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L’emergere della società post-moderna e di figure quali il consumatore eclettico e
camaleontico hanno contribuito, se non determinato, la nascita di nuove forme di
consumo. Si discute di consumo edonico ed emozionale, ovvero, di attività ad
elevato livello di coinvolgimento in cui i prodotti si caricano di significati simbolici.
Per avere una visione completa dei motivi che spingono il consumatore all’acquisto
di un bene piuttosto che di un altro, non è, infatti, sufficiente concentrarsi sugli
aspetti fisici del prodotto, ma è necessario considerare anche le dinamiche
psicologiche che maggiormente influenzano i comportamenti di acquisto. Ciò in
considerazione del fatto che il vero prodotto finale dell’azienda appare essere il
consumatore (Guido, 1992; Varaldo e Guido, 1997), e di conseguenza, è necessario
analizzare a fondo i suoi meccanismi decisionali per comprendere a quali stimoli
risponde e in che modo lo fa.
Gli aspetti intangibili del prodotto si legano soprattutto agli aspetti emozionali che
governano il comportamento d’acquisto del consumatore. Fare acquisti oggi significa
sempre più spesso, per il consumatore, vivere un’esperienza durante la quale si viene
colpiti, assorbiti e attratti da una quantità di stimoli diversi che toccano soprattutto la
sfera emotiva, oltre che quella cognitiva (Carù e Cova, 2003). In effetti, oggi
l’acquisto di un prodotto non è finalizzato esclusivamente al soddisfacimento di un
bisogno di natura funzionale, ma alla ricerca di stimoli sensoriali che permettono di
soddisfare bisogni di tipo simbolico e valoriale. In tal senso, il comportamento di
shopping del consumatore rappresenta un aspetto fondamentale per l’impresa, e
rientra a pieno titolo tra gli interessi del marketing (Hammer e Champy, 1993), in
virtù anche del fatto che attualmente i consumatori, rispetto al passato, sono molto
meno prevedibili nei loro comportamenti e presentano processi decisionali più
articolati.
Il seguente lavoro di tesi si articola in cinque capitoli e ha mirato ad analizzare gli
effetti degli obiettivi attivati sui comportamenti di consumo.
Nel primo capitolo, vengono fornite alcune definizioni dei “valori”. Particolare
attenzione è posta ai modelli di Rokeach (1973), Schwartz (1992) e Kahle (1983), e
alle loro scale di misurazione.
3
I valori costituiscono un costrutto concettuale di grande complessità che talvolta si
integra e si sovrappone ad altri concetti utilizzati nello studio del comportamento
dell’uomo, pur conservando una propria irriducibile autonomia.
Molti comportamenti, sia individuali che collettivi, restano infatti di difficile
comprensione qualora si escluda questa essenziale chiave di lettura. Per questo
motivo l’attenzione verso i valori sta diventando sempre più diffusa in diversi paesi,
soprattutto nell’ambito degli studi di Consumer Behavior.
Secondo la prospettiva esistenziale, i beni ed il consumo sono un mezzo per la
costruzione e la trasmissione della propria identità. Belk (1988) dimostra che gli
oggetti possono diventare, sul piano simbolico, un elemento sostanziale
dell’esistenza di un individuo ed elementi costitutivi dello stesso tramite processi di
appropriazione, creazione e conoscenza. Ciò che rende una persona unica sono i
valori che possiede, i quali guidano le scelte e le azioni reali, diventando
un’indispensabile chiave dell’identità personale: più sono sviluppati, integrati e
intensamente considerati, più forte è il senso di identità di una persona.
Nel secondo capitolo l’attenzione si focalizza sulla motivazione, ossia la forza che
spinge l’uomo ad agire per soddisfare le proprie esigenze. La motivazione è
strettamente legata alle emozioni: mentre le emozioni mettono in luce come
l’individuo reagisce ad uno stimolo, sia a livello psicologico che fisico, la
motivazione dà informazioni sul perché una persona sia spinta ad agire in un certo
modo.
In sostanza, le emozioni, le sensazioni e gli stati d’animo che gli individui provano
nel corso dell’esistenza lasciano delle tracce nel sistema cognitivo e permangono a
lungo in memoria. I ricordi degli stati affettivi possono essere recuperati e possono
influenzare a loro volta i processi cognitivi ed il comportamento indipendentemente
dalle cause che li hanno generati.
Il consumatore, tramite un filtro affettivo, mette in relazione uno stimolo con un
determinato processo cognitivo o con un comportamento. La prospettiva
esperienziale si focalizza sul singolo individuo spostando però l’attenzione dagli
aspetti utilitaristici e cognitivi a quelli affettivi ed emozionali. Gli individui
consumano per ottenere un’esperienza positiva con il prodotto o servizio ed il
4
consumo viene dettato dalla ricerca di emozioni, sensazioni e divertimento
(Holbrook, Hirschmann, 1982).
Gli obiettivi (goals) che ci proponiamo dipendono quasi sempre dal comportamento
corrente di altre persone che interagiscono con noi. Il fatto che le nostre aspettative
siano confermate costituisce un feedback per renderci più efficaci: ma a volte il
feedback non ha effetti positivi rispetto allo scopo; infatti se l’obiettivo che ci
proponiamo di raggiungere è troppo alto rischiamo di rinunciarvi in favore di un
obiettivo più accessibile. La componente critica degli obiettivi risulta essere quindi il
grado di conoscenza che l’individuo possiede in merito agli obiettivi che vuole
realizzare e alle attività che vuole svolgere per arrivare a tali stati desiderati (Bruner
e Goodman, 1947). Da qui l’esigenza di distinguere due tipologie di processi:
• goal setting, il processo e i fattori che conducono all’intenzione di
raggiungere un obiettivo (Cantor e Fleeson, 1994). Secondo Higgings (1997)
i fattori che stanno alla base del goal setting sono rappresentati da forze
biologiche, emotive, etiche, valori e desideri intrinsechi propri dell’individui,
per cui il loro raggiungimento risulta di fondamentale importanza;
• goal striving, ossia la fase in cui un soggetto inizia a guidare e auto-
regolamentare le proprie azioni verso il raggiungimento dell’obiettivo riferito
ad un bisogno specifico, tenendo in considerazione la situazione attuale e le
eventuali minacce/opportunità che si possono incontrare lungo il percorso.
Il comportamento, quindi, è guidato da tutte quelle azioni che l’individuo mette in
atto per il raggiungimento di un determinato obiettivo (goal directed behavior).
Nel terzo capitolo vengono discussi quattro studi che enfatizzano l’importanza degli
obiettivi nel comportamento d’acquisto del consumatore.
Nello specifico sono stati analizzati gli studi di:
• Hong e Lee (2008), i quali mostrano come una strategia coerente con i propri
obiettivi (promotion e prevention) può migliorare l’autoregolazione (self-
regulation).
• Hamilton e Biehal (2005) mirano a comprendere le relazioni tra self-view,
obiettivi e scelte. A tal fine, vengono analizzati gli effetti delle variabili
indipendenti self-view (indipendente vs interdipendente) e focus regolatore
5
(promotion vs prevention) su variabili dipendenti quali le preferenze, la
persuasione della comunicazione e la propensione al rischio.
• Lee e Ariely (2006), il cui fine è quello di dimostrare che gli obiettivi dei
consumatori si formano in modo diverso durante il processo d’acquisto; gli
obiettivi vengono definiti inizialmente in modo generale e astratto e
successivamente in termini più specifici e concreti; inoltre, è stato studiato
come le promozioni posso influenzare la modificazione di tali obiettivi.
• Laran e Janiszewski (2009) propongono un modello di Passive Goal
Guidance (PGG – Guida passiva degli obiettivi) che cerca di fornire un
resoconto più completo di come il sistema degli obiettivi possa gestire
passivamente il perseguimento di obiettivi tra loro in conflitto.
Nel capitolo quattro, viene trattato in maniera dettagliata l’esperimento condotto al
fine di analizzare la relazione tra il comportamento in riferimento ad una specifica
prospettiva temporale (passato prossimo vs futuro) di consumo e agli obiettivi
attivati (edonistici e salutistici) nel consumatore. Inoltre, viene analizzato come
l’influenza degli obiettivi attivati su comportamenti e valutazioni e sia moderata dalla
prospettiva temporale.
Nello specifico verranno illustrate le tecniche utilizzate per condurre lo studio ed il
campione utilizzato a tale scopo, per poi focalizzarsi sulla presentazione dei risultati.
Infine, la trattazione termina con il quinto capitolo relativo alle conclusioni, il quale,
dati i risultati riscontrati, illustrerà quelle che sono le implicazioni per la teoria e per
la pratica di marketing, segnalando una serie di aspetti utili alle imprese
nell’elaborazione delle proprie strategie.
6
CAPITOLO 1
L’ IMPATTO DEI VALORI SULLE SCELTE DEI
CONSUMATORI
1.1 Valori: proposte concettuali e definizioni.
In una prospettiva cognitivista, possiamo definire il comportamento dei consumatori
come l’insieme di attività che gli individui svolgono nel selezionare, acquistare e
utilizzare prodotti al fine di soddisfare i propri desideri. Negli ultimi decenni, si è
passati da una domanda rivolta principalmente al soddisfacimento di bisogni
semplici a una domanda esigente volta a soddisfare desideri di complessità crescente,
ad alto contenuto emozionale, tramite cui gli individui possono comunicare la
propria personalità e soprattutto i propri valori (Castaldo e Botti, 1999).
Un valore è la convinzione durevole del fatto che uno specifico comportamento o
stile di vita sia preferibile ad altri sul piano personale e sociale (Rokeach, 1973). Un
sistema di valori, quindi, è un insieme organizzato di convinzioni durevoli relative a
comportamenti e stili di vita. Gli individui utilizzano i propri valori, culturalmente
appresi, come standard per stabilire se sono morali e competenti come gli altri, per
guidare la propria autopresentazione e per favorire la razionalizzazione di credenze,
atteggiamenti, comportamenti, che altrimenti potrebbero essere personalmente o
socialmente di difficile accettazione. Soprattutto, i valori influenzano direttamente la
scelta dei modi ed i mezzi dell’azione (Rokeach, 1973).
I valori costituiscono una rete all’interno della psicologia umana, una serie di punti di
riferimento e di forze in grado di conferire significati alle esperienze e orientare il
comportamento (Kluckhohn, 1951). Essi sono organizzati all’interno di un sistema
durevole di credenze relative a determinati modi di condotta che si sviluppano lungo
un continuum e che determinano la personalità degli individui (Williams, 1968,
1979).
I valori riflettono il senso di ciò che è “giusto o sbagliato” e presentano
caratteristiche di maggior generalizzazione rispetto agli atteggiamenti, poiché non
sono riferiti a un particolare oggetto. Essi rappresentano degli obiettivi importanti per
7
le aspirazioni degli individui e degli schemi di riferimento di tipo ideale o ideologico,
che forniscono una giustificazione di specifici comportamenti (Rokeach, 1973).
Affermazioni del tipo “la legge è uguale per tutti” e “lavorare sodo è la chiave per il
successo” sono esempi di espressioni di valori. Gli atteggiamenti formatisi come
cognizioni sono considerati come valori rilevanti. Se il benessere economico è, per
esempio, uno dei valori rilevanti per un individuo, allora il livello di retribuzione
diventa la misura di confronto per determinare se essa è congrua al valore che egli
attribuisce al benessere economico (Belk, 1984).
Genitori, parenti, insegnanti e amici sono attori critici nel processo di formazione dei
valori e, di conseguenza, degli atteggiamenti, poiché essi forniscono rinforzi,
agiscono come modelli di comportamento imitabili e servono come fonti di
informazione e formazione (Horney, 1964; Mucller, 1978; Mucller e Brenner, 1978).
I consumatori vedono nei prodotti, oltre agli attributi (caratteristiche materiali e
immateriali del prodotto) e alle conseguenze (esiti associati all’impegno del prodotto,
i quali possono essere positivi o negativi) anche i valori personali in cui credono e gli
obiettivi che intendono realizzare (Schwartz, 1992). In questa prospettiva, i valori
costituiscono gli obiettivi della vita: sicurezza, successo, autostima, ecc.
I valori hanno una componente cognitiva, in quanto sono spesso associati a certi
attributi e marche, e una componente affettiva nella misura in cui il rispetto dei valori
e il loro conseguimento procura emozioni e sensazioni positive. Essi possono
influenzare il modo in cui un individuo interagisce con gli altri individui e il proprio
stile di vita (Barnea e Schwartz, 1998).
In termini di adattamento sociale, la teoria dei valori (Kahle, 1983. Kahle, Kulka e
Klinger, 1980. Piner e Kahle, 1984) è intesa come una cognizione sociale con la
funzione di agevolare l’adattamento nell’ambiente in cui l’individuo vive e svolge le
sue azioni. La cognizione sociale segue il processo di socializzazione, ossia, un
processo attraverso il quale un individuo impara e acquisisce valori, atteggiamenti,
opinioni, accettando i comportamenti legati a una cultura, a una società e a un gruppo
(Elkin, 1960).
Un’innovazione concettuale rilevante è stata introdotta da Rokeach (1968) il quale
propone una distinzione tra sistemi di valori terminali, intesi come obiettivi centrali
8
della vita, e valori strumentali, ossia modalità di condotta finalizzati al
raggiungimento di tali obiettivi.
La visione dei valori di Rokeach (1973) è centrata sulla motivazione ed ha
trasformato la visione psicologica: i valori possono essere concettualizzati come una
gerarchia semplice e lineare. Tra essi esiste un ordine di priorità definito tramite un
processo cognitivo che implica il confronto tra coppie di valori, influenzato, a sua
volta, dalla personalità, dallo stile di vita e dall’ambiente socio-culturale.
1.2 Tassonomie dei valori
1.2.1 La scala dei valori di Rokeach e la List of values di Homer e Kahle
Secondo una ricerca condotta da Moore (1975) la classificazione dei valori permette
di focalizzarsi sul modo reale in cui le persone attribuiscono le priorità ed evidenzia
le differenze individuali.
La visione dei valori di Rokeach (1973), centrata sulla motivazione, ha trasformato la
visione psicologica; i valori possono essere concettualizzati come un sistema
durevole di credenze riguardanti le modalità di condotta, o stati terminali
dell’esistenza lungo un continuum di importanza (gerarchia semplice e lineare). Tra
essi esiste un ordine di priorità definito tramite un processo cognitivo, che implica il
confronto tra coppie di essi, influenzato a sua volta dalla personalità soggettiva, dal
grado di socializzazione, dall’ambiente socio-istituzionale e culturale.
Il ricercatore (1973) ha elaborato la scala Value Survey (come mostra la tabella
1.1), la quale misura l’importanza di 36 valori: 18 valori terminali e 18 valori
strumentali, ciascuno, presentati in ordine alfabetico.
I valori terminali costituiscono gli obiettivi ultimi della vita, ossia, le condizioni che
l’individuo aspira a raggiungere; sono orientati verso aspetti più intimi, individuali e
profondi nella vita di un individuo, ad esempio il rispetto per sé stesso, la felicità,
l’armonia interna, tutti elementi che rendono l’individuo non omologato alla massa,
ma lo rendono unico e soprattutto soddisfatto.
I valori strumentali indicano i comportamenti attuati per raggiungere tali scopi; sono
molti gli individui che considerano l’ammirazione sociale come una condizione da
perseguire in tutte le cose che fanno; tali soggetti sono prevalentemente coloro i quali
acquistano prodotti che possono essere mostrati in pubblico e che garantiscono la
9
stima degli altri, ad esempio prodotti di marche prestigiose con un forte impatto
estetico.
Il metodo di misura di Rokeach è diretto e concreto, con precise definizioni dei
valori, applicabile ad un campione rappresentativo di cittadini di una nazione o
società.
Tabella 1.1: La scala dei valori di Rokeach: Value Survey (Dalli e Romani, 2001)
VALORI STRUMENTALI VALORI TERMINALI
Ambizione Una vita serena
Apertura mentale Una vita eccitante
Capacità Un senso di compiutezza
Dolcezza Un mondo di pace
Pulizia e ordine Un mondo di bellezza
Coraggio Uguaglianza
Comprensione Sicurezza famigliare
Solidarietà Libertà
Onestà Felicità
Immaginazione Armonia interna (personale)
Indipendenza Amore
Intelligenza Sicurezza nazionale
Logica Piacere
Tenerezza Salvezza (in senso religioso)
Obbedienza Rispetto per se stesso
Buona educazione Ammirazione sociale
Responsabilità Vera amicizia
Auto controllo Saggezza
* al rispondente è stato richiesto di ordinare per importanza i valori strumentali
e terminali considerati in relazione al loro ruolo come principi guida della vita
quotidiana.
I valori sono la forma più astratta tra le cognizioni sociali (Kahle 1983, 1984): tali
astrazioni fungono da prototipi per la creazione di atteggiamenti e comportamenti. In
una determinata situazione l’influenza dovrebbe teoricamente passare dai valori
astratti, agli atteggiamenti, a specifici comportamenti. Teoricamente, infatti, è
accettato il fatto che i valori spieghino ed influenzino il comportamento; tuttavia, a
livello empirico si è cercato di definire cosa essi siano e come influiscano sul
comportamento, ma raramente è stato testato un modello causale per la
comprensione della loro modalità di correlazione agli atteggiamenti. Il primo
10
tentativo a questo proposito è stato compiuto da Homer e Kahle (1988). Fino ad ora
la maggior parte delle ricerche empiriche ha evidenziato una correlazione tra valori e
tendenze attitudinali o comportamentali. La mancanza di analisi causali è
probabilmente funzione del disegno di ricerca e dei limiti statistici, in quanto molti
sistemi di misura dei valori si basano su scale nominali o ordinali e non sono quindi
utilizzabili immediatamente per la sperimentazione o per stimare modelli di
equazioni strutturali.
In alternativa alla scala di Rokeach (1973), Homer e Kahle (1988) hanno sviluppato
la scala LOV (List of Value)
in quanto quella precedente proponeva valori un po’
troppo astratti per essere impiegati nelle ricerche di marketing. Essa distingue tra
valori interni ed esterni e misura l’importanza delle relazioni interpersonali come
elemento utile al perseguimento dei loro obiettivi (tabella 1.2).
Tabella 1.2: Scala LOV (Dalli e Romani ,2001)
Senso di appartenenza
Eccitazione
Relazioni calde e amichevoli con altre persone
Auto realizzazione
Essere rispettato dagli altri
Divertimento e piacere di vivere
Sicurezza
Rispetto per se stesso
Appagamento
* al rispondente viene chiesto di attribuire agli item un
punteggio da 1 (poco importante) a 7 (molto importante)
Dopo una riflessione su queste ricerche Feather (1996) notò una relazione
significativa tra i valori generali che le persone possiedono e i loro atteggiamenti
specifici, e tra questi valori e comportamento.
I migliori risultati, quindi, si ottengono da un certo numero di differenti items,
soprattutto per gli studi interculturali ed inter gruppi, per inferire le differenze tra
essi, in quanto i soggetti hanno più possibilità di comunicare i loro punti di vista ed i
ricercatori ottengono numerose fonti di dati ai quali affidarsi per interpretare i
risultati. La validità delle misurazioni tramite singolo item, comunque, dipende
11
dall’argomento della ricerca e dal tipo di domande, in quanto è una procedura
semplice, applicabile ad una varietà di contesti.
1.2.2 La teoria dei valori di Schwartz
I valori, precedentemente definiti come delle convinzioni durature su come
comportarsi e su quali sono gli obiettivi importanti da raggiungere (Feather, 1994;
Rokeach, 1967, 1968, 1973), sono stati analizzati successivamente dallo studioso
israeliano Schwartz, che ha definito i valori come concetti o convinzioni pertinenti a
stati desiderabili e comportamenti che trascendono dalle specifiche situazioni e che
guidano la selezione o la valutazione di condotte e di eventi (Schwartz, 1992).
I valori derivano da tre requisiti della condizione umana:
• bisogni biologici dell’organismo;
• esigenze di interazione sociale coordinata;
• richieste socio-istituzionali per il benessere e la sopravvivenza del gruppo.
Queste condizioni preesistono a ciascun individuo: per affrontare la realtà ognuno
deve riconoscere, ideare, progettare risposte ad esse, e, per essere membro di un
gruppo, deve parlarne con gli altri. Tramite lo sviluppo cognitivo gli individui
sviluppano la capacità di rappresentarsi consciamente le richieste come obiettivi di
valori; tramite la socializzazione vengono insegnati i termini culturalmente condivisi
che permettono la comunicazione di tali obiettivi o valori. In ogni caso, poiché i
valori sono degli obiettivi, devono rappresentare gli interessi personali o di un
gruppo di persone (Schwartz, 1992).
Schwartz (1992) basa i suoi studi su un fondamentale set di valori (figura 1.1), i quali
formano il modello circonflesso. Questi valori ruotano intorno a due assi:
1. self enhancement e self transience, e cioè valori individuali e valori collettivi.
2. Apertura verso il cambiamento e chiusura verso il cambiamento.
Schwartz individuò dei cluster di valori relativamente simili, in base all'idea che la
ricerca di un valore può avere conseguenze pratiche, psicologiche e sociali che sono
congruenti con alcuni valori, ma in conflitto con altri.
12
Figura 1.1: Modello circonflesso di Schwartz (1992)
Ogni cluster, identificato da un obiettivo principale, prese il nome di “valore tipo” o
dominio:
• autonomia personale: indipendenza di pensiero e azione, capacità di scegliere,
voglia di esplorare. I valori di questo dominio derivano dal bisogno organico
di controllo e padronanza e dalla necessità di autonomia e indipendenza;
• attivazione: entusiasmo, novità e sfide nella vita. Questi valori derivano dal
bisogno organico di varietà e stimolazione per mantenere un ottimale e
positivo livello di attivazione;
• edonismo: piacere e gratificazione sensoriale. I valori di questo dominio
derivano dai bisogni dell'organismo e dal piacere derivato nel loro
soddisfacimento;
• successo: successo personale attraverso la dimostrazione di competenze, in
accordo con gli standard sociali. Prestazioni competenti che generano risorse
sono necessarie agli individui per sopravvivere e ai gruppi per raggiungere i
loro obiettivi;
• potere: status sociale e prestigio, controllo e dominio sulle persone e sulle
risorse. Questi valori derivano da un certo grado di differenziazione che è
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richiesta per la funzionalità delle istituzioni sociali e enfatizzano la
conservazione di una posizione dominante all'interno del sistema sociale in
generale;
• sicurezza: sicurezza, armonia e stabilità della società, delle relazioni e di sé
stessi; derivano dalle esigenze di base di individui e gruppi;
• conformità: moderazione nelle azioni, nelle inclinazioni e negli impulsi di
nuocere agli altri e nel violare aspettative sociali o norme. Questi valori
derivano dalla necessità di inibire inclinazioni che possono disgregare o
minare le interazioni e la funzionalità del gruppo;
• tradizioni: rispetto, impegno e accettazione dei vincoli e delle idee che la
tradizione culturale e religiosa forniscono. Ovunque, i gruppi sviluppano
pratiche, simboli, idee e comportamenti che rappresentano la loro esperienza
condivisa e il loro destino;
• benevolenza: preservare e migliorare il benessere di coloro con i quali si è in
frequente contatto personale (il cosiddetto "in-group"). I valori appartenenti a
questo dominio derivano dalla necessità di funzionamento dei piccoli gruppi
e dal bisogno di affiliazione dell'organismo;
• universalismo: comprensione, apprezzamento, tolleranza e protezione per il
benessere di tutti gli uomini e della natura. Questi valori derivano dalla
necessità di sopravvivenza degli individui e dei gruppi.
Schwartz analizzò le relazioni di conflitto e congruenza tra questi dieci domini; più
gli elementi sono contigui, più sono simili nelle loro motivazioni di fondo.
All'opposto, più sono lontani, più hanno motivazioni di fondo antagoniste. Venne,
inoltre, individuato un ulteriore livello in cui Schwartz differenziò quattro macro
domini, allineati lungo due assi bipolari e corrispondenti all'interpretazione
dimensionale di questa configurazione:
• affermazione del sé (potere, successo, edonismo): incoraggia e legittima la
ricerca dei propri interessi, del successo e del dominio sugli altri;
• trascendenza del sé (universalismo, benevolenza): enfatizza la
preoccupazione per il benessere e l'interesse verso gli altri;
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• apertura al cambiamento (autonomia personale, attivazione): enfatizza il
mantenimento di uno status-quo. L'edonismo raccoglie valori comuni sia
all'apertura al cambiamento e all'affermazione di sé;
• conservatorismo (conformità, sicurezza, tradizione): raggruppa gli ideali di
cambiamento e la ricerca di nuove idee ed esperienze.
1.2.3 Values, Personality and Lifestyles: VALS
I consumatori attraverso l’acquisto di alcuni prodotti con determinate caratteristiche
cercano di soddisfare i loro bisogni e nel contempo di trasmettere le loro aspirazioni,
la loro personalità e il loro stile di vita all’ambiente che li circonda. I valori hanno un
ruolo di selezione e mantenimento di fini e obiettivi innati nell’individuo. Uno dei
metodi psicografici più conosciuti per studiare tale processo è il VALS (Mitchell,
1983).
I consumatori guidati dalle proprie idee e dalle proprie motivazioni effettuano
acquisti specifici. La motivazione (primaria) è la spinta che da significato (valori)
dell’attività che si sta svolgendo (Hoyer e MacInnis, 2007); essa è ispirata da:
• ideali (ideals); i consumatori ispirati dai loro ideali sono coloro i quali si
fanno guidare nelle loro azioni dai valori personali;
• grado di realizzazione (achievement); i consumatori con un alto grado di
realizzazione sono coloro i quali aspirano al successo personale;
• grado di auto espressione (self-expression); i consumatori con un alto grado
di self-expression sono coloro i quali voglio affermare la loro persona e
amano la verità.
Un altro elemento particolarmente importante per analizzare le azioni dei
consumatori è la presenza di risorse, ossia alcune caratteristiche della personalità
(energia, fiducia in sé stessi, impulsività)
Combinando la motivazione e le risorse (figura 1.2) possiamo ottenere dei cluster
di individui con caratteristiche specifiche:
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Figura 1.2: VALS (Hoyer e MacInnis, 2007)
• innovators (innovatori): sono coloro i quali possiedono un’elevata
autostima, generalmente molto sofisticati e che prediligono l’acquisto di
prodotti di nicchia. Sono recettivi alla tecnologia e alle nuove idee.
L’immagine è importante non come status, ma come espressione del loro
gusto; sono di solito dei leader affermati negli affari e amano le attività
ricreative.
• Thinkers (pensatori): sono soggetti mossi da forti ideali; sono soddisfatti,
maturi e riflessivi; cercano di essere sempre informati in modo da
raccogliere informazioni e sono molto attenti a ciò che succede intorno a
loro. Nei loro acquisti cercano la funzionalità dei prodotti in quanto sono
dei conservatori.
• Achievers (realizzati): sono quei soggetti motivati da un forte desiderio di
conquista, il loro stile di vita è ben definito e mirano sia alla realizzazione
professionale (carriera) che a quella personale (famiglia). La loro vita
sociale riflette questa predisposizione verso la famiglia. Vivono una vita
convenzionale in quanto sono dei conservatori e hanno un forte rispetto
per il loro status quo. Per loro l’immagine è molto importante e
prediligono la scelta di prodotti prestigiosi.
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• Experiencers (esperti): sono soggetti giovani che si entusiasmano
facilmente e cercano la varietà. La loro energia trova sbocco nello sport,
attività ricreative all’aperto e attività sociali. Sono amanti di prodotti di
marca e “cool”, cioè alla moda.
• Believers (credenti): sono motivati, come i pensatori, da ideali forti; sono
coerenti e moralisti e basano la loro vita sui valori tradizionali della vita
come la sicurezza e la famiglia, la religione, la nazione; questi valori
vengono trasmessi attraverso dei codici morali, radicati in ciascuno di
loro e organizzati tramite routine. I componenti della famiglia scelgono
dei prodotti e delle marche e ne divengono fedeli.
• Strivers (cercatori); amano la moda e il divertimento con gli amici, sono
motivati dalla conquista, ma nello stesso tesso tempo si preoccupano
dell’opinione degli altri. Il denaro rappresenta il mezzo per arrivare al
successo, il quale non è mai abbastanza per soddisfare i loro bisogni.
Amano i prodotti costosi ed emulano le abitudini delle persone ricche. Per
loro lo shopping è un’attività sociale per mostrare agli altri il loro status,
effettuano quasi sempre acquisti d’impulso.
• Makers (produttori); sono motivati da una forte self-expression. Essi
esprimono se stessi attraverso il loro lavoro, la loro famiglia, le loro
abitudini e la capacità di impiegare tutte le loro energie per raggiungere
importanti obiettivi. Vivono in contesti tradizionali e prediligono attività
pratiche. Sono soggetti interessati alle nuove idee e amano il
materialismo.
• Survivors (sopravvissuti): vivono in modo accentrato e impiegano poche
risorse. Sono molto attenti alla sicurezza e a quella della loro famiglia.
Sprecano le loro energie nel soddisfacimento dei bisogni primari
tralasciando i loro desideri. Sono consumatori prudenti e fedeli alle
marche e ai prodotti, soprattutto se questi sono convenienti.
1.2.4 Sistema Valori – Atteggiamento dei consumatori
La mente umana ha la capacità di collegare eventi comuni e tramite questi svolgere
delle generalizzazioni. Queste associazioni possono derivare da esperienze molto