secondaria con lo scopo di controbilanciare un rischio conosciuto di una posizione
primaria, ecco allora, che temendo per esempio un ribasso dei prezzi dei titoli
acquistati, grazie alla tecnica di copertura questo andamento negativo viene
neutralizzato proteggendo la performance del portafoglio.
Gli Hedge fund che conosciamo ora non sono più solamente come quelli
sviluppati negli anni successivi al ‘66, infatti, le strategie di investimento che i
fondi attuali possono assumere sono molto eterogenee e possono riguardare non
solo il mercato azionario ma anche il mercato dei cambi, delle obbligazioni, delle
commodities (con lo scopo di sfruttare eventuali crisi valutarie, crisi economiche
precedentemente previste, e cosi vai), possono anche concentrarsi su specifici
processi ristrutturativi di imprese in crisi, ma soprattutto le strategie di
investimento ricorrono ai mercati dei derivati.
2. STORIA DEGLI HEDGE FUNDS:
L’Hedge Fund è nato da un idea di Alfred Jones, il quale aveva come
obiettivo quello di creare un fondo il cui rendimento fosse indipendente
dall’andamento del mercato. Il fondo creato da Jones rimase l’unico fino al 1966,
quando un articolo di Fortune rese pubblici i suoi strepitosi rendimenti.
“ IL JONES DI CUI NESSUNO STA AL PASSO:
Ci sono motivi per credere che attualmente il migliore gestore di fondi
professionista sia Alfred Jones, un uomo riservato e raramente fotografato. Sono
pochi gli uomini d’affari che ne hanno sentito parlare, anche se chi ha una buona
memoria ricorderà i suoi articoli pubblicati su Fortune; faceva parte della
redazione all’inizio degli anni quaranta. Ad ogni modo, il successo da lui
raggiunto sul mercato azionario negli ultimi anni ne ha fatto una leggenda di Wall
Street, rendendo miliardari i suoi investitori. Sugli investimenti che gli sono stati
affidati nel quinquennio chiuso lo scorso 31 maggio (data di chiusura
dell’esercizio 1965), Jones ha realizzato il 325%. Il Fidelity Trend Fund, che in
quegli anni aveva detenuto il record di tutti i fondi comuni, aveva realizzato solo
il 225%. Nel decennio fino a maggio, Jones ha realizzato il 675%, il Dreyfuss
Fund, leader tra i fondi comuni attivi nel decennio, ha registrato un guadagno del
358%.
Il veicolo attraverso il quale Jones opera non è un fondo comune, ma una
partnership a responsabilità limitata. Jones la gestisce sfruttando questa strategia
d’investimento: il capitale del fondo è sia a “leva” sia “coperto”. La leva
finanziaria deriva dal fatto che gli acquisti sono effettuati usando il minimo di
cassa consentito, mentre la copertura è assicurata dall’assunzione di posizioni a
termine, sempre presenti nel portafoglio del fondo.
L’impresa di Jones ha dato vita ad altri Hedge funds.
Carol J. Loomis
Fortune
Come l’articolo evidenzia, le performance del fondo ideato da Jones erano molto
superiori a quelle dei fondi comuni dell’epoca, infatti il Fidelity Trend che era il
migliore dei fondi comuni ottenne una performance del 44% inferiore a quella del
fondo di Jones. I risultati pubblicati stupirono gli operatori di mercato tanto che
molti gestori di fondi seguirono l’esempio di Jones costituendo a loro volta nuovi
Hedge Fund, così il periodo che va dal ’66 al ’69 viene ricordato come un
momento di forte crescita dell’Hedge Fund Industry. Nel decennio successivo a
causa delle crisi economiche che colpirono i mercati finanziari, molti gestori
inesperti fallirono i loro obiettivi conseguendo performance negative. Tali
fallimenti riportarono l’Hedge Fund Industry nell’anonimato fino agli inizi del
1990 momento in cui ancora una volta gli elevati rendimenti da essi offerti li
riportarono in auge
4
.
E’ comunque difficile tracciare un esatta evoluzione, in termini quantitativi
dell’Hedge Fund Industry perché, i data-bases in possesso delle società Vendors
sono incompleti a causa delle poche informazioni divulgate dai gestori (i gestori,
non sono tenuti a divulgare i dati relativi al loro fondo
5
). La causa
dell’incompletezza delle informazioni è da attribuirsi a tre fenomeni:
4
Attualmente, l’Hedge Fund Industry gestisce un capitale di circa 300 miliardi$ e un numero di
fondi stimati tra le 4000 e 5000 unità.
5
Questo perché, come vedremo, l’Hedge Fund non rientra nelle categorie di fondi di investimento
sottoposti ai regolamenti S.E.C.
1. Survivorship Bias: nei data-base possono comparire dati statistici relativi a
fondi che non esistono più, chiaramente questi dati conducono a stime non
reali sull’Hedge Fund Industry.
2. Backfill Bias: molti Hedge Fund iniziano la loro attività di trading sul
mercato, ma solo dopo che hanno ottenuto una serie di risultati positivi,
comunicano la loro presenza sui mercati alle società vendors, così chiaramente
i data-bases di queste società e i risultati statistici da essi ottenuti, risentono
molto del fatto che solo dopo un periodo di latenza e di risultati positivi il
fondo ne faccia parte.
3. Self-Selection Bias: le società Vendors decidono discrezionalmente quali
Hedge Fund possono essere inclusi nel loro data-base e questo incide sui
risultati delle ricerche concluse utilizzando tali data-base.
Attraverso il seguente grafico, si cerca di delineare il cammino evolutivo, prima
descritto, dell’Hedge Fund Industry:
Fig.1: Evoluzione storica dell’Hedge Fund Industry
Fonte: KPMG Peat Marwick,1998
Oltre che il numero dei fondi, è importante sottolineare anche la crescita
dell’Asset gestito dagli Hedge Fund, che fino al 1990 non ha mai superato i 40
Billion $, e solo dal 1990 in poi ha registrato una crescita molto elevata:
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1998
anni
f
o
n
d
i
Fig.2 : Crescita dell’asset gestito
Fonte :Hedge Fund Industry
Un ultimo aspetto importante nel contesto storico dell’Hedge Fund industry è
l’elevato tasso di mortalità che si registra, soprattutto nei fondi off-shore
6
. La
causa principale è la performance negativa ottenuta dal general manager gestore
del fondo; ai numerosi fondi scomparsi, ogni anno si aggiungono nuovi fondi e
questo evoluzione continua del settore rende difficoltoso avere data-base e
statistiche aggiornati.
3. STRUTTURA DEGLI HEDGE FUNDS
Gli Hedge fund statunitensi sono strutturati come fondi d’investimento
privati con personalità giuridica di limited partnership
7
(la limited partnership è
paragonabile alla società in accomandita semplice nel diritto italiano), mentre
sono S.p.A. nei centri off-shore, questo perché l’Hedge Fund nasce e si sviluppa
negli Stati Uniti, dove la normativa giuridica che regola il funzionamento dei
fondi di investimento è particolarmente rigida. IL limite massimo di investitori
accomandanti è di 499, di questi almeno il 65% devono essere accreditor
investor
8
, tali investitori detengono una quota del fondo della società e sono
chiamati a coprire le perdite solo per la quota di loro pertinenza.
6
Un centro off-shore è un luogo in cui sono presenti determinate condizioni giuridiche, ambientali
e strutturali e in grado di attrarre attività di carattere internazionale.
7
La Limited Partnership è una società di investimento privata limitata a un numero massimo di
100 investitori e questo le permette di gestire patrimoni altrui sul mercato.
8
La S.E.C. definisce Accreditor Investor l’investitore che nei prossimi due anni guadagnerà
almeno 200.000$ o l’investitore che possiede più di 1.000.000$ investiti in attività finanziarie.
0
100
200
300
400
Asset(bilion $)
1
9
9
0
1
9
9
1
1
9
9
2
1
9
9
3
1
9
9
4
1
9
9
5
1
9
9
6
1
9
9
7
Anni
Il general partner è colui che ha promosso l’Hedge fund e lo gestisce, con lo
scopo di sviluppare una strategia d’investimento redditizia, è anche colui che per
la legislazione Usa è illimitatamente responsabile delle obbligazioni sociali.
L'investitore per entrare nell’Hedge fund può decidere di acquistare una quota del
fondo, sapendo che il gestore ha l’obbligo di investirvi una forte somma
(quest’obbligo è un meccanismo di tutela e di garanzia nei confronti degli
investitori) e che l’investimento minimo per l’investitore stesso è di solito
compreso tra i $500.000 e $1.000.000, oppure potrebbe far confluire il proprio
patrimonio su un conto separatamente gestito incaricando il gestore di farlo
fruttare. Quando l’investitore vorrà disinvestire il proprio capitale dal fondo, gli
sarà liquidata la quota al prezzo corrente (che corrisponde in valore al prodotto fra
la percentuale posseduta ed il valore del fondo raggiunto in quel momento), con il
limite che egli può uscire solo in prefissate date (Exit dates) e dopo aver
raggiunto una permanenza minima nel fondo determinata dalla clausola lock-up.
La clausola lock-up, che impedisce di uscire prima di un determinato periodo
esiste perché molte strategie usate dai manager sono a lungo termine e perciò non
sono in grado di fornire una liquidità costante, inoltre le exit dates sono altri forti
limiti per gli investitori, infatti impediscono loro di uscire nel periodo a essi più
favorevole. La presenza delle exit dates si è resa necessaria per diverse ragioni:
• evitare il rischio di squilibri significativi nelle strategie di investimento,
causati dal disinvestimento di quote rilevanti di capitale, soprattutto per i fondi
con pochi investitori.
• evitare che entrino negli Hedge Fund investitori con un orizzonte temporale di
beve periodo, considerando che le strategie attuate dai fondi sono di lungo
periodo.
• Permettere al gestore di realizzare i propri obiettivi che sono di solito di lungo
periodo.
4. MECCANISMI DI REMUNERAZIONE DEL GESTORE
Le strategie di gestione del portafoglio dei grandi investitori li porta a investire
solo parte del loro capitale negli Hedge Fund, e ciò li rende più propensi a
strategie rischiose e più redditizie.
Esiste in realtà un vero e proprio conflitto di interesse fra gestore ed investitore, la
cui causa risiede nelle diverse responsabilità patrimoniali che questi hanno nel
fondo, così l'investitore, che ha responsabilità limitata vorrebbe massimizzare il
rendimento del fondo perché in caso d’esito negativo perderebbe il solo capitale
investito, di contro il gestore con responsabilità illimitata punta a sviluppare
strategie meno rischiose e perciò con rendimenti inferiori a quelli voluti dagli
investitori.
Questo conflitto viene mitigato dalla modalità di remunerazione del manager, la
cui remunerazione viene negoziata dai contraenti nel momento di stipulazione del
contratto che costituirà il fondo.
Il gestore ha diritto a una "management fee" commissione fissa calcolabile
intorno al 1-2% della massa gestita che gli permette di coprire i costi della sua
attività, oltre a ciò percepisce una "performance fee", commissione legata ai
rendimenti periodici conseguiti dal fondo.
L’Hedge Fund ha la peculiarità di premiare gli elevati rendimenti ottenuti in
valore assoluto attraverso la performance fee, che di norma ha un valore pari al
15-25% dell’incremento del rendimento.
Essa può essere applicata in tre diversi modi:
- basta che il rendimento del fondo sia positivo che scatta la performance fee
(performance misurata contro lo zero).
- solo se il rendimento del fondo è > del tasso risk-free scatta la performance
fee. Questa modalità detta Hurdle-rate impone al manager di conseguire un
rendimento che sia almeno superiore a quello richiesto dai titoli di stato che
sono per definizione a rischio zero.
- scatta la performance fee se il valore del fondo è maggiore dell’High Water
Mark Level cioè il valore più alto mai raggiunto dal fondo dal momento in cui
è stato costituito.
Nella generalità dei casi si applica la clausola High Water Mark che impedisce al
gestore di ottenere un profitto finchè egli non abbia recuperato le perdite
pregresse, chiaramente per la volontà di recuperarle velocemente, egli può
sviluppare strategie rischiose diventando più propenso al rischio rispetto ai suoi
investitori. Ciò non accade perché il meccanismo di remunerazione, abbinato con
la struttura di limited parntership permette di allineare il concetto di rischio che
investitori e manager gestore hanno.
Il meccanismo di funzionamento dell’High Water Mark è paragonabile a quello
dell’opzione Call e lo strike price è la High Water Mark clause, superato questo
valore scatta la performance fee, però se il fondo non lo supera il gestore non
subisce perdite perché è limitato nel down-side risk, cio significa che gli verrà
riconosciuta solo la management fee.
Si esaminerà ora il concetto di performance fee attraverso gli strumenti
matematici:
poniamo x = rendimento del fondo
f(x) = performance fee f(x) ε [ 0, x]
w(x) = ricchezza prodotta dal fondo al lordo della performance
fee.
G(f(x)) = funzione del gestore
9
I= [ w(x) – f(x)] funzione dell’investitore
Bisogna poi porre le seguenti condizioni:
1. f(x) < x (il valore della performance fee non può essere uguale al rendimento
totale che il fondo consegue, infatti è pari al 15%-25% del rendimento del
fondo)
2. δ G/δ x >0 (il gestore punta a ottenere un profitto positivo con la gestione
del fondo, profitto che dipende dal rendimento del fondo, cioè da “x”)
3. δ I/δ x >0 (anche l’investitore ha come obiettivo quello di ottenere un
profitto positivo dal fondo e come per il gestore questo dipende dal valore di
“x”)
9
G(f(x)) rappresenta gli obiettivi di guadagno che il gestore vuole raggiungere con il fondo.
Se x>0 e se x>H.W.M.level allora sarà G(f(x))>0, così si avrà il valore di G(f(x))
calcolato in funzione della differenza tra il valore di x e quello della clausola
H.W.M.
Se x>0 ma x<H.W.M. si avrà G(f(x))=0
Se x<0 si avrà G(f(x))=0
Così è chiaro che la performance fee sarà calcolata solo se il fondo potrà
migliorarsi costantemente in termini di rendimento (cioè di “x”), tale
miglioramento è richiesto per superare il vincolo imposto dalla clausola H.W.M.
La performance fee con l’introduzione della clausola H.W.M. ha un meccanismo
simile a quella delle opzioni call, infatti, il gestore per ottenere la performance fee
deve far si che il rendimento del fondo superi quello della clausola H.W.M., come
si vede dal grafico seguente:
Valore commissione
1% 20% =δG/δx
H.W.M.
Se la clausola H.W.M. non viene raggiunta, la performance fee non scatta, però il
manager non subisce perdite, perché i costi di gestione da lui sostenuti sono
coperti dalla commissione fissa.
E’ importante sottolineare un particolare: il rendimento del fondo e
conseguentemente la performance fee, possono essere calcolate annualmente,
semestralmente o trimestralmente, la performance fee trimestrale sembrerebbe a
prima vista vantaggiosa, ed è così in alcuni casi, ma in altri risulta essere
penalizzante.
Vediamo un semplice esempio:
t
0
t
3
t
6
t
9
t
12
Valore
fondo
50 70 100 90 80
t mesi
t
3
= la performance fee viene applicata perché il fondo ha avuto un incremento di
20 al primo trimestre.
La performance ha, infatti, un valore di 4 dato un valore percentuale pari a 20.
t
6
= il fondo ha avuto un incremento ulteriore di 30 ed il gestore ha conseguito una
performance di 6 al secondo trimestre.
t
9
= la performance per il gestore non scatta come non scatterà neanche a t
12
perché l’incremento del fondo non ha superato il valore della clausola H.W.M.
che è un valore dinamico che spinge sempre più il fondo a migliorarsi. Così con la
performance trimestrale il gestore ottiene un guadagno pari a 10, superiore a
quello che otterrebbe annualmente (il valore della performance fee annuale è pari
a 6, cioè il 20% di 30 che è l’incremento annuale del fondo) però al 1 gennaio
dell’anno successivo, il gestore che ha scelto la performance fee trimestrale parte
con un valore negativo da recuperare di 20 considerata come una perdita di
rendimento del fondo che deve essere recuperata.
Con un calcolo annuale della performance fee il gestore partirebbe con un valore
del rendimento positivo e non avrebbe perdite pregresse.
C’è da sottolineare come la clausola H.W.M. non ha lo stesso valore per tutti gli
investitori in quanto ad ogni exit o entry dates entrano ed escono investitori. Per
gli investitori che entrano nel fondo, la clausola H.W.M. corrisponde al valore
più alto mai raggiunto dal momento in cui questi sono entrati nel fondo con la
conclusione che ogni investitore contribuisce diversamente al pagamento della
performance fee, a questo c’è da aggiungere il fatto che per il gestore riuscire a
gestire la volatilità del fondo in modo efficiente vuol dire sfruttare al meglio il
concetto di performance fee, infatti, se egli si trova nelle condizioni di dover
recuperare delle perdite potrà aumentare la volatilità con la possibilità di
recuperarle più velocemente, ma con un conseguente aumento del rischio,
ovviamente per il fatto che il gestore è illimitatamente responsabile, sarà
importante per lui impostare una giusta volatilità al fondo. Così concludendo la
clausola H.W.M. diverrà anche un buon segnale per capire come si comporterà il
gestore e che livello di rischio presumibilmente raggiungerà.
5. ASPETTI NORMATIVI DEGLI HEDGE FUNDS
Negli Stati Uniti esistono tre entità che regolamentano il mercato finanziario:
• Securities Excange Commission(S.E.C.), che regolamenta l’attività dei gestori
di pubblici investimenti;
• The CFTC regolamenta il mercato degli strumenti derivati, al fine di evitare
frodi e pratiche di trading abusive, e chi opera in tale mercato si deve
registrare e sottostare alle norme previste nel National Future Association;
• Fedral Reserve, che regolamenta il mercato delle valute e il settore bancario
Gli Hedge Fund hanno una configurazione legale che permette loro di non
rientrare nella tipologia di fondi disciplinati dal 1940 ACT (Investement Company
Act, legge che dal il potere alla S.E.C. di regolare le entità che gestiscono il
pubblico risparmio, cioè i Mutual Fund), infatti sono veicoli di investimento
privato; nel 1996 è stato emanato il 1996 ACT (national Markets Improvement
Act), il 1996 Act modifica il precedente 1940 ACT, perciò ora per i fondi che
possiedono più di $5.000.000 di assets gestito, non hanno più di 500 investitori e
dichiarano la volontà di non effettuare offerte di pubblico risparmio possono non
registrarsi presso la S.E.C.
Indipendentemente dal poter non essere registrato presso la S.E.C., tutti gli Hedge
Fund, che scambiano contratti di commodity futures o opzioni di entità
consistente (cioè il cui totale dei margini e dei premi pagati supera il 5%
dell’intero portafoglio), devono essere registrati come Commodity Pool Operator
(CPO) presso la Commodity Futures Trading Commission (C.F.T.C.), il tesoro
americano inoltre richiede ai traders di fornire un report relativo alle ampie
posizioni assunte in definite valute straniere e titoli di stato esteri, la SEC impone
ai traders, che possiedono più del 5% del capitale azionario d’imprese statali
quotate, di riportare tali posizioni. A questi obblighi, istituiti per tutelare il
mercato da frodi o rischi, che ne possono compromettere l’integrità, sono
sottoposti tutti gli operatori del mercato.
Per gli Hedge Fund statunitensi (e ancor più per quelli offshore), la
regolamentazione normativa specifica è quasi inesistente (tanto che manca persino
una definizione normativa dell’Hedge Fund), con il privilegio di avere piena
libertà di azione sia in termini di definizione delle strategie che in termini di
divulgazione delle informazioni, di contro vi è la mancanza di trasparenza delle
attività svolte dal fondo, (è, infatti, incentivato il monitoraggio dell'investitore
nell'attività del manager gestore del fondo e per questo è fondamentale che chi
investe negli Hedge Fund sia una persona consapevole). La scarsità di normativa
non significa che gli Hedge Fund siano totalmente liberi, infatti, sono obbligati a
salvaguardare, come già visto, l’integrità dei mercati dal rischio sistemico. Il
rischio sistemico rappresenta il coinvolgimento degli investitori nel fallimento del
fondo, tale coinvolgimento a sua volta rende gli investitori stessi inadempienti nei
confronti dei loro partners. Il problema maggiore resta però la mancanza di
informazione sia all’interno del fondo, che sul mercato.
La legislazione americana, per porre parziale rimedio al problema dell’asimmetria
informativa, richiede per poter costituire un Hedge Fund on-shore i seguenti
documenti:
A- memorandum d'offerta, in altre parole il prospetto dell'investimento nei quali si
descrivono i titoli posseduti dal fondo e si riassume il contenuto dell'accordo della
società (commissioni, le diverse clausole, aspetti fiscali, i fattori di rischio, le
modalità con cui sono allocati profitti e perdite, la soglia minima di ingresso e le
principali informazioni sulle strategie adottate.); per i fondi off-shore questo è
meno trasparente.
B- accordo limited-partnership, in altre parole il contratto stipulato dall'investitore
con il gestore.
C- l'accordo di sottoscrizione cioè la domanda di partecipazione posta in essere
dall'investitore con la quale si evidenziano le informazioni sull'investitore e la sua
idoneità ad entrare nel fondo.
6. PRINCIPALI DIFFERENZE STRUTTURALI TRA
MUTUAL FUND E HEDGE FUND.
Le differenze esistenti tra i fondi comuni d’investimento e gli Hedge fund
sono basate soprattutto sul rapporto rischio-rendimento. La chiave di lettura
dell'analisi sta nel fatto che gli Hedge funds si distinguono dai fondi comuni
soprattutto per la varietà di rischi che i primi possono assumere e di performance a
questi legati. Rischi determinati dalle diverse tipologie di strategie attuabili (gli
Hedge fund sviluppano dynamic trading strategies basate su un uso massiccio del
leverage mentre i Mutual Fund static buy-and-hold strategies
10
), così la
performance dei fondi comuni tradizionali è maggiormente condizionata
dall’andamento direzionale del mercato, la performance degli Hedge Fund almeno
per alcuni di essi è invece market neutral
11
.
L’analisi che viene ora fatta confronta su diversi punti le due tipologie di fondi:
a) Il rapporto contrattuale dei Mutual funds è puntigliosamente regolamentato da
norme che ne massimizzano la trasparenza, ogni prospetto informativo rivolto
al mercato deve contenere tutte le informazioni utili agli investitori, inoltre i
Mutual funds sono obbligati a divulgare periodiche relazioni sullo stato di
salute del fondo stesso, sulle performances ottenute e sui rischi; mentre negli
Hedge funds il rapporto contrattuale che ne definisce le regole di
comportamento è definito dalle controparti, visto la mancanza di
regolamentazione normativa .
b) I fondi Hedge non sono soggetti ad alcun obbligo di presentazione di
rendiconti annuali e periodici, a cui invece sono sottoposte le società registrate
presso la S.E.C., tutto questo non favorisce trasparenza nelle attività svolte
dal fondo, tanto che anche per gli investitori diventa faticoso determinare la
composizione del fondo e perciò il rapporto rischio-rendimento che il fondo
ha conseguito. Diventa così importante la fiducia che gli investitori del fondo
ripongono nel manager gestore e la capacità di dialogare con esso cosicché le
informazioni circolano solo su canali strettamente privati. Per il mercato
diventa importante ricorrere agli advisor che sono società terze ed
10
Tali strategie saranno definite nel capitolo II.
indipendenti specializzate nel monitoraggio e nella valutazione di questa
tipologia di fondi, ricordando però che la completezza del data base creato, è
in funzione delle notizie che i manager gestori volontariamente hanno
divulgato.
c) Il gestore nei Mutual fund ha minore discrezionalità nell’attività di gestione
perché essa è definita dalle norme, mentre negli Hedge fund il gestore, che è
colui che lo promuove, ha un importanza vitale per il fondo, infatti le sorti del
fondo dipendono esclusivamente dalle capacità manageriali del gestore che è
in realtà ciò che conta per poter operare sul mercato.
d) I Mutual funds hanno l'obbligo di registrarsi presso la S.E.C., e questo concede
la facoltà di emettere offerte per il pubblico. L'obiettivo principale della
registrazione è comunque di imporre ai Mutual funds l'obbligo di fornire al
mercato tutte le informazioni che lo riguardano, contribuendo così a rendere
più sicuro il fondo comune; non è cosi per gli Hedge funds perché questi non
rientrano nelle forme d’investimento previste dal 1996 ACT non sono
obbligati a registrarsi e perciò le offerte delle loro quote sono offerte private.
e) La valutazione dei loro portafogli è diversa, i fondi comuni sono valutati in
base al metodo del net asset value (NAV) cioè il valore netto del patrimonio
complessivo, mentre gli Hedge fund statunitensi forniscono agli investitori
solo una stima mensile della percentuale di perdita o guadagno.
f) La commissione prevista per il gestore dei Mutual fund è una percentuale fissa
calcolata sulla base della massa gestita, pari all’1%, a questa viene aggiunto
un surplus legato ai risultati conseguiti. Negli Hedge funds la commissione
dipende soprattutto dai risultati conseguiti, a questa si aggiunge una
commissione necessaria per coprire le spese
12
.
g) I Mutual funds sono molto liquidi contrariamente agli Hedge fund che
sviluppano spesso strategie di lungo periodo che ne diminuiscono la liquidità.
h) I Mutual funds producono dei rendimenti frutto dell’uso di strategie
tradizionali e legati all’andamento di mercato i cui indici diventano punti di
riferimento (benchmark) per calcolarne la performance: essi sono perciò
11
Market neutral: la performance è market neutral quando il suo valore non dipende dalla
direzione del mercato.
12
Rif. Paragrafo IV
classificati in base al mercato di riferimento. Le strategie degli Hedge fund
mirano a ottenere ritorni positivi assoluti, cioè indipendenti dall’andamento
del mercato, così sono classificati in base alle strategie sviluppate.
i) Il numero di partecipanti al Mutual fund è illimitato, mentre è di 499 per gli
Hedge Fund.
j) La vita media dei Mutual funds è molto più lunga rispetto a quella degli Hedge
funds
13
.
k) Nei Mutual funds l’allineamento tra l’interesse del manager e quello
dell’investitore è garantito dalle norme che disciplinano il Mutual Fund e dalla
presenza di un mercato molto concorrenziale. Negli Hege funds il rapporto è
molto più flessibile tanto che i meccanismi di allineamento degli interessi
dipendono da appropriati sistemi e dal fatto che l’Hedge Fund è una Limited
Partnership
14
.
l) Il rendimento dei Mutual funds dipende dalle scelte di investimento che sono
per la maggior parte condizionate dai regolamenti. Norme che vietano la
detenzione in portafoglio di titoli di società in difficoltà, la vendita di azioni
allo scoperto, limitano l’uso del Leverage, infatti per prendere a prestito una
certa somma di danaro il fondo ha l’obbligo di detenere, a copertura del
debito, un ammontare pari al 300% della somma presa a prestito; c’è da
sottolineare che i fondi comuni sono grandi organizzazioni che per natura
necessitano di una normativa rigida. Negli Hedge fund, grazie al diverso
rapporto di agenzia sviluppato che consente di non sottostare a determinati
vincoli ,il manager che possiede perciò una forte flessibilità, può scegliere, di
sfruttare la vendita allo scoperto per coprisi da andamenti ribassisti del
mercato e di sfruttare lo strumento della leva finanziaria per incrementare i
profitti ottenuti sfruttando le opportunità offerte dal mercato. Riassumiamo
ora nella tabella le diverse differenze:
13
Rif. paragrafo III
14
Rif. paragrafo IV