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Introduzione
A ciascuno di noi è capitato di imbattersi almeno una volta nella
terminologia medica che, a volte, manifesta caratteristiche che la rendono oscura.
La difficoltà di comprensione spesso è dovuta all’utilizzo da parte del personale
medico di termini che la persona comune non sente appartenenti alla propria lingua.
La lingua medica pullula di termini derivanti dalle lingue classiche risalenti
all’origine della scienza medica, ma anche di formazioni più recenti come i
composti neoclassici o dotti, cioè composti formati da elementi di origine greca e
latina.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di rinvenire, analizzare (dal punto di
vista strutturale ed etimologico) e catalogare i composti neoclassici in uso nella
lingua medica.
La tesi è strutturata in tre capitoli:
il primo offre uno sguardo generale sui composti neoclassici, soffermandosi sugli
elementi formativi del composto; il secondo capitolo si occupa della presenza delle
lingue classiche nel lessico medico, attraverso un breve excursus storico che va
dalle origini della lingua medica fino ai nostri giorni; il terzo e ultimo capitolo credo
sia il più esplicativo poiché contiene i risultati del mio lavoro di rinvenimento,
analisi e classificazione dei composti neoclassici nel lessico medico. Una volta
estratti 245 composti neoclassici da un testo di patologia medica
1
, ho proseguito
distinguendo le formazioni di composti con due elementi formativi da quelle con
più di due elementi formativi, in seguito ho analizzato la struttura del composto e
degli elementi neoclassici formativi in esso contenuti, che possono essere
semiparole (dizione che sarà spiegata nel primo capitolo) o parole. Una volta
portato a termine questo lavoro, ho spostato il mio interesse sull’analisi etimologica
di ogni elemento. Ho catalogato i composti per mezzo di 6 tabelle, classificandoli in
base alla loro struttura. Successivamente gli stessi composti neoclassici sono stati
inseriti in una classificazione basata sulla relazione grammaticale tra i costituenti,
seguendo lo schema proposto da Scalise e Bisetto (2009).
1
Andreoli and Carpenter’s Cecil essentials of Medicine, 7
th
Ed. by T. E. Andreoli, C. C. J.
Carpenter, R. C. Griggs and I. J. Benjamin, Elsevier, New York, USA. (Edizione italiana a cura di
Momento medico s.r.l. 2007, Salerno).
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Capitolo 1
La composizione neoclassica
Nel lessico italiano la componente latina e greca costituisce un patrimonio
cospicuo accumulatosi nel corso dei secoli e caratterizzato da innovazioni sia
formali sia semantiche. L’influsso delle lingue classiche nel nostro lessico non è
mai scomparso nel corso dei secoli, anzi, lo troviamo ancora attivo e operante in
settori scientifici come la medicina, la botanica etc.
Il perdurare della terminologia latina e greca da un lato e il suo straordinario
sviluppo dall’altro, trovano le rispettive spiegazioni nei vantaggi funzionali da
sempre riconosciuti alle lingue classiche soprattutto al greco, come tradizione,
univocità, espressività, attitudine alla composizione, e nel continuo ampliamento
delle conoscenze [Mazzini 1989: 25].
Nel periodo compreso tra il XVII e il XVIII secolo, il progresso della ricerca
scientifica, la nascita di nuove discipline, apporta l’esigenza di coniare nuove
nomenclature nella terminologia tecnico-scientifica, promuovendo lo sviluppo,
l’introduzione e la diffusione di decine di migliaia di termini dati dalla
combinazione di elementi formativi di origine greca e latina, i cosiddetti composti
neoclassici o dotti [cf. Dardano 1994].
Iacobini 2004: 69 definisce così la composizione con elementi lessicali tratti
dalle lingue classiche: «la composizione con elementi neoclassici è il tipo di
formazione delle parole che utilizza elementi formativi tratti dalle lingue classiche
per coniare termini in ambito tecnico scientifico, usati primariamente con funzioni
designative e classificatorie». Secondo Plag 2003: 155 «si parla di composti
neoclassici quando lessemi di origine greca e latina vengono uniti per formare
nuove combinazioni non attestate nelle lingue d’origine».
Lüdeling 2006 osserva che ‘neoclassico’ non è semplicemente una nozione
etimologica; ‘neoclassico’ o ‘dotto’ si riferisce alle proprietà strutturali di alcuni
elementi: i composti così qualificati, infatti, non sono semplici prestiti, ma sono
formati da nuovi meccanismi che spesso differiscono da quelli tipici della
formazione di parola con elementi nativi. Inoltre, ancora Lüdeling [2006: 3]
individua le possibili differenze strutturali; le quali possono essere:
4
fonologiche: l’affissoide neoclassico può attirare o mantenere
l’accento. I composti neoclassici possono contenere suoni che non sono presenti
nella lingua d’origine.
morfologiche e morfonologiche: gli elementi neoclassici tendono a
combinarsi principalmente con altri elementi neoclassici; inoltre l’ordine degli
elementi nella composizione neoclassica si distingue dall’ordine degli elementi
nella lingua nativa.
ortografiche
2
: gli elementi neoclassici possono contenere grafemi (ad
esempio <ph> in filosofia) che non fanno parte del repertorio di grafemi della
lingua base.
di utilizzo: gli elementi neoclassici sono spesso usati in registri ‘alti’
o ‘colti’.
Tali differenze, fanno si che i composti neoclassici non possano essere
ascritti né alla categoria dei composti né alla categoria dei derivati di lingua italiana.
Infatti, la classe dei composti e la classe dei derivati, possiedono caratteristiche di
combinazione diverse: la maggior parte dei composti italiani sono formati da due
elementi liberi (camposanto, pescecane), mentre i derivati di solito combinano un
elemento libero e uno non libero (benzinaio, barista).
Sebbene i dettagli differiscano tra le varie lingue, generalmente, abbiamo
temi legati (bound stems). Inoltre, come già detto, la struttura sintattica degli
elementi all’interno del composto neoclassico è diversa da quella tradizionale dei
composti italiani [Dardano 2005: 126]. Il composto neoclassico ha la struttura
(Determinante + Determinato)
3
che si differenzia dalla struttura del composto con
elementi italiani (Determinato + Determinante). Nei composti neoclassici la testa
4
è
a destra, diversamente da quanto accade nella maggior parte dei composti italiani
che hanno la testa a sinistra [Dardano 2009: 198].
L’introduzione dei composti con elementi di origine classica nelle diverse
lingue nazionali, dovuta soprattutto al vasto utilizzo di essi nell’ambito della
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La lingua italiana ha ‘italianizzato’ l’ortografia della maggior parte delle forme greche e latine nel
corso dei secoli.
3
Questo tipo di struttura mantiene l’ordine tipico dei composti delle lingue classiche.
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La “testa” è quell’elemento che attribuisce la categoria sintattica a tutta la costruzione.
5
terminologia tecnico scientifica, ha interferito nelle regole di formazioni di parola
proprie di ciascuna lingua [ Iacobini 2004: 69; De Roberto 2005: 131].
Il contatto tra il lessico italiano e gli elementi allogeni che partecipano alla
formazione dei composti neoclassici ha realizzato composti del tutto estranei alle
regole di formazione di parole della nostra lingua. Come ha osservato Iacobini
2004: 70 «La conseguenza più importante di questo stato di cose è rappresentata
dalla coniazione e diffusione nell’uso corrente di composti formati da un elemento
formativo e una parola (agriturismo, applausometro, idromassaggio, paninoteca,
termocoperta) e non solo in combinazione con altri elementi formativi». Ciò prova
la grande capacità dei formanti dotti di combinarsi con materiale lessicale.
L’interazione tra elementi neoclassici e lessico comune pone problemi di
tipo sia teorico sia descrittivo.
1.1. Gli elementi formativi: denominazioni
L’aspetto poco chiaro che la composizione neoclassica presenta nell’ambito
della formazione di parole è da attribuire alla difficoltà riscontrata nella
classificazione e descrizione dei diversi tipi di elementi formativi presenti
all’interno del composto. Gli elementi che partecipano alla formazione dei composti
neoclassici non hanno una denominazione unitariamente accettata. Quella che
appare più neutrale è la denominazione elemento formativo, il più conforme ai
termini correttamente usati in altre lingue, quali l’inglese combining form
5
e il
francese formant [Iacobini 2004: 70].
Migliorini (1990) ipotizzava la necessità di classificare i composti costituiti
con formanti di origine classica in una categoria a parte rispetto a quella della
composizione comunemente intesa; per lo più accostava tali formazioni alla
derivazione
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, coniando al contempo i termini prefissoide/suffissoide per indicare gli
elementi non liberi ereditati o ripresi dalle lingue classiche. Elementi che secondo
Migliorini 1963b: 9 hanno assunto: «un valore quasi di prefissi, hanno acquistato
cioè la possibilità di essere preposti a qualsiasi termine del lessico che
semanticamente lo consenta». Un’altra denominazione che in italiano ha avuto una
5
Per uno studio più approfondito sui combining form cfr. Kastovsky 2009.
6
Analoghe considerazioni sono fornite da Tekavčić1980: 160-165 riguardo alla formazione con gli
elementi scientifici.