I FONDAMENTI BIOLOGICI DEL LINGUAGGIO SECONDO NOAM CHOMSKY
almeno secondo l’approccio chomskiano, è una parte fondamentale del complesso dei
sistemi cerebrali, e la teoria della GU cerca di fornire un contributo su come il linguag-
gio interagisca con questi sistemi. In questo senso, il nostro intento è quello di proporre,
in via sintetica, un quadro sinottico della teoria chomskiana che faccia luce sulle reali
possibilità che la linguistica generativa è in grado di offrire alle «prospettive per lo stu-
dio della mente»2. A questo proposito mostreremo alcuni tra i più recenti dati sperimen-
tali che sembrano dare ragione all’ipotesi chomskiana, così come alcune criticità contro
cui la GU si deve confrontare.
La seconda motivazione che ci ha spinto a svolgere questo tipo di lavoro costi-
tuisce una sorta di “corollario” della prima e chiama in causa il classico tema della veri-
ficabilità delle teorie scientifiche: la GU, infatti, è un modello astratto, formale, che ten-
ta di far luce su un fenomeno, il linguaggio, che è esso stesso di difficile definizione o
almeno di difficile inquadramento. Cos’è il linguaggio? E’ un mezzo di comunicazione
o un modo attraverso il quale si realizza il pensiero? E’ un “oggetto” esclusivamente
culturale e sociale o è una proprietà intrinseca della specie umana? E’ totalmente appre-
so dall’ambiente o esiste una sorta di predisposizione genetica che ne facilita
l’apprendimento? Come si può intuire quello del linguaggio è un tema vasto e trasversa-
le a tanti ambiti disciplinari, tanto che appare difficile dar torto a Pinker quando sostiene
di non conoscere nessuno che non sia interessato al linguaggio3. Riteniamo, perciò, di
dover analizzare se e in che misura la Grammatica Universale può essere considerata
una teoria scientificamente valida: secondo quali dati questo modello teorico può essere
verificato o falsificato? E’ scientifico il metodo chomskiano di procedere per idealizza-
zioni ed astrazioni fino a consegnare al neuroscienziato un’ipotesi di ricerca su cui co-
struire una sperimentazione? La teoria della GU è stata in molti casi accettata come pre-
zioso contributo per lo studio della mente in relazione al linguaggio; d’altra parte a
Chomsky non sono state risparmiate critiche sia sul piano della filosofia della mente (in
particolare per le questioni legate all’innatismo e al recupero di un certo razionalismo
cartesiano), che su quello delle scienze naturali (relativamente alla concezione “modula-
re” della mente che Chomsky sostiene, ed anche in merito alla fondatezza empirica della
GU).
Scopo del presente lavoro di tesi è, dunque, far luce su tutti questi nodi critici e
tentare di scioglierli: cercheremo di mostrare che, nonostante nulla di definitivo possa
attualmente essere detto in merito alla natura biologica del linguaggio, e nonostante al-
2
Chomsky (1988: trad. it. p. 113)
3
Pinker (1994: trad. it. p. 3)
INTRODUZIONE
cune posizioni di Chomsky possano essere criticate alla luce di alcuni dati sperimentali,
la Grammatica Universale costituisce di per sé un’ipotesi plausibile e “scientifica” su
alcuni aspetti del linguaggio. Presentiamo qui di seguito un quadro schematico della te-
si.
I PARTE: LA TEORIA LINGUISTICA
3URdiscussione dei contenuti epistemologici della linguistica generativa. Se è vero che
il contributo di Noam Chomsky è stato determinante in questi decenni, è opportuno, a
nostro avviso, presentare un quadro sinottico della Grammatica Universale, partendo dai
presupposti epistemologici ed affrontandone alcuni aspetti formali.
&RQWURtrattazione delle problematiche filosofico-scientifiche che sorgono nel postulare
l’esistenza di una grammatica universale del linguaggio umano; in particolare vengono
discusse le posizioni critiche su alcuni dei presupposti su cui si basa la teoria chomskia-
na.
II PARTE: I DATI BIOLOGICI
3UR Si fornisce una rassegna (parziale, poiché strettamente ancorata alla questione
chomskiana) dei contributi portati dalle scienze biologiche, dalla psicolinguistica e dalle
neuroscienze sulla natura biologica del linguaggio. Viene riportato il punto di vista di
Chomsky sui meccanismi fisici che sottostanno alla facoltà del linguaggio. Come ve-
dremo, Chomsky non si sbilancia in considerazioni troppo approfondite in materia, limi-
tandosi ad osservazioni generali che sembrano offrire sia conferme sia smentite dalle ri-
cerche sperimentali.
&RQWUR Nell’ambito della biologia evoluzionista sorgono alcune critiche a quanto so-
stenuto da Chomsky e dalla teoria della Grammatica Universale; queste critiche sono
rivolte al metodo di ricerca chomskiano, che viene sostanzialmente respinto come non
scientifico.
/DWHVLA partire da quanto proposto da Chomsky circa alcuni possibili metodi per in-
dagare le basi biologiche del linguaggio, vengono esposte in modo dettagliato tre recenti
ricerche sperimentali che sembrano suffragare l’apparato teorico della Grammatica U-
niversale, verificando l’ipotesi dell’esistenza di caratteristiche universali del linguaggio,
proprie di tutte le lingue naturali. Il significato di queste ricerche suggerisce che, nono-
stante permangano alcuni punti critici nel modello chomskiano, la Grammatica Univer-
I FONDAMENTI BIOLOGICI DEL LINGUAGGIO SECONDO NOAM CHOMSKY
sale si presenta oggi come una teoria che fonda la propria ragion d’essere su dati speri-
mentali certi e su ipotesi basate su metodi a tutti gli effetti “scientifici”; essa è di fatto
una teoria della «NQRZOHGJHRIODQJXDJH»4 i cui metodi di ricerca, almeno al pari di altre
teorie nell’ambito delle scienze cognitive, consentono un’indagine dei meccanismi di
funzionamento della mente umana.
Nel corso di queste pagine si cercherà di mostrare che il modello chomskiano di
studio dello sviluppo del linguaggio e dei suoi meccanismi di funzionamento si dirige in
direzione dell’auspicata unificazione delle scienze cognitive del linguaggio con le neu-
roscienze, nell’obiettivo comune di una completa conoscenza del nesso mente/cervello;
nonostante allo stato attuale tale unificazione appaia ancora all’orizzonte, Chomsky
prende spunto proprio dagli attuali vuoti di spiegazione per mostrare come la strada da
percorrere sia quella di studiare il linguaggio formulando ipotesi e mettendole alla prova
dei dati sperimentali; questo deve avvenire senza avventurarsi in supposizioni che, non
supportate da verifiche sperimentali scientificamente studiabili, rischiano di trasformarsi
per lo più in semplici storie affascinanti da raccontare, ma «just so stories»5. In realtà,
come vedremo, è proprio su queste intenzioni che i maggiori critici affilano le proprie
lame per denunciare i limiti della linguistica chomskiana.
Non è questa la sede per passare in rassegna la vastissima tradizione filosofico-
scientifica che si è occupata del linguaggio. Si farebbe prima a citare gli autori che non
se ne sono occupati. Certo è che, unitamente alla nascita della linguistica strutturalista di
matrice saussuriana, la cosiddetta “svolta chomskiana”, quando accettata, quando criti-
cata, ha inaugurato una stagione di studi sul linguaggio senza precedenti nella storia del
pensiero occidentale: un nuovo modo di avvicinarsi al linguaggio che ha, in Chomsky,
attinto in una prima fase alle teorie e alle tecniche risalenti alla tradizione analitico-
filosofica anglosassone, per poi evolvere gradualmente fino ad assumere un proprio me-
todo di ricerca sperimentale.
Tralasciando per ora gli aspetti “tecnici” linguistici, gli argomenti principali che
Chomsky porta a favore di una natura essenzialmente biologica del linguaggio sono i
seguenti:
4
E’ il titolo originale di una delle più recenti e conosciute pubblicazioni di Noam Chomsky (1986)
5
Sono parole di S.J. Gould: cfr. Chomsky (2001: 87-89) ed anche LeDoux (2002: trad. it. p. 17)
INTRODUZIONE
Il linguaggio è una facoltà specie-specifica dell’uomo: non è data la conoscenza
di nessun altro animale in possesso di una simile caratteristica. Come tale, lo studio del
modo in cui funziona il linguaggio non può fare affidamento sullo studio di altre forme
di comunicazione nelle altre specie. Nel cervello umano esiste una sorta di DUFKLWHWWXUD6
LQWHUQD che sottostà alla produzione del linguaggio.
Il linguaggio è caratterizzato da processi fondamentali di funzionamento che non
possono essere totalmente appresi; tali processi – la grammatica universale – fanno par-
te del bagaglio genetico del cervello umano, e consentono l’apprendimento di una lin-
gua in tempi rapidissimi nonostante la relativa “povertà di stimoli” a disposizione del
bambino.
L’influenza dell’ambiente nello sviluppo del linguaggio è determinante al pari di
quanto lo è ai fini dello sviluppo di pressoché tutte le altre facoltà mentali e capacità fi-
siche; in altre parole, senza uno stimolo appropriato, il cervello umano non riesce a svi-
luppare la facoltà del linguaggio, così come rimarrebbe irrimediabilmente cieca una per-
sona costretta a vivere al buio per i primi anni dello sviluppo.
Una diretta conseguenza della natura biologica del linguaggio è che la sua varie-
tà “esecutiva” – la moltitudine di lingue parlate nel mondo – è apparente: alcune pro-
prietà fondamentali del linguaggio, la grammatica universale, sono riscontrabili in tutte
le lingue naturali conosciute; le uniche variazioni riscontrate dalle analisi comparative
in linguistica sono, per così dire, “interpretazioni” di queste proprietà. Le lingue naturali
variano molto per quanto concerne gli aspetti fonologici e morfologici, ma poco dal
punto di vista della sintassi; questo perché il cervello umano è in grado di elaborare so-
lamente un certo “tipo” di sintassi.
Tenendo presenti queste considerazioni, possiamo subito intuire quali aspetti dei
vari piani di studio del linguaggio siano per Chomsky scientificamente rilevanti: il lin-
guaggio è sostanzialmente un “organo biologico”, quindi bisogna innanzi tutto studiare
quali siano i meccanismi attraverso i quali opera questo organo. Tali meccanismi di fun-
zionamento si manifestano attraverso la VLQWDVVL. La sintassi è dunque il punto di parten-
za per provare a studiare scientificamente il linguaggio.
Che dire della semantica? Alcune delle critiche a Chomsky riguardano proprio il
fatto che il linguista americano sembra “dimenticare” quello che è indubbiamente un
aspetto fondamentale del linguaggio. Fin dagli inizi Chomsky sostiene che, se per se-
6
In questo lavoro adotteremo il termine «architettura» (LQWHUQDFRJQLWLYD) nel senso impiegato da Aprile
(1993: 8-segg.). Si veda anche Fodor (1983)
I FONDAMENTI BIOLOGICI DEL LINGUAGGIO SECONDO NOAM CHOMSKY
mantica intendiamo il significato degli enunciati, allora dall’analisi formale della sintas-
si di questi enunciati si potrà comprendere le proprietà dei significati in senso preciso.
La semantica è subordinata alla sintassi, tanto che questo aspetto del linguaggio «biso-
gnerebbe considerarlo il margine estremo della sintassi»7.
Nella teoria della Grammatica Universale le componenti semantiche del lin-
guaggio, lo vedremo nel cap. 3, non sono granché scindibili dagli aspetti strutturali della
sintassi. Si può dire, tra l’altro, che le recenti svolte introdotte dal Programma Minima-
lista (PM) mettono più che mai l’accento sul rapporto tra sintassi e semantica; si pensi,
ad esempio, alla riduzione di molti degli aspetti formali della grammatica generativa
degli anni Ottanta8 a questioni di “interfaccia” tra le componenti della facoltà del lin-
guaggio e le altre architetture cognitive9. Proprio affrontando le problematiche di inter-
faccia Chomsky evidenzia, ancora una volta, la necessità di orientare in senso biologico
gli studi sul funzionamento di questa capacità del nostro cervello..
C’è una cosa, comunque, che Chomsky sicuramente accantona poiché non molto
rilevante ai fini della «studiabilità scientifica»10 del linguaggio: si tratta della pragmatica
linguistica. La pragmatica del linguaggio, a detta di un sostenitore di Chomsky quale
Steven Pinker, fa capo a «quel modello standard delle scienze umane del Ventesimo se-
colo»11, secondo il quale i processi mentali umani sono plasmati LQWRWR dalla cultura e
dall'ambiente circostanti. De Saussure, Jakobson, Pierce, Wittgenstein, Searle, Austin,
Watzlawick, Vygotskij, Bruner, tanto per citare alcuni fra i più noti in epoca moderna,
hanno fornito contributi indispensabili per il corpus di riflessioni sul linguaggio, inteso
come mezzo di comunicazioneche fonda la propria ragion d'essere sul sistema di inte-
razioni sociali degli uomini o come sistema formale completamente riconducibile a pro-
cessi di analisi logica del linguaggio. L’influenza dell’agire pragmatico su alcuni aspetti
del linguaggio è universalmente riconosciuta12, ma in Chomsky questi aspetti, per capire
FRPH funziona la facoltà del linguaggio, non sembrano portare molto lontano, o, per lo
meno, assumono un’importanza secondaria rispetto allo scopo prefissato dalla linguisti-
ca generativa: cercare di capire secondo quali PHFFDQLVPL FRJQLWLYL sia possibile espri-
mere il linguaggio e che relazioni di struttura ci siano fra la moltitudine di lingue natura-
li parlate nel mondo.
7
Chomsky (2001: 96)
8
,QIUD, par. 3.1.3.
9
,QIUD, par. 3.1.4.
10
Cfr. Chomsky (1988, 2001)
11
Pinker (1994: trad. it. p. 15)
12
Su questo argomento un testo fondamentale è Watzlawick HWDO (1967)
INTRODUZIONE
/RVYLOXSSRGHOOLQJXDJJLRHO¶DSSUHQGLPHQWRGHOODOLQJXD
Come abbiamo detto, in ottica chomskiana possiamo definire la teoria della
Grammatica Universale come una WHRULDGHOODFRQRVFHQ]DGHOOLQJXDJJLR, il cui contri-
buto teorico-sperimentale va nella stessa direzione del corpus teorico-sperimentale delle
scienze cognitive; questo è particolarmente evidente in uno degli aspetti più interessanti
della teoria chomskiana, vale a dire le ipotesi sui meccanismi di acquisizione del lin-
guaggio e sulle modalità con cui esso «si sviluppa»13 nel bambino. Questo punto costi-
tuisce in Chomsky un nesso fondamentale che mette in compartecipazione, pur non
mancando importanti nodi critici, i seguenti campi disciplinari:
In questo schema abbiamo separato la linguistica generativa dalle altre discipli-
ne; in realtà Chomsky ritiene di poter annoverare la linguistica tra le scienze cognitive e,
in ultima analisi, di definire un ambito disciplinare detto «biolinguistics»14.
Le conseguenze di una simile riflessione sono determinanti: al di là della storica
tradizione di studi sull’apprendimento del linguaggio che comprende personaggi del ca-
libro di Piaget, Vygotskij, Bruner – per citare solo le “celebrità” – oggi la linguistica
chomskiana, laddove confermata sperimentalmente, può contribuire ad alimentare la ri-
flessione su quali siano le dinamiche che sottostanno ai processi di apprendimento, quali
siano effettivamente le potenzialità del cervello del bambino, e in che misura
l’apprendimento del linguaggio sia un processo che richiede processi di facilitazione,
più che di “insegnamento”. In altre parole possiamo domandarci TXDOHSRVVDHVVHUHRJ
JLLOFRQWULEXWRGHOODOLQJXLVWLFDJHQHUDWLYDDOFRUSXVGHLVDSHULGHOOHVFLHQ]HGHOODIRU
PD]LRQH. Una risposta definitiva è ancora all’orizzonte. Un primo importante passo sa-
rebbe quello di procedere nel comparare la teoria chomskiana con le ricerche di psico-
logia dello sviluppo, il tutto sotto la copertura dei dati forniti dalle neuroscienze. Ma è
una strada ancora molto lunga, soprattutto alla luce di visioni spesso contrastanti che ca-
ratterizzano il dibattito contemporaneo; contrastanti, è opinione di chi scrive, forse spes-
13
Cfr. Chomsky (1988: trad. it. pp. 169-172)
14
Chomsky (1999: SDVVLP)
9 Linguistica generativa; 9 Filosofia della mente, del lin-
guaggio e della scienza; 9 Biologia evoluzionistica e
neuroscienze; 9 Scienze cognitive e psicologia
dello sviluppo.
7HRULDGHOOD
FRQRVFHQ]DGHO
OLQJXDJJLR
I FONDAMENTI BIOLOGICI DEL LINGUAGGIO SECONDO NOAM CHOMSKY
so a causa di una lettura troppo superficiale della teoria della Grammatica Universale.
Per questo motivo riteniamo doverosa un’esposizione della GU ad un certo livello di
dettaglio, un livello minimo che possa garantire una più ampia riflessione sul reale con-
tributo di Chomsky nei confronti delle scienze cognitive.
*OLDUJRPHQWLGHLFDSLWROL
Siamo dunque convinti che sia necessario conoscere ad un certo livello di pro-
fondità le caratteristiche salienti della teoria chomskiana, per poi discuterne la possibili-
tà che essa costituisca un’impalcatura teorica “valida” rispetto ai dati sperimentali. Ab-
biamo scelto in proposito di dedicare alla Grammatica Universale uno spazio importan-
te, pur limitandoci ad un’esposizione schematica e divulgativa degli aspetti formali, e
concentrandoci sulle formulazioni teoriche più recenti15.
In particolare, passare in rassegna gli aspetti salienti del modello dei principi e
dei parametri (P&P)16 risulterà utile per una migliore focalizzazione circa il cambiamen-
to di prospettiva (tutt’ora in corso) introdotto dal Programma Minimalista17; prendere in
esame le caratteristiche del PM consentirà di riflettere in che senso sia possibile studiare
le basi biologiche del linguaggio sotto la guida teorica della Grammatica Universale18.
Riflettere su una concezione “biologica” del linguaggio, infine, dà luogo ad una serie di
questioni sull’apprendimento che sono di indubbio interesse nell’ambito della psicolo-
gia dello sviluppo e delle scienze della formazione, come abbiamo appena sottolineato.
Il primo capitolo contiene alcune brevi note biografiche e bibliografiche di No-
am Chomsky, evidenziando in particolare le diverse "fasi" della teoria generativa della
grammatica che si sono succedute nel corso degli ultimi cinquant'anni.
Il secondo capitolo, "Il modello scientifico chomskiano", tratta l'approccio scien-
tifico di Chomsky nei confronti dello studio del linguaggio, ed in particolare: la volontà
di riunire insieme gli sforzi di più discipline nell'analisi della facoltà del linguaggio; la
presa di distanza da certe posizioni ritenute in precedenza valide ma oggi da rivedere al-
15
Come vedremo nel cap. 1, infatti, la storia ormai cinquantennale della linguistica generativa è caratte-
rizzata da sostanziosi cambiamenti sul piano strettamente formale e (in parte) su quello epistemologico.
Poiché riteniamo che ciò costituisca un fattore naturale (tutte le teorie scientifiche sono soggette a muta-
menti di varia entità), la nostra scelta non poteva non essere quella di dare maggior spazio alle versioni
più recente della Grammatica Universale.
16
,QIUD, par. 3.1.3.
17
,QIUD, par. 3.1.4.
18
Si fa riferimento a questioni quali: le condizioni di interfaccia, la struttura “ottimale” della sintassi, ev-
entuali principi di economia che governano i processi cerebrali…
INTRODUZIONE
la luce delle ricerche più recenti; la definitiva apertura, si vede dagli ultimi scritti, nei
confronti degli assunti della teoria evoluzionista. Si fornisce inoltre un quadro paradig-
matico di riferimento della teoria della Grammatica Universale.
Il terzo capitolo, "La linguistica generativa", introduce i principali aspetti forma-
li della teoria della Grammatica Universale, secondo quelli che sono gli sviluppi degli
anni ’80 e ’90, ovvero la teoria dei principi e dei parametri e le nuove proposte teoriche
del Programma Minimalista. Attraverso alcuni cenni, si fa luce sullo stato dell’arte in
merito alle ricerche in ambito linguistico sull’apprendimento della lingua. Questo argo-
mento verrà ampliato nel sesto capitolo, dedicato a tre importanti ricerche sperimentali
sulle basi neurologiche dell’apprendimento della sintassi.
Il quarto capitolo, "Razionalismo, innatismo e modularità del linguaggio", con-
tiene riferimenti alla dottrina cartesiana e al (parziale) recupero operato da Chomsky di
alcune di queste posizioni, secondo una chiave di lettura attuale. Dal momento che in
ambito filosofico (e, per quello che concerne l’argomento del nostro lavoro, l’ambito è
quello della filosofia della mente) si manifestano accese critiche al modello di ricerca
chomskiano, vengono qua accennate alcune posizioni alternative a Chomsky e le condi-
zioni di rifiuto dell’innatismo e del modularismo chomskiano.
Il quinto capitolo, "Linguistica e basi biologiche del linguaggio", affronta un
quadro generale delle discipline che studiano la natura biologica del linguaggio. Neuro-
scienze, neurolinguistica, psicolinguistica, forniscono oggi alcune prove a sostegno di
una componente cerebrale innata e specifica per il linguaggio. Limiteremo le nostre os-
servazioni ad argomenti che più da vicino riguardano la riflessione chomskiana. A tale
proposito, in questo ambito non mancano le critiche a Chomsky: vedremo in particolare
che alcuni dei dati tradizionalmente presi dai linguisti come conferma dell’ipotesi di una
facoltà del linguaggio innata e modulare contrastano con altre evidenze sperimentali.
Questo non può che aprire la possibilità di un ripensamento soprattutto su un aspetto,
quello della modularità della mente, che in Chomsky ha una certa importanza (ma co-
munque non in modo “forte” come ad esempio in Fodor): vedremo infatti che in un re-
centissimo contributo il linguista americano presenterà alcuni interessanti cambiamenti
di prospettiva.
Il sesto capitolo passa in rassegna tre recenti ricerche sperimentali, le quali, per
caratteristiche dell’équipe di ricerca, per la metodologia utilizzata, e soprattutto per i ri-
sultati ottenuti, sembrano confermare la validità di un approccio interdisciplinare per lo
studio del linguaggio, ma sopra ogni cosa sembrano conferire una validità di costrutto
I FONDAMENTI BIOLOGICI DEL LINGUAGGIO SECONDO NOAM CHOMSKY
alla linguistica generativa e una certa plausibilità all’ipotesi di una Grammatica Univer-
sale che governa il linguaggio umano.
Un’ultima considerazione. In senso generale, il presente lavoro nasce da un fatto
– riteniamo – da non sottovalutare: la bibliografia da noi presa in esame, pur non pre-
tendendo la totale esaustività, ha evidenziato che l’orientamento biologico della lingui-
stica chomskiana emerge negli scritti di Chomsky e dei chomskiani in modo frammen-
tario e non adeguatamente organizzato – quand’anche riportato in modo eccessivamente
sintetico, o comunque senza tener conto delle pubblicazioni più recenti, dagli autori che
si propongono di confutare la Grammatica Universale. Ci auguriamo che il presente la-
voro riesca a fornire un piccolo contributo verso una migliore caratterizzazione della
ELROLQJXLVWLFD chomskiana.