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1. STORIA DELLA LINGUA INGLESE IN AMERICA
In questo primo capitolo verranno introdotti i processi storici che hanno
influenzato lo sviluppo dell’inglese americano e che sono essenziali per meglio
comprendere le diversità di questo idioma dalla sua lingua madre, l’inglese
britannico. Il primo passo fondamentale da compiere, quando si cerca di
comprendere l’evoluzione di una determinata lingua, è quello di sapere di più sul
paese in cui essa è parlata e, soprattutto, conoscere la sua storia. Lo scopo di
questo capitolo è quello di presentare gli eventi storici che hanno portato, prima,
alla colonizzazione del territorio americano, principalmente da parte della
madrepatria inglese e, poi, alla diffusione della lingua come principale mezzo di
unificazione del paese.
È consuetudine dividere la storia degli Stati Uniti, e quindi lo sviluppo dell’inglese
americano, in tre periodi principali: il periodo coloniale, che va dall’arrivo dei
primi coloni in Nord America nel 1607 fino alla fine della Guerra di indipendenza
nel 1783; il “national period”, che copre il periodo tra la fine della Guerra di
indipendenza e la fine del diciannovesimo secolo includendo la Guerra civile; ed
infine l’ultimo periodo detto ”international period”, che dalla fine della Guerra
civile arriva ai giorni nostri
1
.
1.1 Il periodo coloniale
L’arrivo dei primi coloni nel continente americano ha rappresentato la fase più
importante della nascita e del successivo sviluppo linguistico dell’inglese
americano; quelle genti, nel corso degli anni, hanno modificato, per scelta e a
causa di molteplici accadimenti, il modo di esprimere il loro idioma originale fino
a plasmare una nuova lingua, non molto differente da quella madre ma colma di
aspetti identificativi del nuovo popolo americano.
Diversi furono i tentativi degli inglesi di stabilire insediamenti nelle nuove terre,
in particolare sulla costa orientale degli attuali Stati Uniti, nella regione che
chiamarono “Virginia”, in onore della regina Elisabetta I, soprannominata la
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Zoltán Kövecses, American English: An Introduction (Peterborough: Broadview Press, 2000)
p. 19
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“regina vergine”. Nel 1587, il navigatore e poeta Sir Walter Raleigh riuscì a
fondare un insediamento stabile nell’attuale Carolina del Nord, in quella che fu
definita “la colonia perduta di Roanoke”
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. A quel tempo, le nuove colonie non
erano ancora in grado di avere un’esistenza autosufficiente e necessitavano di
continui rifornimenti dalla madre patria. Purtroppo, in quegli anni l’Inghilterra si
trovò ad affrontare una grave crisi esterna, rappresentata dalla minaccia
espansionistica della Spagna, e non fu in grado di inviare rifornimenti alla
colonia. Quando finalmente, nel 1590, una nuova spedizione raggiunse la colonia
trovò solo un villaggio abbandonato senza nessuna traccia dei coloni né segni di
eventuali battaglie.
Seguirono altri tentativi di insediamento, tra cui si ricorda la colonia di Popham,
realizzata nel 1610 in quello che ora è il Maine ma abbandonata dopo solo due
anni, e la più duratura colonia di Jamestown, fondata nell’attuale Virginia nel
1607.
Uno dei più importanti fenomeni sociali che favorì la diffusione della lingua
inglese nel Nuovo Mondo fu la pesca, praticata principalmente lungo la costa
nord-orientale. L’esercizio della pesca contribuì all’esplorazione di quasi tutte le
baie presenti nel Nord America e nel Canada e, ben presto, nella colonia di
Jamestown si iniziò ad utilizzare una nuova versione della lingua inglese che
meglio si adattava alle nuove condizioni di vita dei coloni.
Un altro insediamento di successo da parte degli anglofoni avvenne ad opera dei
Padri Pellegrini. Numerosi membri di questo gruppo erano Separatisti, ovvero
avevano assunto posizioni diverse e più severe rispetto a quelle della Chiesa di
Inghilterra, decisero quindi, anche per il timore di rappresaglie da parte
dell’Ordine costituito, di lasciare la madrepatria e recarsi nel Nuovo Mondo.
Ottennero un diritto di insediamento nella colonia britannica della Virginia e, nel
settembre del 1620, salparono da Plymouth (Inghilterra), a bordo della
Mayflower, 102 passeggeri tra cui donne e bambini.
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Gunnel Tottie, An Introduction to American English (Oxford: Blackwell Publishing, 2002) p.
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La Nuova Inghilterra era un nuovo mondo per loro ma non era un posto del tutto
inesplorato e gran parte di quei territori era già stata mappata e denominata.
Purtroppo, alla fine del primo rigido inverno, solo la metà dei passeggeri era
riuscita a sopravvivere. Nel marzo del 1621, però, avvenne una svolta decisiva
per il futuro della colonia grazie all’incontro con due nativi, Samoset e Tisquanto.
Quest’ultimo aveva una buona conoscenza dell’inglese, dovuto al fatto che per
ben due volte era stato in l’Inghilterra
3
. A quel tempo, infatti, capitava che i
primi esploratori portavano i nativi americani in Europa dove lavorando a loro
servizio avevano modo di imparare la lingua.
Grazie all’aiuto di Squanto, così venne poi chiamato, i Pellegrini entrarono in
contatto con la tribù nativa dei Wampanoag che insegnò loro la caccia e la
coltivazione della terra. Nell’autunno 1621, i coloni celebrarono il loro primo
raccolto con una grande festa, della durata di tre giorni, assieme alla tribù dei
nativi. Fu il primo Thanksgiving della storia.
Nel secolo successivo, fino al 1732, gli Inglesi arrivarono a fondare 13 colonie
ed occupare la maggior parte della costa atlantica: New Hampshire,
Massachusetts, Connecticut, Rhode Island, New York, New Jersey, Pennsylvania,
Maryland, Delaware, Virginia, Carolina del Nord e del Sud, e Georgia. Tuttavia,
non erano i soli; nel frattempo anche altri paesi europei, interessati alla
colonizzazione del Nuovo Mondo, avevano costituito degli insediamenti cosicché
accanto alle colonie inglesi erano presenti anche insediamenti francesi, spagnoli
e olandesi. Sebbene non importanti e così diffusi quanto quelli inglesi, questi
nuovi insediamenti ebbero notevole influenza sullo sviluppo dell’inglese
americano.
1.1.1 Le prime caratteristiche dell’inglese americano
La lingua che si parlava nei primi anni del diciassettesimo secolo nei territori
coloniali del Nuovo Mondo non doveva essere molto dissimile all’inglese parlato
in Gran Bretagna nel tardo sedicesimo secolo, periodo generalmente denominato
3
Eric Metaxas, The Miracle of Squanto's Path to Plymouth (Brussels: Wall Street Journal,
2015)
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elisabettiano
4
. Anche se l’inglese parlato a Londra rappresentava solamente dal
5% della lingua degli anglofoni, si rivelò decisivo per il successivo sviluppo
dell’inglese britannico. La flessibilità di questa prima forma di inglese ha
permesso alla lingua di svilupparsi in nuove direzioni, lasciando spazio all’inglese
americano di evolversi in modo autonomo.
Si trattava, inoltre, di un periodo storico molto dinamico dal punto di vista della
lingua inglese; era l’epoca di Shakespeare, di Spenser, di Sir Walter Raleigh e di
Elisabetta I d’Inghilterra; insomma, i Pellegrini non sarebbero potuti arrivare in
un momento migliore.
Nel secolo che aveva preceduto l’arrivo dei Pellegrini nel Nuovo Mondo, la lingua
inglese aveva acquisito 10.000 parole aggiuntive; solamente Shakespeare ne
aveva create più di 1.700, tra cui ricordiamo premeditated, useful, useless,
amazement, barefaced, frugal, castigate, obscene
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.
Di seguito, alcuni esempi di termini che entrarono nell’inglese parlato al tempo
dei Pellegrini e che possono fornire un suggerimento della vitalità lessicale
dell’epoca: canoe (1555); skunk (1558); Indian (1602); corn (1608); racoon
(1609); moose (1613); cunner (1615); mother country (1617); Thanksgiving
(1621); breeze (1626); hominy (1629); buffalo (1633); public school (1636)
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.
Le particolari circostanze in cui si ritrovarono i primi coloni li forzarono ad
armeggiare con il proprio vocabolario sin dal primo momento. Già nel 1622
utilizzavano il termine pond, che in Inghilterra si riferiva ad uno stagno, per
descrivere grandi corsi d’acqua naturali come nel caso di Walden Pond. Creek,
in Inghilterra indicava un’insenatura ma in America arrivò a significare
“torrente”. Spesse volte le parole venivano prese in prestito da altre lingue con
cui i coloni inglesi venivano in contatto; il termine bluff, ad esempio, è stato
probabilmente preso in prestito dall’olandese blaf; swamp sembra provenire dal
termine tedesco zwamp. Tuttavia, i primi coloni preservarono molte delle parole
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Zoltán Kövecses, American English: An Introduction (Peterborough: Broadview Press, 2000)
p. 22
5
Howard Wichler, Words, words, words – Shakespeare had them (Montreal, Que.: Postmedia
Network Inc., 1994)
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Arthur Wayne Glowka, America in So Many Words: Words That Have Shaped America
(review) in ‘Dictionaries’ (Baltimore: Buffalo State College, NY, 1999) Fasc. 20, pp. 163
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che si erano “portati” dal Vecchio Mondo. Grazie alla loro natura conservatrice,
centinaia di termini inglesi che sarebbero col tempo spariti nella propria
madrepatria continuarono ad essere utilizzati in America. Fall, con il significato
di autunno, è probabilmente il caso più conosciuto. Era un termine relativamente
nuovo al tempo dei Pellegrini, il suo primo utilizzo in Inghilterra risale al 1545
ma rimase nell’uso comune fino alla seconda metà del diciannovesimo secolo.
Tra le parole mantenute in America troviamo: cabin, con il significato di umile
abitazione; bug, utilizzato per indicare qualsiasi tipo di insetto; mad, inteso come
arrabbiato piuttosto che matto; junk per la spazzatura
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. Naturalmente, i primi
coloni portarono nel Nuovo Mondo anche parole che non sono poi sopravvissute
né in America né in Gran Bretagna. Ad esempio: flight, con il significato di
spolverata di neve; fribble, per indicare una persona frivola; bossloper, per
eremita; spong, che indicava un appezzamento di terra; bantling, per neonato
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.
Ovunque andassero nei nuovi territori, i primi coloni si trovavano di fronte ad
oggetti e animali che non avevano mai visto prima. Inizialmente, assegnarono
nomi sbagliati a piante e animali. Spesso alle nuove creature davano nomi che
ricordavano il loro verso, tuttavia, si rivelò un metodo poco pratico. Per questo
motivo, iniziarono a formare parole composte a partire da due termini più
antichi. L’Inglese americano di quell’epoca brulica di tali costruzioni: jointworm,
eggplant, canvasback, copperhead, rattlesnake, catfish, cookbook, underbrush,
sapsucker, e così via. Questi nuovi termini avevano il pregio dell’immediatezza
e comprensibilità.
In questo modo l’inglese americano cominciò presto ad espandersi in nuove
direzioni. A partire dal 1682, gli Americani iniziarono a chiamare le banconote
bills piuttosto che notes. Entro il 1751, il termine bureau aveva perso il suo
significato inglese di scrivania per assumere quello di cassettone. Barn in inglese
britannico era ed è tutt’ora il fienile, ma in inglese americano indica un edificio
agricolo multiuso.
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Online Etymology Dictionary: https://www.etymonline.com/
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Bill Bryson, Made in America: An Informal History of American English (London: Black Swan,
2016) p. 30