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Inoltre, preme evidenziare che non è stata raccolta nessuna prova a testimonianza della possibilità di
generalizzare le conclusioni alle quali si è giunti, che pertanto possono essere riferire
esclusivamente al campione esaminato.
Le due conclusioni sono sostenute dai concetti forniti da un’articolata parte teorica che è stata
sviluppata sulla base della letteratura organizzativa più recente, alla quale si fa riferimento
attraverso frequenti richiami bibliografici.
Chi scrive intende sottolineare che al fine di fornire al lettore una visione più ampia possibile, si è
sempre cercato di illustrare ogni concetto avvalendosi di almeno due approcci suggeriti da altrettanti
autori. Ciò ha contribuito ad elevare le difficoltà richieste dal lavoro, sia per quanto concerne la
ricerca materiale dei testi più innovativi, molti dei quali in lingua inglese, sia per la complessità
della scelta degli approcci, i quali dovevano prestarsi ad un confronto costruttivo.
Successivamente si provvederà a tratteggiare gli aspetti più salienti contenuti nei singoli capitoli di
cui si compone la ricerca:
CAPITOLO I. Scopo del primo capitolo è di illustrare i significati che possono essere assunti dal
termine organizzazione, e di conseguenza specificare il significato al quale ci si riferisca nel corso
della tesi. Successivamente si descrivono i principi fondamentali su cui si regge il concetto di
sistema, che troverà impiego in tutta la ricerca, dato che sarà utilizzato come quadro di riferimento
per analizzare le Organizzazioni, il Project Management, e la Learning Organization.
Tramite il ricorso alle mappe, (Strati, 1996) si presentano due dei paradigmi impiegati per
organizzare e posizionare i filoni di letteratura che hanno sono stati prodotti nel tempo, e cui si farà
riferimento nel corso di tutta ricerca: la prospettiva (Scott, 1992) e la metafora (Morgan, 1991).
Infine, nell’ambito della prospettiva naturale a sistema aperto, si illustrano gli elementi
costitutivi dell’approccio sociotecnico (Seiler, 1976) in base al quale si è scelto di analizzare
l’organizzazione.
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CAPITOLO II. Nel corso del secondo capitolo si cerca di delimitare i confini che separano
l’organizzazione dall’ambiente esterno, ed attraverso la distinzione tra ambiente generale e
transazionale, ci si preoccupa di evidenziare la natura e l’importanza delle relazioni esistenti a
legame delle due entità.
Enfatizzando la natura individuale del processo percettivo, che Weick (1979) chiama
rappresentazione, si spiegano le modalità seguite dall’organizzazione per sostituire all’ambiguità
ambientale una struttura percettuale, e quindi ridurre l’incertezza percepita. (Duncan, 1972)
Successivamente si analizzeranno le dimensioni in base alle quali è possibile esaminare l’ambiente,
ed infine, a conclusione del capitolo si descrive il modello di Lawrence e Lorch (1967) quale
strumento per implementare il principio sistemico della varietà necessaria: l’organizzazione deve
creare una disomogeneità interna (differenziazione) a fronte della eterogeneità dei sottoambienti di
riferimento; tramite i meccanismi di coordinamento (integrazione) l’organizzazione può riunire i
diversi sforzi al fine di perseguire una missione strategica comune.
CAPITOLO III. Il terzo capitolo è dedicato alla descrizione delle modalità e degli elementi oggetto
della progettazione organizzativa. Dopo aver illustrato tre livelli di analisi idonei ad indagare la
struttura organizzativa, si spiegano le ragioni che hanno condotto alla scelta dell’approccio
configurazionale. (Mintzberg, 1996). Se descrivono quindi le sei parti fondamentali che
costituiscono l’organizzazione, e a ciò si affianca il concetto di sviluppo organizzaziovo proposto da
Flamholtz (1993) mostrando i punti comuni ai due modelli.
Successivamente si approfondiscono gli argomenti centrali dell’analisi di Mintzberg soffermandosi
in modo particolare sugli aspetti di struttura informale, sulla progettazione delle connessioni laterali,
quale modalità di accrescere la capacità organizzativa di processare le informazioni (Galbraith,
1977), ed in particolare si illustrano dettagliatamente le caratteristiche, i pregi ed i difetti, delle
strutture per progetto e di quelle matriciali; ed infine, sempre riguardo al tema delle connessioni
laterali si illustrano le caratteristiche del sistema di pianificazione. Dei fattori contingenti preme
soffermarsi a descrivere gli stadi dello sviluppo organizzativo (Mintzberg e Westley, 1992) quale
elemento cardine del modello che sarà presentato in seguito, e, traendo spunto dalla metafora
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dell’organizzazione come arena politica di interessi (Morgan, 1991), si illustrano alcune delle
maggiori fonti di potere interne al sistema.
In chiusura del capitolo, si pongono a confronto, evidenziandone i pregi ed i difetti, la proposta di
Mintzberg, la quale è fondata su due parametri, e la quella di Keidel (1991) che ne considera tre.
CAPITOLO IV. Scopo del quarto capitolo è presentare i meccanismi operativi come elemento
responsabile della coerenza tra la struttura, le variabili di contesto e l’ambiente esterno.
Considerata l’importanza dell’argomento, si illustrano le ragioni in base alle quali chi scrive ha
deciso di non avvalersi del quadro concettuale fornito dal sistema sociotecnico, ma di ricorrere
invece ad un approccio differente, in grado di evidenziare il rapporto di duplice dipendenza
esistente tra i meccanismi operativi e le variabili situazionali. Attraverso la descrizione dei
fabbisogni organizzativi, è possibile dimostrare come i sistemi operativi, unitamente alle altre
condizioni di gestione, sono volti al soddisfacimento congiunto di tali fabbisogni.
A conclusione del capitolo si presentano nell’ordine, una modalità d’interpretazione dei meccanismi
operativi alternativa (Galbraith, 1977) che propone di trattare le esigenze emergenti dai due ordini
di variabili in modo disgiunto e sequenziale; e una classificazione dei sistemi operativi dettata dalla
cultura organizzativa prevalente.
CAPITOLO V. Al fine di sintetizzare ed integrare i concetti emersi nel corso di questa prima parte
della ricerca, nel presente capitolo si sviluppa un modello il cui scopo è di illustrare il procedimento
razionale, seguito dal management del campione di azienda indagato, che ha condotto
all’implementazione di un particolare meccanismo per coordinare le diverse funzioni aziendali
coinvolte nel processo di sviluppo dei nuovi prodotti. Inoltre il modello è in grado di spiegare le
apparenti inefficienze conseguenti della particolare scelta, nonché i fattori che spingono il
management a modificare la loro decisione nel tempo.
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Le ipotesi da cui muove il modello sono supportate da una vasta e comprovata letteratura
organizzativa, ed in particolare:
ξ il modello di differenziazione ed integrazione sviluppato da Lawrence e Lorch (1967), cui si
è fatto riferimento anche per la compilazione di una parte delle domande del questionario,
ξ il modello di Galbraith (1977), in particolare nei casi in cui l’organizzazione deve affrontare
situazioni caratterizzate da un’altissima complessità informativa,
ξ i concetti suggeriti da Weick (1979),
ξ il modello di sviluppo organizzativo elaborato da Mintzberg e Westley (1992),
ξ alcuni interessanti spunti suggeriti dall’articolo di Muller (1994).
CAPITOLO VI. La seconda parte della ricerca si apre con un capitolo ampio, ed eterogeneo dal punto
di vista delle discipline da cui sono tratti gli spunti. Dopo aver riassunto in uno schema, i fattori
influenzanti il comportamento umano, si procede alla descrizione dettagliata delle singole
componenti. Il sistema della personalità è descritto attraverso i lavori dei due eminenti psicologi
Berne e Freud, i quali propongono due modelli, che sono solo apparentemente simili: si provvede
dunque a rimarcare le diversità. Successivamente ci si preoccupa di enfatizzare l’importanza dei
valori, inserendoli nel vasto quadro concettuale della cultura e dei livelli di cui si compone.
L’argomento dei bisogni umani è introdotto attraverso la presentazione del bisogno di
riconoscimento quale unità di riferimento fondamentale, su cui è possibile costruire i presupposti di
una modifica del comportamento. Da queste fondamenta psicologiche la tesi passa a descrivere un
processo di modifica del comportamento che risulta rilevante nelle organizzazioni, e cioè il
processo motivazionale, che può essere esaustivamente illustrato grazie alla descrizione dei modelli
di contenuto e di processo.
Successivamente, dopo aver presentato a fini propedeutici il processo di percezione, si illustra un
modello contingente alle modalità decisione, nell’ambito delle quali si approfondisce il concetto di
razionalità limitata, nonché le varie strategie decisionali a disposizione del management.
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A conclusione del capitolo si propone la relazione esistente tra prestazione motivazione e
soddisfazione individuale, tema che risulterà centrale in sede di redazione delle conclusioni della
ricerca.
CAPITOLO VII. Scopo del settimo capitolo è di introdurre l’aspetto sociale quale lato oscuro, ma di
importanza prioritaria, del sistema organizzativo. Si evidenzia come l’avvicendarsi delle relazioni
interpersonali non sia legato ai rigidi schemi dettati da esigenze tecniche volte all’efficienza, bensì
dalla necessità di soddisfare i bisogni psicologici individuali (Steward e Joines, 1987; Lacoursiere,
1980) che sono stati descritti nel capitolo precedente. Si passa a quindi alla descrizione del gruppo,
quale unità sociale fondamentale, soffermandosi in particolare sulle categorie che si ritrovano
all’interno della struttura del gruppo, e sui meccanismi di controllo sociale, quale metodo per gestire
i comportamenti delle persone.
Trattando del processo di comunicazione, si provvederà ad evidenziare quali sono gli elementi
necessari, e quali le barriere che impediscono una comunicazione efficace delle quali si
approfondiscono i rischi della comunicazione interculturale.
Con riferimento a quanto affermato nel capitolo precedente, a proposito della decisione di gruppo
quale strumento per ovviare alla razionalità limitata degli individui, (March e Simon, 1966) in
questa sede si provvede a fornire un quadro delle patologie, generate da cause psico-sociali, che
affliggono le decisioni di gruppo, come ad esempio il groupthink.
A conclusione del capitolo si presenta l’evoluzione nel tempo del concetto di leadership dalla quale
si provvede a distinguere la team leadership, significato a cui la tesi è interessata. Si illustrano
quindi dettagliatamente i modelli della leadership situazionale (Hersey e Blanchard, 1984) e del
ciclo di vita dei gruppi finalizzati (Lacoursiere, 1980), affermando infine che il secondo può essere
analizzato come un completamento del primo, in quanto, non solo suggerisce al leader quale
comportamento esibire in relazione ad una data situazione, ma anche quando tale situazione si
manifesterà con probabilità.
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CAPITOLO VIII. Scopo del capitolo è introdurre alle condizioni del settore degli elettrodomestici, ed
in particolare alla storia e alle filosofie che hanno portato Whirlpool a divenirne il leader indiscusso.
Si introducono quindi le caratteristiche del gruppo Whirlpool, nonché delle singole divisioni,
evidenziando visivamente la localizzazione geografica degli stabilimenti produttivi principali.
Segue la presentazione del disegno strategico del gruppo, ed in particolare dello strumento che
evidenzia i mezzi, le filosofie ed i valori che sono necessari per raggiungere gli scopi assegnati alla
missione strategica.
In conclusione del capitolo ci si sofferma ad illustrare le caratteristiche salienti del mercato degli
elettrodomestici, evidenziando, che data l’elevata competizione, è necessario adottare una struttura
organizzativa che aiuti ad ottimizzare i costi dello sviluppo nuovi prodotti congiuntamente al time to
market.
CAPITOLO IX. Il capitolo finale della tesi ha lo scopo di analizzare la modalità di project
management adottata da Whirlpool, ossia il C2C (Consumer to Consumer process).
Dopo una breve introduzione alle ragioni che spingono le organizzazioni ad adottare il project
management, si passa ad illustrare il concetto di ciclo di vita del progetto, quale modalità per
raggruppare e controllare le differenti attività che nel tempo, si rendono necessarie all’esecuzione
del progetto. Si introduce quindi il caso del C2C descrivendone le diverse fasi e mostrando come il
passaggio da una fase alla successiva sia subordinato al conseguimento di obiettivi concordati, che
rappresentano una sorta di pedaggio che è necessario “pagare”, ossia un tollgate.
Sottolineando le ragioni per le quali l’approccio del ciclo di vita risulta inadeguato a mostrare le
modalità di governo del progetto, si transita in un’ottica sistemica che, grazie al suo approccio
gestaltico e al meccanismo di feedback, meglio si addice ad illustrare le modalità di gestione del
processo. Si mostra come sia necessario definire due ordini di obiettivi, definiti di continuità e
specifici, la cui gestione deve essere affidata ad altrettanti livelli di governo. Unendo l’approccio
sistemico e quello del ciclo di vita si analizza il caso del C2C, evidenziando tramite un
organigramma la posizione gerarchica assunta dai due i livelli di governo dei progetti in Whirlpool,
ossia lo Sponsor ed il Project leader. Si dimostra poi, come l’istituzionalizzazione di un contratto
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che obbliga le due parti a definire gli obiettivi specifici del progetto in due momenti distinti e
successivi, possa essere considerato come lo strumento chiave di gestione del progetto. Il rapporto
tra Sponsor e Project leader è analizzato successivamente nell’ottica della teoria “Principale –
Agente” che l’interpretazione dei meccanismi di controllo ed incentivazione adottata dalla teoria
economica, risulta inadeguata ad un reale allineamento degli obiettivi dei due soggetti.
La parte conclusiva del capitolo suggerisce l’esistenza di due risultati prodotti dalla gestione del
gruppo, ossia il raggiungimento degli obiettivi specifici e quindi di continuità del progetto, ed un
aumento di conoscenza a livello dei singoli membri del gruppo che sviluppano nuove idee circa le
modalità di gestione dei processi di lavoro. Al fine di usufruire pienamente di questi input
innovativi l’organizzazione deve assumere le caratteristiche di learning organization, cioè di un
sistema organizzativo preparato ad implementare i suggerimenti provenienti dal lavoro di gruppo.
Queste ultime considerazioni saranno poi riprese in sede di conclusione della tesi, fornendo anche
dei suggerimenti circa le modalità attraverso le quali è ora possibile soddisfare il bisogno di
anticipazione espresso dall’organizzazione, ed evidenziato dal modello di integrazione (capitolo V);
fabbisogno che come non può essere soddisfatto tramite degli strumenti di calcolo razionale.