3
Introduzione
La mia tesi consiste in un’analisi linguistico-letteraria del romanzo scozzese Glue
di Irvine Welsh, pubblicato nel 2001. Benché non famoso come Trainspotting,
reso celebre a livello mondiale da una azzeccata e celebre produzione
cinematografica sotto la regia di Danny Boyle, Glue è considerato dalla critica
l’opera della maturità di Welsh. E’ infatti l’opera più completa ed espansiva che
abbia realizzato. Si tratta di un libro che ha come protagonisti quattro ragazzi
della periferia di Edimburgo, la cui vita viene descritta nell’arco di quattro decadi.
Carl, Terry, Billy e Andrew si conoscono da bambini tra i banchi di scuola e tutti
vengono dal degrado delle case popolari chiamate in gergo “The Scheme”, da cui
i suoi abitanti “schemies”.
Attraverso gli anni analizzerò come i ragazzi resteranno coesi fra loro nonostante
le diverse strade che ognuno di loro prenderà e nonostante i problemi di vario tipo
che segneranno la vita di alcuni di loro. Il background culturale e storico è quello
delle sottoculture giovanili post-punk che nacquero nel Regno Unito e si
espansero in tutta Europa agli inizi degli anni ’80: il movimento hooligans, la
nascita della musica acid-house e il movimento rave-party.
Nel primo capitolo introdurrò lo scrittore attraverso una sua biografia che
illustrerà la sua vita e le sue esperienze attraverso il Regno Unito. Inoltre saranno
analizzati gli altri libri sia precedenti che posteriori a Glue, evidenziando gli
aspetti comuni e la ricorrenza di molti personaggi nei diversi romanzi, visti così
da differenti punti di vista, che molto ricordano La Comédie Humaine dello
scrittore francese Balzac .
Nel secondo capitolo mi occuperò direttamente del libro in questione. Verranno
affrontate le tematiche, analizzati i vari protagonisti e la loro evoluzione nel corso
4
degli anni. Infatti il capitolo sarà diviso, come il romanzo, in 4 sottocapitoli, in
maniera temporale. Si partirà dal 1970 fino ad arrivare al 2000.
Nel terzo capitolo affronterò il tema dell’uso dello Scots nel romanzo, che è
l’elemento più peculiare dell’opera. Innanzitutto ho preso in considerazione la
scelta della variante “Edinburgh Scots” con il suo rispettivo gergo dialettale, che è
il linguaggio parlato dagli abitanti di Edimburgo, e attraverso l’analisi di alcune
parti del romanzo metterò in evidenza i vari livelli linguistici (ortografia,
grammatica e vocabolario) in cui lo Scots si manifesta, rendendo molto
impegnativa la lettura di Glue.
5
Capitolo 1: Biografia e bibliografia
Nella biografia descriverò la vita di Welsh precedente al suo debutto letterario
corrispondente all’uscita di Trainspotting, delineando gli eventi e i movimenti
sociali che portarono lo scrittore scozzese al successo internazionale. Nella
bibliografia, invece, saranno analizzate in generale le sue opere, anche qui
sviluppando il contesto culturale e le varie fonti di ispirazione della sua opera.
Welsh portò una ventata di aria fresca non solo nella letteratura britannica, ma
anche in quella mondiale. Ci sono certamente dei collegamenti diretti con la
situazione sociale dei suoi tempi nello sviluppo della sua opera, in particolare il
contesto socio-politico. C’è da considerare che Welsh crebbe in un periodo in cui
la Scozia soffriva di un complesso di alienazione ed oppressione da parte
dell’Inghilterra. Le politiche economiche dell’allora primo ministro, Margaret
Thatcher (1925), erano viste in contrapposizione con gli interessi della Scozia.
Tutto ciò si manifestò in tre storici e simbolici eventi. Il primo è la guerra delle
Falklands che nella prima opera, ovvero Trainspotting venne ampiamente
criticata, tramite un monologo del protagonista Mark Renton, che inoltre perse
suo fratello Billy per motivi bellici, impegnato con l’esercito a contrastare la
crescente violenza nell’Irlanda del Nord. Come evince dalle parole di Mark che in
questo caso si riferisce a suo fratello Billy:
He wis not the brave young man who died for his country, but a
spare prick in uniform , exactly the kind of cunt they’d have branded
6
cowardly thug if he wis in civvy street rather than on her Majesty’s
service.
1
Billy Renton non è visto come un bravo cittadino britannico o un valoroso soldato
ma come una persona qualsiasi che se non fosse in uniforme sarebbe stato
reputato addirittura un malvivente codardo. Questo conferma il rifiuto totale della
guerra da parte di Welsh e la critica spietata della politica britannica. Come
prevedibile all’apice della popolarità del nazionalismo britannico avvenne il
secondo evento, ovvero gli scioperi dei minatori del 1984 e del 1985, che
rimpiazzarono la guerra contro l’Argentina con le lotte popolari interne che
afflissero soprattutto la parte nord, quella più povera, del Regno Unito. Il terzo
evento fu l’imposizione della “poll tax”, una tassa mirata a indebolire
ulteriormente i ceti sociali più deboli, che fu introdotta in Scozia un anno prima
che nel resto del Regno Unito, ma che fu però ritirata dopo importanti rivolte
popolari. Quest’ultimo avvenimento portò al fallimento politico del governo
Thatcher. Le difficoltà politiche sfociarono anche nel sociale e costituiscono la
base, l’ambiente, in cui l’opera di Welsh ebbe vita. Fra le sue influenze c’è da
considerare la nascita di due movimenti sociali giovanili in Gran Bretagna. Un
alto tasso di disoccupazione, l’estetica del DIY (do-it-yourself), l’etica anti-
borghese, il numero di morti per AIDS ed eroina, portarono fondamentalmente a
due forti movimenti sociali che nacquero nel Regno Unito e si diffusero in tutta
Europa. A metà degli anni ’70 ci fu l’esplosione del “punk”, un movimento di
stampo rivoluzionario e provocatorio che ben presto andò al di là della musica.
Esso fu la conseguenza del forte disagio e del divario sociale creatosi nel paese.
1 Welsh I. Trainspotting, Martin Secker & Warburg, London 1993 p. 211 cit: Lui non era un
ragazzo coraggioso che morì per la sua patria, ma un coglione qualunque in uniforme,
esattamente il classico stronzo che avrebbero etichettato come un bastardo criminale da civile,
se non avesse fatto il soldato al servizio di Sua Maestà. (traduzione mia)
7
Simbolo di questo movimento fortemente nichilista e distruttivo fu “il famoso
slogan “no future” tratto dalla canzone “God Save The Queen” della band
londinese Sex Pistols”
2
.
L’ondata punk fu seguita dalle diverse etica ed estetica dei “rave-party” e della
musica “acid house”, veri e propri movimenti legati alla musica elettronica e
all’uso massivo dell’Ecstasy. Questi ultimi movimenti giovanili non essendo più
politicizzati, ma sempre nichilisti e distruttivi, portarono all’adesione molte più
persone, perché in questo caso le droghe non erano più un fenomeno legato al
sottoproletariato come prima, ma un fenomeno che colpiva qualunque ceto
sociale giovanile, provocando un crescente panico nell’opinione pubblica e di
conseguenza nel governo. In un certo senso anche questa cultura si radicò
stabilmente nei giovani britannici, a tal punto che queste ribellioni diventarono
ampiamente commercializzate, banalizzate e quindi impoverite, epurate dalla
spinta innovativa che caratterizzava i loro esordi.
Un altro elemento caratterizzante e propulsivo dell’opera di Welsh, è
l’attaccamento alla propria città di nascita: Edimburgo. Questo si evince dall’uso
dell’ “Edinburgh Scots”, a cui è dedicato il terzo capitolo di questa tesi, come
lingua portante di quasi tutti i suoi romanzi, e dall’ambientazione di molti degli
stessi nella capitale scozzese. Il talento di Irvine Welsh emerse in un periodo di
notevole produzione letteraria a Glasgow, quando un suo cittadino, James
Kelman
3
(1946), divenne il primo scozzese a vincere il prestigioso premio Booker
Prize nel 1994 con il romanzo How late it was, how late. In quegli anni “Glasgow
era percepita come il centro della popolazione, del calcio, povertà e letteratura del
ventesimo secolo, specialmente letteratura operaia o sottoproletaria. Il monopolio
2 Morace R.A., Irvine Welsh, New British Fiction, Palgrave MacMillan, New York, 2007 p.16
cit. “The Sex Pistols’ famous phrase “no future” from “God Save The Queen” (traduzione mia)
3 Scrittore scozzese di romanzi, racconti, opere teatrali e saggi politici. Anche lui come Welsh
fece largo uso dello Scots nelle sue opere.
8
di Glasgow si consolidò dopo esser stata insignita nel 1990 del titolo di Città
Europea della Cultura, con un logo di una faccina sorridente e lo slogan
“Glasgow’s miles better”
4
(con un curioso gioco fonetico fra miles better e smiles
better).
1.1 Biografia di Irvine Welsh
Irvine Welsh nacque nel 1958 a Leith, un quartiere di Edimburgo, che divenne
parte della città a partire dal 1920, sviluppatosi attorno al suo porto e circondato
da industrie. Il quartiere mantenne sempre una relazione ambivalente con il resto
della città sin dal principio, quando la popolazione espresse il malcontento per
l’annessione, con un plebiscito popolare. La madre era una cameriera e suo padre
lavorò come operaio portuale, finché la sua cagionevole salute lo costrinse a
diventare un commerciante di tappeti. La famiglia Welsh, quando Irvine era
ancora un bambino, si trasferì nelle nuove case popolari di Muirhouse, dove egli
crebbe. Questo quartiere era il frutto del programma di sviluppo urbanistico in
atto nel dopoguerra nel Regno Unito, un vero e proprio esperimento di ingegneria
sociale, in cui la classe operaia veniva collocata in quartieri residenziali composti
da una fitta agglomerazione di prefabbricati e palazzoni condominiali. Lontani
dalla vita e dall’economia del centro città, nel corso degli anni divennero dei veri
4
Morace R.A., Irvine Welsh, New British Fiction, Palgrave MacMillan, New York, 2007 p.21
cit. “Glasgow was perceived as the centre of Scottish population, football, poverty and
twentieth-century fiction, especially working or underclass fiction. Glasgow’s monopoly
increased following its being designated 1990 European City of Culture, replete with smiley
face logo and Glasgow’s miles better slogan” (traduzione mia)