Introduzione
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Introduzione
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo l’analisi del ruolo delle
immagini nel panorama dell’informazione televisiva e in particolare nei
telegiornali.
Il tema affrontato è il caso di Maricica Hahaianu, infermiera romena di
trentadue anni uccisa con un pugno da un ventenne italiano, Alessio
Burtone, alla stazione della metropolitana dell’Anagnina a Roma. Si è
scelto questo caso appunto per il ruolo cruciale che le immagini hanno
assunto nei diversi telegiornali Rai, Mediaset e La7 dell’edizione del prime
time. Immagini divenute, in alcuni casi come questo, più importanti delle
parole del giornalista, avendo di per sé un forte impatto immediato sul
pubblico. La disponibilità d’immagini, e la loro gestione, hanno iniziato a
contare quanto, se non di più, del commento del giornalista e soprattutto
nel caso di Maricica ha dominato l’intera vicenda.
Il metodo che utilizzato sarà quello di analizzare i diversi servizi trasmessi
su questa vicenda partendo dalla descrizione del filmato dell’accaduto, il
video messo a disposizione dai Carabinieri, senza le modifiche apportate
dalle redazioni dei telegiornali in fase di montaggio del servizio. In seguito
si passerà all’analisi dei diversi filmati trasmessi dai telegiornali Rai,
Mediaset e La7, studiati a livello di mediazione verbale e d’immagine.
Il campione utilizzato sarà costituito dai diversi servizi dei telegiornali
delle reti Rai (Tg1, Tg2, Tg3), Mediaset (Tg4, Tg5, Studio Aperto) e La7
(Tg La7) dedicati al caso di Maricica.
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Si raccoglieranno i servizi mandati in onda durante la fascia serale. Poi si
prenderà in considerazione un servizio mandato in onda solamente dal Tg2
che mostra “immagini a specchio”, imponendo un cambio di prospettiva e
facilitando la costruzione dell’apparato difensivo di Alessio Burtone.
Nel primo capitolo s’introdurrà l’importanza che il ruolo del telegiornale
assume nel palinsesto delle televisioni generaliste, con la sua possibilità di
in-trattenere o conquistare gli spettatori per gli altri programmi del
palinsesto. In genere il telegiornale deve essere il più possibile in sintonia
con le caratteristiche della rete che lo ospita, cioè con la sua identità di rete
e con il suo target di riferimento. Il pubblico “inseguito” dalla rete diviene
fondamentale nel processo di costruzione della notizia, basato sul ruolo che
riveste l’immagine del pubblico condivisa dai giornalisti. In questo modo i
tradizionali criteri di notiziabilità devono tenere conto anche di questa
logica di soddisfazione del target che piega il telegiornale verso generi
molto lontani da quello che ci si aspetta essere l’informazione tradizionale.
Nel secondo capitolo si tratterà il ruolo che l’immagine sta assumendo nel
mondo dell’informazione, e in particolare nei telegiornali. Un’immagine
ormai digitale, facilmente modificabile, manipolabile e mediabile, che
diventa centrale nella costruzione delle notizie giornalistiche. Un’immagine
spesso caratterizzata da una così forte carica emotiva da non limitarsi
semplicemente a guarnire il contenuto informativo di una notizia,
integrandolo e ri- contestualizzandolo, bensì arrivando a imporsi sul livello
nozionale.
Il terzo capitolo affronterà il caso di Maricica Hahaianu, spiegando le varie
fasi dell’accaduto e la cronistoria dell’evento.
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Verrà analizzato e commentato il titolo che i diversi telegiornali, il 12
ottobre 2010, hanno dato alla notizia, il lancio della notizia in studio, le
immagini con il commento della voce fuori campo, le interviste,
paragonando il tutto al video originale. Dalla costruzione delle notizie si
passeranno in rassegna le varie interpretazioni date dai telegiornali a partire
dal filmato- video distribuito dai Carabinieri. L’unico e solo filmato
originale, dal quale si sono create e costruite le multiple interpretazioni sul
caso, prima fra tutte l’indifferenza della gente verso il corpo morente di
Maricica. Verrà ponderato anche quanto ha pesato sul totale delle notizie la
presenza del tema dell’indifferenza.
Il quarto capitolo si concentrerà nel dettaglio sull’analisi delle tecniche di
montaggio del video di Maricica: tagli di sequenza, cambi d’inquadratura,
inserimento di audio, interviste, presenza di paratesto ed effetti grafici.
Verrà analizzato il video originale dei Carabinieri, passando poi ai diversi
filmati (clip- video) trasmessi dalle testate dei diversi telegiornali.
Il quinto capitolo verterà sulla mediazione giornalistica a livello
d’immagine, cioè su come i telegiornali abbiano dato una diversa
prospettiva nell’interpretazione del video, di come questo sia stato
riprodotto più volte all’interno dello stesso servizio, di come sia stato
frammentato e spezzettato per creare piccole clip distinte.
Il sesto capitolo spiegherà come dopo l’uscita della notizia e in
concomitanza del video, i media si lanciano nell’interpretare quello che è
successo. La prima lettura e interpretazione che ne danno è l’assurdità
dell’indifferenza della gente. Ma è una prima interpretazione che viene
superata in breve tempo da altre.
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La seconda interpretazione che ne danno è l’accentuazione della crescita
della criminalità e soprattutto di una presenza incessante di casi di violenza
nei confronti delle donne. In seguito, quel pugno verso una donna straniera
diviene simbolo di manifestazioni di razzismo e discriminazione. E quindi
in quest’ottica, il background razzista diventa centrale per capire le
motivazioni del crimine. Maricica Hahaianu è stata uccisa a pugni perché
donna, perché straniera.
Il settimo capitolo si occuperà di analizzare il servizio mandato in onda dal
Tg2 il 9 novembre 2010, che con “immagini a specchio”, trasmesse come
“inedite”, offre una nuova interpretazione della vicenda. Maricica non è
morta per il pugno ma per i soccorsi arrivati troppo tardi. In questo capitolo
si porrà una riflessione sul perché della frase “immagini a specchio”, su
come questo gioco di parole fa credere che le immagini siano inedite
quando in realtà non lo sono. Sono le stesse immagini trasmesse il 12
ottobre 2010 che la redazione del Tg2, ha mandato in onda ruotate di 180
gradi. Sulla base di queste immagini, la difesa di Alessio Burtone
costruisce il suo apparato difensivo, sostenendo che la colpa sia dei
soccorsi arrivati tardi e di una postuma complicazione fisica della donna.
Da qui la nascita di nuove evidenze: la malasanità e il dibattito giudiziario.
L’ottavo capitolo spiegherà come l’analisi tecnica di questi video porti in
primo piano il problema della rappresentazione della realtà, cioè sulle
possibilità di creazione di universi di cui è difficile definirne la natura, tra il
reale e il fittizio, e dove la manipolazione dei filmati avviene tramite
tecniche e procedimenti digitali. Si analizzerà il rapporto tra l’immagine e
la realtà televisiva, cioè la possibilità di mediare l’immagine in base a
diversi format televisivi.
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Il nono capitolo affronterà il tema della spettacolarizzazione della giustizia,
di come si possa diramare il materiale dell’accusa, coinvolgendo temi
diversi, unendo fatti di cronaca diversa gli uni dagli altri e di come le
conseguenze, comunque, siano irrimediabili perché quando si finisce in
cronaca, a dispetto della verità, si è già colpevoli, non- innocenti. Si
prenderanno come esempi i Talk-show della rete Raiuno: l’Arena di
Massimo Giletti e Porta a Porta di Bruno Vespa.
Nel decimo capitolo si avrà un riassunto generale della cronistoria della
vicenda e dei diversi usi delle immagini, ripercorrendo tutti i livelli
interpretativi dati dai diversi telegiornali e soffermandosi sulle diverse
mediazioni a livello d’immagine.
Il ruolo del telegiornale nel palinsesto delle televisioni generaliste
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1. Il ruolo del telegiornale nel palinsesto delle televisioni generaliste
Il telegiornale rappresenta per la maggior parte degli italiani la principale
fonte d’informazione. Esso rappresenta anche un genere che spesso confina
con l’intrattenimento, trattando fatti strani, gossip e notizie relative a sport,
vip e spettacoli. Ogni telegiornale s’inserisce in un palinsesto che ha (o
cerca di avere) una sua identità, un suo target, un pubblico omogeneo cui si
rivolge.
1.1. L’importanza del target nei telegiornali
Il telegiornale rappresenta il fulcro del palinsesto televisivo. Infatti,
rappresenta la possibilità di in- trattenere o conquistare gli spettatori per gli
altri programmi del palinsesto. In quanto elementi di forza della
programmazione, sono per lo più preannunciati da promo o preview
qualche minuto prima dell’andata in onda per tenere stabile l’audience
durante l’intervallo pubblicitario precedente alla trasmissione.
In genere il telegiornale deve essere il più possibile in sintonia con le
caratteristiche della rete che lo ospita, deve cioè tener conto di quelle
variabili, rilevate in Italia dall’indagine condotta da Eurisko sugli “stili di
vita delle famiglie”, che distinguono le diverse famiglie e quindi i diversi
consumatori. Il target appunto è un insieme di spettatori accomunato dalle
stesse variabili socio-demografiche e dai relativi stili di consumo. Così ogni
rete cerca di tenere conto costantemente del pubblico di riferimento e di
creare un’immagine coerente della rete.