delle proprie capacità, non può esimersi dall’essere cosciente della
potenziale incapacità degli altri conducenti.
Questo studio vuole costituire una sorta di guida alla valutazione
del rischio, attraverso un’analisi statica dei dati disponibili più
aggiornati (1998) e un’analisi dinamica nell’arco temporale di dieci
anni (1989-1998), per consentire di misurare le variabili coinvolte in
passato e procedere all’individuazione di provvedimenti efficaci per
il futuro.
La maggior parte dei dati su cui si basa questo studio provengono da
una pubblicazione a cadenza annuale dell’ISTAT, in collaborazione
con l’ACI, la ”Statistica degli incidenti stradali”, una
dettagliatissima rappresentazione sotto forma di tabelle di cui si
parlerà diffusamente nei primi due capitoli.
Per questo sono stati colti gli aspetti più interessanti del problema
procedendo all’integrazione con la costruzione di grafici e rapporti
e alla comparazione tra i dati fondamentali e altri parametri quali il
parco autoveicoli circolante, la lunghezza delle strade, la superficie
delle Regioni, gli abitanti, la quantità di benzine vendute.
I primi due capitoli si soffermano sulla rilevazione annuale da parte
dell’ISTAT-ACI, spiegando come avviene, quali sono i suoi limiti e
soprattutto perché sono presi in considerazione solo gli incidenti con
infortunati.
Per i capitoli successivi lo schema logico seguito nella
rappresentazione trae origine dall’individuazione dell’oggetto e dei
protagonisti del fenomeno con conseguente determinazione delle
coordinate spazio-temporali. Successivamente sono analizzate tutte
le forme in cui il fenomeno può manifestarsi e, infine, le ragioni che
costituiscono l’essenza e il fine di tutto il ragionamento.
Sulla base di queste premesse lo schema generale riassuntivo del
lavoro è il seguente (con l’indicazione fra parentesi dei capitoli di
riferimento).
Quando? SERIE STORICA (III), 1989-1998
(IV), MESE (IV), GIORNO DELLA
SETTIMANA (IV), ORA DEL GIORNO (IV)
Dove? CONFRONTI INTERNAZIONALI
(X), ITALIA, REGIONI (V), PROVINCE
(V), CITTA' con oltre 220.000 abitanti (V)
Che cosa? INCIDENTI STRADALI
Come? CONDIZIONI METEOROLOGICHE
(VIII), CATEGORIA di veicoli, di incidenti, di
strada (VI)
Perché? CAUSE (IX)
Chi? MORTI E FERITI
Come? SESSO ed ETA' (VII), CONDIZIONI
METEOROLOGICHE (VIII), CATEGORIA di
strada, di veicoli, di infortunati (VI)
Per quanto riguarda i dati riportati nelle tabelle e nei grafici, dove
non specificamente indicato, dovranno intendersi provenienti dalla
serie regolare degli annuari della “Statistica degli incidenti stradali”
ISTAT-ACI.
Attraverso le analisi conseguenti, gli aspetti più esaltati dai media e
più abusati nell’opinione comune, quali: l’ebbrezza da alcool,
l’eccesso di velocità, le stragi del sabato notte, l’incidenza della
nebbia, ecc. trovano la congrua collocazione in un quadro più ampio e
omogeneo. Le conclusioni sono meno ovvie e banali di quanto si
possa credere, con la conferma che, almeno in termini probabilistici,
ognuno dovrebbe conoscere i rischi a cui è esposto ogni volta che
conduce un veicolo o semplicemente attraversa una strada.
Gli aspetti sociali legati al fenomeno degli incidenti stradali
costituiscono, purtroppo, solo una faccia della medaglia e la seconda è
altrettanto dolorosa e inquietante. Gli aspetti economici sono cronaca
attualissima e l’aumento delle tariffe assicurative degli ultimi anni è
solo la facciata di un meccanismo complesso e perverso che si
autoalimenta.
Il sistema dei risarcimenti assicurativi è giunto al collasso negli
ultimi mesi e il dibattito è approdato in Parlamento. Questo problema
riguarda tutti gli utenti della circolazione stradale, ma in particolare
chiunque sia titolare di un contratto di assicurazione obbligatoria di
R.C.A. (Responsabilità Civile Automobilistica). L’ultimo capitolo
tenta di analizzare le principali cause di questo problema con
l’ausilio di altre informazioni provenienti dalla banca dati dell’ANIA
(Associazione Nazionale delle Imprese di Assicurazione) e
dell’ISVAP (Istituto di Sorveglianza e Vigilanza sulle
Assicurazioni Private).
Le conclusioni sono altrettanto interessanti e sorprendenti, anche se
lontane dall’individuazione di una semplice soluzione. Gli interessi in
gioco sono elevatissimi tant’è che al momento della stesura di questo
lavoro è ancora in atto un intricato dibattito tra Governo, ANIA e
Associazioni dei consumatori lungi dal concretizzarsi in un accordo.
Per questa ragione è necessario un continuo e costante
aggiornamento sulle componenti appena evidenziate e sulle
tematiche sollevate con questo studio, che per ovvie ragioni risulta
incompleto.
CAPITOLO I
METODOLOGIA DI RILEVAZIONE
STATISTICA
1.1 La statistica come strumento di studio dell’incidentalità
stradale
Questo primo capitolo è necessario per fornire gli elementi essenziali
a comprendere come avviene la rilevazione di un fenomeno così
diffuso sul territorio nazionale come quello degli incidenti stradali.
A causa della dimensione e dell’elevato costo sociale ed economico
della sinistrosità stradale, si richiede da parte delle autorità un
massiccio investimento di risorse per un efficace sviluppo della
sicurezza. Per un corretto impiego di queste risorse è necessario
disporre di informazioni su come avvengono gli incidenti, sulle
principali cause, sulle categorie a rischio e sulle circostanze che hanno
favorito il sinistro.
Quindi, la rilevazione statistica dell’incidentalità stradale rappresenta
uno strumento informativo necessario per consentire alle
amministrazioni responsabili della sicurezza stradale di adottare e
predisporre le opportune misure di prevenzione. In particolare una
misura tempestiva e affidabile delle variazioni di qualità e di quantità
del fenomeno permette di verificare l’efficacia di un provvedimento
normativo come l'introduzione dell’obbligo delle cinture di sicurezza
o una variazione dei limiti di velocità.
D’altra parte, per valutare l’efficacia di provvedimenti che
producono effetti nel lungo periodo, come l’introduzione
dell’educazione stradale nelle scuole, norme più rigorose per il
conseguimento della patente, norme limitative per la guida dei
giovani, norme per la rottamazione dei veicoli, ecc., è necessaria
un’analisi della serie storica dei dati.
Individuare tempestivamente i “punti neri” della rete stradale in cui
si è verificato un numero di sinistri particolarmente elevato permette
l’adozione di opportuni provvedimenti in tempi brevi, limitando il
numero delle vittime.
Per un’azione mirata è necessario comunque svolgere un’analisi
delle differenze dei livelli e delle caratteristiche degli incidenti stradali
rilevati in aree geografiche o in tempi diversi e porla in correlazione
con un insieme di informazioni relative a fenomeni che logicamente
possono essere stati causa o concausa dell'incidente, quali le
caratteristiche della strada e l'ambiente ad esso connesso (segnaletica,
illuminazione, ecc.) e le caratteristiche del traffico (intensità,
composizione della circolazione per tipo di veicolo, distribuzione di
frequenza per ora dei giorno e per giorno della settimana, ecc.) .
Infine, è opportuna una comparazione con i livelli di incidentalità e
le principali caratteristiche rilevate dai Paesi europei che hanno
adottato diverse politiche dei trasporti.
1.2 Variabili del fenomeno
In Italia, come verrà messo in evidenza in seguito, la rilevazione
statistica sull'incidentalità stradale è il frutto di un'azione congiunta e
complessa tra una molteplicità di Enti: l'ISTAT, l'ACI, la Polizia
stradale, i Carabinieri, la Polizia municipale, i Comuni.
Il sistema di rilevazione, ristrutturato e migliorato, come si
analizzerà, nel 1991 per adeguarlo alle nuove esigenze conoscitive ed
armonizzarlo con le rilevazioni degli altri Paesi, fornisce una base
informativa vasta ed articolata che coglie le principali variabili del
complesso conducente-veicolo-strada-ambiente.
Questa rilevazione costituisce la maggiore fonte di informazioni su
questo fenomeno, è estesa a tutto il territorio nazionale ed ha per
oggetto, secondo la definizione internazionale (vedi paragrafo 1.7),
tutti gli incidenti che hanno provocato lesioni alle persone, escludendo
pertanto quelli che hanno causato solo danni materiali.
La banca dati è molto estesa e i periodici aggiornamenti forniscono
per ciascuna variabile un’informazione tempestiva, affidabile e
qualitativamente apprezzabile.
Le principali variabili rilevate riguardano:
• conducenti coinvolti (età, sesso);
• veicoli (tipo, cilindrata, anno d'immatricolazione);
• strada (tipo, planimetria);
• ambiente stradale (segnaletica esistente, condizioni
dell'asfalto, condizioni meteorologiche);
• localizzazione del sinistro (strada, chilometro, Comune);
• data dell'evento (giorno, ora);
• circostanze dell'incidente (cause che presumibilmente hanno
provocato il sinistro: infrazioni commesse, eventuali condizioni
psicofisiche anomale del conducente o avarie del veicolo);
• vittime (conducenti, passeggeri o pedoni e loro caratteristiche:
età, sesso, esito).
I dati raccolti sono successivamente aggregati e integrati con altri
parametri di riferimento (popolazione, veicoli circolanti, rete stradale,
ecc.).
1.3 Cenni storici
1
Le prime rilevazioni statistiche sugli incidenti stradali in Italia
risalgono al 1934, quando lo sviluppo dell'automobilismo e della
circolazione portarono ad un aumento considerevole degli incidenti
stradali. Fin dal primo gennaio di quell'anno, infatti, il R.A.C.I. (Reale
Automobile Club d’Italia), dopo aver preso accordi con l'Istituto
Centrale di Statistica, che ne appoggiò l'iniziativa, iniziò una regolare
rilevazione.
Prima d'allora, non era mai stata compilata una statistica completa,
anche se fin dal 1919 era stata inclusa nella statistica ufficiale quella
riguardante i morti causati dai mezzi di trasporto, ma niente che
riguardasse il numero dei feriti, degli incidenti e dei mezzi coinvolti.
La rilevazione iniziata col primo gennaio 1934 dal R.A.C.I. fu
eseguita ininterrottamente, utilizzando le fonti allora esistenti, fino al
1
Cfr. ISTAT-ACI, Statistica degli incidenti stradali, annuario ISTAT, 1952
1942, anno in cui dovette essere sospesa a causa del secondo conflitto
mondiale.
Dopo la parentesi bellica, nell'anno 1948, una apposita Commissione
di studio, costituita presso l'Istituto Centrale di Statistica, ha ripreso in
esame le statistiche degli incidenti stradali allo scopo di iniziare una
nuova rilevazione completa.
Sulla base dell'esperienza precedentemente acquisita, vennero
apportate alcune modifiche al modello di rilevazione, riducendone il
formato e semplificandone il contenuto in maniera da renderne più
agevole la compilazione da parte degli agenti incaricati, e assicurare
una più alta attendibilità dei dati raccolti.
La rilevazione è stata ripresa nel maggio 1949, ma era lecito
attendersi che, almeno inizialmente, non fosse stato possibile avere
dati completi. Infatti i dati raccolti nell'anno 1949 si rivelarono poco
attendibili per numerose incertezze e lacune, come non del tutto
completi sono altresì da ritenersi quelli relativi al 1950 e 1951.
Ciò spiega perchè l'ISTAT abbia voluto attendere che la rilevazione
fosse completa, prima di procedere alla regolare pubblicazione dei dati
nel proprio “Bollettino mensile” e nelle altre pubblicazioni annuali a
partire dall’anno 1952.
1.4 Organi e modalità di rilevazione
In Italia la rilevazione viene eseguita a cura dei seguenti organi:
• Carabinieri
• Questure e Commissariati di P. S.
• Comandi e Distaccamenti di Polizia stradale
• Comandi dei Vigili Urbani
Per gli incidenti avvenuti nel territorio dei Comuni fino a 20.000
abitanti, gli organi rilevatori trasmettono i modelli compilati
all’Istituto centrale di Statistica tramite i Comandi di Gruppo dei
Carabinieri o i Comandi Provinciali della Polizia stradale.
Per i Comuni capoluogo di Provincia o con popolazione superiore a
20.000 abitanti, gli organi rilevatori trasmettono i “Rapporti
statistici di incidente stradale” (vedi paragrafo 1.5) all’Ufficio di
statistica del Comune o ad altro ufficio comunale incaricato della
raccolta, il quale provvede ad effettuare una indagine supplementare
anche presso gli obitori, gli ospedali, le cliniche, i posti di pronto
soccorso, le infermerie, i medici, i vigili del fuoco, le imprese di
trasporto pubbliche e private, ecc., allo scopo di attingere le notizie
sulle persone ferite a seguito di incidenti stradali, avvenuti nel
territorio comunale. Anche in questo caso, qualora non fosse già stato
fatto, l’ufficio provvede a compilare per ogni incidente, l’apposito
modello.
L'ufficio provvede inoltre ad effettuare un controllo dei “rapporti”
raccolti, onde accertare che siano stati esattamente e completamente
compilati allo scopo di evitare che per uno stesso incidente vengano
presi in considerazione più “rapporti”, compilati da Enti diversi.
Entro il mese successivo a quello cui i dati si riferiscono, i predetti
Comuni capoluogo di Provincia o aventi una popolazione superiore a
20.000 abitanti, tranne quelli di Torino, Milano, Genova, Venezia,
Bologna, Firenze, Roma e Catania, di cui diremo in particolare più
avanti, provvedono ad inviare all'Istituto Centrale di Statistica il
materiale così raccolto.
1.5 Modello di rilevazione
La rilevazione dei dati relativi a ciascun incidente viene eseguita a
mezzo di apposito modello denominato “Rapporto statistico
d'incidente stradale”.
Tale modello è stato predisposto per la prima volta nel 1952
dall'Istituto Centrale di Statistica d'accordo con l'Automobile Club
d'Italia ed approvato da apposita Commissione di studio,
successivamente è stato sostanzialmente modificato due volte.
A questo proposito, può risultare interessante confrontare il più
vecchio (allegato 1) e quello attualmente in uso (allegato 2), si nota
infatti come il secondo sia notevolmente più dettagliato del primo.
In entrambi compare una parte generale con notizie generali
riguardanti il luogo, la data e l'ora in cui è avvenuto l'incidente. La
sezione analitica di ogni modello comprende spazi per la rilevazione
di dati fino a un massimo di tre veicoli coinvolti.
Il primo modello di rapporto statistico era suddiviso in quattro parti:
• Parte I, riguardante i veicoli e le persone coinvolte, in cui
erano richieste le notizie sul tipo dei veicoli, sul conducente
(età, sesso, professione, Comune di residenza e se rimasto
incolume o meno), sulle persone trasportate o infortunate e
sulle altre persone comunque coinvolte nell'incidente secondo
l'età ed il sesso.
• Parte II, riguardante le notizie particolari limitatamente agli
autoveicoli o motoveicoli, in cui erano richieste le generalità
del proprietario, il numero e il grado della patente, ecc.
• Parte III in cui erano richieste notizie sulla natura
dell'incidente (scontro fra veicoli in marcia, ribaltamento,
ecc.), le condizioni meteorologiche e di luce, le condizioni
della strada, con particolare riguardo allo stato della
pavimentazione ed alle altre caratteristiche della strada stessa.
• Parte IV in cui erano richieste le cause e le circostanze,
presunte o accertate, che hanno influito in modo determinante
sul verificarsi dell'incidente. Queste cause e circostanze erano
raggruppate schematicamente a seconda che fossero
imputabili ai conducenti, alle persone trasportate, ai pedoni o
ad altre persone comunque coinvolte nell'incidente, a difetti o
avarie del veicolo o ad altri motivi.
Il modello attuale è suddiviso in otto specchi molto più
particolareggiati e soprattutto è costituito in modo da poter essere letto
da apparecchiature ottiche per l’immissione diretta dei dati negli
elaboratori:
• Lo specchio 1 riguarda la localizzazione dell’incidente, cioè
la denominazione e il tipo di strada;
• Lo specchio 2 riguarda le caratteristiche planimetriche
(pavimentazione, segnaletica,ecc.) e le condizioni
meteorologiche e del fondo stradale del luogo in cui si è
verificato l’incidente;