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focus sul contratto di sponsorizzazione e da un’analisi di questo come un possibile
strumento di policy.
Il capitolo 3 si occupa della coorganizzazione, strutturando l’analisi attraverso un
confronto con la sponsorizzazione tradizionale, nel quale verranno vagliati i costi
e i benefits dei due diversi fenomeni. Nel paragrafo 3 di questo ultimo capitolo è
contenuta un’analisi dettagliata di un contratto, nel quale vengono studiati in
modo specifico alcuni elementi di particolare interesse della coorganizzazione: la
modalità di ripartizione dei ricavi tra le parti; la possibilità di ottenere risparmi
d’imposta per entrambi i soggetti; il problema della suddivisione del surplus
nell’ottica dei contratti completi e quello della rinegoziazione del surplus
nell’ottica dei contratti incompleti; l’analisi di come la coorganizzazione può
andare ad incidere sul livello qualitativo dell’offerta culturale. L’ultimo
paragrafo, infine, contiene una breve panoramica riguardante le prospettive per il
futuro della coorganizzazione nell’ambito museale italiano.
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CAPITOLO I
LA TEORIA ECONOMICA DEI CONTRATTI
1. Cenni sull’economia dei contratti
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Anche nell’arte i rapporti di mercato fra i soggetti economici si concludono
tramite i “contratti”.
A ogni transazione tra le parti, infatti, è associato un contratto tra le parti
intervenute che indica:
• Il contenuto economico della transazione
• I modi in cui la transazione viene realizzata dalle parti
• Gli impegni che devono essere rispettati
Ogni contratto possiede due dimensioni: quella economica che precisa l’oggetto
dello scambio, cioè il rapporto economico tra le parti, e quella giuridica che indica
le obbligazioni, il modo in cui queste variano al variare degli elementi esterni e gli
impegni che dovranno essere rispettati.
Un contratto può essere completo o incompleto. Quello completo specifica tutte le
evenienze future che discendono dall’esecuzione del contratto; le azioni e i
pagamenti che ogni parte deve assolvere in ogni possibile evenienza; il sistema di
penali da applicare in caso di violazione dell’accordo. Nel contratto incompleto,
invece, non è possibile prevedere tutte le circostanze che potrebbero emergere
perché è impossibile concordare le azioni da intraprendere in ogni singola
circostanza.
La teoria economica ha affrontato lo studio del contratto seguendo due
impostazioni convergenti: la prima è la teoria transazionale, la seconda è la teoria
dei contratti. In questo contributo ci occuperemo prevalentemente di quest’ultima,
il cui obiettivo è quello di cercare la forma di contratto ottimale, sia dal punto di
vista dei partecipanti, che da quello dell’efficienza sociale.
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Per approfondimenti G. CANDELA – P. FIGINI, Economia del turismo, 2003 (Cap. 10, I
contratti nel mercato turistico).
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Gli elementi decisivi per la definizione di un contratto sono essenzialmente due:
1. La natura della transazione
2. Il contenuto e la distribuzione dell’informazione
Per quanto riguarda il primo elemento, la natura della transazione nei contratti, si
può dire che esistono diverse tipologie che possono essere efficienti, nel mondo
della sponsorizzazione culturale, per transazioni frequenti che terminano
rapidamente, in modo che la possibilità di un cambiamento delle circostanze che
modifichi la convenienza sia un fenomeno raro a verificarsi.
Per quello che riguarda, invece, il contenuto e la distribuzione dell’informazione
tra le parti contraenti è indispensabile sapere con certezza se tutti i soggetti
coinvolti sono perfettamente informati sulle caratteristiche dei servizi trattati e
sulle circostanze che possono intervenire; è, inoltre, necessario vedere se
l’informazione è simmetrica, cioè se i soggetti coinvolti possiedono le stesse
informazioni. La teoria tradizionale del mercato sostiene che l’informazione
completa e simmetrica consente accordi perfetti presi nella forma di contratti
completi. Se queste due ipotesi non sono verificate si aprono altre possibilità di
comportamento. Nelle transazioni effettive, infatti, risulta spesso problematico
riferirsi ai contratti perfetti e completi perché è facile ritenere che nella pratica non
vi sia un’informazione completa dei contraenti, né che l’informazione sia
simmetrica. La realtà economica, e soprattutto quella culturale, è piena di
riferimenti sia alle informazioni limitate ai soggetti coinvolti, sia alle conoscenze
private possedute da una sola parte contraente. Condizioni di questo tipo
introducono la possibilità di comportamenti opportunistici dei contraenti, cioè di
cambiamenti nei loro piani che tendono a sfruttare, a proprio vantaggio,
particolari accadimenti non previsti dal contratto, traendo profitto dalla propria
informazione privata. Tra queste azioni opportunistiche si deve includere anche
quella estrema dell’inadempienza. Nel seguito di questo contributo potremo
vedere come attraverso tipologie diverse di contratti di sponsorizzazione culturale
è possibile trovare una soluzione efficiente a molti problemi dell’economia
dell’arte. Nella maggior parte dei contratti che caratterizzano il settore culturale,
ma non solo, sono presenti problemi riguardanti la presenza di asimmetria
informativa tra le parti e possiamo capire che in questi casi è necessario stipulare
contratti con incentivi che stimolino il massimo impegno del soggetto con minori
informazioni in ogni ambiente.
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2. La teoria economica dei contratti
In questo paragrafo intendiamo analizzare le ragioni e le modalità con cui sono
strutturati i contratti fra le imprese che partecipano alla produzione culturale.
A questo proposito uno degli argomenti chiave è la teoria economica dei contratti.
Il contratto, come abbiamo già detto, definisce diritti e impegni di ogni parte
coinvolta e comporta problemi economici rilevanti dato che regola scambi
complessi. Questo avviene quando il contratto interessa azioni e corrispettivi
dipendenti dagli sviluppi che intervengono, in tempi brevi o lunghi, solo
successivamente alla stipulazione. Infatti in questo caso possono nascere nuove
situazioni, nuove azioni e nuovi impegni, che il contratto dovrebbe prevedere.
Un altro motivo di complessità dei contratti deriva dal fatto che essi possono
coinvolgere una pluralità di soggetti e un contratto tra molte persone comporta un
aumento delle azioni e delle strategie da intraprendere. I contratti di questo tipo
sono chiamati multiagenzia.
La teoria economica dei contratti inizia dalla fondamentale distinzione ricordata
precedentemente, quella, cioè, tra contratti completi e contratti incompleti, i quali
verranno analizzati nei paragrafi seguenti.
2.1 La teoria economica dei contratti completi
Dato che il contratto completo specifica azioni e impegni delle parti in ogni
situazione possibile, l’unico problema economico del contraente di un contratto
completo è quello di ottenere per sé il massimo beneficio possibile, dato il
beneficio complessivo consentito dall’accordo. Tuttavia nella pratica accade che il
vantaggio a favore di una parte corrisponda alla diminuzione del beneficio
dell’altra, quindi, i contratti completi, anche se annullano l’incertezza, non
possono sfuggire al problema distributivo dei benefici contrattuali.
La teoria economica, riguardo alla suddivisione del beneficio complessivo,
sostiene che la sua distribuzione dipende dal “potere contrattuale” delle parti in
questione.
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La competizione fra i contraenti può limitare l’esercizio di questo potere anche se,
nella pratica, esso sarà spesso determinante.
In questo caso la teoria economica dei contratti ha elaborato un principio
fondamentale, quello secondo cui le parti dovrebbero seguire la strategia di
accordarsi su azioni e impegni in modo da massimizzare il valore complessivo del
progetto ma non quello individuale e, solo in seguito, negoziare la suddivisione
del beneficio netto. Infatti anticipare l’allocazione dei vantaggi individuali rispetto
alle azioni da intraprendere può causare confusione fra le parti e incertezza nei
loro comportamenti, per cui il progetto può produrre un esito complessivo
inferiore a quello massimo.
La teoria dei contratti comprende anche una dimensione temporale, non solo
grazie all’ipotesi che i progetti possano ripetersi in futuro e che quindi i contratti
non vengano proposti una sola volta, ma anche perché essi possono essere
modificati dalla ripetizione.
Le due variazioni in genere considerate sono: la rottura del contratto o la
rinegoziazione del contratto.
Dato che i contratti completi, come abbiamo detto, non trascurano nessuna
circostanza potenziale per il futuro possiamo dire che nella pratica è molto
difficile avere a che fare con questi contratti e questo per una serie di ragioni.
Innanzitutto un contratto completo deve prevedere tutti i fatti che possono
accadere durante il periodo di validità del contratto, ma questo sarebbe
impossibile da attuare nella realtà perché anche il migliore consulente contrattuale
possiede una capacità limitata per determinare tutti i casi che definiscono, con
assoluta certezza, la completezza di un contratto.
Dunque il contratto completo potrebbe essere sia tecnicamente impossibile,
perché non tutto può essere previsto, sia economicamente non conveniente, poiché
risulta troppo costoso, non solo in termini economici ma anche di tempo,
prevedere e risolvere ogni futura eventualità.
Quindi l’ipotesi di completezza di un contratto è solo una premessa teorica e nella
realtà tutti i contratti vengono considerati incompleti per natura.
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2.2 Teoria economica dei contratti incompleti
Data la premessa contenuta nel paragrafo precedente nel corso di questo
contributo le analisi verranno limitati ai soli contratti incompleti.
Parlando dell’incompletezza dei contratti emerge la possibilità, per i soggetti
coinvolti nell’accordo, di tenere comportamenti opportunistici, cioè cambiamenti,
da parte dei contraenti, delle loro azioni per sfruttare, a proprio vantaggio, delle
circostanza impreviste, traendo profitto dalla propria informazione privata.
Il timore che una parte o entrambe possano assumere comportamenti
opportunistici può avere effetti devastanti sulla realizzazione del contratto.
I contratti incompleti, in particolare, possono implicare due fenomeni di grande
importanza, fra loro correlati:
1. Non sono efficaci nel garantire l’effettività degli impegni, dato che un accordo
può generare ex-post comportamenti opportunistici;
2. Impediscono l’effettiva realizzazione di uno scambio che sarebbe invece
vantaggioso per entrambe le parti.
Quindi possiamo dire che il problema dei contratti incompleti appare quello di
superare, per quanto possibile, queste difficoltà. Questo implica affermare che il
comportamento opportunistico degli individui limita ciò che si può effettivamente
realizzare, da questo la necessità, dunque, d’introdurre nel contratto elementi che
tengano conto di vincoli finalizzati a indirizzare il comportamento effettivo dei
contraenti. Il fatto che il contratto sia incompleto non esclude che esso possa
funzionare grazie all’introduzione di clausole particolari, soprattutto in forza di
vari strumenti che la teoria economica dei contratti ha cercato di esplorare.
Dobbiamo, quindi, vedere quali forme possono assumere i contratti incompleti per
fungere da valida alternativa a quelli completi.
Tra le diverse tipologie di contratto che verranno brevemente trattate nel seguito
di questo capitolo possiamo trovarne alcune che si prestano bene a farci
comprendere i rapporti esistenti tra i contraenti all’interno della sponsorizzazione
culturale.