1
Riassunto
La tesi ha l’obiettivo di verificare la relazione tra turismo golfistico e turismo rurale e di
valutare se il golf possa rappresentare una forma di turismo rurale sostenibile.
Nel primo capitolo la tesi propone la definizione di turismo rurale e turismo rurale
sostenibile e successivamente identifica i criteri di valutazione della sostenibilità del
turismo nelle aree rurali. Il capitolo segue con un’analisi del turismo golfistico,
descrivendone le caratteristiche tipiche, così come emergono dalla letteratura.
Successivamente si è provato a mettere in correlazione il golf con il turismo rurale,
valutando se il golf possa essere considerato una forma di turismo rurale e quali sono le
sue implicazioni. Infine, si è messo in rapporto il golf con le risorse territoriali, per
individuare le relazioni tra risorse ambientali, sociali, economiche e le strutture
golfistiche e l’attività turistica generata dai campi da golf.
Nel secondo capitolo, si sono esaminati i caratteri e la tipologia del golf in Toscana, i
tratti che lo qualificano, facendone una descrizione generale. Sono stati riportati i dati
che danno una traccia della tendenza del golf in questa regione. È stata analizzata la
caratterizzazione della domanda, esaminando chi sono i turisti golfisti, la loro
provenienza, cosa chiedono in termini di servizi e se fanno altre cose oltre al golf,
quando sono in vacanza. L’altro aspetto analizzato è stato, poi, l’offerta turistica legata
al golf e le modalità organizzative in termini di servizi/strutture (ristorazione; alloggio:
alberghi, agriturismi, case coloniche, B&B, seconde case, etc.; informazioni; tour
operator; etc.), attrazioni (musei, borghi, chiese, pievi, monumenti, siti naturalistici etc.),
attività (golf, altri sport; benessere e relax; degustazioni; corsi; etc.), eventi (mostre,
festival, sagre, etc.). Si è cercato, infine, di capire come si relaziona il turismo del golf
con le altre componenti dell’offerta turistica locale e se vi sono relazioni e/o conflitti. Si
è messo in evidenza il ruolo del golf nell’offerta turistica rurale, per comprenderne
l’utilità nell’ambito di un turismo rurale sostenibile. Il secondo capitolo si è concluso
con l’identificazione delle aree rilevanti e degli impatti positivi e negativi generati da
questa specifica offerta turistica, ponendo particolare attenzione alla dimensione
territoriale/ambientale. È stato fatto un esempio di buona pratica nell’ambito della
sostenibilità del turismo golfistico nelle aree rurali.
L’ultimo capitolo ha riguardato il caso del Golf Club Toscana Resort Castelfalfi con la
presentazione del progetto, la valutazione di impatto e il dibattito pubblico che c’è stato.
Si è cercato di capire cosa è stato realizzato attraverso il documento finale del progetto e
2
la rassegna stampa. Infine, si è valutato l’impatto che il turismo del golf può avere in
termini economici, ambientali e di governo del territorio. Abbiamo concluso il lavoro
sottolineando gli aspetti più problematici del progetto Castelfalfi, in termini di risposta ai
criteri dello sviluppo rurale sostenibile.
3
1 Turismo rurale sostenibile e golf
Il turismo rurale è nato in Europa centro settentrionale alla fine degli anni ‘50, ma
già a partire dal 17° e 18° secolo si parla di “countryside recreation”. La motivazione
dei primi turisti, provenienti dalla città, era la voglia di ritornare “alle radici”, per
vivere l’ambiente di campagna. In Italia, il turismo rurale, insieme a quello
enogastronomico, sta crescendo; i dati dimostrano che vi è un giro di affari di circa 5
miliardi di euro (R.Bellini, 2009).
1
Con l’aumento dei turisti nelle aree rurali l’impatto ambientale è stato sempre più
rilevante. A partire dal 20° secolo le questioni riguardanti il turismo rurale, la
conservazione del paesaggio e l’uso della campagna per attività culturali, ricreative,
ludiconullsportive ecc., sono diventati problemi sempr e più dibattuti e controversi
(EQUATIONS, 2006).
2
Tra le attività ludiconullsportive sicuramente è compr eso il golf, di solito praticato in
aree rurali. I campi da golf, immersi nel verde, sembrano rappresentare il tipico
paesaggio rurale, dove oltre a praticare sport è possibile “vivere la campagna”. Ci
domandiamo se sia pensabile un turismo rurale sostenibile, riferito a questo sport. Le
principali problematiche da indagare sono due: comprendere la connessione fra
turismo rurale e golf, stabilire se il golf possa essere considerato una forma di turismo
(rurale) sostenibile.
1.1 Turismo rurale sostenibile
“Il concetto di turismo rurale non ha ancora trovato un’univoca definizione a livello
internazionale” (G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, 2010)
3
. Su questo tema sono stati
prodotti una serie di studi turistici, economici, sociali, antropologici, politici, di
1
www.scienzeagrarie.com, R. Bellini, Cresce in Italia la richiesta di turismo rurale, 2009, consultato il
30/05/2011.
2
www.equitabletourism.org, EQUATIONS, From Rural Tourism to Sustainable Rural Tourism -
History to Current Debates, consultato il 08/06/2011.
3
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, “Aree rurali e configurazioni turistiche” in D. Cinti (a cura di),
“Turismo rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale
sostenibile”, Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
4
pianificazione del territorio, ecc., ma mancano ancora un modello e una teoria
specifica.
1
Tuttavia dalla letteratura emerge che il turismo rurale offre un complesso di servizi
che possono comprendere l’ospitalità, la ristorazione, attività sportive (trekking,
ippoturismo, mountain bike), tempo libero e servizi (birdwatching, pernottamento in
edifici rurali, fattorie didattiche, ecc.), finalizzati alla corretta fruizione dei beni
naturalistici, ambientali e culturali del territorio rurale.
2
La Comunità Europea distingue il Turismo rurale dall’Agriturismo e dal Turismo
verde evidenziando due principali sistemi di classificazione:
Il primo, utilizza la quota di reddito generata dal settore turistico direttamente a
beneficio della comunità rurale, come criterio di selezione per distinguere tra turismo
in area rurale, turismo rurale e agriturismo (come se si trattasse di un insieme di cerchi
concentrici); in funzione della percentuale di reddito che va alla popolazione locale o,
nella terza ipotesi, ai singoli agricoltori;
Fig.1 Turismo rurale secondo la % di quota reddito
Fonte: www.galmarghine.it rielaborata
nel secondo caso, la distinzione si basa su diversi elementi costitutivi dell'offerta. Si
tratta di turismo rurale quando la cultura rurale rappresenta l’offerta più
1
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, Aree rurali e configurazioni turistiche in D. Cinti (a cura di), Turismo
rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale sostenibile,
Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
2
G. Ceccacci, M.V. Susanna, Agriturismo e Turismo Rurale, Edizioni Fag, anno 2008, pag. 371.
importante. In base alla
turismo gastronomico, e
A questo proposito ris
della tutela dell'ecosiste
naturalità. Si tratta d
dell’ambiente e la val
omologabili.
2
L’intento del turismo r
positivi sulle aree, spe
tradizioni, della cultura
modo debba legare l’o
turismo rurale può offr
sportive, lo shopping e
consuma la “campagna”
Fig. 2 - Il
Nel turismo rurale, le
componenti: ambiental
1
http://www.galmarghine.it
un’opportunità per le zone ru
2
G.Berti, I sistemi rurali-tur
ecc., TURRU Aree rurali e
ricerca, (Prodotto n.4 null Riep
3
Vedi sopra.
5
alla principale attività, si parlerà di agriturism
, equestre, nautico, cinegetico, storiconull cultura
risulta importante sottolineare il valore del
stema, attraverso interventi che non alterino l
di un aspetto problematico da affrontare
alorizzazione turistica dei luoghi sono con
o rurale è essenzialmente quello di agire de
specialmente quelle marginali, condurre all
ura e della produzione locale. Il turismo rura
l’offerta di servizi con il territorio. In bas
ffrire diverse opportunità quali il ristoro e i
e la partecipazione ad eventi o visite attra
na” e ne fa “esperienza” (Sharpley e Roberts,
Il contesto rurale nelle sue componenti di prodotto turis
Fonte: Berti et. altri
le caratteristiche qualitative del territorio
tale, culturale, sociale, etc.) non rappresent
e.it Commercializzare un turismo rurale di qualità,
e rurali svantaggiate?, pag.5, consultato il 20/05/2011.
turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipar
i e configurazioni turistiche: opportunità e buone pras
epilogo dei risultati della ricerca), non pubblicato, Fire
rismo, turismo verde,
urale, ecc.
1
ella conservazione e
o le caratteristiche di
re, perché la difesa
oncetti difficilmente
determinando effetti
alla riscoperta delle
urale si chiede in che
ase alla domanda il
e il relax, le attività
raverso cui il turista
s, 2004).
3
ristico
rio (di tutte le sue
ntano un aspetto di
, Parte I null Il turismo:
1.
artimento di Agronomia
rassi, Rapporto finale di
irenze, 30.05.2011.
6
contorno, ma sono essenziali alla qualificazione delle attività stesse, perché fare
esperienza della campagna significa, ad esempio, fare uno sport in un ambiente rurale
(su strade sterrate, in mezzo a campi coltivati, dentro i boschi). Il prodotto turistico
della ruralità è da considerarsi, quindi, un “prodotto territoriale”.
1
Nel turismo rurale il paesaggio è il capitale naturale e le comunità locali devono
capirne i potenziali benefici economici e ambientali, per investire nell’organizzazione
di un’adeguata offerta.
2
Accanto alla definizione di turismo rurale dobbiamo inserire quella di sistema rurale
turistico perché si tratta di un prodotto territoriale. Il sistema rurale turistico può
essere inteso come la rete delle imprese, istituzioni, comunità e risorse locali (capitale
territoriale rurale) individuata in una determinata località rurale, al fine di
organizzare l’offerta del prodotto turistico, costruita intorno alla ruralità.
3
Il turismo golfistico rappresenta una delle componenti nell’ambito dei sistemi rurali
turistici. La questione di fondo è la sua integrazione e sostenibilità, perché “dietro la
retorica dei prati verdeggianti, della natura e dei prodotti tipici, i campi da golf
hanno forti esternalità negative sull’ambiente e sulle comunità locali e, spesso,
nascondono vere e proprie operazioni di speculazione edilizia in quanto la loro
realizzazione è seguita dalla costruzione di resort e ville per i ricchissimi praticanti”.
4
“Lo spazio rurale si inserisce in questo nuovo modello di produzionenullconsumo
attraverso la cosiddetta ‘retorica della ruralità’ (Basile e Cecchi, 2001; p.132). Per cui
agricoltura e campagna sono luoghi mentali, rappresentazioni ideali ed idealizzate
(Carbone, 2000; p. 44)”.
5
La campagna diventa una realtà da consumare come paesaggio, come luogo di relax e
da abitare. “Il territorio rurale come spazio di consumo assume per Ray (2003) due
1
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche: opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
2
B.Garrod, R.Wornell, R.Youell, Re-conceptualising rural resources as countryside capital: The case of
rural tourism, Journal of Rural Studies Volume 22, Issue 1, January 2006, pagg. 117null128.
3
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche: opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
4
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, Aree rurali e configurazioni turistiche, in D. Cinti (a cura di), Turismo
rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale sostenibile,
Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
5
Vedi sopra.
7
forme strettamente connesse: da una parte include caratteristiche quali la qualità
dell’ambiente, la tranquillità, i valori locali e la valorizzazione della comunità rurale,
che definiscono una generica ruralità. Dall’altra, invece, riflette le specificità
territoriali quali la cultura, la storia, la società, l’economia, le istituzioni o la
geomorfologia che caratterizzano un determinato territorio rurale (Ray, 2003;
1998)”.
1
Il pericolo è quello di considerare le aree rurali come merce da consumare
(commodification; Kopytoff, 1986), contribuendo, in questo modo, alla loro
conversione in zone commerciali (Cloke, 1993; Marsden et al.,1993; Murdoch e
Marsden, 1994). Lo stile di vita dei turisti e l’uso che fanno delle campagne e delle
zone rurali hanno sviluppato un fenomeno chiamato consumption countryside
(Whatmore, 1993) ripreso da Marsden (1998) e che letteralmente significa consumo
della campagna.
2
La campagna, infatti, viene identificata come uno spazio di consumo, un luogo dove
gli attori urbani (i turisti) svolgono le loro azioni consumistiche, determinando un
profondo cambiamento delle aree rurali. A livello locale possono emergere conflitti
sull’utilizzo delle risorse tra il “sistema turistico” e il “sistema rurale”, soprattutto nel
caso in cui, si sviluppi una “monocultura” del turismo
3
.
Gli effetti negativi possono essere legati a:
null impatto ambientale di usura e/o congestione;
null aspetto sociale, connesso alla perdita di identità;
null fattori economici, per eccessivo sfruttamento e ricerca esclusiva di profitto.
1
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, Aree rurali e configurazioni turistiche, in D. Cinti (a cura di), Turismo
rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale sostenibile,
Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
2
T.Marsden, Rural Futures: The Consumption Countryside and its Regulation, in Sociologia Ruralis
volume 39, Issue 4, anno 1998, pagg. 501null526 citat o in:
null S.Kakriainen, Meanings of rural to urban Consumers of Organic Products: Case study from Southwestern
Germany, Tesi di Master in Human Geography, Department of Geography, 2002.
null C.Rinaldi, Ruralità mediate. Costruzione simbolica della ruralità nello studi delle rappresentazioni
dell’offerta agrituristica nella provincia di Palermo, Università di Palermo, Tesi di Dottorato in
Sociologia, Territorio e Sviluppo rurale, anno 2006.
null D.Pollastrini, Pianificazione del territorio e attività agricola: la problematica del consumo di suolo nel
rapporto città-campagna, Università di Pisa, Tesi di 1° Livello in Scienze Agrarie, Agricoltura biologica
e multifunzionale, Facoltà di Agraria, 2009.
3
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche:opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
8
Oggi il turismo rurale è sempre più soggetto a pressioni derivanti da una vasta
gamma di influenze economiche, sociali, politiche e ambientali. Affrontare la sfida
della sostenibilità significa attuare politiche di sviluppo sempre più adeguate.
1
Una parte importante hanno gli enti pubblici e gli operatori economici che devono
assicurare la promozione del turismo rurale all’interno di una politica di sostenibilità,
rivolta alla tutela dei siti e degli stili di vita a vantaggio delle generazioni presenti e
future.
2
Il turismo sostenibile è legato al giusto uso dell’ambiente e degli spazi naturali,
rivolgendo particolare attenzione alla popolazione locale, al suo modo di vivere, alla
sua cultura e alle sue tradizioni.
3
Possiamo parlare di turismo sostenibile quando “il suo sviluppo conserva le attività
ad esso connesse per un tempo illimitato, senza alterare l’ambiente naturale, sociale,
artistico e non frena ne inibisce lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche
presenti sul territorio”.
4
Secondo L’UNEP i principi di sostenibilità si riferiscono agli aspetti ambientali,
economici e socionullculturali dello sviluppo turistic o. Un adeguato equilibrio deve
essere stabilito tra queste tre dimensioni, per garantirne la sostenibilità a lungo
termine. Il turismo sostenibile dovrebbe:
null fare un uso ottimale delle risorse ambientali che costituiscono un elemento
chiave dello sviluppo turistico, mantenendo i processi ecologici e aiutando a
conservare il patrimonio naturale e della biodiversità;
null rispettare l’autenticità socionullculturale delle comu nità ospitanti, conservandone
il patrimonio culturale e i valori tradizionali, per contribuire alla tolleranza
interculturale;
1
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche:opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
2
AA.VV., Sviluppo rurale integrato e sostenibile nelle aree marginali in Calabria. Il caso della comunità
montana versante tirrenico meridionale, ed. Kalit, 2008, pag. 489.
3
D.Genna, Il turismo rurale nel programma di sviluppo rurale 2007-2013 della regione autonoma Valle
d’Aosta. Un’opportunità’ di diversificazione nel nuovo ruolo multifunzionale dell’agricoltura, Tesi di
laurea del Corso di laurea in scambi internazionali null Università degli studi di Torino, Facoltà di
Economia, A.A. 2006null2007 pag. 108null109.
4
E.Poggiali, Turismo Sostenibile: principi di base e possibili strategie per le Pubbliche Amministrazioni
in Terre di Siena, Gruppo di Coordinamento, Agenda 21.
9
null garantire i benefici economici equamente distribuiti, a tutti gli attori (per
esempio: occupazione stabile, opportunità di guadagno per le comunità locali,
riduzione della povertà).
Lo sviluppo del turismo sostenibile richiede la partecipazione informata di tutte le
parti interessate, così come una forte leadership politica per assicurare un'ampia
partecipazione e costruzione del consenso. Il processo per raggiungere un turismo
sostenibile è continuo e richiede di verificare costantemente gli impatti, inserendo, se
necessario, le misure preventive e/o correttive. Il turismo sostenibile dovrebbe anche
mantenere un alto livello di soddisfazione del turista e assicurare un’esperienza
significativa per i turisti, aumentando la loro consapevolezza sui temi della
sostenibilità e promozione di pratiche di turismo sostenibile. (UNWTO, 2004).
1
Il turismo sostenibile ha assunto specifiche caratteristiche, riconosciute ormai dalla
maggior parte dei soggetti che operano nel settore, che riportiamo nella tabella
seguente.
1
www.unep.org, consultato il 15/06/2011.
TABELLA I – CARATTERISTICHE TURISMO SOSTENIBILE
CARATTERISTICHE COMMENTO
DUREVOLE Si basa sulla crescita sugli effetti a medionulllungo termine del modello
turistico adottato, cercando di mettere in armonia la crescita economica e
la conservazione dell’ambiente e dell’identità locale, fattori che
costituiscono il principio attivo dello sviluppo turistico nel tempo.
DIMENSIONATO E RISPETTOSO
DELL’AMBIENTE
Dimensionato nel tempo, per ridurre gli effetti legati alla stagionalità; nello
spazio, determinando la capacità d’accoglienza del territorio e limitando
l’affluenza dei turisti in funzione delle caratteristiche fisiche dei luoghi. Si
definisce così una soglia dei visitatori atta a garantire la conservazione
degli spazi e la qualità dell’esperienza turistica.
INTEGRATO E DIVERSIFICATO L’offerta turistica deve essere il risultato naturale delle risorse locali: il
patrimonio architettonico, le feste tradizionali, la gastronomia, i rapporti
con il mare, con il deserto. Il turismo non può essere un elemento estraneo
all’identità del luogo, ma un elemento integrato alla ricchezza culturale ed
economica dello stesso. In questo senso la “monocultura turistica” deve
essere sostituita con dei modelli diversificati in cui il turismo occupi una
parte importante della struttura economica. Inoltre, il modello turistico
sostenibile è aperto al territorio circostante in modo che gli spazi naturali
delle località vicine facciano parte della medesima offerta turistica. La
diversità urbana, paesaggistica e naturale dell’insieme rafforza, infatti,
l’attrattiva dell’offerta.
PIANIFICATO Implica un’analisi attenta delle condizioni presenti e delle prospettive
future, unite alla considerazione, al momento della decisione, delle diverse
variabili che intervengono nel processo turistico.
ECONOMICAMENTE VITALE Si propone quale modello alternativo che non rinuncia alla vitalità
economica e alla ricerca del benessere della comunità locale. Non si pone
come priorità la crescita rapida dei redditi turistici, ma la natura e la
vitalità nel tempo degli investimenti
PARTECIPATO Tutti i soggetti devono essere coinvolti nei processi decisionali riguardanti
lo sviluppo del territorio e collaborare alla realizzazione
Fonte: http://ermes.net/turismo-sostenibile.php consultato il 09/06/2011
10
In quest’ottica il turismo sostenibile “…cerca di minimizzare gli impatti
sull’ambiente, sulla cultura e sulla società, generando contemporaneamente reddito,
occupazione e la conservazione degli ecosistemi…”.
1
Sono tre i fattori interdipendenti ed in grado di giocare un ruolo importante per la
sostenibilità del turismo: l’uso e la conservazione delle risorse, la scala territoriale,
una più equa distribuzione dei benefici.
2
Nella tabella seguente sono riportati i tre fattori, commentandone il valore che
assumono in termini di sostenibilità.
TABELLA II - FATTORI INTERDIPENDENTI DI SOSTENIBILITÀ DEL TURISMO
FATTORE SOSTENIBILITÀ COMMENTO
uso e conservazione delle risorse Capacità naturale di produrre in maniera stabile le
risorse necessarie, senza rischi per la sopravvivenza,
cercando di mantenerle e rigenerarle per la
produttività futura
scala territoriale:
null locale
null regionale
null globale
Individua le criticità connesse alla realizzazione di
un’operazione; per es. un intervento potrebbe avere
effetti negativi su scala locale, ma essere sostenibile in
prospettiva globale o nazionale.
equa distribuzione dei benefici Per es. l’adeguata ripartizione dei benefici economici
del turismo a favore della popolazione locale
Fonti: Organizzazione Mondiale del Turismo.”Consiglio della Terra” 1996
Documento n° 20, Valutazione di sostenibilità territoriale, Attuazione P.R.U.S.S.T.
Calidone - Settembre 2003.
Ci sono due modi di affrontare il problema della sostenibilità. Il primo, dando
maggior importanza alla pianificazione e progettazione, nella convinzione che il
sistema delle attrazioni non sia deperibile. Il secondo, dando importanza alla
conservazione, come sostiene l’ecologismo moderato, salvaguardando le aree più
fragili, come ad esempio le zone costiere e gli ambienti storici. Le “politiche di
turismo alternativo” sono “da sostenere con incentivi ad alto potenziale, come nel
caso del turismo rurale, la cui dimensione richiede una scala a misura umana,
suggerendo l’uso di alloggi di dimensioni ridotte, il rafforzamento di imprese di
1
A.P.Da Silva, Pratiche sostenibili per il turismo sostenibile. I casi di Mamirauà e della riserva Xixuau-
Xiparina, Tesi di Laurea del Corso di Laurea in Scienze Turistiche Facoltà di Economia, Università
della Calabria, A.A. 2008/2009, pag.11 e seg.
2
E.Mollica, M.G.Buffon, Il bene ambientale come bene territoriale nelle politiche di sviluppo delle aree
rurali, in Pubblicazioni Ce.S.E.T., Atti del XXX Incontro di Studio, Firenze, 2000, pag. 329.
11
piccola grandezza, accordando la fiducia all’artigianato locale, alle materie prime
locali e all’architettura del posto”.
1
Riprendendo Saxena et al. (2007), Berti et al. (2010) sostengono che un turismo
rurale integrato, che si muove lungo le direttrici della sostenibilità, è in primo luogo
un turismo esplicitamente collegato alle risorse economiche, sociali, culturali, naturali
ed umane delle località in cui si realizza ed è costruito attraverso reti sociali di
scambio che sono embedded, empowering ed endogene.
2
Riportiamo nella tabella seguente le caratteristiche dei network con la loro dinamica
di interrelazione.
TABELLA III - LA NATURA BINARIA DEI NETWORK
INTERRELAZIONE DINAMICA
Embedded (radicamento)
I network radicati sono costruiti attorno a conoscenze
e relazioni locali. Essi possono costituire la base per
azioni innovative che originano da accordi locali.
Tuttavia, questi tipi di network possono avere una
prospettiva orientata esclusivamente verso l’interno e
quindi mancare di un accesso a innovazione e
conoscenza esterna.
Disembedded (sradicamento)
I network che sradicano (disembedded), possono
facilitare l’accesso a mercati esterni tuttavia, senza un
adeguato sistema di tracciabilità ed etichettatura,
rischiano di sradicare dal contesto territoriale i
prodotti e di assorbire il valore aggiunto economico
prodotto localmente. Le risorse, quindi, rischiano di
perdere i loro caratteri distintivi che derivano
dall’origine così come i processi di produzione.
Endogeni
I network endogeni rafforzano l’attaccamento alle
località, promuovendo partecipazione locale, nonché
proprietà delle risorse e redistribuzione del valore
aggiunto locale. Tuttavia, possono essere mancanti
nell’accesso a importanti risorse esterne.
Esogeni
I network esterni permettono agli attori locali di
accedere a risorse monetarie ed umane non disponibili
localmente e forniscono canali per trasportare gli
interessi locali all’interno delle agende generali.
Tuttavia, se non sono in grado di connettersi con le
strutture socionulleconomiche locali, essi possono ren dere
l’economia vulnerabile agli shock esterni.
Empowering
Empowering network facilitano la partecipazione
locale nel gestire risorse fisiche, culturali ed
economiche, tuttavia la partecipazione può essere
parziale.
Disempowering
Disempowering network sono dominati da elite locali,
regionali o nazionali e quindi possono fallire nel creare
un sistema decisionale rappresentativo e controllabile.
Questi network offrono limitate possibilità per la
partecipazione e lo sviluppo delle comunità locali.
Fonte: Berti et al. traduzione da Saxena et. al., 2010
I network, secondo quanto sintetizzato nella tabella, sono rappresentati da tre
elementi: embedded/disembedded, endogeni/esogeni, empowering/disempowering. I
significati a loro attributi sembrano in apparente contraddizione, ma in realtà esiste
fra loro un’interrelazione dinamica. Un network può essere contemporaneamente
1
E.Mollica, M.G.Buffon, Il bene ambientale come bene territoriale nelle politiche di sviluppo delle aree
rurali, in Pubblicazioni Ce.S.E.T., Atti del XXX Incontro di Studio, Firenze, 2000, pag. 329.
2
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, Aree rurali e configurazioni turistiche, in D. Cinti (a cura di), Turismo
rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale sostenibile,
Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
12
embedded e disembedded, presentando aspetti di uno specifico contesto locale oppure
che fanno riferimento ad ambiti esterni. Ad esempio, se i network turistici sono legati
al concetto di radicamento per gli aspetti socionullculturali legati al territor io, hanno
bisogno, in egual misura, di sradicamento dal contesto locale, per entrare sul mercato
dei prodotti internazionali, avere una promozione e una competitività a livello
mondiale. Altra riflessione riguarda i network endogeni; l’endogeneità si basa sulla
valorizzazione delle risorse locali. Fra le componenti endogene troviamo il senso di
appartenenza e l’identità locale, fondamentali per “riconoscersi”, ed “essere
riconosciuto” e “quindi differenziarsi”. Esse sono alla base della fiducia, della
cooperazione e dell’azione collettiva. Endogeneità come capacità di realizzare un certo
livello di autonomia, quello che Ventura e Milone (2005) definiscono processo di
costruzione di uno “spazio protetto”, rispetto ai processi di globalizzazione.
1
Il termine empowering, infine, significa, letteralmente, facilitare l’acquisizione di
potere; con i network empowering le decisioni possono essere prese dagli attori locali.
Si parla, quindi, di processi di partecipazione, anche parziali, che coinvolgono i
cittadini, le autorità locali, le associazioni ambientaliste, i professionisti e chiunque
abbia interesse a farsi carico della realtà locale.
La questione della valutazione della sostenibilità del turismo rurale è molto
importante. Infatti, la valutazione della sostenibilità del turismo rurale deve essere
affrontata, in modo sequenziale, procedendo secondo alcune fasi fondamentali.
2
Partendo dalla costruzione del problema è necessario, prima di tutto, circoscrivere
l’oggetto di osservazione (dove, cosa), poi, fare una prenullanalisi del problema, per
identificare le aree di impatto potenziali (tipo di capitali) ed infine, attraverso la
costruzione di uno schema logico, identificare i potenziali meccanismi di trasmissione
(attivitànullpressioninullstatonullimpatti). La seconda tapp a è rappresentata dalla rilevazione
che identifica le aree di effettivo impatto, individua specifici indicatori e possibili
valori di riferimento (o obiettivi). Infine rileva e monitorizza gli indicatori. Ultima
1
G.Berti, G.Brunori, A.Guarino, Aree rurali e configurazioni turistiche, in D. Cinti (a cura di), Turismo
rurale e progetto di paesaggio. La Valtiberina Toscana per un turismo naturale e culturale sostenibile,
Alinea Editrice, 2010, Firenze, ISBN:9788860555045.
2
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche:opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
13
fase è la valutazione in senso stretto che consiste nell’interpretare le informazioni
raccolte (incluso la verifica dei meccanismi di trasmissione). Per far questo possono
essere utilizzate varie tecniche quali: la diacronica, la reference level, la valutazione
partecipata. All’interpretazione delle informazioni raccolte segue la valutazione
globale di sostenibilità, per arrivare, in ultimo, alla predisposizione di politiche e
interventi correttivinullpreventivi.
1
Come sottolineato in precedenza, esiste una stretta interazione tra turismo e
ambiente. La sostenibilità del turismo rurale è legata anche all’intensità della
fruizione del territorio che si manifesta sia al momento della produzione dell’offerta
(la struttura turisticonullricettiva) sia del consumo delle risorse territoriali (domanda). I
due elementi sono contestuali e prendono in considerazione gli effetti relativi al
mantenimento e alla riproduzione dei capitali.
2
È necessario, quindi, valutare se il sistema turistico consuma maggiori risorse rispetto
alla sua capacità di rigenerazione.
3
Per valutare la sostenibilità del turismo rurale è possibile adottare una metodologia
quantitativa volta a misurare i livelli di consumo delle risorse rurali oppure, muoversi
nell’ambito dell’analisi qualitativa. Nella tesi facciamo riferimento a questa secondo
metodologia ed in particolare al modello UNEPnullWTO ( 2005) che presenta molti
elementi di corrispondenza con le dinamiche embedding/disembedding,
endogenità/esogenità, empowering/disempowering sopra descritte. L’UNEPnullWTO
(2005), ad esempio, ha individuato i seguenti indicatori/obiettivi di sostenibilità del
turismo:
1) vitalità economica: per garantire la vitalità e la competitività delle destinazioni e
delle imprese turistiche, in modo che siano in grado di continuare a prosperare e
a trarre benefici a lungo termine;
2) prosperità locale: per massimizzare il contributo del turismo alla prosperità della
destinazione turistica, includendo la quota di reddito turistico trattenuta a
livello locale;
1
G.Berti, I sistemi rurali-turistici, in Dipartimento Scienze Economiche, Dipartimento di Agronomia
ecc., TURRU Aree rurali e configurazioni turistiche:opportunità e buone prassi, Rapporto finale di
ricerca, (Prodotto n.4 null Riepilogo dei risultati de lla ricerca), non pubblicato, Firenze, 30.05.2011.
2
Vedi sopra.
3
G.Berti, G.Brunori, M.Rovai, Proposta metodologica per la valutazione della sostenibilità del turismo in
specifici contesti territoriali e tipologici, in L’analisi degli effetti del turismo nelle aree rurali, 2010.
14
3) qualità dell’occupazione: per rafforzare il numero e la qualità dei posti di lavoro
creati a livello locale e sostenuti dal turismo, compreso il livello di retribuzione,
le condizioni di servizio e la disponibilità per tutti, senza discriminazioni di
sesso, razza, disabilità o di altro tipo;
4) equità sociale: per ottenere una distribuzione ampia dei benefici economici e
sociali derivanti dal turismo in tutta la comunità ospite, compreso il
miglioramento delle opportunità, dei redditi e dei servizi accessibili dalla
popolazione povera;
5) soddisfazione dei visitatori: fornire ai visitatori un’esperienza sicura,
soddisfacente e appagante, disponibile per tutti senza discriminazioni di sesso,
razza, religione, disabilità o altro;
6) controllo locale delle risorse: impegnare e dare potere alle comunità locali, nella
pianificazione e nel processo decisionale relativi alla gestione e allo sviluppo
futuro del turismo nella loro regione, dopo aver consultato altri soggetti
interessati;
7) benessere della comunità: mantenere e rafforzare la qualità di vita delle comunità
locali, comprese le strutture sociali e l’accesso alle risorse, ai servizi e ai sistemi
di sostegno vitale, evitando qualsiasi forma di degrado o sfruttamento sociale;
8) ricchezza culturale: rispettare e migliorare il patrimonio storico, la cultura
autentica, le tradizioni e le caratteristiche peculiari delle comunità ospiti;
9) integrità ambientale: mantenere e migliorare la qualità dei paesaggi, sia urbani
sia rurali, ed evitare il degrado fisico e visivo dell’ambiente;
10) diversità biologica: per sostenere la protezione delle aree naturali, degli habitat e
della fauna selvatica, e minimizzare i danni;
11) efficienza uso delle risorse: per minimizzare l’uso delle risorse scarse e non
rinnovabili nello sviluppo e nella gestione delle strutture e nei servizi turistici;
12) naturalità (purezza ambientale): per minimizzare l’inquinamento di aria, acqua
e terreno e la produzione di rifiuti da parte delle imprese turistiche e dei
visitatori.
1
1
Allegato 2, 12 Obiettivi per il turismo sostenibile (UNWTO/UNEP), Azione per un turismo europeo più
sostenibile. Rapporto del gruppo per la sostenibilità del turismo, febbraio 2007.