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CAPITOLO 1
Il cambiamento climatico
1.1 Cambiamento climatico come crisi incombente
Il clima, come da definizione dell’enciclopedia online Treccani
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, è “il complesso
delle condizioni meteorologiche (temperatura, pressione atmosferica, umidità, ecc.)
che caratterizzano una regione o una località relativamente a lunghi periodi di
tempo, e che sono determinate, o quanto meno influenzate, da fattori ambientali
(latitudine, altitudine, ecc.). Invece, la definizione di cambiamento climatico
"indica un cambiamento del clima che è attribuito direttamente o indirettamente
all'attività umana che altera la composizione dell'atmosfera globale e che si
aggiunge alla variabilità climatica naturale osservata in periodi di tempo
comparabili” (United Nations Framework Convention on Climate Change, 1992)
5
.
Il cambiamento climatico è una delle più grandi e pericolose minacce per noi stessi
e il mondo per come lo conosciamo. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo
dopo secolo, ci troviamo a vivere in un pianeta affaticato, sporco, privo di energie
e risorse e che grida aiuto. Non c’è una sola porzione di terra, acqua e aria che sia
intatta: tutto ormai, sia ciò che vediamo e tocchiamo e sia ciò di cui non siamo
consapevoli, è stato contaminato.
Ciò che più spaventa gli scienziati però non è la distruzione della vita che incombe,
bensì il fatto che sono gli esseri umani a causare la loro stessa devastazione. La
causa prevalente del cambiamento climatico è l’inquinamento ambientale il quale
esiste a causa dell’influenza umana che nei secoli ha provocato enormi alterazioni
sul pianeta terra: cambiamenti nei luoghi, nelle specie animali e nel loro
sostentamento, innalzamento del biossido di carbonio e conseguente aumento della
temperatura globale che causa la perdita di biodiversità, le inondazioni e la siccità.
4
Sito web: https://www.treccani.it/vocabolario/clima1/ ultima consultazione 15-06-2021.
5
Sito web: https://unfccc.int/resource/docs/convkp/conveng.pdf ultima consultazione 15-
06-2021.
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Questi sono solo alcuni dei cambiamenti climatici di cui è artefice l’uomo e la sua
noncuranza per il mondo in cui vive (Papa Francesco, 2015).
La civiltà umana risale circa a 10.000 anni fa quando, dopo decine di migliaia di
anni di condizioni atmosferiche non adatte alla vita, il clima terrestre si stabilizzò:
il meteo e la temperatura divennero più gestibili e gli esseri umani iniziarono a
praticare l'agricoltura. Come afferma Worland (2021)
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in un articolo del 15 aprile
2021 sul famoso e prestigioso quotidiano “Time”: “abbiamo un’economia globale
in fermento misurata in dollari e centesimi, ma il nostro sistema economico non ha
tenuto conto del ruolo svolto da un clima stabile nel crearla.” È inquietante come
fino ad oggi il fenomeno del cambiamento climatico sia stato poco considerando,
nonostante la ricerca scientifica in questo campo vide la luce nel 1878. Il premio
Nobel Svante Arrhenius (1896) fu il primo a parlare del “climate change”: per tale
motivo il prestigioso quotidiano britannico “The Guardian”
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lo considera il padre
del cambiamento climatico. Nel suo laboratorio ha scoperto a quei tempi i segreti
dell’atmosfera terrestre e ha avviato la prima ricerca sulla più grande minaccia per
l’essere umano e il pianeta che lo ospita: nello specifico calcolò quanta acqua e
CO2 nell'atmosfera servissero per riscaldare la terra. Tutto ciò però è stato possibile
anche grazie agli studi precedentemente fatti da un suo collega Joseph Fourier
(1878) che si accorse che la terra era avvolta da alcuni gas atmosferici, come se
fosse coperta da una campana di vetro in grado di assorbire anche i raggi infrarossi:
in altre parole, scoprì che l’atmosfera è riscaldata dall’alto e dal basso, prima dalla
luce solare e poi dai raggi infrarossi che la terra rilascia quando si raffredda nella
notte. Queste grandi e rivoluzionarie scoperte solo nell’arco dell’ultimo decennio
sono state prese in considerazione dalla popolazione mondiale grazie alla lotta e il
lavoro fatto dagli attivisti che hanno reso possibile la divulgazione scientifica di
tale fenomeno. La zoologa e biologa americana Rachel Louise Carson, l’americano
6
Sito web: https://time.com/5953374/climate-is-everything/ ultima consultazione 15-06-
2021.
7
Sito web:
https://www.theguardian.com/environment/2005/jun/30/climatechange.climatechangeenv
ironment2 ultima consultazione 15-06-2021.
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premio Nobel per la pace Al Gore, il legale americano Erin Brockovich e il politico
brasiliano Chico Mendes, sono gli ambientalisti che più si sono contraddistinti
attraverso la scrittura di libri, la produzione di film, denunciando le grandi industrie
e sensibilizzando le persone per quanto riguarda il tema dell’inquinamento
ambientale. Importante è stato anche il contributo di tutti quegli attivisti che hanno
perso la vita in nome dell’ambiente: i fatti più sconcertanti si riferiscono all’anno
2016 quando vennero uccisi Berta Caceres e Nelson Garcia, entrambi all’interno
del consiglio dei popoli indigeni dell’Honduras. A livello mediatico invece, una
persona in particolare si è contraddistinta in questi anni, un’adolescente
determinata, impegnata in termini pro sociali e leader di una mobilitazione
collettiva: la svedese Greta Thunberg. È una influencer dell’ambiente che grazie ad
internet e ai social media è riuscita a creare un movimento, una comunità, che conta
circa 11,4 milioni di persone. La sua dedizione è stata riconosciuta e apprezzata dai
maggiori esponenti politici, sociali e religiosi come l’ex presidente degli Stati Uniti
d’America Barack Obama, Papa Francesco, il segretario generale delle Nazioni
Unite Antonio Guteresdal, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti
Casellati e l’ex vicepresidente americano Al Gor. Fridays for future è lo slogan
dello sciopero che ha lanciato Greta Thunberg nel 2018: il venerdì, invece di andare
a scuola o al lavoro, è previsto un incontro davanti al Parlamento di ogni città e
paese del mondo, per dare importanza al cambiamento climatico e al ruolo che la
politica gioca rispetto ad esso, in particolare sulla responsabilità che i politici hanno
per quanto riguarda la promozione di una transizione verde.
Oltre al lavoro degli attivisti sopra menzionati, la scienza da anni studia e pubblica
ricerche aggiornate in materia di cambiamento climatico e dà ai professionisti, e
alle singole persone, solide basi per compiere azioni verdi utili per rispondere al
cambiamento climatico. La ricerca in questo campo ha subito un incremento
notevole negli ultimi anni, difatti la maggior parte di essa si concentra nel
diciannovesimo e ventesimo secolo (Mauelshagen, 2018). Non si hanno dati certi
su quando sia nata la climatologia, ma la letteratura indica quale sia stata
l’evoluzione del concetto di clima: difatti, prima del 1800 la scienza sul clima si
concentrava sulla meteorologia e solo in un secondo momento si è parlato di clima
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in termini di somma dei fattori che determinano la temperatura media di un certo
luogo. Proprio quest’ultima novità ha dato origine alla disciplina della climatologia
(Mauelshagen, 2018). In particolare, nel diciassettesimo secolo alcuni coloni
avevano iniziato ad osservare cambiamenti di precipitazioni e di temperatura in
alcuni luoghi, associandole all’azione umana (Vogel, 2011) (Mauelshagen, 2018).
Solo però nella meta del diciottesimo secolo si è iniziato a parlare esplicitamente di
cambiamento climatico (Mauelshagen, 2018), nel trattato pubblicato da Hugh
Williamson in Transaction of the American Philosophical Society (1769). Altra
data importante fu il 1977, anno in cui nacque la prima rivista che parlava di
climatologia: Climate Change (Ogilvie, 2010). Essa si dichiarò un punto di
riferimento internazionale ed interdisciplinare per lo studio del fenomeno del
cambiamento climatico (Ogilvie, 2010). Ad oggi nel mondo scientifico esistono
molteplici settori dedicati allo studio del cambiamento climatico: per esempio,
alcuni di essi si occupano dell’ecologia, della biodiversità, della climatologia, della
salvaguardia dei ghiacciai e degli oceani, dell’alterazione del suolo terreste,
dell’emissione dei gas serra, dell’esaurimento delle risorse naturali e dell’utilizzo
delle energie rinnovabili. Un punto di riferimento in tale ambito è Scopus
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, cioè il
più grande database di citazioni per articoli di pubblicazioni riguardanti la ricerca,
creato dalla casa editrice Elsevier nell’anno 2004. Qui è possibile leggere e
documentarsi con i ricercatori che hanno H-index elevati, l’indicatore che
quantifica la prolificità e l’impatto di un determinato studio basandosi sul numero
di pubblicazioni e il numero di citazioni che un autore ha ricevuto. Tale indicatore
fu presentato per la prima volta nel 2005 dal ricercatore Hirsch. Attualmente i
cinque climatologi capiscuola secondo Scopus sono: il francese Ciais Philippe, lo
spagnolo Penuelas Josep, l’inglese Smith Pete e i cinesi Cheng Hai e Piao Shilonog.
Oltre che attraverso ricerche e articoli, è possibile informarsi anche tramite riviste
scientifiche come l’International Journal of Climatology, che abbraccia il campo
della climatologia pubblicando articoli, report, congressi e recensioni di libri in
tema di scienze atmosferiche, biofisiche, ingegneristiche e sociali. Per quanto
8
Sito web: https://www.scopus.com/home.uri ultima consultazione 10-05-2021 ultima
consultazione 10-05-2021.
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riguardo gli istituti leader in tema di climatologia, troviamo ai primi cinque posti il
National Water Research Institute a Gatineau in Canada, l’università di Maine a
Orono negli Stati Uniti, Environmental Sciences Division a Oak Ridge negli Stati
Uniti, Institute For Advanced Studies In Basic Sciences a Zanjan in Iran e Ontario
Ministry Of The Environment and Climate Change a Toronto in Canada.
Nonostante l’Italia non rientri in questi primi cinque posti, il Centro Euro-
mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Lecce è presente nella classifica dei 10
istituti leader al mondo in climatologia.
Ogni giorno ci sono più studi e ricerche con valore scientifico che spiegano cause,
modalità e soluzioni per quanto riguarda il cambiamento climatico. Avendo a
disposizione materiale ufficiale in tema di inquinamento ambientale, nei prossimi
paragrafi verrà analizzato in dettaglio tale fenomeno e il conseguente cambiamento
climatico nelle sue varie sfaccettature.
1.1.1 Riscaldamento globale
Le condizioni atmosferiche nel corso degli anni sono cambiate notevolmente.
Anche la temperatura globale ha subito delle grandi variazioni (Prestini, 2017). Nel
2015 è stato firmato l’accordo di Parigi
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che sancisce un limite massimo di
emissioni di gas serra e pone l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale ben al
di sotto dei 2ºC e proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC, rispetto ai livelli
preindustriali (Harrison et al., 2019). Tale accordo è difficile da rispettare, poiché i
vari Paesi stanno subendo grosse variazioni di temperature e i dati dimostrano come
il fenomeno del riscaldamento globale stia accelerando; ad esempio, Food and
Agricolture Organisation of the United Nation
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studiando i dati ha constatato che
Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Italia hanno avuto un incremento superiore ai
2,5 gradi dal 1999 al 2019, nello specifico l’Italia solo nell’anno 2019 ha assistito
9
Sito web: https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_it ultima
consultazione 15-06-2021.
10
Sito web: https://www.openpolis.it/parole/che-cose-il-cambiamento-climatico/ ultima
consultazione 15-06-2021.
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ad un incremento di 1,7 gradi rispetto a vent’anni prima. In altre parole, in meno di
un secolo la temperatura è aumentata di 2 gradi
11
. L’accordo di Parigi è
estremamente importante, perché se non viene rispettato il limite imposto, si
potrebbe andare incontro a gravi conseguenze.
Ma da dove deriva il riscaldamento globale? Che conseguenza ha per la terra e per
la vita?
La concentrazione atmosferica di CO2 è aumentata a dismisura negli ultimi decenni
e ciò ha portato ad un aumento della temperatura globale che ha delle conseguenze
per la vita (Letcher, 2019). Possiamo osservare differenti indicatori che
documentano giorno dopo giorno l’alterazione del pianeta terra, ad esempio:
scioglimento dei ghiacciai del Mare Artico, eventi metereologici più estremi come
inondazioni, siccità, crisi idriche, uragani, incendi incontrollati, colate di fango, e
poi anche cambiamento nelle acque marine della biodiversità e della barriera
corallina, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani, siccità e
cambiamento nella migrazione degli uccelli (Letcher, 2016). I cambiamenti
climatici hanno anche gravissime conseguenze sulle comunità e le loro economie,
spingendo le persone ad una migrazione di massa (Cohen at al., 2018). L’istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
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riporta dettagliatamente gli
indicatori climatici in Italia, ad esempio il 2019, con un’anomalia media di +1.56°C,
è stato il terzo anno più̀ caldo dal 1961, dopo il 2018 e il 2015: a partire dal 1985 le
anomalie sono state sempre positive. Analogamente alla temperatura dell’aria, la
temperatura superficiale dei mari italiani nel 2019 è stata superiore alla media
climatologica riferita al finestra temporale 1961-1990, con anomalie positive in tutti
11
Per la misurazione del riscaldamento globale si utilizzano due indicatori di misura:
Global Warming Potenzial (GWP) e Carbon Dioxide Equivalency (CDE). Il GWP è il
rapporto tra l'impatto causato da un gas in un determinato lasso di tempo, rispetto a quello
provocato nello stesso periodo dalla stessa quantità di C02. Il CDE è la quantità di
tonnellate equivalenti di CO2 necessarie per causare lo stesso impatto di un gas, rilasciato
nell’atmosfera, sull’effetto serra. https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-
explained/index.php?title=Glossary:Global-warming_potential_(GWP)
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-
explained/index.php?title=Glossary:Carbon_dioxide_equivalent ultima consultazione 15-06-
2021.
12
Sito web: https://www.isprambiente.gov.it/files2020/pubblicazioni/stato-
ambiente/rapporto_clima_2019-1.pdf ultima consultazione 15-06-2021.
15
i mesi dell’anno. Inoltre, le precipitazioni in Italia del 2019 sono state
complessivamente superiori alla media climatologica del 12% circa, ciò porta a
collocare tale anno all’undicesimo posto tra gli anni più̀ piovosi dal 1961. Anche
l’umidità è un fattore importante da considerare quando si discute del fenomeno del
cambiamento climatico: il valore medio di umidità relativa del 2019 (-2.9%) si
colloca al terzo posto tra gli anni più̀ secchi a partire dal 1961, dopo il 2003 (-4.1%)
e il 2017 (-5.2%).
Queste sono solo alcune delle conseguenze che il riscaldamento globale ha sul
pianeta terra (Letcher, 2016) e leggendo tale elenco gli scienziati hanno iniziato a
porsi delle domande e a formulare ipotesi sulle cause di tutto ciò. Rispondendo a
tale curiosità scientifica, la cosa che più spaventa non sono gli effetti negativi
dell’innalzamento delle temperature, bensì il ruolo che l’uomo gioca in questo
fenomeno. Difatti si può affermare con ragionevole certezza che l’aumento della
CO2 è la causa maggiore del riscaldamento globale e le prove che tale incremento
sia opera dell’uomo sono tante (Letcher, 2019), ma ancora oggi è in atto un dibattito
scientifico che vede i ricercatori impegnati a studiare se l’uomo sia davvero l’unica
causa di questo cambiamento climatico: nonostante ciò, il 97-98% dei ricercatori
sul clima supporta i dati relativi al cambiamento climatico e il ruolo che ha
l’influenza umana, di conseguenza il rilievo scientifico dei ricercatori non convinti
di tale ipotesi è inferiore (Anderegg et al., 2010). La conclusione è che ci sono sia
alcune prospettive secondo cui gli esseri umani non sono la causa completa del
cambiamento climatico e sia dati che dimostrano il contrario, ma ciò che rimane
certo è il concetto di sicurezza: la biosfera è un'entità minacciata, perché è il luogo
in cui si muovono gli esseri viventi ed essendo importante per gli umani sarebbe
saggio e utile fare qualcosa per risolvere questo problema (Muqsith et al., 2020).
Nello specifico, l’evidenza che il riscaldamento globale sia dovuta all’attività
umana si basa sugli studi riguardanti i principali gas serra che l’essere umano emette
ogni giorno attraverso l’utilizzo di vetture, navi e arerei, ma anche impianti di
riscaldamento e refrigerazione, attività agricole e industriali ed infine tutto ciò che
ha a che fare con la produzione di elettricità e calore da fonti di energia non
rinnovabile. Nello specifico i gas serra emessi sono: anidride carbonica (CO2) per
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il 63%, metano CH4 per il 18% e ossido di azoto N2O per il 6%, rispetto a tutti i
gas serra emessi (Tuckett, 2016).
Essendo l’attività umana responsabile di ciò, per via del suo modello di sviluppo
che implica uno stile di vita con alti consumi, è saggio, conveniente e generoso
intervenire per ridurre le quantità dei gas serra presenti nell’atmosfera e ritornare
ad un equilibrio più sostenibile. Sarebbe utile iniziare sia a pensare diversamente e
sia ad agire in maniera efficace per produrre energia più pulita, per viaggiare da un
luogo all’altro in maniera più ecologica e impostare una nuova economia
sostenibile che non si basa sui fossili, ma sulla riduzione dell’impatto
sull’ambientale.
1.1.2 Agricoltura
Il cambiamento climatico derivante dall’inquinamento ambientale avrà
conseguenze molto rilevanti anche nei confronti della terra: i nostri campi, che ogni
giorno attraverso l’agricoltura ci offrono il cibo necessario per sfamare la maggior
parte della popolazione mondiale, adesso sono a rischio (Calzadilla et al., 2013). Il
cambiamento globale sta modificando la terra, ad esempio attraverso l’alterazione
idrica e l’umidità del suolo (Calzadilla et al., 2013): l’Agenzia Europea per
l’Ambiente
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afferma che a partire dagli anni ’50 l’umidità del suolo si è ridotta
nella regione mediterranea ed è aumentata nell’Europa settentrionale. Ciò ha delle
conseguenze, poiché il persistente calo dell’umidità del suolo può rendere
necessaria una maggiore irrigazione dei terreni agricoli e causare una diminuzione
dei raccolti, se non addirittura la desertificazione. Inoltre, altri effetti sul suolo legati
al cambiamento climatico sono l’erosione, accelerata da eventi climatici estremi
come siccità e tempeste, e la perdita di porzioni di territorio per via
dell’innalzamento del livello del mare. Tutto ciò succede perché l’agricoltura è
altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici, poiché a livello mondiale è il
13
Sito web: https://www.eea.europa.eu/it/segnali/segnali-2019/articoli/suolo-territorio-e-
cambiamenti-climatici ultima consultazione 15-06-2021.