II
in un paesaggio mediterraneo e una quantità innumerevole di racconti storici, impressioni
di viaggio ed abbozzi che apparvero nelle riviste.
Un nodo centrale del pensiero couperusiano é il concetto di destino, che lo scrittore
rappresentò sotto diverse sfaccettature, cercando rifugio dall’angoscia in un estetismo
decadente. La crisi del singolo si rispecchia nel contrasto tra i paesi del nord, freddi e
inospitali, e quelli mediterranei, caldi e decadenti. Sfondo di molte vicende è offerto da un
lato, dalla città dell'Aia, con i personaggi dell'alta borghesia, dall'altro, dal mondo antico,
con i suoi ultimi barlumi di splendore. Un linguaggio molto accurato, a volte eccedente nel
preziosismo, è il tratto predominante del suo stile.
Het zwevende schaakbord è stato definito da Couperus “una sorte di continuazione
scherzosa del romanzo medioneerlandese di Penninc e Pieter Vostaert”, ovvero del Roman
van Walewein.
La ripresa di opere medievali rientra in una moda letteraria che vide impegnati, a
cavallo tra Ottocento e Novecento, una élite di scrittori neerlandesi che raccolsero stimoli e
proposte che giungevano dall’estero, come spesso succede nella storia della letteratura
neerlandese.
Questa curiosità per il Medioevo poteva prendere i tratti di una fuga in un estetismo
antico, come nei romanzi di Van Schendel e Prins, o quelli della ricerca di un mondo
ideale, come negli scritti politici ispirati al socialismo mistico. In ogni caso era sintomo di
un’insoddisfazione e di un periodo di crisi e cambiamento che trovava espressione in un
misticismo laico.
Couperus decise di riprendere un romanzo del ciclo arturiano, che era stato oggetto
dei suoi studi giovanili, facendone il canovaccio per una nuova creazione, tuttavia il
Walewein non fu la sola fonte a cui attinse personaggi e motivi narrativi. Studi di
medievistica hanno individuato la presenza di altre opere medievali, ma hanno anche
III
ravvisato la mancanza di un approccio filologico e sottolineato un uso ridotto delle fonti
originali e una probabile consultazione di letteratura secondaria.
L’elaborazione della lingua di Het zwevende schaakbord, cerca di coniugare la
volontà di ricreare un’atmosfera con quella di essere comprensibile ai lettori, evitando
qualsiasi ricreazione verosimile, godibile solo da pochi eruditi. Queste ipotesi vanno a
corroborare l’immagine di un Couperus esteta, che gioca con parole e immagini, libero dai
gioghi della coerenza storica.
Lo scrittore, in questo modo, segue lo stesso spirito di quei poeti cortesi dalle cui
opere ha attinto. L’intento del libro dichiarato da Couperus, infatti, è quello di offrire una
littérature d’agrément, come furono i romanzi cortesi per i cavalieri di ritorno dalle
crociate; ed in effetti, l’opera si presenta come una parodia di un mondo passato che rivela
la sua ingenuità di fronte alle novità introdotte dalla scienza moderna.
La parodia, però, è un genere letterario dalle molteplici sfumature. In questo caso
siamo di fronte ad una tipologia ambigua, perché se da una parte oggetto esplicito della
derisione è il romanzo cavalleresco rappresentato dai vari testi citati o oggetto di allusione,
l’oggetto della critica si rivela essere il mondo contemporaneo.
Questa parodia non trova, dunque, un corrispettivo in una apologia del mondo
moderno, perché le moderne invenzioni create da Merlino, pur realizzando quei miracoli
che una volta erano solo frutto dell’immaginazione, non riescono a ricreare la stessa magia,
a riportare la corte alla vita felice di un tempo. L’opera si presenta come un addio ad un
mondo che è scomparso, la cui uscita di scena è stata accompagnata dai fragori di una
guerra mondiale.
In quest’opera, pur non in primo piano tra le creazioni couperusiane, lo scrittore è
riuscito in un’impresa originale, affrontando, con uno stile leggero e quasi ludico, uno stato
d’animo di confusione e crisi che coinvolgeva lui e i suoi contemporanei.
IV
Presentando un umorismo che “non è altro che mescolare qualche lacrima versata
con qualche sorriso sbocciato e, soprattutto, non far né singhiozzare né far grandi risate…”,
Couperus ha seguito da un lato i principi di sobrietà e gusto che la sua natura di esteta gli
imponeva, dall’altro si è fatto ispirare da quella scintilla, de fonk, che fin da piccolo gli
regalava una vena spensierata con cui affrontare l’incombente fatalità.
1
I. LOUIS COUPERUS (1863-1923)
La vita
Louis Marie Anne Couperus nacque all’Aia, al numero 11 di Mauritskade, il 10 giugno del
1863. Era il minore degli undici figli di John Ricus Couperus, consigliere in pensione delle
due Corti supreme delle Indie Olandesi, e della nobildonna Catharina Geertruida Reynst.
John Ricus Couperus aveva sempre creduto che la stirpe frisona dei Couperus
avesse antiche origini scozzesi. Dopo il pensionamento intraprese delle ricerche che
dimostrarono che il predicatore di Edimburgo John Couper non era il capostipite della loro
famiglia, come fino ad allora avevano creduto, e che, quindi, non discendeva nemmeno da
quel Robert Cowper, martire del Sussex, che durante il regno di Maria la Sanguinaria pagò
con il rogo la sua fede. Lo stemma di famiglia, una colomba in volo verso il sole che tiene
con il becco un ramo di ulivo, veniva interpretato come l’anima di Cowper, liberato dalle
miserie terrene e assurto allo splendore celeste
1
.
In realtà le cose stavano diversamente. Il capostipite dei Couperus era un bottaio
della Frisia, un cuiper, da cui il cognome. Nella generazione successiva fu aggiunta la
dignitosa desinenza –us. Lo stemma di famiglia apparve per la prima volta su un piatto
d’argento del 1728 di una chiesa protestante, la Nederduitse Gereformeerde Gemeente di
Warga (a sud di Leeuwarden). La colomba con il ramoscello d’ulivo è con tutta probabilità
di derivazione biblica: pace e salute dell’anima nella fede
2
. Abraham Couperus, primo tra
gli antenati a trasferirsi nelle colonie, nel 1772 entrò in servizio presso la Compagnia delle
Indie Orientali.
1
F. Bastet, Een biografie, Amsterdam, Querido, 2001, pp. 32.
2
Ivi, p. 33.
2
I suoi discendenti ricevettero cariche importanti in campo militare ed
amministrativo, come accadde anche al padre di Louis.
Anche da parte materna Couperus poteva vantare un passato indonesiano, poiché la
madre era figlia di Joan Cornelis Reynst, che coprì la carica di vicepresidente del Consiglio
delle Indie e di sostituto governatore generale.
Ik was een stil, eenzelvig kind, en het verbaast mij nu, dat ik zoo was. Ik was de jongste
van een groot huisgezin, rumoerig en druk óver mij, en ikzelve was stil en eenzelvig, maar niet
treurig dan hoogst zelden, omdat er meestal een glimlach zacht in mij was als een vonk, die
gestadig glimpte. Ik was een week, zacht kind; mijn zusters waren al dames – ten minste, ik zag ze
zoo; mijn broêrs waren groote jongens – ten minste, ik vond ze héel groot, en ikzelve, heel beneden
onder hen, kon niet anders dan week en zacht zijn, hoewel ik niet was onderdrukt. Mijn vader bleef
steeds wat ver van mij, maar mijn moeder was heel lief: ik was bij haar als een kuiken onder de
vlerken der kloek, ik was veilig en warm bij haar, en ik had haar lief, omdat ik zeker was, dat zij
mij altijd voor alles beschermen zoû.
3
Così descriveva Couperus la sua infanzia. Era un bambino molto religioso, ed
anche se i suoi genitori non frequentavano la chiesa, gli diedero una Bibbia per bambini e
più tardi frequentò anche il catechismo francese. Crebbe in un ambiente sicuro, protetto e
affettuoso, quasi esclusivamente circondato da donne, mentre il rapporto con la figura
paterna fu sempre caratterizzato da incomprensioni: Couperus non fu mai all’altezza delle
aspettative del padre, che lo vedeva come futuro funzionario, seguendo la tradizione di
famiglia; questo problema segnerà negli anni anche la sua produzione letteraria.
Possedeva una vivace fantasia che lo rendeva vittima di terribili paure, per cose che
esistevano solo nella sua immaginazione.
3
L. Couperus, Toen ik een kleine jongen was… [Quando ero bambino...], in De zwaluwen neêr
gestreken [Le rondini posate], in Bundel herhalen en feuilletons, 1911, in Volledige werken [da ora VW] 31,
Amsterdam/Antwerpen, Uitgeverij L.J.Veen, 1987-1996, pp. 43-44. – Ero un bambino dal carattere
tranquillo e chiuso, ed ora mi meraviglio che lo fossi. Ero il più giovane di una numerosa famiglia, rumorosa
ed affettuosa con me, ed io ero un bambino silenzioso e riservato, ma non triste, se non a volte, perché quasi
sempre avevo un sorriso dolce, come una scintilla, che brillava costantemente. Ero un bambino fragile e
delicato; le mie sorelle erano già donne – almeno, io le vedevo così; i miei fratelli erano dei ragazzi grandi –
io, almeno, li vedevo tali, ed io, tanto più giovane di loro, non potevo che essere fragile e delicato, benché
non oppresso. Mio padre mantenne sempre una certa distanza da me, mentre mia madre era molto affettuosa:
ero con lei come un pulcino sotto le ali della chioccia, ero al sicuro e al caldo, e le volevo bene, poiché ero
certo che mi avrebbe protetto da ogni pericolo. – Traduzione di Giorgio Faggin, Quand’ero bambino..., in
“Tratti” n. 40, 1995, p. 49.
3
Nonostante ciò, il suo rapportarsi al mondo esterno era caratterizzato da un innato
ottimismo, un tratto importante del suo carattere che più tardi chiamò de Vonk, la scintilla.
L'8 novembre del 1872 i Couperus ritornarono a Batavia, che avevano lasciato nel
1860 per le condizioni di salute della madre, poiché il padre riteneva più vantaggioso
badare agli interessi delle sue piantagioni direttamente sul luogo invece che dalla lontana
Olanda.
Gli anni trascorsi nelle Indie furono di grande importanza per la crescita di
Couperus. Oltre a conoscere qui colei che sarebbe diventata sua moglie, la cugina
Elisabeth Baud, Louis fu così affascinato dalla natura esotica che lo circondava da trovarsi
a descriverla anni dopo nei suoi scritti. Per questo motivo il ritorno all’Aia dopo sei anni,
fu fonte di grande delusione. Il clima e la natura olandese erano prive di fascino, ed il
dispiacere era aggravato dal tenore di vita, non più così alto come a Batavia. Il più grande
disagio era dato dalla scuola: Couperus trovava che gli altri ragazzi emanassero uno strano
odore e sentiva la mancanza del carattere passionale che dominava i giovani nelle colonie.
Con gran dispiacere del padre, Louis fu bocciato all’esame di ammissione alla terza
classe della Scuola Superiore Bleijenburg. Dopo una nuova bocciatura nell’anno seguente,
Louis studiò sotto la guida dei professori Jan ten Brink e A.W. Stellwagen ed ottenne il
diploma superiore in lingua neerlandese nel 1886. Da questo momento Louis si dedicò
esclusivamente alla letteratura.
Dopo il matrimonio con la cugina Elisabeth Baud nel 1891, i coniugi intrapresero
una serie di viaggi che continuò, eccetto alcune interruzioni, per tutta la vita. Nel 1892 si
recarono a Brussel, mentre l’anno successivo fecero la prima delle numerose visite in
Italia. Poi fu la volta di Parigi e Londra. Del 1899 fu il viaggio nelle Indie Olandesi, un
sentimental journey che toccò i luoghi che Louis aveva ben conosciuto anni prima.
4
Al ritorno giunsero a Nizza, da dove intrapresero viaggi nuovamente in Italia, in
Spagna ed a Monaco di Baviera. Dietro a questo continuo girovagare si potrebbe vedere,
con una motivazione molto elegante, un tentativo di fuga dal mondo e da se stessi; in
realtà, molto probabilmente, quello che spingeva Couperus a questo stile di vita erano
questioni molto pratiche: vivere sempre in viaggio lo esimeva da quegli obblighi di società
a cui avrebbe dovuto sottomettersi se avesse avuto una dimora stabile
4
.
Nel 1903 fondò, con Cyriel Buysse e Willem Gerard van Nouhuys, la rivista “Groot
Nederland” (Grande Neerlandia), di cui fu redattore, anche se non scrisse mai di critica
letteraria.
Er lagen op mijn schrijftafel verschillende pennen: er lag een lyrische, een epische, en een
historische pen: er lag een allegorische, een symbolische, een idealistische en een naturalistische
pen, een realistische en een impressionistische: ik geloof, dat er nog vier, vijf ander pennen lagen.
[...] Want, herhaal ik je, vermoeit het schrijven nooit: mij is het schrijven natuur, als een vogel
vliegen en een vis zwemmen.
5
Benché si atteggiasse volentieri a dandy pigro e svogliato, Louis era uno scrittore
particolarmente produttivo. Le sue opere in prosa si possono dividere in quattro gruppi: i
romanzi psicologici contemporanei, le novelle simbolistiche ed i romanzi mitologici, i
romanzi storici con un’ambientazione decadente, e una quantità innumerevole di racconti
storici, impressioni di viaggio ed abbozzi che apparvero come feuilleton nel “Groot
Nederland”, in “Het Vaderland” (dal 1909) e in “De Haagsche Post” (dal 1916).
Nel 1915, a causa del sopravvenire degli eventi bellici, sospese il girovagare per
l’Europa e tornò all’Aia, ma nel 1920 riprese il suo nomadismo con un viaggio ad Algeri.
4
F. de Schutter, Het verhaal van de Nederlandse literatuur 2, Kapellen, Pelckmans, Amsterdam,
Wereldbibliotheek, 1992, p. 291.
5
L. Couperus, Een interview [Un’intervista], in Korte arabesken [Brevi arabeschi], in Bundel
feuilletons, 1911, in VW 28, p. 184. – Sulla mia scrivania ci sono diverse penne: c’è una penna lirica, una
epica, e una storica; c’è una penna allegorica, una simbolica, una idealista e una naturalista, una realista e una
impressionista: credo che ce ne siano altre quattro, cinque. […] Perché, ti ripeto, scrivere non mi stanca mai:
scrivere per me è naturale, come volare per un uccello e nuotare per un pesce.
5
Nel 1921, come corrispondente speciale di “De Haagsche Post”, fu in Estremo
Oriente, dove visitò Sumatra, Giava e Bali. L’anno successivo si trovava in Giappone,
dove si ammalò seriamente.
Nel 1923 si ritirò in Olanda, a Den Steeg, nel comune di Rheden, in una casa
offertagli da amici e ammiratori. Il 4 giugno fu nominato cavaliere dell’Ordine del Leone
Neerlandese. Il 16 luglio dello stesso anno morì per una infiammazione ai polmoni e una
intossicazione del sangue. Il suo corpo fu cremato e portato nel cimitero Oud Eik en
Duinen all’Aia.
6
Lo scrittore
Le prime opere di Couperus sono due raccolte di versi: Een lent van vaerzen (Una
primavera di versi) (1884) ed il successivo Orchideën (Orchidee) (1886), scritte sotto
l’influenza del movimento degli Ottantisti
6
, verso cui Couperus nutriva una cieca
adorazione
7
.
La stroncatura di Willem Kloos per la prima raccolta fu rifiutata da “De
Nederlandsche Spectator", ma la terribile critica, sempre di Kloos, sulla seconda raccolta
apparve nel 1887 in “De Nieuwe Gids”.
Couperus cominciò allora a scrivere un romanzo che nelle intenzioni avrebbe
6
Gli Ottantisti erano giovani scrittori olandesi che fecero la loro apparizione attorno al 1880 con
opere di poesia, prosa e critica. Si ribellavano ai princìpi letterari dei loro predecessori, in particolare i
Realisti del XIX secolo, portando invece alle estreme conseguenze l’individualismo del movimento
romantico. Jacques Perk, ritenuto un precursore del movimento, scrisse la raccolta di sonetti Mathilde
(Matilda), pubblicata da Carel Vosmaer e Willem Kloos nel 1882. Quest’ultimo ne fece l’introduzione che
venne considerata dagli Ottantisti il loro manifesto poetico. I rappresentanti di spicco di questa corrente
furono, oltre il già citato Kloos, Albert Verwey, Frederik van Eeden, W.A. Paap, F. van der Goes, Lodewijk
van Deyssel, Herman Gorter e Hélène Swarth. Inizialmente pubblicavano le loro opere in “De Nederlandsche
Spectator” ed in “De Amsterdammer”, ma nel 1885 fondarono una rivista, “De Nieuwe Gids”, che fino al
1894, in ambito letterario, poté dirsi la rivista del movimento. Questa corrente si sviluppò ad Amsterdam ed
ebbe come primo punto d’incontro la società Flanor in Kalverstraat. In questa città, grazie alla rinascita di
una fiorente economia, stava prendendo piede una cultura di stampo progressista, a fianco della quale si
assisteva allo sviluppo del movimento espressionista. Dagli scritti degli Ottantisti è possibile desumere i
punti principali del loro programma poetico:
1. l’arte è passione
2. la poetica è fondata soprattutto sulla bellezza, è un movimento estetico che rifiuta funzioni
moralistiche o pragmatiche, seguendo il principio dell’art pour l’art
3. è un movimento individualista, l’arte deve essere, come scrive Kloos, “l’espressione più
personale dell’emozione più personale” (“allerindividueelste expressie van de allerindividueelste
emotie”)
4. forma e contenuto formano un tutt’uno, cioè la forma serve ad esprimere il significato ed il
tono dello scritto
5. le percezioni sensoriali hanno un’importanza primaria, sull’esempio degli Impressionisti in
pittura; ne consegue che colori, odori, suoni e movimento, nonché l’unirsi di questi elementi in
sinestesie, giochino un ruolo di primo piano.
I più importanti scrittori stranieri da cui presero esempio furono Shelley, Keats, Wordsworth, Hunt,
Swinburne, Rossetti e Von Platen per la poesia, mentre per la prosa presero in considerazione soprattutto i
Naturalisti francesi come Zola ed i fratelli Goncourt. Questa corrente esercitò una notevole influenza su
quella fiamminga di “Van Nu en Straks”, ma entrambi i movimenti ebbero vita breve poiché, una volta
accettato il nuovo tipo di poesia, molti sentirono la necessità di seguire nuove strade. Si veda E. Oliveira, D',
‘80 en '90 aan het woord: gesprekken met Lodewijk van Deyssel, Willem Kloos, Albert Verwey, Frederik van
Eeden, Marcellus Emants, Karel van de Woestijne, Cyriel Buysse, Is. Querido, Amsterdam, Polak & Van
Gennep, 1966.
7
Per un approfondimento del rapporto tra Couperus e gli Ottantisti si veda Menno ter Braak,
Tachtiger meer dan Tachtiger, in F. Bordewijk (a cura di), Over Louis Couperus, Antwerpen, De sikkel,
1952, pp. 17-26.
7
dovuto essere una storia senza troppe pretese, il cui soggetto era il suo ambiente, vale a
dire l’alta borghesia e l’aristocrazia dell’Aia
8
.
Nel 1888, dal 17 giugno al 4 dicembre, apparve così come feuilleton in “Het
Vaderland”, il romanzo Eline Vere, che fu subito accolto con grande successo e applaudito
come il primo romanzo psicologico di grande formato nei Paesi Bassi, e che è rimasta
l’opera di Couperus più conosciuta.
Assieme ai contemporanei Een liefde
9
di Lodewijk van Deyssel e Juffrouw Lina
10
di Marcellus Emants, questo scritto proclamò l’arrivo del romanzo naturalistico in Olanda,
e come tale presentava alcuni tratti specifici
11
. In questo tipo di romanzo il narratore è a
mala pena visibile, l’istanza narrativa non dà giudizi che potrebbero influenzare la simpatia
del lettore verso i personaggi, bensì ne riporta i pensieri il più esattamente possibile in terza
persona (il cosiddetto Erlebte Rede); inoltre, un ruolo importante per l’aspetto tematico
viene attribuito ai fattori ereditari
12
.
Il debutto in prosa di Couperus descrive gli ultimi anni della vita di una giovane
donna, fin troppo sensibile e romantica. Eline, che si sente posseduta da un senso di
passività e da una mancanza di ambizione che la portano al suicidio, rappresenta il
prototipo dei personaggi di Couperus che vivono condannati da un fato oscuro (noodlot).
Questo fato è presentato qui come un carattere ereditario che influisce sul modo di pensare,
e che porta inevitabilmente ad una caduta. Il declino della vita è descritto in maniera così
convincente che per il lettore è difficile credere ai tentativi di miglioramento che vengono
8
G.P.M. Knuvelder, Handboek tot de geschiedenis der nederlandse letterkunde, ‘s-Hertogenbosch,
Malmberg, 1979, IV deel, p. 214.
9
Amsterdam, Brinkman, 1888.
10
‘s-Gravenhage, Kremer, 1888.
11
Per un approfondimento si veda T. Anbeek, De naturalistische roman in Nederland, Amsterdam,
De Arbeiderspers/Wetenschappelijke Uitgeverij, 1982; idem, Kenmerken van de nederlandse naturalistische
roman, in “De nieuwe taalgids” 72, 1979, pp. 520-534.
12
T. Anbeek, Gechiedenis van de Nederlandse literatuur tussen 1885 en 1985, Amsterdam,
Arbeiderspers, 1990, pp. 47-49.
8
presentati negli ultimi capitoli. Eline eredita quel senso di inerzia e di inutilità dal padre, e
gli stessi sintomi si vedono anche nel cugino Vincent, pure lui incapace di dare un senso
alla sua vita. L’impostazione ed i temi rendono l’opera ancora vicina al Naturalismo
francese, e sicuramente naturalistica è la base di partenza; tuttavia Couperus riuscì a
portare avanti degli sviluppi originali, lontani da quelli che normalmente si associano al
Naturalismo e al Realismo
13
.
Lasciandosi alle spalle gli influssi naturalistici, lo scrittore seguì l’idea di un
fatalismo metafisico, che trovò la sua miglior espressione in un romanzo intitolato Noodlot
(Fatalità) (1890)
14
. In questo cupo racconto ritornano in primo piano i cosiddetti “deboli”
15
,
in un triangolo amoroso tra due uomini ed una donna che il fato porterà all'annichilimento,
identificato nelle debolezze ricevute come eredità dagli antenati
16
. Couperus fa sì che il
destino giochi a scacchi con gli uomini sfortunati, secondo le tristi leggi ma irrevocabili
della vita che danno l’illusione della possibilità di scelta e poi puniscono per la superbia
umana di decidere della propria esistenza
17
, e nel fare questo trova nuovamente uno
strumento ideale nell’Erlebte Rede
18
. Questo scritto fu fermamente rifiutato dall’ambiente
borghese perché in conflitto con l’insegnamento cristiano della pietà e della redenzione
19
.
Il romanzo successivo, Extaze (Estasi), uscì nel 1892, presentandosi come “un libro
sulla felicità”, ma l’aspettativa fu presto delusa. La relazione platonica tra i protagonisti
assume un carattere quasi isterico per la loro incapacità di esprimere i reciproci sentimenti.
Il romanzo descrive l’avvicinamento di un uomo reputato pericoloso ad una giovane
vedova. L’uomo però è soggetto ad uno sdoppiamento: è bestia e spirito allo stesso tempo.
13
Anbeek, Geschiedenis, op.cit., pp. 49-50.
14
Per ulteriori osservazioni si veda J. Bel, Louis Couperus. The Dutch Oscar Wilde, on Beauty and
Beasts, in P. Liebregts, W. Tigges (a cura di), Beauty and the Beast, Christina Rossetti, Walter Pater, R.L.
Stevenson and their contemporaries, Amsterdam/Atlanta, Rodopi, 1996, pp. 261-267.
15
T. Anbeek, De schrijver tussen de coulissen, Amsterdam, Athenaeum-Polak & Van Gennep, 1978,
p. 98.
16
Ivi, pp. 114-5.
17
L. Couperus, Metarmofoze, in VW 13, p. 88.
18
Anbeek, De schrijver, op. cit., pp. 119-23.
19
M. Galle, Couperus in de kritiek, Amsterdam, Polak & Van Gennep, 1963, p. 29.
9
Quando la donna esprime il desiderio di essere la sua “schiava” e non la sua Madonna, lui
rompe la relazione, perché cercava in lei soprattutto un’”anima fraterna”. L’avvicinamento
delle due anime viene descritto come un evento di un valore straordinario, tanto che i
protagonisti, anche dopo la rottura, mantengono la convinzione di aver conosciuto la
felicità. Con questo libro Couperus riuscì a prendere le distanze dalla cupa visione
deterministica che dominava i suoi primi romanzi
20
e nei romanzi successivi il protagonista
giunge a una conclusione: una terza via è possibile. L’individuo non deve pensare di
riuscire a dominare la sua esistenza, perché la superbia viene sconfitta da quella forza
ignota che gioca a scacchi con noi, tuttavia non deve nemmeno soccombere ciecamente ad
essa perché anche la passività viene punita
21
.
Noodlot ed Extaze presentano un livello letterario certamente inferiore a quello di
Eline Vere, osservazione che vale anche per i romanzi alla moda come Majesteit (Maestà)
(1893), Wereldvrede (Pace universale) (1895), che ne è la continuazione, e Hooge troeven
(Carte alte) (1896), scritti in quell’atmosfera carica di utopiche aspettative che portarono
alla conferenza di pace dell’Aia nel 1899
22
.
Majesteit può essere visto come un esperimento speculativo: come può sentirsi un
giovane erede al trono, che sa di avere un carattere eccessivamente nevrotico, di fronte
all’inevitabile pressione del futuro impegno? Il romanzo è ambientato in un immaginario
principato, anche se i fatti sono facilmente riferibili all’attualità
23
.
20
Anbeek, Geschiedenis, op. cit., p. 63; per un approfondimento si veda J. Fontijn, Leven in extase,
Amsterdam, Querido, 1983, pp. 143-147; F. Bastet, Een zuil in de mist, Amsterdam, Querido, 1980, pp. 50-
66.
21
Anbeek, Geschiedenis, op. cit., pp. 64-65.
22
Conferenza dell’Aia: conferenza per il disarmo riunitasi dal 18 maggio al 29 luglio 1899 per
iniziativa dello zar di Russia Nicola II; vi presero parte 24 nazioni, tra cui l’Italia e gli Stati Uniti d’America.
La conferenza si era posta l’obiettivo di scongiurare per via diplomatica il pericolo incombente di un
conflitto internazionale ma si concluse senza risultati apprezzabili, limitandosi a fissare alcuni principi
riguardanti il divieto di impiegare in caso di guerra armi e metodi disumani. Vennero tuttavia istituiti una
Corte permanente di arbitrato ed un Ufficio internazionale.
23
Anbeek, Geschiedenis, op. cit., p. 63.
10
In Hooge troeven, il protagonista, Wladimir, vive l’ambizione dinastica come
oggetto di una passione di bassa natura; tuttavia la rappresentazione manca di profondità
psicologica ed il problema viene affrontato in maniera retorica.
Denominati all’epoca koningsromans, romanzi reali, queste opere ebbero un
enorme successo e furono tra le più tradotte
24
. I critici, tuttavia, in primo luogo Lodewijk
van Deyssel, vi videro solo delle opere abborracciate, e sembrarono non porre alcuna
attenzione alla forza di un nuovo elemento: la descrizione epica di masse. Questa qualità
andò persa in Metamorfoze (Metamorfosi) (1897), che è un intimo racconto spirituale, e fu
completamente dimenticata con Psyche (Psiche) (1898) e Fidessa (Fidessa) (1899), favole
dallo stile elaborato e dal linguaggio sentimentale, virtuoso e fantastico.
Metamorfoze rappresentò tuttavia una novità per la sua natura quasi autobiografica.
Couperus avvisa i lettori che non si tratta di una vera biografia, bensì della storia di un
sosia dell’autore, e per questo l’opera la si può definire unica: grazie all’escamotage della
finzione, l’autore commenta il proprio sviluppo letterario e l’opera che ne è nata.
Quest’esempio di intertestualità ricorda la libertà che fiorirà decenni dopo con il
movimento postmoderno. Indubbiamente è un sintomo del fatto che lo scrittore stava
cercando nuovi soggetti e nuove forme letterarie. In questo periodo, infatti, Couperus era
chiaramente alla ricerca di una via d’uscita dall’impasse a cui lo aveva condotto il
fatalismo, così come cercava nuove forme narrative: romanzi ambientati in un regno
immaginario, una storia che maschera l’autobiografia dello scrittore, ed infine, un genere
fedele alla tradizione ma lontano dal realismo, la fiaba. Scrisse così le novelle Psyche e
Fidessa, a cui fu attribuito dai contemporanei l’attributo mystiek
25
.
Psyche, favola fortemente influenzata dall’opera di Maeterlinck, abbandona le
24
In Italia Majesteit fu tradotto da Anna Franchi (Maestà; Milano, Treves, 1900; 1902²); Wereldvrede
da Dina Castellazzi di Sordevolo con una prefazione di Giovanni Verga (Pace universale; Milano, Treves,
1902; 1903²).
25
J. Bel, De mystiek in de Nederlandse letterkunde rond de eeuwwisseling, in "Forum der letteren"
27, 1986, p. 88; Anbeek, Geschiedenis, op. cit., p. 64.
11
artificiose descrizioni dei personaggi dei romanzi reali
26
. Il racconto allegorico della
passione tra Psiche ed Amore, al quale Apuleio fornisce il soggetto già ripreso da molti
autori, si carica con Couperus di simbologia volendo rappresentare le presunte capacità
illusorie dell’animo. Rimane tuttavia leggero nel ritmo narrativo, e mostra un tono più
lirico rispetto alle opere precedenti. Fidessa riutilizza il metodo ed il motivo ma per
dimostrare come la personificazione dell’amore nobile risulti più forte di tutte le forze.
Il viaggio nelle Indie del 1899 e la dimora stabile all’estero determinarono un
cambiamento nel modello letterario. Couperus rivolse più l’attenzione all’esterno, grazie
ad una vita più interessante ed uno spirito più intraprendente che lo liberarono di alcuni
pesi psicologici.
In questo periodo si accende la grande passione per l’arte e la cultura italiana, e
proprio in Italia Couperus ambientò Langs lijnen van geleidelijkheid (Lungo linee di
gradualità) (1900), il primo romanzo realistico dopo dieci anni. I protagonisti di questo
romanzo sono proprio quei turisti che lo scrittore aveva conosciuto in occasione dei suoi
viaggi nella penisola: personaggi di cui si poteva mettere in dubbio il vantato interesse per
l’arte e la storia, ma non le relazioni dal carattere melodrammatico che intrattenevano con
nobili italiani. Altra opera ambientata in Italia fu Aan den weg der vreugde (Sulla via della
felicità) (1908), un breve scritto che narra vicende sentimentali sullo sfondo di Bagni di
Lucca, con stretti legami con i romanzi precedenti.
Di maggior importanza fu sicuramente De stille kracht (La forza occulta) (1900)
27
.
26
W.J.M.A. Asselbergs, Het tijdperk der vernieuwing van de Noordnederlandse letterkunde, in
Geschiedenis van der letterkunde der Nederlanden dl. 9, Antwerpen-Brussel, Standaard Boekhandel, 's-
Hertogenbosch, L.C.G. Malmberg, 1939-1983, p. 168.
27
Per una considerazione sulla ricezione del romanzo in patria si veda J. Bel, Losbandigheid,
geldzucht en goena-goena. De receptie van indische roamns in Nederland aan het eind van de vorige eeuw,
in R. Baay, P. van Zonneveld, Indisch-Nederlandse literatuur, Utrecht, HES, c1988, pp. 129-147.