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INTRODUZIONE
Un tema centrale di riflessione sul nostro presente è come riuscire a vivere su
questo pianeta in maniera sostenibile ed equa per tutti, senza mettere a rischio i
sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere; senza oltrepassare la
capacità di questi stessi sistemi di supportare gli scarti ed i rifiuti dovuti alle
nostre attività produttive.
Lo sviluppo moderno dell’occidente, indifferente ai caratteri dell’ambiente, si
è realizzato come se l’ambiente e il territorio fossero elementi indipendenti sulla
quale collocare funzioni produttive, abitative e infrastrutturali libere da ostacoli
di ogni sorta. Questo comportamento non può andare avanti all’infinito, con le
risorse in esaurimento e i rifiuti che inquinano il suolo, l’aria e l’acqua: la
situazione è diventata insostenibile.
E’ quindi necessario pensare a modelli di sviluppo diverso, attraverso i quali
ricucire il legame tra sviluppo economico, sociale e ambientale, verificando
luogo per luogo come la combinazione di questi tre elementi possa essere
riarticolata a partire dalle caratteristiche dell’economia, della società e
dell’ambiente locale.
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L’ambiente naturale fornisce tutte le materie prime e l’energia necessaria al
settore economico-industriale per la produzione di beni e la fornitura di servizi.
Attualmente i costi ambientali non sono compresi nei prezzi di mercato di
numerose materie prime quindi tali costi vengono scaricati sulle generazioni
future in termini di depauperamento della qualità ambientale.
Il sistema di gestione ambientale secondo EMAS rappresenta un nuovo
approccio alla protezione dell’ambiente attraverso anche l’utilizzo dei
meccanismi di mercato. Tale strumento aiuta a migliorare su base volontaria i
requisiti minimi previsti dalla legislazione ambientale e rappresenta la risposta
diretta ad alcuni dei principi chiave del quinto programma di azione
ambientale dell’Unione Europea. È anche ad EMAS che si deve la promozione
di un approccio basato sulla responsabilità condivisa per la protezione
dell’ambiente e l’ampliamento del campo degli strumenti per il raggiungimento
di tale obiettivo. In questo mercato sempre più globale, l’adozione di un sistema
di gestione ambientale (SGA), rappresenta per un organizzazione, un
opportunità per migliorare le proprie prestazioni ambientali in accordo con
quelli che sono i principi di uno sviluppo sostenibile.
La registrazione EMAS rappresenta il riconoscimento ufficiale a livello europeo
del raggiungimento di una eccellenza attribuito per una gestione e un piano di
comunicazione messi in atto volontariamente dalle organizzazioni.
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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sempre più forte presa di coscienza
nei riguardi delle varie problematiche ambientali, questa continua crescita di
consapevolezza si riscontra soprattutto nell’opinione pubblica ed in particolare
nei consumatori. A tal proposito attualmente nessuna organizzazione può
permettersi di sottovalutare i problemi ambientali e questo grazie anche alle
nuove normative, alle pressioni dei consumatori e degli enti di controllo.
Così, accanto ai classici strumenti normativi, rispondenti al principio
“command and control”, e agli strumenti economici di mercato (multe, tasse,
standard), rispondenti alla logica del concetto “inquinatore-pagatore”, sempre
maggiore diffusione stanno conoscendo gli strumenti volontari [1].
Questi ultimi si basano su una maggiore responsabilizzazione e
coinvolgimento dei soggetti interessati nei processi di produzione e consumo.
Infatti, la nuova politica ambientale europea è in questo senso fortemente
innovativa e si pone lo scopo di motivare e incentivare le aziende ad un
miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali attraverso un
nuovo rapporto tra istituzioni, cittadini e aziende.
Da un lato, le aziende e le istituzioni possono cooperare, nell’interesse di tutto
il sistema locale e dell’azienda stessa, eliminando il rapporto conflittuale e
repressivo tra il potere pubblico e il mondo imprenditoriale.
Dall’altro lato, anche il rapporto tra azienda e consumatori si modifica,
offrendo a questi la possibilità di scegliere prodotti e servizi con performance
ambientali migliori. Ne scaturisce una nuova cultura che non considera più
l’ambiente come un vincolo o un limite alla crescita, ma come un’opportunità
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per migliorare le prestazioni ambientali dei settori produttivi, andando oltre il
rispetto della vigente normativa ambientale. In altri termini il nuovo approccio
consente l’evoluzione da un sistema esclusivamente fondato su normative ad
uno regolato anche dal mercato.
Questa spinta congiunta sta sollecitando le imprese a realizzare investimenti
ambientali di tipo innovativo volti a soddisfare sia i requisiti normativi, sia le
esigenze di mercato, in relazione anche a nuovi metodi di gestione ambientale
che permettono inoltre rilevanti riflessi positivi sul fronte della riduzione dei
costi.
L’eco-efficienza è dunque un nuovo modello di management che stimola le
imprese a diventare più competitive, più innovative e più responsabili nei
confronti dell’ambiente.
Questo termine unisce gli obiettivi di massimizzazione economica con quelli di
eccellenza ambientale permettendo di contribuire allo sviluppo sostenibile. Il
principio di base può essere così sintetizzato: “usare minori quantità di risorse e
produrre meno rifiuti significa risparmiare denaro e generare profitti (efficienza
economica), mentre produrre minori quantità di rifiuti e usare poche materie
prime implica un maggior rispetto dell’ambiente, conservando le risorse
naturali e riducendo l’inquinamento (efficienza ambientale)”.
Le imprese non possono raggiungere l’eco-efficienza da sole, ma è necessaria
una stretta collaborazione tra tutti gli stakeholders. E’ necessario il
coinvolgimento di tutta la società per creare una struttura in grado di
permettere alle singole imprese ed all’intero mercato di diventare più
ecoefficienti.
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Nel presente lavoro verrà analizzato il Sistema di ecogestione ed audit (EMAS
III),secondo il Reg 1221/09 evidenziando le differenze e novità che intercorrono
versione precedente del regolamento (Reg. N. 761/01). Nel presente lavoro è
inoltre analizzato un caso studio rappresentativo, costituito da un’azienda
siciliana che si occupa della produzione di tubi e microtubi in PE (SIPLAST) che
ha già ottenuto la registrazione con EMAS 2, evidenziando le azioni che tale
azienda dovrà compiere per EMAS secondo il nuovo regolamento oggi in
vigore.
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CAPITOLO 1
Il regolamento comunitario EMAS: evoluzione storica e ruolo
funzionale.
EMAS ( Eco-Management and Audit Scheme ) è lo schema di Eco-Gestione e
di audit dell'Unione Europea, uno strumento di gestione per valutare, riportare
e migliorare le proprie prestazioni ambientali. E' applicabile a qualsiasi tipo di
organizzazione, sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, nel
settore privato e nella Pubblica Amministrazione. La partecipazione è
volontaria e riguarda le organizzazioni operanti nell'Unione Europea e
nell'Area Economica Europea (EEA). Le politiche ambientali, con specifico
riferimento a quella comunitaria, hanno, nel corso degli ultimi anni, cercato di
ampliare gli strumenti a loro disposizione. In particolare, vista la difficoltà a
perseguire gli obiettivi designati tramite approcci tradizionali, l’UE sta cercando
di raggiungere le proprie finalità in materia ambientale attraverso la ricerca di
un’equilibrata combinazione tra strumenti diversi.
Gli strumenti che una organizzazione ha a disposizione per raggiungere gli
obiettivi di miglioramento ambientale ed ecoefficienza sono:
etichettatura ecologica.
il sistema di ecogestione e audit (EMAS).
tasse, oneri.
pagamenti di incentivazione ambientale.
regimi di deposito rimborsabile.
sistemi di scambio di autorizzazioni.
accordi ambientali.
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1.1 Brevi cenni storici
EMAS rappresenta la risposta diretta ad alcuni dei principi chiave del V
programma di azione ambientale dell’Unione Europea (1993/1999); varato
all'indomani della conferenza di Rio de Janeiro (1992), il V Programma assume
integralmente i principi dello sviluppo sostenibile e si presenta come strumento
di attuazione in ambito comunitario dell'Agenda XXI. Obiettivo della politica
ambientale europea è far sì che il miglioramento ambientale vada di pari passo
con il miglioramento delle prestazioni e nello stesso tempo favorisca la
competitività dell'organizzazione a lungo termine. Questo, in estrema sintesi, è
l'obiettivo della Politica Integrata dei Prodotti (IPP) che è parte integrante della
strategia comunitaria per lo sviluppo sostenibile. [2]
L'approccio IPP si basa su questi principi generali:
collaborazione con il mercato ( in particolare, incoraggiare la domanda e
l'offerta di prodotti più ecologici e premiare le organizzazioni più
innovative e impegnate a promuovere lo sviluppo sostenibile);
coinvolgimento delle parti interessate (promuovere la cooperazione tra le
varie parti interessate);
miglioramento continuo (ciascuna organizzazione può stabilire i
miglioramenti in relazione al suo rapporto costo-benefici);
molteplicità degli strumenti di azione (attivare in modo efficace gli
strumenti già esistenti, dagli strumenti volontari a quelli normativi, dagli
interventi su scala locale fino alle azioni a livello internazionale).
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Gli strumenti utilizzabili a tal fine sono:
1. incoraggiare il ricorso a misure fiscali per favorire i prodotti più
ecologici;
2. tener conto degli aspetti ambientali nell'aggiudicazione dei contratti
pubblici (COM(2002) 412 def. del 17.7.002 e Direttiva 2004/18/ CE del 31
Marzo 2004);
3. promuovere l'applicazione del concetto di ciclo di vita;
4. integrare e promuovere l'applicazione degli strumenti volontari
(Ecolabel, EMAS, DAP, Green Pubblic Procurement, etc.);
5. fornire ai consumatori le informazioni necessarie per una "scelta
consapevole dei prodotti": sul loro acquisto, sul loro utilizzo e sul loro
smaltimento.
L'esperienza derivante dal ricorso agli strumenti di gestione ambientale ha
dimostrato concretamente che, in un mondo sempre più dominato dalla
concorrenza, il miglioramento ambientale può costituire per le organizzazioni
uno strumento per aumentare la loro competitività. La politica ambientale di
prodotto mira a favorire queste imprese, garantendo loro soprattutto una
maggiore visibilità.
Il primo regolamento EMAS nasce nel 1993 e fu reso operativo nella maggior
parte dell’ unione europea nel 1995 (Regolamento CEE N. 1836/93 del 29
giugno 1993); tale regolamento si rivolgeva alle organizzazioni che si ponevano
il problema della compatibilità ambientale e che desideravano impegnarsi a
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valutare e a migliorare la propria efficienza ambientale. Si è passati cioè dal
concetto di tutela dell’ambiente inteso come "costo" per l’organizzazione, ad un
concetto di tutela inteso invece come "risorsa ". L’art. 20 di tale regolamento
stabiliva che la Commissione, a distanza di cinque anni dall’ entrata in vigore :
“ riesanimi il sistema alla luce dell’ esperienza acquisita durante il suo
funzionamento e, se necessario, proponga al Consiglio opportune modifiche
concernenti in particolare il campo di applicazione del sistema e l’eventuale
introduzione di un logo “ [2].
La Commissione sviluppò un'indagine per valutare l'applicazione del
Regolamento EMAS sul territorio comunitario, terminata con la presentazione
dei risultati nel giugno 1998, in particolare segnalò la necessità di concentrare
l’attenzione su:
Maggiore credibilità del sistema;
Revisione del campo di applicazione;
Superamento dell’apparente conflitto EMAS-ISO14001;
Coinvolgimento dei lavoratori;
Maggiore visibilità per gli aderenti ad EMAS;
A tal proposito Il 30 ottobre 1998 la Commissione presentò al Consiglio una
proposta di nuovo regolamento e a partire dal gennaio 1999, la proposta della
Commissione fu sottoposta all'esame del Consiglio, il quale svolse numerosi
incontri nel corso del 1999.