- 1 -
INTRODUZIONE
In questa tesi ho cercato di analizzare l’importanza degli indicatori per la sintesi
informativa dell’attività bancaria.
Un indicatore è un’espressione sintetica che quantifica un risultato derivante da
variazioni intervenute o sulla stessa grandezza in epoche diverse, o su due o più
grandezze. Gli enti creditizi sentono sempre di più la necessità di ricorrere
all’utilizzo di indicatori.
Dopo una introduzione sulla banca, ruolo, funzioni e obiettivi, ho concentrato
l’attenzione sul sistema bancario italiano, effettuando delle ricerche circa la sua
formazione e come, attraverso delle riforme succedutesi negli anni, esso sia oggi
composto.
Dalle ricerche effettuate è emersa l’esistenza di molti indicatori, utili a sintetizzare le
varie gestioni che compongono le varie funzioni esercitate dall’ente bancario. Un
primo ostacolo da superare ha riguardato la selezione degli indicatori, per cercare di
individuare quelli più importanti e maggiormente usati concretamente dalle banche.
Per poter far questo, ho effettuato una classificazione delle gestioni della banca,
individuandone le più importanti: redditività, efficienza, liquidità, rischio e
patrimonializzazione, in modo da poter successivamente individuare per ognuna di
esse gli indicatori maggiormente utilizzati.
Durante la ricerca e lo studio dei vari indici ho potuto verificare che essi in realtà si
intrecciano tra loro, in quanto a loro volta, anche le varie gestioni che essi
sintetizzano interagiscono: infatti non possiamo prendere in considerazione ad
esempio la redditività senza tener conto del rischio o dell’efficienza.
Alla fine del lavoro è sorta l’esigenza di analizzare un caso concreto. Ho infatti
dedicato l’ultimo capitolo alla valutazione ed individuazione degli indicatori del
gruppo Intesa Sanpaolo, del quale ho confrontato sia due esercizi consecutivi (2007 –
2008) e sia l’andamento del gruppo in relazione agli altri più importanti gruppi del
sistema bancario italiano, in modo tale da avere una verifica sull’importanza degli
indicatori e se questi hanno realmente potuto sintetizzare e confrontare sia un
- 2 -
medesimo ente su due periodi differenti e sia due o più gruppi che appartengono allo
stesso settore.
L’analisi effettuata non poteva non tener conto dell’impatto che ha avuto la crisi
finanziaria sulle banche del nostro Paese, in quanto influenza negativamente tutti gli
indici studiati. Essendo più volte chiamata in causa nel Capitolo III, ho dedicato
l’ultima parte del mio lavoro (Appendice) alla crisi che attraversano i mercati
finanziari, delineando i tratti essenziali della sua costituzione, della influenza sul
nostro sistema bancario ed infine delle misure adottate nel nostro Paese per gestire la
difficile situazione.
- 3 -
CAPITOLO I
LA BANCA, IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO, GLI INDICATORI
1.1 - LA BANCA. RUOLO E FUNZIONI NEL SISTEMA FINANZIARIO
La banca è senza dubbio l’intermediario più importante nel sistema finanziario. Si
qualifica attraverso lo svolgimento della funzione monetaria, l’esercizio del credito e
la trasformazione del risparmio liquido in forme durevoli di investimento.
1
Questa appena descritta è una definizione economica di tipo tradizionale. L’attività
bancaria può anche essere configurata con un’altra definizione, ossia un esercizio
sistematico e congiunto di due attività: la concessione dei prestiti e la raccolta dal
pubblico di fondi rimborsabili.
2
L’economista Antonio De Viti De Marco sosteneva che la banca costruisce le proprie
basi operative come un’impresa che offre servizi di pagamento.
Il termina “banca” deriva da “banco” che nel Medioevo qualificava l’esercizio della
custodia e della verifica del valore della moneta legale (metallica) svolto da
mercanti, cambiavalute e orefici. Questi servizi ovviamente venivano remunerati,
attraverso delle commissioni, che davano luogo ad un guadagno.
La banca è il risultato di un processo evolutivo dove si sono articolati
cronologicamente i seguenti eventi:
Dapprima offerta di servizi di custodia (depositi) della moneta legale
(metallica);
Successivamente, offerta di servizi di pagamento;
Infine, utilizzo dei propri debiti nell’erogazione dei prestiti.
3
In termini normativi il Testo unico bancario all’articolo 10 precisa che:
1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono
l'attività bancaria. Essa ha carattere d'impresa.
2. L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche.
1
Bianchi T. Le banche di deposito (pag. 4)
2
Baravelli M. Strategia e organizzazione della banca (pag. 10)
3
Baravelli M. Strategia e organizzazione della banca (pag.10)
- 4 -
3. Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria, ogni altra attività finanziaria,
secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali.
Sono salve le riserve di attività previste dalla legge.
Le banche sono gli unici operatori abilitati all’esercizio congiunto del credito e della
raccolta di fondi direttamente presso il pubblico, risultando quindi in possesso di una
capacità autonoma di provvista presso gli operatori finali.
L’ente creditizio, definito dalla II direttiva comunitaria come operatore che raccoglie
fondi presso il pubblico con vincolo di restituzione e concede prestiti, ha assunto la
denominazione di banca. È stata così eliminata la distinzione istituzionale tra gli enti
che operano prevalentemente nel breve e quelle nel medio e lungo periodo, così
come era previsto dalla Legge Bancaria del 1936 (approfondita nel paragrafo
successivo).
4
La funzione principale che può essere svolta soltanto dalla banca è quella monetaria,
che può essere definita come « Possibilità per la banca di utilizzare i propri debiti
come moneta. Questa funzione può essere esercitata esclusivamente dalle banche:
detenendo un deposito si può utilizzare direttamente il denaro che vi è versato, senza
essere obbligati dapprima a prelevare e poi utilizzare i soldi. Questo dà la
possibilità alla banca di declinare il suo debito in vari mezzi di pagamento: carte di
credito, assegni, ecc. Questa è quella che viene chiamata funzione qualitativa. »
5
La capacità di emettere strumenti di debito che sono accettati per il regolamento
degli scambi non deriva da una norma legislativa, ma bensì da un rapporto fiduciario
che si stabilisce tra i partecipanti allo scambio e fra questi e la banca. Ciò vuol dire
che la banca può continuare ad esercitare le funzioni creditizia e monetaria finché
gode della fiducia del pubblico.
La funzione creditizia realizza il collegamento tra il risparmio raccolto e il
finanziamento erogato. La banca assume il ruolo di intermediario nel trasferimento a
titolo di credito tra i soggetti i surplus e quelli in deficit, attuando una trasformazione
qualitativa e temporale dei fondi raccolti, modificando le scadenze degli
4
Onado M. La banca come impresa (pag.22)
5
http://www.wikipedia.org
- 5 -
investimenti, il prezzo al quale sono negoziati. La banca, ponendosi come
intermediario, fa superare le difficoltà derivanti da uno scambio diretto.
La differenza tra uno scambio diretto e uno indiretto può essere sintetizzato dalla
seguente tabella:
6
Ammontari Tempi Rischio di credito
Credito diretto
Piena
coincidenza
Piena coincidenza Grava sull’investitore
Credito
indiretto
Non coincidenza
(trasformazione
degli
ammontari)
Investimenti
liquidabili
(trasformazione
delle scadenze)
Grava
sull’intermediario
(banca)
Credito
intermediato
Non coincidenza
Non coincidenza
(possibilità di
vendere i titoli sui
mercati secondari
prima della
scadenza)
Grava sull’investitore
(si trasforma in rischio
di mercato in caso di
vendita titoli sul
mercato secondario)
I costi per i soggetti che operano sul mercato, che quindi rappresentano i ricavi per la
banca derivanti dall’intermediazione creditizia sono: lo spread tra interessi attivi (di
impiego) e interessi passivi (di raccolta); le commissioni che sono riconosciute alle
banche e agli altri intermediari nell’attività di intermediazione finanziaria; i costi di
struttura dell’intermediario.
I costi per la banca, invece, sono rappresentati dai costi per il personale, per il
mantenimento di sedi e filiali e per la gestione dell’infrastruttura informatica.
Grazie alle nuove tecnologie, negli ultimi anni è richiesto alla banca l’erogazione di
un nuovo servizio: offrire alla clientela di svolgere operazioni bancarie anche quando
gli sportelli bancari sono chiusi, attraverso gli sportelli automatici bancomat, o
attraverso internet, mediante il servizio di banca virtuale, o ancora per mezzo dei
servizi telefonici (call center). È richiesta infatti una maggior celerità del servizio,
evitando code e perdite di tempo. Ciò facilita anche l’attività delle banche,
alleggerendo il lavoro degli addetti agli sportelli, i quali possono in tal modo
6
Tutino F. Economia e gestione bancaria (pag.22)
- 6 -
dedicarsi a svolgere operazioni più complesse, come ad esempio un servizio di
consulenza.
Negli ultimi tempi, assume sempre maggior importanza la cosiddetta banca virtuale,
che è in grado di erogare servizi bancari erogabili, appunto, on–line. Questa
possibilità, però, trova un limite nella difficoltà di digitalizzare completamente i
sistemi di erogazione. Il virtual banking deve trovare, quindi, adeguate integrazioni
con strutture bancarie e finanziarie tradizionali.
7
Altra funzione importante è la trasmissione degli impulsi di politica economica. Ciò
è necessario in quanto la banca, attraverso le operazioni di concessione di credito,
influenza il processo di produzione / distribuzione del Prodotto Interno Lordo
(P.I.L.).
Affinché la Banca Centrale Europea incida sulle variabili del sistema economico,
adotta dei regolamenti, che dovranno essere recepiti ed adottati dalle banche, in
modo tale da avere efficacia sugli operatori economici. I temi sui quali interviene la
politica economica sono: bilancia dei pagamenti, andamento dei prezzi e crescita
economica.
Fondamentale risulta anche la trasformazione delle scadenze e dei rischi, che è
un’operazione effettuata dalla banca, dove quest’ultima ha la possibilità di offrire
contratti di investimento e di finanziamento con caratteristiche di liquidità, scadenza
e rischio diverse, a seconda delle caratteristiche del cliente, in termini di solvibilità e
garanzie offerte.
La banca nel tempo si è sviluppata sempre più offrendo una gamma di nuovi servizi
e prodotti. La particolarità sta nel fatto che l’offerta di più prodotti è caratterizzata da
elementi di congiunzione e di interdipendenza produttiva molto più intensi rispetto a
quelli offerti da altre imprese. Per la banca è importantissimo conoscere le esigenze
della propria clientela in modo tale da poter essere in grado di offrir loro il prodotto o
servizio più adatto alle diverse esigenze. Infatti la personalizzazione delle attività
finanziarie implica l’esistenza di rapporti con i clienti che non si limitano al semplice
7
Baravelli M. Strategia e organizzazione della banca (pag. 226)
- 7 -
scambio di moneta, ma si caratterizzano per un intenso scambio di informazioni e di
servizi in grado di arricchire e accentuare l’esclusività della relazione.
8
I principali bisogni finanziari richiesti dalla clientela sono tre:
Copertura degli squilibri finanziari che si determinano tra reddito e impegni di spesa
del cliente, il quale richiede un credito per coprire investimenti;
Domanda di attività finanziarie, quali depositi che valorizzino le risorse correnti non
utilizzate per l’acquisto di beni di consumo o di investimenti reali;
Possibilità di regolare i pagamenti attraverso l’utilizzo di un genere monetario che
limiti i rischi e i costi connessi alla detenzione della moneta legale.
1.2 - IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO E LE RIFORME DEL 1936 E
DEL 1993
Dopo aver descritto la banca e analizzato le sue funzioni, ora tratteremo del sistema
bancario italiano e di come esso è mutato nel tempo.
Il sistema bancario italiano ha subito due grandi riforme: quella del 1936 e quella del
1993.
Come riportato da Banca d’Italia nel suo sito
9
, la riforma del 1936 risultò necessaria
per risolvere la situazione disastrosa generata dalla Grande Depressione e dalla crisi
economica del 1929.
In questi anni infatti la Banca Centrale ebbe il compito di salvare dal fallimento
molte banche miste, composte da partecipazioni sempre più svalutate, trovandosi ben
presto in una situazione di incapacità di risolvere da sola la situazione, avendo al suo
interno un attivo immobilizzato. Fu per questo che vennero creati due istituti: Istituto
Mobiliare Italiano (IMI) e Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI). Il primo
assumeva il ruolo di garanzia per i finanziamenti di medio – lungo periodo, mentre il
secondo acquisì le partecipazioni delle banche in difficoltà.
Con la guerra ormai alle porte, si formulò la Riforma Bancaria che può essere
sintetizzata nei seguenti punti:
8
Onado M. La banca come impresa (pag.34)
9
http://www.bancaditalia.it
- 8 -
Banca d’Italia divenne “istituto di diritto pubblico”, dove svolgeva il ruolo di
emissione;
Agli azionisti privati vennero sottratte le proprie quote e furono affidate agli
enti finanziari di rilevanza pubblica;
La Banca non poteva più effettuare lo sconto diretto agli operatori non bancari;
Separazione tra banca ed industria;
Separazione tra credito a breve termine / lungo termine;
Creazione di un nuovo organo: Ispettorato per la difesa del risparmio e
l'esercizio del credito, che ricopriva il ruolo di vigilanza, presieduto dal
Governatore e diretto da un comitato di ministri presieduto dal Capo del
Governo.
Con la legge bancaria si ribadiva una divisione del lavoro bancario che teneva conto
degli aspetti funzionali e di quelli dimensionali, assegnando i vari ruoli in relazione
alla natura giuridica.
Si ebbe una specializzazione funzionale, che separava le banche che erogavano
credito a breve termine (Istituti, imprese ed enti raccoglitori del risparmio a breve
termine), da quelle che erogavano credito a lungo termine (Istituti raccoglitori di
risparmio a medio / lungo termine), ed una specializzazione territoriale
/dimensionale, dove le aziende di credito venivano ordinate in diverse categorie,
dove ad ognuna categoria corrispondeva una diversa disciplina, nel dettaglio:
- Banche di interesse nazionale (competenza nazionale);
- Istituti di diritto pubblico (competenza regionale, interregionale);
- Banche ordinarie, casse di risparmio, banche popolari (competenza regionale,
provinciale);
- Casse rurali (competenza comunale).
10
Come si è accennato all’inizio del paragrafo, il sistema bancario italiano ha subito
un’altra riforma, dettata dal Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia
10
Guarino, Toniolo. La Banca d’Italia ed il sistema bancario (1919 – 1936) (pag. 852)
- 9 -
(D.lgs. 1 Settembre 1993, n. 385) con la quale si è realizzata la riforma della Legge
Bancaria vigente dal 1936.
La novità rispetto alla precedente legge è senza dubbio l’abbandono del principio
della specializzazione temporale (non vengono più fatte distinzioni per scadenza),
operativa (possibilità di utilizzo di una notevole gamma di strumenti finanziari come
l’emissione di obbligazioni per sostenere la raccolta a breve termine) e istituzionale
(eliminazione delle vecchie strutture giuridiche che vengono ricondotte alla ragione
giuridica di S.p.A). Infatti si notò che la specializzazione aveva causato una
segmentazione protetta dei mercati e posizionamenti strategici forzati.
Si preferisce quindi procedere verso l’imprenditorialità e la concorrenza,
permettendo alle banche una maggior libertà operativa. Esse infatti, sono in grado di
poter scegliere la forma istituzionale (gruppo bancario o banca universale) e possono
adottare delle strategie di diversificazione produttiva.
11
Il sistema bancario era infatti vincolato da assetti stabiliti dalla regolamentazione,
dove le autorità di vigilanza, per tutelare la stabilità del sistema creditizio, avevano
stabilito la divisione del lavoro e la struttura dei mercati finanziari e creditizi. Ciò
comportò però un consolidamento di aree protette e contesti di mercato
monopolistico ed oligopolistico che si rivelò ovviamente dannoso per quanto
riguarda la gestione strategica delle banche.
Dopo la legge bancaria del ’93, le banche si trovarono ad affrontare un nuovo
contesto dovuto alla deregolamentazione che aumentò l’autonomia strategica e il
grado di competitività dei mercati.
Le banche devono cercare di conseguire nuovi obiettivi: lo sviluppo dell’innovazione
per poter competere nel mercato di appartenenza. Si può ottenere lo sviluppo soltanto
in una situazione di efficienza e redditività.
Quindi l’aumento della redditività del capitale proprio è il vincolo che stimola al
cambiamento organizzativo e al potenziamento della gestione strategica.
Davanti a queste novità non bisogna trascurare due eventi che hanno vincolato le
banche a perseguire risultati sempre crescenti in termini di redditività ed efficienza.
11
Baravelli M. Stategia e organizzazione della banca. (pag. 3)
- 10 -
Questi due eventi sono l’avvio del mercato unico europeo e l’introduzione della
moneta unica. Di seguito si ha una breve descrizione, riportata dal “Portale
dell’Unione Europea”:
12
1. Avvio del mercato unico europeo: una tra le principali realizzazioni dell'Unione
Europea, dove sono state gradualmente eliminate le restrizioni agli scambi e
alla libera concorrenza fra gli Stati membri, il che ha contribuito
all'innalzamento del tenore di vita. Il mercato unico non è ancora diventato uno
spazio economico unico: alcuni settori dell'economia, come i servizi pubblici,
restano soggetti alle legislazioni nazionali. I singoli Stati membri dell'Unione
Europea mantengono un'ampia sovranità in materia fiscale e di protezione
sociale.
2. Introduzione della moneta unica: l'Euro è la moneta unica dell'Unione Europea.
Dodici degli allora quindici Stati membri dell'Unione lo hanno adottato per le
operazioni non in contanti dal 1999 e per tutti i pagamenti dal 2002, quando
sono entrati in circolazione le monete e i biglietti in euro.
Parallelamente all'obiettivo della stabilità monetaria, di competenza della Banca
centrale europea, gli Stati membri perseguono gli obiettivi di una crescita più
sostenuta e della convergenza economica; ogni paese dell'Unione Europea, infatti,
deve soddisfare i cinque criteri di convergenza, che sono:
a) stabilità dei prezzi: il tasso di inflazione non può superare di più dell'1,5% la
media dei tre Stati membri con l'inflazione più bassa;
b) tassi di interesse: i tassi di interesse a lungo termine non possono variare di più
del 2% rispetto alla media dei tre Stati membri con i tassi di interesse più bassi;
c) deficit: il deficit di bilancio deve essere inferiore al 3% del PIL;
d) debito pubblico: non può superare il 60% del PIL;
e) stabilità dei cambi: i tassi di cambio devono aver rispettato i limiti di
fluttuazione per almeno due anni.
Confrontando il nostro sistema bancario a livello europeo bisogna segnalare dei
ritardi per quanto riguarda lo sviluppo dimensionale e la diversificazione dei servizi
12
http://www.europa.eu/index_it.htm