mondiale. I mercati emergenti stanno intraprendendo una via fino ad ora inconsueta, divenendo, fra
le altre cose, grandi creditori verso tutto il mondo, in particolare verso le nazioni industrializzate.3
L’esplosione di questo processo e la volontà crescente dei Paesi emergenti, e in particolare della
Cina, della Russia e degli emirati più ricchi del Medio Oriente, di investire in Occidente hanno
soprattutto quattro origini:4
1) l’ingresso della Cina sulla scena economica mondiale
2) gli spettacolari tassi di sviluppo del gigante cinese e di gran parte dei paesi emergenti
3) l’impennata dei prezzi del petrolio e delle materie prime indotta dall’enorme fabbisogno di
paesi come Cina ed India, con ripercussioni straordinariamente benefiche sui paesi fornitori
di greggio e di altre materie prime
4) le gigantesche plusvalenze e disponibilità di capitali dei maggiori tra i Paesi emergenti sia
per il boom del petrolio che per l’exploit delle Borse
Le pressoché illimitate disponibilità di capitali accumulati dai più dinamici tra i paesi emergenti e le
loro enormi riserve valutarie derivanti dal surplus commerciale, dall’esplosione dei prezzi del
petrolio e delle materie prime e dagli spettacolari guadagni di Borsa mal si accompagnano alla
limitatezza dei loro mercati interni. Nasce principalmente da qui la spinta a cercare opportunità di
investimento nelle economie più avanzate dell’Occidente e a concorrere nelle quote azionarie di
svariati settori, dall’energia alle risorse naturali, dalle imprese siderurgiche alla componentistica per
auto, dalle nuove tecnologie alla manodopera specializzata, dalla finanza (banche d’affari5, Borse e
private equity6) alle utilities7 e alle infrastrutture, necessari a sostenere e rafforzare i loro piani di
sviluppo.8
In passato i fondi sovrani investivano per lo più in obbligazioni e titoli di stato, ma da qualche
tempo il loro proposito manifesto è diventato quello di massimizzare i rendimenti dell’allocazione
delle loro riserve nazionali in valuta estera e di conseguenza i loro obiettivi si sono spostati verso le
partecipazioni azionarie di società, di banche e di imprese dell’Europa e dell’America del Nord.
Sulla globalizzazione dell’economia e sul protagonismo dei fondi sovrani nell’industria e nella
finanza dell’Europa e degli Stati Uniti i linguaggi non sempre coincidono, e spesso viene marcata la
3
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, 2008
4
Locatelli, 2007
5 E' un istituto di credito che diversamente delle banche commerciali non permette depositi, ma offre servizi di alto
livello e specula con elevato rischio.
6
Espressione generale che si riferisce a qualsiasi tipo di investimento in titoli di un'attività, o società, bond o azioni,
non quotati in un mercato pubblico. I private sono fondi chiusi, investiti per la quasi totalità, ma non obbligatoriamente,
in titoli di società “private”; i clienti dei private sono generalmente istituzioni, come ad esempio fondazioni, fondi
pensione, ecc.
7
Termine utilizzato per indicare le imprese di pubblica utilità, tipicamente acqua, gas, elettricità ed altre forme di
energia distribuita
8
Locatelli, 2007
5
diversità d’approccio tra gli economisti e i politici. Generalmente gli economisti tendono a rilevare
gli aspetti positivi della globalizzazione e della circolazione dei capitali nel mondo, sia per le
occasioni di investimento offerte dal superamento delle barriere politiche, legali, burocratiche agli
operatori dei paesi emergenti, sia per la benefica spinta che l’attrazione di ingenti capitali può avere
sulla crescita dei paesi industrializzati. Queste considerazioni sono importanti e vanno tenute
sempre presenti, perché gli investimenti dei paesi emergenti nell’Occidente, se nascono da finalità
prettamente di mercato e senza reconditi obiettivi politici e se rispondono a criteri di comprovata
reciprocità, sono parte integrante ed essenziale del processo di globalizzazione e di liberalizzazione
dei mercati e delle economie. Un processo che giova a tutti, ai paesi avanzati come a quelli in via di
sviluppo.9
Il sorgere di questi strumenti finanziari che sono, nella maggior parte dei casi, a conduzione
governativa ha sollevato preoccupazioni di carattere politico. Nelle relazioni economiche e
finanziarie internazionali si stanno creando molte asimmetrie dove i Paesi emergenti (Cina ed altri
paesi asiatici, paesi del Golfo e altri paesi OPEC10) non sempre rispettano criteri di reciprocità e
trasparenza, vale a dire quelle regole che stanno alla base del Fondo Monetario Internazionale
(FMI) e del World Trade Organization (WTO) e senza le quali appare difficoltoso imbastire una
leale convivenza economica. Stando a quello che si può osservare, per adesso nel breve-medio
termine, riguardo anche alla crisi finanziaria iniziata circa un anno fa, a causa dei crediti concessi
negli Stati Uniti senza garanzie e poi ricollocati, che si è propagata internazionalmente, i fondi
sovrani stanno svolgendo un ruolo positivo con interventi che forse nessuno avrebbe potuto fare con
tanta rapidità. È noto infatti che nel gennaio 2008 i fondi sovrani di Singapore e Kuwait abbiano
“soccorso” banche occidentali colpite dalla crisi dei crediti subprime11, investendo 22 miliardi di
dollari in Citigroup e più di 12 in Merrill Lynch, con il contributo anche del fondo sovrano
sudcoreano12. Alla fine di quello stesso mese, Morgan Stanley stimava che i fondi sovrani dei Paesi
emergenti già avessero investito, nel corso dell’ultimo anno, quasi 70 miliardi di dollari in grandi e
famose banche di investimento (oltre a quelle citate si ricordano Standard Chartered Bank, Bear
Stearns, Morgan Stanley e Ubs, per menzionare le più importanti) colpite dalla crisi finanziaria. Le
operazioni di “salvataggio” messe in opera dai fondi sovrani fino ad ora sono dunque tra le più
ingenti mai viste, di dimensioni superiori e di maggiore tempestività di quanto sia avvenuto per
opera del FMI in soccorso dei Paesi emergenti in occasione delle crisi finanziarie degli anni 90.
9
Locatelli, 2007
10
Organization of Petroleum Exporting Countries, in italiano OPEP, Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio
11
Il termine ha origine nella denominazione della scala di valutazione dei mutui negli Stati Uniti. Una valutazione sub-
prime significa appena al di sotto del prime, che rappresenta la valutazione migliore per quanto riguarda la garanzia
creditizia di un mutuo. Negli Stati Uniti questa scala di valutazione risulta importante in quanto determina il tasso
d'interesse da applicare al prestito; esso sarà più basso in presenza di valutazione alta, e viceversa.
12
Dati da Bloomberg
6
Nel medio-lungo termine sorgono tuttavia legittimi interrogativi sui benefici degli investimenti dei
fondi sovrani considerata la loro consistenza patrimoniale, i ritmi di crescita, la loro quasi totale
mancanza di trasparenza, la loro prevalente appartenenza a Stati non democratici. In tal senso i
recipient countries (ovvero gli stati che ricevono investimenti sovrani) stanno formalizzando
strumenti di monitoraggio e controllo, onde evitare spiacevoli interferenze soprattutto in settori
strategici, come ad esempio quello energetico. Il dipartimento del tesoro americano, per esempio, ha
intrapreso periodici avvicinamenti e discussioni con i fondi sovrani e i partecipanti ai mercati, per
capire meglio i trend e monitorare gli investimenti sovrani e le acquisizioni, ed ha iniziato una
profonda analisi oltre che periodici report al Congresso. In generale si può dire che servano principi
di policy per entrambe le parte, sia per i fondi sovrani sia per i governi. In questa direzione si stanno
muovendo le istituzioni economiche internazionali: una prova è l’intesa sui principi e le pratiche
generalmente condivisi (GAPP, Generally Accepted Principles and Practices) raggiunta a Santiago
del Cile ad ottobre. Nel frattempo c’è chi prospetta la creazione di un fondo sovrano per l’Unione
Europea, a partire dalla mobilitazione delle riserve auree delle Banche centrali13. Il Fondo sovrano
Europeo (FSE) potrebbe investire sia sul mercato europeo, in imprese e banche che avessero
potenzialità globali (come fanno i fondi sovrani dei Paesi emergenti) o in aziende in difficoltà a
causa di tracollo nei prezzi e/o panico di mercato, nonché su altri mercati, con una strategia di
diversificazione del rischio-rendimento delle riserve, per esempio puntando a settori strategici quale
l’energia, bilanciando così il rischio legato all’eccessiva dipendenza delle forniture dall’estero.
Tale ipotesi è tuttavia lungi dall’essere realizzata, per il momento ci limiteremo a prendere in
considerazione i fondi sovrani esistenti, per capire verso quale direzione si stiano muovendo.
L’elaborato verrà strutturato inizialmente elencando le fonti che alimentano i fondi
d’investimento sovrano, distinguendo successivamente tra riserve valutarie e fondi sovrani, anche a
seconda degli obiettivi che si prefiggono. Si procederà poi ad individuare la collocazione geografica
dei maggiori fondi sovrani, con particolare attenzione per quelli dei paesi mediorientali ed asiatici;
verranno inoltre proposti dei case study specifici: uno sul fondo pensionistico norvegese come
modello di buona amministrazione e due ipotesi di costituzione di un fondo sovrano (Unione
Europea e Giappone). Il secondo capitolo sarà centrato sulle polizie d’investimento adottate dai
fondi sovrani e dalla valutazione che questi hanno stimolato negli stati riceventi. Si affronterà
inoltre l’argomento delle preoccupazioni costituite dagli investimenti sovrani, con attenzione al
tema dell’accountability (da parte di entrambi gli attori) e della stabilità globale; infine si
tratteranno i recenti movimenti intrapresi da organizzazioni internazionali per fornire un codice di
condotta che guidi i fondi ad investire ed invita i paesi riceventi a non chiudersi rischiando di
13
Quadrio Curzio, 2008
7
innalzare barriere protezioniste. Per finire, nel terzo capitolo si tratteranno brevemente le previsioni
di evoluzione dei fondi sovrani, con riferimento a quello che potrebbe essere il quadro futuro
dell’economia globale e verranno accennati i comportamenti da attuare per sfruttare al meglio
l’opportunità costituita da questi attori della finanzia internazionale.
8