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Come agisce l’essere umano che acquista? Quanti diversi comportamenti
d’acquisto possiamo notare, e quali sono le loro motivazioni? Come e
quando nasce il bisogno di acquisto? Quali forze latenti agiscono?
Quando nasce Dove avviene Perché accade Chi influenza Per quali bisogni
Come nasce Chi influenza
ATTO D’ACQUISTO
Quali blocchi Per quali bisogni
Quali alternative Chi decide Forze latenti e subconsce
(Fonte: Trevisani 2003)
1.1 LA RELAZIONE BISOGNO – MOTIVAZIONE –
COINVOLGIMENTO
In linea generale un bisogno può essere descritto come una necessità, una
vera e propria richiesta che proviene dall’interno del nostro corpo e la cui
soddisfazione è necessaria per la sopravvivenza o per mantenere un buon
livello di equilibrio psico-fisico. Naturalmente non tutti i bisogni sono
strettamente necessari per sopravvivere, ma la loro soddisfazione consente di
vivere meglio.
L’esistenza di un bisogno insoddisfatto costituisce la condizione necessaria
per la manifestazione della motivazione. La spiegazione della motivazione in
termini di bisogno insoddisfatto può essere definita reattiva: ovvero essa si
manifesta in risposta a uno stato psicologico di tensione determinato
dall’inadeguata soddisfazione del bisogno.
Esiste però anche una differente spiegazione, che potremmo definire
proattiva, secondo la quale la motivazione emerge a seguito di un processo
cognitivo consapevole e autonomo: il consumatore identifica certi obiettivi e
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determinate aspirazioni da soddisfare, decide su quale concentrarsi, seleziona
e valuta le alternative disponibili scegliendo, infine, quella più adeguata. La
motivazione in questo senso sarebbe l’esito di un preventivo e intenzionale
sforzo di analisi e di pianificazione del comportamento.
Per numerose situazioni la relazione “bisogno motivazione” assume la
valenza di un automatismo e il grado di controllo consapevole del
consumatore su di essa è modesto.
Bisogni primari e acquisiti routinari non richiedono di indirizzare la
soddisfazione del bisogno passi attraverso una serie di fasi ordinate in
sequenza e che la soddisfazione del bisogno eserciti un elevato grado di
controllo sulle attività di ricerca, selezione e valutazione delle alternative.
Che relazione c’è tra la motivazione e il coinvolgimento? Il coinvolgimento
può essere descritto in termini di importanza che il bene in oggetto riveste
per l’acquirente: è lecito attendersi che quanto più intensa è la motivazione,
tanto più elevato risulti il coinvolgimento.
1.1.1 BISOGNO
Il bisogno può essere considerato come una necessità che, se soddisfatta,
consente all’individuo di migliorare la qualità della propria vita.
Anche quando non percepiamo un bisogno in modo esplicito e consapevole,
ciò non significa che esso non esista. Di fatto ognuno di noi possiede
un’ampia dotazione di bisogni potenziali che vengono di volta in volta
attivati a seconda della situazione in cui ci troviamo. Ai bisogni inespressi si
fa spesso riferimento come latenti.
Essi si attivano quando si manifestano determinate circostanze; ormai è
chiaro che i bisogni sono potenziali e si attivano quando il livello di
soddisfazione ad essi relativo è insufficiente: questa condizione crea una
tensione nel consumatore, per indurre la quale è necessario acquistare un
bene adeguato. In questo modo il bisogno viene soddisfatto e ritorna al suo
stato potenziale.
I bisogno vengono unanimemente classificati in due ampie categorie:
9 innati: costituiscono i bisogni biologici e fisiologici la cui soddisfazione
è necessaria per la sopravvivenza. Mangiare, bere, costituiscono esempi
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di base di questa tipologia. Vengono anche detti primari, biogenici o
fisiologici e sono dovuti a caratteristiche comuni a tutti. Infatti non si
differenziano, se non limitatamente, in relazione all’età, alla cultura o ad
altre caratteristiche individuali. E’ peraltro evidente che questi bisogni, in
funzione delle caratteristiche suddette, possono indurre i consumatori a
esprimere desideri assai diversi.Si pensi ad esempio alle abitudini
alimentari dei diversi popoli: il bisogno primario (la fame) viene
soddisfatto in modi diversi a seconda della cultura, del clima, delle
disponibilità economiche e delle condizioni di vita.
9 acquisiti: sono i bisogni che emergono dall’interazione con l’ambiente
sociale e culturale nel corso della crescita dell’individuo. Prestigio,
approvazione, sicurezza, affetto e altri ancora sono esempi di questa
tipologia. Vengono anche detti secondari, psicogenici o psicologici.
Questi si differenziano sensibilmente da una persona all’altra e sono
dovuti alle nostre specifiche e soggettive esperienze di crescita e alla
personalità.
Tutti i bisogni umani interagiscono tra loro e, in particolare, esiste una stretta
relazione tra bisogni innati e acquisiti. Si pensi, ad esempio, alla necessità di
avere un tetto sopra la testa: si tratta di un bisogno condiviso da quasi tutti
gli esseri umani, ma, anche all’interno della stessa cultura, può essere
soddisfatto in modi diversi. Nella ricerca di una soluzione al problema
possono entrare in gioco ulteriori bisogni, magari acquisiti. In realtà quindi
anche i bisogni primari sono fortemente condizionati dalle esperienze
passate e dal contesto sociale, economico e culturale in cui il consumatore
vive. Se non direttamente, ciò accade in modo indiretto grazie all’interazione
tra bisogni innati e quelli acquisiti.
- Gerarchie e classificazione dei bisogni
Lo studio delle gerarchie e delle classificazioni dei bisogni individuali
presenta origini relativamente antiche. Tradizionalmente, i bisogni degli
individui sono stati classificati in tipologie, a volte ordinate secondo un
principio gerarchico. Le principali classificazioni esistenti sono quelle di
Maslow, Murray e McGuire. [Dalli-Romani 2000]
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1.1.2 MOTIVAZIONE
La relazione “bisogno motivazione” e la correlata ricerca della soluzione
sono da lungo tempo oggetto di analisi degli studiosi del comportamento del
consumatore e a questo proposito esistono diverse prospettive teoriche che si
sovrappongono. In prima approssimazione si possono identificare due
condizioni empiriche in funzione delle quali è necessario utilizzare
spiegazioni diverse:
9 reazioni automatiche e routinarie: come osservato, in molti casi il
consumatore reagisce al bisogno insoddisfatto in modo immediato e
scarsamente consapevole. Sembra esistere uno schema di
comportamento consolidato che, in presenza di uno stimolo conduce
all’immediata selezione di una particolare linea di condotta. Questo
fenomeno può essere spiegato in due modi distinti:
spiegazione cognitiva: il consumatore possiede in memoria
(consapevolmente o meno) una molteplicità di schemi di
interpretazione degli stimoli e di selezione dei comportamenti
opportuni. Nella misura in cui lo schema e le relative proposte si
sono dimostrate soddisfacenti in passato vengono replicati
automaticamente ogni volta che si presenta lo stimolo;
spiegazione comportamentale: attraverso i meccanismi del
condizionamento di comportamento (associazione e ricompensa) il
consumatore si abitua a reagire in modi predeterminati agli stimoli.
Attraverso la ripetizione delle associazioni tra stimoli e reazioni, il
consumatore acquisisce modelli di comportamento che si ripetono
nel corso del tempo.
9 reazioni pianificate: in questi casi lo stimolo che si presenta al
consumatore è di natura occasionale e/o complessa. In pratica si tratta di
situazioni inconsuete e per le quali non è impossibile impiegare i modelli
standard di interpretazione e di selezione del comportamento
appropriato. Questi processi hanno una natura essenzialmente cognitiva.
Le trattazioni più convincenti della materia invece, considerano la
motivazione come la spinta di base alla quale il consumatore, riconosciuto un
bisogno non adeguatamente soddisfatto, si comporta in modo da soddisfarlo.
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1.1.3 COINVOLGIMENTO
La spiegazione del grado di coinvolgimento che il consumatore manifesta
nei confronti di prodotti e servizi possono essere di due tipi:
quanto più il prodotto o una situazione sono collegati ai valori o al
concetto di sé del consumatore, tanto maggiore è il coinvolgimento
rispetto ad essi. I consumatori che considerano certi attributi
strettamente legati alla possibilità di soddisfare le proprie aspirazioni
più elevate si sentiranno coinvolti nei confronti dei prodotti che
presentano tali attributi. Viceversa, se considerano gli attributi
correlati a conseguenze funzionali e/o debolmente ai valori non
proveranno nessun tipo di trasporto verso il prodotto;
sotto un’altra prospettiva si può sostenere che il coinvolgimento
emerge in risposta a un elevato livello di spinta dovuto alla
motivazione: quanto più elevata è l’energia messa in moto da una
determinata motivazione, tanto più il consumatore di sente coinvolto
con il prodotto o la situazione nella cui direzione tale spinta è rivolta.
Il coinvolgimento consiste nell’importanza o rilevanza che il consumatore
attribuisce a un oggetto, a un’azione o a un’attività.
Il coinvolgimento può avere una dimensione affettiva o cognitiva. In
entrambe le circostanze, spesso strettamente correlate, il consumatore,
manifesta una particolare attenzione per il prodotto in questione. Questa
attenzione si concretizza in processi cognitivi e in comportamenti del tutto
particolari.
La misurazione del coinvolgimento varia a seconda dell’oggetto considerato:
prodotti, situazioni, mezzi di comunicazione, ecc.[Dalli-Romani 2000]
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1.2 IL COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL
CONSUMATORE
Uno degli aspetti del marketing è analizzare il comportamento d’acquisto,
ossia quell’insieme di azioni che precedono, accompagnano e seguono le
decisioni d’acquisto e durante le quali l’individuo o l’organizzazione
intervengono attivamente, al fine di mantenere una linea di condotta corretta
ed equilibrata.
Analisi del comportamento del consumatore
Influenze socioculturali
(cultura, classe sociale, sottocultura)
STIMOLI Influenze sociologiche LIVELLI DI
DI MARKETING (famiglia, gruppi sociali formali e informali) RISPOSTA
Prodotto Risposta
Paniere di attributi Trattamento delle informazioni cognitiva
Vantaggi ricercati Percezione Selezione e Gestione Notorietà,
Distribuzione dei prodotti valutazione delle conoscenza,
Disponibilità e delle delle informazioni riconoscenza ,
di prodotti marche e informazioni rilevanza,ecc
nel tempo relativi Risposta
e nello spazio attributi affettiva
Prezzo Atteggiamento,
Costi di preferenza ,
acquisizione intenzione ecc.
e uso Influenze psicologiche Risposta
Pubblicità (motivazione, atteggiamento, comportamentale
Informazioni e personalità, apprendimento) Prova, acquisto,
qualità distintive riacquisto, fedeltà
rivendicati
dal prodotto
Promozione
Stimoli all’
acquisto
(Fonte: Lambin J.J. 2000)
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1.2.1 COMPORTAMENTO RISOLUTORIO
RAZIONALE
Il termine “comportamento risolutorio” definisce il processo seguito dall’
acquirente che, di fronte ad un problema, ricerca attivamente una soluzione
soddisfacente.
Nel processo d’acquisto sono perciò implicati tutti i fattori che permettono
all’acquirente di risolvere il proprio problema. Possiamo distinguere cinque
fasi:
1. Individuazione del problema
2. Ricerca di informazioni
3. Valutazione delle informazioni
4. Decisioni d’acquisto
5. Comportamento dopo l’acquisto
Per l’analista di mercato i comportamenti di acquisto non sono azioni casuali
o condizionate dall’ambiente, ma piuttosto azioni razionali. Il
comportamento dell’acquirente, infatti, può essere interpretato alla luce del
principio della razionalità limitata, che considera i consumatori individui
razionali nei limiti delle loro capacità cognitive e di apprendimento.
Le ipotesi implicite sono le seguenti:
¾ le scelte sono oggetto di una deliberazione esplicita da parte del
consumatore, più o meno meditata a seconda del rischio percepito;
¾ esse si effettuano sulla base di previsioni future e non solo sulla spinta di
un’osservazione superficiale di breve periodo;
¾ esse sono guidate dal principio della scarsità generalizzata, secondo cui
ogni atto umano, ogni decisione, comporta un costo-opportunità.
L’individuo vive in un ambiente in cui tutto è scarso, non solo denaro o i
beni, ma anche l’informazione e soprattutto il tempo, la risorsa più rara
in quanto totalmente in estendibile.
Questo comportamento è chiamato comportamento risolutorio razionale.
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L’IMPORTANZA DEL RISCHIO PERCEPITO
Pur esistendo una decisione preliminare, tuttavia, non è detto che ogni atto
d’acquisto richieda sempre una ricerca sistematica dell’informazione. La
complessità del comportamento risolutorio dipenderà dal grado di rischio
percepito associato all’atto d’acquisto stesso, vale a dire all’incertezza
riguardo all’importanza delle conseguenze derivanti dalla scelta da
effettuare. Si identificano sei tipi di rischio:
1) un rischio funzionale, quando le caratteristiche e gli attributi del
prodotto non corrispondono alle attese.
2) una perdita finanziaria, nei casi di sostituzione o riparazione da
compiere a proprie spese se il prodotto acquistato è difettoso.
3) una perdita di tempo, dovuta alle ore perse per reclami, riparazioni
ecc.
4) un rischio fisico, provocato dai prodotti il cui consumo o utilizzo
potrebbe risultare pericoloso per la salute o l’ambiente.
5) un rischio sociale, quando il prodotto acquistato trasmette
un’immagine sociale che non corrisponde alla personalità
dell’acquirente.
6) un rischio psicologico, riguardante una perdita di fiducia o comunque
un’insoddisfazione generale in caso di acquisto mal riuscito.
COSTI DELL’INFORMAZIONE
Le attività di ricerca di informazioni intraprese da un individuo posto di
fronte a un problema di scelta hanno essenzialmente l’obiettivo di ridurre
l’incertezza propria delle alternative possibili, del valore da assegnare a
ciascuna di esse e di termini e di condizioni d’acquisto. E’ possibile
raggruppare in tre categorie i costi in cui si incorre durante questa indagine:
o I costi di ricerca: sostenuti per conoscere i mercati e circoscrivere
l’insieme delle opportunità (prodotti succedanei inclusi) che
l’acquirente può inserire nell’insieme delle possibili alternative.
o I costi di percezione: sopportati nel tentativo di identificare le
caratteristiche dei beni inseriti nell’insieme sotto esame, oltre agli
oggettivi termini di scambio (prezzo, garanzia ecc.).