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ABSTRACT
Introduzione: Le questioni relative alla cura e all'assistenza rimangono aperte
quando si pensa al termine della vita; a maggior ragione, quando si tratta di bambini.
In questo contesto, gli infermieri sono i professionisti che trascorrono più tempo con
i pazienti e le loro famiglie e hanno la capacità di comprendere le molteplici
sfaccettature degli innumerevoli problemi di salute che influenzano la vita di una
persona e le sofferenze che possono causare.
Obiettivo: L’obiettivo è quello di analizzare la percezione di un campione di
popolazione nei confronti dell’assistenza ai bambini durante il fine-vita.
Materiali e metodi: La prima parte consiste nell'analisi della letteratura per ottenere
una panoramica della situazione attuale della nostra nazione: sono stati selezionati
6 articoli in quanto maggiormente pertinenti. La seconda parte, invece, vuole essere
un'indagine conoscitiva ottenuta mediante la somministrazione di un questionario
rivolto alla popolazione generale, a cui hanno risposto un totale di 151 persone.
Risultati: Il risultato più importante della ricerca bibliografica riguarda il ruolo
dell'infermiere nel trattamento dei pazienti durante il fine vita: è responsabilità di ogni
infermiere, come parte essenziale della loro attività, prendersi cura e accudire i piccoli
pazienti nel rispetto dei diritti della persona. Per quanto concerne l’indagine
conoscitiva, un dato evidentemente significativo riguarda ciò che gli intervistati sanno
sulle Cure Palliative Pediatriche: più della metà del campione in esame non ne era a
conoscenza o ne aveva soltanto sentito parlare. Nonostante ciò, gran parte degli
intervistati ritiene la figura dell’infermiere fondamentale in questo contesto.
Discussione/Conclusioni: Il miglioramento della vita dei minori idonei e delle loro
famiglie attraverso l'assistenza competente e interdisciplinare è il principale obiettivo
delle cure palliative pediatriche. Tuttavia, ci sono ancora molti passi da fare per
sviluppare una legislazione sufficiente per soddisfare le esigenze e le richieste delle
persone assistite affette da una malattia terminale, in particolare se la persona in
questione è un bambino.
Parole chiave: bambini, diritti dei bambini, pediatria, cure palliative pediatriche, cure
terminali, dolore, trattamento del dolore.
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ENGLISH ABSTRACT
Introduction: Questions relating to care and assistance remain open when thinking
about the end of life; even more so when it comes to children. In this context, nurses
are the professionals who spend the most time with patients and their families and
have the ability to understand the many facets of the countless health problems that
affect a person's life and the suffering they can cause.
Aim: The aim is to analyze the perception of a sample of the population towards care
for children during the end of life.
Materials and methods: The first part consists of the analysis of the literature to
obtain an overview of the current situation of our nation: 6 articles were selected as
they were most relevant. The second part, however, is intended to be a fact-finding
survey obtained through the administration of a questionnaire aimed at the general
population, to which a total of 151 people responded.
Results: The most important result of the bibliographic research concerns the role of
the nurse in the treatment of patients during the end of life: it is the responsibility of
each nurse, as an essential part of their activity, to take care of and look after young
patients while respecting the person's rights. As regards the fact-finding survey, an
evidently significant data concerns what the interviewees know about Pediatric
Palliative Care: more than half of the sample in question was not aware of it or had
only heard about it. Despite this, most of the interviewees consider the figure of the
nurse to be fundamental in this context.
Discussion/Conclusion: Improving the lives of eligible minors and their families
through competent, interdisciplinary care is the primary goal of pediatric palliative
care. However, there are still many steps to be taken to develop sufficient legislation
to meet the needs and demands of people cared for with a terminal illness,
particularly if the person in question is a child.
Key words: child, child rights, pediatrics, pediatric palliative care, terminal care, pain,
pain treatment.
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PREMESSA
Negli ultimi anni si è assistito ad un lento ma progressivo cambiamento nell’ambito
della cura della persona assistita: nuove tipologie di pazienti, nuove situazioni da
affrontare e nuovi obiettivi di cura.
Tra le tante novità, vi è quella riguardante l’accompagnamento della persona assistita
durante il processo di fine vita. In Italia, tale tematica ha scatenato e continua a
scatenare l’opinione pubblica soprattutto con l’entrata in vigore della Legge n°219
del 2017 “Disposizioni in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di
trattamento (DAT)”. Questa legge tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e
all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario
può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della
persona assistita, tranne nei casi previsti dalla legge.
[1]
E per quanto riguarda il bambino? Quando si parla di bambini, bisogna considerare
un tipo di assistenza infermieristica che richieda il possesso di determinate
caratteristiche: competenze professionali specialistiche, abilità tecniche, relazionali
ed umane. Infatti, l’obiettivo dell’assistenza al paziente pediatrico è l’individuazione
e il soddisfacimento dei bisogni del bambino e il supporto delle famiglie durante la
fase della malattia e del lutto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le Cure Palliative Pediatriche
(CPP) come l’attiva presa in carico globale del corpo, della mente e dello spirito del
bambino, comprendendo anche il supporto attivo rivolto alla famiglia del bambino.
Esse hanno come obiettivo principale quello di identificare i bisogni del bambino e
della famiglia cercando di trovare risposte adeguate a questi bisogni, allo scopo di
garantire la migliore qualità di vita possibile per il bambino e la sua famiglia.
[2]
Il processo di accompagnamento alla morte del bambino è comune e diffuso nel
nostro paese, ma finora è rimasto troppo inesplorato, come dimostrano le scarse
risorse scientifiche. Di conseguenza, è necessario comprendere maggiormente
come questo sia un campo di grande importanza che meriterebbe maggiori studi.
Attraverso un’accurata ricerca di materiale bibliografico e scientifico, sono stati trovati
alcuni articoli più o meno recenti che trattassero di quelli che effettivamente sono i
diritti dei bambini nell’ambito del fine-vita in Italia e quella che riguarda la valutazione
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e la gestione del dolore in ambito pediatrico. Inoltre, è stata effettuata un’indagine
rivolta alla popolazione per comprendere meglio le effettive conoscenze riguardanti
le cure di fine-vita e, in particolare, in ambito pediatrico, quale fosse la loro opinione
in merito a tale argomento e anche nei riguardi del personale infermieristico durante
l’assistenza del bambino nelle ultime fasi della sua vita.
E’ innegabile che via sia “l’urgenza” di avviare e sostenere la ricerca per trattare in
tale tematica in modo più approfondito e implementare strategie congrue ed efficaci
per operare un profondo cambiamento sia a livello organizzativo che culturale.
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CAPITOLO I: INTRODUZIONE
Pensare al termine della vita continua a suscitare interrogativi sia nell’ambito della
cura che nell’ambito dell’assistenza. Il tema della morte è spesso affrontato con
freddezza e distacco, come se si volesse evitare di entrare in contatto con angosce,
dubbi ed incertezze. Il dibattito bioetico contemporaneo rimanda necessariamente
alla rivoluzione terapeutica degli ultimi decenni. Ciò ha consentito, infatti, nuove
opzioni terapeutiche e di supporto, allungando notevolmente la durata della malattia.
E’ importante valutare se ciò possa mai essere considerato dannoso, poiché a volte
protrarre la malattia per un periodo di tempo maggiore può portare a scenari in cui la
sofferenza del paziente sfugge al controllo e lo fa diventare quasi "prigioniero" di sé
stesso.
Difatti, ci si può trovare di fronte al desiderio della persona assistita di porre fine alle
sofferenze ricercando assiduamente per anni una legge che possa permettere di
scegliere se prolungare la propria vita o anticipare la morte attraverso la sospensione
di dispositivi meccanici o artificiali. Gli infermieri sono i professionisti sanitari che
dedicano più tempo accanto ai pazienti e alle famiglie nei diversi contesti di cura e
questo offre loro l’opportunità di saper cogliere le tante sfumature degli innumerevoli
problemi di salute che condizionano la vita di una persona e sulle sofferenze che
possono generare. Gli infermieri hanno una relazione di continua vicinanza con la
persona assistita, soprattutto in tutte quelle situazioni in cui quest’ultima non è più in
grado di far fronte alle proprie esigenze in maniera autonoma.
Secondo il dibattito attuale, il principio fondamentale è il rispetto
dell’autodeterminazione: ognuno ha il diritto di prendere autonomamente le decisioni
riguardanti la propria salute, in accordo con i propri valori personali e progetti di vita.
[3]
Una conoscenza approfondita del processo del morire da parte dei professionisti
sanitari risulta quindi essenziale.
Una cura viene definita “palliativa” quando non è volta alla guarigione del malato, ma
a lenire le sue sofferenze quanto più possibile, controllando e combattendo i sintomi
che provocano sofferenza alla persona.
[4]
Pertanto, quando si parla di un paziente
con una diagnosi infausta, cioè portatore di una qualche patologia che porta alla
morte, l’assistenza palliativa, o di fine vita, viene correttamente intesa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce queste cure come un