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Introduzione
Spiegare cosa sia oggi l’Europa, come si sia evoluta nel corso degli anni, non è certamente
un’impresa semplice.
I fatti, gli avvenimenti che hanno dato vita al progetto europeo sono stati tanti, innumerevoli e
singolari. I padri fondatori si sono ispirati ai principi fondamentali stabiliti dai trattati, con l’intento
ben preciso di trasmettere tale eredità alle nuove generazioni..
Se prestiamo attenzione agli obiettivi e alle sfide che l’Europa ancor oggi si ripromette di
raggiungere, ci accorgiamo che le conclusioni non sono così lontane, considerando che la crisi che
si vive in Europa è la stessa che investe gran parte dei paesi extra europei.
Lo studio sin qui affrontato mi ha permesso di valutare i progressi politici ed economici che
l’Unione Europea ha sostenuto fino ad oggi, non senza difficoltà e contrasti.
Il Libro bianco sulla Gioventù, le nuove strategie messe in campo, la politica del dialogo e della
comunicazione, la rete digitale, l’Erasmus, sono solo alcuni dei passaggi significativi e per certi
versi obbligati del lungo percorso intrapreso dall’Europa, per poter dare risposte esaurienti ai
numerosi problemi e alla crisi che da decenni affligge la nostra gioventù in Europa.
L’Erasmus è stato un progetto che ha consentito a tanti giovani studenti europei, di muoversi
liberamente all’interno dei paesi, dell’area comunitaria, rispondendo in modo efficace alla richiesta
di studio, lavoro e professionalità.
Con l’aggiornamento del programma Erasmus+ (plus) si è consolidato nel tempo, quantitativamente
per numero di studenti e qualitativamente per i programmi inseriti, il concetto di mobilità.
Ho cercato di spiegare che cosa sia la mobilità, ma soprattutto che cosa rappresenti per uno studente
universitario andare all’estero.
Altrettanto importante è stato sottolineare l’impegno di acquisire una formazione informatico
digitale, per consolidare la propria posizione lavorativa e professionale.
In questa direzione si è mossa la Commissione Europea, quando ha adottato il 17 gennaio 2018, la
“comunicazione sul piano d’azione per l’educazione digitale”.
L’Europa finalmente ha accettato la sfida del mondo tecnologico in linea con le nuove generazioni
nate tra il 1980 e il 2000 , i “Millenials”.
Questa generazione, cresciuta con Internet e la banda larga, appartiene alla società cibernetica
partecipativa e ha a che fare con le community, i social, i format pubblicitari e creano
conversazioni con i social network.
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Perché ho parlato di questa nuova generazione? Perché esiste un collegamento stretto con gli
obiettivi e le priorità che l’UE si è data nel momento in cui ha affrontato il problema dell’istruzione
giovanile e del mercato del lavoro e della mobilità.
Questi temi, si intrecciano continuamente, trovando possibilità di realizzazione nel momento in cui
tutte le variabili interagiscono assieme per raggiungere un livello di sviluppo compatibile con il
progresso economico.
Per dare una risposta scientifica ai quesiti che mi ero posta, mi sono avvalsa di un’indagine
tecnico-scientifica, costituita da una raccolta dati, proiezioni, istogrammi, tabelle e grafici.
Ho quindi spostato l’attenzione sullo studio di un’organizzazione volontaria che si è sviluppata
proprio grazie al progetto Erasmus, perché questa ci può rivelare le strategie, e le risorse che i
giovani europei possono mettere in campo per poter raggiungere gli obiettivi proposti.
Si tratta dell’Erasmus Student Network (ESN), un’associazione studentesca internazionale no-profit
fondata nel 1990: il suo scopo è quello di migliorare le condizioni, l’esperienza di studio o di
tirocinio all’estero tra i giovani studenti, sia che essi abbiano aderito al programma Erasmus sia che
non l’abbiano fatto.
Anche le Istituzioni Europee collaborano insieme, per sostenere gli obiettivi di ESN International,
per una semplice ragione, sostenere principalmente la mobilità studentesca.
Se osserviamo questo tipo di organizzazione al suo interno ci accorgeremo delle numerose attività e
realtà progettuali che la caratterizzano.
In particolare ho concentrato l’attenzione su due sezioni locali all’interno di ESN: Roma ASE e
ESN Sevilla. Ho fatto ricadere la scelta su Roma perché è la città sede del mio corso di studi,
mentre Siviglia è stato il luogo dove ho svolto l’Erasmus nel 2017.
Questo breve cenno sulle associazioni ESN mi ha portato a elaborare un’indagine che mi ha
consentito di mettere a confronto i due tipi di sezione.
In questa fase finale ho realizzato un tipo di ricerca empirica di tipo quantitativo, servendomi di 2
questionari strutturati su un campione auto-costruito di studenti.
La compilazione del questionario utilizzato per l’indagine è stato diviso in sezioni, ognuna delle
quali ha contemplato la conoscenza dell’organizzazione, la qualità dei servizi offerti, il livello
d’interazione ai programmi internazionali e nazionali, lo sviluppo della conoscenza linguistica, la
valutazione generale delle sezioni ESN, gli atteggiamenti e le azioni perseguite.
A partire dai risultati riportati e dalle interviste allegate in appendice poi, sono giunta alle
conclusioni.
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Questo lavoro non sarebbe nato se non avessi avuto l’occasione di partire per l’Erasmus. Per me è
stata una grande esperienza, mi sono adattata ad un ambiente diverso rispetto a quello in cui vivo,
mi ha aperto nuovi orizzonti e ho conosciuto persone da ogni parte del mondo.
Il logo dell’Ayuntamiento di Siviglia è "NO8DO". In spagnolo, questo significa “No me ha dejado”
o in italiano, “non mi ha abbandonato”. Dopo aver vissuto lì per 6 mesi, so nel mio cuore che
Siviglia non mi lascerà mai, anche adesso che sono tornata in Italia. Ho indossato un abito da
flamenco e ho ballato la “sevillana” per la Féria, ho camminato lungo le processioni a candele
illuminate della Semana Santa e ho osservato con orrore la corrida. Ho assistito al tramonto sul
fiume, alla luce che risplende attraverso le vetrate colorate della cattedrale e ai fiori che sbocciano
nell'Alcazar. Ho viaggiato in vari posti, ma Siviglia mi ha incantata e nel mio cuore conserverò per
sempre i ricordi di questo posto speciale.
Grazie a tutti coloro che sono stati parte della mia esperienza e mi hanno supportato lungo il
cammino, non cambierei nulla.
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Capitolo 1
Lo sviluppo sostenibile dell’Unione Europea
1.1 Un trattato per l’integrazione europea
L’Unione Europea ha precise radici storiche, che vanno individuate nel disastro determinato dalla
Seconda Guerra Mondiale. Quel tragico conflitto causò milioni di morti, feriti, deportazioni; intere
città furono rase al suolo e ridotte in macerie e i sopravvissuti dovettero patire la fame e la miseria.
Queste enormi sofferenze umane segnarono il destino di gran parte delle popolazioni d’Europa.
Nacque l’esigenza sostenuta da molti uomini politici, giuristi, statisti ed esponenti della cultura del
dopoguerra, di perseguire un disegno di riconciliazione, di unità e di prosperità, allo scopo di
evitare altri conflitti o sanguinose guerre che potessero mettere di nuovo a rischio la pace, ma
soprattutto di riuscire a garantire attraverso enti sovranazionali un’intesa stabile.
Per Altiero Spinelli, non c’era che una sola soluzione duratura per uscire da una situazione di
guerra: l’unità europea. “Il primo compito in avvenire, senza il quale tutto il progresso sarebbe
illusorio, è l’abolizione definitiva delle frontiere che dividono l’Europa in Stati sovrani.”
1
Negli Anni ’50 la Comunità europea prende forma attraverso l’abolizione delle frontiere doganali
del Carbone e dell’Acciaio, un accordo che inizia ad unire i Paesi europei sul piano economico e
politico. Il 18 aprile 1951 viene firmato a Parigi il primo Trattato della Comunità europea del
carbone e dell’acciaio (CECA). I 6 paesi firmatari sono il Belgio,la Francia, la Germania, l’Italia,
Lussemburgo e i Paesi Bassi. Con la sua entrata in vigore il 23 luglio del 1952, si pongono le
fondamenta del processo di integrazione.
2
Tutto questo accadde in seguito alla proposta del ministro degli esteri francese Robert Schuman che
in un suo piano riguardante l’Europa, avanzò una proposta nei confronti della Germania ormai
sconfitta e divisa: riunire in un mercato comune le industrie più importanti del carbone e
dell’acciaio sotto il controllo di una autorità sovranazionale.
In seguito, altri trattati furono firmati dagli Stati membri della comunità come quello di Roma del
1957 che istituì la Comunità Economica Europea (CEE), e la Comunità Europea dell’energia
atomica (Euratom).
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1
Altiero Spinelli, Op. cit. il Manifesto di Ventotene
2
Adam R., Tizzano A., Lineamenti di diritto dell’Unione Europea, Giappichelli, Torino,2016
3
Adam,Tizzano, Op.Cit. pp. 22-23
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L’obiettivo era molto semplice ed intuitivo: creare un mercato comune interno all’Europa, dove
potessero circolare liberamente merci, persone, servizi e capitali.
Al di là di questi motivi di natura pratica ed economica va rivelata l’esistenza di motivi storici ed
etici che diedero avvio all’idea di un’Europa unita.
Uno degli scopi principali era quello di mettere fine ai frequenti conflitti e alle violente dispute tra
paesi confinanti.
Dopo la guerra iniziò un periodo protratto per 40 anni, denominato guerra fredda, in cui le nazioni
europee furono divise tra Oriente ed Occidente. I Paesi dell’Est furono sottoposti al dominio e al
controllo dell’Unione Sovietica e quelli dell’Europa occidentale al controllo degli Stati Uniti
d’America, i c.d. paesi della NATO (North Atlantic Treaty Organization)
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.
In questo senso va letta la genesi della nascita europea del Carbone e dell’Acciaio che inizia ad
unificare i paesi europei sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico, garantendo
almeno nelle intenzioni una pace duratura.
Al di là dei fatti storici sin qui trattati, vanno sottolineati determinati obiettivi che l’Unione Europea
sin dalla sua nascita volle stabilire e incentivare: “Promuovere la pace, con i suoi valori ed il
benessere dei cittadini – libertà, sicurezza e giustizia superando qualsiasi barriera o confine –
favorire lo sviluppo sostenibile – combattere la discriminazione e l’emarginazione sociale –
rafforzare la coesione economica sociale e territoriale promuovendo la solidarietà tra gli stati
membri – incentivare il progresso scientifico e tecnologico – proteggere la diversità linguistica e
culturale – istituire un’unione economica e monetaria inserendo l’Euro come moneta unica della
Comunità”.
5
Gli obiettivi che la Comunità ha voluto sostenere e raggiungere trovano giustificazione nei valori
che l’U.E. ha stabilito come principio unificante da condividere da parte di tutti gli stati membri.
Non ci si deve meravigliare se i valori dell’U.E. abbracciano la persona umana in ogni suo aspetto,
dalla sua dignità che è, e rimane inviolabile, alla libertà, permettendo ai cittadini di circolare e
soggiornare liberamente sul territorio europeo.
Di rilevante importanza rimane la democrazia, la quale consente al cittadino europeo di godere dei
diritti politici, di candidarsi e di votare, il valore dell’uguaglianza, che riconosce la parità di
trattamento davanti alla legge di ogni cittadino, nonché quello di parità tra uomo e donna.
4
Mammarella G., Cacace P., Storia e politica dell’Unione Europea, Laterza Editori, 2013, p.37
5
Commissione delle Comunità Europee, Trattato di Lisbona, 13/12/2017 <europa.eu/european-union/about-eu/eu-
in-brief_it –Unione Europea> consultato il 22/08/2018
9
Il principio sullo stato di diritto permette ai cittadini di essere tutelati davanti ad un giudice
indipendente, prerogativa riconosciuta ai paesi firmatari.
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Particolare importanza assume il riconoscimento dei diritti umani tutelati dalla Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea che consentono a non subire discriminazioni in base al sesso,
alla razza, alla religione, alle convinzioni personali, alla disabilità, all’età, all’orientamento sessuale,
al diritto alla privacy e all’accesso alla giustizia.
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Dal 1973 in poi la Comunità Europea aumenta il numero dei paesi membri che ne chiedono
l’ammissione: aderiscono il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca.
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Con il passare del tempo, un evento epocale segna profondamente le sorti della comunità: nel 1989
si determina l’apertura ad ovest della frontiera ungherese e la caduta del muro di Berlino che fino ad
allora aveva segnato la divisione delle due Germanie.
9
Comincia il lento ma inesorabile declino dell’Unione Sovietica con il suo dissolvimento nel
dicembre del 1991.
Nel 1990 con la riunificazione della Germania e la fine della guerra fredda tra le due grandi
superpotenze, fu fatto un passo decisivo di estrema importanza.
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In Olanda fu firmato il Trattato di Maastricht che sostituì l’Europa al posto della CEE, creando
un’unione monetaria attraverso tre tappe e gettando le basi per un’unione politica ed economica dei
paesi membri attraverso la creazione di una moneta unica, l’Euro.
Fu con il vertice europeo del 9/10 dicembre 1991 che fu decisa l’adozione del Trattato, poi
perfezionatosi nelle settimane seguenti e firmato il 7 febbraio 1992, entrando definitivamente in
vigore il 1° novembre del 1993.
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Il Trattato risulta composto da un preambolo che fissa le linee generali e gli obiettivi primari:
• Introduce il principio di sussidiarietà che stabilisce una diversa modalità operativa
dell’Unione: consente di intervenire solo se gli obiettivi non riescono ad essere realizzati
dagli stati membri, potendo essere migliorati con l’azione europea.
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Si tratta di un principio
dinamico che consente di ampliare e migliorare le competenze dove si ritiene necessario
intervenire in maniera efficace, mentre all’inverso consente di restringerle quando l’U.E. è
impossibilitata ad ampliare i suoi poteri;
6
Mammarella,Cacace, Op.Cit. pp. 42-45
7
Parlamento Europeo, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, 07/12/2000
8
Girlbert M., Storia politica dell’integrazione europea,Laterza Editori,2008, p. 127
9
Ivi, p.156
10
Ivi, p. 161
11
Girlbert,Op.Cit. pp. 174-176
12
Adam, Tizzano, Op.Cit. 114