1
INTRODUZIONE
I gruppi creditizi assumono un ruolo di fondamentale importanza
del sistema finanziario italiano ed internazionale,
rilevanti dimensioni e consente di operare in
e settori di
proprio fondamento economico nelle trasformazioni che interessarono su
scala globale il sistema bancario alla fine degli anni Ottanta.
. La spinta
motivazioni di natura
azionamento
del rischio e sviluppo dimensionale oltre che dal
proprio ambito operativo.
confermato anche dai dati: a fine 2009 infatti circa il 50 per
del sistema creditizio nazionale faceva capo ai primi cinque gruppi bancari.
esplorare e, per quanto possibile,
approfondire
dei gruppi
creditizi nel nostro Paese, concentrandosi in maniera particolare su un
campione costituito dai primi cinque gruppi per capitalizzazione di mercato
(UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca e
UBI Banca).
si basa sulla ricerca ed elaborazione di dati tratti
principalmente dalle seguenti fonti: bilancio individuale e consolidato,
bilancio sociale, relazione sulla governance e sugli assetti proprietari, Testo
Unico in materia bancaria e creditizia, pubblicazioni della Ban
2
, articoli di quotidiani e
consultazione del sito istituzionale di ciascun gruppo bancario.
Nel primo capitolo viene in primo luogo esposta la situazione del sistema
bancario del nostro Paese negli anni Ottanta e le esigenze alla base della
riforma del sistema;
in secondo luogo vengono esaminate le leggi cardine che
hanno contribuito al riassetto bancario degli anni Novanta e le conseguenze
principali che ne sono derivate tra cui il consolidamento del sistema bancario
e la nascita dei grandi gruppi bancari.
Il secondo capitolo effettua del contesto in cui
operano i gruppi bancari, analizzando le componenti della domanda e
e economico del settore
bancario nel 2009.
Il terzo capitolo dopo aver selezionato il campione oggetto di indagine,
realizza un inquadramento generale del gruppo bancario, definendo in linea
teorica i concetti di gruppo e legami partecipativi di controllo sulla base delle
definizioni date dal Testo Unico Bancario. Viene in seguito proposta
per capitalizzazione di
Borsa, approfondendo in particolare la storia, le aree di business, la struttura
e gli assetti proprietari di ciascun gruppo.
del gruppo bancario, un argomento piuttosto controverso e soggetto a
ria.
Procede poi con la descrizione dei compiti affidati alla capogruppo di un
gruppo bancario, con particolare riguardo al
consolidata,
e si conclude esaminando il ruolo della holding di ogni gruppo
appartenente al campione.
Il qu analisi di bilancio. Per quanto riguarda
si passano in rassegna gli schemi di bilancio
bancario previsti dai principi contabili internazionali,
viene poi eseguito un
confronto tra alcuni indicatori di
-
finanziaria, in primis si sottolinea
redazione del bilancio sociale e in seguito vengono messi
3
in evidenza i attivati dai gruppi
creditizi.
Il sesto capitolo descrive il processo di internazionalizzazione che ha
riguardato i gruppi bancari italiani a partire dagli anni Novanta,
soffermandosi sulle motivazioni e sulle strategie seguite ed evidenziando la
presenza internazionale di ciascun gruppo.
Infine nel settimo capitolo vengono approfondite le dinamiche che hanno
portato alla recente crisi finanziaria internazionale, le fasi della crisi e la
,
con particolare riguardo al che ha
avuto sui bilanci delle banche italiane.
Si conclude con una disamina dei
nuovi parametri imposti e una valutazione della
4
1. IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO,
EV OLUZIONE DAGLI ANNI OTTANTA AI
GIORNI NOSTRI
1.1
PREMESSA
Il sistema bancario italiano
Nel corso degli anni Ottanta e nei decenni a seguire, sotto la spinta del
processo di unificazione europea,
trasformazioni profonde e la sua riorganizzazione ha permesso di rimuovere
quegli ostacoli che in campo bancario condizionavano il mercato,
consentendo agli istituti creditizi italiani di cominciare a reggere il passo con
i grandi concorrenti europei e internazionali.
Innanzitutto bisogna ricordare che
regolata da un insieme di disposizioni emanate nel corso di diversi anni che
venivano riassunte sot (R.D.L. 12 marzo 1936
n. 375), questo Regio Decreto strutturava il sistema creditizio in forma
gerarchica e istituiva distinte categorie di aziende di credito, sottoponendo il
sistema creditizio ad un controllo pregnante e diretto con chiari intenti
dirigistici.
Tale complesso organico di norme, ha costituito per anni la
struttura portante dell'ordinamento bancario italiano.
I cardini della legge bancaria del 1936, rimasti in vigore fino al 1994, erano i
seguenti:
la raccolta del risparmio e l'esercizio del credito sotto qualsiasi forma
erano funzioni di interesse pubblico;
la banca era quindi intesa come
di
carattere imprenditoriale.
Fino al 1990 il sistema bancario fu
largamente influenzato dal settore pubblico,
esistevano da una parte
gli istituti di credito
tre banche di
5
interesse nazionale (il Banco di Roma, la Banca Commerciale Italiana e
il Credito Italiano) che facevano capo all'IRI Istituto per la
Ricostruzione Industriale e quindi indirettamente allo Stato italiano;
il se
in base al quale,
per evitare che il sistema bancario risultasse coinvolto nelle crisi delle
imprese industriali, venivano vietati i rapporti di partecipazione
azionaria delle banche nelle imprese e viceversa, la
creditizia;
il principio della "specializzazione temporale del credito"
in base al
quale, una banca non poteva concedere
sia finanziamenti a breve
(entro 18 mesi)
che a medio/lungo termine (da 18 mesi
a 5 anni),
doveva decidere se specializzarsi nei finanziamenti a breve (e
prendere quindi il nome di banca commerciale o azienda di credito
ordinario)
o nei finanziamenti a medio/lungo termine (e prendere il
nome di istituto di credito speciale).
In seguito una serie di deroghe ha
allargato gradualmente l'operativit
banche commerciali, che poterono destinare ai prestiti di durata
superiore ai 18 mesi una percentuale dei loro depositi;
il principio della specializzazione settoriale , ossia per destinazione
del credito a specifici settori economici, da cui derivava la distinzione
tra credito fondiario (erogato da istituti di credito fondiario), credito
agrario (concesso da istituti di credito agrario), credito mobiliare, ecc.;
credito, nel
senso che essi potevano assumere la forma giuridica che meglio si
trovavano ad operare, ma erano sottoposti ad una diversa
regolamentazione a seconda della forma giuridica adottata. Venivano
banche pubbliche o private, con forme legali diverse;
l'istituzione della Banca d'Italia, unico istituto incaricato
dell'emissione di moneta;
6
la regolamentazione limitativa della concorrenza: la vigilanza
va ad autorizzazioni con elevato contenuto
giuridicamente impossibili per buona parte del sistema), la stessa
espansione territoriale.
aveva potere di
determinare la struttura del mercato.
Gli stimoli maggiori al cambiamento provenivano
come la Direttiva n.
73/183/CEE, che aboliva le pratiche amministrative discriminatorie e le
limitazioni che impedivano alle banche di fornire servizi in un altro Stato
membro alle stesse condizioni e con gli stessi diritti accordati ai cittadini di
quello Stato. Si volevano
finanziario e per la
Il contesto operativo in cui banche e istituti di credito speciale si erano
trovati ad operare (nascita di nuovi intermediari finanziari, accresciute
pressioni concorrenziali, sviluppo tecnologico, innovazione finanziaria, ecc.)
ed il processo di integrazione economica europea avevano reso necessaria la
profonda modificazione
I principi cardine, che avevano retto a lungo il sistema creditizio italiano,
vennero abbandonati in conseguenza ad alcuni provvedimenti che diedero
risposta ad una serie di esigenze.
In primo luogo esigenze di ristrutturazione e di ricapitalizzazione delle
banche e degli istituti di credito pubblici e
avviare un processo
di privatizzazione non solo formale ma anche sostanziale,
ponendo come
d il mercato. In secondo luogo esigenze
di adeguamento del in
modo da migliorarne
di
affrontare s
creditizie europee.
Si cercava di favorire un consolidamento del sistema bancario, che
permettesse la creazione di banche di dimensioni adeguate, tali da
7
permettere loro sia di operare proficuamente con le grandi imprese (la
privatizzazione di una economia mista come quella italiana rendeva ancora
organizzativa degli istituti bancari, ed
Questa fase di transizione iniziata alla fine degli anni Ottanta na-
, del nuovo Testo Unico su Banche e Credito.
1.2
LE LEGGI CARDINE DELLA RIFORMA
Alla fine degli anni Ottanta operavano nel nostro Paese due grandi categorie
di intermediari, per un totale di 1085
banche (figura 1)
e 90
istituti e sezioni
di credito speciale (figura 2); alle aziende pubbliche faceva capo il 70 per
c
presentavano caratteristiche differenti.
orme giuridico -
istituzionali, alle quali corrispondevano specifiche connotazioni operative; le
diverse forme giuridiche erano riconducibili sia alla
(Istituti di credito di diritto pubblico, Banche di interesse nazionale, Casse di
risparmio e Monti di credito su pegno) sia a quella privata e
cooperativa
(Banche di credito ordinario, Banche popolari, Casse rurali e artigiane). Gli
Istituti e le sezioni di credito speciale avevano ambiti operativi circoscritti
alla singola tipologia di fi
consentiva alcuna separazione, pure
8
tra organi di gestione e organi di controllo; il modello si
mostrava pertanto
non adeguato a operare in un mercato concorrenziale
1
Figura 1 Aziende di credito e sportelli bancari al 31.12.1989
Categorie di aziende
sportelli
Isituti di credito di diritto pubblico 6
2.236
Banche di interesse nazionale 3
1.280
Casse di risparmio 75
4.032
Monti di credito su pegno 9
172
Banche di credito ordinario 110
3.519
Istituti centrali di categoria 5
5
Banche popolari cooperative 113
2.834
Casse rurali e artigiane 728
1.446
Filiali di banche estere 36
53
TOTALE 1.085
15.577
Fonte: www.bancaditalia.it
Figura 2 Istituti e sezioni di credito speciale al 31.12.1989
Categorie di istituti
Mobiliari 37
Opere pubbliche 18
Fondiari 21
Agrari 14
TOTALE 90
di cui sezioni di credito speciale 43
Fonte:
www.bancaditalia.it
1
Tarantola A. M., 2007.
del sistema bancario italiano re Centrale per la Vigilanza Creditizia e
conferenza internazionale
, Mosca 20
luglio 2007.
9
Il nel corso degli anni Novanta di
numerosi provvedimenti, legislativi ed amministrativi, volti a rimuovere
quegli ostacoli che in campo bancario condizionavano il mercato.
In particolare
ristrutturazione del sistema bancario furono:
1)
le
2)
la
legge sulla ristrutturazione e sull'integrazione patrimoniale degli
istituti di credito di diritto pubblico
(L.
30 luglio 1990 n. 218, cosid-
Legge Amato Carli );
3)
la legge sulla tutela della concorrenza
(L.
10 ottobre 1990 n. 287);
4)
il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia
(Decreto
legislativo 1/ 9/ 1993 n. 385, in vigore dal 1
gennaio 1994), che
costituisce la nuova Legge Bancaria.
1) le
L'Italia diventata Stato uropea era tenuta ad
adeguare la propria legislazione alle direttive comunitarie che si venivano
man mano emanando e che avevano messo in moto un processo volto ad
uniformare le legislazioni nazionali.
Il primo momento di svolta verso il nuovo ordinamento bancario
350/ 1985 che dava attuazione nel
nostro ordinamento alla prima direttiva comunitaria in materia creditizia (la
Direttiva 77/780/CEE).
La
rappresentata
bancario, a favore di
qualunq
oggettive richieste dalla legge
per poter esercitare la rela
di vigilanza sul
tenere conto delle
esigenze economiche del mercato, ma si limitavano
ad accertare che il
soggetto che intendesse
bancaria presentasse le
10
caratteristiche tipologiche, patrimoniali , di d
che la legge richiedeva.
Il provvedimento legislativo del 1985 conservava
tuttavia ancora un
succursali bancarie
2
.
Con il D. Lgs. 481/ 1992 venne recepita la seconda direttiva comunitaria (la
Direttiva 646/89/CEE) che prevedeva :
il
bancaria: secondo questo principio gli enti creditizi potevano
esercitare nei Paesi membri
comprese nell'elenco allegato alla direttiva, sia
attraverso lo
sta so
la prestazione diretta dal P servizio).
d
esercitarle, che veniva rilasciata dalle autorit
membro, era valida anche in tutti gli altri Paesi
home country control : principio che sta alla base del processo di
affermava che qualunque soggetto che
operava
Paesi comunitari, senza dover chiedere alcuna autorizzazione allo
Stato in cui andava ad operare. Nel rispetto di tale principio, il
soggetto che operava fuori dai confini nazionali rimaneva sempre
aveva sede legale ed amministrazione centrale.
A seguito del D.
Lgs. 481/ 1992 un ente creditizio italiano, oltre
bancaria tipica, ncluse nel
mutuo riconoscimento;
forma della banca universale che in quella del gruppo polifunzionale.
2
e regolamentare in materia
.
11
Il decreto introduceva il concetto di vigilanza prudenziale, secondo il quale
l'unico obiettivo da perseguire era
la vigilanza bancaria doveva essere esercitata prendendo in considerazione
senza fare
valutazioni sul mercato.
Il recepimento nell'ordinamento italiano
della seconda direttiva
inoltre
il definitivo superamento del principio di specializzazione : abolizione della
distinzione tra aziende di credito e istituti di credito speciale.
La d
possibile la creazione di gruppi aventi valenza e rilievo internazionale.
2 Legge sulla ristrutturazione e sull'integrazione patrimoniale degli istituti di
La legge Amato -
Carli costitu
una tappa importante nel processo di
trasformazione del sistema bancario italiano, essa diede
l'avvio alla
privatizzazione del sistema bancario, agevolando la trasformazione delle
erano :
rafforzare la struttura patrimoniale delle banche rendendo loro
possibile il ricorso al mercato per la provvista di nuovo capitale di
ricapitalizzazione;
pubblici;
agevolare i processi di concentrazione delle banche, mediante
operazioni di fusione tendenti a produrre dimensioni aziendali
competitive a livello europeo.
La legge e i relativi decreti di attuazione hanno agevolato, anche fiscalmente
la trasformazion stituti
di credito di diritto pubblico.
12
per azioni; gli enti conferenti, le cosiddette fondazioni hanno assunto
in un primo momento un ruolo di holding bancaria (fondazioni bancarie
come holding pubbliche che gestiscono il pacchetto di controllo della banca
partecipata ma non possono esercitare
Il processo di
ristrutturazione era facoltativo.
Amato -
Carli
monte ed i 6 Istituti di credito di diritto pubblico
(Banco di Napoli, Monte dei
Paschi di Siena,
Istituto Bancario San Paolo di Torino,
Banco di Sicilia,
Banco
di Sardegna,
Banca Nazionale del Lavoro)
enti, precursori delle odierne
fondazioni
3
.
L'obbligo
per le fondazioni di conservare il controllo delle banche
conferitarie, previsto dalla legge Amato, fu abolito nel 1994 a seguito della
direttiva Dini, quest'ultima, introducendo il limite del 50 per cento
all'incidenza percentuale delle partecipazioni bancarie rispetto al patrimonio,
.
Successivamente la legge Ciampi
fondazioni di cedere
il controllo sulle banche entro 4 anni,
incentivando fiscalmente queste
operazioni;
la natura di soggetto privato della fondazione.
3
(L. 10 ottobre 1990 n. 287)
Questa legge introdusse in Italia le regole generali per la tutela della
concorrenza e del mercato e con essa venne istituita Garante della
Concorrenza e del Mercato (AGCM).
Nel settore bancario la tutela della concorrenza inizialmente venne affidata
alla Banca Italia, la quale sentito il parere (obbligatorio ma non vincolante)
3 Del Castello A., 2006, ,
13
In particolare la
intese e abusi di posizione dominante
pedire, falsare o restringere il libero gioco della
concorrenza.
Nel 2005 a
seguito della modifica apportata dalla Legge sul Risparmio, la
vigilanza sugli abusi di posizione dominante e sulle intese pass
nelle mani
de trust.
ssaria nei casi di operazioni di acquisizione e di concentrazione
riguardanti le banche,
sia
valutazione di sana e prudente gestione) sia
el mercato) con atto unico motivato.
4
(TUB)
Il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia entrato in vigore il
di riforme
che a partire dagli anni Ottanta sono state realizzate dapprima con interventi
di tipo amministrativo e successivamente, nei primi anni Novanta, attraverso
comunitarie.
Il Testo Unico realizz una razionalizzazione e una sistematizzazione della
produzione normativa sugli istituti creditizi operata negli ultimi anni e offr
un inquadramento mo ponendole in una
tiva rispetto ai sistemi bancari degli
altri Paesi europei.
I principi fondamentali affermati dal Testo Unico erano i seguenti:
adozione del modello di banca universale ovvero la sostanziale
licato
(eliminata la distinzione tra aziende di credito e istituti di credito
speciale), istituzionale e settoriale degli enti creditizi; venne inoltre
14
ampliata la gamma delle operazioni che potevano essere svolte
direttamente dalle banche;
pazioni in imprese
industriali,
nei limiti posti da specifiche regole di tipo
prudenziale;
riconoscimento della natura imprenditoriale ia;
istituzione della vigilanza prudenziale mirante a definire una serie di
regole del gioco che puntavano ad assicurare una gestione bancaria a
rischio controllato, evitando di condizionare direttamente il mercato.
Obiettivi erano la prudente gestione del
;
la definizione tassativa della forma giuridica delle imprese bancarie,
che dovevan
tata (per le Banche
popolari e le Banche di credito cooperativo);
piena apertura internazionale e attuazione della seconda direttiva
1.3
OPERAZIONI DI AG GREGAZIONE E NASC ITA DEI GRANDI
GRUPPI BANCARI
Le variazioni del quadro legislativo in materia bancaria, le politiche di
bancario permisero di innescare durante gli anni Novanta, con importanti
evoluzioni che giungono fino ai nostri giorni, un processo di ristrutturazione
del sistema, con fusioni e acquisizioni tra istituti bancari in
numero sempre
crescente.
un
processo di radicale cambiamento della struttura del sistema bancario
italiano;
la quota di mercato delle banche facenti capo allo Stato, agli enti
15
territoriali e alle fondazioni, pari a circa il 68
per cento alla fine del 1992, si
nel 2000 al 17 per cento
4
.
Con la privatizzazione delle banche e la loro quotazione in borsa divenne
e derivarono notevoli
benefici per la concorrenza nel mercato del credito.
La trasformazione delle banche in Spa
il processo di concentrazione
del sistema bancario che prese il via negli anni Novanta
fino ai
nostri giorni.
Il fenomeno espresse fin dagli inizi
dimensione delle banche, dalla loro collocazione geografica, o dalla categoria
di appartenenza.
che diede luogo al processo di concentrazione del sistema bancario va
ricercato nel conseguimento di specifici obiettivi, tra i quali:
conseguimento di economie di scala e di scopo, consistenti in
riduzioni dei costi medi unitari
riduzione del rischio di credito, attraverso una maggiore
aumento ternazionale del
sistema creditizio, anche attraverso
una strategia difensiva;
aumento
delle inefficienze;
aumento dei profitti e del valore azionario per gli stakeholder.
Tra il 1990 e il 2005 vennero realizzate 641
operazioni di aggregazione, in
202 casi gli intermediari acquisiti conservarono ,
mentre in 439 casi si
di operazioni di fusione ed incorporazione (figura
3).
4 Pisanti C., 2010,
Vergata, Roma, 13 aprile 2010.