lenta evoluzione che ha come motore la tecnologia e come direzione una
progressiva compenetrazione delle diverse dinamiche della comunicazione
orizzontale, verticale e in rete.
In questo lavoro, dopo aver cercato di offrire un quadro generale del fenomeno,
della sua diffusione e delle forme che i blog possono assumere ho puntato la mia
attenzione su alcuni aspetti di questi nuovi strumenti che ritengo importanti.
Particolare considerazione ho riservato al potenziale che i blog stanno dimostrando
di avere nel creare “comunità”. Sembra infatti che i web-log raccolgano e
migliorino la capacità che hanno avuto forum, chat ed e-mail, strumenti ormai
familiari, di creare interazione tra le persone. Proprio al ruolo delle comunità
virtuali ho dato molta attenzione perché credo che su questa strada si sviluppino già
alcuni interessanti esperimenti di blog e penso sia questa una delle lenti più
interessanti per leggere il presente e il possibile futuro di questi strumenti.
La parte centrale di questa tesi è dedicata ai blog giornalistici e ai rapporti non
sempre felici che la “blogosfera” ha avuto con il mondo dell’informazione.
Per uscire da una stucchevole contrapposizione tra questi due mondi ho tentato di
analizzare somiglianze e differenze tra blogger e giornalisti nel tentativo di indicare
le rispettive peculiarità e una via possibile per fare in modo che dal progresso
tecnologico, Internet e i suoi utenti ci guadagnino in qualità e non solo in quantità.
L’occasione da non perdere per i giornalisti è quella di ridefinire la propria identità
professionale (troppo spesso in Italia un po’ annacquata) e accettare la sfida di una
profonda ridefinizione delle proprie competenze e del proprio campo d’azione. Ai
cittadini-blogger invece la possibilità di utilizzare in maniera intelligente uno
strumento dalle potenzialità infinite in termini di capacità di coinvolgimento e
creazione di opinione. A questo proposito ho analizzato alcune esperienze di blog
giornalistici nell’intento di fornire un supporto concreto alle mie riflessioni.
Considerata l’esiguità dei contribuiti bibliografici sull’argomento dovuta alla novità
del fenomeno e ai suoi continui mutamenti, la Rete è stata un’importante fonte, ho
infatti trovato articoli,interventi e riflessioni di studiosi dei blog e dei new media
italiani e stranieri. Internet, se interrogata bene, mostra di saper riflettere su se stessa
con contributi interessantissimi. Svariati dunque saranno i riferimenti a blog e siti
che per motivi diversi hanno costituito la vera ossatura su cui si è costituito il corpo
delle riflessioni presenti in questa tesi. Per gran parte queste nascono da un’assidua
e critica frequentazione di centinaia di blog e dagli spunti che la costruzione del mio
blog personale (paroladiblog.splinder.com), che curo giornalmente dall’inizio del
2004, ha spontaneamente suscitato. Sono infatti convinto che solo partecipando in
prima persona l’arcipelago dei web-log arrivi ad appassionare davvero e solo così si
riescano a cogliere aspetti che sfuggono al semplice osservatore.
1. Blogosfera: Un’unica forma per molteplici contenuti
1.1 Che cos’è il blog
Il panorama dei personal media da meno di un quinquennio si è arricchito di
un medium dal nome originale e dagli sviluppi ancora imprevedibili. Stiamo
parlando dei “blog”, questa parolina non sarà di certo sfuggita agli occhi di un
osservatore mediamente interessato alle questioni dell’informazione e dei media.
Non dovrebbe essere sfuggita nemmeno agli studiosi della lingua, è noto infatti che
proprio la parola blog è stata nominata “parola dell’anno 2004” dal prestigioso
dizionario statunitense Merriam - Webster.
1
Per capire qualcosa in più circa il
fenomeno dei blog e introdurci meglio alle questioni che affronteremo è bene
partire proprio dall’analisi di questo termine.
“Blog” nasce dalla contrazione di due parole distinte Web (rete) e log (registro)
ed a questo termine composto bisogna guardare se si vuole risalire al primo utilizzo
di questa nuova forma di personal publishing. “Log” nel linguaggio dei marinai è il
diario di bordo, per estensione è dunque un registro in cui i dati si segnano in ordine
cronologico. I primi blog nascono infatti come registri ad uso privato sulla rete
Internet ed avevano spesso caratteristiche che poco si discostavano da quelle del
diario e degli appunti personali. I pionieri del web-log spesso utilizzavano questa
nuova applicazione anche per gestire semplici raccolte di link a tema che
facilitavano il lavoro di alcuni gruppi di utenti della rete e rendevano le ricerche di
materiale su Internet più veloce e più economico. Semplicità, essenzialità e gratuità
sono da subito le caratteristiche principali del medium Blog e saranno negli anni
successivi la chiave del loro successo planetario.
1
http://www.m-w.com/info/04words.htm
Da it.wikipedia.org : Il termine web-log è stato creato da Jorn Barger nel dicembre del 1997. La
versione tronca blog è stata creata da Peter Merholz che nel 1999 ha usato la frase "we blog" nel suo
sito, dando origine al verbo "to blog" (ovvero: bloggare, scrivere un blog).
Fig. 1
http://paroladiblog.splinder.com, Ecco come si presenta comunemente la struttura di un blog.
1.2 Caratteristiche principali
Un blog è dunque uno spazio gratuito e personale su Internet ospitato dal
server di una società spesso in cambio di alcuni piccoli banner sulle pagine Web.
Per realizzare un blog bastano cinque minuti. E’ necessario possedere un computer,
collegarsi ad Internet e registrarsi presso uno dei siti che offrono hosting gratuito
per realizzare un blog. Ogni blog ha un proprio indirizzo Web
2
ed è possibile
scegliere un’impostazione grafica predefinita o crearne una personalizzata. Si ha la
possibilità di pubblicare ciò che si vuole semplicemente utilizzando un’interfaccia
del tutto simile ai più comuni programmi di videoscrittura. Tutto ciò che si pubblica
viene inserito in un’unica pagina e ordinato cronologicamente, la prima
informazione in testa alla pagina è anche la più recente. Non è necessaria nessuna
2
Quasi sempre un dominio di secondo grado del tipo http://nickpersonale.societàxxx.com .
conoscenza dei linguaggi di programmazione e tutto rimane rigorosamente gratuito
e senza impegni
3
.
Questa semplicità di pubblicazione, finora sconosciuta al mondo di Internet e
all’intero sistema dei media, ha favorito senza dubbio l’esplosione di un fenomeno
mediatico che già oggi risulta difficile stimare nelle dimensioni e nelle prospettive
di crescita.
1.3 La diffusione dei blog
Come ogni novità che si rispetti è negli Stati Uniti che i Blog hanno mosso i
primi passi; ripercorrere alcune tappe della crescita di questo fenomeno ci può
aiutare da subito ad individuare alcune caratteristiche che mettono in luce la
peculiarità di questo mezzo.
Nel 1999 si potevano stimare non più di una cinquantina di siti che avevano le
caratteristiche del web-log e nella maggior parte dei casi non erano altro che
“valvole di sfogo telematico” per “cronisti incontinenti della propria quotidianità”
4
.
Per dirla in altri termini, il fenomeno restava privato, circoscritto e dunque poco o
nulla interessante.
Un salto di soli due anni ci fa capire che qualcosa nell’universo della Rete è
cambiato. “Blogger”, il più diffuso portale che offre il servizio di pubblicazione
gratuita negli Usa, stimava a fine 2001 ben 500.000 blog ospitati sui propri server.
Il fenomeno insomma era esploso in tutto il suo vigore. Ad alimentarlo, può
sembrare strano ma vedremo che non lo è affatto, il crollo delle Twin Towers e
l’”urgenza di condividere” e raccontare la propria esperienza. Basti sapere che dopo
il crollo delle torri ogni giorno “Blogger” acquistava circa 500 utenti
5
. Il personal
webcasting veniva così ufficialmente rivoluzionato: non era più necessario
conoscere l’HTML per aprire e aggiornare costantemente il proprio sito personale.
3
Per provare la semplicità con cui si realizza un blog visita: http://www.splinder.com/ ;
http://www.blogger.com/.
Vedi anche Fig. 1
4
R. Staglianò, Blogger contro giornalisti, chi vincerà? in “Problemi dell’informazione” n. 2/2002,
pag. 236, Il Mulino, Bologna .
5
Ibidem, pag.236.
Un’altra spinta alla crescita della “blogosfera”
6
, così è stata battezzata la
comunità virtuale dei blogger, è venuta dalla crescita esponenziale del digitale e
delle sue applicazioni. Audio, video, e foto digitali assieme alla tecnologia mobile
hanno permesso inedite applicazioni che hanno arricchito di contenuti e proposte i
blog.
Un'altra occhiata ai numeri può darci un’idea della situazione attuale. Nell’
ottobre 2004 “Technorati” , un autorevole servizio di indicizzazione e ricerca dei
blog, stimava la presenza di oltre 4 milioni di blog negli Stati Uniti soltanto. Oggi la
cifra raggiunge quasi i 19 milioni. Siamo dunque di fronte ad un fenomeno globale
che non può essere ignorato e che deve essere adeguatamente analizzato per capire
quali novità potrà portare e come sta già cambiando il sistema dei media
7
.
In Italia , a parte qualche impavido pioniere, il fenomeno acquista importanza
dal 2001 e ad oggi Sergio Maistrello , autore di “Come si fa un blog” e giornalista,
stima la presenza di almeno 350.000 blog aperti in Italia
8
. Il portale “Splinder”, nato
a metà 2002, è il più diffuso dato che ne ospita quasi la metà. Un confronto con gli
Usa mette in luce la differente portata del fenomeno oltreoceano, l’istituto “Pew
Internet & American Life project” stimava a fine 2004 oltre 8 milioni di blog
americani. Bastano queste cifre per dedurre che negli Stati Uniti l’interesse verso i
blog è maggiore
9
. L’analisi delle caratteristiche che il fenomeno ha assunto e della
sua interazione con il sistema dei media ne svelerà le cause.
6
Piuttosto incerta la paternità del termine blogosfera.
Probabile che sia nato quasi spontaneamente e poi abbia avuto fortuna grazie alla catena dei link.
William Quick (http://www.iw3p.com/DailyPundit/2001_12_30_dailypundit_archive.php#8315120)
l’ha forse usato per primo e ha tentato di darne una prima definizione ad inizio 2002.
John Hilner qualche mese più tardi ne ha dato una definizione più dettagliata e motivata
nell’articolo “Blogosphere: the emerging Media Ecosystem - How Weblogs and Journalists work
together to Report, Filter and Break the News” .
( http://www.microcontentnews.com/articles/blogosphere.htm )
E’ vero però che non tutti gli utenti accettano questo termine che ha assunto anche una connotazione
negativa. Spesso infatti viene sostituito da Blogspace, Blogland o da altri.
7
http://www.technorati.com/
http://www.sifry.com/alerts/archives/000343.html (vedi Fig. 2)
8
http://www.comesifaunblog.it/index.php?cat=15
9
http://www.pewinternet.org/PPF/r/144/report_display.asp
Fig. 2
Grafico di “Technorati” che mostra la crescita dei web-log nel mondo dal marzo 2003 a oggi.
1.4 Evoluzione o rivoluzione?
Cosa rappresentano dunque i blog? Sono l’ennesima rivoluzione che nasce dal
Web oppure sono qualcos’altro? Con la fine del secolo scorso l’esplosione di
Internet come fenomeno di massa ha apportato l’etichetta di “rivoluzione” ad una
serie di applicazioni della tecnologia informatica legata all’utilizzo della Rete. Per
intenderci, non è passato molto tempo dai giorni in cui si dichiarava la morte delle
banche tradizionali di fronte alla nascita dell’ e–banking. Stessa sorte sarebbe
dovuta toccare al libro tradizionale nella gara con il nuovo e-book e come non
ricordare l’illusione del commercio on line, dai vestiti ai biglietti aerei, che dopo il
boom dei primi mesi, ha ridotto di molto il volume degli affari. Molte idee
rivoluzionarie “dell’epoca pionieristica e utopistica del Web” prima si sono poste in
“netto contrasto con i sistemi tradizionali” cui fornivano un’alternativa, per essere
poco dopo riassorbite “nei binari più consueti di un evoluzione bilanciata”
10
.
Secondo questo schema è possibile seguire il fenomeno dei blog e analizzarne
le caratteristiche. La tecnologia diventata più semplice da utilizzare e un nuovo
10
L. De Biase, Dalla rivoluzione all’evoluzione: i blog giornalistici nel sistema dei media in
“Problemi dell’informazione” n. 2/2004, pag. 176-177, Il Mulino, Bologna.
modello applicativo hanno permesso la realizzazione di una delle idee
”profondamente innovative che sono emerse con l’apparire del Web”. Il blog è
dunque il Web stesso, è “una delle forme che la ragnatela sa assumere
11
”, l’ultima
soluzione di un lungo processo, una risposta alla domanda di democratizzazione del
sistema dei media che nasce in contemporanea con il diffondersi di Internet come
fenomeno di massa.
Come accade ogni volta in cui appare nel sistema dei media un nuovo modo di
comunicare si modifica l’equilibrio precedente e se ne crea uno nuovo. I blog
diventano dunque una delle possibili forme del comunicare attraverso il medium
Internet e come tali devono essere analizzati, seguendo almeno tre linee di analisi:
tecnologicamente, analizzando la novità e l’unicità del mezzo; sociologicamente,
con l’intento di cogliere le dinamiche che genera tra gli utenti della rete in quanto
“comunità virtuale”; mediaticamente, osservando come il blog interagisce con il
sistema
12
.
11
Ibidem, pag. 177-178.
12
Questa analisi sarà condotta al capitolo 2.