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Capitolo II: Il linguaggio d’odio nell’era digitale
II.1. Ciberpragmatica: cos’è e come varia la comunicazione nella rete
Come accennato all’inizio del capitolo 1, la pragmatica è quel ramo della
linguistica che si occupa dello studio dell’uso della lingua nei diversi contesti
comunicativi. Negli ultimi decenni, ha ampliato i suoi orizzonti creando differenti
settori come, ad esempio, la ciberpragmatica, che studia l’uso della lingua nella rete e in
Internet. Tale scienza nasce nel 2001 e basa le sue ricerche sulla prospettiva della teoria
della rilevanza di Sperber e Wilson. Nello specifico, studia i seguenti aspetti:
1) gli utenti presenti nella rete, che posseggono delle intenzioni comunicative,
inviano una serie di messaggi ai loro interlocutori che devono poi interpretare
correttamente o, detto in termini tecnici, metarappresentare
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;
2) gli utenti ricorrono a strategie inferenziali
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per interpretare i messaggi della rete;
3) gli utenti si aspettano che i loro destinatari siano capaci di accedere alle
informazioni contestuali necessarie per l’interpretazione corretta dei messaggi;
4) le qualità dei vari mezzi di comunicazione attraverso Internet (email, chat,
pagine web e così via) influiscono sulla qualità dell’accesso, da parte degli utenti, alle
informazioni contestuali, alla quantità d’informazioni ottenuta, all’interpretazione scelta
e allo sforzo mentale che gli utenti dedicano per ottenere tale interpretazione (Yus
Ramos, 2010, pp. 31-32 [traduzione mia]).
Per comprendere meglio come si sviluppa la comunicazione in un contesto
virtuale, si può analizzare lo schema creato da Yus Ramos (2010, p. 32) illustrato di
seguito:
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Metarappresentazione: si tratta di un processo mentale che solamente gli esseri umani ed alcuni primati
posseggono e consiste nel creare ipotesi su ciò che il nostro interlocutore sta per dire e/o su quale sia il
contenuto del messaggio che ci invierà.
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Inferenza: serie di processi mentali che aiutano gli interlocutori a ottenere i significati impliciti presenti
nei messaggi che si inviano durante l’interazione comunicativa.
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Fig. 2.1. Schema generale della comunicazione su Internet secondo la Ciberpragmatica
Sulla base della teoria della rilevanza “gli esseri umani posseggono l’abilità
cognitiva di prestare attenzione a ciò che può risultare più rilevante e una tendenza
cognitiva ad attivare l’elaborazione dell’informazione non appena si identifica la vera
intenzione comunicativa del parlante” (Yus Ramos, 2010, p. 306 [traduzione mia]).
Questo discorso è anche valido per la comunicazione in ambito digitale.
II.1.1. Internet
La ciberpragmatica è indissolubilmente legata all’avvento di Internet e dei mezzi
tecnologici necessari alla sua fruizione. Grazie all’utilizzo di diversi dispositivi
tecnologici e app di messaggistica, infatti, la comunicazione tra gli esseri umani è
divenuta sempre più complessa ed affascinante allo stesso tempo: essi, infatti,
consentono di abbattere le barriere fisiche fra gli utenti connettendoli in un mondo
virtuale facilmente e in ogni momento. In questa maniera, l’essere umano “mostra la sua
motivazione, fortemente attaccata all’evoluzione della sua idiosincrasia biologica, a
stabilire legami con altre persone e a scambiare informazioni che vanno più in là delle
limitazioni imposte dalla sua posizione fisica” (Yus Ramos, 2010, p. 30 [traduzione
mia]).
Internet, (Inter)national (Net)work, è un ampio spazio virtuale che, attraverso un
qualunque apparecchio (telefoni cellulari, computer, tablet e via dicendo), consente agli
utenti di accedere a una ampissima rete di servizi e siti che soddisfano le più svariate
esigenze. Gli usi che le persone al giorno d’oggi fanno di Internet sono molteplici; in
particolare, i campi di fruizione che hanno riscosso (e continuano a riscuotere) maggiore
successo sono:
la comunicazione: grazie ad Internet ci si connette in modo istantaneo alla rete
e ciò permette di parlare con altri utenti che vivono a migliaia di chilometri di distanza;
l’informazione: attraverso le enciclopedie online, i blog, le piattaforme di
streaming e di condivisione di contenuti, oltre a i siti web in generale, si ha accesso
gratuito e infinito alla conoscenza (previa un’attenta valutazione dell’attendibilità delle
fonti);
il networking: grazie ai social media, si possono “vivere empaticamente
online” le storie dei propri amici lasciando un commento, in modo da far sentire la
propria vicinanza affettiva anche se si è fisicamente lontani;
la vendita online: su Internet, le aziende di tutto il mondo offrono i loro
prodotti attraverso piattaforme di e-commerce, creando un mercato globale accessibile a
tutti (EOLO, 2023).
Internet è, quindi, un enorme spazio pubblico a cui chiunque può accedere e la
chiave interattiva risiede nel testo che i vari membri scrivono dai loro dispositivi. Ma
com’è strutturato nello specifico Internet?
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All’interno di questa macro sfera troviamo il web (ing. letterale “ragnatela”), il
servizio più usato al giorno d’oggi: si tratta di una “rete di collegamenti informatici in
cui si trova un insieme di linguaggi e protocolli di comunicazione, il tutto racchiuso in
un'organizzazione gerarchica detta “client server”
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, in cui i pc o i dispositivi mobili che
utilizziamo ogni giorno sono divisi tra fornitori di servizi ed utenti” (De Felice, 2022).
Generalmente, però, si parla di WWW (World Wide Web, letteralmente “ragnatela
intorno al mondo” o “rete ad ampiezza mondiale”), ossia uno dei principali sevizi di
Internet che permette di navigare e usufruire di un insieme molto vasto di contenuti
collegati tra di loro attraverso link e altri servizi accessibili a tutti. Questo servizio
comprende:
1) Surface web, ossia tutto ciò che è accessibile pubblicamente attraverso un
motore di ricerca (social network, enciclopedie digitali, siti d’intrattenimento e così
via);
2) Deep web, ossia tutte le informazioni non indicizzate dai motori di ricerca. I
dati presenti in questa sezione non sono accessibili pubblicamente (siti protetti da
password, chat private e gruppi chiusi);
3) Dark web, ossia una porzione del deep web a cui non è possibile accedere
attraverso un motore di ricerca (condivisione di file personali/piratati/illegali, crimini
informatici, fughe di notizie, compravendita di beni illegali e così via; Geopop, 2022).
Fig. 2.2. Struttura del web secondo la metafora dell’iceberb (JEst Junior Enterprise, 2020)
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Client-server: “modello o paradigma adottato per far comunicare tra loro i computer nella rete. Questo
schema di funzionamento prevede che ci siano macchine destinate a fornire dei servizi e macchine che di
questi servizi ne hanno bisogno. Secondo questo modello, quando vogliamo visitare un sito, il nostro pc si
comporta da client e inoltrerà una richiesta a un web server (un computer molto potente in grado di
accettare e gestire tutte le richieste di connessione degli utenti) e sarà grazie a lui che potremo
visualizzare ciò di cui abbiamo bisogno” (De Felice, 2022)
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II.1.2. New media
Al giorno d’oggi, quali sono i mezzi utilizzati per connettersi alla rete Internet e
comunicare con gli altri utenti? La risposta è molto semplice: i new media, ossia i
“nuovi mezzi di comunicazione di massa”. A differenza dei cosiddetti “vecchi media” o
“media tradizionali” (televisione, radio, giornale, scrittura, telegrafo), in questi nuovi
mezzi
si sostanzia l’interattività, la partecipazione creativa e la formazione di comunità di
utenti intorno ai contenuti digitali: in senso strettamente tecnico, questi coincidono con
lo sviluppo dell’informatica di massa e del personal computer e la loro rapida
diffusione ed evoluzione ha dato luogo a un processo di convergenza con i mezzi di
comunicazione tradizionali (Treccani, 2013).
Le caratteristiche peculiari che contraddistinguono i new media sono le seguenti:
l’elaborazione dei dati in formato digitale, ossia la loro rappresentazione in
formato numerico, in modo da poterli archiviare, trasportare e conservare in maniera più
semplice;
la multimedialità, ossia il contenuto che si sta analizzando è articolabile nei
diversi canali sensoriali ed espressivi. L’autore di un testo multimediale ha, infatti, la
possibilità di utilizzare con la massima libertà qualsiasi modalità espressiva senza
sottostare ai rigidi limiti tecnici dei singoli media tradizionali;
l’interattività, ossia gli utenti esercitano un’influenza sul contenuto e/o sulla
forma della comunicazione mediata;
l’ipertestualità, cioè le informazioni sono collegate fra di loro in forma non
lineare attraverso rimandi logici, tali da poter essere fruite attraverso molteplici percorsi
di lettura personalizzati da ogni utente (Paccagnella, 2020, pp. 148-150).
Inoltre, attraverso questi nuovi mezzi di comunicazione gli utenti possono
interagire gli uni con gli altri seppur non si trovino nello stesso spazio fisico e/o
temporale. L’interazione che avviene tra di loro può essere suddivisa in due tipologie:
sincrona, in cui “gli interlocutori sono connessi in contemporanea ad Internet e
costruiscono un dialogo interattivo testuale che svanisce nel momento in cui si
disconnettono” (è il tipo di comunicazione che si stabilisce specialmente nelle chat)
(Yus Ramos, 2010, p. 47 [traduzione mia]); asincrona, dove si costruisce un ambiente
comunitario più complesso, in quanto l’interazione non è immediata, può avvenire in
diversi momenti e i partecipanti possono rispondere dopo attenta riflessione elaborando
un messaggio più attento e pensato (è il tipo di comunicazione dei forum di dibattito)
(Slack, 2023).
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II.1.3. Comunicazione faccia a faccia e comunicazione online
Come si è visto fino a ora, gli esseri umani, per loro natura, sono progettati per
comunicare e, grazie a quest’abilità, riescono a soddisfare le loro esigenze, come, ad
esempio, sapere più cose, conoscere altre persone e così via. Le forme comunicative più
utilizzate al giorno d’oggi sono le comunicazioni faccia a faccia e online, ma quali sono
le differenze principali?
Le interazioni faccia a faccia sono interscambi comunicativi che richiedono la
co-presenza di ogni interlocutore; si possono dividere in due macro categorie: la
“comunicazione interpersonale”, che esige un interscambio tra due soli interlocutori (ad
esempio, tra padre e figlio, tra dipendente e capo, tra fratello e sorella); la
“comunicazione di gruppo”, un interscambio comunicativo tra più di due interlocutori
(ad esempio, parlare davanti ad un pubblico, oppure a un gruppo di amici).
Questo tipo di comunicazione utilizza due generi di linguaggio:
a) linguaggio verbale, dove la parola viene utilizzata come mezzo di
comunicazione tra due o più individui e rappresenta, come affermano molti sociologi,
“l’universo della nostra conoscenza”;
b) linguaggio non verbale, dove la parola non è prevista nell’interazione; gli
elementi che lo compongono sono molti come, ad esempio, il modo di vestire, i gesti, le
espressioni facciali, ma anche il tono di voce, le pause, il ritmo e così via. Questa
tipologia di linguaggio si articola in quattro componenti:
sistema paralinguistico, costituito dai suoni che emettiamo, dal tono, dalla
frequenza della voce, dall’intensità, dalla velocità e dalle pause; un’altra
variabile della comunicazione paralinguistica è il silenzio, il quale possiede un
significato ambivalente che dipende dal contesto in cui è inserito: a seconda dei
casi, infatti, può indicare una buona o cattiva relazione, assenso o dissenso,
estrema concentrazione o distrazione;
sistema cinesico, comprende i vari movimenti del corpo, le espressioni facciali, i
gesti e la postura;
sistema prossemico, riguarda la gestione dello spazio degli interlocutori; in base
alla vicinanza o lontananza tra questi ultimi, si identificano quattro “zone”
principali: “zona intima” dove solo poche persone possono accedere (familiari,
partner e amici stretti) e generalmente va dalla superficie della pelle ai 50
centimetri di distanza; “zona personale” che va dai 50 centimetri a circa un
metro di distanza, dove i familiari meno stretti, gli amici o i colleghi possono
accedere e la conversazione è di tipo informale e rilassata; “zona sociale” che va
da uno a tre metri di distanza circa ed è lo spazio che manteniamo con gli
interlocutori meno casuali (con uno sconosciuto per strada o con il capo
dell’azienda); “zona pubblica” che va oltre i quattro metri di distanza, quella
prevista per le occasioni pubbliche ufficiali (comizi, conferenze, lezioni
universitarie e via dicendo);
sistema aptico, comprende le diverse forme di contatto fisico, come gli abbracci,
le carezze, le strette di mano, i baci, le pacche sulle spalle e via dicendo
(Paccagnella, 2020, pp. 42, 48-54).