Introduzione Questa tesi nasce dall’idea di analizzare la realizzazione del soggetto cinematografico
La notte brava del regista Mauro Bolognini liberamente ispirato al romanzo Ragazzi di
vita di Pier Paolo Pasolini che ne ha curato anche la sceneggiatura.
Nonostante abbia vinto nel 1960 il Nastro D’Argento per il miglior soggetto è stato
considerato dalla critica cinematografica un film “minore” nel panorama storiografico
dell’epoca.
Perché, dunque, questa mia scelta?
Perché innegabilmente, è stato un film di rottura per l’Italia nella rappresentazione di
una generazione di giovani non più trattati alla maniera dei “Poveri ma belli” ma di
ragazzi del sottoproletariato, ragazzi di strada, pronti a prostituirsi, a trasformarsi in
“magnaccia”, in ricettatori pur di sbarcare il lunario ogni giorno. A questa innovazione
tematica dell’aver portato in primo piano i ragazzi di vita di Pasolini si accompagna una
regia innovativa per quei tempi: la linearità spezzata con dei vuoti attraverso scene che
scivolano via inconcluse e a cui si accompagnano stacchi di montaggio e
consequenzialità a singulto.
E per la prima volta lo spettatore vive un senso di affascinante irrequietezza, carica
della stessa ansia che trasmettono i personaggi, che lo spinge ad un’interpretazione
personale, che per quegli anni era davvero inconsueto. Ciò che a tutt’oggi è ancora
innovativo.
Ed è da questo che sono stata sedotta.
Il lavoro preliminare ha visto una ricerca bibliografica on line relativa al regista e allo
sceneggiatore per mettere insieme una serie di informazioni da impiegare come chiave
di lettura del film. Data la scarsità di documentazione bibliografica relativa a Bolognini,
la ricerca si è estesa anche a siti francesi e spagnoli, sorprendentemente più ricchi di
informazioni utili rispetto a quelli italiani.
La visione del film La notte brava è stata eseguita molto attentamente, estrapolando
fotogrammi che si ritenevano interessanti per l’analisi strutturale delle pellicola
mediante fermo immagine e riproduzione della schermata tramite tasto Stamp.
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L’immagine così caricata in formato JPEG è stata montata singolarmente, o in sequenza
con altre, in modo da crearne una composizione tematica ricorrendo al programma
Power point di Office.
Il lavoro di tesi è stato strutturato in 3 capitoli.
Nel primo si dà spazio alle trame della sceneggiatura e del film per poterle confrontare
tra loro ed evidenziarne i numerosi discostamenti, voluti peraltro dal regista nel
tentativo di addolcirne i tratti più duri. Si è passati poi all’analisi della regia di
Bolognini dal punto di vista della critica cinematografica per riuscire a tratteggiare le
sue tematiche, i punti di forza e di debolezza e tentare di trovare una chiave
interpretativa.
Viene preso in considerazione il contributo professionale stesso di Pasolini al cinema di
Bolognini, con le loro affinità e le loro diversità creative.
Conclude il primo capitolo la presentazione del cast con una scheda del film.
Il secondo, entra nel vivo dell’analisi del film esaminando le scenografie degli esterni e
degli interni. Nel primo caso, mi è sembrato doveroso approfondire la Roma notturna e
silenziosa, abitata da errabondi spettri di borgata, miseramente in cerca di una vita da
“vivere” nel centro storico, nelle borgate e nella campagna romana, realizzata questa
magicamente da Bolognini come quinta di scenario. Dall’analisi delle scenografie e del
montaggio degli interni emerge la costruzione per opposizione degli spazi in contrasto
tra loro che viene documentata con una serie di fotogrammi. Segue l’analisi dei
personaggi e degli interpreti, e quella di diversi temi come quello del denaro, filo
conduttore, che unisce le varie storie dei personaggi, attraverso l’amore, la violenza,
espressi sempre in dialetto romanesco.
Il terzo capitolo riporta un’intervista ad Antolella Lualdi, una delle protagoniste
principali del film, con lo scopo preciso di avere dell’opera una visione da “dietro le
quinte”.
Conclude la tesi un’appendice fotografica di scatti eseguiti durante la ripresa
cinematografica e un’altra propria dell’Archivio di Stato.
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CAPITOLO PRIMO
LA STORIA
1.1. La notte brava
La notte Brava rappresenta al meglio uno spaccato dell’Italia del dopoguerra, nel quale
i protagonisti del romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini cercano nei modi più
balordi di rendere la loro vita amara, più dolce. Il film di Mauro Bolognini rispecchia in
parte l’ambientazione, le tematiche, le caratteristiche stesse dei giovani che lo
interpretano, ragazzi che vivono alla giornata procurandosi denaro con ogni espediente.
Le dure condizioni di vita, il degrado, li hanno costretti a crescere sì, prima del tempo,
ma non gli hanno fatto perdere il loro modo scanzonato di vivere. Conosceranno solo
per qualche ora di quella lunga notte, la noia e la tristezza del ricco mondo borghese, un
tempo necessario per capire di non potere e non volere farne parte.
1.1.1. Breve trama del romanzo In Ragazzi di vita l’autore ritrae un mondo animalesco ma privo della consapevolezza
del male e della colpa. Una banda di ragazzi cresciuti ad una vita piena di loschi e
piccoli affari che gira in lungo e in largo la periferia della città tra mille ribalderie e
furtarelli di ogni genere. Tra essi Riccetto, il protagonista, che diventa il più abile a
compiere raggiri ma nel contempo è capace di commuoversi gettandosi nel fiume per
salvare una rondine ferita che affoga sotto ponte Sisto.
Innamoratosi di una compagna cerca la redenzione attraverso un lavoro onesto ma la
miseria lo spinge di nuovo al furto e finisce in galera. L’odissea di Riccetto si svolge
sempre sullo sfondo di un mondo di derelitti emarginati, proprio dei ragazzi di un
popolo uscito dalla guerra, nei quali la condizione di abbandono e di vuoto morale certo
non ha contribuito a salvare la loro umanità.
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1.1.2. Breve trama del film Scintillone (Jean-Claude Brialy) e Ruggeretto (Laurent Terzieff), giovani disoccupati,
nullafacenti di borgata, abbordano due ragazze di strada Anna e Supplizia
(rispettivamente Elsa Martinelli e Antonella Lualdi) che in quel momento litigano
sperando, grazie alla loro presenza, di riuscire a piazzare una refurtiva che scotta. Fanno
una sosta a casa di er Mosciarella, che noncurante della veglia funebre per la morte
della moglie, mangia beato in cucina e si rifiuta comunque di ricettare la refurtiva. Sulla
loro strada incontreranno poi il nipote del vedovo, Bella Bella (Interlenghi), con l’aiuto
del quale venderanno la merce a un sordomuto che si trova in una baracca a Fiumicino
in compagnia di una prostituta, tal Nicoletta (Anna Maria Ferrero). Lei si unirà al
gruppo per tornare a Roma. I tre protagonisti decidono però di fare una sosta in aperta
campagna per appartarsi con le ragazze. Abbandonate le donne, si accorgeranno poi di
esser stati da loro stesse derubati del denaro ricavato dalla refurtiva. Cercheranno di
rifarsi di lì a poco, ma invano. Dopo una rissa con tre ragazzi della Roma borghese, che
si trasformerà in una fugace amicizia durata poche ore, saranno ospiti nell’abitazione di
uno di loro, Achille (Thomas Milian, per la prima volta sul grande schermo). Lì
Ruggeretto farà l’amore con Laura che si spaccia per la sorella di Achille quando invece
ne è la cameriera. Quando però Bella Bella sottrarrà a un ospite il portafogli, i tre amici
saranno costretti a fuggire. Alla fine sarà proprio la spartizione del denaro sottratto che
li dividerà in modo definitivo. Scintillone recuperando per primo i soldi finirà in galera
dopo averne buttati tanti tra bar e ristoranti. Ruggeretto, finalmente in possesso del
restante denaro, lo spenderà tutto in quella sola e unica notte insieme all’amica Rossana
(Schiaffino) senza darsi pensiero del domani. Una volta terminata la serata e pagato il
taxi, getterà, sconsolato ma senza rimpianti, le ultime mille lire accartocciate giù dal
ponte mentre la notte scompare lasciando spazio alle prime luci dell’alba.
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1.1.3.Breve trama della sceneggiatura di Pasolini Abbiamo detto che Pasolini si ispira certamente a Ragazzi di vita , ma l’ atmosfera e
alcune dinamiche del film trovano forti corrispondenze anche nelle pagine di Notte
nella città di Dio , e nel secondo capitolo della “parte prima” del romanzo Una vita
violenta sempre di Pasolini. Nel primo anche se non ci sono donne protagoniste e
nessuna possibilità di divertimento a sfondo sessuale, lo spirito e la filosofia di vita
sono gli stessi.
Bisogna ammettere che La notte brava sia idealmente più film di Pasolini che di
Bolognini: del primo sono l’argomento, gli universi intimi e collettivi e le aspettative,
del secondo lo stile, che tenta di addolcire le durezze dello sceneggiatore. Pasolini non
ha mai condiviso del film la scelta di Bolognini per le stars d’oltralpe a cui avrebbe
preferito Franco Citti. Inoltre molte parti si discostano dalla sceneggiatura dalla quale
per esempio manca del tutto la vicenda con Achille e i suoi amici. La rottura tra i tre
protagonisti maschili a causa del furto del portafogli in casa di Achille, è sostituito
dall’espediente di un ferito in un incidente automobilistico, abbandonato dai
protagonisti contro un muricciolo, derubato anche lui del portafogli, dell’orologio e
dell’anello che Scintillone venderà a er Mosciarella per 100.000 lire. Questa
sostituzione è importante perché conferisce al film tutt’altra connotazione rispetto alla
sceneggiatura. L’atto di “pura delinquenza” di cui si macchiano i protagonisti durante
La notte brava , secondo Pasolini, viene “smorzato” da una serie di atti “goliardici” alla
Wild Boys che gli stessi compiono insieme ai tre amici della Roma bene, vestiti di
bianco per sottolinearne il contrasto con i primi. In realtà questi ultimi invece di
rappresentare azioni “magnanime” come l’elargizione dei soldi al ragazzino biondo e ai
suoi amici, finiscono per assumere, per certi versi, atteggiamenti alquanto equivoci
(come le carezze al ragazzino biondo mentre chiede del denaro).
E già nell’incipit il film si discosta dalla sceneggiatura:
“ Oltre la scarpata un prato, con l’erba pesta, le canne, qualche frattaccia
coperta di stracci. Una donna dorme sopra quell’erba, con la bocca
semiaperta, arsa, coi capelli mezzi castani mezzi biondi, di paglia. Il sole che la
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brucia, non la sveglia. Un’altra donna, le sta seduta a due, tre metri di distanza.
Cattiva, magra, bruciata dal sole, coi capelli neri, la veste rossa. Pensa, col
mento sulle ginocchia. C’è intorno, un piccolo gruppetto: due beccamorti di
ragazzetti in tuta, buoni buoni e tutti occhi, appartati; un uomo anziano, in
piedi, con in mano uno di quei grossi bandoni ondulati che servono a fare i tetti
delle baracche; un altro uomo, soddisfatto, zozzo, che seduto, guarda come se
ridacchiasse sempre da solo. Dalla scarpata sale un’altra donna, un po’
faticosamente, con quel caldo che fa: è una biondaccia, ossigenata, con sotto i
capelli un viso un po’ buffo, da spazzacamino. È Crocefissa”.
La prima scena, invece de La notte brava ci presenta subito le prostitute indolenti che
battono sul marciapiede del viale di Porta Ardeatina a destra dell’inquadratura:
Supplizia (Antonella Lualdi) che nella sceneggiatura ha un nome diverso (Crocefissa),
scenderà dalla scarpata erbosa di fronte alle Mura Ardeatine.
Scena di apertura del film Seguiranno tantissime altre variazioni rispetto alla sceneggiatura, tutte comunque per
tentare di addolcire la rozzezza delineata da Pasolini.
Tra le ultime scene significative e discostanti, troviamo il dialogo tra Ruggeretto e
Rossana, impostato sul concetto di “fame” nella sceneggiatura, e sulla “filosofia di vita”
nel film. Vediamone alcuni stralci:
Sceneggiatura: “RUGGERETTO Pensa quanti disgraziati ce stanno che oggi
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nun hanno magnato! Ah, ah, ah! Senti che panza dura che ciò!
ROSSANA Ah, ah, ah! Mo sto bene per du’ giorni, così! A mi’ zia nun je sembrerà
vero, che nun magno!
RUGGERETTO È proprio vero, quando ciài la panza piena, nun te ricordi più la
fame ch’hai patito! È robba che l’altro ieri per magnà ho dovuto fà tutto er giro
de le madri de l’amici mia... Sai, me presentavo proprio da mezzogiorno a le
due... La madre de tizio ‘na pagnottella, la madre de caio un po’ de brodo...
Insomma, ho fatto quattro cinque bussate... Ah, ah, ah! Ho magnato pure io...
Mannaggia, tocca fà li caprioli, per magnà!
ROSSANA Capirai! Proprio giorni fa, avemo patito ‘na fame proprio de quelle! A
casa nun c ’era più ‘na lira... Pensa che da la mattina a le otto che volevamo
mette la pila sul foco, semo finiti a le otto de sera... Ah, ah, ah! E sai pe’ magnà
che avemo fatto? Avemo venduto ar fornaro de sotto er cappotto novo de mi ’ zio
Pietro! Tanto lui nun se lo metteva più, perchè deve morì e a ‘st inverno,
quando ciariva, ormai!
RUGGERETTO Ah, ah, ah! Eh, troppe volte la dovrai soffrì, ancora, la fame!
ROSSANA A disgraziato! Così male me vòi? Ah, ah, ah! Così parlano e ridono
nel sole già alto, coi primi spazzini che si accendono una sigaretta, e i mucchi
di palazzi che volano via, nella corsa, a confondersi insieme nella luce”.
Film : ROSSANA Chi c’ha i sordi è felice?a noi che ci manca…..siamo giovani e
poi de salute…..vuoi mettere come ci divertiamo noi? C’è basta una notte per
un anno….domani magari dovemo fare capriole per cenare ma intanto stasera
ce siamo divertiti….vero Ruggerè? Per domani er Signore provvede…..Massì!
Troppe volte dovrai soffrì la fame….”
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