6
proprio in virt� del fatto che il prodotto finale non proviene dal territorio in cui il
consumatore si trova ad acquistare e a fruire del bene stesso.
Se la globalizzazione dovuta alla convergenza dei modelli di consumo e alla
crescente unificazione dei mercati caratterizza l�ambiente economico attuale,
tuttavia lo scenario di riferimento si presenta dominato nello stesso tempo da una
forza uguale per importanza, ma opposta per direzione, vale a dire il fattore
culturale e tradizionale.
In effetti, sistemi di preferenze pi� complesse e personali rispetto a quelle
legate alle commodities, si riflettono in modelli di consumo dei beni agro-
alimentari molto segmentati, che controbilanciano l�appiattimento a livello globale
dovuto alla omogeneizzazione e alla standardizzazione dei consumi.
In conclusione, l�ambiente economico nel quale il sistema agroalimentare
nazionale e comunitario si trova ad operare � caratterizzato da due modelli di
consumo contraddittori: il primo, effetto-causa del processo di globalizzazione e
della rivoluzione dei mezzi di comunicazione e di informazione, consiste
nell�omogeneizzazione dei consumi; il secondo, derivante dalla sussistenza di
preferenze pi� complesse, ricercate, personali e dalla conservazione di diversit�
culturali a livello locale, spinge per un�opposta segmentazione del mercato.
Indipendentemente dai modelli di consumo, � evidente la necessit� che il
sistema agroalimentare si orienti al mercato con grande flessibilit� e soprattutto
attraverso la ricerca di vantaggi competitivi in fattori differenti dal prezzo, in vista
del crescente ampliamento dei mercati e dell�aumento del numero dei competitors.
L�ambiente istituzionale che impatta e condizioner� in futuro le dinamiche
di sviluppo del sistema agroalimentare nazionale si pone a due livelli: quello
internazionale comprende gli impegni presi nell�ambito dei negoziati in seno alla
World Trade Organization (WTO); quello comunitario, in seno all�Agenda 2000, �
finalizzato a rendere sempre pi� compatibile la politica economica di settore con le
esigenze internazionali.
7
Gli effetti degli impegni che l�Unione Europea, come gli altri paesi
industrializzati, ha assunto con la sottoscrizione dell�accordo nell�ambito
dell�Uruguay Round sono di due tipi; effetti diretti e indiretti.
Tra i primi le eccedenze (in particolare nei settori cerealicolo, della carne
bovina e lattiero caseario) non potranno pi� essere smaltite sui mercati
internazionali a causa dei limiti imposti agli aiuti all�export.
Le alternative esistenti sono, quindi, di due tipi; imporre restrizioni alla
produzione interna, o allineare progressivamente i prezzi a quelli mondiali, in
modo da rendere pi� competitive le nostre produzioni. Inoltre, l�impossibilit� di
sovvenzionare le esportazioni in presenza di prezzi comunitari pi� elevati di quelli
mondiali potrebbe comportare un effetto delocalizzativo sulle industrie europee di
trasformazione, con la conseguenza che l�approvvigionamento delle materie prime
non avverrebbe pi� ricorrendo all�offerta dei produttori agricoli comunitari.
Gli effetti indiretti riguardano, invece, le regolamentazioni sanitarie e
fitosanitarie. In particolare, il sistema agroalimentare nazionale deve garantire
condizioni di sicurezza alimentare tramite produzioni di qualit� la cui provenienza
possa essere rintracciata dal consumatore.
1
Il binomio qualit�-sicurezza, anche a fronte di un pi� alto livello dei prezzi,
si pone sia come vincolo sia come opportunit� per le produzioni agroalimentari
italiane.
In effetti, la regolamentazione comporta degli standard qualitativi e delle
garanzie di sicurezza alimentare spesso troppo severe e rigide, il che esclude
alcune produzioni tipiche d�alta qualit� dall�essere apprezzate e valorizzate
adeguatamente.
E� innegabile tuttavia che sul mercato vi sia un nuovo fattore di
competitivit�, la sicurezza degli alimenti, che soppianta il precedente basato sulla
convenienza di prezzo, in virt� dell�attuale scenario della moneta unica, la quale
1
Del sistema di rintracciabilit� si parler� nel successivo paragrafo dedicato alle tecnologie di
informazione ERP, mentre le tematiche relative alla sicurezza alimentare verranno affrontate negli
ultimi paragrafi sul Libro Bianco e sul sistema HACCP.
8
azzerer� i vantaggi localizzativi di costo e ridimensioner� inequivocabilmente gli
effetti di politiche svalutative e le oscillazioni del tasso di cambio tra le monete.
In conclusione, al rapporto bassa qualit� - basso prezzo tipico delle
commodities si sostituir� quello che dar� sempre minor importanza alla variabile
prezzo ma che esiger� garanzie di qualit� e di sicurezza alimentare elevate.
Le produzioni tipiche e tradizionali di qualit� hanno evidentemente un ruolo
significativo in questa prospettiva, a patto che riescano ad ottenere le necessarie
garanzie di sicurezza sempre pi� richieste dal consumatore finale.
9
1.2- Il rapporto tra sistema agroalimentare
e le moderne tecnologie d’informazione
La rivoluzione informatica ha facilitato e facilita una pi� completa e pi�
approfondita analisi delle informazioni, una comunicazione pi� efficace ed una
maggiore flessibilit� nelle varie attivit�. Le tecnologie dell�informazione diventano
sempre pi� importanti per il miglioramento della posizione competitiva delle
imprese.
Nel sistema agroalimentare, che conosce una fase di profondi cambiamenti,
dovuti alle nuove esigenze del consumatore e ai nuovi modelli d�organizzazione
delle imprese imposti dalla nuova competizione, il ruolo delle tecnologie
informatiche risulta di grande importanza.
L�esigenza del consumatore di essere informato sulla provenienza del
prodotto alimentare, sull�origine delle sue materie prime, sulle tecnologie di
produzione pu� essere soddisfatta dalle imprese se sanno fruire della potenzialit�
comunicativa ed informativa delle nuove tecnologie.
Inoltre, il consumatore medio, dato il pi� alto livello di reddito e di
benessere dei cittadini dei Paesi sviluppati, � meno focalizzato sul fattore prezzo
ma le sue aspettative sul prodotto riguardano sempre pi� diffusamente la sicurezza
e la qualit� dell�alimento.
Le preferenze dei consumatori, quindi, si stanno spostando dalla
standardizzazione del bene e dal relativo minor prezzo al consumo ad un modello
nel quale assumo prioritaria rilevanza altre caratteristiche, quali la sicurezza, ma
anche bisogni sociali �nuovi�, a base culturale, che si possono individuare
nell�attenzione alle istanze ambientaliste, alla salute degli animali, alla
salvaguardia delle risorse naturali.
Tutto ci� comporta per l�impresa agroalimentare il necessario
riorientamento strategico e una nuova gestione operativa volta alla soddisfazione
della clientela.
10
Le crescenti esigenze legate ai problemi di natura nutrizionale, igienica,
sanitaria e il bisogno, sempre pi� impellente, legato a valori sociali, quali la
salvaguardia dell�ambiente e delle risorse, hanno avuto l�effetto di incrementare il
grado di differenziazione del prodotto, al quale, allo stato attuale ma ancor pi� in
futuro, si aggiunge una serie di servizi, in primis quelli informativi.
Di conseguenza, risulta evidente il ruolo sempre pi� rilevante delle nuove
tecnologie d�informazione, non solo nell�interfaccia con i consumatori ma anche
nella gestione della catena tra le varie imprese del settore, dalla produzione alla
distribuzione.
Riguardo alla prima, va menzionato lo sviluppo del sistema della
rintracciabilit�, avvenuto a seguito dell�accidentale commercializzazione di
prodotti pericolosi con la conseguente destabilizzazione del mercato.
Con specifico riferimento ai prodotti alimentari, la rintracciabilit�
2
� una
tecnologia basata sull�impiego di strumenti, di metodologie e di procedure che
consentono, partendo da un determinato prodotto finito, di ripercorrere a ritroso le
varie fasi della commercializzazione e della produzione sino a giungere a
conoscere le materie prime che hanno concorso alla sua fabbricazione. La
rintracciabilit�, in modo analogo, rende possibile il cammino inverso.
Riguardo alla seconda, la strategia ERP
3
(Efficient Consumer Response) ha
l�obiettivo di sviluppare un sistema di relazioni tra le imprese dei vari stadi del
sistema agroalimentare atto ad eliminare tutte le attivit� che non danno valore al
consumatore finale e, contemporaneamente, ad incoraggiare quelle che producono
valore.
2
La norma ISO 8402 definisce la rintracciabilit� come: � l�attitudine a ritrovare la storia,
l�utilizzazione o la localizzazione di un�entit� per mezzo di modalit� di accertamento dell�identit�
che sono registrate�
3
Il progetto ERP ha origine dal successo dell�idea di collaborazione nata nel 1987 tra due grandi
imprese dell�agro-alimentare statunitense: la catena della grande distribuzione Wal-Mart, che in
seguito a tale collaborazione ha potuto portare i propri costi operativi ad un livello inferiore di
oltre il 20% a quello della maggior parte dei concorrenti; e ed il gruppo industriale
Procter&Gamble, che ha triplicato il suo volume d�affari.
In Europa L�ECR approda nel 1994.
11
1.3- La politica agraria comune (PAC)
1.3.1- La PAC dal dopoguerra ai giorni nostri
Nel dopoguerra la spartizione degli Stati europei tra Stati Uniti e Unione
Sovietica si perfezion� mediante l�integrazione economica, politica e militare
degli stati stessi con la rispettiva superpotenza dando vita ad un� organizzazione a
blocchi.
4
Nel maggio 1948
5
, il congresso dell�Aja, di cui assumeva la presidenza
Winston Churchill, auspicava la nascita del Consiglio d�Europa che fu istituito il 5
maggio 1949. In quella stessa sede, per la rima volta, si sottoline� l�importanza di
avviare l�integrazione europea realizzando per prima quella del settore agricolo.
Nell�aprile 1951 in occasione dell�istituzione della Comunit� Europea del
Carbone e dell�Acciaio (CECA), il Consiglio d�Europa incaric� una Commissione
composta da sette membri di elaborare le proposte concernenti la nascita di
un�autorit� Europea cui fossero attribuiti concreti poteri in materia agricola. Si
trattava, in sostanza, di dare vita ad un pool Verde che realizzasse in campo
agricolo la cooperazione gi� esistente nel settore carbosiderurgico.
4
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, gi� nel 1944, con gli accordi di Bretton Woods, ebbe termine
la politica protezionista ed isolazionista praticata fino allora e si posero le basi per un�integrazione
economica e monetaria gravitante attorno all�economia e alla moneta americana.
Oltre al sistema monetario basato sul golden exchange, si deve menzionare la creazione del Fondo
Monetario Internazionale (FMI); nella riorganizzazione del commercio internazionale, il General
Agreement on Tarif and Trade del 30 ottobre 1947 pose le regole e i criteri in base ai quali
avrebbero dovuto svolgersi gli scambi. Sul piano degli investimenti � famoso l�European Recovery
Program (ERP), detto anche Piano Marshall, varato nel 1947, che riusc� ad avviare il processo
d�integrazione tra gli stati europei.
5
Nello stesso anno, fu istituito l�OECE (Organizzazione Europea per la Cooperazione
Economica), organismo al quale i 16 paesi aderenti convennero di assegnare lo scopo di ripartire
gli aiuti del Piano Marshall e di porre le basi della cooperazione economica.
12
I quattro progetti (�Progetto Mansholt� olandese, �Progetto Flimlin�
francese, �Progetto Charpentier� francese, �Progetto Eccles� inglese) furono
oggetto di un vasto dibattito.
In particolare il primo pot� allora essere considerato il pi� completo e
l�unico realmente innovativo, tanto che costitu� il punto di partenza sul quale si
svilupp� per esempio il sistema dei prelievi adottato successivamente dalla CEE.
6
La notevole diversit� di vedute, che emergeva dai progetti relativi alla
creazione di un �Pool Verde�, imped� la concreta realizzazione di una politica
agraria comune.
Nel 1952 fu costituito, durante una riunione dei ministri dell�agricoltura dei
Paesi aderenti all�OECE, un gruppo di lavoro il cui compito era quello di
affrontare il tema dell�organizzazione dei mercati agricoli sul quale sarebbe stata
convocata una conferenza europea, tenutasi in due sessioni nelle estati 1953 e
1954. Anche tale conferenza si rivel� fondamentalmente un insuccesso sia perch�
influenzata negativamente dal fallimento del progetto di un�organizzazione
comune della Difesa, che avrebbe dovuto realizzarsi con la ratifica del Trattato
istitutivo della Comunit� Europea di Difesa (CED), sia per una sostanziale
diversit� di vedute.
7
Nella Conferenza di Messina nel giugno 1955 fu approfondito il tema del
tentativo di realizzare l�integrazione di tutta l�economia europea. In tal visione si
6
Il progetto Mansholt istituiva un Alta Autorit� Europea preposta alla gestione del Pool verde e
dotata di ampi poteri, come quello di determinare un prezzo comune europeo dei prodotti che fosse
tale da indirizzare la produzione sia dal punto qualitativo che quantitativo ed in grado di regolare il
commercio.
Relativamente agli scambi extraeuropei, avrebbe trovato applicazione un sistema di tasse
compensatrici derivato dal confronto tra il prezzo comune e quello praticato sul mercato mondiale.
In sostanza, se quest�ultimo fosse risultato inferiore a quello comune, un eventuale importatore
avrebbe dovuto versare la differenza.
7
Infatti, la tesi inglese proponeva un�intesa di governi nell�ambito OECE, quella olandese auspicava
una Comunit� Europea dell�Agricoltura a carattere sovranazionale, quella francese, infine, si
dichiarava a favore di una semplice organizzazione dei mercati agricoli.
13
considerava la creazione di un mercato agricolo comune quale condizione
indispensabile per l�unificazione economica.
8
Il Titolo II del Trattato di Roma del 1957 istitutivo della CEE si occupa
dell�agricoltura e elenca le finalit�, i mezzi e le procedure della politica agricola
comune in dieci articoli.
9
La conferenza di Stresa nel luglio 1958, gi� prevista
nell�art.43, fu l�occasione per il raffronto delle politiche agricole dei diversi stati
membri e rappresent� il primo passo concreto dopo la firma e la ratifica del
Trattato di Roma.
Nonostante le profonde divergenze di vedute dei sei stati membri (Belgio,
Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda), che impedirono, di fatto, il
raggiungimento di risultati concreti, l�olandese Mansholt cerc� di mitigare le
diverse aspettative dei vari stati membri, che propendevano chi pi� per misure
protezionistiche (Belgio, Germania) chi per la costituzione di un mercato comune
(Francia, Olanda).
Il 30 giugno 1960 la Commissione present� al Consiglio d�Europa la
versione definitiva conosciuta meglio come �Piano Mansholt� o �Bibbia Verde�
10
nella quale si propose l�attuazione dei seguenti cinque punti:
8
In effetti, una volta firmato i trattati istitutivi della CEE e dell�EURATOM del 1957 a Roma, una
politica comune nel settore dell�agricoltura rientra tra le azioni mediante le quali si intende
concretamente raggiungere gli obiettivi prefissati dal trattato stesso. (art 2)
9
In particolare l�art. 39 dispone le finalit� della PAC:
a) incrementare la produttivit� dell�agricoltura, sviluppando il processo tecnico, assicurando lo
sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di
produzione.
b) Assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola grazie in particolare al miglioramento del
reddito individuale di coloro che lavorano nell�agricoltura.
c) Stabilizzare i mercati
d) Garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
e) Assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori.
10
Il Piano si suddivideva in tre parti dedicate:
a) alla situazione dell�agricoltura e delle politiche nazionali
b) Ai principi base della PAC
c) Allo sviluppo della PAC.
Nella seconda in particolare veniva affermata l�indispensabilit� di definire contemporaneamente:
• la politica delle strutture finalizzata a diminuire ed avvicinare i costi di produzione nei sei paesi
ed a orientare razionalmente la produzione in funzione delle tendenze di mercato.
• La politica di mercato doveva tenere conto della necessit� di migliorare la produttivit� e essere
riferita alle condizioni esistenti nelle aziende vitali con una produttivit� soddisfacente. La
realizzazione del mercato unico era la fase definitiva (dal 1 gennaio 1970) di due fasi; in quella
14
a) Eliminare gli ostacoli che si frapponevano al commercio dei prodotti
agricoli dentro la comunit�.
b) Avvicinare i prezzi.
c) Eliminare tutte le pratiche anticoncorrenza.
d) Avviare un�azione comunitaria per le strutture.
e) Creare un fondo comune per l�esecuzione delle spese.
Nonostante il fatto che il Trattato si Roma e anche il Piano Manholt
ponessero l�accento sulla necessaria complementarit� tra la politica dei prezzi e
quella delle strutture, di fatto alla prima fu attribuito un ruolo preponderante, se
non esclusivo per un lungo periodo di tempo. La Comunit�, in particolare, scelse
la via del sostegno dei prezzi in via indiretta
11
; in altre parole garant� un prezzo
minimo ai produttori tramite ammassi pubblici e dazi, che preservavano dalla
concorrenza estera, o con sovvenzioni all�esportazione.
La politica Comunitaria fu basata su tre principi fondamentali:
• Mercato Unico: il che significa che nell�ambito della Comunit� non
deve sussistere alcun tipo d�ostacolo alla libera circolazione dei beni. Oltre
all�abolizione di ogni dazio doganale e di altre tasse equivalenti, cos� come di ogni
sovvenzione statale in grado di falsare la concorrenza all�interno della Comunit�,
l�immediata conseguenza di questo principio � la fissazione di un prezzo
comunitario unico per tutti i paesi membri.
• La preferenza comunitaria: conseguenza dell�unicit� del mercato, �
la preferenza da accordare alle produzioni interne e si realizza tramite la
transitoria si sarebbe provveduto all�armonizzazione delle politiche agrarie nazionali e ad altri
adattamenti in vista del mercato unico.
• La politica commerciale doveva contribuire alla realizzazione ella politica di mercato,
regolarizzando e facilitando gli scambi con i Paesi Terzi. Furono soppresse tutte le restrizioni
relative alla quantit�, all�origine delle merci o al periodo di importazione; inoltre, fu applicata una
tariffa esterna comune in sostituzione di tutte le misure nazionali di protezione.
• La politica sociale doveva contribuire a migliorare le condizioni di vita e di lavoro della
popolazione agricola
11
Il sostegno diretto del prezzo, detto anche �deficiency payments�, si concreta, invece, in una
somma per unit� prodotta corrisposta al produttore dallo Stato, pari alla differenza tra il prezzo
ritenuto remunerativo ed il prezzo effettivo realizzato sul mercato.
15
protezione di queste produzioni dalla concorrenza extracomunitaria per mezzo di
barriere doganali.
• La solidarietà finanziaria: le spese inerenti la Pac sono sostenute
proporzionalmente da tutti i paesi comunitari, non esistendo un rapporto diretto tra
contributi e ritorni.
Con Regolamento n�25 del Consiglio dei Ministri il 14 gennaio 1962 � stato
istituito il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG)
12
che
deve servire a finanziare tutte le spese necessarie a realizzare la Pac.
• Nel 1979 � stato poi aggiunto un quarto, quello della
corresponsabilità, a norma del quale gli agricoltori sono tenuti a contribuire alle
spese causate dalla sovrapproduzione (di una certa entit�) in taluni settori.
Gli indirizzi e la struttura operativa della Pac furono dunque determinati
non dai grandi eventi istituzionali, quali il Trattato di Roma e la Conferenza di
Stresa, ma dall�azione politica corrente e concreta della Commissione e del
Consiglio.
Il 14 aprile 1962 il Consiglio approv� una serie di regolamenti e defin� i
tempi necessari per raggiungere la completa unificazione del mercato, una volta
completata la fase transitoria d�avvicinamento dei prezzi nazionali verso un livello
comune.
13
Le organizzazioni comuni di mercato (OCM) adottarono nella loro
impostazione originaria quattro misure di intervento a seconda dei prodotti:
12
Tale Fondo � suddiviso in due sezioni: la prima, la sezione garanzia, finanzia le spese per le
organizzazioni comuni di mercato(OCM) per i vari prodotti agricoli dell'UE e le misure di
accompagnamento (agroambientali, forestali e di prepensionamento per gli agricoltori). Le OCM
sono state istituite per la maggior parte dei prodotti agricoli UE ed implicano una serie di norme
intese ad eliminare gli ostacoli alla libera circolazione dei prodotti agricoli nell'UE, mantenendo,
nel contempo, una dogana comune nei confronti dei paesi terzi.
La seconda sezione, l'orientamento, contribuisce finanziariamente alla ristrutturazione e
all�ammodernamento delle aziende agricole, nonch� alla tutela e alla promozione dello sviluppo
economico nelle zone rurali meno favorite, mediante molteplici misure che vanno dall'agricoltura
nelle zone di montagna ai problemi dell'esodo rurale.
13
Nel 1967 e 1968 si raggiunsero livelli di prezzi comuni e libero scambio rispettivamente per i
cereali e altri prodotti principali. Nel 1970 esistevano Organizzazioni comuni di mercato (OCM) per
una gamma di prodotti pari all�87% della produzione agricola comunitaria.
16
• Sostegno indiretto: la Comunit� ogni anno fissava un prezzo
obiettivo (indicativo, d�orientamento) che riteneva soddisfacente per il produttore.
Ad un livello pi� basso si fissava un prezzo d�intervento, che era quello garantito
dagli organismi comunitari, i quali avevano il compito di comperare i prodotti
agricoli sul mercato, nel caso in cui il prezzo di mercato fosse minore di quello di
intervento, per poi immagazzinarli e rivenderli nei periodi di penuria o per
esportarli.
• La protezione esterna: essa fu accordata al 25% della produzione e si
realizzava attraverso la protezione dalle importazioni extracomunitarie mediante
strumenti quali dazi doganali mobili detti prelievi e attraverso le restituzioni sulle
esportazioni, che corrispondono alla differenza tra il prezzo sul mercato
comunitario e quello mondiale.
• Sostegno diretto: si concretizzava in aiuti complementari ad esempio
per il grano duro, il tabacco e poteva integrarsi con misure di sostegno indiretto.
• Aiuti forfettari: per prodotti di minor importanza (luppolo, lino etc).
Essi, insieme al sostegno diretto, riguardavano il 3% della produzione agricola
comunitaria.
La scelta da parte della Comunit� di agire quasi esclusivamente nell�ambito
del sostegno dei prezzi e con il metodo del prezzo minimo garantito, comport�
tutti i motivi di crisi della Pac; le eccedenze produttive, gli oneri di bilancio
crescenti, l�acuirsi delle disparit� tra le varie agricolture e tra le varie aziende. In
particolare, le spese della sezione Garanzia
14
cominciarono ad aumentare
vorticosamente sia perch� cresceva il numero delle OCM, sia soprattutto perch� la
produzione nei settori portanti aveva raggiunti livelli incontrollabili, conseguenza
del fatto che la Commissione aveva scelto di applicare come prezzo unico quello
nazionale pi� elevato.
Il celebre II Memorandum �Agricola 90� (1968) di Mansholt, il saggio di
Zeller (1970), le proposte della Commissione conosciute come �Memorandum
14
Le sue spese furono 77, 2000, 4087, 3094, 8657 (milioni di Ecu) rispettivamente nel 1964, 1969,
1970, 1974, 1978.
17
Lardinois� (1973) furono, pur nei loro diversi orientamenti, i tentativi di rimettere
in sesto la situazione del settore agricolo europeo.
Nonostante le dichiarazioni di maggior austerit� della Commissione, le
spese del FEAOG non diminuivano, anche perch� altri tre nuovi membri erano
venuti a far parte della Comunit�, con le relative spese.
Rimanevano nella gestione della Pac sia gli squilibri tra prodotti connessi
alle differenze nel grado di sostegno e di protezione, sia gli squilibri tra le regioni
comunitarie.
I primi anni �80 furono caratterizzati dall�intera attivit� delle istituzioni
comunitarie impegnate nella revisione della Pac.
Nel documento �Politica agraria comune, proposte della Commissione�
meglio noto come COM (83)500, si affermava l�irragionevolezza del
mantenimento di garanzie illimitate di prezzo e di intervento.
La proposta di contenere i limiti di produzione, attraverso le quote sul piano
nazionale o di singola impresa, suscit� forti critiche soprattutto da quei paesi che
non avevano le responsabilit� nei surplus e nei costi di bilancio per prodotto.
La revisione della Pac avvenne nel 1984 in direzione di una politica di
contenimento dei prezzi ma una sua effettiva innovazione e realizzazione fu
difficoltoso.
Il documento del 23 luglio 1985 �Prospettive per la politica comune�
meglio conosciuto come �Libro Verde� della nuova commissione Delors
Andriessen riportava l�attenzione sulla necessit� di scelte innovative e radicali in
materia di Pac tanto che si intendeva sottoporre le proposte ad un�analisi critica da
parte del mondo politico e sindacale al fine di un consenso su una �strategia
globale di lungo periodo�.
In sostanza, la Pac si dot� di strumenti tali da consentire maggior attenzione
alle leggi del mercato, ampliando, d�altro canto, l�azione comunitaria nel
perseguimento degli obiettivi sociali.
18
Il �Libro Verde� si occupa anche di temi �nuovi�: l�ambiente, lo sviluppo
regionale, il sistema degli aiuti al reddito.
Nel dicembre 1985 la Commissione presenta un nuovo documento, il
�Libro Verde II��(Libro Bianco); come nel precedente Libro Verde, i termini del
problema sono quelli dello squilibrio tra domanda e offerta e delle relative cause,
mentre le proposte consistono ancora nel riorientamento al mercato e la
diversificazione degli strumenti di intervento
15
.
In esso, risulta innovativa la particolare attenzione che la Commissione
riserva alla centralit� e alla gradualit� del processo di riforma della PAC quale
punto di riferimento ideale per ogni decisione futura.
Il sistema protezionistico basato sull�intervento delle OCM sembrava
dissolversi a favore di misure complementari alla politica dei prezzi, consistenti
nel controllo della produzione e della spesa: quote, corresponsabilit�
16
, limiti di
garanzia.
Tuttavia, mancando la stabilit� in materia di bilancio, nel 1988 prese
l�importante decisione di limitare il ritmo annuo di aumento delle spese del
FEAOG-Garanzia al 74% del tasso di crescita del pil comunitario.
17
A garantire
tale rispetto � stato istituito un dispositivo procedurale che permette di seguire
l�evoluzione delle spese FEAOG.
Inoltre, degli stabilizzatori, vale a dire delle misure di stabilizzazione del
Bilancio Comunitario, limitano le possibilit� degli agricoltori di trovare uno
sbocco sicuro nell�intervento pubblico, determinando cos� un automatico
contenimento della produzione e quindi delle spese di gestione del mercato.
18
15
Per quanto riguarda la politica dei prezzi la Commissione chiariva la sua posizione: politica dei
prezzi restrittiva, restante comunque strumento fondamentale della PAC cui si affiancavano misure
complementari, in particolare la corresponsabilit� dei produttori e gli aiuti diretti al reddito.
16
Ad esempio il 3% del prezzo d�intervento del grano tenero quale corresponsabilit� dei produttori
fu il risultato di un lungo negoziato.
17
Tale limite in linguaggio finanziario � definito �linea direttrice� (guideline).
18
Tali stabilizzatori sono diversi per prodotto agricolo ma il principio di base � identico; quando i
quantitativi massimi garantiti vengono superati si verifica una riduzione delle garanzie in misura
proporzionale al livello del superamento del limite stesso.