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Nello scenario economico odierno un ruolo rilevante in termini di capacità di sviluppo del settore
ed in termini di aumento del livello di rendimento delle risorse investite è stato assunto dai settori
delle nuove tecnologie
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. È ben noto come siano gli Stati Uniti l’epicentro della new economy in
questo paese, infatti, si rilevano i massimi livelli di investimento ed in genere è proprio questo paese
a iniziare nuovi cicli produttivi positivi pregni di un forte contenuto innovativo. Negli U.S.A. è
iniziato, infatti, il progresso dell’informatica culminato con l’avvento di internet ed è lì che è
scoppiata una bolla speculativa che ha drasticamente rallentato gli investimenti in questo come in
altri settori ad elevato contenuto tecnologico. Sempre in America è ricominciato in questi ultimi due
anni l’interesse del mercato nei confronti dei settori della new economy ed affini con una ripresa
dell’accrescimento degli investimenti; unica differenza è che oramai anche l’Europa grazie al suo
processo di unione dei mercati ed a una maggiore maturità degli operatori, soprattutto questo
riguarda paesi come l’Italia, rappresenta un importante protagonista nel poter determinare un trend
positivo. Essendo ormai usciti da un periodo critico le imprese che sono riuscite a resistere hanno
veduto un miglioramento, oggi, del loro andamento economico ed è possibile capire come la
ritrovata fiducia negli investimenti nei settori ad elevato contenuto tecnologico lascino ben
presagire riguardo ai livelli di investimento e di ricerca, quindi anche di rendimento, in questi stessi
settori. Spiegare come e perché questo sia avvenuto non è certo facile e non è riconducibile ad un
unico motivo sono interessati fattori socio-economici oltre che culturali e del contesto in cui si deve
operare; possono essere interessati fattori congiunturali piuttosto che nuovi livelli di pressione
concorrenziale o risultati derivanti dall’attività di ricerca quindi dal processo scientifico che riesce
ad abbassare costi di produzione o di vendita aprendo nuove strade in nuovi mercati.
Come però nel concreto sia stato finanziato questo processo dal lungo iter richiesto dalla ricerca
non è intuitivo e non riguarda né le banche, né lo stato, né progetti di grandi imprese, che
ovviamente hanno però contribuito, questo processo ha avuto luogo soprattutto grazie al venture
capital. A fronte di questa considerazione è sembrato interessante poter andare a vedere come
questo operasse, in che modo si strutturasse ed in che cosa consistesse. Si è, dunque, voluto
preparare un lavoro tramite il quale si potesse cercar di capire come questo comparto della finanza
potesse sostenere lo sviluppo delle imprese e di come riuscisse a far registrare livelli tanto alti di
rendimento chiedendosi, inoltre, se tali livelli siano sostenibili in un’ottica di lungo periodo.
Ricercare, dunque, gli elementi di forza e le peculiarità del settore, determinare i fattori che rendono
possibile un investimento di questo tipo ed evidenziare le determinanti degli elevati livelli della
performance e quali le prerogative per confermare i risultati ottenuti nel lungo periodo è stato uno
dei motivi cardine per il quale si è scelto di preparare una tesi sul venture capital. Un'altra
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Quando si parla di questo settore si fa riferimento ai settori del software, delle comunicazioni, dei servizi internet, dei
semiconduttori delle biotecnologie e dell’informatica
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motivazione risiede nell’interesse suscitato in questi ultimi anni dall’andamento e dal processo
evolutivo che ha contraddistinto il campo delle nuove tecnologie e della new economy in generale e
dall’interesse di capire dove venissero dirette le fonti nell’attività di ricerca di come gestire le
diverse strategie praticabili nell’ambito di una prospettiva focalizzata non esclusivamente nei
confronti dell’analisi di un andamento passato ma anche nella prospettiva di un andamento futuro.
Si intende, dunque, indagare riguardo:
- il modo in cui il venture capital lavora;
- la sua struttura ed il processo di raccolta di capitali, con un occhio al rapporto con gli
investitori ed ai relativi schemi d’incentivazione e remunerazione per incentivare i gestori;
- il rapporto rendimento rischio attraverso una simulazione derivante da dati empirici;
- le nuove forme attraverso cui questa tipologia d’investimento nel capitale di rischio si
organizza tramite il fondo di fondi di venture capital.
Nello svolgere questa ricerca un contributo fondamentale lo ha fornito il fondo di venture capital
questo deriva oltretutto da un processo di evoluzione nell’ambito dei mercati internazionali. Questo
risulta essere oggi lo strumento migliore per poter diversificare i propri investimenti, ridurre il
rischio e cercare la performance massima.
Successivamente alla fase di depressione seguita alla bolla speculativa, infatti, il settore
dell’investimento in capitale di rischio ha subito una nuova spinta e ripresa anche grazie all’utilizzo
dei fondi di investimento. Questo mercato, infatti, è riuscito a segnare un aumento dell’ammontare
investito complessivamente rispetto al livello segnato nel 2004 invertendo una tendenza che ha
visto determinarsi un ritmo di evoluzione decrescente iniziata dal 2000, dando un importante segno
di ripresa dopo 5 anni circa, di uno dei maggiori settori d’investimento finalizzato prettamente nei
confronti della nascita e dello sviluppo d nuove aziende. Il processo evolutivo che ha
contraddistinto il fenomeno si colloca in un momento storico dell’Italia in cui il suo bisogno di una
nuova fase di crescita determinata dai livelli di produttività maggiori per sostenere la concorrenza
con la Cina e con gli altri stati esteri che oggi evidenziano alcune delle caratteristiche del nuovo
mercato; si è voluto vedere se proprio il venture capital attraverso la formazione dei fondi potesse
assurgere ad essere uno degli strumenti idonei a segnare un importante contributo evolutivo e di
progresso in tale senso. I fondi di investimento in capitale di rischio sono oramai quelli che riescono
ad attestarsi come una fra le strade maggiormente percorse dagli investitori istituzionali siano essi di
emanazione pubblica, bancaria o industriale per contribuire in maniera concreta alla formazione di
nuove imprese, nuovi tessuti industriali e nuove tecnologie in maniera di proiettarsi nel futuro con
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investimenti originati per tempo che hanno avuto modo di maturare e svilupparsi, il tutto
sostenendo degli investimenti relativamente poco onerosi anche in relazione di quella che potrebbe
divenire la redditività del progetto. Fare una tesi di questo genere rispecchia la consapevolezza di
interrogarsi sullo stato della situazione in Italia ed in Europa principalmente attraverso un
esperimento per verificare l’efficienza di un fondo di fondi di venture capital e cercare di capire
come questo possa contribuire a rispondere alla richiesta di rinnovamento e svecchiamento da parte
del sistema produttivo. Attraverso questa tesi si cerca di indagare su quali siano le strategie migliori
da adottare nel caso in cui si decidesse di intraprendere un investimento di questo genere. Il fondo
di fondi di venture capital come uno strumento di rinnovamento, come un mezzo per permettere il
traghettamento del sistema industriale dalla situazione presente ai mercati del futuro attraverso la
ricerca e lo sviluppo di nuove idee.
L’attività di investimento nel capitale di rischio, dunque, è in ripresa soprattutto nel mercato
statunitense ambiente in cui queste operazioni sono ben più comuni rispetto al vecchio continente la
sfida che si vuole combattere è anche nel cercare di capire quali i punti di forza su cui si può contare
per attirare nuove risorse di questi investimenti e non farle destinare all’estero.
Nel secondo capitolo di questa tesi viene presentato in maniera organica il concetto di partenza su
cui il lavoro si andrà ad articolare nella sua più complessa natura del fondo di fondi di venture
capital; è sembrato opportuno iniziare col presentare il venture capital fornendone una definizione
che lo distingua all’interno del grande comparto dell’attività di investimento nel capitale di rischio
dalle altre forme di intervento ed in particolare dal private equity (paragrafo 2.2). Una volta chiarito
l’oggetto di studio viene fornito un excursus storico che si propone di informare di dare le basi
riguardo le origini di questa tipologia di investimento e di come si sia gradualmente organizzata
attraverso il tempo per giungere ad essere riconosciuta sia a livello economico, attraverso
organizzazioni che ne rappresentino il peso, che a livello normativo nei vari mercati (paragrafo 2.3).
Arrivato nei nostri giorni il venture capital ha iniziato ad assumere connotati diversi, specifici a
seconda del momento in cui sia richiesta l’azione di questo tipo forma di investimento sempre
circoscritto ai primi momenti di vita delle imprese o a fasi di sviluppo. Si può cosi concentrare il
proprio interesse nei primissimi momenti dell’impresa quando questa sia ancora in fase embrionale
o a questo solo poco distante (paragrafo 2.4.1) oppure quando l’impresa cerca il modo di crescere e
progredire nel mercato (paragrafo 2.4.2); infine arriveremo in un momento in cui l’azienda avrà
bisogno di nuova linfa per perpetrare la propria attività e non rimanere soffocata dal mercato
(paragrafo 2.4.3). Una volta terminato questo inquadramento teorico la tesi procede con il fornire
uno spaccato sulla quotidiana realtà dei principali mercati di riferimento, quello americano
(paragrafo 2.5.1), quello europeo (paragrafo 2.5.2) nonché quello italiano (paragrafo 2.5.3)
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attraverso grafici specifici sulla salute del mercato e sul loro odierno orientamento; in questo modo
è possibile rendersi conto di come si possano riscontrare similitudini e non all’interno dei diversi
mercati e quali i momenti nella fase di vita dell’impresa in cui gli investitori hanno preferito
concentrare le proprie energie.
Successivamente la tesi affronta in una simile ottica il terzo capitolo dedicato alla presentazione ed
alla definizione della forma in cui lo strumento analizzato precedentemente si evoluto ovvero
considera il fondo di venture capital e definisce un quadro storico di riferimento relativo alla
comparsa di questa nuova forma in cui gestire la nostra forma di investimento (paragrafo 3.2).
Successivamente l’analisi presenta alcuni dati sullo sviluppo del settore (paragrafo 3.3)
evidenziando in modo particolare ciò che è interessato dal fondo, con informazioni sui soggetti
coinvolti nella costituzione di questo strumento finanziario, ponendo un elemento di
approfondimento sulla diversa natura di questi stessi (paragrafo 3.3.1) sottolineando quali siano le
principali caratteristiche che li differenziano fra loro e rispetto ad una normale società
d’investimento, in particolare viene sottolineata la natura comune di essere costituiti mediante la
forma del fondo chiuso (paragrafo 3.3.2). Si è dunque ritenuto opportuno fornire un quadro generale
delle forme di investimento alternative al venture capital, questo è servito a fornire, per contrasto,
un quadro d riferimento generale per identificare le vie in cui il venture capital opera (paragrafo
3.4). Svolta questa panoramica è stato più che mai opportuno dare un resoconto su come siano
strutturati i fondi che invece si occupano di trattare proprio il nostro tipo di operazione di
finanziamento attraverso il capitale di rischio (paragrafo 3.5), quindi ci si è concentrati sulle varie
tipologie presenti ed a cui sia possibile far riferimento, i captives fund (paragrafo 3.5.1), i venture
capital trust (paragrafo 3.5.2) e la partnership (paragrafo 3.5.3).
Una volta terminato il quadro di cosa sia e come funzioni un fondo di venture capital la tesi fornisce
un quadro sintetico sullo stato dei principali mercati (paragrafo 3.6) riportando i dati sulla raccolta e
sull’attività di investimenti che hanno segnato nel 2005 un andamento in ripresa rispetto agli anni
precedenti segnati da un calo dell’investimento a causa della situazione di crisi generata sui mercati
dallo scoppio di una bolla speculativa; in particolare sono stati presi in considerazione il mercato
americano, quello europeo ed infine quello italiano, che poi interessa più da vicino il lavoro di tesi
proposto assieme all’andamento europeo.
La tesi prosegue nel suo svolgimento attraverso l’analisi di quel processo di selezione che conduce
al momento in cui si devono fare delle scelte; entriamo cosi nel vivo del tema trattato con la
selezione delle diverse operazioni disponibili da parte del fondo di fondi di venture capital. Sarà
spiegato in che modo è possibile suddividere il portafoglio di un fondo di questo tipo attraverso una
differenziazione dei settori interessati dall’operazione ed in base al momento in cui l’azienda si
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trova soggetta a operazioni di investimento nel capitale di rischio; viene anche spiegato come tutto
questo debba essere considerato in relazione al peso che il rischio assume calcolato attraverso il
metodo di Markovitz (paragrafo 4.2). Viene quindi approfondito il tema dei diversi settori in cui si
concentrano le operazioni del venture capital e quindi di come queste si distribuiscono fra i diversi
settori, grazie anche all’osservazione delle tabelle fornite dalle associazioni di categoria; cosi
facendo è possibile vedere dove in questi ultimi i fondi di questo genere e dunque anche i fondi di
fondi abbiano preferito orientare le proprie risorse (paragrafo 4.2.1). Viene, dunque, trattato in
maggior dettaglio anche il tema della diversificazione delle scelte di investimento in base ad una
strategia fondata sulle differenti fasi di vita dell’impresa in cui si interviene ( paragrafo 4.2.2 ). La
tesi prosegue fornendo le linee guida delle scelte dell’investimento ovvero i criteri strategici per
operazioni di questo tipo evidenziando, in base agli obiettivi che ci si è proposti, le potenzialità
interne ed esterne all’azienda e valutando il beneficio che sono in gradi di apportare in base alla loro
esperienza e preparazione (paragrafo 4.3). I criteri di selezione da parte degli operatori sono
principalmente finalizzati alla ricerca principalmente di un obiettivo, la qualità degli impieghi;
questo è stato fatto anche impostando nuovi metodi valutativi delle potenzialità d’espansione
dell’azienda e di penetrazione nel mercato considerata la non completa adeguatezza dei tradizionali
indicatori usati nel mercato causata dalla particolare natura di questa categoria dell’investimento
(paragrafo 4.4). Si procede con il porre l’attenzione sulla valutazione del venture capital e su come
questo cominci da una valutazione del potenziale umano, tecnologico e sull’impegno finanziario ed
economico richiesto viene anche evidenziato come questa fase non debba essere assolutamente
sottovalutata anche perché potrebbe rivelarsi la più importante di tutto il processo di investimento
(paragrafo 4.5). Si concentra la propria attenzione quindi su quelli che sono i settori strategici in cui
si vuole indirizzare questo tipo di operazione iniziando la nostra valutazione dall’osservazione dei
dati storici e dalle esigenze del mercato, dalla domanda che da questo deriva (paragrafo 4.5.1);
viene investigata la struttura dell’operazione proposta attraverso l’analisi di un business plan
appositamente redatto grazie anche al quale è possibile capire meglio la strategia che si intende
utilizzare per entrare nel mercato e le capacità dell’imprenditore o del soggetto proponente e di
come la reputazione abbia un peso nella valutazione medesima. Viene altresì riportato un esempio
di un episodio in cui venne commesso un errore valutativo e di come poi l’azienda in questione
abbia invece avuto successo, questo per illustrare le difficoltà in cui può incorrere il venture
capitalist e di come sia importante poter contare su una riconosciuta sensibilità in un determinato
settore (paragrafo 4.5.2). Una volta considerati questi fattori si sposta l’attenzione su un altro
tassello importante della composizione ottimale di un fondo di fondi per avere un risultato positivo
ovvero quello che riguarda direttamente l’investitore medesimo; viene quindi a crearsi l’esigenza di
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comprendere se l’operatore in questione sia in grado di supportare adeguatamente l’investimento
che si appresta a compiere in termini di esperienza tecnica e conoscenza delle specifiche dinamiche
cui si è sottoposti e che l’azienda si troverà ad affrontare (paragrafo 4.5.3).
Non rimane a questo punto, conclusa idealmente la fase di selezione, che preoccuparsi di come
evolva l’investimento attraverso un attento ed accurato processo di monitoraggio (paragrafo 4.6)
che abbia il compito, attraverso la propria azione di ridurre l’esposizione ai diversi tipi di rischi che
possono manifestarsi nelle operazioni di venture capital, provenienti sia dal mercato attraverso
cambiamenti nella domanda piuttosto che derivanti dall’esigenza di un supporto alla fase di
espansione, sia derivanti da crisi interne per lo smarrimento dell’imprenditore o dalla dispersione
delle energie dello stesso in troppi progetti. Una volta intrapreso questo investimento nel capitale di
rischio il monitoraggio rappresenta l’unica via attraverso la quale è possibile assicurarsi del corretto
andamento dell’operazione ed è possibile indirizzarne le scelte.
All’interno del quarto capitolo sono state inoltre riportate 3 schede di approfondimento su diversi
temi volte a rappresentare attraverso degli esempi i risultati più riusciti di venture capital sia a
livello internazionale sia a livello italiano soprattutto nel campo informatico e delle comunicazioni.
La tesi prosegue con il quinto capitolo ad entrare nel vivo del suo tema, ovvero il fondo di fondi,
volendo presentare i risultati di un esperimento empirico condotto mediante l’utilizzo di un foglio
excell tramite il quale si intende capire quanta e quale sia l’utilità dello strumento preso in
considerazione rispetto ad un normale fondo di investimento in capitale di rischio. Si procede con
un paragrafo dedicato alla presentazione delle fonti utilizzate; si presentano cioè i dati che sono stati
utilizzati e le strategie che è stato possibile costruire grazie a questi nonché della logica seguita dalle
associazioni di categoria, in particolare AIFI ed EVCA, per redigere questi stessi (paragrafo 5.2).
Verrà presentata, dunque, la metodologia di analisi (paragrafo 5.3); si cercherà, attraverso un
apposito studio, di verificare se sussistano legami di correlazione fra i dati utilizzati per investigare
sul livello di rendimento che è stato registrato nel corso di dieci anni, dal 1986 al 2005, sia a livello
italiano che europeo ed alcune variabili macroeconomiche prese in esame. Queste sono state scelte
in base ad uno studio condotto per conto del dipartimento per la programmazione, il coordinamento
e gli affari economici del Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca. Verranno esposti
i risultati attraverso la presentazione di grafici ed attraverso i risultati ottenuti mediante l’utilizzo di
indici di correlazione appositamente calcolati per avere la massima chiarezza su che livello di
legame sia presente fra le macro variabili prese in esame e la nostra variabile di riferimento, cioè
l’IRR, analisi condotta sia a livello italiano sia a livello europeo. Le variabili macro che sono cosi
state prese in considerazione sono il PIL per vedere un eventuale rapporto fra l’andamento
dell’attività economica e l’attività di venture capital (paragrafo 5.3.1), il rendimento dei titoli
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obbligazionari governativi a medio termine che potrebbero rappresentare un’alternativa
all’investimento in capitale di rischio dato il costo presente nel derivare le fonti di finanziamento
(paragrafo 5.3.2). Il numero delle IPO, a fronte di una efficienza del mercato borsistico questa
forma può rappresentare una valida via d’uscita, (paragrafo 5.3.3) ed il numero degli operatori
(paragrafo 5.3.4). Infine è stato redatto un paragrafo (paragrafo 5.4) dedicato al vero e proprio
esperimento di composizione di un fondo di fondi di venture capital condotto tramite la formazione
di diversi fondi seguendo diverse strategie di composizione per ottenere diversi risultati in termini
di rendimento a seconda dei singoli portafogli costruiti. Sarà in questo modo possibile presentare le
conclusioni riferendosi al comportamento osservato dalla popolazione campionaria studiata avendo
cosi un esempio tangibile dell’utilità dello strumento utilizzato rispetto ai fondi chiusi normalmente
adoperati.