Capitolo I
Il fantasy in letteratura
Per poter analizzare concretamente un‟opera letteraria è necessario possedere un bagaglio di
conoscenze tali da permettere di effettuarne una valutazione oggettiva, in modo da collocare con più
precisione l‟opera all‟interno del genere a cui appartiene ed evidenziarne i punti salienti che
meritano di essere attenzionati. Nello specifico, per analizzare la saga di Harry Potter è
indispensabile conoscere il contesto in cui si inserisce, ovvero quello della letteratura fantasy. Lo
scopo di questo primo capitolo è quello di fornire le basi metodologiche e le strutture narrative che
serviranno all‟analisi di Harry Potter.
Il fantasy è un genere relativamente recente e si rifà al mondo del fantastico e del fiabesco che,
pur se apparentemente simili, hanno una diversa concezione del magico e del sovrannaturale. Per
avere una maggiore conoscenza del fantasy, è importante capire da quali modelli sia stato
influenzato e quale genere, tra fantastico e fiabesco, si dimostra più affine. Inoltre sarà necessaria
una conoscenza del genere fantasy dal punto di vista storico per poter individuare eventuali
differenze tra il fantasy moderno e quello tradizionale. Con questo scopo all‟interno del capitolo
sono presenti numerosi esempi tratti da opere sia antiche che moderne. Infine verranno approfonditi
i temi e le caratteristiche del fantasy tradizionale, elementi che si riveleranno utili per poter operare
un confronto con la saga di Harry Potter.
1.1 Il fantastico come genere letterario
Numerosi studi sono stati compiuti sul fantastico ma il più completo è indubbiamente
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l‟“Introduction à la littérature fantastique” (1970) di Todorov. Quest‟opera ha il grande pregio di
restituire un valore a questo genere letterario che era stato fino ad allora trascurato. Ma che cosa è il
fantastico? Todorov lo definisce “un avvenimento che non si può spiegare con le leggi del mondo
che ci è familiare” e lo collega ai concetti di reale e immaginario. Secondo la sua opinione, infatti,
colui che si trova davanti ad un avvenimento fantastico può decidere se considerarlo appartenente
alla realtà o frutto dell‟immaginazione:
1
T.Todorov, Introduction à la littérature fantastique, Paris, Editions du Seuil, 1970.
3
Colui che percepisce l‟avvenimento deve optare per una delle due soluzioni possibili: o si tratta di
un‟illusione dei sensi, di un prodotto dell‟immaginazione, e in tal caso le leggi del mondo
rimangono quelle che sono, oppure l‟avvenimento è realmente accaduto, è parte integrante della
realtà, e allora questa realtà è governata da leggi a noi ignote. [...] Il fantastico occupa il lasso di
tempo di questa incertezza; non appena si è scelta l‟una o l‟altra risposta, si abbandona la sfera del
fantastico per entrare in quella di un genere simile, lo strano o il meraviglioso. Il fantastico è
l‟esitazione provata da un essere il quale conosce soltanto le leggi naturali, di fronte ad un
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avvenimento apparentemente sovrannaturale .
Secondo Todorov, dunque, come conseguenza alla percezione di un avvenimento, il lettore prova
una sensazione di incertezza e può decidere se accettare che l‟avvenimento risponda alle leggi di
natura o considerarlo irreale e illusorio. Nel caso in cui si decida che le leggi della realtà così come
le conosciamo permettono di spiegare i fenomeni descritti si entra nel territorio dello “strano”,
mentre se si accetta l‟esistenza di nuove leggi di natura a noi sconosciute si entra nel campo del
“meraviglioso”, che egli associa ai racconti di fate.
Secondo Rosalba Campra, ridurre il genere fantastico ad una sottocategoria facendolo
coincidere con il meraviglioso, così come sostengono Todorov e i suoi epigoni, porterebbe a
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considerare fantastico un numero esiguo di opere mentre, invece, l‟opinione comune considera
appartenente al fantastico tutto ciò che si contrappone al reale, che siano fiabe, favole, racconti
fantasy, horror o di fantascienza. Tuttavia, questi prodotti letterari, pur se accomunati dalla presenza
di un mondo fittizio all‟interno del quale si snodano delle vicende spesso surreali, presentano delle
caratteristiche specifiche che li differenziano. Riferendoci alle definizioni di meraviglioso e strano di
Todorov, il fiabesco e il fantasy si sviluppano in seno al fantastico. Nel fantasy, il soprannaturale è
universalmente accettato insieme alle nuove leggi che introduce (nessuno si stupisce del fatto che
Harry Potter usi una bacchetta magica o che a Narnia gli animali possano parlare con gli umani), ed
è quindi riconducibile al meraviglioso. Nella fiaba, invece, il confine tra reale e irreale è sottile, e
ogni evento inspiegabile viene in qualche modo giustificato dallo scrittore attraverso le leggi
naturali. Pertanto esso rispecchia lo strano. Roger Callois supporta la tesi di Todorov:
Il fiabesco è un universo meraviglioso che si aggiunge al mondo reale senza aggredirlo e senza
distruggerne la coerenza; al contrario il fantastico si rivela uno scandalo, una lacerazione, una
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irruzione insolita e quasi insopportabile nel mondo reale.
2
T.Todorov, La letteratura fantastica, trad. E.K.Imberciadori, Milano, Garzanti, 1977, p. 26.
3
R. Campra, Territori della finzione, Roma, Carocci, 2000, p. 135.
4
R. Caillois, Dalla fiaba alla fantascienza, Roma-Napoli, Edizioni Theoria, 1991, p.19.
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1.2 Il fantasy tra fiaba e fantastico
Il termine fantasy, che definisce quel genere letterario che situa la vicenda in un Altrove e prevede
la presenza del magico e del sovrannaturale, richiama il termine fantastico. Viene, perciò, spontaneo
associare il fantasy al mondo delle fiabe e della letteratura infantile. Tuttavia questa associazione,
secondo Tolkien, non è altro che “an accident of our domestic history. […] Children as a class
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neither like nor understand them better than adults do”.
Il genere fiabesco è stato analizzato da diversi studiosi di letteratura. Roger Caillois ha
effettuato una distinzione tra fiaba e fantastico mentre Vladimir Propp ha operato un‟analisi più
tecnica, concentrandosi sulla fiaba e analizzandone le funzioni. A sua volta Bruno Bettelheim ha
effettuato uno studio di tipo psicanalitico. Ripercorrendo le analisi compiute da questi studiosi è
possibile situare in modo più preciso il fantasy tra fiaba e fantastico ed evidenziare i punti di
contatto e le eventuali differenze.
1.2.1 Fiabesco e fantastico per Caillois
Roger Caillois, nel suo saggio intitolato De la féerie à la science-fiction (1966) asserisce che il
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soprannaturale e il meraviglioso sono presenti sia nella fiaba che nel racconto fantastico. Tuttavia,
come già aveva fatto Torodov, opera una distinzione in riferimento ai loro diverso approccio alla
magia. Per quanto riguarda il fiabesco, egli sostiene che:
La fiaba si svolge in un mondo dove gli incantesimi sono naturali e dove la magia è la regola. Nella
fiaba il soprannaturale non spaventa e non sorprende perchè costituisce la sostanza stessa
dell‟universo, la sua legge, il suo clima. [...] L‟universo del meraviglioso è naturalmente popolato di
draghi, di liocorni e di fate; i miracoli sono all‟ordine del giorno; la bacchetta magica è di uso corrente;
i talismani, i geni, gli elfi e gli animali riconoscenti vi abbondano; le madrine esaudiscono all‟istante i
desideri delle orfane meritevoli. Inoltre questo mondo incantato è armonioso, privo di contraddizioni e
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tuttavia ricco di peripezie, poichè anche esso conosce la lotta del bene e del male.
5
J.R.R. Tolkien, “On fairy stories”, in Children's literature: the development of criticism, London Routledge, 1990, p.
23. “Un incidente della nostra storia domestica. I bambini intesi come classe non amano le fiabe, né le comprendono,
meglio di quanto facciano gli adulti” (traduzione mia).
6
R. Caillois, De la féerie à la science-fiction, Paris, Editions Gallimard, 1966.
7
R.Caillois,. Dalla fiaba alla fantascienza, op.cit., 1991, p. 20.
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Prendendo ad esempio opere fantasy famose, come Harry Potter di J.K.Rowling, Il Signore degli
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Anelli di J.R.R.Tolkien o Le Cronache di Narnia di C.S. Lewis, è possibile notare come esse
rispecchino molte delle caratteristiche attribuite alla fiaba da Caillois. Innanzitutto, in tutte e tre le
opere il sovrannaturale è universalmente accettato, in quanto esse sono ambientate in una
dimensione parallela alla nostra e rispondente a leggi diverse da quelle del mondo reale. Il Signore
degli Anelli è ambientato sul nostro pianeta ma in un‟epoca remota e in una fantomatica Terra di
Mezzo, mentre Le Cronache di Narnia hanno luogo addirittura in un altro mondo. Harry Potter
costituisce, invece, un‟innovazione nel suo genere: il romanzo è ambientato nell‟Inghilterra del XX
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La saga di Harry Potter si compone di sette libri e tratta la storia di un bambino orfano che ad undici anni scopre di
avere dei poteri magici e inizia a frequentare una scuola per maghi. Questo bambino è famoso in tutto il mondo magico
per essere “il prescelto”, ovvero l‟unico sopravvissuto all‟attacco di Lord Voldemort, un mago potentissimo che è
riuscito a diffondere il terrore sostenuto dalla sua schiera di seguaci. Durante i sette libri Harry impara a gestire i propri
poteri, viene a conoscenza di molte cose sul suo passato e su quello dei suoi genitori, e conosce numerosi amici.
Compie un vero e proprio percorso di formazione in cui dovrà scontrarsi più volte con il pericolo, fino allo scontro
finale col nemico, dal quale uscirà vincitore.
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J.K.Rowling, con la sua saga di Harry Potter è riuscita ad inserirsi nel panorama della letteratura moderna e ad imporsi
al pubblico internazionale. Professoressa di inglese in portogallo, si trasferisce ad Edimburgo in seguito ad un divorzio e
là termina la stesura del romanzo Harry Potter e la pietra filosofale. Dopo aver ricevuto svariati rifiuti riesce a far
pubblicare il suo lavoro in Inghilterra. Successivamente vende i diritti del romanzo l'americana "Scholastic Press”, che
lo pubblica nel 1998 negli Stati Uniti, riscuotendo immediato successo. Con i soldi incassati J.K. Rowling smette di
insegnare e si dedica esclusivamente alla stesura dei romanzi. Intanto, Harry Potter e la Pietra Filosofale vince il
premio "British Book Awards" come miglior romanzo per bambini. I libri successivi, usciti dal 2000 al 2007, si
intitolano Harry Potter e la Camera dei Segreti, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il Calice di
Fuoco, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Harry Potter e il Principe Mezzosangue e Harry Potter e i Doni della
Morte. Per maggiori informazioni cfr. http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=600&biografia=J.K.+Rowling
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Gli episodi che compongono la saga sono stati pubblicati singolarmente negli anni 1954-55 da George Allen &
Unwin. La versione compattata fu pubblicata sempre da Allen e Unwin, ne1966. Per maggiori informazioni cfr:
http://www.tolkiensociety.org/tolkien/tale.html
Quest‟opera tratta la storia di un hobbit di nome Frodo Baggins, il quale è venuto in possesso di un anello magico che
dona grandi poteri al suo possessore, e che è stato creato dal perfido mago Sauron. La missione di Frodo è quella di
eliminare l‟anello in modo da strapparlo dalle grinfie di persone malvage che potrebbero servirsene per dominare la
Terra di Mezzo, e per realizzarla egli è aiutato dal suo amico Sam, da altri due hobbit, e da cinque rappresentanti delle
altre differenti razze esistenti. Tutti insieme compongono la Compagnia dell‟Anello. Durante il viaggio i protagonisti
vengono coinvolti in vari scontri contro le forze di Sauron e questi scontri culminano in una battaglia campale. Alla fine
il Bene trionfa e l‟anello viene eliminato.
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J.R.R.Tolkien (1892-1973) fu professore di filologia anglosassone e di letteratura inglese medioevale al college di
Oxford. La sua prima opera, Lo Hobbit, riscosse un grandissimo successo e divenne il nucleo originario di un‟opera
maggiore, ovvero Il Signore degli Anelli. Tolkien ha influenzato in maniera molto significativa la moderna narrativa
fantasy e l‟Altrove da lui creato è stato un esempio per le opere che sono succedute poiché è accuratissimo nei dettagli.
Cfr. http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=383&biografia=J.R.R.+Tolkien
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I sette libri che compongono la saga sono stati pubblicati singolarmente dal 1950 al 1956 dalla casa editrice
mcMillan. Il romanzo costituisce, infatti, un‟opera organiica divisa in sette episodi, i quali hanno una coerenza interna
tale da rappresentare unità narrative separate. La storia più conosciuta è The Lion, the Witch and the Wardrobe e tratta
la vicenda di quattro fratelli Pevensie, Peter, Edmund, Susan e Lucy, i quali, attraversando un armadio magico, arrivano
nel Regno di Narnia, che, dopo numerose peripezie, salveranno dalle grinfie di una strega cattiva che ha lanciato una
maledizione e lo tiene in suo poere. In loro aiuto accorrerà il leone Aslan, creatore del regno. Lewis scrisse Le Cronache
di Narnia con l‟intento educativo di indirizzare le giovani menti verso un cammino di fede, infatti presenta numerosi
rimandi alle Sacre Scritture
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C.S.Lewis (1898-1963), studioso di letteratura medioevale, fu professore di letteratura a Oxford. Amico di Tolkien, è
famoso per la sua opera fantasy Le Cronache di Narnia. Altre opere importanti furono Le lettere di Berlicche (1979) e
Diario di un dolore (1961), Fu un fervente cristiano e cercò di diffondere l‟interesse per la religione nei suoi romanzi.
Per maggiori informazioni vedi S. H. Gale, Encyclopedia of British humorists: Geoffry Caucher to Jokn Cleese,
Routledge, New York, 1996, p.662.
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secolo, però il mondo dei maghi costituisce una realtà separata rispetto a quella dei non-maghi, i
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quali non possono accedervi.
Il lettore di opere fantasy, abituato alla presenza della magia, sa cosa aspettarsi e non è
stupito di trovarsi di fronte ad incantesimi e sortilegi. Inoltre, nei romanzi fantasy sono presenti tutti
gli elementi tipici dell‟immaginario del fiabesco elencati da Caillois. Ne Il Signore degli Anelli
possiamo trovare, infatti, creature come gli elfi e gli hobbit e oggetti magici di grande potere come
l‟anello di Sauron, mentre nell‟opera di Lewis gli abitanti del regno di Narnia sono animali parlanti,
che hanno un ruolo attivo nella storia e partecipano alle vicende. In Harry Potter i protagonisti sono
tutti dotati di bacchette magiche con cui effettuano ogni sorta di incantesimo. Nella storia sono
descritte creature immaginarie come draghi ed unicorni ed è presente un altro elemento citato da
Caillois, ovvero quello dell‟ “orfano meritevole”: i genitori di Harry, infatti, sono stati uccisi da un
mago malvagio ed egli è affidato alla tutela degli zii. Un‟altra caratteristica del fiabesco, secondo
Caillois, è il tema della lotta tra bene e male: anche in questo caso è possibile notare come il fantasy
si avvicini alla fiaba, poichè tutti i protagonisti dei romanzi fantasy sono impegnati nella lotta contro
un nemico temibile e devono affrontare numerose avventure per riuscire nella loro missione.
Secondo l‟opinione di Caillois, il fantastico, pur condividendo con il fiabesco la presenza
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della magia, si trova in una posizione diametralmente opposta. In esso il soprannaturale si
manifesta, infatti, come un elemento di rottura e l‟elemento magico diventa minaccioso, poichè
infrange la stabilità delle leggi del mondo. Come esempio di soprannaturale connaturato al
fantastico, Caillois cita le storie di vampiri e di fantasmi: egli sostiene che, per quanto siano esseri
immaginari, essi vengono collocati dall‟immaginazione in un mondo reale e quindi la loro presenza
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contribuisce ad alimentare una sensazione di rottura dell‟ordine naturale delle cose.
Un‟ulteriore differenza tra fiaba e racconto fantastico, secondo Caillois, è che, mentre le fiabe
hanno quasi sempre un epilogo felice, i racconti fantastici si svolgono in un clima di paura e si
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concludono quasi fatalmente con un evento che provoca la morte dell‟eroe. Anche in questo caso,
perciò, le opere fantasy sembrano avvicinarsi molto di più al fiabesco che non al fantastico. Nel caso
de Il Signore degli Anelli, l‟opera si conclude, infatti, con la riuscita della missione, ovvero con
l‟eliminazione dell‟anello da parte di Frodo e con la restaurazione dell‟ordine del mondo. Anche in
Harry Potter è presente il lieto fine: dopo una serie di scontri con il nemico, che si verificano
durante tutto l‟arco della saga, nell‟ultimo libro Harry riesce a sconfiggere Lord Voldemort in uno
scontro diretto e a far tornare il bene e la tranquillità nel mondo dei maghi. Solamente il finale de Le
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Vedi capitolo successivo, p. 51.
15
R.Callois, op.cit., p. 21.
16
Ivi, p.27.
17
Ivi, p.21.
7
Cronache di Narnia lascia qualche perplessità: il romanzo termina, infatti, con la morte dei
protagonisti a causa di un incidente ferroviario, e ciò sembrerebbe non coincidere con il lieto fine
tradizionale. Eppure la morte non è vista negativamente, perchè grazie ad essa i ragazzi resteranno
per sempre a Narnia:
C‟è stato un grave incidente ferroviario – disse Aslan con voce pacata. – Voi e i vostri genitori,
come dite voi nella Terra delle Ombre, siete morti. La lunga notte è finita: inizia il nuovo giorno. Il
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sogno è terminato: è il momento del Grande Risveglio.
Secondo Caillois, il fantastico è posteriore al fiabesco. Mentre, infatti, la fiaba rappresenta in un
certo senso i desideri ingenui dell‟uomo di fronte ad una natura che non ha ancora imparato a
dominare, il fantastico è la conseguenza diretta del trionfo della concezione scientifica di un ordine
razionale dei fenomeni:
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In breve, [il fantastico] nasce nel momento in cui nessuno crede più alla possibilità del miracolo.
1.2.2 Le funzioni di Propp
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Un altro studioso che ha effettuato un‟analisi del fiabesco è Vladimir Propp. Egli si era reso conto
di come le fiabe presentassero degli elementi costanti ed una successione degli eventi molto simile;
decise, dunque, di focalizzare la sua attenzione sui vari personaggi e sulle loro azioni, elaborando un
elenco comprendente tutte le “funzioni” della fiaba. Per quanto riguarda i personaggi, Propp ne
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individuò otto:
L’eroe: colui che compie un‟impresa;
Il falso eroe: chi si sostituisce all‟eroe con l‟inganno;
L’antagonista: l‟oppositore dell‟eroe;
Il mandante: colui che spinge l‟eroe a partire per la sua missione;
L’aiutante: colui che aiuta l‟eroe a portare a termine la missione;
Il donatore: colui che procura il mezzo magico;
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Clive S. Lewis, L‟ultima battaglia, in Le cronache di Narnia, trad. it. Chiara Belliti, Milano, Mondadori, 1993, p.
296.
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R.Callois, op.cit., pp. 21-22.
20
V.Propp, Morfologija skazki, Leningrad, Akademia, 1928.
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V.Propp, Morfologia della fiaba, Torino, Giulio Einaudi, 1966, pp. 85-86.
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