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I segni distintivi dello sport
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avere il massimo sviluppo nei primi anni del ‘900 con la nascita del
CONI
3
su iniziativa di alcuni rappresentanti delle federazioni nazionali
insieme ai delegati di alcuni ministeri interessati.
Nato con natura di ente privato “per preparare il Paese ai grandi
appuntamenti delle Olimpiadi”
4
, con il fascismo il CONI ottiene il
riconoscimento della personalità giuridica previsto per gli enti promossi
dal partito nazionale fascista: esso diventa un organo dello Stato, tutte
le federazioni vengono trasferite coattivamente a Roma e non aderiscono
più volontariamente al CONI, ma vengono da esso costituite, che
assume così il ruolo di Federazione delle Federazioni
5
.
Nel corso degli anni la situazione rimane invariata fino al 1974 con
il D.p.r. n. 530 che si riferisce alle federazioni come “organi del Comitato
relativamente all’esercizio delle attività sportive”: si configura quindi un
rapporto di compenetrazione tra CONI e federazioni, intese come organi
con natura di enti pubblici facenti parte del Comitato Olimpico
Nazionale ai quali però viene data una maggior autonomia, seppur
sempre limitata.
Questa visione è però destinata a mutare radicalmente soprattutto
per influenza di un orientamento dottrinale che afferma che le
federazioni sportive sono associazioni private rispetto alle quali il CONI
allievi dell'Accademia Militare. Nel 1848 all’associazione fu concesso da Carlo Alberto
quello che sarebbe divenuto il suo segno: il sigillo di Amedeo VI di Savoia.
3
Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
4
PIANTONI, Sport tra agonismo, business e spettacolo, Etas Libri, Milano, 1999.
5
ASCANI, Sport Management, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1998, 8 ss.
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I segni distintivi dello sport
6
è organo di vigilanza e indirizzo; questo indirizzo raccoglie sempre
maggiori consensi fino ad arrivare alla l. 25 marzo 1981 n. 91, nella
quale non si fa più nessun riferimento alla natura organica delle
federazioni alle quali si riconosce una certa autonomia tecnica,
organizzativa e di gestione, sempre sotto il controllo del CONI.
Sicuramente il riferimento legislativo più importante e attuale, che
definisce chiaramente le federazioni come associazioni con personalità
giuridica di diritto privato, non contemplandole all’interno della
categoria degli organi del CONI, è il Riordino del Comitato Olimpico
Nazionale Italiano, anche conosciuto come decreto Melandri
6
. Questa
normativa definisce il CONI come la confederazione delle federazioni
sportive nazionali e sottolinea che lo stesso “si conforma ai principi
dell’ordinamento sportivo internazionale, in armonia con le deliberazioni
e gli indirizzi emanati dal Comitato Olimpico Internazionale”.
Fatta questa breve, ma dovuta, introduzione storica, l’analisi del
fenomeno dell’associazionismo sportivo si presenta ampia e complessa,
in quanto accanto ad enti professionistici vi sono enti dilettantistici,
meno tutelati e disciplinati
7
.
Entrambi i settori fanno parte di quel sistema sportivo che, come
dicevo all’inizio, appare sviluppato in forma piramidale al cui vertice vi è
il CONI considerato l’organismo più importante del mondo sportivo
6
D.lgs. 23 luglio 1999, n. 242, modificato poi dal d.lgs. 8 gennaio 2004, n. 15.
7
Per maggiori chiarimenti, PENNISI, Federazioni e Leghe, in Annuario Italiano del
diritto d’Autore , 2003, 3-4.
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I segni distintivi dello sport
7
italiano in quanto a esso fanno capo tutte le discipline. Esso è
l'organizzazione che cura lo sviluppo e la promozione dello sport in
Italia, raggruppa, coordina ed esercita un certo controllo sulle varie
federazioni nazionali, formate da associazioni e società sportive.
A loro volta, poi, il Coni fa parte di un’organizzazione internazionale
più vasta che è il CIO
8
, mentre le federazioni nazionali sono inserite
nelle federazioni sportive internazionali che raggruppano i vari
organismi nazionali, con una struttura di tipo federativo.
Il CONI, ente di diritto pubblico sottoposto a controllo statale
9
,
persegue fini di interesse pubblico, quali “l’organizzazione e il
potenziamento dello sport nazionale”
10
, e promuove la massima
diffusione della pratica sportiva agonistica; il CONI riconosce 45
Federazioni Sportive Nazionali, 15 Discipline Associate, 17 Enti di
Promozione Sportiva Nazionali e 1 territoriale, 18 Associazioni
Benemerite. A questi organismi aderiscono circa 65.000 società sportive
per un totale di circa 8 milioni di tesserati
11
. Il CONI prevede in linea
generale enti non lucrativi, tranne le eccezioni previste dall’art. 10 della
l. 91/1981 che prevede la possibilità di finalità lucrative solo per le
attività sportive professionistiche.
8
Dalle iniziali del nome originale francese, Comité International Olympique.
9
La gestione del CONI è controllata dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dal
Collegio dei revisori, dal ministero del Tesoro, dal ministero delle Finanze e dalla Corte
dei Conti. ASCANI, op. cit., p.10 ss.
10
Vd. art. 2 d.lgs. n. 242 del 23 luglio 1999.
11
Fonte: www.coni.it.
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I segni distintivi dello sport
8
Gravi crisi, soprattutto finanziarie, hanno colpito il CONI nei primi
anni del nuovo millennio e per aiutarlo a superarle è stata istituita la
società CONI Servizi S.p.a., nata per sviluppare attività, consulenze e
servizi e fornire supporto alle Federazioni sportive nazionali e i propri
associati.
Il CONI è un’articolazione del grande movimento olimpico che fa
capo al CIO. Quest’ultimo, fondato nel 1894 da De Coubertin
12
per
organizzare i primi Giochi Olimpici dell’epoca moderna su ispirazione
dei Giochi dell’Antica Grecia, è la massima autorità del movimento
olimpico e dello sport internazionale. Il CIO è un ente permanente, non
governativo, no profit, in forma di associazione con personalità
giuridica
13
, che supervisiona l’organizzazione dei Giochi Olimpici e
coordina l’attività dei vari comitati olimpici nazionali (NOC). Il ruolo del
CIO è un ruolo fortemente morale, con scopi umanitari e nobili: esso
vuole “contribuire a costruire un mondo migliore e in pace educando i
giovani attraverso la pratica sportiva, in armonia con lo spirito e i
principi olimpici”
14
e per questo motivo è riconosciuto e rispettato in
tutto il mondo.
12
Barone Pierre de Coubertin (Parigi, 1 gennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937): è
noto ai più come fondatore dei moderni Giochi Olimpici.
Il 23 giugno 1834 organizzò un congresso internazionale alla Sorbona di Parigi, dove
annunciò per la prima volta l'idea di recuperare gli antichi Giochi Olimpici. Il
congresso portò all'istituzione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), e alla
decisione che la prima Olimpiade moderna si sarebbe svolta in Grecia, ad Atene.
13
Carta Olimpica, Capitolo I, art. 15.
14
Carta Olimpica, Capitolo II, art. 1.
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I segni distintivi dello sport
9
I simboli olimpici, i cinque cerchi, la bandiera olimpica, il motto
olimpico e l'inno olimpico appartengono al CIO, che si finanzia con i
proventi dei diritti di sfruttamento di questi loghi, dei diritti televisivi
sulle Olimpiadi e degli accordi di sponsorizzazione con le maggiori
multinazionali.
Le Federazioni, nel senso di “unione di organismi minori”, in questo
caso sono l’unione di quelle società sportive riconosciute dal CONI che
appunto “dipendono disciplinarmente e tecnicamente dalle Federazioni
nazionali competenti”
15
. Esse sono enti che hanno natura di
associazioni riconosciute
16
con personalità giuridica di diritto privato
17
,
che non perseguono fini di lucro e “svolgono l’attività sportiva in armonia
con le deliberazioni e gli indirizzi del CIO e del CONI”
18
, promovendo e
regolando la pratica sportiva, la promozione, la diffusione e la
regolamentazione di una disciplina sportiva e tutte le altre attività
collaterali.
15
Art. 10, l. 16 febbraio 1941 n. 426.
16
La forma delle associazioni riconosciute è obbligatoriamente richiesta non per poter
praticare uno sport, ma per poter far parte della piramide ed essere riconosciuto dal
CONI .
17
Sulla natura di diritto privato delle Federazioni si è a lungo dibattuto; tra tutti vd
PENNISI, Federazioni e leghe, cit.
Seguendo il suo pensiero, le uniche federazioni di diritto pubblico risultano l’Aeroclub
Italia, L’ACI e l’Unione Italiana Tiro a segno, vd. art. 13 l. 242/1999. La
giurisprudenza di questi anni però, anche se la legge non qualifica più le federazioni
come organi del CONI, continua a considerarle tali perché sostiene che esse
perseguono le stesse finalità di carattere pubblico che perseguono il CONI e il CIO.
18
Vd. art. 15, comma 1° d.lgs. 242/1999.
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I segni distintivi dello sport
10
Sempre in seguito alle crisi che hanno colpito il CONI e in seguito
all’introduzione del D.lgs. Melandri, le Federazioni non percepiscono più
i contributi che anteriormente le venivano concessi dal CONI e si sono
così orientate verso finanziamenti privati, attraverso la ricerca di
sponsor e partner privati, soprattutto con lo sfruttamento delle
manifestazioni sportive, dei propri marchi e dei propri atleti.
Le Federazioni, oltre a far parte del CONI si estendono verticalmente
sia verso l’alto che verso il basso: verso l’alto sono organizzate in
Federazioni Internazionali, i corpi di governo internazionali di uno
sport
19
, mentre per quanto riguarda invece il funzionamento periferico,
le Federazioni sono presenti in modo capillare su tutto il territorio grazie
a Comitati Regionali o Provinciali.
Discorso diverso va fatto per i Comitati Organizzatori, enti no profit
di durata temporanea, che vengono istituiti per iniziativa di istituzioni
pubbliche, federazioni sportive o di altri enti, per l'organizzazione di una
singola edizione di un evento sportivo, al termine del quale si possono
sciogliere o possono trasformarsi in qualcos’altro
20
. A questo fine, il loro
19
Ad esempio, la FIFA è la Federazione Internazionale del calcio, la FIE è la
Federazione Internazionale di Scherma e la FIBA è la Federazione Internazionale della
pallacanestro. Fenomeno diverso e più recente è quello delle Leghe, associazioni di
società sportive che organizzano l’attività agonistica, la predisposizione delle
manifestazioni e i criteri per l’iscrizione ai propri campionati, vd. art. 7 dello Statuto
della FIGC, che prevede tre diverse leghe.
20
È il caso del TOROC, trasformatosi nella “Fondazione 20 marzo 2006” con il fine di
portare avanti la mission olimpica.
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I segni distintivi dello sport
11
atto dovrà contenere l’indicazione dei membri promotori e organizzatori,
i criteri e le modalità di scioglimento
21
.
I comitati organizzativi non sono singole persone fisiche, ma sono
composti da singoli individui responsabili di un certo settore, con un
patrimonio destinato unicamente alla gestione della manifestazione in
quanto non effettuano altra attività commerciale e non perseguono dine
di lucro.
Il quadro complessivo delle competizioni sportive è vasto ed
eterogeneo, in quanto comprende le competizioni periodiche (come i
Giochi Olimpici ogni quattro anni o i Campionati Mondiali di scherma,
ogni anno), tornei facenti parte di un circuito internazionale (Gran
Premio di Formula Uno) o competizioni periodiche ad alto radicamento
territoriale –nazionale a cui però partecipano anche squadre di altri
Stati (il Giro d’Italia).
Ogni tipo di competizione si distingue per la disciplina di cui si
occupa, per tempi e regolamentazione diversi: vi sono comunque delle
caratteristiche comuni in quanto tutti i vari Comitati Organizzatori
vengono istituiti con la finalità di gestire e organizzare tutti i momenti
organizzativi sotto ogni punto di vista, dai momenti precedenti alla
manifestazione alla gestione della manifestazione in sé fino al suo
termine.
21
ASCANI, Sport Management, cit.
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I segni distintivi dello sport
12
a.1.1. Un caso su tutti: l’organizzazione del mondo del
calcio
A livello internazionale, la FIFA
22
è un’associazione riconosciuta di
diritto svizzero con sede a Zurigo che riunisce duecentocinque
federazioni nazionali del gioco del calcio (tra cui la FIGC) e riconosce sei
confederazioni continentali, (tra l’UEFA), al fine di gestire ogni aspetto
del calcio mondiale: dalla coordinazione delle varie federazioni, alla
promozione del gioco del calcio, all’organizzare delle competizioni
internazionale, tra cui i Giochi Olimpici e la Coppa del Mondo di
calcio
23
. Inoltre ogni disputa legata agli eventi sportivi considerati è di
monopolio della FIFA che ha il potere sanzionatorio di imporre
provvedimenti disciplinari.
L’UEFA
24
, confederazione affiliata alla FIFA, è l’organo
amministrativo, organizzativo e di controllo di tutto il calcio europeo,
incluso quindi quello giovanile, quello femminile ed il calcio a cinque;
organizza nove competizioni ufficiali per nazionali e quattro per club. Ha
sede a Basilea e anch’essa, come la FIFA, ha la forma di associazione
privata di diritto svizzero.
22
Fédération Internationale de Football Association.
23
Il primo torneo di calcio olimpico si svolse nell’edizione di Londra 1908, mentre la
prima Coppa del Mondo sono stati disputati per la prima volta in Uruguay nel 1930.
24
Union Européenne de Football Association o Union of European Football
Associations, Unione delle Federazioni Calcistiche Europee.
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I segni distintivi dello sport
13
La FIGC
25
è l’organismo che riunisce le società, le associazioni e
alcuni altri organi che perseguano il fine di praticare il giuoco del calcio
in Italia”
26
e comprende sia le società professionistiche che quelle
dilettantistiche. Le prime sono enti a struttura associativa che svolgono
l’attività sportiva del gioco del calcio in forma imprenditoriale, stipulano
contratti con atleti professionisti, devono assumere la forma giuridica di
Spa o Srl e partecipano ai campionati di Serie A, B, C1 e C2.
L’art. 7 dello Statuto FIGC prevede tre diverse Leghe, una (LNP,
Lega Nazionale Professionisti) che associa tutte le società
professionistiche di serie A e B, un’altra (LNPSC, Lega Nazionale
Professionisti Serie C) per i campionati di serie C1 e C2 e l’ultima
esclusivamente per gli atleti non professionisti (LND, Lega Nazionale
Dilettanti)
27
. I loro principali compiti sono l’essere rappresentanti delle
società nei rapporti con le federazioni e con i terzi, l’organizzazione
dell’attività agonistica, ecc.
25
Federazione Italiana Giuoco Calcio.
26
Cfr. art.2 Statuto FIGC.
27
ZAGNOLI - RADICCHI, Sport Marketing, cit.
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I segni distintivi dello sport
14
a.2. Caratteri generali, valore e titolarità dei segni di
queste istituzioni, da un punto di vista sociale e
giuridico
a.2.1. I segni distintivi delle istituzioni quali CIO e
Federazioni
I più importanti segni distintivi di queste istituzioni sono
sicuramente quelli concernenti il movimento olimpico, ispirati alle idee e
agli ideali espressi da De Coubertin.
I principali simboli olimpici sono la fiamma olimpica
28
, il motto
olimpico
29
, l’inno olimpico
30
, simboli costituiti o contenenti la parola
olympic: quest’ultimo simbolo merita un’attenzione particolare per la
sua elevata notorietà e la “immediata associazione concettuale che viene
effettuata da tutto il pubblico planetario”
31
. Sicuramente, però, il
simbolo più noto a livello internazionale sono i cinque cerchi intrecciati
28
Accesa con i raggi del sole ad Olimpia, viene portata da una staffetta di teodofori
fino alla città ospitante i giochi olimpici per rimanere accesa durante tutto il periodo
olimpico ed essere poi spenta durante la Cerimonia di chiusura.
29
“Citius, Altius, Fortius”: espressione latina che significa “più veloce, più alto, più
forte”: frase scelta dal CIO fin dalla fondazione, fu usata per la prima volta solo alle
olimpiadi di Parigi 1924.
30
Brano musicale composto da Spyros Samaras, con parole tratte da un poema dello
scrittore e poeta greco Kostis Palamas.
31
DALLE VEDOVE, “Marchi Olimpici”: tra diritti esclusivi e ragion di stato, in nota a
Trib. Venezia, 16 dicembre 2005, in Riv. dir. ind., 2006, 267.
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I segni distintivi dello sport
15
(fig. 1), di un colore o di cinque colori diversi
32
su sfondo bianco, che
rappresentano i cinque continenti: essi mirano a rappresentare
graficamente gli ideali olimpici in quanto vogliono rappresentare
“l’unione dei cinque continenti e l’incontro degli atleti di tutto il mondo
ai Giochi Olimpici”
33
, in pace e nel rispetto reciproco in nome della
lealtà e della correttezza sportiva.
Figura 1 – I cinque cerchi olimpici, a colori su sfondo bianco.
Presentati al Congresso Olimpico di Parigi del 1914, i cinque cerchi
appaiono per la prima volta sulle medaglie olimpiche dei Giochi di Parigi
del 1924. Da questo momento, man mano che aumenta il pubblico che
segue le Olimpiadi, anche i cinque cerchi aumentano di popolarità,
apparendo su manifesti, francobolli e souvenir. L’aumento di popolarità
dei simboli olimpici ha aumentato, oltre al loro valore “spirituale”, anche
il loro valore commerciale in quanto essi sono capaci di evocare nei
consumatori gli ideali e i principi legati al Movimento Olimpico, creando
32
Colori che sono “da sinistra a destra, blu, giallo, nero, verde e rosso. Gli anelli sono
intrecciati da sinistra a destra: il blu, il nero e il rosso situati in cima, il giallo e il
verde sotto”, art. 8 della carta Olimpica. Non è esatta la convinzione popolare che vi
sia un’associazione tra i colori del cerchi e uno specifico continente, ma ormai si è
diffusa una comune associazione tra colore e continente, ad es. giallo = Asia, nero =
Africa.
33
Preambolo della Carta Olimpiaca, pag. 8.
Veronica Rossi
I segni distintivi dello sport
16
un legame positivo tra questi valori e il prodotto al quale vengono
accostati e creando quindi un valore aggiunto per il prodotto stesso.
Lo stesso Ufficio Comunitario di Alicante per l'armonizzazione nel
mercato interno -UAMI- con la decisione 81/2000 ha precisato che "la
natura simbolica dei giochi è una delle sue caratteristiche fondamentali
e che, in quanto tale, si riflette anche nel marchio Olympic, aggiungendo
un certo aspetto qualitativo al suo carattere distintivo e alla sua
notorietà"
34
.
Proprio per questa particolare valenza distintiva e commerciale, la
titolarità e l’utilizzo dei simboli olimpici sono strettamente regolamentati
dalla Carta Olimpica. I cinque cerchi costituiscono proprietà
intellettuale protetta del CIO, al quale sono riconosciuti
35
l’uso
esclusivo, l'esclusiva titolarità dei diritti sul simbolo olimpico e sulle
Olympic properties in generale, "including but not limited to the use for
any profit-making, commercial or advertising purposes"
36
, e la
possibilità di concederne l'uso a terzi, nei modi e nelle forme previste
dalla Carta Olimpica.
Bisogna precisare che, a livello legislativo, non vi è uno specifico
copyright per proteggere il simbolo olimpico, né ovviamente per la
parola Olympic o per il motto olimpico in tutti i paesi e per tutti i beni o
34
AA. VV., Diritto Internazionale dello Sport, G. Giapichelli Editore, Torino, 2005.
35
Dalla Carta Olimpica nel Capitolo 1 dall’art. 7 all’art. 14. Nonostante questa non
abbia valore legale, è il più importante e potente documento in quest’ambito: infatti le
nazioni che non si conformano, non potranno ospitare i Giochi Olimpici e beneficiare
dei risvolti positivi che essi comportano.
36
Carta Olimpica, art. 7, comma 2°.
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I segni distintivi dello sport
17
servizi, ma il Comitato Olimpico Internazionale ha cercato dove possibile
di proteggere questi suoi segni distintivi attraverso la protezione dei
marchi: o con le convenzioni internazionali e infatti possiede, per
esempio, la registrazione internazionale 609691 per la parola Olympic in
determinate classi internazionali; o con i singoli diritti nazionali
registrando Olympic anche in molti Stati, a partire dalla Svizzera
37
, fino
all’Italia; o infine autorizzando gli Stati a proteggere il marchio olimpico
nel rispettivo territorio, come nel caso degli USA che hanno registrato il
marchio Olympic per molti beni e servizi
38
. Infine il CIO coinvolge i NOC
affinché i loro relativi governi si attivino a realizzare una protezione
speciale nel loro territorio durante i Giochi, per questi particolari segni
distintivi riconosciuti a livello internazionale
39
.
Per quanto riguarda la registrazione eseguita dal CIO direttamente,
bisogna sottolineare che il CIO si finanzia soprattutto attraverso
contratti con “partner olimpici” che sponsorizzano direttamente il
comitato stesso o specifiche edizioni dei giochi e infatti e benché esso
sia il titolare dei diritti di questo noto segno distintivo, lo sfruttamento e
l’impiego a fini commerciali è per lo più messo in atto da soggetti terzi
con i quali il CIO stipula contratti di licenza o sponsorizzazione.
37
Registrazione numero 406021 per le classi di beni 9, 14 e 16 e servizi 36, 3, 41.
38
LYND, A Herculean task: protecting the Olympic symbol worldwide, in Trademark
World, 2004, 34.
39
Per quanto riguarda l’Italia e il TOROC, vd. l. 17 agosto 2005, n.167, recante
Misure per la tutela del simbolo olimpico in relazione allo svolgimento dei Giochi
invernali Torino 2006.
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18
Il CONI, come ogni Comitato Olimpico Nazionale, ha la facoltà da
parte del CIO di utilizzare il simbolo olimpico, nel rispetto dei principi
contenuti dalla Carta Olimpica, per attività senza scopo di lucro. Esso
agisce come ente facente capo al CIO e, benché non sia titolare dei
diritti sul simbolo olimpico, in suo nome ha il dovere di tutelare la
proprietà Olimpica sul territorio nazionale italiano, rispetto al quale
possiede giurisdizione sportiva esclusiva. Il CONI, in quanto
riconosciuto dal CIO come Comitato Olimpico per il territorio italiano ha
l’incarico di proteggere i marchi olimpici in Italia e a questo fine ha
ottenuto la registrazione di numerosi marchi per beni e servizi
contenenti la parola Olympic. L’uso non autorizzato della proprietà
Olimpica, intesa come simbolo, inno, motto, ecc., non è consentito ed è
perseguibile a termini di legge.
Oltre a fregiarsi del simbolo olimpico, il CONI ha un simbolo suo
proprio (fig. 3) che vuole rappresentare visivamente e simbolicamente
tutta l’Italia dello sport, comunicandone i valori e i principi. “Il simbolo
vuole esprimere la dimensione concettuale del sentimento di
appartenenza, e lo fa richiamandosi alla tradizione sportiva italiana
citando l’elemento caratterizzante dello scudetto, rappresentato in
maniera originale e moderna, e sfruttando al contempo il tricolore
nazionale e l’azzurro che da sempre accompagnano i nostri atleti.”
40
40
Art. 1, comma 1° del Manuale per la Gestione Integrata dell’Immagine del CONI.