articoli di giornale ritrovati grazie all’ausilio del web e delle dettagliate bibliografie che completano
le tre opere.
Il lavoro segue, naturalmente, un criterio cronologico e si articola in quattro capitoli. Il primo,
“Dalla culla all’Arkansas”, ripercorre il brillante percorso scolastico di Hillary Clinton, i primi
passi nel mondo della politica e la carriera legale fino all’esperienza come First Lady dell’Arkansas:
trent’anni che hanno visto crescere una donna che, in Bill Clinton, sembra aver trovato il proprio
naturale completamento.
Nel secondo capitolo, “Il caso Whitewater: the only dumb thing we ever did” si racconta, invece,
l’evoluzione di uno scandalo controverso che ha accompagnato e condizionato la carriera dei
Clinton dai primi anni ’80 fino alle porte del 2000 in un altalenante avvicendarsi di sospetti e
coincidenze, accuse ed evidenti stumentalizzazioni politiche.
Con il titolo “Non esiste un manuale per essere First Ladies” il terzo capitolo della tesi si propone,
poi, di evidenziare le difficoltà di Hillary nel ricoprire discretamente il ruolo di political wife e,
ricostruendo l’esperienza alla casa Bianca durante i due mandati, riserva particolare attenzione al
ridimensionamento del ruolo della Clinton dopo il fallimento dell’Health Care Plan.
Infine, il quarto ed ultimo capitolo, “Senatrice per lo Stato di New York”, si concentra sull’anomala
e strategica reazione dell’allora First Lady al caso Lewinski nonchè sull’esperienza in Senato dove,
ancora una volta, una nuova Hillary ha cavalcato le vette della politica Americana spostandosi verso
il centro proprio in un momento in cui forze molto potenti spingevano il suo partito verso sinistra.
6
CAPITOLO I: Dalla culla all’Arkansas
I.1 Gli Studi
“Non sono nata First Lady, né senatrice. Non sono nata iscritta al partito democratico, né
avvocato, né campione dei diritti umani e delle donne. E non sono nata moglie e madre. Sono
un’americana venuta alla luce a metà del XX secolo in un tempo e in un luogo fortunati, libera di
fare scelte impossibili per generazioni di donne che mi hanno preceduta nel mio Paese e per molte
altre che tuttora vivono nel mondo. Provengo da un periodo di tumultuosi cambiamenti sociali e ho
preso parte alle battaglie politiche combattute per definire il ruolo degli Stati Uniti in patria e
fuori.” 1
Hillary Rodham nacque il 26 ottobre 1947 a Chicago (Illinois). All’indomani del più grande
conflitto mondiale, Hillary cresceva in una famiglia metodista a Park Ridge. Suo padre, Hugh
Ellsworth Rodham, era al tempo dirigente di una piccola industria tessile, mentre la madre, Dorothy
Emma Howell, era casalinga e si occupava dei due fratelli minori Hugh e Tony.
Nella sua autobiografia, Living History, grande spazio è dedicato proprio al periodo dell’istruzione e
della formazione in un percorso che, parallelamente alla carriera scolastica, permise alla giovane
Rodham di acquisire il proprio personale senso politico.
Era il 1960 quando Hillary frequentava la Main South High School e, fortemente influenzata dal
padre, cresceva in un ambiente Conservatore2. Alla tenera età di tredici anni, così, la studentessa
cominciò a manifestare una forte attrazione per la politica e, con entusiasmo, aveva già deciso di
proporsi per il riconteggio dei voti a Chicago (dove si pensava che il sindaco Daley avesse favorito
la vittoria di John F. Kennedy). La giovane Rodham, infatti, sperava di poter contribuire
all’annullamento delle elezioni presidenziali ritenute non valide dall'ala conservatrice.
Hillary stessa si definì, in seguito, intrepida e sciocca e, nel 1963, rimase profondamente colpita
dall’assassinio del presidente. Tuttavia, la Rodham, ferma sul proprio orientamento politico, nel
1964
1
Hillary Rodham Clinton, La mia vita, la mia storia, Milano, Sperling & Kupfer editori spa, 2003, p.1
2
Carl Bernestein, A woman in charge, the life of Hillary Rodham Clinton, London, Hutchinson, 2007,
p.16
7
divenne parte de “I ragazzi di Goldwater”3: un gruppo di giovani repubblicani che sostenevano la
candidatura alla Casa Bianca del senatore Barry Morris Goldwater. Hillary, per parte sua, già
presidente del consiglio Studentesco, ammirava l’individualismo gagliardo del candidato e
attivamente seguiva e partecipava alle vicende del partito Repubblicano.
Nel 1962, quando capitò l’occasione di ascoltare M.L. King parlare a Chicago4, ancora seguiva le
orme del padre e, per sua stessa ammissione, faticava a capire fino in fondo l’importanza delle lotte
per i diritti civili. Tuttavia, quelle parole, insieme alla figura di Eleanore Roosevelt, furono nel corso
degli anni una costante fonte di ispirazione per i discorsi che, sotto vesti differenti, si trovò a
pronunciare in ogni parte del globo.
“Ripensandoci, il ’68 fu uno spartiacque per la mia nazione e per la mia crescita personale e
politica”5 In pochi anni Lindon Johnson si era ritirato dalla presidenza, M.L.King era stato
assassinato e così anche Bob Kennedy; il conflitto in Vietnam cresceva portandosi appresso proteste
e mobilitazioni. Intanto, l’evoluzione politica di Hillary, durante i suoi anni al Wellesley College
(dal ’65 al ’69), rispecchiava il percorso di milioni di suoi coetanei: specialmente quella dei giovani
provenienti da famiglie conservatrici del Midwest che frequentavano college ad est. Questi, infatti,
posti di fronte ai temi più scottanti del periodo, sempre più spesso si muovevano verso posizioni
liberali.
Hillary, per parte sua, arrivò a Wellesley con gli ideali politici del padre per uscirne con convinzioni
e sogni tutti suoi. Tuttavia, la studentessa era ben lontana dall’abbracciare posizioni radicali e si
muoveva a piccoli passi. Nell’estate del 1966, la giovane Rodham collaborò con un ex professore di
Wellesley ad un saggio sulla guerra in Vietnam “The realities of Vietnam: A Ripon Society
Appraisal”6 e, entro la fine dell’estate, era ormai fermamente contraria alla guerra in Vietnam tanto
che, nella primavera del ’68, appoggiò la campagna per le primarie del democratico Mc Carthy,
3
William J.Middendorf, Glorious Disaster: Barry Goldwater’s Presidential Campaign And the origins
of the Conservative Movement, New York, Basic Books, p.266
4
Jeff Gerth & Don Van Natta Jr, Her Way. The hopes and ambitions of Hillary Rodham Clinton, New
York, Back Bay Books, 2008, p.18-21
5
Hillary Rodham Clinton, op.cit. p. 42
6
La Ripon Society era un movimento liberal-Repubblicano basato sul principio della moderazione come
fondamento del partito Repubblicano
8
dichiaratamente ostile alla guerra e avversario di Johnson7.
Inoltre, l’assassinio di M.L. King, avvenuto il 4 aprile 1968, provocò una scossa emotiva forte e le
lotte che già scuotevano l’America si inasprirono giorno dopo giorno. Di fronte a questo scenario,
Hillary scelse di mantenne una linea conforme a Wellesley e, seguendo la via della protesta pacifica
e non violenta, lavorò per sostenere la candidatura di Rockfeller contro Nixon8, pur consapevole di
non avere alcuna speranza di successo. L’operazione, infatti, fallì, ma per Hillary era ormai chiaro
quanto lo stampo eccessivamente conservatore di Nixon fosse lontano dalla sua indole. Inoltre, le
proteste contro la guerra in Vietnam la spingevano sempre più a desiderare di partecipare
attivamente alla vita politica del Paese nella speranza di poter cambiare le istituzioni dall’interno.
La definizione di Hillary come “una mente conservatrice e un cuore liberale” rende dunque molto
bene l’idea di quale fosse il suo stato d’animo attorno ai diciott’anni9. La giovane credeva fosse
possibile, anche se difficile, essere ambedue le cose. Così, quando arrivò a Wellesley per il suo
ultimo anno, fu fermamente determinata a trascinare il campus in una partecipazione più attiva
contro la guerra e, in qualità di presidente del corpo studentesco, non accettò che i suoi compagni
ignorassero passivamente le battaglie in corso, soprattutto in seguito alla vittoria di Nixon.
In Living History Hillary scrive: “Nell’autunno del ’69, quando entrai alla Yale Law School, ero
una delle ventisette matricole femmine in un corso di 235 studenti. Oggi sembra un numero
irrisorio, ma a quei tempi era una conquista e significava che le donne non sarebbero più state
studentesse simboliche. Mentre i nostri diritti sembravano cominciare a far presa e gli anni
Settanta volgevano al termine, tutto il resto sembrava fuori controllo, incerto. Se non si è vissuto
quel periodo, è difficile immaginare quanto il panorama politico americano fosse spaccato in
due.”10
Continuava per Hillary e per l’America ad essere un periodo di cambiamenti. Nel 1970, Yale era in
subbuglio tra movimenti a sostegno delle Pantere Nere e gruppi contrari all’estensione del conflitto
7
Buchanan, Bay, The Extreme Makeover of Hillary (Rodham) Clinton, Washington, Regnery, 2007, p. 45-
46
8
Mark Leibovich, "In Turmoil of ’68, Clinton Found a New Voice", The New York Times 07/09/07, p. 13.
9
Bay Buchanan, op.cit., p. 50
10
Hillary Rodham Clinton, op. cit., p. 56
9
alla Cambogia. Hillary divenne così la mediatrice tra i bisogni degli studenti “arrabbiati” e le
esigenze dell’amministrazione mentre, nel frattempo, seguiva diversi progetti nel campo della
ricerca sul diritto per l’infanzia. Storicamente era sempre stato il diritto di famiglia ad occuparsi dei
minori, di solito in base alle decisioni dei genitori; a partire dagli anni ’70, invece, i tribunali
cominciarono ad individuare circostanze in cui i bambini avevano, in misura limitata, diritti distinti
da quelli del padre e della madre. I suoi personali interessi si raccoglievano proprio intorno a questi
temi che ebbe l’occasione di approfondire frequentando lo Yale Child Study Center. Qui, nel 1973,
lavorò come assistente-ricercatrice per Beyond the Best Interest of the Child11, un libro scritto dal
Dottor Sollnit12 e dal Professor Goldstein in collaborazione con Anna Freud, figlia di Sigmund.
Nel 1974, la giovane e ambiziosa studentessa scrisse il suo primo articolo accademico intitolato
“Children Under the Law”13 pubblicato dalla Harvard Educational Review. Nell’articolo si
analizzavano le decisioni che la magistratura e la società devono affrontare se i bambini vengono
maltrattati o trascurati dalla famiglia, o, nel caso in cui le decisioni dei genitori abbiano
conseguenze potenzialmente irreparabili (ad esempio negare le cure mediche o impedire il diritto a
proseguire gli studi). Per la stesura della ricerca furono preziose le esperienze presso il New Haven
Hospital e il lavoro di volontariato nell’ufficio di Servizi Legali in rappresentanza di minori in
affidamento.
I.2. L’incontro con Bill e la professione legale
Yale, comunque, non fu importante solo a livello formativo. Nella primavera del 1971, Hillary
incontrò un giovane studente di nome Bill Clinton: “Era alto e bello, sotto la barba rossa e la
criniera ricciuta, e sprizzava vitalità da tutti i pori"14. Come dichiarò in un’intervista nel ’92 la
stessa Hillary: l’incontro con il suo futuro marito fu il momento più “estatico” dei suoi primi
vent’anni15. Insieme lavorarono alla campagna in favore del Democratico McGovern contro Nixon
e, dopo che Hillary terminò gli studi a Yale, volarono in Europa. Furono numerose le proposte di
matrimonio che la Rodham declinò anche se, in compenso, aveva scelto di frequentare un anno
extra presso la facoltà per non allontanarsi da Bill. Il Children’s Defense Fund fu una delle
11
Trad. Al di là dei migliori interessi del bambino
12
Al Sollnit, direttore amministrativo del Centro studi sull’infanzia di Yale
13
Trad. I bambini secondo la legge
14
Hillary Rodham Clinton, op. cit., p. 66
15
Carl Bernstein, op. cit., p. 76
10