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INTRODUZIONE
Il presente lavoro ha ad oggetto il tema della Green Economy, in particolare indaga su
possibili approcci strategici da parte delle imprese al tema ambientale, tali da garantire
una gestione che sia sostenibile sotto il duplice punto di vista economico ed ecologico.
La recente crisi economica avuto inizio nel 2007 negli Stati Uniti, con ripercussioni ne-
gative a livello mondiale, frutto di un‟offerta esasperata connessa alle speculazioni fi-
nanziarie ha sollevato grandemente il tema etico dell‟economia, dunque di una sosteni-
bilità della stessa. Il presidente americano Barack Obama, come reazione, ha aperto me-
glio di tutti, il dibattito sulla Green Economy come nuovo motore al rilancio
dell‟economia, ed vi ha destinato un investimento di 80 miliardi di dollari, e non si può
negare che questo sia stato uno dei motivi per i quali gli sia stato assegnato il premio
Nobel per la pace nel 2009. In termini di investimento, meglio fa solo la Cina, stanzian-
do 230 miliardi e assumendo così il ruolo di primo investitore al mondo, seguono Ger-
mania (14miliardi), Giappone (12 miliardi), Francia (7 miliardi), Canada (3 miliardi),
Australia e Gran Bretagna (2 miliardi) e Italia con un miliardo. Tali investimenti favori-
scono una rapida crescita del settore con conseguenti ripercussioni positive sulla crea-
zione di nuovi posti di lavoro, coniati green jobs, e motivano pubblicazioni sul tema
come questa.
Le risorse del pianeta sono in corso di annientamento e saccheggiamento, fino al punto
di scarsità delle stesse, il biologo E. O. Wilson (1992) denuncia la scomparsa di 100
specie viventi al giorno in quello che lui chiama “ecocidio”. L‟economia tradizionale
non fornisce alcuno strumento per contrastare o quantomeno affrontare la questione
ecologica. Le condizioni naturali globali, come il clima, stanno cambiando e divenendo
sempre più ostili ed impegnative per l‟umanità, ciò si manifesta con cicloni, uragani, ti-
foni, alluvioni, tsunami ed ondate di calore. I costi dei danni dovuti ai cambiamenti cli-
matici, sono previsti dalle Nazioni Unite ad una cifra di 150 miliardi di dollari l‟anno. Il
recentissimo gravoso terremoto che ha colpito il Giappone l‟11 marzo 2011, scaturendo
uno tsunami ed il danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima con relativo ri-
lascio di vapore radioattivo, sollevano nuovamente e riaprono in maniera urgente il bi-
sogno di ripensamenti in merito a come sia andato evolvendo e consolidandosi, per la
maggiore, il rapporto tra l‟uomo e il mondo naturale. Come emerge dal lavoro presenta-
to, la Green Economy dalle radici variegate ed eclettiche, con il suo approccio olistico
ed una prospettiva di lungo termine ci offre gli strumenti per ripensare questo rapporto,
avendo come obiettivo il ristabilimento di un vero “equilibrio planetario” a vantaggio
per, e tra gli individui, i popoli, i generi, la specie non umana, la natura del pianeta e
della biosfera.
Il percorso analitico del presente lavoro di tesi sperimentale trova sviluppo in quattro
capitoli.
Il primo è volto all‟inquadramento del tema della Green Economy, fornendone una de-
finizione ampia che parte dalle sue origini, ne spiega l‟eclettismo e le scienze che essa
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incorpora per fornire una prospettiva olistica e di lungo termine, indaga i motivi
dell‟inappropriatezza di un approccio economico tradizionale e spiega quelli favorevoli
all‟adozione di una prospettiva verde. L‟analisi seguirà riportando alcuni dati sul peso
economico attuale dell‟Economia Verde evidenziandone alcuni possibili scenari evolu-
tivi. In tal proposito ciò che emerge da questo lavoro è che il settore può essere conside-
rato in rapida crescita, la percentuale di fatturato e il numero degli addetti in esso ope-
ranti sono in un costante crescendo, oltretutto reggendo molto bene nell‟attuale periodo
di crisi economica, ciò ci porta a poter consigliare alle imprese ancora non attente al
tema ambientale, di verificare la loro possibilità di accesso a questo business. Prenden-
do come riferimento il sistema Paese, o il sistema Comunitario Europeo, le nostre dedu-
zioni non differiscono, gli investimenti destinati in questo settore dovrebbero aumenta-
re, come anche la predisposizione di strumenti studiati su misura per le PMI, ciò per-
metterebbe di sostenere il confronto con i paesi grandi investitori, evitando le altrimenti
inevitabili delocalizzazioni, ed anzi favorendo investimenti diretti esteri.
Proseguendo con la trattazione verrà affrontato il concetto di Economia Sostenibile nel-
le sue condizioni di uso delle risorse a livelli tali da garantire lo svolgimento delle fun-
zioni ambientali e un equo accesso ai beni della terra da parte delle generazioni presenti
e future. Considereremo il rapporto tra sostenibilità ambientale e competitiva, forniremo
gli indicatori per lo sviluppo sostenibile e faremo luce sulle ragioni di ordine competiti-
vo, reddituale e sociale che spingono le imprese ad impegnarsi per la sostenibilità. Il ca-
pitolo si chiude spiegando lo stretto legame vigente tra innovazione e sviluppo sosteni-
bile e analizzando quattro principali modelli di gestione, a livello organizzativo, della
variabile ambientale, quali: modello manageriale avanzato, modello manageriale adatti-
vo, il modello manageriale delle buone intenzioni e il modello manageriale passivo. Ciò
che emerge è che solo una visione statica del mercato nella quali le imprese operano
può far pensare all‟ambiente come un costo, approcciando infatti una prospettiva dina-
mica la questione ambientale assume la veste di strumento per il successo. In tale ottica
vengono favorite imprese con un modello manageriale avanzato, ovvero con un atteg-
giamento pro-attivo verso la sostenibilità ambientale.
Il successivo secondo capitolo, dedicato agli strumenti per un approccio strategico
all‟Economia Verde, prende in esame il modello dell‟Eco-Eco Management proposto
da A. Koundate e G. Samaritani come modello di approccio innovativo per la società
del ventunesimo secolo, considerevole dell‟aspetto Economy così come dell‟aspetto
Ecology, e del modo migliore per realizzare il loro binomio. Ciò che emerge è che
l‟architettura dell‟Eco-Eco Management, in maniera sistemica, fornisce un approccio
olistico al tema della gestione eco-eco sostenibile, affrontando nella sua visione
d‟insieme i seguenti aspetti: i temi ambientali e l‟eco-eco management, i sistemi di ge-
stione ambientale (SGA), l‟Eco factory, l‟Eco design, approvvigionamento green ed eco
logistica, l‟eco business e la comunicazione ambientale. Successivamente si è giunti a
proporre un‟estensione a questo modello, che abbraccia il Green Marketing secondo una
prospettiva olistica e che ci permetta di definire il più possibile con chiarezza le basi
sulla quali si fonda la percezione del valore che il cliente ed i principali stakeholders
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hanno verso il sistema di prodotto offerto. Ci si è inoltre spinti ad un‟estensione del
classico modello delle 4P del marketing mix, fornendone un nuovo a 5P del green mar-
keting mix, dove la quinta P sta ad indicare “Pollution”.
Nel terzo capitolo trovano ampia trattazione i temi degli strumenti di gestione ambienta-
le (SGA) quali EMAS e ISO 14001, ad essi si collega la parte dedicata agli strumenti
informativi destinati a supportare l‟attività di governo e a comunicare all‟esterno i risul-
tati prodotti. In particolare ci riferiamo al ruolo del rendiconto ambientale, nella veste di
strumento informativo cui è riconosciuta la duplice valenza interna/esterna. Dallo studio
emerge l‟importanza del rendiconto ambientale come strumento per accrescere il valore
delle risorse immateriali basate sull‟informazione, intese queste ultime come patrimonio
di conoscenze e di competenze distintive, nonché del suo importante ruolo assolto verso
la gestione aziendale, con particolare riferimento alla sua capacità di rilevazione dei co-
sti ambientali. In merito a questo aspetto risulta auspicabile per il futuro una forma con-
divisa per la determinazione dei costi ambientali, tale da creare standard di riferimento e
facilitare un confronto ponderato da parte del mercato. In merito ai SGA, e specificata-
mente alle attività per l‟adeguamento ISO 14001, c‟è da dire che, come risulta dalla stu-
dio, esse non garantiscono una vera presa di coscienza verso il tema ambientale, infatti
alle volte possono presentarsi come delle “scatole vuote”.
Il quarto ed ultimo capitolo offre una guida, secondo il programma ECAP (programma
europeo di assistenza alla conformità ambientale) alle PMI che intendano o che si veda-
no costrette ad affrontare la questione ambientale. Questo aspetto assume una rilevanza
ragguardevole se si considera che le PMI nell‟Unione Europea costituiscono circa il
99% delle imprese. Come emerge dallo studio l‟ECAP agisce per snellire le procedure,
favorendo sistemi di gestione ambientale su misura, attuando finanziamenti mirati, svi-
luppando competenze e agendo sulla comunicazione. Il servizio reso da questo ente ri-
sulta di decisiva rilevanza e se considerato assieme al fattore finanziamenti governativi
al mercato green, aiuta a creare le condizioni affinché le imprese comunitarie possono
realmente competere in un mercato globale. Si è giunti a considerare anche la formazio-
ne di distretti green, o comunque forme associative, come potrebbero essere le coopera-
tive tra imprese sensibili al tema ambientale, che facilitino e stimolino la collaborazione
tra di esse, favorendo l‟accesso e lo sviluppo di “conoscenza verde”, e che creino delle
basi finanziarie più solide e competitive.
Il seguito del lavoro indaga il tema della Green Home come strumento per l‟edilizia sostenibi-
le, specificandosi maggiormente in merito al ruolo assunto dalle case in legno, fornendone
qualche dato di mercato, per poi affrontare il caso aziendale presso ENERGESCO, società
italiana operante nel settore delle energie rinnovabili, la quale dal 2008 ha messo a punto un
progetto BIOCASA. Stando ai dati del III rapporto sul solare del 2010, è stato interessante no-
tare come da parte delle persone ci sia ancora una bassa correlazione tra il concetto di green
economy e quello della bioedilizia. Questo ci porta a affermare, che molto deve ancora essere
fatto in questa direzione sotto il punto di vista comunicativo, sollecitando ancor più un settore
che è risultato essere in rapida crescita, almeno per quel che riguarda il mercato italiano.
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CAPITOLO PRIMO
GREEN ECONOMY ED ECONOMIA SOSTENIBILE
1.1 Green Economy
La Green Economy o Economia Verde, posiziona l‟economia entro un termine molto
ampio, un contesto olistico della realtà come parte della natura che incorpora ed esalta
la differenza, la diversità, l'equità ed include in essa i concetti di società e di comunità.
Tutti i processi economici ed i sistemi sono progettati per lavorare come parte ed entro i
limiti della natura, piuttosto che conquistarla. La sua definizione è che l'economia gesti-
sce semplicemente il soddisfacimento dei bisogni. Più specificamente, i suoi obiettivi
sono quelli di fornitore per le esigenze di reciproca sopravvivenza e di sostenibilità a
lungo termine per il pianeta, la natura e tutti i suoi cittadini come beneficiari, muoven-
dosi in un contesto dinamico che ha come scopo l‟innovazione. La sua filosofia è quella
di gestire l'economia per la natura, piuttosto che come al solito gestire l‟ambiente al ser-
vizio del business, ribaltando la prospettiva di dipendenza.
La Green Economy vuole combinare le scienze economiche alle scienze ambientali,
ampliando la gamma di conoscenze rispetto ad altre scuole economiche. Vuole quindi
fornire un impulso significativo verso il completamento e la modernizzazione delle
convenzioni e le idee economiche. In questo modo essa porta all‟economia una prospet-
tiva di lunghissimo periodo, agganciata ad una ampia gamma di valori, includenti la ca-
pacità di sopravvivenza, la sostenibilità, un senso di comunità, una valutazione globale
del sociale e della giustizia ambientale tra le persone, le specie animali, il pianeta e la
biosfera. (Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heine-
mann).
1.2 L’innovazione della Green Economy
L‟Economia Verde si distingue in sei vie basate su idee molto antiche, evolutesi grazie
all‟influenza di tutta una gamma di pensieri più recenti. Queste vie sono:
le idee illuministe della ragione, dell'immaginazione e della memoria (Jevons 1871;
Walras 1874-7);
la teoria critica (Habermas, Marcuse, Adorno e Horkheimer);
le idee sulla struttura e le istituzioni (Veblen, Foucault, Gramsci);
alcuni concetti postmoderni (Derrida e Soja);
teorie femministe (Kuiper e Nelson);
le idee dell'ecofemminismo (Salleh, Mies e Mellor).
Queste basi consentono alla Green Economy di esaminare la realtà con uno sguardo
multidisciplinare, olistico, e a lungo termine, tenendo nonché conto degli aspetti politici
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e sociali. La gamma offre l'opportunità di valutare l'economia all'interno delle scienze
naturali e delle scienze sociali. Riorienta gli approcci modellandoli in modo che siano
congruenti con i processi delle scienze naturali e sociali. La gamma porta in particolare
all'interno dei confini dell‟economia politica, sentimenti morali ed etici.
L'obiettivo dell‟Economia Verde è quello di creare una nuova disciplina che operi per il
beneficio di tutte le persone in ogni luogo, per il pianeta, la biosfera, le specie non uma-
ne, la natura e le altre forme di vita. L‟Economia Verde integra idee e teorie, progettate
per aiutare a porre fine alle cause sistemiche e istituzionali di disuguaglianza e di pover-
tà.
Ci vuole dunque un approccio globale, che promuova l'imparzialità, l‟equità, la parteci-
pazione, la libertà, la democrazia, la giustizia sociale e che abbia come fulcro
l‟ambientale come. Piuttosto che limitarsi a lavorare per gli individui (e le loro prefe-
renze), o verso le richieste delle potenti corporazioni private, essa sta sviluppando un
nuovo mix di esigenze e diritti che garantiscano una sostenibilità a lunghissimo termine,
la capacità di sopravvivenza, il benessere e la felicità per tutte le persone, sempre entro i
limiti ed il rispetto della natura. (Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M.
Kennet and V. Heinemann).
1.3 Problemi significativi e in aumento trattati dalla Green Economy
Si prevede che l‟instabilità climatica creerà condizioni senza precedenti per la società,
così come la abbiamo costruita, mettendone a rischio la sopravvivenza della stessa e
della nostra specie. L‟economia tradizionale tende a limitare la sua attenzione, verso
preoccupazioni che siano di breve termine. La Green Economy, con i suoi principi pre-
cauzionali, lavora per prevenire i prevedibili effetti negativi sulle persone, la natura ed i
fattori, nella più ampia gamma possibile di costi (prescindendone la provenienza).
L‟Economia verde è in grado di fare ciò, anche perché è intrinsecamente più in linea
con le scienze naturali e molti dei suoi praticanti sono formati in tale campo, nonché in
quello dell‟archeologia e dell‟economia. Come conseguenza essa adotta una visione in-
tegrante degli eventi a lungo termine, dell‟equità intergenerazionale e dei diritti delle
generazioni future. Non sorprendentemente, la Green Economy sostiene fortemente la
necessità per ogni generazione di lasciare una riserva adeguata di risorse ed un pianeta
abitabile. L‟economia convenzionale è ancora troppo legata a preoccupazioni di prezzo,
di profitto, di crescita economica dalla prospettiva dei proprietari della produzione e non
rispetto ai lavoratori.
La metodologia dell‟Economia Verde porta inoltre nuove prospettive agli strumenti
economici convenzionali, sia in termini di tempo che di spazio. Questo nuovo contesto
permette di rivelare, districare e svelare i rapporti di potere e gli interessi costituiti nel
nuovo mercato globale. La logica propria dei sostenitori della Green Economy è produ-
zioni locali per bisogni locali, il riutilizzo, la riduzione, la riparazione e possibilmente il
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riciclaggio piuttosto che l‟espansione globale delle società. Così la saggezza e l‟olismo
sono reintrodotti nella risoluzione dei problemi economici.
L‟approccio alla natura viene completamente rivisto. Secondo Goldsmith (2005)
l‟economia ha bisogno di attenersi alla capacità della natura, ed al momento molti dei
suoi sistemi, sono così sovraccarichi dall‟impatto delle attività economiche umane che
non può continuare così. È tempo di “Riscrivere l‟Economia” (Goldsmith 2005) per il
benessere dell‟uomo e del mondo naturale, e che si accettino i limiti imposti dalla terra.
Questa nuova razionalità e saggezza conduce ad un‟economia dell‟aumento
dell‟abbondanza com‟è prodotta in natura, piuttosto che un‟economia della scarsità. I
problemi attuali più urgenti sono raggruppati in quattro categorie principali, con i relati-
vi vantaggi di un approccio economico Green. Le citate categorie riguardano le aree:
Ecologica/Economica, Intellettuale, Politica e Morale. (Int. J. Green Economics, Vol. 1,
Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heinemann).
1.3.1 Ecological/Economic – Eco
È sempre più evidente che le risorse del pianeta sono in corso di annientamento (Gold-
smith 2005), saccheggiamento (Gruhl 1975), ad un tasso tale che anche gli osservatori
economici tradizionali stanno iniziando accettare l‟idea che i liberi input provenienti
dalla natura, cesseranno presto di essere disponibili. C'è un consenso crescente che le
condizioni del mondo naturale, così a lungo considerate come abbondanti e disponibili
per essere perquisite, stiano divenendo scarse, Broswimmer (2002). Egli cita l'illustre
biologo E.O.Wilson, (1992) che ha osservato la scomparsa di 100 specie tutti i giorni,
ed indaga sulle basi sociologiche ed economiche di quello che lui chiama "ecocidio"
(Broswimmer2002). Egli mostra come questa costituisca la quarta estinzione di massa
della storia della terra (le prime tre sono, Permiano 250 milioni di anni fa, Paleozoico
200 milioni di anni fa e l‟era dei Dinosauri 65 milioni di anni fa). Broswimmer sostiene
che la mancanza di partecipazione democratica in ambito economico sta alla base della
possibilità che l‟Homo sapiens sapiens possa essere una specie con una longevità infe-
riore a quella dell‟era mesozoica (2002 Broswimmer). L‟economia tradizionale non for-
nisce alcuno strumento per contrastare o quantomeno affrontare la questione ecologica.
Allo stesso modo, le condizioni naturali globali, come il clima, stanno cambiando e di-
venendo sempre più ostili ed impegnative per l‟umanità. La nostra “civiltà” e le nostre
globalizzate neoclassiche attività economiche, sono quindi economicamente vulnerabili
a tali effetti, che includono la maggiore intensità e gravità dei cicloni, degli uragani (l'u-
ragano Andrew costo di 16.000 milioni di dollari), dei tifoni, le alluvioni, gli tsunami e
le ondate di calore, come in Francia nel 2004, con 14.800 decessi (Brown 2004: xxv).
Aumenti di anidrite carbonica di origine antropica, la CO2 è salita dalle 316ppm (parti
per milione) del 1958 alle 369 del 1998, porterà ad un riscaldamento della temperatura
terrestre compreso tra 1,4 e 5,8 gradi entro il 2100 (Maslin 2004). I costi dei danni do-
vuti ai cambiamenti climatici, sono previsti dalle Nazioni Unite ad una cifra di 150 mi-
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liardi di dollari l‟anno entro il 2010 (Brown 2004). A tale riguardo si è espresso
l‟Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo consulente intergovernativo sul
mutamento climatico, IPCC), il più grande gruppo di scienziati che abbiano mai lavora-
to sul problema, esprimendo nel suo rapporto del 1997 note negative e preoccupanti in
merito ai cambiamenti climatici, specificatamente alla temperatura atmosferica ed al li-
vello delle acque (previsto innalzamento delle acque marine fino ad 88cm entro il 2100)
(Maslin 2004). Questo tipo di dati sono molto importanti per le teorie economiche e co-
stituiscono degli elementi di prova sul fatto che il nostro sistema economico deve dun-
que adattarsi ad operare entro una “capacità di carico adeguata” della terra, consideran-
do inoltre che il saldo dei beneficiari deve considerare sia la specie umana, la natura e le
specie non umane. La Green Economy affronta queste domande e rincorpora
l‟economia all‟interno di strutture ecologiche e sociali. Pertanto de-mercifica la società
e la natura (Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heine-
mann).
Domanda e offerta
La Green Economy riformula inoltre i concetti della Domanda e dell‟Offerta. Secondo il
Worldwatch Institute (Brown 2004), l‟aumento della domanda attualmente è stimolato e
promosso dalla logica neoclassica dell‟economia, e si manifesta nella forma di sovra-
consumo nei paesi più ricchi, quali contribuiscono direttamente alla nostra incapacità di
vivere entro le citate capacità di carico della natura. La Green Economy afferma che
questa stimolazione dei consumi e dei consumatori è decisamente irresponsabile, e ri-
formula dunque il concetto di domanda nella riduzione dei consumi, senza che essi ven-
gano stimolati, e portando nell‟offerta una dose di realismo (Kennet 2004; Scot Cato
and Kennet 1999). Realismo rappresentato dalla distribuzione di trasparenza, equità, e
complessità incorporando costi ed impatti umani, sociali ed ambientali. L‟Economia
Verde nelle sue analisi riguardanti la supply chain, considera le dinamiche all‟interno
della distribuzione associata e nei rapporti con gli stakeholder volendone conferire reci-
procità, etica, complessità, località, diversità e trasparenza (Kennet 2004, 2005).
La parola greca “Oikia” o casa, è la radice sia della parola economia che ecologia. La
crescita economica, il progresso e lo sviluppo sono nella Green Economy, misurati da
indicatori che li descrivono come forme di imitazione della “creazione”
dell‟abbondanza della natura, e non come “annientamento” delle risorse della stessa
(Goldsmith 2005). Il profitto, i prezzi, i mercati e la concorrenza vengono considerati
come fattori accessori, piuttosto che come driver del sistema economico. L‟Economia
Verde tratta come “utenti” le persone (non la forza lavoro), il pianeta, la natura, le spe-
cie non umane e la biosfera, e non come uniche risorse o fattori economici di produzio-
ne.
Questa nuova disciplina si basa sul principio che i bisogni delle persone e dei sistemi
naturali devono essere soddisfatti simultaneamente, e questo non solo per necessità eco-
nomiche. Lo scopo dei prodotti è quello di soddisfare le esigenze e non di aumentare il
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potere delle persone, delle aziende o degli Stati, il che significa rendere essenziali anali-
si a livello politico ed istituzionale. L‟industrialismo globale secondo Dobson (2005)
viene guardato con sospetto. Il significato e il benessere derivante dal valore dei prodotti
viene messo in discussione, così come la loro trasformazione in forme di identità e, so-
prattutto, la loro necessità. Il gigantismo e la globalizzazione sono visti come agenti di
oppressione.
L‟equilibrio non dovrebbe più solo riflettere il prezzo, bensì riguardare il vantag-
gio/svantaggio, gli impatti e gli effetti in termini politici, sociali, morali ed ecologici. In
questo modo, la Green Economy agisce come filtro per altri sistemi, senza però cercare
di imporre un sistema o uno stile globale, come nel capitalismo marxiano, ma piuttosto
sostiene la diversità e propone una analisi Verde per ogni situazione (Int. J. Green Eco-
nomics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heinemann).
1.3.2 Intellettuale
In secondo luogo, molti praticanti dell‟economia convenzionale sono delusi e critici
verso la disciplina abbracciata, Medena e Samuels (1996) e Omerod (1994) “ Il soggetto
è diventato così oscuro che anche gli economisti che ne aderiscono si lamentano della
sua povertà intellettuale”, dice Kitson (2005) nel Cambridge Journal of Economics. So-
no alienati, e poco convinti dai risultati generati dai modelli economici principali, ed os-
servano che il loro lavoro ha un rapporto troppo labile con “il mondo della vita reale”, o
verso questioni filantropiche (Kitson 2005), ed il disaccordo è in crescita. Tuttavia
l‟insurrezione disciplinare è rara a causa dei limitati progressi professionali che solita-
mente seguono l‟azione ribelle (Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M.
Kennet and V. Heinemann).
Lungo termine
L‟economia verde ha una visione molto più a lungo termine rispetto ai cicli di business
a breve, tipici dell‟economia neo-classica. Le generazioni future non devono essere
svantaggiate dalle estinzioni di massa e dai cambiamenti climatici attualmente in corso.
Il tema dell‟equità intergenerazionale è affrontato da scrittori quali Chit Chong e Priscil-
la Alderson (2006). Invece di mobilitare le risorse del pianeta a sostegno della natura
umana, la Green Economy vuole mobilitare le risorse del genere umano, a sostegno del
pianeta. Ciò postula una revisione dei nostri attuali sistemi di valori, dei paradigmi so-
ciali e della cultura del consumo (Myers, 1985). Harrison (1992) sostiene che si potreb-
be desiderare di essere ricordati come la generazione che ha fatto la differenza, conci-
liando le esigenze delle perone e delle altre specie presenti e future, invece che creare
dei monumenti di rifiuti. La Green Economy prende una prospettiva a lunghissimo ter-
mine, dal lungo termine passa attraverso l‟antropologia, l‟archeologia e le scienze am-
bientali, usando questa conoscenza per filtrare le sue analisi del processo decisionale
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economico (Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heine-
mann).
Olismo
Leonardo da Vinci (1452-1519) riteneva che esso fosse importante per comprendere le
connessioni tra l '"arte della scienza" e la "scienza dell'arte". La sua tesi era che il suo
successo in un campo era dovuto alla sua comprensione di come gli altri campi opera-
vano, in particolare l‟anatomia e l‟arte.
La scienza nel 20 ° secolo si rese conto che tutto era interconnesso. In particolare il la-
voro di Lorenz (1996) che ha indicato che mentre una farfalla batte le ali a Pechino, po-
trebbe essere iniziata una tempesta dall'altra parte del mondo. Questa è stata la chiave
per la nascita della New System Theory. L‟olismo indirizza e collega tradizioni che so-
no estranee l‟una all‟altra. Non ha alcun desiderio di essere centralizzato, sovra organiz-
zato o gerarchizzato.
L‟Economia Verde ed il suo sviluppo, rappresentano ad oggi uno degli approcci eco-
nomici più olistici e multidisciplinari che il mondo abbia mai visto. Non c'è nessuna at-
tività umana, nessuna parte del pianeta, che non sia di interesse alla Green Economy, è
la vera economia di interconnessione.
Come Harrison (1992) ha sostenuto, "Le esigenze dell'ambiente si presenteranno all'u-
manità con la sfida di abbattere la compartimentazione delle conoscenze”. L‟Economia
Verde “potrebbe diventare la scienza generale comprendente tutte le altre. Essa vuole
infatti favorire la realizzazione della visione di Harrison, di una scienza globale delle in-
terazioni umane, sia tra loro che attraverso un sistema economico ed ambientale, coniu-
gando studi socio-economici e tecnologici con l‟analisi dinamica dell‟ambiente fisico.”
(Int. J. Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heinemann).
Atteggiamenti verso la scienza
L‟economia tradizionale si avvale di una serie di positivi e moderni strumenti, per pro-
durre una semplice e precisa logica desiderata, che è vitale per un‟immagine del mondo
stabilita per essere la base del pensiero economico. Ma questa non è necessariamente,
una fedele rappresentazione della realtà. Ridurre la realtà tramite l‟applicazione di con-
cetti matematici semplificati, sembra rendere il mondo più preciso di quanto non lo è ef-
fettivamente. Commoner (1971) ha avvertito come la moderna tecnologia ha accentuato
gli “assalti in materia di ambiente, creando un debito verso la natura che potrebbe sfo-
ciare in un collasso dell‟ecosistema”. “La moderna tecnologia amplifica gli effetti
dell‟uomo sull‟aria, l‟acqua ed il cibo accumulando immondizia e cianfrusaglie”.
L‟Economia Verde aggiunge il ragionamento e la descrizione verbale ai metodi quanti-
tativi usati per riflettere le interconnessioni del mondo. Può sembrare che essa rifiuti i
metodi scientifici che sono più precisi e convenzionali nella loro struttura. Ma è vero il
contrario. I risultati della scienza, ad esempio nel campo dei cambiamenti climatici, ten-
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dono a sostenere che la metodologia e le analisi Green sono anch‟esse per metà basate
su dati scientifici.
L‟economia tradizionale a dispetto del fatto che stia utilizzando metodi quantitativi sta
producendo risultati che contraddicono intuizioni di altre scienze. È incentrata su
un‟ipotesi di crescita infinita, e sulla convinzione che presunte innate e non influenzabili
le preferenze dei consumatori dovrebbe informare le decisioni del fare economico. Di-
venta sempre più evidente che questo è in contraddizione con le scoperte scientifiche
degli ecologisti (in particolare esperti dei cambiamenti climatici) e degli psicologi, per
quanto concerne i consumi.
La Green Economy si propone come scienza olistica, interdisciplinare, naturale e socia-
le, che sceglie gli strumenti adatti per ogni problema, dalla sua ampia cartella delle me-
todologie.
È un‟economia che può accettare ed integrare differenti posizioni sulle grandi idee del
mondo come quelle presenti nel New Scientist (Dawkins, 2005) il Big Bang,
nell‟Evoluzione, nella Meccanica Quantistica, nella Teoria del Rischio, nella Nuova
Teoria sui Sistemi, nella Relatività, nel Mutamento Climatico e nella Tettonica.
L‟Economia Verde fondamentalmente incorpora le idee del progresso nel pensiero
scientifico e nelle metodologie scientifiche. È aperta e pronta ad esplorare le nuove idee
che cambiano radicalmente la nostra prospettiva.
La Green Economy da sola combina un approccio basato sulle scienze scientifiche e so-
ciali. La “scienza” non è affatto econometria o economia matematica, piuttosto è una
scienza naturale, scienza ecologica e sociale. L‟economia neoclassica ha abusato di
un‟interpretazione stretta del Darvinismo per giustificare il capitalismo, per aumentare il
potere del più forte e più “adatto” e per preservare le ineguaglianze.
L‟Economia Verde sfida il riduzionismo e la presunta obiettività dell‟economia tradi-
zionale. Questo ordine del giorno tende a privilegiare il capitalismo come uno stile spe-
cifico per eseguire l'economia, e la supremazia delle soluzioni di mercato non rettificate
a scapito dei bisogni delle persone.
La salute ambientale, la scienza e l'ecologia sono state influenti nella formazione della
Green Economy. Busby (1995) e Lawson (1996) sono stati i più efficaci illustratori nel
loro trattamento circa i costi dell‟energia nucleare e del mutamento climatico (Int. J.
Green Economics, Vol. 1, Nos. 1/2, 2006, M. Kennet and V. Heinemann).
1.3.3 Politico (strutturale/istituzionale)
In terzo luogo, le società multinazionali, sono spesse volte più potenti di molti Stati na-
zionali, ma le loro attività sono inesplicabili, come nel caso della Shell presso le terre
Ogoni in Nigeria. Sempre più si sostituiscono ai decisori pubblici privatizzando e an-
dando a controllare importanti beni pubblici, compresa la proprietà del servizio di rifor-
nimento idrico. Bakan (2004) descrive le imprese come entità psicopatiche nel loro in-
seguimento del profitto e del potere. Come sostenuto da Tsakalotos (2005) politicamen-