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complessità ambientale moderna: l’eterogeneità della clientela e delle aree
di mercato.
L’orientamento al micromarketing si manifesta attraverso due attività
operative: i programmi fedeltà e il micromerchandising, o gestione degli
assortimenti.
Con il programma fedeltà l’azienda commerciale mira a gestire a proprio
vantaggio l’eterogeneità dei comportamenti della clientela; con il
micromerchandising si gestisce invece l’eterogeneità dei mercati
predisponendo assortimenti specifici d’area.
Nel presente lavoro, l’attenzione è rivolta ai programmi fedeltà in
particolare.
Lo scopo di questo lavoro è più precisamente cercare di capire il
funzionamento delle carte fedeltà all’interno di una realtà commerciale.
Nel primo capitolo si cercherà di spiegare cosa siano in effetti i programmi
fedeltà, dandogli una collocazione nella letteratura di riferimento. Si vedrà
che essi si collocano alla base delle azioni di micromarketing e di CRM, in
quanto creatrici delle informazioni ad esse necessarie. Si tratterà, quali
siano state le cause che hanno portato alla nascita di questi strumenti di
contatto con il consumatore finale e si cercherà, inoltre, di ricostruire la
storia di questi strumenti sia in Italia che nel resto d’Europa, dando anche
un cenno su quello che sarà il loro futuro. L’analisi svolta, prenderà anche
in considerazione quella che è la situazione attuale dei vari mercati in
termini di implementazione di queste carte.
Sempre nell’ambito del primo capitolo, si porrà in evidenza anche il
comportamento del consumatore di fronte al micromarketing, fase finale di
un programma fedeltà, evidenziando i punti di forza dei programmi di
successo e i limiti che si incontra nel loro sviluppo, tra i quali il più
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importante è senza dubbio rappresentato dalla legislazione a tutela della
privacy vigente in ogni mercato.
Nel secondo capitolo si affronterà il tema dell’importanza
dell’informazione generata dalle fidelity card. Il punto di partenza sarà
rappresentata dall’analisi delle varie tipologie di carte e dei loro diversi
obiettivi, per poi arrivare ad affrontare il tema delle tecnologie a servizio
dei dati generati dalle carte. Si chiarirà poi la differenza tra semplice dato
ed informazione e si affronterà il difficile tema della segmentazione, punto
nevralgico delle successive azioni di contatto con il cliente che sfocia nella
selezione del target. Si tratterà infine delle leve di micromarketing
applicabili ai segmenti target selezionati, facendone una breve descrizione
ed analizzandone il livello di gradimento del pubblico interessato.
Nel terzo e ultimo capitolo, si proporrà il caso del programma fedeltà di
Salmoiraghi & Viganò. La scelta della realtà aziendale oggetto di analisi
non è stata casuale: nel corso della trattazione si evidenzierà che il settore
alimentari è quello in cui la realtà italiana presenta le maggiori applicazioni
dei programmi fedeltà. Attraverso questo esempio, si cerca di dimostrare
che la situazione è in piena fase evolutiva, portando al coinvolgimento di
altri settori completamente differenti come l’ottica.
Partendo da una breve descrizione della storia dell’azienda e del
programma fedeltà ad essa collegato, si cercherà di ricostruire gli obiettivi
e le motivazioni che ne stanno alla base, cercando di evidenziarne punti di
forza e di possibile debolezza.
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Capitolo I
Natura e ruolo delle carte fedeltà nelle imprese
commerciali
1.1 Micromarketing, CRM e programmi fedeltà nelle imprese
commerciali
Per poter parlare dei programmi fedeltà in modo completo ed esaustivo, è
necessario innanzitutto definirne il contesto di riferimento nella moderna
letteratura del marketing e nell’attuale realtà delle imprese commerciali.
Lo studio dei programmi fedeltà, infatti, implica l’utilizzo sia di concetti di
micromarketing che di CRM (Customer Relationship Management), dove
per micromarketing si intende «l’orientamento dell’impresa a riconoscere,
misurare e sfruttare le diversità dei clienti indirizzando le azioni di
marketing verso specifici segmenti target, con finalità di acquisition,
retention ed extention»
1
e per CRM invece «insieme di tecniche e strumenti
organizzati in modo da consentire all’azienda di perseguire e raggiungere la
soddisfazione del cliente»
2
.
I programmi fedeltà, che si concretizzano nelle fidelity card, si configurano
come il punto di partenza di entrambe queste attività, in quanto
costituiscono il mezzo più diffuso per poter raccogliere dati circa il
comportamento della clientela, poterne estrarre informazioni e in ultima
dare il via ad adeguate azioni di micromarketing e di CRM finalizzate poi a
diversi obiettivi strategici che l’impresa sceglierà di perseguire come, solo
1
G.Lugli, C.Ziliani , Micromarketing: creare valore con le informazioni di cliente UTET ,
Torino, 2004
2
a cura di C. Baccarani, Imprese commerciali e sistema distributivo una visione economico
manageriale G. Giappichelli Editore, Torino, terza edizione 2001
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per citare qualche esempio, l’acquisizione di nuovi clienti piuttosto che
l’aumento dello scontrino medio.
Programma fedeltà non significa, quindi, solo fidelizzazione: la
denominazione “fidelity card” è in questo senso ingannevole, in quanto
porta inevitabilmente a pensarle appunto come mezzo per raggiungere la
fedeltà della clientela all’insegna del retailer piuttosto che al singolo punto
vendita già in se stesse, senza utilizzare leve di micromarketing e di CRM.
In realtà il vero vantaggio derivante dall’implicazione di una carta
commerciale sono le informazioni che ne scaturiscono. La possibilità di
creare una relazione tra retailer e consumatore proprio attraverso l’uso
corretto delle di esse, rappresenta un vantaggio competitivo per l’azienda.
La gestione attraverso il micromarketing e il CRM di questa stessa
relazione, poi, consente di arrivare ad un livello di conoscenza reciproca in
ragione della quale si può correttamente parlare di servizio personalizzato e
in ultima battuta di fedeltà del cliente
3
.
In sostanza, l’idea di fondo è quella di poter sfruttare le informazioni per
creare un servizio sempre più soddisfacente e differenziato rispetto a quello
della concorrenza: se si conoscono le attese e le aspettative che possono
rendere soddisfatto il cliente, ci si può avvicinare al suo concetto di servizio
perfetto. Un cliente soddisfatto, infine, è un cliente che riserva fiducia
nell’impresa e nella sua promise, ed è solo da questa fiducia che nasce la
fedeltà.
A completamento del quadro teorico appena illustrato, è indispensabile fare
un riferimento alla attuale realtà del mercato commerciale.
3
«Con la locuzione fedeltà cognitiva si fa riferimento al processo sotteso a comportamenti di
acquisto ripetuti presso la stessa insegna, conseguente ad una precisa, consapevole e libera
espressione di preferenza manifestata dal cliente rispetto ad un articolato sistema commerciale»
Micro e Macro Marketing n.3 dicembre 1995
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Negli ultimi anni si è assistito ad una modificazione del comportamento
d’acquisto del consumatore, conseguenza della vita sempre più frenetica
che si sta diffondendo nelle nostre città e non solo.
Il fattore tempo diventa nella maggior parte dei processi di scelta sempre
più importante
4
; meno tempo si passa nel punto vendita, più se ne ha a
disposizione per altre attività. In questo contesto si cerca di evitare il più
possibile il contatto con personale di vendita e di propendere con sempre
maggior frequenza a favore del libero servizio.
Le aziende hanno dovuto, quindi, cercare altre vie per comunicare con il
cliente, allo scopo di conoscerlo meglio e di prevedere con una sorta di
anticipo i suoi comportamenti d’acquisto, trovando appunto nelle carte
fedeltà un valido sostituto del personale addetto nel reperimento delle
informazioni.
Attraverso queste tessere magnetiche che vengono consegnate al momento
del primo acquisto o dietro richiesta, si impone al cliente una auto-
identificazione ogni volta che egli arriva alle casse dei punti vendita.
L’addetto alla cassa solamente effettuando la lettura del codice a barre della
tessera nel lettore ottico permette l’identificazione del cliente e il
caricamento di tutte le informazioni relative agli acquisti effettuati nel
database aziendale.
Il passaggio successivo consiste nel conservare e rielaborare questi dati,
classificando la clientela secondo parametri prestabiliti. Da una massa di
frequentatori del punto vendita, si è passati così ad una sorta di “parco
clienti” conosciuta dall’insegna con la quale si instaura un dialogo.
4
Il fattore tempo non è ovviamente determinante per tutti i consumatori (basti pensare alla
categoria dei pensionati), ma si può affermare che per la maggior parte di essi lo sia (ad esempio
le donne lavoratrici). La tendenza al self service, poi, si manifesta specialmente per i prodotti
che non necessitano di particolari competenze o informazioni per il completamento del processo
di acquisto, come ad esempio i generi alimentari.
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In conclusione, si può affermare che la vera ricchezza generata dalle
fidelity è l’informazione e che il collegamento tra programma fedeltà,
micromarketing e CRM illustrato finora può essere ulteriormente chiarito e
semplificato attraverso lo schema che segue:
Fonte: nostra elaborazione
Fidelity card
Informazioni di cliente
Azioni di CRM e Micromarketing
Soddisfazione del cliente
Fidelizzazione del cliente