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Lo standard è semplicemente un documento tecnico che descrive
come una cosa è fatta, quali sono i materiali usati, le
caratteristiche del progetto, le condizioni di sicurezza o le
caratteristiche di performance di un prodotto.
Dunque è anzitutto informazione che può essere condivisa tra
persone e imprese. Si può anche affermare che uno standard
riduce la varietà dei dati da scambiare, codificando a priori dati per
unità interdipendenti.
Una prima classificazione degli standard è stata proposta da
Mintzberg (1979) :
- standardizzazione dei processi di lavorazione ,che attiene ai
contenuti,ai tempi e alle modalità di lavoro
- standardizzazione dei prodotti che si ha quando si specificano
determinate caratteristiche ,come la dimensione o il rendimento di
un dato prodotto
- standardizzazione delle abilità, quando ad essere specificate sono
le caratteristiche di chi compie il lavoro, in modo da raggiungere
una loro uniformazione.
Data questa primigenia differenziazione Mintzberg evidenzia quali
senza dubbio siano da assurgere a vantaggi derivanti
dall’assunzione di uno standard e li enuncia principalmente in due
tipi: riduzione dei costi di coordinamento in ogni situazione in cui
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esistano piu unità decisionali , riduzione dei costi di informazione
necessaria al collegamento delle unità stesse.
L’esistenza di interconnessione tra unità che agiscono in
interdipendenza ci fa parlare di economie di interfaccia o economie
di rete all’interno delle quali quanto è maggiore il numero degli
scambi tra unità che condividono gli stessi standard, tanto è
maggiore il risparmio che si ottiene dall’interconnessione delle unità
stesse. Tale processo è il fulcro e il cardine di ogni processo di
standardizzazione.
Storicamente tale tema è riferito e legato al modello di produzione
e di consumo ripetitivo e scientificamente organizzato che trova il
suo simbolo nella catena di montaggio e consumo di massa tipici
del fordismo. Possiamo dunque enucleare il concetto di
standardizzazione in base a due differenti significati : il primo ,
riconducibile al significato di inizio novecento, il secondo definito
post-fordista riferito alla teoria economica attuale e che ne
costituisce l’effettivo superamento.
Con il termine fordismo ci si riferisce dunque comunemente a un
insieme di regole riguardanti non soltanto l'organizzazione della
produzione (in particolare il ruolo della manodopera), ma anche gli
obiettivi dell'attività produttiva e le modalità di risoluzione dei
conflitti.
I metodi fordisti possono essere considerati una combinazione di
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alcuni elementi: l'organizzazione produttiva taylorista, la
meccanizzazione spinta dei processi produttivi (in seguito
all'introduzione della catena di montaggio) e la produzione di
massa. Da questi elementi è coniato il termine standardizzazione.
Dopo avere portato la produttività del lavoro e la produzione di
massa a livelli tali da elevare nettamente i redditi e da inondare il
mondo di beni e di servizi, il modello di produzione e di consumo
taylorista-fordista è entrato in crisi con gli anni settanta e da allora
evolve verso un modello chiamato per convenzione post-fordista. La
transizione è stata lunga e graduale ma caratterizzata e costituita
dal cambiamento tecnologico e recentemente, nella
microelettronica e informatica, dall’interazione di tecnologie come
standard , di cui elevata automazione e complessità di produzione
sono elementi a volte fondanti. L’aspetto più nuovo è
probabilmente l’integrazione orizzontale fra mercati, dimensioni e
tecnologie (definita convergenza) che accresce la reattività delle
imprese rispetto alle incostanze e alle turbolenze del mercato.
Questo capovolgimento di molte delle caratteristiche del fordismo
pone dunque al centro dell’analisi il ruolo di tecnologia adottata
come standard comune tra le imprese competitors.
In particolare l’impiego di standard in un sistema produttivo post-
fordista si differenzia rispetto al precedente modello per quattro
elementi fondamentali e che qui mi permetto di sintetizzare :
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- la standardizzazione non è definita con riferimento al prodotto
finito ma alle condizioni di uso delle risorse comuni cioè alla
condivisione e gestione dello standard all’interno di una rete o
sistema di imprese.
- la standardizzazione si realizza non più attraverso la
progressiva scomposizione di operazioni complesse in
operazioni più semplici ma alla diminuzione delle stesse grazie
alle nuove tecnologie.
- la specializzazione produttiva è perseguita in base al
potenziale di connessione presente nel sistema economico o
nella rete di imprese.
- ultimo elemento caratterizzante dell’epoca post-fordista
riguarda le modalità di affermazione e diffusione degli
standard, siano essi di carattere pubblico (standard de iure),
promossi da governi o organizzazioni internazionali ,messi a
disposizione da organizzazioni di imprese, siano essi privati
(standard de facto), diffusi da singole imprese per imporsi nel
mercato.
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Un campo particolare occupano gli standard inerenti a tecnologie
per l’informazione . In tali campi l’integrazione sempre più spinta
tra tecnologie informatiche e telecomunicazioni ha portato a una
ridefinizione di tali settori, tradizionalmente distinti; la separazione
verticale è andata scomparendo, per far posto a una
segmentazione orizzontale, in cui sono presenti soluzioni
tecnologiche integrate.
La standardizzazione di una tecnologia si impone quindi come
elemento essenziale per il funzionamento stesso di un mercato a
condizione che gli standard siano prodotti conformemente alla
domanda di mercato e che riesca a far convergere sullo stesso
piano tutte le parti interessate. Del resto i benefici della
standardizzazione di una tecnologia sono principalmente
sintetizzabili in questi elementi:
- incoraggia l’innovazione, spinge le imprese all’apertura e alla
competizione su nuovi mercati
- crea fidelizzazione e confidenza nel prodotto presentato come
novità.
- espande il mercato, decrementando i costi e aumentando la
competitività.
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- diminuisce o annulla la possibilità della dismissione di una
tecnologia da parte dei competitors.
1.2 Evoluzione e modelli di diffusione di uno standard
Pur con differenti modalità rispetto alle varie aree tecnologiche, è
comunque possibile riconoscere tratti comuni nell’evoluzione dei
modelli di standardizzazione, soprattutto nei settori
dell’informazione e delle telecomunicazioni. In contesti ICT infatti
abbiamo standard che si sono affermati per imposizione de iure
(paragrafo 1.1.4) e/o come il risultato di un processo formale di
definizione. Tale definizione di specifiche da parte di comitati e
organismi creati ad hoc ha portato in passato al successo evidente
ad esempio di linguaggi di programmazione e tecnologie di
cablaggio fisico delle reti.
Le fasi iniziali di formazione dei settori ICT ,databili all’incirca tra la
fine degli anni ’50 e la fine degli anni ‘60, hanno conosciuto precisi
sentieri di affermazione degli standard:
- definizione formale di strumenti di compatibilità :
negli anni sessanta la necessità di costituire strutture per lo
sviluppo tecnologico e l’esigenza di mettere a disposizione
strumenti comuni di produzione ha visto la formazione di
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comitati di standardizzazione formale. Questi hanno
inizialmente concentrato la loro attività sulla definizione delle
caratteristiche degli elementi costitutivi del modello
tecnologico. L’attenzione è stata rivolta alla definizione di
specifiche relative ai requisiti dei componenti strutturali, quali
ad esempio le modalità di trasmissione dei dati, caratteristiche
dei sistemi di cablaggio, dei sistemi di connessione e di altri
dispositivi fisici, attributi dei protocolli di trasmissione tra
elaboratori centrali e periferiche.
Per quanto riguarda i suddetti linguaggi di programmazione,
questi rivestivano un’importanza strategica nel modello di
impiego delle ICT di quel periodo perché da una parte
costituivano una delle poche piattaforme comuni di
distribuzione ,condivisione, trasmissione delle informazioni e
dall’altra un modo per poter realizzare economie di scala.
- affermazione de facto di architetture fisiche: il contesto di
nascita e formazione del mercato ITC era caratterizzato da un
particolare insieme di condizioni. Il mercato era estremamente
concentrato sul lato dell’offerta, con la presenza di un ridotto
numero di produttori, in primo luogo a causa dei costi
esorbitanti in ricerca e sviluppo, in secondo luogo solo un
numero esiguo di competitor poteva permettersi l’acquisto di
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elaboratori. Lo scarso sviluppo raggiunto a causa delle
caratteristiche del mercato hanno portato all’affermazione
di un ridotto insieme di modelli tecnologici, che si sono
imposti in virtù del controllo esercitato dalle poche imprese
produttrici. Esempi di tale modello di standard sono costituiti
dalla formazione e creazione di architetture di mainframe
nel settore degli elaboratori. A tutt’oggi tale segmento è in
gran parte coperto dalle soluzioni IBM sia per quanto concerne
la vendita, sia la manutenzione e la fornitura di beni accessori.
Alla fine degli anni settanta il mercato inizia a frazionarsi dato che i
costi di produzione si abbassano e vengono utilizzati nuove
architetture di calcolo. I nuovi sistemi di elaborazione sono
accompagnati dalla comparsa di nuovi produttori, dall’allargamento
della domanda e la nascita della figura di nuovi utenti quali i privati
non più soltanto le grosse imprese. In questo periodo le modalità di
affermazione degli standard tecnologici è caratterizzata da
particolari modalità:
- comparsa dei sistemi aperti : gli anni settanta sono
caratterizzati dunque da un nuovo modello di formazione degli
standard. I sistemi aperti sono caratterizzati dalla presenza di
specifiche tecnologiche pubbliche, cioè dalla libera disponibilità
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dei dettagli realizzativi delle piattaforme hardware e
software. Il primo esempio di tale fenomeno è stato il sistema
operativo Unix, un software per la gestione di elaboratori di
medie dimensioni. Il programma non ha subito all’epoca
restrizioni in termini di protezione della proprietà intellettuale
che caratterizzavano prodotti analoghi (e in questo è lampante
la somiglianza con l’esperienza del DVB-H come si vedrà in
seguito) e ha goduto dei vantaggi connessi alla distribuzione
gratuita presso enti di ricerca e università. Questo successo
iniziale, unitamente a facilitazioni connesse al modello
distributivo, hanno portato alla formazione di consorzi fra le
imprese per la standardizzazione e tentativi di definizione di
standard formali. Altro esempio pregnante di questo modello
basato sui sistemi aperti è la famiglia dei protocolli TCP/IP : la
massiccia diffusione di quest’ultima è sicuramente dovuta in
parte alla mancanza di vincoli sulle specifiche tecnologiche,
non coperte da diritti e quindi pubblicamente disponibili.
Questo aspetto della gratuità è critico nella determinazione del
successo di uno standard tecnologico e nel caso specifico del
DVB-H ne ha favorito l’ascesa a discapito di tecnologie
concorrenti.
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- Standardizzazione delle aree software: l’affermazione
dell’elaboratore personale (PC) nel mercato degli users privati
e il rallentamento dello sviluppo di nuove architetture per gli
elaboratori hanno gradualmente spostato il fulcro delle attività
di standardizzazione verso le aree software. Gli obiettivi si
sono concentrati per rendere possibile la comunicazione e
l’interazione tra utenti e sugli applicativi quali strumenti di
scambio e connessione tra utilizzatori anche di differenti
piattaforme hardware. La diffusione di mercato ,in questo
caso, è cominciata dal basso, con il consolidamento e
l’affermazione dei sistemi operativi e delle applications come
standard. Viceversa in questi casi il contributo formale si è
rilevato solo in ambiti marginali come le interfacce grafiche
per elaboratori medio-grandi. La costante di questo tipo di
standardizzazione è dunque la preponderante presenza della
diffusione dettata dalle regole di mercato, con settori
evidenziati da fasi iniziali di turbolenza ed espansione rapida.
Alcuni affermati grazie a standard proprietari altri gratuiti.
- Standardizzazione delle architetture di rete: si è imposta
recentemente e l’esempio lampante è sempre il protocollo
TCP/IP di Internet. In effetti il segmento dei protocolli di rete
si sta lentamente ma inesorabilmente orientando verso questo