.
Personalmente, non ritengo che tali sigle vogliano nascondere le iniziali di un autore
o di un amanuense: forse –ma siamo nel campo delle ipotesi – stanno ad indicare
una qualche ‘invocazione’ (Benedicetur et Laudetur Yesus, per BELY? Fratri Yesu
Benedic, per FYB?). Dalla veloce ‘incursione’ in Biblioteca Queriniana e da ciò che
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1. ff. 1ra-6va: Convertimini, peccatores, et facite iustitiam…Quattuor
status hominum legimus in scriptura---qui sine fine vivit et regnat.
Amen.
Una annotazione finale ci dice che si tratta di un ‘sermo’ per generalem
minorum factus sexta feria maioris ebdomade coram sanctissimo domino
nostro papa Vrbano (VI, dunque prima del 1389, anno della morte di questo
pontefice).
2. ff. 6ra-10rb: Revertere, revertere, Sunamitis…Pro huius thematis
introductione assumam illud devoti Bernardi---nobis donare
dignetur Yesus Christus. Et cetera.
Tra gli autori citati un posto privilegiato occupano Bernardo e Agostino; ma
non mancano riferimenti a Gregorio M., Girolamo, Isidoro, Origene e
Giovanni Crisostomo.
3. ff. 10rb-13vb: Convertimi ad me in toto corde vestro…Vt Patris
innascibilis potentia virtus nostra roboretur…Reverendi patres et
domini, si bene considero---pacem suam in presenti et gloriam in
futuro. Amen.
Per le espressioni ricorrenti, il sermone per il Mercoledì delle Ceneri
andrebbe ascritto fra quelli ‘sinodali’. Bernardo, Gregorio M., Ugo di san
Vittore, Agostino, Anselmo e Pietro Crisologo (Petrus Ravenensis) gli
autori maggiormente citati come fonte.
4. ff. 13vb-19ra: Penitemini, ut deleantur peccata vestra…Reverendi
patres et prestantissimi domini, fratres et amici in Christo
riuscì a verificare, determinò un tempo di composizione dei testi contenuti
approssimativamente compreso tra il pontificato di Urbano VI (muore nel 1389) e il
1427-1428.
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predilecti, sacram scripturam sollerter perquirere volenti et dicta
sanctorum intelligere cupienti clare apparebit---ad quam gloriam
nos omnes perducat Yesus Dei Filius. Amen.
Anche questo sermone, per alcune espressioni, sembra essere un ‘sermo
sinodalis’. Tra i numerosi brani citati, di grande rilievo risultano essere
quelli attribuiti ad Anselmo, Bernardo, Agostino, Gregorio M. e Pier
Lombardo. Non mancano riferimenti a Bonaventura e ad Alessandro di
Hales esponenti della scolastica francescana, come pure espliciti canoni del
Decretum di Graziano. L’argomento principe verte sulle diverse tipologie
della penitenza
5. ff. 19ra-24ra: Convertimi ad me in toto corde vestro… Pro huius
thematis introductione tali utar consideratione---eternam
fruitionem, ad quam nos perducat, et cetera.
Oltre ai soliti Agostino, Gregorio M., Bernardo, vengono menzionati, come
fonte, Anselmo, Bonaventura Boezio e Seneca. Alcuni dei brani citati
ricorrono anche in altri sermoni.
6. ff. 24ra-27va: Ductus est Yesus in desertum…In evangelio
presentis dominice de triplici principaliter agitur temptatione---
vitam eternam perducere dignetur, et cetera.
Bonaventura, Agostino, Gregorio M., Ambrogio gli autori maggiormente
citati, oltre al solito ‘devotus Bernardus’. Presente anche brani tratti dalle
opere di Innocenzo III in questa riflessione della prima domenica di
Quaresima.
7. ff. 27va-28vb: Ductus est Yesus in desertum… In sacro evangelio
hodierno de duobus principaliter agitur---ad celestem gloriam
pervenitur, ad quam, et cetera.
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Tra gli autori citati si notano Gregorio M., Agostino, Bernardo e Giovanni
Crisostomo. Non mancano brani tratti dalle opere di Alessandro di Hales, di
Bonaventura e Tommaso d’Aquino.
8. ff. 28vb-30ra: Ductus est Yesus in desertum…Sacram scripturam
perquirere volenti et doctorum dicta intelligere cupienti liquide
apparebit---gloria eterna condonatur. Ad quam gloriam, et cetera.
Questo sermone è attestato anche in un manoscritto di Stresa, Centro
internazionale studi rosminiani, ms. 22,
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ai ff. 162r-164v, con una
interessante intestazione: ‘Dominica prima quadragesime
secundum…magistrum Alexium episcopum Placentie et secundum s e c u n
d a m eius c o m p i l a t i o n e m. Poche le varianti che intercorrono tra i
due mss. Vari i testi attribuiti ad Origene, a Riccardo di s. Vittore, ad
Agostino e a Gregorio.
9. ff. 30rb-32ra: Ductus est Yesus in desertum… Secundum
doctrinam domini fratris Beltrandi in expositione—in futurum te
fruar. Amen
Anche per questo sermone il ms di Stresa, ff. 145r-147v, costituisce un
testimone prezioso della trasmissione del testo, il quale appartiene alla
‘prima compilatio’ del quaresimale di Alessio da Seregno. Un rapido
raffronto tra i due mss. suggerisce l’ipotesi che la redazione ‘bresciana’
costituisca una redazione posteriore a quella documentata dal manoscritto
di Stresa. Tra le fonti vanno annoverati, oltre, ovviamente, a Belrando de
Turre, Bonaventura, Pier Lombardo, Bernardo e Agostino. Di quest’ultimo
un brano che ricorrerà anche altrove e che, a mio avviso, costituisce indizio
per attribuire la paternità di altri sermoni.
3
Per questo codice e relativa bibliografia, cf. G. MOTTA, I codici di Alessio da
Seregno, in Seregno: una comunità di Brianza nella storia, a cura di G. Picasso e M.
Tagliabue, Comune di Seregno, 1994, pp.473-489, spec. p. 486.
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10. ff. 32ra-35rb: Ductus est Yesus in desertum…Teste scriptura ubi
maius imminet periculum, ibi cautius---ipsum ad gloriam eternam
perducit. Ad quam, et cetera.
Di Gregorio M., Agostino, Ambrogio, Bernardo e Bonaventura i testi
maggiormente citati. Si hanno riferimenti anche alla ‘Glossa’ che, da alcuni
riscontri, deve essere identificata con l’opera di Pier Lombardo.
11. ff. 35rb-39ra: Assumpsit Yesus Petrum…In evangelio presentis
dominice agitur de Christi transfiguratione---felix eterna, eterna
felicitas. Ad quam felicitatem, et cetera. Amen.
Bonaventura e Alessandro di Hales risultano essere gli autori maggiormente
citati. Non mancano, ovviamente i padri, quali Agostino, Girolamo e
Gregorio M., né autori ‘classici’ quali Cicerone, Virgilio, Seneca, Aristotele
e Boezio.
12. ff. 39ra-41ra: Assumpsis Yesus Petrum… Pro introductione
aliquali thematis preassumpti pro nunc talis questio potest formari-
--ad gloriam tuam, cum qua regnant beati. Amen.
Presente anche nel ms. di Stresa, ff. 147v-150v, che, tuttavia, non ci dice a
quale ‘compilatio’ di Alessio, vescovo di Piacenza, esso appartenga. Di
Leone M., Agostino e, in modo particolare di Alessandro di Hales, sono le
autorità maggiormente citate.
13. ff. 41ra-44ra: Assumpsit Yesus Petrum… Ex sententia et dictis
sanctorum sacram scripturam exponentium---erit gloria tua. Ad
quam, et cetera. Amen.
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Anche questo sermone è attestato nel ms. di Stresa, ff. 164v-169r, che ce lo
presenta appartenente alla ‘secunda compilatio’. Accanto ad Alessandro di
Hales e a Bonaventura, Agostino, Anselmo, Innocenzo III, Beda, Boezio,
Gregorio M. e Bernardo.
14. ff. 44rb-47rb: Faciamus hic tria tabernacula…Secundum
sententiam devoti Bernardi…Reverendissimi patres et domini---ad
quam fruitionem nos perducat. Amen.
Questo sermone della Trasfigurazione venne pronunziato da Alessio da
Seregno al concilio di Costanza il 15 marzo del 1416 ed ebbe una notevole
diffusione, come documentano i numerosi manoscritti che lo contengono.
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Bernardo, Leone M., Ambrogio e Agostino offrono numerosi passi per la
riflessione del presule piacentino. Non mancano riferimenti alle opere di
Bonaventura e di Cipriano.
15. ff. 47va-53rb: Assumpsit Yesus Petrum…In dominica precedenti
dictum fuit de virtute in communi, vero in sequentibus dicendum
est de ipsa virtute in speciali et primo de fide---in vitam beatam
cum Deo vivi. Ad quam vos perducat, et cetera.
Le iniziali annotazioni sono importanti: ci dicono, infatti, che questo
sermone – che potremmo indicare come ‘de fide’– è strettamente congiunto
al sermone indicato al numero 10 della presente sommaria descrizione. Tra
i numerosi autori citati, Agostino, Gregorio M., Ugo di san Vittore e Pier
Lombardo.
4
Cf. MOTTA, I codici…, pp. 482-487
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16. ff. 53rb-54vb: Egressus Yesus secessit in partes Tyri…Pro
intellectu et declaratione evangelii presentis talis erit questio
declaranda---quam veniam nobis hic in presenti concedat. Amen.
‘De misericordia et iustitia’ sembra essere il tema principale del sermone:
Agostino, Bonaventura e il ‘devotus Bernardus’ costituiscono le fonti
privilegiate a cui attinge l’autore.
17. ff. 54vb-56vb: Omne regnum in se ipsum divisum…Pro
introductione aliquali presentis evangelii…talis pro nunc formetur
dubitatio---vitam eternam possidebit.
Attestato anche nel ms. di Stresa, ff. 177v-179v, che oltre a darci il nome
dell’autore, Alessio da Seregno, ci dice che il sermone fa parte della terza
‘compilatio’…’secundum eius (scil. Alexii) tertiam compilationem. Tema
principale della predicazione: la discordia. Tra le autorità invocate, quella
di Tommaso d’Aquino, di Agostino, Di Gregorio e di Bernardo. Non
mancano fugaci riferimenti alle opere di Giovanni Crisostomo, di Isidoro e
di Ugo di san Vittore.
18. ff. 56va-57vb: Erat Yesus eiciens demonium… Pro huius thematis
et presentis evangelii introctione aliquali talis pro nunc potest
dubitatio formari---accipiet coronam vite. Ad quam vitam, et
cetera.
Il sermone è ancora presente nel ms di Stresa, ff. 150v-152v, che ne indica
in Alessio da Seregno l’autore ‘secundum primam eius compilationem’.
Tema principale: perché Dio permette che l’uomo sia tentato da parte del
demonio. I teologi francescani Alessandro di Hales e Bonaventura, come i
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padri Agostino, Ambrogio e Bermardo risultano essere gli autori
maggiormente citati.
19. ff. 57vb-59va: Erat Yesus eiciens demonium… Pro aliquali
introductione presentis materie…potest talis dubitatio formari—in
Trinitate perfecta vivit et regnat. Amen.
Attestato anche nel ms. di Stresa, ff. 169r-171v, che attribuisce il sermone
ad Alessio ‘secundum secundam eius compilationem’, il sermone presenta
il perché della redenzione umana e non angelica da parte di Dio. Agostino,
Ambrogio e Bernardo i più citati, anche se non mancano i soliti teologi
francescani Bonaventura e Alessandro di Hales.
20. ff. 59va-61rb: Erat Yesus eiciens demonium…Pro introductione
aliquali presentis evangelii…pro nunc potest questio formari---
sine causa rationali et honesta.
Tema principale la lotta dell’uomo contro il demonio. Si fanno riferimenti
quasi esclusivamente a Bonaventura, Agostino e Pier Lombardo.
21. ff. 61rb-62vb: Erat Yesus eiciens demonium…Satane voluntas
semper iniqua est, sed numquam potestas iniusta---plena
consolatio, a te separari mors, tibi adherere vita eterna. Ad quam,
et cetera.
Il tema principale del sermone verte sulla presenza del male – identificato
nel demonio – nella vita dell’uomo. Tra gli autori citati spiccano i nomi di
Gregorio, Agostino, Bonaventura, Origene, Bernardo e Riccardo di San
Vittore.
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22. ff. 62vb-68vb: Erat Yesus eiciens demonium…Dominica
precedenti…dictum fuit de virtute fidei. In presenti vero dicendum
est de virtute spei---nec alia spes quam Dominus noster Yesus
Christus, qui est benedictus in secula seculorum. Amen.
Dunque, questo breve trattato ‘de spe’, seconda virtù teologale, è
strettamente congiunto al sermone indicato al numero 15, in cui un ‘de fide’
costituiva il tema principale. Numerosissimi i brani desunti dal ‘devotus
Bernardus’, accanto, ovviamente, ai vari Agostino, Ambrogio, Gregorio,
Anselmo e Giovanni Crisostomo.
23. ff. 68vb-72vb: Vnde ememus panes, ut manducent hii…
Evangelium presentis dominice continet sententialiter qualiter
Redemptor---regem glorie, qui vivit et regnat in secula seculorum.
Il sermone, incentrato sull’umanità di Cristo in tutte le sue espressioni, ha
per oggetto principale un ‘de ignorantia’ in tutte le sue forme. Il ms. di
Stresa, ff. 171v-177v, costituisce un prezioso testimone dell’intero
quaresimale di Alessio da Seregno, in quanto ci dice che il presente
sermone è stato trascritto dalla terza ‘compilatio’, non essendo stato
possibile reperire una copia ‘secundum primam nec secundam
compilationem’. Leone M., Agostino, Alexandro di Alex, Bonaventura e
Bernardo i padri maggiormente menzionati, ma non mancano citazioni
improntate a Cicerone, Seneca e Terenzio.
24. ff. 72vb-74va: Abiit Yesus trans mare Galilee…Ex dictis beati
Bernardi ac etiam plurium aliorum doctorum---perpetua Dei
laudatio cum omnimoda Dei iubilatione. Ad quam, et cetera.
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L’aspettativa del premio – che potrebbe essere compromesso dalla
molteplicità del male, rappresentato da varie bestie, quali leone, orso, pardo
e aquila – costituisce la trama dell’intero sermone, in cui si fa riferimento,
oltre a Bernardo, ad Agostino, Boezio, Innocenzo III.
25. ff. 74va-75vb: Abiit Yesus trans mare Galilee…Pro introductione
secundum Innocentium in tertio libro de officio misse---ubi
dapifer est Christus, pemunia(?) Spiritus sanctus, ferculum
perfecta consolatio. Ad quam, et cetera.
La moltiplicazione dei pani, nelle sue svariate interpretazioni, è il tema
centrale di questo breve sermone, che attesta la presenza di Innocenzo III,
Ambrogio, Agostino, Beda, Riccardo e Ugo di san Vittore, Gregorio e
Bernardo.
26. ff. 75vb-77vb: Abiit Yesus trans mare Galilee… Pro presentis
evangelii aliquali declaratione et introductione…pro nunc potest
talis questio formari---conscientiam mundat et gloriam eternam
condonat. Ad quam, et cetera.
La moltiplicazione dei cinque pani diventa il pretesto per discutere sulla
diversità dei miracoli e le motivazioni che possono essere all’origine dei
medesimi. Il sermone è attestato anche nel ms. di Stresa, ff. 152v-155v. In
quest’ultimo si ha una annotazione sull’autore, Alessio da Seregno, ma non
a quale ‘compilatio’ il sermone debba essere ascritto (probabilmente alla
prima). Molti i brani attribuiti ad Agostino, Bernardo, Ambrogio. Estese le
citazioni da Alessandro di Hales.
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27. ff. 77vb-83vb: Abiit Yesus trans mare Galilee… In predenti
dominica dictum est de virtute spei, in hac vero dominica…de
virtute caritatis---possessio omnium bonorum eternalium. Ad que
bona nos perducat Yesus Christus. Amen.
Il presente sermone costituisce la naturale continuazione di quanto esposto
ai nn. 15 e 22. La carità offre all’autore il pretesto per sviluppare i
molteplici aspetti ad essa collegati. Ugo di san Vittore, Bonaventura, Pier
Lombardo, Bernardo, Gregorio e Agostino i padri maggiormente citati.
28. ff. 84vb-88vb: Quis ex vobis arguet me de peccato…Iohannes
evangelista in presenti evangelio duo principaliter intendit
ostendere---gloria mea et consolatio mea, qui vivis et regnas.
Amen.
I due aspetti presi in considerazione nel sermone risultano essere la santità
di Cristo e l’iniquità dei Giudei. Oltre alla Summa di Tommaso d’Aquino,
vengono citati brani attribuiti ad Agostino, Gregorio e Giovanni
Crisostomo.
29. ff. 88vb-91ra: Quis ex vobis arguet me de peccato… Pro huius
thematis introductione…talis pro nunc potest questio formari---ad
que tabernacula pervenire possimus.
La riflessione sul peccato, in genere, costituisce il canovaccio del presente
sermone, attestato anche nel ms. di Stresa, ff. 155v-157v. In quest’ultimo,
trattandosi probabilmente della prima ‘compilatio’, non ha alcuna
annotazione in merito. Dalla collazione tra i due mss. si notano frequenti
trasposizioni, che, tuttavia, non alterano in alcun modo il testo. Bernardo,
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Bonaventura, Agostino, Gerolamo, Alessandro di Hales i più citati.
Presente anche un riferimento a Sallustio.
30. ff. 91ra-92rb: Quis ex vobis arguet me de peccato… Pro
introductione aliquali meterie presentis evangelii potest talis
questio formari---quam retributionem concedat nobis Yesus
Christus, et cetera.
Il sermo in questione potrebbe avere come titolo ‘de suspicione’, ossia se
tale atteggiamento possa essere considerato peccato o meno. E’
documentato anche nel ms. di Stresa, ff. 180r-181v, che lo annovera tra la
‘secunda compilatio’ di Alessio da Seregno. Un brano tratto da Alessandro
di Hales costituisce l’avvio della riflessione che include i passi da
Ambrogio, Agostino e Bernardo. Vengono menzionati anche Cicerone e
Aristotile.
31. ff. 92ra-94va: Quis ex vobis arguet me de peccato… In presenti
evangelio duo signanter continentur---per quorum observantiam
gloriam possidebimus eternam. Ad quam, et cetera.
Ancora una riflessione sul peccato, sulla sua natura e i suoi effetti.
Bonaventura, Agostino, Gregorio e Bernardo offrono brani alla riflessione
proposta.
32. ff. 94va-95vb: Quis ex vobis, et cetera. Obstinatorum tres sunt
species, prima eorum qui ex correctione non proficiunt---per
gratiam et salvat per gloriam, ad quam gloriam, et cetera.
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In rapporto ad altri sermoni, questo è uno dei più brevi. Inoltre, presenta un
diverso modo di introdurre le autorità patristiche: prima il testo, poi
l’indicazione dell’autore. Bernardo, Agostino, Isidoro i più citati. Come,
facilmente si evince dalle prime espressioni, l’argomento principe sarà
l’ostinazione nel peccato.
33. ff. 96ra-100va: Quis ex vobis arguet me de peccato… In
precedentibus dominicis huius quadragesime dictum est de
virtutibus theologicis…Nunc vero in sequentibus dicendum est de
virtutibus cardinalibus---viam congruam perveniendi ad eternam
gloriam. Ad quam, et cetera.
Dopo aver trattato le virtù teologali ‘que ordinant hominem ad Deum’ (vedi
sopra i nn. 15, 22 e 27), nella predicazione della medesima quaresima si
elaborano riflessioni sulle virtù cardinali ‘que ordinant hominem ad ea que
sunt ad finem ultimum et ad ipsius hominis proximum’. La prudenza,
pertanto, sarà l’oggetto del presente sermone, che tra le autorità annovera
Bonaventura, Bernardo, Gregorio e Agostino, ma anche scrittori classici
quali Cassio Dione, Vegezio e, soprattutto, Seneca.
34. ff. 100va-101rb: Qui ex Deo est, verba Dei audit… Pro
dicendorum declaratione aliquali---bona terre comedetis, non
quidem temporalia sed eterna, que vobis concedat, et cetera.
Sermone tra i più brevi della raccolta che si legge nel nostro ms. La
riflessione quaresimale riguarda il valore del ‘verbum’, in una triplice
accezione, anche se, di fatto, è il Verbo per eccellenza che occupa il breve
scritto. Di Agostino, Bernardo, Gregorio e Ambrogio le autorità
maggiormente invocate.