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Premessa
È sempre piacevole riscoprire come l'influsso del greco e del latino sul
lessico italiano non sia mai scomparso nel corso dei secoli, e perduri ancora ai
nostri giorni, vivo e operante, toccando vari settori come la medicina, la
filosofia, ecc.
In questa tesi ho scelto di prendere in esame un insieme vario di elementi
formativi neoclassici, cioè di origine greca e latina, che vengono utilizzati nella
formazione del lessico medico specialistico per vari motivi: questi elementi
hanno una notevole ricchezza compositiva e perciò ricorrono in vari linguaggi
settoriali, e una volta analizzati e acquisiti, divengono degli efficaci memory
helpers
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, utilissimi per impadronirsi di una gran parte, non solo del linguaggio
medico ma anche della lingua comune; essi sono, inoltre, elementi internazionali
e quindi utili per comprendere linguaggi settoriali di altre lingue come l'inglese,
il francese, ecc. Mi sono concentrato sull'impiego di questi elementi nel
linguaggio medico, vista la ricchezza terminologica del lessico medico, in
quanto, in un dizionario italiano, circa un lemma su venti è di ambito medico
(relativo ad anatomia, farmacologia ed altre aree connesse). Si tratta anche di
elementi che sono alla base di un settore che ha forte ricaduta sul linguaggio
comune, sia perché nella vita quotidiana risulta quasi impossibile non affrontare
problemi di salute, sia perché sono frequenti in vari testi e interventi divulgativi
nei mass media.
Il presente lavoro si propone essenzialmente due obiettivi: 1) analizzare gli
elementi formativi da un punto di vista morfologico ed etimologico per
individuare i vari paradigmi di composizione e tracciare le linee fondamentali
della loro varia ricezione nella terminologia medica; 2) mettere in luce la loro
funzionalità semantica, con lo scopo di poter decifrare gli elementi opachi. In
questa ricerca ho adottato un metodo analitico-descrittivo, per poter conoscere a
fondo la struttura, i pardigmi e le valenze semantiche di questi elementi
formativi così da poter decodificare, a prima vista, molti dei composti che
risultano opachi per il parlante nativo. Immaginiamo quanto lo saranno per uno
studioso che non è un parlante nativo! L'idea è scaturita dal titolo del master cui
mi ero iscritto Lingue per le politiche pubbliche e sanitarie: durante il percorso
formativo i temi trattati erano concentrati di più su vari aspetti delle lingue
italiana ed inglese, soprattutto sulla terminologia politica; pertanto ho preferito
approfondire un repertorio terminologico che riguarda la sanità, anche perché,
lavorando come traduttore ed interprete, mi trovo spesso ad affrontare problemi
di traduzione d'ambito medico.
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È una metodologia di apprendimento denominata “Acquisition Helpers” o “Memory Helpers” che trasmette la
capacità di apprendere e di utilizzare con correttezza e competenza la terminologia specialistica.
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Gli elementi in questione, tra i più frequenti, sono inerenti all'anatomia, la
sintomatologia, la patologia e la strumentazione, ecc. (ad es. laparo- 'addome'
(laparoscopia), angio- 'vaso sanguigno', -algia 'dolore', (mialgia), -emia 'sangue,
presenza nel sangue di...' (iperazotemia), -tomo 'tagliare' (tomografia), ecc.).
Essi sono caratterizzati dalla duttilità di comportamenti all'interno dei composti
medici, in quanto vengono impiegati in un insieme vario di processi di
formazione. Con questo lavoro cercherò di evidenziare la struttura morfologica e
semantica di tali elementi, mettendo a fuoco i vari paradigmi che entrano in
gioco, e di individuare, tramite un cenno etimologico, le loro valenze semantiche
ora trasparenti, ora opache, e infine presentando alcuni criteri e strategie di
decodificazione.
Il viaggio inizia con l'introduzione che consiste in un accenno storico alla
tradizione scientifica nell'utilizzo di questi elementi di origine colta, per la
creazione del lessico medico, indicando il ruolo culturale delle civiltà greca e
latina: i greci, in quanto fondatori di quasi tutti i rami dello scibile; i latini, il
veicolo per cui si tramanda un vasto patrimonio lessicale greco a tutte le lingue,
non soltanto indoeuropee ma anche ad altre famiglie linguistiche. In questo
quadro viene anche messa a fuoco la definizone degli elementi fomativi. Qual è
la denominazione più adatta? È meglio chiamarli elementi formativi, ricalcando
l'inglese combining form, o confissi, imitando il francese confix, o prefissoidi e
suffisodi, o semiparola, o pseudoprefissi e pseudosuffissi?
Il primo capitolo offre uno sguardo generale sugli aspetti morfologici e
compositivi degli elementi formativi e i loro comportamenti nei composti
medici (per esempio la loro posizione, la loro tipologia) e le caratteristiche dei
composti formati con elementi formativi. L'attenzione si concentra
successivamente sulle differenze tra gli affissi e gli elementi formativi, passando
in rassegna le loro caratteristiche sotto varie angolazioni: posizione, derivabilità,
semantica, relazioni fra i costituenti, produttività, ecc. Alla fine di questo
capitolo viene presentata una classificazione semantica di 150 elementi fra i più
frequenti, basandosi su due aree (l'anatomia e la patologia), tenendo conto
dell'etimologia e del significato di questi elementi. Il capitolo si chiude con
qualche riflessione sui composti con elementi formativi e la loro divisione in
composti di base verbale e altri di base nominale.
Nel secondo capitolo la trattazione si muove su alcuni fenomeni riguardanti
l'aspetto semantico di questi elementi, partendo dalla definizione dei concetti
semantici: trasparenza e opacità, così da poter comprendere tali elementi,
mediante la messa in luce delle ragioni che ne rendono talvolta elementi poco
trasparenti o del tutto opachi ai profani. Data la loro presenza in varie famiglie
linguistiche in questa sede verrà, inoltre, evidenziato brevemente il loro ruolo
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come indicatori di internazionalità, avvalendosi dell'utilizzo di internet per
verificarne le occorrenze e di qualche modello di scheda terminologica.
Concluderò questo capitolo con un'analisi di un bugiardino e un referto medico.
Inoltre, svilupperò un glossario italiano-inglese-arabo che includerà una raccolta
di una buona parte dei termini medici menzionati nella tesi (circa 550
tecnicismi). Nella conclusione passerò in rassegna i risultati della ricerca.
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Introduzione
'' Non esistono lingue morte ma solo cervelli in letargo''
(Carlos Ruiz Zafón)
1.1. Il ruolo culturale delle civiltà greca e latina
Nella storia della civiltà europea la presenza della lingua e della civiltà greca
è stata sempre costante. Nessuno infatti ignora che il linguaggio scientifico
moderno (dalla medicina alla piscanalisi, alla sociologia, ai vari settori della
tecnologia) si serva della terminologia greca. Questo perché la civiltà greca è
stata la culla di tutti i generi letterari (dalla commedia, alla tragedia, all'epica
ecc.), e insieme la radice stessa di ogni ramo della speculazione razionale e
scientifica (dalla filosofia, alla matematica, alla geometria, alla geografia e via
discorrendo, che non a caso sono tutti termini di origine greca), e una volta
trapiantata nel terreno latino, ha prodotto quella magnifica fioritura della civiltà
romana destinata a lasciare un'eredità perenne a tutto il continente europeo.
Il contatto fra latino e greco, come è noto, ebbe origini antichissime,
addirittura lo si fa risalire persino al secondo millenio a.C., ma fu comunque
dagli ultimi secoli prima di Cristo, che si fece più stretto fino a dar luogo a
quella civiltà che oggi viene denominata greco-latina. La civiltà greca, che già
aveva raggiunto il suo massimo splendore nelle arti, nella letteratura e nella
ricerca del sapere, divenne subito il modello culturale della nascente civiltà
latina; questa, però, avrebbe avuto il merito e la capacità di rivendicare un suo
specifico ruolo culturale, considerandosi, dopo un primo periodo di
apprendistato, più una compagna di viaggio che una semplice allieva. E questo
nonostante l'espansione della lingua latina abbia riconosciuto nei fatti la
supremazia greca, arrestandosi anche durante la massima espansione
dell'impero, di fronte al greco (l'oriente rimase sempre grecofonde).
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L'eccellenza della civiltà greca fece sì che sin dall'inizio entrassero in Roma
una grande quantità di termini greci riguardanti le lettere, le arti, la scienza:
commedia, tragedia, poesia, teatro, storia, mitologia, scuola, periodo, tesi,
filosofia, geografia, geometria, filologia, epica, medicina, chirurgia,
democrazia, monarchia, farmacia ecc. Per non parlare dei nomi di piante e
frutta come melo, ciliegia, olivo, dattero...ecc
Se la lingua greca ha in ogni tempo esercitato un influsso culturale
immanente e, dopo la grande crisi culturale del Medioevo che vide l'abbandono
degli studi greci in Occidente, finì per risorgere, più viva e operante che mai, nel
periodo dell'Umanesimo, diventando da allora in poi la fonte privilegiata a cui le
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Cfr. Giuseppe Cusmano, Aspetti dell'influsso delle lingue classiche sul lessico italiano, Aracne, Roma, 2004,
p.42.
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scienze umane avrebbero attinto copiosamente per la formazione di nuove
parole, il latino ne ha sempre costituito il veicolo linguistico che ha reso
possibile, per la massima parte, il passaggio di tutti questi termini scientifici e
filosofici non solamente nelle lingue romanze, ma anche nelle varie parlate
popolari. Ciò a dimostrazione del fatto che la grande cultura greca non rimase
una esclusiva prerogativa delle classi colte, ma riuscì molto spesso a permeare
anche gli strati più umili della società romana.
Fra le parole originariamente dotte che il latino aveva mutato dal greco,
ebbero fortuna pure alcuni termini della medicina e della botanica, come ad
esempio, hypochondria dal greco hypkondria
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, haemorroides dal greco
haimorrois
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non si contano poi i calchi latini di parole colte.
Se il greco ha molta più importanza del latino nella formazione del
linguaggio medico, va ricordato che il latino è stato il tramite attraverso il quale
i grecismi medici si sono affermati. Ciò vuol dire che, nei numerosi casi di
incertezza accentuativa dovuta ai diversi criteri esistenti nelle due lingue
classiche, è preferibile adottare l'accentuazione alla latina: meglio dunque
alopècia, arteriosclèrosi, èdema.
Non bisogna dimenticare che la civiltà greco-latina e la religione cristiana
costituiscono le vere radici culturali della civiltà europea e, più in generale,
dell'intera civiltà occidentale. Non si può altresì negare che la lingua latina è la
sorgente dell'italiano e delle lingue romanze. Anzi per paradosso potremmo dire
che l'italiano è il latino moderno, la sua naturale evoluzione e trasformazione,
per essere più precisi, dovremmo dire che la lingua italiana, come pure le lingue
romanze, rappresentano la naturale evoluzione del ''latino volgare'', la lingua che
i romani usavano quotidianamente.
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Se è vero che la civiltà occidentale è nata dalle altre grandi civiltà antiche, la
greca, la latina e l'ebraica, è anche vero che il tramite linguistico è stato il latino:
dall'unità politica dell'impero romano a quella religiosa della cristianità,
dall'unità culturale dell'umanesimo a quella scientifica del mondo moderno fino
al XVIII secolo la scienza ha parlato prevalentemente in latino; e in latino fu
dato l'annunzio della nuova dimensione del cosmo e in latino hanno scritto
Newton e Galilei e Copernico e Spinoza
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Il termine ipocondria si riferisce alla preoccupazione eccessiva e infondata di una persona riguardo alla propria
salute, con la convinzione che qualsiasi visita medica di routine possa rivelare qualche patologia. Chi soffre di
ipocondria viene detto ipocondriaco o, nel linguaggio comune, malato immaginario.
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Composto dal gr. haima e rhéó, rhein "scorrere", col significato di "sanguinamento".
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Cfr. Giuseppe Cusmano, Op. cit. p. 11.
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Cfr. Maurizio Dardano, I linguaggi scientifici in Luca Serianni, Pietro Trifone, (a cura di), Storia della lingua
italiana, scritto e parlato, Einaudi, Torino, 1994, pp.498-550. (Baruch Spinoza, in latino: Benedictus de
Spinoza; (Amsterdam, 1632 – L'Aia, 1677) è stato un filosofo olandese, ritenuto uno dei maggiori esponenti del
razionalismo del XVII secolo, antesignano dell'Illuminismo e della moderna esegesi biblica).
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1.2. Perché il latino e il greco costituiscono un patrimonio per i
linguaggi settoriali?
Il mantenimento della terminologia di origine latina o greca da un lato e il
suo incredibile sviluppo dall'altro, trovano le rispettive spiegazioni nei vantaggi
funzionali da sempre riconosciuti alle lingue classiche e soprattutto al greco al
livello di tradizione, univocità, espressività e attitudine alla composizione ecc, e
nell'ampliamento delle conoscenze, senza confronti nella storia dell'umanità. La
terminologia scientifica moderna è dunque piena di neoformazioni dal greco,
anche se bisogna ammettere che alcune sono state forgiate in modo poco felice
e, talvotla, anche non razionale.
Sugli eccessi commessi nei procedimenti di coniazione di termini scientifici
a opera soprattutto della lingua inglese ci sembra opportuno riportare quanto
scrive Pietro Janni:
I Greci come pure i parlanti della famiglia indoeuropea, formavano i
composti unendo due corpi di parole integri, connessi secondo certe regole. In
antropophagos, per esempio, sono uniti senza mutilazioni il tema di antropos,
''uomo'', e il tema verbale phago – ''mangiare'', in kosmopolites, kosmos,
''mondo'' e polites ''cittadino''. Così si è fatto per millenni, prima con le
autentiche parole greche, poi coi grecismi moderni delle nomenclature
scientifiche. In questo caso non si operava sempre correttamente, ma almeno a
nessuno è mai venuto in mente che le parole greche si potessero sforbiciare a
piacere prima di incollarle. La nuova moda è venuta dall'inglese, soprattutto
dall'inglese d'America, origine principale dei composti formati con due tronchi
mutilati di parole, molto spesso con la testa della prima e la coda della seconda.
Il procedimento si è applicato dapprima alla materia prima nazionale, alle parole
inglesi; poi anche il greco c'è andato di mezzo molto frequentmente. Non
vogliamo perdere tempo a dire motor hotel (albergo per automobilisti)? Diremo
motel. (...) qualche volta il gioco è più difficile, e sfiora l'enigma. Quella che in
Italia si chiama videocamera, o più breve video, è designata internazionalmente
con la poco perspicua voce camcorder che sarebbe formata da camera e
recorder: un apparecchio da ripresa (camera) che registra (to record). Composti
di questo genere si possono chiamare all'inglese blend, ''mescolanze'' o
telescoped words, parole accorciate spingendo gli elementi uno dentro l'altro
come i tubi di un cannocchiale''.
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1.3. La lingua medica: linguaggio settoriale
La lingua medica come tutte le lingue techniche, può essere considerata
lingua speciale, cioè non organico sistema autonomo di segni, come ad es.
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Cfr. Pietro Janni, Il nostro greco quotidiano, Bari 1986, p. 28.
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