I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
Particolare importanza per la tesi avra’ la prima parte dove si descriveranno i dati - e le
sensazioni - socio-economici del Bangladesh. Si vuole definire questa esposizione
interessante perche’ dara’ il modo al lettore di capire a fondo quali sono le basi sociali
ed economiche sulle quali si fondano i processi di sviluppo, quindi i progetti di
microfinanza che prendero’ piu’ avanti in considerazione.
Il background istituzionale di un Paese e’, infatti, un necessario punto di partenza per
l’analisi socio-economica. Questo soprattutto quando si parla di realta’ a cosi’ lontane e
che vengono troppo spesso, vuoi per necessita’ di standardizzazione dei dati o dei
risultati, omologate come comportamenti, attitutini, valori, a quelle dove noi viviamo.
Sara’ dunque interessante analizzare il Bangladesh sotto una lente attenta a quei
particolari che fanno si’ che i progetti di sviluppo – come quelli di microfinanza – portino
i frutti sperati o diventino dei fallimenti sia per chi offre fondi per tali progetti sia per chi
riceve l’aiuto.
Il sistema politico-istituzionale, l’analisi delle differenze dei concetti di spazio e tempo,
la definizione ed il controllo dei diritti di proprieta’, rappresenteranno quindi un
necessario punto di partenza per l’analisi dei programmi di sviluppo ma, come
vedremo, avranno grande importanza anche negli output degli stessi (modifica delle
abitudini, passaggio dalla campagna alla citta’, etc).
Nella seconda parte del testo saranno trattati, piu’ in particolare, degli aspetti legati allo
sviluppo nei programmi di microfinanza in Bangladesh. Il riferimento sara’ qui la ricerca
effettuata nel Distretto di Satkhira – sud-ovest del Paese al confine con l’India (West
Bengal con capitale Kolkata, gia’ Calcutta)- presso l’organizzazione non governativa
Rishilpi Development Project.
Come si vedra’ meglio nei capitoli dedicati, tale ricerca ha voluto far affiorare i dati
socio-economici della realta’ di Satkhira, soprattutto per quanto riguarda le famiglie che
ad oggi usufruiscono dei programmi di microfinanza. Molto interessante e’ stata anche
la ricerca socio-economica sul Social Capital.
Tali lavori sono stati portati avanti grazie all’appoggio della struttura tutta di Rishilpi
tramite diversi questionari somministrati di volta in volta a gruppi di beneficiari, famiglie
o solamente appartenenti ai villaggi dove l’organizzazione lavora da ormai trent’anni.
Sara’ inoltre interessante dimostrare o discutere di come i progetti di sviluppo da anni
“somministrati” alla popolazione Bengalese migliorino la vita della popolazione stessa.
In questa analisi ci verranno d’aiuto i risultati del questionario sul Social Capital, con i
dati relativi alla mobilita’ delle persone ed alla fiducia nelle istituzioni (sia politiche,
sociali o economiche), nonche’ le nuove teorie sulla pianificazione degli scenari, in
particolare sulle teorie del cambiamento.
Riprendendo le teorie di un esperto internazionale di scenario planning (L. Wilkinson –
The Logics of Change – 1995), perche’ le organizzazioni e le persone siano in grado
di rispondere al cambiamento, esse devono cambiare di rimando. Benche’ questo
possa avvenire in diversi modi, la formazione continua e l’educazione sono le prime
forze; essere in grado di anticipare e di comprendere il cambiamento, sviluppare nuove
capacita’, percezioni ed aspettative...
Sara’ dunque necessario riprendere il tema del cambiamento sociale, tecnologico,
istituzionale per comprendere al meglio la crescita - o la mancanza di crescita -
economica. Qui verranno in aiuto, da una parte, le teorie economiche da Schumpeter
in avanti a partire dalla distruzione creatrice, e da un punto di vista sociologico le teorie
che contrappongono la crescita allo sviluppo e la discussione su cosa sia e cosa
implichi lo sviluppo delle aree meno ricche del mondo.
La tesi che si dimostrera’ nelle pagine successive ha una concezione economico-
sociologica. Per le difficolta’ che si discuteranno in seguito, e’ stato necessario un
periodo di ricerca e raccolta dati all’estero, proprio nella zona rurale del Bangladesh
dove opera l’ONG Rishilpi.
L’idea di fondo con la quale si e’ partiti nella ricerca era appunto il fatto che le azioni di
microfinanza, che vedremo comprendono il micro-risparmio ed il microcredito, creano
sviluppo locale.
E’ difficile dimostrare con dati e verita’ scientifiche questa tesi. Molti studi e
documentazione sul tema sono stati prodotti ma spesso mancano di quelle verita’ che,
da economisti, dobbiamo andare a cercare: i numeri.
I dati, infatti, ed in particolar modo la loro analisi, sono cio’ che ci permette di dire se
un’azione di sviluppo e’ valida o meno, se i finanziamenti dedicati a quella politica sono
ben spesi oppure se sia necessario cambiare rotta o, addirittura, chiudere il
programma.
Questa mancanza di fonti di numeri e’ in parte spiegata dalle realta’ che si vogliono
studiare. Esse infatti sono caratterizzate da economie informali le quali impediscono al
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
ricercatore di portare avanti una raccolta dati completa, soprattutto per quanto riguarda
le grandezze economiche. Le categorie di reddito, spesa, risparmi ed investimenti in
attivita’ produttive sono spesso confuse nel calderone famigliare che produce ricchezza
con l’attivita’ agricola o di allevamento ed attua una politica di consumi il piu’ delle volte
basata sull’auto-sostentamento.
Gli investimenti nell’attivita’ produttiva della famiglia sono poi confusi con le spese
generiche in quanto il lavoro famigliare copre sia la creazione di reddito per le spese
esterne che il fabbisogno famigliare.
Per poter dimostrare attraverso i dati questa tesi va innanzitutto definito il termine
sviluppo. “Lo sviluppo prevede il cambiamento di tutte le regole di comportamento ed
azione che gli individui utilizzano a partire dall’interazione domestica all’interno delle
proprie famiglie, sino ai rapporti di lavoro, ai modi di produzione ed ai tempi connessi a
queste azioni. Vi e’ sviluppo quando il cambiamento di tali regole (di comportamento o
di azione) apporta miglioramenti da un punto di vista economico-sociale.”
Questa definizione di sviluppo dara’ l’opportunita’ di studiare i comportamenti
economici delle famiglie analizzate sotto diversi aspetti: le grandezze economiche
standard (reddito, spesa, risparmi, investimenti, etc) ed una misura del comportamento
sociale (intra-comunitario) delle famiglie, il Social Capital.
Ci si avvarra’ di queste due soluzioni di misurazione per poter valutare se e come i
programmi di microfinanza di Rishilpi stiano migliorando la vita dei beneficiari,
attraverso quei cambiamenti delle “regole di comportamento e azione” sopra riportate.
Capitolo 1
Il Bangladesh: la geografia socio-economica
In questo capitolo verranno studiati i dati macro-economici e
macro-sociali del Bangladesh. Si utilizzeranno gli indicatori socio-
economici piu’ utilizzati per la definizione della vita nel Paese ma
non mancheranno esempi di vita pratica. In questo modo si tentera’
di far passare le sensazioni e le evidenze che fanno in modo di
comprendere appieno la realta’ del luogo.
Si dara’ successivamente uno sguardo panoramico ai numeri del
Bangladesh (popolazione, indicatori economici, indicatori sociali).
--------------------------------------------------------------------------------
1.1 Quadro generale: “la vita di Miyan nelle strade del Bangladesh”
E’ di norma ovvio iniziare la trattazione e l’introduzione di un Paese da noi cosi’ lontano
e cosi’, se vogliamo, sconosciuto, con una definizione spaziale e numerica del territorio
e della popolazione del Paese stesso.
In questa occasione, pero’, vorrei fare in modo di dare al lettore l’opportunita’ di
conoscere ed approndire cosa il Bangladesh sia da un punto di vista personale, prima
di arrivare ai dati a volte sterili della geografia e dello studio della popolazione.
E’ proprio qui che vorrei introdurre l’esperienza, o meglio la vita, di colui che
chiameremo d’ora in avanti Miyan, un giovane studente che vive nella provincia di
Satkhira, nel sud-ovest del Bangladesh.
Satkhira e’ situata su un territorio fortunato da un punto di vista commerciale poiche’ si
trova al confine con l’India; e’ una cittadina molto piccola per il Paese, sebbene conti
piu’ di due milioni di abitanti. Il Bangladesh ha una forte dipendenza di merci dal
colosso confinante e molti scambi commerciali passano proprio dal territorio nel quale il
giovane Miyan vive e studia.
La vita del nostro amico inizia proprio in questo territorio all’incirca 17 anni or sono.
Come piu’ del 60 % dei bambini Bengalesi, Miyan nasce in una famiglia povera anzi,
poverissima. Sua madre ha gia’ avuto altri 4 figli ed e’ stata recentemente abbandonata
dal marito che, senza lasciare alcuna garanzia di vita per la sua compagna e per i suoi
5 figli, ha lasciato l’abitazione e, senza alcun motivo, ha deciso di crearsi una nuova
vita.
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
Come vedremo piu’ avanti nel testo, questa non e’ una situazione che accade
raramente in Bangladesh ed e’ purtroppo accettata.
La famiglia di Miyan si trova a questo punto abbandonata e senza alcun reddito. Come
e’ naturale, infatti, molte famiglie bengalesi sono monoreddito visto che la donna deve
gia’ occuparsi della mole di lavoro che la casa e l’alto numero di figli comportano.
Vista la mancanza di preparazione tecnica e addirittura l’assenza di un’istruzione
primaria, le uniche attivita’ che questa famiglia puo’ permettersi di svolgere in questa
situazione sono alcuni lavoretti a giornata, sottopagati.
La mamma di Miyan trova l’opportunita’ di lavorare per un’azienda di mattoni - che
vedremo piu’ avanti essere l’unica industria Bengalese di trasformazione delle materie
prime in prodotti finiti -. E’ necessario qui fare una precisazione per riuscire a far
comprendere al meglio in cosa consista realmente il lavoro di questa donna.
In Bangladesh, infatti, non esistono pietre, sassi, ciottoli o ghiaia di alcuna sorta.
Al lettore potra’ apparire impensabile; questo e’ almeno quanto e’ successo a chi scrive
quando per la prima volta e’ entrato nel territorio Bengalese. Ma e’ la pura verita’, e ne
vedremo piu’ in la’ le motivazioni naturali e le conseguenze da un punto di vista sia
produttivo che di vita quotidiana.
Come sappiamo, pero’, le pietre sono una materia prima semplice ma necessaria.
Vengono utilizzate quotidianamente come rinforzo per il cemento, per la creazione
delle pavimentazioni stradali (il catrame), etc.
E’ in questo campo, dunque, che si inserisce il lavoro della mamma di Miyan. Le ditte
di costruzione e riassetto dei manti stradali hanno bisogno, in Bangladesh come da noi,
delle pietre per il lavoro quotidiano.
L’industria dei laterizi completa, tramite questo ultimo tassello, il ciclo della propria
attivita’: la distruzione e sminuzzamento degli scarti di lavorazione dei mattoni (laterizi
malformati, pezzi di mattoni rotti, etc) che vengono lavorati fino a diventare sassi e
pietre perfetti per l’industria delle costruzioni.
La scarsita’ di tecnologia nei processi produttivi ha sempre lasciato ai soggetti piu’
deboli quest’ultima parte della produzione; anche perche’ le paghe sono assolutamente
al di sotto dei livelli di sussistenza primaria.
Madre e figli - dei quali il piu’ grande di 11 ed il piu’ giovane, Miyan, di 3 anni – iniziano
questa attivita’ di sminuzzamento dei mattoni per la produzione di quei beni cosi’
elementari ma anche cosi’ necessari: i sassi.
Questo e’ stato dunque l’inizio della vita del giovane Miyan, oggi studente e
appassionato di informatica e nuove tecnologie grazie all’aiuto poi ottenuto da Rishilpi
che ha permesso alla madre di poter lavorare come artigiana e di mandare finalmente i
figli a scuola.
Oggi Miyan studia ed ogni tanto svolge alcuni lavoretti di piu’ alto profilo in modo da
aiutare la madre e la famiglia tutta per la sopravvivenza.
Come accennato in precedenza, con questa storia si e’ voluto raccontare quale sia, in
breve, la situazione ambientale e socio-economica del Bangladesh. Si sono qui toccati
diversi punti, dal sovrappopolamento all’assetto naturale, dall’estrema poverta’ alle
condizioni famigliari, dalle tecnologie alla situazione dell’industria. Di seguito si
approfondiranno e si dara’ una base di dati alle tematiche appena toccate.
1.2 L’ambiente naturale ed il territorio
1.2.1 L’ambiente naturale
Il paesaggio bengalese e’ molto ricco e vario. E’ fondamentale ricordare che questo
paese e’ il delta dove sfociano diversi fiumi, tra i quali il maestoso Gange e l’immenso
Brahmaputra.
Dopo centinaia di chilometri percorsi in paesi diversi questi fiumi si gettano in mare, la
Baia del Bengala, rendendo il Bangladesh uno dei paesi piu’ suggestivi e ricchi dal
punto di vista naturalistico.
Essi raccolgono tutto cio’ che una deregolamentazione dell’utilizzo delle acque e
dell’immissione nei fiumi di residui di produzione non fermano a monte.
L’area occupata dal Bangladesh corrisponde alla porzione nord-orientale del
Subcontinente Indiano con una estensione di 147.570 chilometri quadrati, poco meno
della meta’ del territorio Italiano. Confina per i ¾ della propria estensione con l’India,
che l’abbraccia ad Ovest, Nord e Nord-Est. Il lato meridionale si affaccia sulla Baia del
Bengala e quello sud-orientale con il Myanmar – un tempo chiamato Burma.
Da un punto di vista geografico, storico e culturale, il Bangladesh forma la piu’ grande
e piu’ popolosa fetta della Regione del Bengala, condivisa appunto con l’India (regione
del West Bengal con capitale Kolkata – gia’ Calcutta).
Come gia’ ricordato, la maggior parte del territorio Bengalese “ristagna” tra le rive dei
fiumi Gange, Brahmaputra e Meghna. Vorrei sottolineare l’espressione utilizzata in
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
quanto l’intero territorio e’ annualmente soggetto a inondazioni dei tre fiumi oltre che
alle copiose e regolari piogge della stagione dei monsoni (da giugno a settembre di
ogni anno).
Queste precipitazioni danno al territorio bengalese una estrema fertilita’ delle terre ma
anche molti problemi da un punto di vista di gestione delle acque e dei raccolti.
I fiumi rappresentano una risorsa molto importante sia per le attivita’ agricole sia per i
commerci. Vi sono infatti piu’ di 200 fiumi navigabili in Bangladesh. Va ricordato pero’
che accanto ai benefici vi sono alcune difficolta’ che non vanno dimenticate.
Le aree abitate sulle rive dei fiumi, in particolare su quelle dei grandi corsi d’acqua
Gange e Brahmaputra dove i commerci e quindi le possibilita’ di lavoro aumentano,
sono regolarmente soggette ad inondazioni. E’ per questo che, nel migliore dei casi, le
stesse case vengono costruite su palafitte oppure, quando le condizioni economiche
non lo permettono, vengono costruite case di fango che sono poi regolarmente
distrutte.
Vi e’ poi un altro fenomeno naturale negativo che viene provocato dalla presenza di
questi enormi corsi: l’impoverimento delle terre a causa dell’acqua salata. Questo
effetto e’ provocato dai processi di alta e bassa marea che, nei momenti di acqua alta,
provocano il rientro delle acque salate dalla Baia del Bengala verso l’interno attraverso
gli enormi letti dei fiumi e viceversa. Il rientrare ed il ristagnare di quest’acqua salata
sulle terre, o il suo utilizzo per l’agricoltura provoca un lento ma irreparabile processo di
inaridimento delle proprieta’ fertili del terreno adibito a coltivazione.
Problemi della stessa natura vengono riscontrati anche nell’itticoltura, in particolare
nella vasta produzione di gamberetti destinati all’esportazione. I terreni utilizzati per la
suddetta attivita’ non protranno essere riutilizzati a causa dell’inserimento nei terreni di
acque salate.
Terminiamo la discussione sulle acque e sull’ambiente naturale in Bangladesh con la
provocazione accennata all’inizio di questo paragrafo. Per chi scrive, come per tutti
coloro che hanno potuto vedere e soprattutto sentire i racconti sulle alluvioni recenti del
territorio bengalese, e’ necessario che si attuino politiche per la gestione delle acque a
livello internazionale – o meglio intranazionale India-Bangladesh. Uno dei piu’ gravi
fattori che ha provocato le disastrose onde distruttive e omicide degli ultimi anni e’
proprio stata una cattiva gestione delle acque da parte dei paesi confinanti. Nei
momenti di emergenza, quando cioe’ le piogge monsoniche raggiungono livelli alti di
precipitazione, le dighe poste ai confini con il Bangladesh vengono aperte per evitare
straripamenti nel territorio indiano. Come si puo’ ben immaginare, l’apertura di dighe su
fiumi di portata come il Gange provocano ondate con conseguenze catastrofiche.
Un accenno va ancora fatto sulle risorse naturali del Bangladesh. E’ infatti da
sottolineare il ritrovamento negli anni ’90 di giacimenti di gas naturale nella Baia del
Bengala (anche con riserve off-shore). Da un decennio a questa parte, dunque, il
governo centrale ha attuato una politica di ristrutturazione delle fonti di energia
utilizzate. Di particolare interesse puo’ essere il processo di riconversione dei
propellenti utilizzati dai mezzi di trasporto soprattutto nella capitale Dhaka.
Sino a pochi anni fa, infatti, Dhaka si situava al primo posto come citta’ piu’ inquinata al
mondo proprio a causa dell’utilizzo indiscriminato di qualsiasi combustibile fosse a
disposizione degli automobilisti. Dai racconti degli abitanti si puo’ facilmente
immaginare cosa fosse la citta’ in quegli anni: gravi malattie provocate dai fumi (cancro
e malattie dell’apparato respiratorio), sporcizia dell’ambiente e delle case, impossibilita’
di percorrere le strade cittadine senza maschere, etc.
Ma, come vedremo piu’ avanti, questo non e’ il solo record negativo del Bangladesh.
1.2.2 Il territorio
Come potra’ sicuramente confermare chi ha avuto la possibilita’ di sorvolare il
Bangladesh, la struttura stessa dei territori che s’incontrano e’ particolare.
Immense distese di campi coltivati ed altrettanti specchi d’acqua che, ad un occhio non
attento, potrebbero sembrare laghi. Non c’e’ nulla di piu’ errato del pensare che in
Bangladesh vi siano piu’ laghi che persone! In effetti, quegli specchi d’acqua sono
risaie. Le coltivazioni agricole sono infatti basate in gran parte su questo cereale con il
75% del territorio agricolo adibito alla coltura del riso.
La distribuzione della popolazione sul territorio e’ inoltre quella tipica di questi paesi
ancora molto dipendenti dall’agricoltura: agglomerati urbani molto popolosi ed un
territorio rurale ugualmente molto popolato al di fuori delle grandi citta’, dove la
distribuzione territoriale degli abitanti e’ quella tipica dei paesaggi rurali.
Per la suddivisione amministrativa del territorio vorrei partire, al contrario di come si e’
soliti fare nelle trattazioni scritte, dalle unita’ famigliari: le unita’ base del sistema
economico-sociale di qualsiasi paese.
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
Dalle venti alle cinquanta famiglie, per intenderci, dunque, dalle venti alle cinquanta
capanne, compongono un Para: porzione di villaggio indipendente alla quale si accede
attraverso strade per la maggior parte non asfaltate con ai lati coltivazioni di riso o
foreste.
In media, dieci Para compongono un Villaggio (in Bengalese “Gram“) che e’ dunque
composto solitamente da 500 famiglie.
Il raggruppamento amministrativo di piu’ villaggi compone le Unions che a loro volta
vengono raggruppate in Upazila (Sotto distretti), Zilla (distretti, Satkhira e’ uno di
questi) e Divisions: Khulna, la regione dove lavora la Rishilpi, Dhaka, Chittagong,
Rajshahi, Barisal e la regione di recente istituzione Sylhet.
6 DIVISIONI AMMINISTRATIVE (DIVISION)
64 DISTRETTI (ZILLA)
460 SOTTO DISTRETTI (UPAZILA)
4480 CONSIGLI COMUNALI (UNIONS)
1.3 Uno sguardo alla popolazione bengalese
Non è assolutamente facile esporre l’argomento dei numeri e della struttura delle
popolazioni dei paesi del terzo mondo. Questo è dovuto principalmente al fatto che al
momento non esistono, e non potranno esistere ancora per diversi anni, rilevamenti e
censimenti della popolazione attendibili. In particolar modo è quasi impossibile andare
a calcolare su tutto il territorio bengalese quale sia l’ammontare delle persone che
vivono tutt’oggi nelle zone rurali del paese. Ancora più arduo sarebbe definire la
struttura dell’età di questa popolazione. Dobbiamo infatti qui ricordare che in
Bangladesh non esiste una anagrafe obbligatoria per i cittadini. Solo chi può, cioè ha le
conoscenze ed i mezzi per farlo, registra la propria prole presso gli uffici amministrativi
locali.
Una delle difficoltà maggiori per i più poveri tra i poveri è infatti quella di poter
raggiungere il luogo di registrazione o, a volte, la scarsa informazione che riescono a
percepire sul tema.
Riporteremo più avanti nel paragrafo una trattazione sulla struttura per età della
popolazione del Bangladesh, con la presa di coscienza, però, che si trattera’ per lo più
di stime di dati che tentano di avvicinarsi il più possibile alla realtà di quei luoghi.
Il Bangladesh si presenta con una situazione molto particolare da un punto di vista
della popolazione. Abbiamo infatti circa 140 milioni di abitanti su un territorio che
ricordiamo avere un’estensione pari quasi alla metà di quello italiano. Con un breve
calcolo si può apprendere che la densità di popolazione per chilometro quadrato è
altissima: circa 1000 abitanti per Km
2
– superata solamente da realtà molto più piccole
quali Hong Kong, Singapore, Macau, Maldive, Malta e altre realtà con situazioni
particolari come Città del Vaticano, Gibilterra, etc.
Ricordiamo, sempre per facilitare il processo di comprensione di una tale realtà, che
l’Italia ha una densità di popolazione di 193 abitanti/Km
2
e che il Paese europeo a più
alta densità è l’Olanda con 395 abitanti/Km
2
.
1.3.1 Famiglia, pari o para?
Parlando della popolazione in Bangladesh e, soprattutto, guardando alla crescita
economica e sociale, non si puo’ non dare uno sguardo ai nuclei famigliari.
Da un punto di vista economico, infatti, la famiglia e’ generalmente assunta come il
principale luogo di scelta sul consumo e produzione. Da un punto di vista demografico,
invece, si guarda al fattore famiglia come protagonista dei processi di definizione dei
dato macro-sociali come fertilita’, mortalita’, migrazione e matrimonio.
In Bangladesh, per effettuare uno studio serio sulle condizioni famigliari, e’ necessario
prendere in considerazione alcuni aspetti che solitamente non vengono citati negli studi
di popolazione. In particolare, quei legami inter-famigliari che, specialmente nei villaggi,
hanno effetti molto importanti sulle scelte dei singoli.
Si consideri, infatti, che la quasi totalita’ delle nuove famiglie bengalesi, le coppie
appena sposate, vanno a vivere e vivranno per l’intera vita in una capanna costruita
accanto a quella dei genitori del marito.
Questo aspetto sara’ di estremo interesse quando tratteremo del Social Capital e delle
relazioni interpersonali che facilitano i processi economici e sociali.
Qui si vuole semplicemente ribadire l’importanza in questo Paese di un livello spesso
non considerato negli studi economici: la comunita’.
Questa si puo’ considerare come una famiglia allargata (“pari”), un insieme di famiglie
piu’ o meno omogenee e piu’ o meno numerose; si puo’ chiamare “para”, insieme fisico
di case e quindi di famiglie, oppure “samiti”, il nome dei gruppi/comitati facenti parte dei
progetti di sviluppo di Rishilpi, etc.
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
gruppi-comunita’ aiutati da Rishilpi
fuori casta 44
di casta bassa 83
gruppi tribali 4
altri 87
totale 218
persone nei gruppi (in media) 25-30
comunita’ aiutate da Rishilpi direttamente in Bangladesh
Essendo lo scopo di questa prima parte del testo quello di dare una base di partenza
per lo studio successivo dei fenomeni di cambiamento in Bangladesh, non si vuole qui
annoiare il lettore con ulteriori dati e teorie demografiche che verranno all’occorrenza
riprese.
1.3.2 Per uno studio completo delle genti bengalesi...
Per studiare a fondo la realta’ complessa della popolazione bengalese e’ altresi’
necessario confrontarsi con alcuni aspetti che a volte possono sembrare crudi ma che
si ritengono qui piu’ che necessari per lo studio successivo.
In particolare stiamo parlando di tutte quelle realta’ che richiedono attenzioni particolari
quali gli anziani, le persone con handicap, le minoranze indigene, etc.
a) condizione femminile
Si e’ scelto qui di citare solamente un tema che e’ quasi ovvio quando si parla
di microcredito e attivita’ per lo sviluppo soprattutto in Bangladesh: la questione
della situazione femminile.
Questo aspetto e’ stato sovracitato e spesso inflazionato da diverse parti. Non
v’e’ dubbio che la condizione femminile nel Paese sia stata tra le peggiori sia a
livello economico ma anche e soprattutto a livello di parita’ di trattamento e
delle condizioni umane. Le politiche di sviluppo, pero’, non possono essere
centrate esclusivamente sulla figura e sul ruolo della donna all’interno del
sistema economico-sociale. Questo ha infatti portato – e purtroppo continua a
portare – seri problemi alle stesse donne che vivono nei villaggi rurali del
Paese, non riuscendo spesso a cambiare le abitudini fondate su una cultura
ancora troppo incentrata su un ruolo secondario delle stesse.
Ovviamente non si possono non citare i passi in avanti che sono stati fatti da
alcuni anni a questa parte. Oggi, infatti, il Bangladesh ha un tasso di
completamento delle scuole primarie e secondarie da parte delle bambine piu’
alto rispetto a quello maschile: 1.02 bambine per studenti maschi nella scuola
primaria e 1.10 ragazze per studenti maschi nella scuola secondaria (dati
Human Development Report 2004 - UNDP).
Questo e’ sicuramente il frutto di politiche centrate sulle pari opportunita’ per
quanto riguarda l’accesso all’istruzione e ad un’educazione completa.
Piu’ che di un successo dell’emancipazione femminile nel Paese questo e’,
pero’, il raggiungimento di politiche di sviluppo centrate sulle comunita’ piu’ che
sui singoli individui. E’ il risultato di anni di lavoro di convincimento delle famiglie
e delle comunita’ sull’importanza di un’educazione sia per i bambini che per le
bambine. E’ qualcosa di piu’ che la semplice emancipazione della donna
sull’uomo. E’ una sinergia di buone prassi che convogliano le energie delle
famiglie e delle comunita’ sulla crescita personale dei propri figli e componenti.
Queste sinergie non partono solamente dall’emancipazione femminile, bensi’
sono il frutto dell’educazione e di legami di fiducia che sono venuti a crearsi
all’interno delle comunita’.
b) Persone Disabili
Per disabilita’ si intendono tutti quegli impedimenti, sia fisici che mentali, che
producono difficolta’ per l’individuo nella vista, nell’udito, nella parola, nella
concettualizzazione, nel lavorare, nel camminare od in qualsiasi altra funzione
che verrebbe considerata “normale”.
Il grande numero di persone disabili in Bangladesh e’ ritenuto essere effetto di
un eccessivo sovrappopolamento, dell’estrema poverta’, dell’analfabetismo, di
mancanza di consapevolezza e, soprattutto, mancanza di cure e servizi medici.
Sovente essi sono fra i più poveri della comunità, con un accesso minimo,
quando non addirittura inesistente, alle cure mediche, agli ospedali, ai servizi di
riabilitazione o di sostegno. Quelli che hanno delle infermità fisiche sono a volte
difesi dalla povertà dalla disponibilità di congegni quali sostegni, grucce od arti
artificiali, che perlomeno consentono loro di muoversi.
I protagonisti ed i mezzi del cambiamento: analisi del microcredito in Bangladesh
L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) riferisce inoltre che la
disoccupazione fra le persone disabili e’ da due a tre volte più elevata che fra le
altre persone, ed e’ ancora più alta nei paesi in via di sviluppo. Quando hanno
un lavoro, le persone disabili si trovano spesso confinate alle posizioni di livello
più basso, a causa di una mancanza di istruzione ed addestramento, di una
ridotta mobilita’ o di discriminazione. Particolarmente vulnerabili sono le donne
disabili, i lavoratori immigrati ed i rifugiati -"una minoranza silenziosa priva di
efficaci strumenti e gruppi di pressione", secondo quanto riportato dall'ILO.
Per quanto riguarda la popolazione da noi presa in considerazione in questo
studio, i dati ufficiali (provenienti da ricerche governative) differiscono di diversi
milioni di persone con le stime di alcuni attori internazionali.
L’ultimo censimento generale condotto dall’amministrazione centrale e’ stato
nel 2001 e, nota particolare, e’ stata questa la prima occasione dove il Governo
ha provato ad estrapolare specifiche informazioni sull’ampiezza ed il numero di
persone con disabilita’ nel Paese. Benche’ vi sia stata questa spinta da parte
del governo centrale, e’ stato comunque difficoltoso raggiungere livelli di
conoscenza del fenomeno accettabili, soprattutto per le gia’ citate difficolta’ di
reperimento e raccolta di dati corrispondenti alla realta’.
Prima di andare a vedere i risultati del censimento governativo del 2001 si
possono guardare i dati, degli anni precedenti. Secondo sondaggi del 1982,
1986 e 1998 il tasso di disabilita’ stimato per l’intera popolazione era
rispettivamente dello 0,64%, 0,5% e 1,60%.
Seguendo la stessa tendenza altalenante delle rilevazioni precedenti, il dato del
piu’ recente censimento colloca i disabili in Bangladesh intorno alle 500 mila
unita’ (circa lo 0,50% della popolazione).
Per chi abbia avuto l’opportunita’ di viaggiare per i villaggi bengalesi, questo
dato non puo’ che apparire altamente sottostimato. Sono forse da considerarsi
piu’ vicine al vero alcune stime presentate da organizzazioni ed enti che
lavorano da anni a stretto contatto con le popolazioni locali e che toccano con
mano la situazione reale.
Action Aid ed altre organizzazioni (Social Assistance and Rehabilitation for the
Physically Vulnerable e Bangladesh Protibandi Kalayan Samiti) sono bene o
male concordi nel piazzare il tasso di disabilita’ tra la popolazione Bengalese tra
il 7 ed il 9 per cento. La cifra si aggirerebbe dunque intoro ai 9-10 milioni di
disabili. Secondo altri esperti, inoltre, l’80% di queste persone si troverebbero
nelle aree rurali.
c) le popolazioni indigene
"La povertà allunga le sue ombre piu’ cupe sulle popolazioni indigene", ha
osservato il precedente Segretario Generale delle Nazioni Unite Boutros-Ghali
nel messaggio indirizzato in occasione della Prima Giornata Intenazionale delle
Popolazioni Indigene (9 Agosto 1995).
Gli indigeni del Bangladesh si chiamano Munda. I villaggi Munda sono i piu’
poveri, mal posizionati, odiati e bistrattati del Paese. Le loro comunita’ sono
viste come le piu’ spregevoli. Non sono nemmeno considerati fuori casta o
intoccabili come sono i piu’ poveri cittadini bengalesi che ancora subiscono il
retaggio di un’epoca dove le divisioni per caste erano - e putroppo ancora sono
- alla base dei comportamenti ed attitudini interpersonali. Essi svolgono i lavori
peggiori, quelli piu’ faticosi; spesso vengono solamente sfruttati da un sistema
pseudo-feudale nel quale non vi sono spazi per uscire dalla propria situazione
quasi di schiavitu’.
Nonostante le loro diversità, queste persone hanno dovuto affrontare difficoltà
simili nel cercare di ritardare il colonialismo o di tenere il passo con una
modernizzazione inesorabile. In moltissimi casi, essi sono stati marginalizzati e
condotti fin quasi all'estinzione.
I Munda oggi sono collocati principalmente nel distretto di Khulna, nel sud-ovest
del Bangladesh, ai confini con l’India. Sono stati stimati all’incirca 5-10 mila
abitanti di questa regione appartenenti alle tribu’ Munda. I costumi e gli usi di
queste comunita’ hanno molti tratti in comune con le altre popolazioni rurali
bengalesi, pur mantenendo riti e peculiarita’ proprie.
Ci sarebbero forse molte piu’ situazioni e casi da prendere in considerazione ed
andrebbero sicuramente approfonditi questi come altri temi. Non si vuole pero’