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1. Introduzione: Lineamenti generali della rinascita araba (al-nahÿah)
La rinascita araba, “al-nahÿah”
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, fu un movimento di rinascita sociale, politica e
letteraria composito, non apparve improvvisamente in un tempo stabilito ma fu un
processo lento e graduale.
Tuttavia, rappresentò una vera e propria svolta, esso pose fine al periodo della
decadenza e, quindi, all‟epoca dell‟ignoranza e dell‟oscurantismo cominciata nel
XIII-XIV secolo e caratterizzata da un forte impoverimento culturale. Fino al XVIII
secolo, infatti, il mondo arabo era stato segnato da un forte ritardo in campo
culturale e civile rispetto al mondo occidentale.
Non si può stabilire con esattezza la fine del periodo della decadenza, anche se,
generalmente, viene fatta risalire alla seconda metà del XIX secolo, principalmente
come conseguenza della penetrazione europea. In compenso, si sa che la rinascita
fece registrare i suoi primi segnali alla fine del Settecento e fu un processo che si
rafforzò nel corso del secolo successivo, stimolato in ogni paese arabo da cause
diverse.
In Egitto, ad esempio, essa cominciò con Mu|ammad „Al†
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(1769-1849) e segnò
soprattutto una ripresa in campo economico e sociale, mentre nella regione siro-
libanese
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, già prima della spedizione napoleonica in Egitto (1798-1801), si era
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Dalla radice araba NHþ, che significa “alzarsi”, “risorgere”, “risvegliarsi”. Su questo movimento si
veda Isabella Camera d‟Afflitto, Letteratura araba contemporanea, Dalla nahÿah a oggi, Carocci
editore, Roma, 1998.
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Mu|ammad „Al†, di origine albanese, è considerato il fondatore dell‟Egitto moderno. Egli si
adoperò con ogni mezzo a sua disposizione per attuare delle riforme che consentissero una totale
trasformazione del paese.
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Si parla di regione siro-libanese, in arabo Bil…d al-Š…m, e non di Libano, in quanto nel XIX secolo
il paese, come lo conosciamo oggi, non esisteva; era una provincia della Grande Siria ottomana, che
si estendeva dall‟Eufrate alla Palestina, dalle montagne libanesi fino al mare con le città di Beirut,
Tripoli, Latakia e Iskandarun (Alessandretta, oggi in Turchia). All‟inizio, Beirut era un piccolo
centro della Grande Siria, in seguito, riuscì a diventare un nucleo sempre più importante di vita
culturale; nel 1888 divenne provincia autonoma, il numero degli abitanti aumentò e si trasformò,
così, in un rilevante centro di vita intellettuale. Lo stato libanese indipendente nasce soltanto nel
1943. Isabella Camera d‟Afflitto, Letteratura araba contemporanea, Dalla nahÿah a oggi, cit., p. 25.
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manifestata una rinascita linguistica e culturale, ad opera delle locali comunità
cristiane.
In generale, il periodo tra la fine della decadenza e l‟inizio della rinascita fu
caratterizzato da un grande fermento culturale, da una grande volontà di
rinnovamento e vide la ripresa delle attività letterarie.
In Egitto, il processo di rinnovamento e di recupero del ritardo culturale, civile e
tecnologico venne avviato dal governo; in Siria e Libano, fu determinante
l‟influenza della comunità cristiana in contatto con le scuole missionarie straniere.
Tuttavia, né il governo da solo in Egitto, né le missioni straniere da sole in Siria e
Libano, avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi se non ci fossero state
persone valide, capaci di intuire la necessità di un cambiamento ed esserne le
artefici.
Si tratta dei pionieri, definiti nel mondo arabo al-ruww…d.
Anche se furono dapprima uomini come Rif…„ah R…fi„ al-Ţah¥…w† in Egitto e N…¡† f
al-Y…ziÞ† e Bu¥rus al-Bust…n† nella regione siro-libanese a riconoscere la necessità
di un cambiamento e a preparare la strada alle generazioni successive, non va
assolutamente trascurato l‟apporto dato alla nahÿah dalle donne arabe. Al contrario,
il loro contributo deve essere ancora più apprezzato, date le maggiori difficoltà da
esse incontrate rispetto agli uomini. Le donne riuscirono ad avere un ruolo
importante e concreto nel miglioramento e nel progresso della società e nello
sviluppo della nuova cultura araba.
Nel corso del XIX secolo, infatti, sia nella regione siro-libanese sia in Egitto, si
assistette ad una larga diffusione della cultura e della scienza dovuta, in particolar
modo, all‟intensa attività delle tipografie e al conseguente aumento delle
pubblicazioni di giornali, quotidiani, riviste e libri.
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Una spinta culturale fu data, inoltre, dai giovani arabi inviati in missione all‟estero,
che tornavano in patria, non solo con un bagaglio di conoscenze nuove e moderne,
ma anche con una mentalità diversa, più aperta al cambiamento. Essi, infatti,
favorirono la nascita di una élite intellettuale che trasmise alle generazioni future il
desiderio di progresso e di rinnovamento in vari campi, incluso quello
dell‟emancipazione della donna.
In particolare, nella seconda metà del XIX secolo, quando ormai Beirut si era
trasformata in un centro culturale molto importante, alcuni intellettuali libanesi
lasciarono il loro paese emigrando verso l‟Egitto o i paesi occidentali, favorendo
ancora di più i contatti tra le due sponde del Mediterraneo e tra Oriente e Occidente.
I motivi di questa emigrazione in senso inverso, ovvero non più un‟emigrazione
interna verso Beirut, come era accaduto in precedenza, furono le persecuzioni dei
Turchi e le spaventose carneficine al tempo delle lotte tra drusi, musulmani e
cristiani nel 1860
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.
L‟apertura di un gran numero di scuole e di missioni straniere, che iniziarono ad
operare sul territorio arabo e, soprattutto, nella zona costiera della Grande Siria,
incoraggiò sempre più il contatto tra le popolazioni e contribuì alla diffusione della
cultura.
1.1 Lo sviluppo dell‟istruzione e la nascita delle prime scuole
Il primo ambito in cui il movimento femminile diede effettivamente dei frutti fu
quello dell‟istruzione, il cui sviluppo fu dovuto, principalmente, agli interessi
nazionalisti e personali degli uomini.
In Libano l‟insegnamento era soprattutto nelle mani della comunità cristiana. I
primi a dedicarsi alla fondazione di scuole sia per ragazzi che per ragazze furono,
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Su quei tragici eventi che provocarono l‟allontanamento dal paese di un numero elevatissimo di
libanesi si veda Vladimir Lutsky, I paesi arabi, Teti editore, Milano, 1976.
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infatti, i missionari protestanti americani che giunsero in Libano nel 1822. Tre anni
dopo il loro arrivo fondarono la prima scuola per ragazzi, successivamente, nel
1830, preoccupandosi anche dell‟istruzione femminile, fondarono una scuola per
ragazze nell‟Impero Ottomano.
Per quanto riguarda l‟Egitto, invece, nel 1832, Mu|ammad „Al† , spinto dal francese
Clot Bey, fondò la prima scuola per ostetriche, Madrasat al-h…kim…t, il cui obiettivo
doveva essere quello di migliorare le condizioni di salute e ridurre l‟alto tasso di
mortalità infantile. Tuttavia, in tutto l‟Egitto, nessun padre mandò la propria figlia a
tale scuola preferendo, come alternativa, una multa, considerata il minore dei mali.
Nel 1873 fu la volta della prima scuola elementare femminile, seguita nel 1874 da
una scuola secondaria aperta alle ragazze. Ma, anche in Egitto, come in Libano,
furono, principalmente, i missionari occidentali a realizzare scuole per ragazze.
Queste scuole missionarie nacquero sotto il mandato inglese e francese
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,
diventando, così, elemento di disturbo per i nazionalisti e i vari circoli religiosi
musulmani che, per contrastarle, si sentirono in dovere di stabilire anch‟essi scuole
destinate a entrambi i sessi; gli europei, infatti, fino ad allora avevano fatto a gara
per fondare scuole destinate sia ai ragazzi che alle ragazze.
Ritornando al Libano, un altro grande contributo da parte dei missionari americani,
nel campo dell‟istruzione, fu la fondazione, a Beirut, della Facoltà Siriana
Evangelica (al-Kulliyyah al-S™riyyah al-InÞ† liyyah) nel 1860, che diventerà, nel
1920, la famosa Università Americana di Beirut. Il suo insegnamento cominciò ad
essere esercitato solo nel 1866; inizialmente fu limitato ai ragazzi e, solo nel 1921-
1922, fu aperto anche alle ragazze.
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Dopo la fine dell‟Impero Ottomano con la Prima Guerra Mondiale, la Conferenza della Società
delle Nazioni, riunita a San Remo nel 1920, affidò le cinque province che oggi costituiscono il
Libano al controllo della Francia.
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La comunità cristiana fondò anche scuole interconfessionali, come quella di Bu¥rus
al-Bust…n†, al-Madrasah al-Wa¥aniyyah (la Scuola Nazionale) nel 1863, il cui
grande merito fu quello di aver anteposto l‟ideale nazionale a quello religioso e ad
aver contribuito alla rinascita della cultura scientifica: tra le materie
d‟insegnamento, infatti, vi erano anche quelle scientifiche; ciò rappresentò una
novità assoluta rispetto alle scuole prettamente confessionali. Tra gli insegnanti,
inoltre, vi erano anche professori musulmani in quanto si stava diffondendo la
consapevolezza che “l‟arabicità” appartenesse a tutti gli arabi, musulmani o cristiani
che fossero.
A proposito dell‟Egitto, nel 1882, con l‟occupazione britannica, il processo legato
all‟istruzione, anche femminile, subì un arresto, nonostante la crescente domanda di
scolarizzazione, in quanto gli invasori avevano altri interessi nel paese
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. Di
conseguenza, le spese per l‟istruzione, fino ad allora sostenute dal governo, furono
limitate e vennero introdotte nuove tasse per il diritto allo studio.
In Libano invece, con la fine della Prima Guerra Mondiale, le scuole francesi
rimpiazzarono quelle americane, il cui numero cominciò a ridursi a poco a poco
fino ad arrivare nel 1945 a circa 26 scuole per lo più miste.
La consapevolezza del bisogno di trasmettere la conoscenza attraverso l‟istruzione
fu una delle caratteristiche più importanti della nahÿah araba. Essa fu riconosciuta,
inizialmente, dalle figure maschili della rinascita quali, ad esempio, Bu¥rus al-
Bust…n† e Rif…„ah R…fi„ al-¦ah¥…w† che anticiparono di molto la battaglia che sarà,
in seguito, affrontata da Q…sim Am† n. Nonostante fosse un‟idea alquanto
rivoluzionaria al tempo, essi sostennero la necessità di aprire l‟accesso all‟istruzione
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Interessi quali opere di irrigazione, incremento della produzione di cotone. Cfr. Isabella Camera
d‟Afflitto, Letteratura araba contemporanea, Dalla nahÿah a oggi, cit., p. 25.