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Saudita è stato un duro colpo. Loro che avevano trascurato (ed un po’
spalleggiato) quei movimenti post-panarabisti, si sono ritrovati
nell’occhio del ciclone. L’America vuole il pugno di ferro contro i
potenziali terroristi, i sauditi non possono più chiudere un occhio, la
società saudita deve modernizzarsi, essere più democratica: questa è la
chiave per non avere più tali contraccolpi.
L’Arabia Saudita che era stata sorda a qualsiasi apertura
democratica, ed in realtà lo rimane per maggior parte, con la spinta
statunitense proclama le prime elezioni amministrative.
Per metà dei comuni e con voto riservati ai soli uomini, che
rimandate da più di un anno dovrebbero svolgersi nei primi mesi del
2005. Oltre questo, ha avviato un processo di riforme, tra cui quella del
sistema giuridico, che dovrebbero condurre ad un paese più moderno e
democratico con meno dissidi interiori e per tanto con meno terroristi
anti occidentali; questo è il progetto americano.
I sauditi pertanto hanno avviato una massiccia campagna
d’immagine “pro-saudi” negli Stati Uniti per recuperare la stima persa,
ma la realtà è molto più farraginosa di come gli spot vogliano mostrare.
I regnanti arabi fanno grande fatica ad allargare le maglie del
totalitarismo politico-religioso che negli ultimi vent’anni si è inasprito
di molto, emanando leggi (fatwa) che danno l’opportunità ad un numero
imprecisato di forze dell’ordine di poter agire arbitrariamente sulla
popolazione, ed in particolare sui cittadini stranieri immigrati che
sembrano fare spesso da sfogo all’intolleranza religiosa; la polizia
religiosa tra queste (i Mutawa-een) è una delle più violente.
I precetti islamici vengono abilmente gestiti dal potere regnante a
proprio piacimento. Sfruttando i versetti più ortodossi il potere saudita
strumentalizza il Corano dagli albori della nazione.
8
Qualcosa sta cambiando, vuoi per l’11 settembre, vuoi per
l’impossibilità di evitare la modernità, o per le attenzioni economico-
politico-umanitarie di carattere internazionale su questo territorio,
lentamente l’Arabia Saudita sta diventando un po’ più occidentale e
democratica, e non più solo negli usi e costumi ultraconsumistici dei
propri prìncipi. La normativa penale del paese rappresenta l’ultimo
esempio nel mondo di apparato giuridico-penale radicalmente
confacente alla sharia islamica, ed in questi anni sta iniziando quel
graduale fenomeno di acculturazione giuridica del diritto penale che
per 14 secoli è stato gelosamente custodito.
Quella che segue è una prospettiva del paese sotto l’aspetto storico,
religioso, politico, giuridico, sociale e culturale atta a voler chiarire gli
attuali andamenti sotto il profilo penale della penisola arabica.
Capitolo I Cenni storici ed attuali
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1. Cenni storici ed attuali
L'Arabia Saudita vanta origini lontane, le cui radici risalgono alle più
antiche civiltà della Penisola Arabica. La natura desertica del territorio,
che per altro ha garantito protezione per secoli, ha influenzato
profondamente lo stile di vita delle prime popolazioni, sviluppando in
esse un forte senso di indipendenza e di adattabilità nei confronti di un
ambiente così avverso.
Le tribù si spostano di continuo, sempre alla ricerca di nuovi pascoli
lungo un itinerario segnato da "punti d'acqua" (pozzi ed oasi). Nel VII
secolo d.C., in seguito alla diffusione dell'Islam, le tribù ricevono una
certa uniformità culturale.
Il Medio Oriente, di cui l'Arabia Saudita è parte integrante, viene
considerato la culla della civiltà. Infatti è proprio in quest'area che
inizialmente l'uomo si insedia in comunità agricole, perfeziona il
commercio, inventa la scrittura, ponendo così le basi per lo sviluppo
delle civiltà di Babilonia, Ninive, della Fenicia e dell'Egitto.
Ai suoi confini, in una fase successiva, sarebbero fiorite altre grandi
civiltà, come quella greco - romana.
Quest'ultime trassero beneficio da quanto già era stato realizzato dalle
popolazioni della regione. La civiltà sviluppata dagli abitanti della
Penisola Arabica è riuscita ad impedire a lungo che la regione divenisse
area di conquiste indiscriminate.
Non per questo è rimasta però isolata dai contesti circostanti. Le città
lungo i confini nord occidentali della penisola erano attraversate da una
rete di piste, battute da carovane delle quali sopravvivono testimonianze
Capitolo I Cenni storici ed attuali
10
di un'intensa attività commerciale risalente a cinquemila anni fa. Si
trattava principalmente di scambi con le comunità situate nella striscia
fertile che si estende dall'attuale Iraq, attraverso la Siria, fino alla
Turchia.
Non sono mancati fruttuosi contatti con l'Egitto, l'Impero Romano e
altre popolazioni. Gli scambi riguardavano principalmente prodotti
agricoli, spezie, tessuti, oro e incenso.
Per cinque secoli l'Islam fu la civiltà più brillante del mondo intero. Si
estendeva dall'Europa alla Cina, garantendo pace sociale ad un vasto
territorio e consentendo il progresso delle scienze e delle arti anche in
periodi, come il Medio Evo, risultati poi nefasti per le civiltà limitrofe.
Il primo nucleo dello stato saudita risale al 1745, quando il
riformatore musulmano Muhammad Bin Abdul Wahhab sollecitò i
musulmani a ritornare alla forma originale dell'Islam. Inizialmente
perseguitato, riuscì successivamente a trovare protezione nella città di
Diriyah, governata all'epoca da Muhammad bin Saud, membro
dell'illustre famiglia Al Saud. Fu proprio l'intesa fra questi due uomini
che portò alla fondazione dell'Arabia Saudita.
1
1
Uthaymin Al, Storia dell'Arabia Saudita. Dal moviminto riformatore di Muhammad Ibn 'Abd al-
Wahhab al Re 'Abd al-'Aziz , Sellerino, 2001
Capitolo I Cenni storici ed attuali
11
Il Periodo Moderno
La famiglia Al Saud ha progressivamente esteso il proprio dominio su
gran parte della Penisola Arabica. Allarmato da tale espansione, l'Impero
Ottomano inviò le sue armate per contenerne l'influenza. Nel 1818
Diriyah cadde in mano ai Turchi, che posero fine alla prima fase del
Regno degli Al Saud. La famiglia Al Saud comunque recuperò il
controllo politico dell'Arabia centrale nel 1824, tornando ad estendere la
propria influenza sulla regione della nuova capitale Riyadh, situata nei
pressi di Diriyah.
Nel 1865 ha avuto inizio un periodo di disordini e guerre tribali. La
famiglia Al Rashid, con il sostegno ottomano, estese la propria egemonia
sullo stato Saudita. Costretti all'esilio nel 1891, gli Al Saud si
trasferirono, sotto la guida di Abdul Rahman, ai confini del grande
deserto di Rub Al-Khali (Dimora del Vuoto), prima di potersi stabilire
nell'attuale territorio del Kuwait.
L'autorevole famiglia non rinunciò, comunque, al progetto di
riunificazione dell'Arabia. Nel 1901 il ventunenne Abdul Aziz Bin
Abdul Rahman Al Saud lasciò il Kuwait con l'intento di recuperare
l'intero territorio una volta dominato dai suoi antenati, comprese le due
Città Sacre di Makkah e di Madinah. A seguito di una dura battaglia
riconquistò Riyadh, nel 1902, stabilendovi il suo quartier generale e
dando vita al moderno stato dell'Arabia Saudita.
L'attuale assetto nazionale si forma all'insegna dell'Islam nell'arco di
trenta anni e riconosce nel 23 settembre 1932 la nascita del Regno
dell'Arabia Saudita. Durante il suo regno Re Abdul Aziz ha aperto la
strada alla modernizzazione del Paese, iniziando a edificarne le
Capitolo I Cenni storici ed attuali
12
infrastrutture, tra cui il sistema viario e le comunicazioni. Si è anche
occupato dell'introduzione delle più moderne tecnologie, potenziando in
particolare l'agricoltura. Ha inoltre promosso l'elevazione del livello
medio di istruzione dei cittadini e l'istituzione di un'assistenza sanitaria
generalizzata. Re Saud, il primogenito di Re Abdul Aziz, è salito al trono
alla morte del padre, nel 1953.
Fra le sue prime iniziative va ricordata l'istituzione del Consiglio dei
Ministri. In tale ambito ha dato vita ai Ministeri della Sanità, Istruzione e
Commercio.
Nel 1957 sono state inaugurate numerose scuole ed il primo istituto di
istruzione universitaria del Regno, l'Università Re Saud, con sede a
Riyadh. Accanto alla politica mirata alla crescita interna non è mancata
una più ampia impostazione politica a livello internazionale. Sempre nel
1957, si è svolta la prima visita ufficiale del nuovo sovrano all'estero,
negli Stati Uniti. Particolare attenzione è stata poi dedicata alle comunità
musulmane nel mondo. E' del 1962 la Conferenza Islamica
Internazionale, patrocinata dall'Arabia Saudita, da cui è nata la Lega
Musulmana Mondiale con sede a Makkah.
Due anni dopo è salito al trono Re Faisal Bin Abdul Aziz.
Il suo governo è stato contraddistinto da una forte spinta innovativa
contemperata dal rispetto per la tradizione. Obiettivi primari del nuovo
sovrano sono stati il consolidamento e potenziamento del regno
realizzato da Re Abdul Aziz.
Avvalendosi di una vasta esperienza negli affari esteri, acquisita sin
dalla giovane età, Re Faisal ha potuto ottenere eccellenti risultati in un
settore tanto delicato.
Capitolo I Cenni storici ed attuali
13
I suoi numerosi viaggi nei Paesi di religione musulmana hanno
contribuito notevolmente a rafforzare i legami tra le nazioni islamiche.
Nel 1971 il sovrano dell'Arabia Saudita ha rappresentato l'elemento
catalizzatore attraverso nella costituzione, a Jeddah, dell'Organizzazione
della Conferenza Islamica, formata da tutti Paesi islamici per la
promozione dell'unità e la cooperazione nel mondo islamico. Riguardo
alla politica interna, sotto la sua guida è stato riorganizzato il sistema
fiscale del Paese, dando vita, nel 1970, ai piani quinquennali di sviluppo,
che hanno ottenuto notevoli successi, consentendo un rapido progresso
tecnologico.
Nel 1975 gli è succeduto Re Khalid Bin Abdul Aziz. Il nuovo sovrano
ha promosso ulteriormente la crescita della Nazione, che è proseguita a
ritmo costante e senza flessioni. Il Secondo e Terzo Piano di Sviluppo,
varati da Re Khalid nel 1975 e 1980, hanno consentito la realizzazione
delle principali infrastrutture esistenti nel Paese. La qualità della vita è
migliorata in maniera notevole e il Regno ha iniziato a svolgere un
importante ruolo politico ed economico a livello internazionale. Il nuovo
sovrano ha condotto le trattative per la costituzione, nel 1981, del
Consiglio per la Cooperazione del Golfo. Tale organismo unisce l'Arabia
Saudita e i confinanti Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar ed Emirati Arabi
Uniti nella realizzazione di programmi comuni di cooperazione, per
coordinare le economie e i sistemi difensivi degli Stati membri.
Nel 1982 è salito al trono Re Fahd Bin Abdul Aziz, l'attuale Sovrano
dell'Arabia Saudita. Attento agli sviluppi del mondo contemporaneo, ha
diretto il processo di trasformazione del Paese e la diversificazione della
sua base economica in modo da ridurne l'eccessiva dipendenza dalle
entrate petrolifere.
Capitolo I Cenni storici ed attuali
14
Durante il suo governo l'investimento privato, ha esteso il proprio
campo di azione sino a fornire, oggi, più di un terzo del prodotto interno
lordo. Fin da giovane, Re Fahd ha rappresentato l'Arabia Saudita in
numerosi contesti internazionali.
Ha ricoperto per la prima volta un incarico di governo in qualità di
Ministro del neonato dicastero della Pubblica Istruzione, durante il
Regno di Re Saud. Primo ad assumere la responsabilità del nuovo
ministero, ha contribuito in modo determinante alla pianificazione e
realizzazione di un programma di ampio respiro, teso al miglioramento
della qualità dell'istruzione, rendendola accessibile a tutti i cittadini.
Divenuto Ministro dell'Interno nel 1962 e Secondo Vice Primo Ministro
cinque anni più tardi, l'allora Principe Fahd è stato nominato Principe
Ereditario e Vice Primo Ministro nel 1975. Le nuove cariche gli hanno
consentito di promuovere ulteriormente il progresso e la crescita del
Paese, secondo la linea tracciata nel 1970 dal primo Piano di Sviluppo.
Fra i molti risultati conseguiti dal Principe Ereditario Fahd in campo
internazionale va annoverata la proposta avanzata nel 1981 per risolvere
il conflitto arabo israeliano, nota come il "Piano Fahd" e adottata dalla
Lega degli Stati Arabi con il nome di "Iniziativa di Fez". Da quanto
precede non stupisce la notorietà di cui ha goduto l'erede al trono
precedentemente alla sua incoronazione. Divenuto Re, Fahd ha
concentrato i suoi sforzi nella realizzazione di una durevole prosperità in
Arabia Saudita, dedicandosi all'attuazione dei Piani di Sviluppo, con
particolare riguardo al sistema scolastico, alla diversificazione
dell'economia e alla conservazione delle risorse. Tali realizzazioni sono
state inserite in un vasto programma di riforme interne. Nel suo impegno
per aumentare l'efficienza amministrativa e lo sviluppo della Nazione,
Capitolo I Cenni storici ed attuali
15
Re Fahd ha riformato profondamente l'assetto istituzionale del Paese.
Nel 1992, sono state annunciate nuove leggi costituenti il Sistema di
Base di Governo, insieme al Majlis Al-Shoura, o Consiglio Consultivo, e
all'istituzione dei Consigli Provinciali.
Nel 1993 è stato introdotto lo Statuto del Consiglio dei Ministri. Il 29
dicembre dello stesso anno, il sovrano ha inaugurato la prima riunione
del Majlis Al-Shoura, un'assemblea composta da novanta cittadini
sauditi specializzati nei differenti settori dell'amministrazione, che
costituisce un organo consultivo di tipo tecnico altamente qualificato.
Sebbene il metodo della Shoura, ossia della consultazione, sia sempre
stato praticato in maniera informale dalle autorità saudite, l'istituzione di
un organo ufficiale appositamente predisposto a tale scopo serve a
soddisfare meglio le esigenze di uno Stato moderno.
Re Fahd ha anche emanato nuovi statuti per il Consiglio
dell'Istruzione Superiore e per il sistema universitario. Tale normativa
delinea i profili di un'articolata struttura accademica, che garantisce ad
un numero sempre maggiore di cittadini l'accesso alle specializzazioni
post-laurea, armonizzando il livello culturale medio del Paese alle
aspettative del mondo contemporaneo.
In qualità di Custode delle due Sacre Moschee di Makkah e Madinah,
Re Fahd ha inoltre proseguito la politica intrapresa dai suoi predecessori
finalizzata all'ampliamento delle infrastrutture dei luoghi Sacri, per
facilitare il pellegrinaggio, Hajj, che ogni anno coinvolge un crescente
numero di credenti provenienti da tutto il mondo.
Attualmente più di due milioni di pellegrini adempiono ai riti
dell'Hajj. Nel 1992, è stato completato un progetto, varato e
supervisionato personalmente da Re Fahd, che ha accresciuto la capienza
Capitolo I Cenni storici ed attuali
16
della Sacra Moschea di Makkah, oggi in grado di accogliere più di un
milione di fedeli, e della Moschea del Profeta a Madinah, che può
ospitare più di mezzo milione di fedeli.
In campo internazionale, Re Fahd ha contribuito alla riconciliazione
fra gli arabi e le altre nazioni islamiche, operando attivamente
nell'ambito della Lega delle Nazioni Arabe, l'Organizzazione della
Conferenza Islamica e altre istituzioni a livello mondiale. Durante la
Crisi del Golfo Arabico, ha svolto un ruolo decisivo per ripristinare il
diritto internazionale ed attuare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite. Ha inoltre promosso iniziative diplomatiche
determinanti per la creazione di una coalizione tra gli Stati arabi, islamici
ed altri Paesi amici, che ha reso possibile la liberazione del Kuwait. Re
Fahd ha anche rappresentato un solido punto di riferimento nella ricerca
di soluzioni pacifiche per le crisi in Bosnia- Herzegovina, Libano,
Afganistan, Somalia e altre parti del mondo. Sotto la sua guida, l'Arabia
Saudita ha fornito assistenza umanitaria a numerosi Paesi colpiti da
calamità naturali.
Particolarmente delicata è stata l'azione diplomatica condotta da Re
Fahd per risolvere, nel 1989, la crisi nel Libano. Grazie ai suoi buoni
uffici i parlamentari libanesi hanno sottoscritto a Taif, in Arabia Saudita,
un accordo che ha dato vita ad un governo di riconciliazione nazionale,
ponendo fine a quindici anni di guerra civile. Il Re è stato anche un
sostenitore degli sforzi di ricostruzione del Libano, fornendo aiuti
finanziari ed assistenza sotto varie forme. Il Principe Abdullah bin Abdul
Aziz è nato a Riyadh nel 1924. Su di lui ha avuto grande influenza il
padre, Re Abdul Aziz Al Saud, fondatore del moderno Regno dell'Arabia
Saudita. Grazie a lui, Il Principe ha sempre coltivato un profondo rispetto
Capitolo I Cenni storici ed attuali
17
per la religione, la storia e le tradizioni arabe. Gli anni passati nel deserto
insieme alle tribù beduine sono servite a trasmettergli i valori dell'onore,
della semplicità, della generosità e del coraggio, e hanno instillato in lui
il desiderio di aiutare il suo popolo. Il Principe Abdullah conserva ancora
oggi una grande passione per il deserto ed anche per l'equitazione. Nel
1963 il Principe Abdullah è stato scelto da Re Faisal per il comando
della Guardia Nazionale. Essa insieme al suo Comandante sono noti per
lo sforzo nel preservare e celebrare l'eredità culturale del paese.
2
Nel 1982 il Principe Abdullah Bin Abdul Aziz, già Comandante della
Guardia Nazionale, è stato proclamato Principe Ereditario e Vice Primo
Ministro. Salito al potere dopo la progressiva ritirata di re Fahd, colpito
nel 1995 da un’embolia, il principe erede Abdullah incarna dal 1998 un
modo diverso di governare l’Arabia. Nato nel 1924, non più giovane di
re Fahd, proviene dalla famiglia Shammar da parte di madre dagli Al
Saud da parte di padre. Abdullah usa dal 1991 la sua libertà di parola per
criticare il ricorso alle forze americane contro Saddam Hussein. Critica
pubblicamente i termini dell’intervento dgli Stati Uniti e della durata
della presenza americana nel regno. Diventato di fatto reggente dal 1998,
Abdullah concentra nelle sue mani la maggior parte dei poteri assegnati
tradizionalmente al re. Dalla fine degli anni novanta intraprende un
processo di riforme economiche con progressive privatizzazioni.
L’apertura della stampa è simbolicamente sancita nel 1998 con la
creazione di “Al-Watan”, quotidiano liberale che diviene pian piano
punto di riferimento della stampa saudita. Nel dicembre 2001, in
occasione del vertice del Ccg a Mascate, il principe erede si è
abbandonato a un’autocritica piuttosto innovativa per lo stile dei regnanti
2
http://www.arabia-saudita.it
Capitolo I Cenni storici ed attuali
18
sauditi: “se vogliamo cambiare la realtà bisogna innanzitutto cambiare
noi stessi…dobbiamo ammettere di aver commesso un errore nei
confronti della nostra grande nazione poiché abbiamo fondato le nostre
relazioni sul sospetto e la diffidenza, invece che sull’apertura e la
franchezza”. La dichiarazione di Mascate ha inaugurato una serie di
aperture politiche senza precedenti.
1
1
Pascal Mènoret, Sull’orlo del vulcano, 2004, pp. 204-206
Capitolo II Il Sistema Giuridico Religioso
19
2.1. Percorso del diritto saudita
Nell’analisi del sistema giuridico Saudita va sottolineata l’importanza
del legame tra religione e Stato che condiziona tutta l’amministrazione e
le linee guida di fondo del regime saudita, come della gran parte dei
paesi musulmani. L’Arabia Saudita è tra questi paesi quello che più di
tutti tenta di rappresentare e di estremizzare l’identità musulmana
interpretando in maniera univoca e ortodossa i messaggi del Corano, che
contiene le rivelazioni di Allah a Maometto e fissa la raccolta delle
regole divine nel codice della Shari'a. La Sunna, (da cui sunniti) a sua
volta esprime il pensiero autentico del Profeta e include la definizione di
specifiche direttive di carattere morale e la condotta da tenere al
riguardo. L'uomo, dice la concezione islamica, è creato debole e
commette errori: la legge (la Shari'a) e la giurisprudenza (la Fiqh)
valutano i comportamenti e giudicano le colpe.
Come evidenziato da Bettini “La rivelazione al profeta Maometto
avvenuta in Arabia tra il 610 ed il 632 d.C. ha fatto si che questo paese
sia rimasto più a lungo nella tradizione islamica: il pellegrinaggio alla
Mecca come dovere religioso e l’orientamento alla Mecca delle
preghiere e delle tombe sono un segno della particolarissima vocazione
del paese stesso al mantenimento della sharia.”
1
L’appartenenza delle terre sacre al proprio territorio, Mecca e
Medina, darebbe all’Arabia Saudita sufficienti motivazioni per
presentarsi come un luogo dove l’islam viene visto al massimo della sua
1
Bettini R. “Sociologia del diritto islamico” 2003, p. 26
Capitolo II Il Sistema Giuridico Religioso
20
sacralità, ma non sono solamente queste semplici e ascritte motivazioni
geografiche a darne l’identità teocentrica che questo paese vuole
proporre.
Sotto l’ottica della scuola Wahhabbita di origine Hanbalita (che
analizzeremo più avanti) l’integralismo diviene una prerogativa del
sistema politico, religioso, giuridico e morale del paese. Bisogna stare
attenti però a utilizzare il termine “integralismo” che non rappresenta
l’utilizzo pratico letterale delle sacre scritture in maniera
omnicomprensiva, ma l’utilizzo discriminatorio di queste a seconda della
visione che se ne vuole dare. Per quanto riguarda il caso saudita, non ci
troviamo di fronte alla piena interpretazione di uno stile di vita per come
è stato prescritto 14 secoli fa, ma di una faziosa selezione di ciò ad
interesse politico. La strumentalizzazione del Corano ha avuto molti
episodi nella storia, non ultima quella terroristica, vuoi per la genericità
dei contenuti vuoi per la mancanza univoca di interpretazioni riguardanti
i detti (Hadith) e linee di condotta (Sunna).
Tra queste interpretazioni quella del movimento Wahabbita, tutt’oggi
rappresenta la corrente religiosa principale di stato. Guidato da
Muhammad ibn 'Abd al-Wahhab (1699 - 1792 d.C.), la divulgazione del
proprio pensiero panarabita (anticoloniale e nel recupero dell’identità
musulamana) fu tutt’altro che non violenta. Wahabb cercò con battaglie
sanguinose di imporre la propria ideologia nelle terre sacre dandone
l’assalto, ma venne respinto per non aver rispettato le dottrine del
Corano dai saggi delle Due Moschee (Mecca e Medina).
I suoi seguaci negli anni successivi riuscirono a stringere un accordo
con il fondatore dell’Arabia Saudita Abdul Aziz Bin Abdul Rahman Al
Saud che nel 1932 dette vita al moderno stato dell’Arabia Saudita.