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Introduzione
Le imprese di assicurazione svolgono un’attività che riguarda una particolare
tipologia di domanda di mercato. Tale attività, consiste principalmente
nell’assunzione dei rischi puri che avviene attraverso l’emissione di polizze e
l’incasso dei premi.
L’attività assicurativa si caratterizza con il principio dell’inversione del ciclo
produttivo, ovvero, prima si incassano i ricavi e successivamente si sostengono i
costi. Questa particolare caratteristica permette alle compagne di assicurazione di
avere a disposizione tanta liquidità iniziale.
Dunque, la vera sfida è quella di stimare in maniera accurata i costi da sostenere
in futuro in base ai rischi assunti. I costi stimati formano le riserve tecniche da
iscrivere a bilancio.
Le riserve tecniche si differenziano dalle ordinarie riserve di patrimonio netto
e rappresentano la voce del passivo più importante nel bilancio delle imprese di
assicurazione.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare il processo di formazione
delle riserve tecniche che compongono il bilancio delle compagne di assicurazione
che operano nel ramo danni ed i modelli statistici adottati da quest’ultime al fine di
stimare la riserva sinistri.
Questo lavoro è strutturato in due parti: una prima parte teorica e una seconda
parte di analisi empirica suddivise in cinque capitoli.
Nel primo capitolo sarà trattato il processo di formazione delle riserve tecniche.
In particolare, saranno analizzati le varie tipologie di riserve tecniche ed i metodi
previsti per la loro determinazione. Inoltre, sarà analizzato il processo di
determinazione del premio e le tecniche di personalizzazione adottate dalle
compagne di assicurazione.
Il secondo capitolo prevede l’introduzione del primo modello deterministico
oggetto di analisi di questo elaborato. Il modello individuato è il c.d. Chain Ladder.
Si tratta di uno dei metodi più utilizzati dalle compagne di assicurazione per la stima
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della riserva sinistri. In questo capitolo saranno introdotti la metodologia di calcolo,
le varianti di questo modello ed i punti critici.
Il terzo capitolo sarà dedicato ai Modelli Lineari Generalizzati (GLM). Si tratta
di una categoria di modelli largamente utilizzati dalle compagne di assicurazione
per la stima dei premi nei rami danni. In questo capitolo sarà presentata la struttura
di questi modelli, le modalità di stima dei parametri e le misure di verifica della
bontà di adattamento.
La seconda parte di questa tesi sarà dedicata a due analisi empiriche che hanno
l’obiettivo di applicare i modelli presentati a due set di dati reali.
Nel quarto capitolo sarà effettuata un’applicazione del metodo Chain Ladder
al dataset utilizzato da Michael G. Wacker per la redazione del paper “A test of
clinical Judgment vs. statistical prediction in loss reserving for commercial auto
liability”. L’analisi ha l’obiettivo di stimare l’importo della riserva sinistri
attraverso l’applicazione del Chain Ladder introdotto al secondo capitolo.
Nel quinto ed ultimo capitolo andremo ad applicare i Modelli Lineari
Generalizzati ad un portafoglio composto da 678013 polizze di responsabilità civile
auto del mercato francese. Il dataset è stato utilizzato da Alexander Noll, Robert
Salzmann e Mario V. Wuthrich per la redazione del paper “Case Study: French
Motor Third-Party Liability Claims”. L’obiettivo di questo capitolo è quello di
stimare la frequenza dei sinistri per ciascuna classe tariffaria attraverso
l’applicazione dei GLM descritti nel terzo capitolo.
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Capitolo 1: la formazione delle riserve tecniche
Le imprese di assicurazione svolgono un’attività molto particolare all’interno
del sistema economico che consiste principalmente nell’assunzione dei rischi puri
attraverso l’emissione di polizze. L’assunzione del rischio avviene dietro il
pagamento di un premio che costituisce la fonte di ricavo principale per l’attività
assicurativa. Il Codice civile definisce l’assicurazione come «il contratto col quale
l’assicuratore, verso il pagamento di un premio (1901, 2952), si obbliga a rivalere
l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro (1904
ss.), ovvero a pagare un capitale o una rendita (1872) al verificarsi di un evento
attinente alla vita umana»
1
. Questa definizione individua diversi soggetti che
possono coinvolgere più persone:
o Assicuratore: è l’intermediario che si accolla il rischio. Incassando il
premio si assume l’obbligo di pagare l’importo concordato al verificarsi
dell’evento assicurato;
o Contraente: è il soggetto che sottoscrive la polizza e si assume tutti i
diritti e doveri (pagare i premi e designare il beneficiario);
o Beneficiario: è la persona a favore della quale ricadono i benefici
derivanti dalla polizza;
o Assicurato: è il soggetto esposto al rischio.
La funzione delle imprese di assicurazione consiste nella copertura dei rischi
puri, demografici e finanziari. I rischi puri si differenziano da quelli finanziari in
quanto la loro manifestazione determina esclusivamente una perdita e mai un
profitto. Nel sistema finanziario le imprese di assicurazione svolgono
essenzialmente due funzioni:
1. La gestione del rischio: rappresenta l’attività caratteristica in senso
stretto delle assicurazioni e consiste nella vendita di polizze, offrendo
strumenti per la copertura dai rischi puri;
2. L’allocazione delle risorse: le imprese di assicurazioni sono
caratterizzati dall’inversione del ciclo produttivo e questo permette a
1
Articolo 1882 del Codice civile
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loro di disporre di un’enorme liquidità iniziale. La gestione
patrimoniale-finanziaria consiste nell’investimento di tale liquidità al
fine di far fronte agli eventuali esborsi futuri.
Le principali difficoltà che affrontano le imprese di assicurazione durante lo
svolgimento della propria attività produttiva riguardano la determinazione del
premio da applicare ai contraenti e l’ammontare delle riserve tecniche da
accantonare.
Questo primo capitolo ha l’obbiettivo di approfondire il processo di formazione
delle riserve tecniche a partire dai principi di calcolo dei premi fino ai metodi di
valutazione delle riserve. (Fonte: Cappiello A., 2018)
1. I principi di calcolo del premio
Nell’attività assicurativa, il premio rappresenta il corrispettivo pagato
dall’assicurato a fronte dell’assunzione del rischio da parte della compagnia. Le
polizze dei rami danni hanno una finalità indennitaria e dunque il premio per
ciascun contratto è basato sulla valutazione probabilistica della prestazione
aleatoria dell’assicuratore, ovvero, del risarcimento per i danni provocati dei sinistri
durante il periodo di copertura. Si tratta di valutare per ciascun rischio le
distribuzioni del numero dei sinistri e del danno per sinistro nel caso in cui si
verifichi. Tali valutazioni si ottengono non per singolo contratto, ma a partire dai
dati di un portafoglio.
Per portafoglio si intende un insieme di rischi eterogenei ripartiti in sottogruppi
di rischi con caratteristiche analoghe al fine di ottenere classi omogenee per
sinistrosità. In questo modo si differenziano i premi per gli assicurati della
collettività considerando i diversi profili di rischio.
Grazie alla legge dei grandi numeri
2
, la perdita della compagnia di assicurazione
su un portafoglio è molto più prevedibile di quella su un singolo individuo. Essa
2
La legge dei grandi numeri descrive il comportamento della media di una sequenza di n prove di
una variabile casuale, indipendenti e caratterizzati dalla distribuzione di probabilità al crescere di n.
In altre parole, afferma che all’aumentare del numero di prove, la distribuzione della probabilità
della frequenza relativa con cui un evento casuale si verifica tende sempre a concentrarsi intorno a
P (la probabilità dell’evento stesso).
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Impliciti
Espliciti
Incasso
Acquisizione
Gestione
Premio puro
Premio di tariffa
Premio pagato dal contraente
non dovrebbe essere molto lontana dal suo valore atteso. Questo porta al principio
generalmente applicato secondo il quale, il premio dovrebbe basarsi sulla perdita
attesa che viene trasferita dal contraente all’assicuratore. Il premio così ottenuto
prende il nome di premio equo. Aggiungendo al premio equo i caricamenti di
sicurezza si ottiene il c.d. premio puro. A quest’ultimo vanno aggiunti i caricamenti
per i costi amministrativi, di acquisizione e di incasso per ottenere il premio di
tariffa.
Figura 1.1: la configurazione del premio
La necessità dei modelli statistici-attuariali deriva dal fatto che le perdite attese
variano tra le polizze: il tasso di sinistrosità e il danno atteso non sono gli stessi per
tutti gli assicurati. Per ciascuna polizza il premio viene determinato da alcune
variabili che caratterizzano il soggetto e i beni assicurati come età, sesso, area di
residenza, reddito, istruzione, età e modello auto e tante altre caratteristiche. La
raccolta di queste variabili è determinata dalla disponibilità dei dati. Alcuni di essi
sono molto più facili da ottenere, come età e sesso del contraente, mentre altri sono
più difficili considerando anche le c.d. asimmetrie informative
3
.
3
Con asimmetrie informative si intende la condizione in cui un’informazioni non è condivisa
integralmente fra gli individui facenti parte di un processo economico. In questo specifico caso,
l’assicurato possiede più informazioni rispetto alla compagnia circa le sue abitudini che possono
aumentare il rischio di sinistro.
Premio
equo
Caricamenti
di sicurezza
Caricamenti
per spese
Spese di
emissione
o diritti
fissi
Imposte
sul
premio