I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
Inoltre una eccessiva massa grassa in età adolescenziale, può comportare
diversi disturbi a livello psicologico che si manifestano in forma elevata negli
adolescenti e nei giovani adulti (la popolazione a maggior rischio per lo
sviluppo di queste patologie) e questo fenomeno è caratteristico nelle società
occidentali industrializzate(2).
La loro incidenza, in passato rara, è aumentata in misura notevole dopo la
Seconda Guerra Mondiale, fino ad assumere l’attuale connotazione quasi
epidemica.
E’ stata anche segnalata una metamorfosi della sintomatologia dominante; se
negli anni ’60 del secolo scorso prevalevano infatti le anoressie restrittive,
fondate sull'astinenza e sul digiuno, nei decenni successivi sono diventate
sempre più frequenti, le forme bulimiche, le bulimie normopeso e le bulimie
multimpulsive, definizione che non appartiene alla nomenclatura ufficiale e che
è stata suggerita per quelle forme di bulimia in cui sono presenti e rilevanti
anche altri comportamenti impulsivi(3).
Negli ultimi anni poi, nella pratica clinica, si registra una diffusione sempre
maggiore di casi di Binge Eating Disorder, sindrome in cui sono presenti le
crisi di ingordigia compulsiva, di bramosia irresistibile per il cibo, ma non i
gravi e pericolosi comportamenti di compenso della Bulimia Nervosa.
Quindi per poter riuscire ad eludere questo fenomeno in progressivo aumento
che può comportare tante diverse forme di patologie sia sul campo estetico,
psicologico e così via, occorre individuare diverse vie di prevenzione agendo
soprattutto a partire dai primi anni di vita, perchè l'alimentazione e l'educazione
alimentare giocano un ruolo fondamentale nelle età pediatriche, ed una buona e
corretta educazione fin dai primi anni di vita può favorire un adolescenza priva
di forme di DCA.
Nei primi due capitoli riporteremo nozioni a carattere generale, su cosa sono i
disturbi del comportamento alimentare e la loro classificazione, le derivazioni
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
storiche di queste patologie, oltre ai dati di carattere epidemiologico, che
seguiranno nei capitoli quattro e cinque dove sono riportate delle nozioni a
carattere medico, come i trattamenti, le diagnosi, le complicanze mediche che
possono scaturire.
Nel terzo capitolo verrà rappresentata una serie di dati, che io stesso ho
analizzato per rilevare l'accrescimento negli ultimi anni in Toscana di queste
patologie, mettendo in evidenza come sia necessario intervenire a breve per
cercare di diminuirne l'incidenza, oltre alla spiegazione di un indagine
effettuata dalle ASL dell'area vasta centro riguardo i DCA su un campione di
93 pazienti. Per cercare di ridurre questa incidenza occorre sapere
perfettamente quali sono i fattori di rischio che ne favoriscono il loro insorgere,
il tutto è spiegato nel sesto capitolo.
Dopo avere capito da dove possono provenire questi problemi, nel capitolo
seguente viene descritto l'approccio preventivo attuale, in quanto con una
buona prevenzione-promozione alla salute, si può arrivare ad un decremento
dell'insorgenza dei DCA e su come muoversi nel caso si voglia costruire in
prima persona un progetto contro queste patologie.
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
Capitolo 1
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
1.1 Premessa
I disturbi del comportamento alimentare (DCA), sono un insieme piuttosto
numeroso di patologie accomunate da alcune caratteristiche (sono causate da
molti fattori, difficili da 'curare' e con prognosi spesso molto gravi e infauste) e
distinte da altri tratti specifici (che permettono ad esempio di differenziare la
bulimia dall'anoressia), alcune delle quali tuttora in fase di studio e di
classificazione e costituiscono l'insieme di tutte le sindromi psichiatriche che si
manifestano attraverso un comportamento alimentare disturbato.
Al di là delle classificazioni "ufficiali" possiamo dire che ci troviamo di fronte
ad una situazione di rischio di DCA in tutte le situazioni nelle quali
sperimentiamo una difficoltà nel nostro rapporto con il cibo e/o con il nostro
corpo e con l'immagine che questo ci rimanda, convinzioni errate rispetto al
cibo, al peso, alla forma corporea e della propria immagine oltre ad una
prolungata e duratura alterazione del comportamento alimentare e delle
condotte connesse con il cibo.
Proprio per quest'ultimo punto risulta quindi essenziale definire che cosa è
l'immagine corporea.
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
Un puntuale contributo per capire cos'è l'immagine corporea lo si ricava dalla
definizione proveniente da un classico del 1950, di Paul Schilder: “L'immagine
è l'apparenza del corpo umano”(4). Per l'autore si tratta dell'immagine del nostro
corpo che ci formiamo nella mente, ovverosia, il modo in cui il nostro corpo ci
appare.
La percezione del corpo, le emozioni e le nostre convinzioni, orientano i nostri
progetti, la natura delle nostre interazioni, il nostro benessere quotidiano e la
tendenza ad avere disturbi di natura psicologica.
Fattori emozionali come la propensione verso la depressione e l'ansia, o per
contro, un senso generale di benessere, influenzano i sentimenti che riguardano
il corpo, condizionandone gli stereotipi culturali riguardanti l'apparenza fisica e
i modelli che essi rappresentano(4).
Questi fattori convergono e si combinano in modi diversi in ognuno di noi nel
determinare un livello di soddisfazione, o insoddisfazione corporea.
I ricercatori nell'occuparsi dei disturbi dell'alimentazione, hanno suggerito, che
questi ultimi sono il risultato di un'immagine corporea negativa, comportante
un'intensa preoccupazione per l'essere grassi, o il temere erroneamente di
esserlo, che induce le giovani donne a condotte estreme per il controllo del
peso.
Si pensa che in alcuni casi l'aumento epidemico dei disturbi dell'alimentazione
sia dovuto alla forte pressione esistente nei confronti delle donne verso la dieta,
per rappresentarsi ai modelli ultra snelli di bellezza femminile proposto dai
mass-media.
Il conflitto tra i mass media e la fisiologia umana, porta inevitabilmente sempre
più persone, soprattutto di sesso femminile, all'insoddisfazione per la propria
immagine corporea.
In alcuni casi, la sensazione di non rispecchiare i modelli proposti, favorisce
perfino l'insinuarsi di un disturbo “percettivo” della propria immagine
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
corporea, indipendente dalla forma corporea stessa: il soggetto sviluppa una
sensazione soggettiva di deformità, o di difetto fisico, per la quale, ritiene di
essere notato dagli altri, nonostante il suo aspetto rientri nei limiti della norma.
Nella forma più breve e semplice per immagine corporea intendiamo:
Come vediamo o rappresentiamo noi stessi
Come sentiamo che gli altri ci percepiscono
Quello che noi vediamo come aspetto fisico
Quello che noi sentiamo a proposito del nostro corpo
Come ci sentiamo dentro al nostro corpo.
1.2 Classificazione dei DCA
Secondo le più recenti classificazioni emanate dal manuale diagnostico e
statistico delle malattie mentali IV test-revision(5) e da una gran parte della
nosografia psichiatrica attuale, determinano che fra i disturbi del
comportamento alimentare trovano campo tre categorie che si differenziano a
seconda di come si manifestano in:
Anoressia Nervosa
Bulimia Nervosa
Disturbi Alimentari Non-Altrimenti Specificati (DCANAS) dove rientra
anche il disturbo da alimentazione incontrollata (BED-binge eating
disorder)
L'anoressia e la bulimia sono caratterizzate entrambe dalla presenza di un
alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.
Aspetto tipico dell'anoressia nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo
al di sopra del peso minimo normale, mentre la bulimia nervosa è caratterizzata
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
da ricorrenti episodi di “abbuffate” seguiti dall'adozione di mezzi inappropriati
per controllare il peso, come il vomito auto-indotto, l'uso (abuso) di lassativi,
diuretici ed altri farmaci, oppure il digiuno o l'attività fisica praticata in
maniera eccessiva .
Assieme ad essi possiamo descrivere un'altra categoria denominata “disturbi
dell'alimentazione non altrimenti specificati”, cioè disturbi clinicamente
significativi ma che non corrispondono a tutti i criteri diagnostici dell'anoressia
nervosa e della bulimia nervosa.
Un particolare interesse ha destato -in epoca recente- quello che gli autori
anglosassoni chiamano “Binge Eating Disorder” ( B.E.D.).
Il DSM-IV (A.P.A., 1994) lo descrive nell'appendice B, nella traduzione
Italiana ufficiale, questa condizione è stata denominata Disturbo Da
Alimentazione Incontrollata(5).
Pur avendo delle caratteristiche che la fanno avvicinare alla bulimia, questa
patologia manca delle strategie compensatorie atte ad impedire l'aumento
ponderale, ed in essa è meno sentita la preoccupazione per il peso corporeo e le
forme fisiche.
Le persone che soffrono di questo tipo di sindrome mangiano eccessivamente,
ma terminata l'abbuffata, non utilizzano metodi compensatori per eliminare le
calorie in eccesso come coloro che soffrono di bulimia. Mangiano grandi
quantità di cibo rapidamente, anche quando non sono fisicamente affamati e
sono comuni le sensazioni di colpa e vergogna.
Un piccolo cenno va riservato anche all'obesità, che è una patologia molto
semplice da diagnosticare.
Il metodo oggi utilizzato è il cosiddetto Indice di Massa Corporea (Body Mass
Index, BMI), calcolato tramite il rapporto tra peso dell'individuo espresso in
chilogrammi ed il quadrato della sua altezza espresso in metri : BMI = Kg /
m^2.
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
Sono considerati obesi coloro che presentano un BMI >30 (OMS 1995), quindi
l'obesità e definita da criteri esclusivamente morfologici.
Il DSM-IV (A.P.A. 1994) non classifica l'obesità tra i disturbi
dell'alimentazione(5).
Essa non sembra associata a sindromi specifiche sul piano psicologico o
psichiatrico(6); l'obesità quindi non riflette in molti casi un disturbo mentale(7),
quindi l'obeso generalmente non ha un conflitto intrapsichico peculiare e non
esiste un profilo di personalità tipico dell'obeso(7).
Però questa condizione può portare a pregiudizi, discriminazioni di ordine
culturale, ambientale e relazionale, ad un disagio e difficoltà nei rapporti
interpersonali che possono condizionare la vita quotidiana lasciando tracce
abbastanza significative dei problemi organici strettamente legati al disturbo.
L'abilità emotiva, ansia, depressione, riduzione progressiva dell'auto-stima,
chiusura relazionale e decremento delle performance sociali, caratterizzano in
modo costante il quadro psicopatologico del paziente obeso(8).
Quindi l'obesità può arrivare ad influire sul disagio psichico di un individuo.
Ma allo stesso tempo difficile da categorizzare e spesso da rendere molto
difficile una distinzione accurata tra gli eventuali fattori di rischio premorboso
e le effettive conseguenze psichiche, del progressivo adattamento, o più
frequentemente mal adattamento al disturbo.
Inoltre è da dire che l'obesità non si sviluppa tipicamente in adolescenza, al
contrario dell'Anoressia Nervosa e della Bulimia Nervosa, che invece proprio
in questa fase del ciclo vitale hanno il loro periodo di insorgenza.
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
L'Anoressia Nervosa secondo il DSM-IV
Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra, o al peso minimo
normale in particolare di almeno l'85% del peso previsto sulla base delle
proprie caratteristiche costituzionali, per l'età e la statura
Intensa paura di acquistare peso e di diventare grassi, anche quando si è
sottopeso
Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso e la forma del corpo,
o eccessiva influenza di quest'ultimi sui livelli di autostima, o rifiuto di
ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso
Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre
cicli mestruali consecutivi
Inoltre esistono altre due forme di anoressia quella di tipo restrittivo e quella di
tipo bulimico:
Restrittivo: forma in cui il dimagrimento è causato dal digiuno e
dall'intensa attività fisica, non presentando la comparsa di abbuffate e
comportamenti purgativi (vomito auto-indotto,uso eccessivo di
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
lassativi,diuretici)
Bulimico: forma in cui la persona mette in atto comportamenti che
insieme al digiuno servono a diminuire il peso corporeo (abuso di
lassativi e/o diuretici, vomito).
La Bulimia Nervosa secondo il dsm-IV
● Ricorrenti abbuffate
Mangiare in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo
significativamente maggiore, di quello che la maggior parte delle
persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili
Sensazione di perdere il controllo durante l'episodio
Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire
l'aumento di peso
Le abbuffate compulsive e utilizzo improprio di mezzi di compenso
avvengono in media almeno due volte a settimana per tre mesi.
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
peso corporeo
L'alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di
Anoressia Nervosa.
Anche nel caso di Bulimia Nervosa Si delineano due tipi, quella purgativa e
quella non purgativa:
Purgativa: il soggetto ha l’abitudine di provocarsi il vomito, o quella di
usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.
Non purgativo: il soggetto usa altri comportamenti impropri di
compenso, come il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non ha
l’abitudine di provocarsi il vomito né quella di usare in modo inadeguato
lassativi o diuretici.
I Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (DCNAS)
Oltre ai "classici" disturbi del comportamento alimentare, esistono molti altri
quadri clinici che non presentano esattamente i criteri per diagnosticare un
disturbo specifico, ma che costituiscono lo stesso un DCA, talvolta anche
grave(5). Un buon criterio per valutare la presenza di un disturbo del
comportamento alimentare (anche se atipico) è l'atteggiamento che una
persona ha nei confronti del suo peso e del suo aspetto fisico.
Quando una persona passa la maggior parte del suo tempo a preoccuparsi per la
forma ed il peso del suo corpo, o fa dipendere la sua autostima dall'aspetto del
suo corpo ha, con ogni probabilità, un qualche tipo di disturbo del
comportamento alimentare(5). Per esempio, se avete tutti i criteri diagnostici
della Anoressia Nervosa ma avete ancora il vostro ciclo mestruale, avete un
Disturbo del Comportamento Alimentare Non Altrimenti Specificato (DCA-
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
NAS)(5). Quindi se avete per esempio solo due o tre dei criteri validi per
l'Anoressia o per la Bulimia, ma non tutti, soffrite comunque di un disturbo del
comportamento alimentare. Un altro esempio: mangiate il giusto, ma ogni tanto
vi inducete il vomito e siete angosciate dalla bilancia; anche questo è un NAS.
Comunque in alcuni casi si possono presentare altrettanti quadri clinici
gravi e complessi, che richiedono un trattamento simile alle due sindromi
di riferimento di questi fa parte il Binge Eating Disorder.
Secondo il DSM-IV il DCNAS presenta i seguenti criteri(5) :
● Tutti i criteri della Anoressia Nervosa in presenza di un ciclo mestruale
regolare
● Tutti i criteri della Anoressia Nervosa e, malgrado la significativa perdita
di peso, il peso attuale è nella norma
● Tutti i criteri della Bulimia Nervosa tranne il fatto che le abbuffate e le
condotte compensatorie hanno frequenza < a 2 episodi a settimana per 3
mesi
● Un soggetto di peso normale che si dedica regolarmente ad inappropriate
condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo (es.
induzione del vomito dopo aver mangiato due biscotti)
● Il soggetto mastica e sputa, senza deglutire, grandi quantità di cibo
Il disturbo da alimentazione incontrollato – Binge Eating Disorder
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I Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Come prevenire una patologia in evoluzione
● Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive
Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio
Le abbuffate compulsive capitano in media almeno due giorni a
settimana per almeno sei mesi
Le abbuffate compulsive non sono associate all'uso abituale di
comportamenti impropri di compenso
1.3 I rapporti tra i disturbi segnalati
I DCA possono apparire, e spesso vengono presentati, come malattie diverse e
quasi in contrapposizione tra loro. In realtà i diversi quadri clinici hanno una
linea di continuità con punti di sovrapposizione e senza momenti di vera
separazione.
Questa continuità è ben visibile sul piano clinico cioè osservando le diverse
situazioni che si presentano.
Figura 1: continuità dei quadri clinici dei Disturbi del comportamento
alimentare
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