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Introduzione
Il tema del presente lavoro è la presenza di anglicismi nel linguaggio turistico
spagnolo. L‟interesse per la lingua del turismo scaturisce dall‟esperienza
acquisita durante attività lavorative svolte all‟interno del settore turistico, dal
quale ho potuto apprendere nuove conoscenze e ricevere nuovi stimoli .
Inoltre, in considerazione del percorso formativo svolto durante l‟iter
universitario, centrato soprattutto allo studio delle lingue straniere, mi è
sembrato opportuno dedicare l‟argomento della presente tesina di laurea allo
studio della lingua spagnola, considerata nelle sue caratteristiche all‟interno di
un settore specifico, quale quello del turismo.
Quest‟ ultimo si colloca oggi tra i settori economici più importanti e
dinamici, divenendo uno strumento di promozione economica, sociale e
culturale. L‟inglese, lingua di grande influenza a livello mondiale fa
naturalmente sentire la sua presenza anche all‟interno dei linguaggi
specialistici, e in modo particolare in un settore, come quello del turismo,
fortemente proiettato verso i rapporti internazionali.
L‟inglese infatti è considerata la lingua che influenza maggiormente gli altri
sistemi linguistici, e lo fa attraverso diversi processi; il più diffuso e il più
evidente è quello dell‟anglicismo lessicale, che consiste nell‟inserimento di
vocaboli inglesi afferenti a qualsiasi campo semantico, che permettono un
ampliamento del repertorio lessicale della lingua che li adotta.
In questo contesto lo spagnolo è un‟eccezione, poiché sin dai primi segnali di
penetrazione della lingua inglese nel XVIII secolo, ha tentato strenuamente di
ostacolare la “contaminazione” da parte della lingua germanica.
Grazie all‟avvento del turismo nel XX secolo lo spagnolo non ha potuto però
sottrarsi del tutto alla manifestazione sempre più massiccia di questo
fenomeno, che l‟ha resa una lingua internazionale e ha permesso
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l‟arricchimento di quello che oggi è uno tra i linguaggi più diffusi: la lingua
spagnola del turismo.
La lingua spagnola del turismo, come lingua speciale, è un campo di
r icerca abbastanza recente se lo compariamo con gli altri di p iù antica
tradizione, come ad esempio lo spagnolo giuridico o lo spagnolo tecnico-
scientifico, e fa riferimento a più contenuti distinti: la lingua di cui necessita
il turista in differenti situazioni comunicative, come ad esempio, all‟interno di
hotel, ristoranti e agenzie di viaggi; la lingua speciale che si utilizza nella
comunicazione tra professionisti di questo settore, o in altri contributi
relazionati con il tipo di meta turistica proposta e con diversi aspetti culturali
di carattere gastronomico, storico, artistico, folcloristico, specifici di ogni area
linguistica.
Ho suddiviso il mio studio in tre parti principali: il primo capitolo affronta il
fenomeno dell'anglicismo che sin dal XVIII secolo influenza la lingua
spagnola in numerosi ambiti ma che, fino all'avvento del fenomeno mondiale
del turismo, ha incontrato numerosi ostacoli prima di essere riconosciuta dalla
comunità spagnola come elemento in parte inevitabile e tutto sommato
positivoai fini dello sviluppo della lingua stessa nella società odierna.
Descrivo dapprima l'impatto che il fenomeno dell‟anglicismo ha avuto nella
comunità linguistica spagnola, nella Real Academia e le diverse posizioni dei
linguisti dell'epoca e contemporanei.
Il secondo capitolo si concentra sul fenomeno vero e proprio, descrivendone
nel dettaglio l‟articolazione in tipi e le relative caratteristiche.
La parte finale di questo capitolo verte sulle variazioni a livello morfo-
fonologico che questo fenomeno ha comportato alla lingua spagnola. Nel
capitolo successivo l'indagine si sposta sul versante dei linguaggi specialistici,
e in modo particolare sulla lingua speciale spagnola del turismo ai fini di
individuarne le principali caratteristiche lessicali.
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Dopo un breve excursus sull‟origine dei linguaggi specialistici assieme alle
loro caratteristiche lessicali e morfologiche, particolare attenzione e' stata
rivolta alle relazioni che questi linguaggi hanno con la lingua comune e
soprattutto all'interferenza linguistica e di formazione delle parole
corrispondenti ai fenomeni di derivazione, composizione, prestiti, sigle ed
acronimi.
E' stato opportuno inoltre descrivere i principali linguaggi specialistici della
pubblicità, della televisione e dei giornali e soffermarsi sulle loro principali
caratteristiche linguistiche, mettendo in luce le influenze della lingua
anglosassone.
L'ultima parte descrive il linguaggio specialistico del turismo spagnolo,
soffermandosi sulle sue relazioni con le altre lingue speciali e sui due aspetti
che lo distinguono maggiormente: la componente tematica e la dimensione
comunicativa; in ultimo, verrà introdotto l'aspetto linguistico fondamentale ai
fini del mio studio: l'influenza della lingua inglese nel contesto della
comunicazione turistica.
Il terzo capitolo coniuga i due argomenti precedentemente trattati, riportando
l'analisi degli anglicismi in due generi testuali del linguaggio del turismo
spagnolo. Nella prima parte ho ritenuto opportuno richiamare i principali
generi testuali che caratterizzano questo ambito, descrivendo le loro
caratteristiche e le principali finalità.
La seconda parte delinea la presenza degli anglicismi in questi generi testuali,
prima da una prospettiva teorico e poi in via pratica attraverso una ricerca
personale di questo fenomeno in un corpus di guide e cataloghi turistici da me
raccolto e costituito (per un totale di 16 testi), dalla quale emerge la forte
presenza degli anglicismi, che a loro volta hanno generato forme adattate degli
stessi vocaboli in spagnolo, come dimostrazione di un elevato grado di
integrazione linguistica.
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CAPITOLO 1:
L'anglicismo in Spagna
1.1 L'avvento dell'anglicismo nella cultura spagnola:
excursus storico
Il latino fu la lingua classica alla quale si deve una parte cospicua del lessico
spagnolo, ma nei secoli precedenti fu considerevole anche l‟apporto di lingue
quali il celtico e il basco.
Dopo il lungo periodo di contatto con la lingua araba, a seguito della conquista
musulmana del 711, nella penisola iberica a partire dall'Ottocento e Novecento
aumentò il numero di nuovi vocaboli entrati in usosia per la la necessità di
adattarsi alle nuove scoperte scientifico-tecnologiche della Rivoluzione
Industriale, sia soprattutto per i continui rapporti intrattenuti con gli altri paesi:
in particolare si intensificò la diffusione del francese nella maggior parte delle
lingue europee, compreso lo spagnolo, a causa dell'enorme influenza della
letteratura e della moda francesi del momento1.
I francesismi che entrarono a far parte del lessico spagnolo nel XVIII secolo
interessarono diversi campi lessicali tra cui quello della moda come corsé,
pantalón, chaqueta, oppure della vita sociale (hombre de mundo, gran mundo,
ambigú) e dell'arte culinaria (merengue, flan, besamela, croqueta)2.
Sempre negli stessi anni anche l'inglese fece il suo ingresso in Europa,
attraverso la diffusione della stampa e del romanzo storico, e in seguito anche
per motivi di prestigio sociale; nel Settecento nella lingua spagnola gli
1 Cfr. Lapesa (2001 :454-456).
2 Cfr. De Cesare e Liberatori (1988:22).
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anglicismi si riferiscono alla moda di viaggiare all‟estero con parole come
turismo, turista, bote ma con il passare dei decenni e delle innovazioni
economiche e scientifiche gli anglicismi entrarono in diversi campi semantici
ed ecco che avviene la diffusione di parole come ad esempio eléctrodo, vagón,
tranvía, yate, bote, mitin, lider, reporter, revólver, confort3.
Anche gli studi eruditi del '700 arricchiscono il lessico spagnolo di numerosi
termini tra cui: contestar, regreso, noción, filología, antología ed exegético.
Tuttavia la diffusione di nuovi vocaboli non era limitata soltanto a questi
settori ma interessò anche altri campi quali la musica (dancing, jazz,
charleston); lo sport (fútbol, golf, tennis, boxeo) e l'abbigliamento (pull-over,
pijama, suéter, jersey).
In generale nel Novecento tutte le lingue europee sono caratterizzate da un
notevole incremento lessicale, dovuto alla necessità di esprimere le
trasformazioni ottenute grazie all'industria e alle scoperte scientifiche; di solito
si tratta di costruzioni simili nei vari idiomi realizzate su base latina e greca:è
il caso di parole come óptica, oftalmía, afonía, teología, arquelogía,
fotografía. In alcuni casi, parole già esistenti assumono nuove accezioni come
ad esempio realista, realismo, derecha e izquierda.
Tuttavia l'inglese nel corso della sua diffusione conobbe un periodo di vero e
proprio rifiuto da parte del popolo spagnolo, un‟epoca considerata tra le
peggiori nella storia dell'intera nazione: la dittatura Franchista che per trentasei
anni, dal 1939 al 1975 (anno della morte di Francisco Franco), ha gettato la
Spagna in una fase di repressione e depressione politica e culturale senza
precedenti.
3 Cfr. Lapesa (2001: 457).
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1.2 Gli anglicismi durante il periodo franchista
Una delle principali caratteristiche della dittatura di Francisco Franco fu il suo
marchio fortemente nazionalista che impose la censura e la chiusura di
qualsiasi forma che non fosse di stampo esclusivamente spagnolo; questo
significò che lingue come il basco e il catalano furono classificate come “non
ufficiali” in quanto costituivano delle minoranze linguistiche e fu eliminata
qualsiasi forma di forestierismo a favore del monolinguismo castigliano, in cui
lo spagnolo era l‟unica lingua dotata di purezza e integrità e in grado di portare
al raggiungimento della totale ispanizzazione, poiché come sosteneva l'autore
De Entrambasaguas il poliglottismo costituiva un segno di decadenza
culturale, razziale e politica4.
Questo atteggiamento determinò all'esterno una forma di xenofobismo
linguistico, ossia una chiusura verso l'apprendimento di qualsiasi lingua
straniera, soprattutto quella inglese; il ruolo di molti intellettuali e professori
venne limitato a semplice attività di supporto ed erano pochi quelli a cui
venivano riconosciuti incarichi e competenze ufficiali. Per dare un'idea più
chiara si pensi che soltanto il 5% degli studenti decidevano di apprendere la
lingua inglese, la scelta del restante 90% ricadeva sul francese; fu soltanto
dopo il 1953, quando venne assegnata la prima laurea in filologia inglese, che
il numero degli studenti cominciò ad aumentare progressivamente fino a
raggiungere la stessa percentuale di quelli di lingua francese.
Numerosi intellettuali franchisti, tra cui Carnicer5, sostenevano che i popoli
più portati ad apprendere le lingue erano gli slavi e gli ebrei; mentre quelli
meno dotati erano gli inglesi e gli spagnoli: questi ultimi, essendo dipinti
nell‟ideologia franchista come un popolo fortemente imperialista, non avevano
4 Cfr. De Entrambasaguas (1952: 257-261).
5 Cfr. Carnicer (2001 :50-51).
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bisogno di conoscere altri idiomi poiché la loro lingua, il castigliano, era
considerata la lingua universale.
Questo atteggiamento di intolleranza nei confronti dell'inglese è acuito anche
dall‟attitudine fortemente belligerante dell'Inghilterra nei confronti della
Spagna per l‟avversione al regime franchista; siamo nel 1955, ora il nemico
non è più il francese ma l'inglese che viene a contatto con l'intera comunità
linguistica, analfabeti compresi6.
É solamente nel nostro secolo che l'anglicismo ha potuto liberarsi di quella
etichetta che lo classificava come un fenomeno volto solamente a modificare
negativamente il sistema linguistico spagnolo, intensificando la propria
diffusione prima nei paesi ispano-americani, che furono quelli maggiormente
soggetti alla dominazione economica e politica degli Stati Uniti, per giungere
poi in Europa e integrarsi gradualmente in diversi settori come quello
domestico (bloque, jol, living), dell'abbigliamento (jersey, esmoquin), del
trasporto automobilistico (claxon, jeep, stop), della vita mondana: snob, party,
lunch), della musica e della danza ( rock, fox-trot, jazz), dell'economia e della
politica ( marketing, trust, stock).
1.3 Preoccupazione per la stabilità linguistica: la Real
Academia Española
La comparsa del fenomeno dell‟anglicismo in Spagna nel '700 causò una vera
e propria divisione all'interno della cerchia di intellettuali spagnoli: da una
parte c'erano coloro che lo consideravano un fenomeno che aveva avuto un
impatto positivo tra la popolazione e come tale doveva essere analizzato in
tutti i suoi aspetti e cambiamenti nel tempo; lo stesso Miguel de Unamuno
diceva che inserire parole nuove, anche in presenza di termini con uguali
6 Nel censimento del 1975 era incluso nei questionari la risposta n.13: „Livello di istruzione‟: non sa
né leggere né scrivere.
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accezioni, significava inserire nuove sfumature di idee7.
Dall'altra invece, c'erano i puristi, che cercarono di attuare dei metodi per
contrastarlo in modo che non penetrasse stabilmente nella lingua spagnola,
sforzi che risultarono inefficaci, in quanto una lingua è un sistema in costante
evoluzione che non può essere controllato dall‟alto.
Simbolo di questo atteggiamento fu la fondazione della Real Academia
Española nel 1713, che nel giro di pochi anni pubblicò anche l‟ Ortohographía
(1741) e la Gramática (1771). Il motto della Real Academia, una lingua
'limpia, fija y dá esplendor', esprime pienamente quale fosse l'obiettivo di
questa istituzione: liberarsi di tutti quei termini inappropriati, stabilire regole
morfologiche e ortografiche per conferire così allo spagnolo una grandezza e
purezza senza pari. I membri dell'Accademia iniziarono a discutere del
problema, volevano capire fino a che livello si fosse spinto l'anglicismo e
tentarono di contrastarlo, tentando di introdurre dei termini che sostituissero
sul piano fonologico e morfologico quelli inglesi e che rimandassero alla
matrice spagnola e imponendo vocaboli di origine latina.
Tuttavia la Real Academia non sempre ha saputo adattare i forestierismi alla
struttura fonologica e morfologica dello spagnolo: l'esempio più emblematico
risulta essere quello della parola whisky, che l'Accademia voleva adattare
utilizzando il termine güisqui ma che causò delle incomprensioni, così si
decise di lasciare in uso sia la parola straniera sia quella adattata e ciò accadde
con altre parole come come boicot e boicoteo, clip e clipe, club eclube, bloc e
bloque, clac e claque, chalé e chalet, film e filme, frac e fraque. É evidente che
questa decisione di utilizzare doppi vocaboli fu merito anche degli spagnoli
poiché dal momento che non riuscivano a pronunciare correttamente le nuove
parole, le adattarono alla propria pronuncia, ennesima dimostrazione che per
quanto i puristi si siano sforzati di imporre determinati vocaboli, fu la stessa
comunità spagnola che decise quale termine si potesse usare al posto di un
7 Cfr. Unamuno (1945: 322-323).
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altro.
Un caso può essere rappresentato dal termine cinematógrafo o cinematografía
che è stato usato con maggior frequenza solo dopo che i parlanti l‟hanno
ridotto a cine. Un altro caso che può generare incomprensione tra i parlanti è
quello di utilizzare un termine che è troppo ricercato, infatti si cerca di
sostituirlo con un altro più facile da capire proposto dalla lingua spagnola,
altre volte invece si ricorre al prestito poiché più efficace e di maggiore
immediatezza semantica. Alcuni esempi riferiti al mondo dello sport, possono
essere balompié, penal, guarda-meta: il primo termine, balompié, si è
totalmente estinto e la Real Academia lo ha completamente sostituito con
l‟adattamento fonetico della parola fútbol. Questo termine è tra i più diffusi ed
integrati nella lingua spagnola perché la sua ortografia è stata notevolmente
modificata rispetto al termine inglese per riflettere la pronuncia spagnola.
Questo dimostra che il termine è entrato nella lingua spagnola per via orale e
come tale non è più percepito come una parola straniera e nonostante presenti
un gruppo consonantico -tb estraneo allo spagnolo, ha visto la nascita di parole
derivate come futbolista e futbolistico.
Un caso interessante è anche quello della parola penal che è stato adattato
dall‟originale penalty.
I puristi spagnoli non si trovarono molto d‟accordo con questi adattamenti
semantici perché presentavano superficialità nella traduzione ed eliminavano
inoltre i tratti peculiari del vero spagnolo parlato in Spagna.
La Real Academia e i puristi dell'epoca si impegnarono molto nell' affermare
lo spagnolo come lingua ufficiale ed universale, cercando di fermare qualsiasi
penetrazione che potesse intaccare la loro lingua, ma si resero ben presto conto
che è impossibile fermare l'evoluzione “fisiologica” di un sistema come quello
linguistico.