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Introduzione
Oggetto di questa tesi sono i cosiddetti Rentier States del Medio Oriente,
ossia quei paesi che basano le loro entrate non sulla raccolta di tasse e tributi a
carico dei redditi dei privati cittadini o dei profitti delle imprese, ma
sull’incameramento di rendite, definite come un «guadagno continuativo libero da
costi»
1
. Come si vedrà più dettagliatamente, le rendite possono essere petrolifere,
minerarie o di altra natura, ovvero ottenute dalla produzione ed esportazione di
risorse energetiche come petrolio o gas naturale; oppure si può avere il caso delle
cosiddette “quasi-rendite” che si ottengono o attraverso prestiti e donazioni
internazionali per prolungati periodi di tempo oppure grazie alle rimesse degli
emigranti che, una volta ritornate nel sistema economico locale, hanno un
profondo impatto per l’economia di uno stato. Nella tesi si presenterà la teoria dei
Rentier States, quali paesi nel mondo possono essere definiti tali, le loro
caratteristiche politiche, la loro condizione economica e la realtà sociale. Si
cercherà di stabilire quanto le diverse forme di rendita, prima fra tutte quella
petrolifera, influiscano sulle prassi politiche di questi stati. Quindi, si procederà
alla descrizione degli sforzi, economici e politici, intrapresi negli ultimi anni, volti a
sorpassare questa condizione di dipendenza dei suddetti paesi, che vanno dalla
diversificazione delle economie basate sulle esportazioni ai timidi passi verso la
1
Voce Rendita in Enciclopedia Bompiani, vol. 14 Diritto e Economia, Bompiani, Milano 1988 p.
540-542.
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liberalizzazione politica. Si cercherà, quindi, di mostrare i limiti attuali del
“rentierismo” e l’evoluzione dei rentier states al fine di comprendere per quali
ragioni la rendita si sia rivelata un elemento determinante nell’evoluzione politica
di alcuni stati del Medio Oriente.
Nel primo capitolo sarà presentata la cornice teorica entro la quale da
diversi decenni si è sviluppata la teoria dei Rentier States. Si farà riferimento al
concetto di rendita nelle scienze economiche e al modo in cui esso è stato
applicato ai paesi ricchi di risorse naturali, non solo mediorientali. Si tratteranno,
inoltre, gli studi dei principali esperti in questo settore come Hazem Beblawi e
Giacomo Luciani
2
, cui va il merito di aver gettato delle fondamenta imprescindibili
per quanto riguarda la teoria in oggetto. Dopo aver spiegato che cosa s’intende
per Rentier States, si analizzerà brevemente il primo esempio storico di stato
rentier, ovvero la Spagna del XVI secolo, considerata tale in quanto presenta le
diverse caratteristiche che sono riscontrabili anche negli attuali Rentier States
3
.
Quindi, sarà offerta una panoramica globale su quei paesi che possono rientrare
nella categoria e ci si soffermerà soprattutto su quelli presenti nell’area
mediorientale. Il primo capitolo si concluderà con la descrizione più accurata delle
caratteristiche peculiari dei Rentier States che secondo la teoria rappresentano
un’anomalia rispetto a quelle degli Stati non-Rentier in ambito politico, economico
e sociale. Dal punto di vista politico le caratteristiche dei Rentier States si possono
riassumere nei termini di scarsa democrazia e accentramento del potere. Dal
punto di vista economico, invece, le anomalie sono un’eccessiva dipendenza del
2
H. Beblawi e G. Luciani (a cura di), The Rentier State, Croom Helm, London New York 1987.
3
T. L. Karl, The paradox of plenty: oil booms and petro-states, University of California Press, Los
Angeles 1997, pp. 23-43.
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resto dell’economia dal settore petrolifero che determina gravi carenze in tutti gli
altri settori industriali e la conseguente crescita economica non rispondente alle
reali possibilità. Infine, le differenze sociali maggiori si riscontrano nella
costituzione della società in due classi contrapposte tra loro: la prima è quella
classe, minoritaria e ai vertici del potere, che gestisce e distribuisce la rendita; la
seconda, invece, rappresentata dalla maggior parte dei cittadini, non è coinvolta
nella gestione ma solo nella ricezione della rendita e non ha i mezzi adeguati per
partecipare attivamente alla vita politica ed economica del paese poiché
subordinata alla classe dirigente secondo un rapporto clientelare. Il rapporto che
si viene a creare è fortemente squilibrato, perché la classe che gestisce la rendita,
che coincide con la classe politica e dirigente, non lo fa in modo accurato, ed anzi
la elargisce senza dei criteri di good spending sperperandola in massima parte in
progetti di spesa pubblica, non tanto per questioni di welfare o servizi al cittadino
ma per trattenere le spinte antipolitiche che potrebbero scatenarsi a causa del
basso livello di democrazia del paese.
Nel secondo capitolo si analizzerà il ruolo del petrolio, ovvero la maggiore
fonte di rendita dei Rentier States, nelle dinamiche politiche ed economiche che
hanno caratterizzato l’area mediorientale a partire degli inizi del XX secolo. Il
capitolo sarà diviso in tre paragrafi: nel primo, si descriverà brevemente che cos’è
il bene petrolio; nel secondo, si descriverà il settore petrolifero nel suo insieme, le
diverse fasi in cui è suddiviso il processo di produzione e gli attori principali che
operano in questo mercato
4
. Il terzo paragrafo, dunque, ricostruirà brevemente la
storia del petrolio e il suo peso nelle relazioni internazionali nell’arco del XX
4
A. Roncaglia, L’economia del petrolio, Laterza, Roma-Bari 1983.
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secolo. Dopo aver accennato ai periodi più lontani nel tempo, in cui il petrolio non
ebbe particolare rilevanza, si procederà all’analisi del periodo a partire dalla Prima
Guerra mondiale, quando il greggio divenne la maggiore preoccupazione delle
potenze europee che cominciarono a considerarlo come elemento imprescindibile
per il progresso tecnologico e per la supremazia militare. Quindi, si passerà alla
descrizione delle dinamiche che regolarono il mercato petrolifero dal punto di
vista della domanda e dell’offerta fino al 1973, anno del primo shock petrolifero
del Novecento, che insieme al secondo, del 1979, generò uno sconvolgimento nel
mercato petrolifero e nelle relazioni internazionali dando avvio allo studio
sistematico del “rentierismo”. Quindi, si descriveranno gli ultimi tre decenni che
hanno interessato la storia del petrolio e il suo peso sulla politica internazionale
5
.
Nel terzo capitolo si presenteranno due casi di studio di Rentier States che
si differenziano per la natura della rendita percepita. Si descriverà, in primo
luogo, il caso della Giordania che, pur non avendo giacimenti petroliferi, rientra
nella categoria Rentier state a causa degli aiuti internazionali e delle rimesse degli
emigranti che si riversano nella sua economia e che hanno avuto, e hanno
tuttora, un forte impatto sull’economia locale, allo stesso modo delle più
consistenti e diffuse rendite petrolifere. L’evoluzione del modello rentieristico
giordano verrà letto attraverso periodi che videro prima la prevalenza degli aiuti
internazionali erogati da Regno Unito, Stati Uniti, e paesi arabi, poi delle rimesse
5
L. Maugeri, L’era del petrolio. Mitologia storia e futuro della più controversa risorsa del mondo,
Feltrinelli, Milano 2006.
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degli immigrati che affluiscono nell’economia giordana e che sono oggetto di
diverse forme di tassazione da parte del governo
6
.
Quindi, si passerà al caso paradigmatico dei Rentier States, ovvero l’Arabia
Saudita, uno dei massimi esportatori di petrolio a livello mondiale, fatto che ha
consentito a questo paese di diventare la potenza regionale principale per quanto
riguarda l’area mediorientale ed uno dei paesi più importanti a livello
internazionale. Dopo una breve introduzione storica, si descriveranno i tre diversi
periodi della storia saudita e della sua evoluzione politica ed economica dal punto
di vista della rendita petrolifera. Il primo periodo, dagli anni Trenta ai Sessanta,
sarà descritto come periodo di arretratezza e di accaparramento della rendita da
parte del governo senza alcuna attenzione per lo sviluppo del paese. Quindi,
seguiranno gli anni Sessanta e Settanta, durante i quali si sono verificati degli
sviluppi economici e dei miglioramenti a vantaggio della popolazione saudita
grazie soprattutto all’opera del sovrano Feysal (1906-1975). Infine, l’ultima parte
degli anni Ottanta e le ultime due decadi della storia saudita sono state testimoni
di importanti evoluzioni economiche e politiche imposte dall’alto del potere che,
nonostante alcune aperture politiche, rimane saldamente nelle mani del sovrano e
della ristretta élite a lui vicina
7
.
Il quarto e ultimo capitolo, infine, cercherà di sottolineare i punti deboli
della teoria, la quale, dando troppa importanza al fattore economico, forse ha
tralasciato l’importanza della politica, sia interna sia internazionale, che determina
le condizioni dei paesi oggetto di analisi. Si parlerà, dunque, delle sfide della
6
W. Knowels, Jordan since 1989, I.B. Tauris, London New York 2005.
7
T. Niblock, Saudi Arabia. Power, legitimacy and survival, Routledge, London New York 2006.
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globalizzazione e della crescita demografica che hanno interessato i Rentier states
negli ultimi anni e delle ultime evoluzioni politiche ed economiche di questi paesi,
orientate ad un superamento della loro dipendenza dal petrolio e, come sembra,
ad una lieve apertura guidata e controllata dall’alto
8
.
Nelle conclusioni, infine, si cercherà di trarre un bilancio di quanto esposto
nell’intera tesi e di dare un giudizio sulla validità o meno della teoria del
rentierism.
8
M. Gray, A theory of “Late Rentierism” in the Arab States of the Gulf, Center for International
and Regional Studies, Georgetown University, Occasional Paper No. 7 2011, pp. 5-18 (disponibile
all'indirizzo:
www.12.georgetown.edu/sfs/qatar/cirs/MatthewGrayOccasionalPaper.pdf).