5
La cosa che più colpisce è che tale fenomeno inizia non appena chiuso
l’uscio di casa, laddove “si dice”, ognuno dovrebbe godere di maggiore
sicurezza, cioè in famiglia.
Violenze subdole consumate nell’intimo delle mura domestiche, che
non lasciano segni sul corpo ma che feriscono profondamente l’anima, la
personalità e la dignità rendendo la vita impossibile.
L’interesse della studentessa verso tale problematica, nasce
dall’esperienza di tirocinio professionale svolta presso un Centro
specialistico Comunale per adolescenti, dove si è potuto evincere dal
lavoro svolto con i ragazzi e le loro famiglie, quanto quest’ultime
possano condizionare e manipolare psicologicamente i propri figli,
compromettendo lo sviluppo della loro individualità e delle loro
potenzialità.
Famiglie in cui sono presenti forme di relazioni distorte, verso i figli
ma anche tra i coniugi, che possono sfociare, non soltanto in violenza
fisica, ma anche, in maltrattamenti morali che caratterizzano il clima
domestico.
Vediamo che il vocabolario definisce così l'azione del maltrattare:
"trattar male, con cattive maniere, mortificando e facendo soffrire la
moglie e i figli, gli animali, gli inferiori".
La casistica giudiziaria, invece, all'art. 572 c.p., definisce i
maltrattamenti come "atti lesivi dell'integrità fisica o psichica o della
libertà o del decoro della vittima, nei confronti della quale viene posta in
atto una condotta di sopraffazione sistematica e programmatica".
6
Risulta evidente, sia nella definizione giudiziaria sia in quella lessicale,
che si è di fronte ad un comportamento, il maltrattare, che si realizza
attraverso strategie di mortificazione, attuate tramite il potere ed il
controllo esercitato sulle vittime.
Tuttavia, alla chiarezza di queste definizioni ed alla identificazione del
comportamento maltrattante come criminale e dunque punibile per legge,
si contrappone la difficile percezione dell'illegittimità di alcuni
comportamenti violenti tra i componenti del nucleo familiare, quando
compiuti all'interno delle mura domestiche.
Infatti, non è sempre facilmente identificabile la violenza psicologica e
morale, in quanto è difficile tracciare un limite, tra ciò che è tollerabile e
viene pertanto accettato e ciò che è illecito.
Inoltre, nella nostra cultura, la famiglia sembra rappresentare il luogo
del privato, in cui il "disordine" non può essere portato alla luce,
nemmeno da chi è vittima e pertanto, non può essere indagato.
Per tale motivo è molto difficile avere dati precisi sull'entità del
fenomeno della violenza domestica, soprattutto quando si tratta di quella
psicologica e morale. Infatti, per la difficoltà di rilevarla, tale tipologia di
violenza è poco affrontata, in quanto, oltre a non lasciare ferite sul corpo
essa è caratterizzata da incapacità relazionale che sottende ad una
situazione di prevaricazione e di abuso, in cui la vittima, molto spesso
non ha la consapevolezza della manipolazione che subisce e quindi non
chiede aiuto.
Tale fenomeno coinvolge trasversalmente le famiglie di tutte le fasce
sociali, anche se emerge maggiormente in quelle meno abbienti, dove lo
svantaggio economico ed il bisogno di aiuto permette ai Servizi Sociali
7
Territoriali di penetrarvi più facilmente e percepire le situazioni di
violenza.
Nelle famiglie invece, in cui non ci sono disagi economici ma povertà
affettiva e relazionale, basati su una comunicazione familiare distorta e
perversa, tale disagio è meno visibile all'esterno e dunque meno curabile.
Ciò significa che, in pratica, il soggetto che effettua violenza psicologica
e colui che la subisce, può appartenere a qualsiasi ambiente sociale,
svolgere qualsiasi attività lavorativa ed avere qualsiasi età, esplicitando
la sua violenza attraverso una sottile manipolazione quotidiana,
paragonabile ad un omicidio compiuto con la somministrazione di
“piccolissime dosi di veleno nel cibo”, piuttosto che con una “pallottola
in fronte”.
Nell’affrontare tale argomento, il primo capitolo rappresenta una
introduzione generale al fenomeno della violenza intrafamiliare, ove si
analizza il concetto di famiglia nella nostra cultura, le motivazioni e i
fattori di rischio che portano alla comparsa della violenza e le diverse
tipologie di maltrattamento che si possono riscontrare nelle relazioni
familiari.
È nel secondo capitolo che si inizia ad affrontare il tema centrale
dell’elaborato, analizzando le caratteristiche specifiche della violenza
psicologica. L’argomento tratterà la violenza psicologica nella coppia
coniugale, mettendo in evidenza quali sono i comportamenti tipici
dell’aggressore e quelli della vittima.
Nel terzo capitolo invece, l’attenzione viene centrata sulla violenza
psicologica esercitata sui figli, esplicitando ciò che caratterizza la
8
famiglia maltrattante e quali conseguenze questi comportamenti
inadeguati dei genitori hanno sul bambino.
Nel quarto capitolo viene affrontato il tema “mobbing”, fenomeno che
sino a poco tempo fa, riguardava esclusivamente il contesto dei rapporti
lavorativi, ma che oggi si estende anche in ambito familiare, inteso come
azione persecutoria e di terrorismo psicologico che un individuo esercita
su un altro individuo, introducendo i vari tipi di mobbing familiare che
sono stati studiati in questi ultimi anni.
Il quinto capitolo, volge attenzione sugli interventi di aiuto nei
confronti delle donne e dei minori vittime di violenza. Si mette in
evidenza la funzione determinante dei Servizi Sociali nel rilevare casi di
violenza intrafamiliare e la specificità del ruolo dell’Assistente Sociale,
nel creare una relazione di aiuto ed un processo di cambiamento di tali
soggetti.
Inoltre, vengono citati gli obiettivi e le attività di alcuni Servizi e
Progetti presenti nel territorio di Palermo che si occupano di tale
problematica sociale.
9
CAPITOLO I
1. LA VIOLENZA INTRAFAMILIARE
Le famiglie felici si somigliano tutte:
le famiglie infelici sono infelici
ciascuna a modo suo.
(LEV TOLSTOJ)
1.1 CONCETTO CULTURALE E SOCIALE DI FAMIGLIA
La famiglia, è da sempre la forma di rappresentazione più importante
dell'ordine sociale, una sorta di Santuario simbolico dei valori e
dell’onore.
Nel nostro paese la famiglia, nonostante le profonde trasformazioni
subite in quest'ultimo secolo, costituisce ancora una realtà viva che
assicura ai propri membri protezione, sostegno ed affetto.
1
Nella famiglia, i legami affettivi e di attaccamento che caratterizzano i
rapporti tra i partner e tra i genitori e figli, costituiscono nell’opinione
comune, motivo sufficiente alla strutturazione di un ambiente sereno.
2
E’ entro i rapporti familiari, infatti, che gli stessi eventi della vita
individuale che più sembrano appartenere alla natura, ricevono il proprio
1
Cfr.,PROIETTI Giuliana, Violenza coniugale, in www Psicolinea.it
2
Cfr. HIRIGOYEN Marie-France, Molestie Morali, Einaudi, Torino 2000 p..222
10
significato e tramite questo, vengono consegnati all’esperienza
individuale: il nascere, il morire, il crescere, l’invecchiare.
3
Donati definisce la famiglia come: “ un sistema vivente altamente
complesso, differenziato e a confini variabili, in cui si realizza
quell’esperienza vitale specifica che è fondamentale per la
strutturazione dell’individuo come persona”
4
Analizzando questa definizione ne conviene l’importanza delle
relazioni all’interno della famiglia, soprattutto per il bambino, per lo
strutturarsi della sua identità di genere e della sua personalità.
Non è arbitrario quindi, pensare all’educazione familiare come un
processo idoneo a condizionare tanto la salute quanto la malattia mentale
delle persone coinvolte in esso.
5
Purtroppo non sempre la famiglia di oggi è capace di svolgere
adeguatamente il suo impegnativo compito educativo e socializzante,
sopratutto quando entra in crisi diventando fonte di patologie.
Tra queste possiamo distinguere:
ξ Famiglia “conflittuale”, in cui i coniugi a causa dei continui
disaccordi, contrasti e tensioni, risultano incapaci di creare uno stato
di equilibrio, fondato sulla tutela della unità interpersonale.
6
ξ Famiglia "narcisista", che si ritiene autosufficiente, per cui è chiusa
ad ogni esperienza sociale, ritenendo di essere l’unica sorgente di
valori. Vivendo in profonda solitudine, diventa preda dell’alienazione
3
Cfr SARACENO Chiara, NALDINI Manuela, Sociologia della famiglia, Il Mulino, Bologna 2001 p.
10
4
DONATI P., DI NICOLA P Lineamenti di sociologia della famiglia, Nis 1996 p. 13
5
PATI Luigi, L’educazione nella comunità locale, Editrice La Scuola, 1998, p.34
6
ibidem
11
in cui il rapporto educativo è vincolante, ostile a qualsiasi tentativo di
separazione
7
;
ξ Famiglia "della riconoscenza", che non esprime amore rispettoso
verso i figli, ma pretende gratitudine con il ricatto e i sacrifici
compiuti;
ξ Famiglia "silenziosa", incapace di creare una reale e valida
comunicazione con i figli, di aiutarli e sostenerli nelle difficoltà;
ξ Famiglia "esigente", che chiede ai figli di non sbagliare mai ed è
sempre pronta a condannarne gli errori, valutando il comportamento
dei membri in crescita non per gli sforzi e l’impegno manifestato, ma
solo per il risultato raggiunto;
8
ξ Famiglia "prematura", quando uno o entrambi i genitori procreano
figli durante l'adolescenza.
9
Inoltre, vi sono casi in cui i minori sono figli di genitori assenti o
inidonei, oppure sono orfani di genitori viventi o vivono in stato di
abbandono o di semiabbandono materiale e morale, con la conseguenza
che alcuni loro diritti non sono rispettati nella famiglia.
10
Si può quindi sostenere, che analogamente accanto alle immagini della
famiglia-rifugio intesa come luogo dell’intimità e dell’affettività,
archetipo della solidarietà, vi è l’immagine della famiglia come luogo
della inautenticità, dell’egoismo esclusivo, dell’obbligo,
7
STERLING H., Dalla Psicoalanisi alla terapia della famiglia, Boringhieri, Torino, 1979, p. 194
8
PATI Luigi, op. cit. p. 43
9
Cfr. F. Tricoli, La violazione dei diritti del minore da parte della società e delle istituzioni, in www.
minori .it
10
Cfr. MORO A. C., Manuale di diritto minorile, Zanichelli, Bologna, 1996, p. 173
12
dell’oppressione: famiglia come generatrice di mostri di violenza, la
“famiglia che uccide”.
11
1.2 VIOLENZA INTRAFAMILIARE: UN FENOMENO ANTICO
Per famiglia intendiamo un sistema determinato da vincoli di tipo
affettivo, in cui agiscono sia affetti positivi quali il rispetto, la
condivisione, l'amore ed il desiderio sessuale, sia affetti negativi quali
l'odio, la sopraffazione, la violenza, la prevaricazione e la perversione.
Essa rappresenta, per definizione, uno degli ambiti di potenziale
protezione per i suoi membri, ma all'occorrenza, può diventare anche un
ambiente ostile e pericoloso per l'integrità fisica e psichica dei soggetti
che ne fanno parte.
12
Quando parliamo di prevaricazione fisica, psicologica, sociale,
economica e sessuale, esercitata da parte di un soggetto in posizione di
forza nei confronti di soggetti più deboli facenti parte del nucleo
familiare, parliamo di un fenomeno sociale di origini remote.
Soltanto in questi ultimi anni il fenomeno della violenza intrafamiliare
ed in particolare, della violenza contro le donne nell'ambito della
famiglia (sia essa moglie, convivente, madre o figlia), si è trasformato da
una questione privata ad un problema pubblico.
Di tutti i tipi di violenza, quella che viene esercitata sulle donne
all'interno della famiglia, risulta essere ancora oggi nel pensiero comune,
11
Cfr SARACENO Chiara, NALDINI, op. cit., p. 11
12
Cfr. BAGNARA P., Violenza familiare: prevenzione e trattamento, "Le professioni nel sociale",
rivista a cura di Franco Angeli, p. 36.
13
difficilmente nominabile e definibile, in quanto contraddice le
fondamenta su cui si basa la nostra immagine di famiglia. Inoltre, per
definire, comprendere la dinamica e combattere tale forma di violenza,
occorre prendere in esame alcune rappresentazioni molto radicate del
ruolo e delle identità maschili.
Fino a pochi decenni or sono, sulla base di una impostazione della
famiglia vista come oasi di pace e di armonia, da cui ogni forma di
violenza è bandita, la donna che denunciava veniva vista come una
deviante, una diversa che aveva fallito al proprio “dovere” e al compito
assegnatole dalle istituzioni e dalla società, ovvero di mantenere, a tutti i
costi, l'unità familiare.
13
Oggi si ha la consapevolezza che le pareti domestiche possono essere il
teatro di frequenti violenze, anche perché talvolta la famiglia, sia quella
del passato che quella dei giorni attuali, si trasforma in un sistema di
attribuzioni dei ruoli maschili e femminili in cui prevale da un lato il
modello di dominanza e dall'altro quello di sottomissione.
Questi modelli presi in prestito dalla storia dell’umanità, attribuendo
all’uomo il potere e la dominanza, pretendono dalla donna una piena ed
incondizionata sottomissione, favorita da questi antichi retaggi di potere
maschile, di sopportazione e di sacrificio insiti nel comportamento della
donna.
14
Tale problema è un fenomeno insito nella struttura stessa della
famiglia, che può quindi manifestarsi in ogni ambiente o classe sociale.
13
Cfr. PEIFFER Vera, Le trappole del dovere, Armenia, Milano, 2001 p. 18
14
Cfr. HIRIGOYEN Marie-France, op. cit. p. 227