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Il termine senescenza1, sinonimo di vecchiaia, è utilizzato per
indicare le modificazioni cui l’individuo va incontro nelle sue
strutture e funzioni, in relazione al progredire dell’età.
L’invecchiamento umano si svolge, comunque, con modalità,
ritmi e conseguenze estremamente variabili da individuo ad
individuo, in relazione a fatti e condizioni contingenti.
E’ possibile distinguere diverse età, collegate tra loro: 2
• L’età cronologica e l’età biologica: la prima indica il numero
di anni del soggetto, mentre la seconda riguarda il declino
corporeo.
• L’età personale: è il momento nel corso della vita di un
individuo che esso pensa di avere raggiunto.
• L’età sociale: è l’età pubblica cioè quella che viene attribuita
ad un individuo da amici, famigliari e conoscenti.
• L’età soggettiva: non può essere calcolata con il calendario,
essa è una successione di avvenimenti non legata
necessariamente al passare del tempo.
I mutamenti demografici ed economici, ma anche quelli legati
alla vita culturale ed intellettuale, ci hanno permesso di
comprendere che l’inizio della terza età è legata all’età personale,
cioè quella che un individuo si autoattribuisce in base alla proprie
personali percezioni.
In ogni caso, fino a qualche tempo fa l’età dei sessanta anni
veniva considerata convenzionalmente l’inizio del periodo senile.
Attualmente si tende non solo a spostare tale età ai
sessantacinque anni, ma anche a ricercare una suddivisione
1
Senescenza: l’insieme dei fenomeni biochimici e istologici che provocano usura e
involuzione delle varie parti dell’organismo, che si svolgono dopo la maturità e sono
accompagnati da decadimento progressivo delle attività fisiologiche.
2
Cfr. Cesa Bianchi Marcello, Psicologia dell’invecchiamento: caratteristiche e problemi,
Carocci 1998.
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terminologica che evidenzi un primo periodo con caratteristiche
diverse dal successivo, cioè con segni negativi di invecchiamento
meno marcati.
Gli inglesi hanno cercato di suddividere l’età della vecchiaia in
sottocategorie:3
• Pre-old (pre/vecchi) dai 55 ai 59 anni;
• Young-old (i giovani/vecchi) dai 60 ai 70;
• Middle-old (i mezzo/vecchi) dai 70 ai 74;
• Old-old (i vecchi/vecchi) oltre i 75 anni.
Queste sono età anagrafiche da tenere in considerazione per
comprendere la presenza degli anziani nella società e poterli
classificare.
1.1.2. Gli studi clinici sull’invecchiamento
L’invecchiamento comporta un’involuzione prefissata
geneticamente, la quale comincia dopo aver raggiunto un
determinato livello ed una certa efficienza.
Dal punto di vista biologico, l’invecchiamento viene determinato
dalla mancata riproduzione delle cellule e quindi dei tessuti.
La vecchiaia riflette quindi un programma genetico, per cui
alcune cellule, come quelle neuronali, non si riprodurranno mai,
mentre altre lo faranno per un numero limitato di volte.
La medicina parla del processo d’invecchiamento come di
un’alterazione di meccanismi omeostatici4. L’ipofisi umana
3
Cfr. Sito Internet: www.terzaeta.com
4
Omeostasi ( gr.omeo, stasis = stabilità) capacità di autoregolazione degli esseri viventi
rivolta a mantenere la stabilità del loro ambiente interno.
Cfr. Nadir Giuseppe Perin, O ora il padre e la madre. L’arte di invecchiare, EdUP 2000.
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infatti produrrebbe degli antiormoni5 che provocherebbero dei
danni e farebbero aumentare i radicali liberi6.
Secondo l’ipotesi immunitaria l’invecchiamento viene
considerato invece la conseguenza dell’indebolimento delle
difese immunitarie dell’uomo: il corpo, non producendo più
anticorpi, si ammala più facilmente.
Dal punto di vista psicologico, l’invecchiamento viene
determinato dal progressivo disimpegno dalle attività e dalle
scarse relazioni interpersonali.
1.1.3. Fattori che influenzano l’invecchiamento
Con il passare del tempo si operano in noi cambiamenti sia fisici
che psichici.
Sicuramente invecchiare bene prsup one la comprensione e
l’accettazione di tali cambiamenti e cioè decidere di partecipare
attivamente a questi mutamenti anziché subirli.
Per questo è fondamentale conoscere le cause
dell’invecchiamento.
5
Ormone (dal greco hormào = eccito) è una sostanza prodotta dalla ghiandola endocrina
che la immette nel sangue e la trasporta in tutto l’organismo,produce una particolare azione
su alcuni organi o tessuti denominati organi bersaglio.
Cfr. Nadin Giuseppe Perin, O ora il padre e la madre. L’arte di invecchiare, EdUP 2000.
6
Radicali liberi. Sono atomi o molecole complesse che contengono elettroni spaiati e si
formano nel corso di reazioni chimiche, il loro temp di vita è variabile. Negli organismi
viventi ci sono i radicali liberi endogeni derivati da tessuti e metaboliti; i radicali liberi di
natura esogena derivati da alimenti, sostanze ambientali, cosmetici e farmaci.
Cfr. Nadin Giuseppe Perin, Onora il padre e la madre. L’arte di invecchiare, EdUP 2000.
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La “Commissione americana di studi geriatrici” h elencato
alcuni fattori che possono determinare l’invecchiamento: 7
• Inattività: l’attività fisica è molto importante in ogni età della
vita, ma sicuramente fondamentale nella vecchiaia. Essa è utile
per arrestare le modificazioni dei muscoli con l’avanzare dell’età
e limitare la riduzione della loro forza. L’osteoporosi8 e le
fratture possono essere limitate da un buon esercizio fisico.
Lo scarso esercizio fisico favorisce la comparsa del diabete
perché riduce la tolleranza al glucosio; aumenta il colesterolo e i
trigliceridi, riduce le funzioni celebrali, inibendo le funzioni
mentali.
L’esercizio fisico migliora la funzione polmonare e cardiaca;
associato ad una dieta corretta favorisce la perdita di peso o il
mantenimento di quello ideale; l’esercizio favorisce il sonno e il
rilassamento, migliora l’autostima e la partecipazione alla vita
sociale.
L’inattività produce malattie e malessere, mentre il movimento
produce benessere.
• Depressione: ssa è uno stato di sofferenza psichica che si
manifesta con: indifferenza affettiva, tristezza profonda,
riduzione di iniziativa e creatività, perdita di autostima, paure
non motivate, crisi di pianto, disturbi del sonno e dell’appetito.
L’umore e i sentimenti subiscono cambiamenti legati a eventi
quotidiani e sono sproporzionati rispetto ai motivi scatenanti.
7
Cfr. Trabucchi Marco, Invecchiamento della specie e vecchiaia della persona, Franc
Angeli 1992.
8
Osteoporosi: S.F. (Med.) Rarefazione del tessuto osseo per diminuzione delle attività degli
osteoblasti (ciascuna delle cellule che produce la sostanza ossea), legata all’età o alle
malattie.
Cfr. www.garzanti.it
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Questo problema compare più spesso nell’età adulta e negli
anziani. In questi ultimi, la depressione si manifesta con
problematiche fisiche, quindi non appare un problema primario
da affrontare.
Anche l’ambiente può provocare lo stato depressivo, la scarsa
salute fisica, la morte del coniuge, la solitudine, l’incapacità di
utilizzare il tempo in modo utile e soddisfacente, la condizione
abitativa e i problemi economici.
• Stress: costituisce la risposta dell’organismo a diverse
condizioni e situazioni che impongono di adattarsi ad una novità
dolorosa. L’individuo deve avere la capacità di trasformare
queste situazioni dolorose in una esperienza superata, altrimenti,
in caso di non soluzione, subentra uno stato di frustrazione
continua. Questi sono eventi che provocano ansia e angoscia, che
a loro volta facilitano disturbi e malattie.
Negli anziani le situazioni stressanti si manifestano con il
pensionamento e la riduzione del potere economico, la perdita del
coniuge, il ricovero e la malattia.
La sindrome del pensionamento è sicuramente quella che
determina lo stress maggiore perché l’attività lavorativa è
sostituita da una routine ripetitiva e poco stimolante.
Per affrontare lo stress della vecchiaia è importante ter contare
su di una famiglia coesa, che sostenga materialmente ed
affettivamente l’anziano e lo incoraggi a partecipare alla vita dei
gruppi sociali.
• Povertà affettiva: anche l’anziano, come in altre età della vita,
ha bisogno di sentirsi amato, di essere oggetto di attenzione e
affetto. Nella coppia anziana, che ha condiviso tutta la vita, si è
istaurata una forte integrazione, che se si rompe con la morte di
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un coniuge può provocare enormi difficoltà biologiche,
psicologiche ed ambientali.
• Povertà economica e di rapporti sociali: la condizione di
isolamento capita sia a chi vive solo che a chi vive in famiglia;
questa induce alla deprivazione sensoriale, che è la conseguenza
della solitudine e porta l’anziano ad avere mancanza di stimoli
motori e sensoriali.
La solitudine provoca sia malattia che difficoltà nei compiti
quotidiani.
Un altro fattore di rischio per la perdita della salute dell’anziano
è la povertà economica, che anche nell’ultima parte della vita
determina differenze sociali.
Studi psicologici e sociologici, che analizzano gli effetti della
povertà sulla salute mentale, hanno notato che le persone povere
e che hanno subito grossi stress possiedono più vulnerabilità
psichica.
• Scorretta alimentazione: l’alimentazione corretta è importante
ad ogni età per mantenere benessere e salute. Alcune malattie
dell’anziano sono causate infatti da errata alimentazione.
• Tossicità dell’ambiente: negli ultimi anni gli studi di
biomedica ci hanno permesso di analizzare ciò che è tossico, per
cercare di trovare una soluzione che migliori la qualità della vita
dell’uomo.
Lo studio della tossicologia classica si concentra su sostanze
estranee all’organismo e sull’esposizione elevata o accidentale ad
esse, in ambiente lavorativo o volontario.
La neuro-tossicologia concentra i suoi studi sull’encefalo perché
in questo organo le sostanze tossiche possono avere effetti
irreversibili. L’effetto di varie sostanze dell’ambiente
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sull’encefalo umano possono generare problemi neuro-vegetativi
come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
La scoperta che esiste un legame tra l’esposizione a sostanze
chimiche e le manifestazioni neurologiche ha permesso di far
progredire la ricerca delle sostanze tossiche a cui si è esposti
tramite gli alimenti.
• Rapporto errato con il sistema sanitario: l’anziano, essendo
fragile, ha bisogno di assistenza e i servizi inadeguati peggiorano
fortemente il suo stato di salute.
La medicina deve preoccuparsi di fare prevenzione, sia nei
confronti di malattie, che richiedono interventi tradizionali, che
di problemi organici o psicologici, che risultano trascurati
frequentemente, ma che devono suscitare particolare interesse. Vi
sono inoltre situazioni provocate da interventi medico/terapeutici
inadeguati o anche comportamenti personali o collett vi, he
possono produrre effetti benefici o negativi sullo stato di salute.
Il sistema sanitario deve tenere conto che la sede naturale
dell’anziano autosufficiente è la famiglia, quindi bisogna ridurre
l’ospedalizzazione e permettere all’anziano di avere assistenza
sanitaria, anche domiciliare, per non toglierlo dai suoi affetti.
Dopo avere analizzato i fattori che influenzano l’invecchiamento,
si possono fare riflessioni più approfondite su questo tema. Nella
nostra società, invecchiare non può considerarsi l’allungamento
della vecchiaia del passato, ma un’età ricca di nuovi contenuti.
Per questo gli anziani richiedono una nuova collocazione
culturale.
La vecchiaia è un’età che viene vissuta a seconda di come le
persone hanno inteso quel periodo nell’arco della vita e del modo
in cui la hanno immaginata e caricata emotivamente.
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1.1.4. Quanti sono gli anziani e quanti saranno in futuro
La demografia fissa la vita media degli anziani italiani intorno ai
77,5 anni, che è la più alta dei paesi della Comunità Europea e
dei paesi in via di sviluppo. Le donne risultano più longeve degli
uomini.
La vecchiaia si misura tramite l’età modale che comprende l’età
media ma anche la frequenza dei morti di ogni età.
“ La speranza di vita”9 si definisce come gli anni che la persona
si aspetta di poter vivere, specificando se in buona o in cattiva
salute, prendendo in esame le malattie collegate all’età.
I demografi studiano l’invecchiamento anche in rapporto alle
classi d’età e alla struttura della popolazione.
La Regione Italiana più anziana è la Liguria mentre la più
giovane è la Campania10.
Il peso degli anziani sulla società è talmente alto che si può
affermare che la società invecchia a ritmi sostenuti. In Italia
diminuiscono le nascite e aumenta il numero degli anziani.
Ciò è determinato dal miglioramento delle condizioni di vita e
dal progresso scientifico.
Le condizioni di vita sono migliorate grazie alla maggiore
disponibilità di risorse spendibili per vivere: l’alimentazione, la
cura della persona, l’igiene, la casa più sicura, i migliori stili di
vita.
9
Cfr. Scortegagna Renzo, Invecchiare, Il Mulino 1999.
“La speranza di vita” sono il numero degli anni che rimangono da vivere ad una persona di
una certa età, basandosi sulle tavole di mortalità.
10
Cfr. ISTAT, Anziani in Italia, Il Mulino 1997.
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A ciò si possono aggiungere le migliori condizioni
igienico/sanitarie di vita collettiva, la scomparsa di epidemie e la
maggior tutela dell’ambiente.
I risultati delle ricerche scientifiche e tecnologiche in campo
biologico e medico permettono quindi di aggredire la malattia in
modo più efficace.
Inoltre lo sviluppo tecnologico provoca importanti modifiche
nell’organizzazione del lavoro e dell’economia.
E’ comunque importante sottolineare gli aspetti originali e
significativi dell’invecchiamento, senza tuttavia trascurare le
problematiche ad essi connesse.
Gli aspetti più evidenti da considerare sono:
• Le dimensioni quantitative e quindi la struttura della
popolazione dominata dagli anziani;
• Il prolungamento della vita e l’aumento della non autonomia,
che richiede assistenza sanitaria crescente;
• Il diverso modo di vivere e organizzare il tempo sia per il
lavoro, il tempo libero, la formazione, la famiglia.
Questa situazione risulta essere nuova nella storia del n stro
paese e sta raggiungendo dimensioni sempre più ampie.
Non si può certo sperare che il processo di invecchiamento possa
arrestarsi o fermarsi in futuro, anche perché la diffusione di una
maggiore fecondità tra i giovani non riuscirebbe a contrastare
l’andamento favorevole della mortalità nelle età adulte.
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1.2. La psicologia dell’invecchiamento
1.2.1. L’ansia di invecchiare
L’uomo vive oggi una situazione conflittuale, in quanto
ambivalente. Da un lato vi è il desiderio di vivere a lungo,
dall’altro lato vi è la paura d’invecchiare.
La vecchiaia, in ogni caso, reca con sé il fantasma della morte.
Gli anziani vivono tra l’altro in uno stato di continuo dubbio
perché non sanno quanto tempo hanno a disposizione, quindi non
sanno se fare progetti a lungo o breve termine. Convivono quindi
con l’incertezza e l’esitazione, anche se la loro vita può essere
attiva e soddisfacente.
Ci sono diverse persone anziane che accettano la nuova
condizione di vita, con equilibrio e serenità, anche se il momento
della morte rimane il pensiero più ricorrente nella loro mente.
Altri anziani odiano la vecchiaia perché affondano sempre di più
nel decadimento fisico e psicologico. Per altri ancora
l’invecchiamento è un modo per essere diversi dagli stadi
precedenti della vita.
La vecchiaia, psicologicamente, comincia quando la persona
inizia a guardarsi indietro con nostalgia e il futuro appare pieno
di insicurezze e domande, mentre i giorni più felici sembrano
essere scomparsi.
L’anziano può sentirsi frustrato perchénon riesce a raggiungere
gli obiettivi desiderati o perché teme di perdere tempo.
Le comuni paure che affliggono l’anziano sono:11
• La paura della morte;
11
Cfr. Peter Laslett, Una nuova mappa della vita, Il Mulino 1992.
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• Il morbo di Alzheimer;
• Il decadimento senile;
• La paura di malattie da declino come il cancro e le malattie
cardiache, che possono costringere il soggetto a restare a letto;
• Malattie che non portano alla morte, ma che colpiscono molti
anziani come la cecità, la zoppia, l’incontinenza e la sordità;
• La debolezza fisica, l’infermità e il declino mentale;
• La paura di perdere potenza sessuale, fascino, fertilità e
bellezza;
• La paura di non ricordare nomi, persone, esperienze o
avvenimenti;
• La paura di perdere la capacità di godere della vita;
• La paura di non potersi muovere e di dover stare chiusi in
casa, quindi di non poter scegliere dove andare e cosa fare;
• La paura di non saper più guadagnare;
• La caduta di status sia pubblico che privato, non avendo più
un ruolo lavorativo;
• La paura di rimanere solo per la perdita del coniuge, famiglia
ed amici;
• La paura di andare in istituto, di perdere la propria casa, e di
non poter più essere indipendente;
• La paura di non poter portare a termine il proprio progetto di
vita.
Tutte queste paure nell’anziano sono strettamente legate fra loro.
Ma la paura che emerge tra tutte, forse la più ricorrente, è quella
di essere classificati vecchi e quindi di essere considerati come
persone inutili, improduttive, incapaci di cambiare le cose.
Questi stati d’animo si esprimono in modi diversi e con varie
intensità; la paura più grande è quella di diventare un peso, di
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non avere più compiti da svolgere, di non essere necessario a
qualcuno. Se queste paure non vengono elaborate e superate,
subentra uno stato di frustrazione, che può provocare
comportamenti aggressivi, sia auto che eterodir tti.
A questo punto l’anziano dal punto di vista psicologico può
risolvere il problema in due modi:
• La rimozione dell’ostacolo: rifiuta la realtà vivendo in un
mondo irreale;
• La razionalizzazione: si chiude in sé, non adattandosi più ai
cambiamenti della sua età, accettando la propria impotenza e
dandosi delle giustificazioni.
La continua frustrazione può portare l’anziano a cadere in una
condizione di insicurezza. Essa comprende l’ansia, la sensazione
di non essere importante, la paura di essere emarginato.
L’insicurezza può manifestarsi in diversi modi:
- Fisica: perché l’assistenza da parte dei familiari è incerta ed
inadeguata;
- Economica: perché le pensioni per gli anziani sono minime;
- Sociale: perché sente di non contare più dopo aver
abbandonato il lavoro;
- Affettiva: perché non riesce a comunicare con le generazioni
più giovani e a trovare collegamenti con persone della propria
età.
L’anziano ha dunque un bisogno particolare di avere sicurezza e
di essere amato.
1.2.2. Il disadattamento dell’anziano
Nella nostra società l’anziano vive il fenomeno della
solitudine,che lo porta ad essere disadattato.
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È utile confrontare il concetto di disadattamento12 con quello di
adattamento13.
Il disadattamento può essere di due tipi:
- Disadattamento oggettivo: se le circostanze, cioè la salute,
l’ambiente, la situazione, sono tali, da considerare l’anziano fuori
posto;
- Disadattamento soggettivo: se l’anziano vive questo stato, ma
esso non corrisponde alla realtà.
Solitamente il disadattamento dell’anziano è legto al ritiro dalla
vita pubblica, quindi dal lavoro, e ciò implica un cambiamento
del ruolo dell’anziano.
Questi cambiamenti provocano nell’anziano uno stato di
alienazione.
Si può facilmente riconoscere un anziano disadattato perché esso
esterna forma di comportamento particolari quali14: distacco dalla
vita reale; abbassamento dell’umore; isolamento e chiusura in sé
stesso; rapporti difficili con l’ambiente e le persone; fuga dalla
realtà e creazione di un mondo fantastico; convinzione di non
essere capito o di essere perseguitato; disagio, malessere ed
insoddisfazione; discussioni, litigi, colpevolizzazioni; ansie legati
a comportamenti regressivi o di difesa, che provocano
disadattamento; contraddizioni che nascono da incertezze, dal
12
Disadattamento: S.M. ( Psic.) Incapacità di dattarsi a determinati ambienti o situazioni.
Disadattamento sociale: Il non essere in grado di stabilire o mantenere le normali relazioni
sociali.
Cfr. www.garzanti.it
13Adattamento: S.M. (Biol) Processo per cui gli esseri viventi si adeguano
morfologicamente e fisiologicamente alle condizioni ambientali.
Cfr. www.garzanti.it
14
Cfr. Crippa Erminio, Psicologia della senescenza, APICOLF.
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pericolo di perdere la stima degli altri o la riconoscenza;
esaltazione del passato, rifiutando il presente.
1.2.3. È possibile il benessere nell’età anziana?
Il benessere esprime la nostra identità e il modo in cui viviamo.
Nell’anziano il benessere non deve essere inteso come completa
e piena salute.
Bisogna considerare l’invecchiamento come un fattore biologico
e se si vuole vivere a lungo bisogna invecchiare.
In ogni caso non si deve paragonare la vecchiaia ad una malattia.
La vecchiaia è uno stato normale della vita come può esserlo
l’adolescenza e non uno stadio dove si perde la normalità.
Vivendo in armonia con se stessi anche questa età ha la sua
bellezza, sconosciuta ed inesplorata. Essa è una tappa della vita
difficile da affrontare, ma, per chi la sa vivere, può ssere la
migliore.
Coloro che invecchiano meglio sono quelli che durante la vita
non hanno avuto gravi problemi fisici, ma soprattutto coloro che
sono contenti di sé, degli altri e della vita e pensano di aver
realizzato la maggior parte delle propriaspirazioni.
Il benessere dell’anziano è legato ad una continuità esistenziale;
non è possibile pensare che ci sia uno scarto netto tra le diverse
età. Il modo di affrontare l’età senile è infatti strettamente
correlato al modo in cui sono state vissute le età precedenti.
Ovviamente cambia lo stile di vita, il modo tradizionale di
apprendere, di agire, di riposare.
La persona anziana ha bisogno di poter ancora svolgere ruoli
significativi o ruoli nuovi.