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Introduzione
L’argomento per questo lavoro è stato scelto dopo alcune letture sulla
figura di Friedrich Ratzel, con l’idea di rivisitare le sue idee, la
trasmissione delle quali è divenuta con il passare del tempo poco chiara,
confusa.
Inizialmente deciso a seguire il filone etnologico di Ratzel – con la sua
Anthropogeographie, opera che gli costerà fra l’altro l’etichetta di
determinista – mi accorgo della mancanza, ancora oggi, a centoquindici
anni dalla sua pubblicazione, di una traduzione italiana della Politische
Geographie, con le immaginabili conseguenze che una tale omissione può
aver avuto sulle conoscenze italiane in merito al geografo di Karlsruhe; È
stato proprio questa sorta di “buco nero” nella bibliografia geografica
italiana che mi ha spinto a scegliere la strada più tortuosa – ma a mio
avviso la più ricca di soddisfazioni – per questo mio lavoro.
Prenderemo quindi l’ultimo ventennio dell’XIX secolo, coincidente
grosso modo al periodo di maggior produttività scientifica di Ratzel, come
inizio di questo nostro excursus storico del pensiero geopolitico. Il secondo
capitolo sarà dedicato al padre del termine geopolitica, lo svedese (ma
appartenente alla scuola tedesca) Rudolf Kjellén. Il trittico della geopolitica
tedesca si chiuderà nel terzo capitolo, con colui che durante il secondo
conflitto mondiale era visto dagli Alleati come il geopolitico del nazismo,
Karl Haushofer.
Con capitolo quarto, dedicato all’americano Alfred Thayer Mahan,
prenderemo in considerazione la scuola geopolitica anglosassone, oltre alla
teoria del potere marittimo, quest’ultima contrapposta all’Heartland di
Halford Mackinder affrontata nel capitolo quinto. Il Rimland di Nicholas J.
Spykman verrà affrontato nel capitolo sei, e con esso si chiuderà anche la
trilogia anglo-americana.
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Con la scuola geopolitica francese, come vedremo nel capitolo sette,
finirà quella nitidezza che ha contraddistinto le personalità prima elencate,
e risulterà più difficile trovare i rappresentanti della geopolitica d’oltralpe.
Lo stesso discorso, in maniera forse più accentuata, varrà per la geopolitica
italiana, incapace come vedremo di elaborare delle valide teorie e
limitandosi ad discutere quelle degli altri; di questo ci occuperemo nel
capitolo ottavo.
Nell’ultimo capitolo, prima delle dovute conclusioni, si parlerà di un
nuovo modo di affrontare la geopolitica e i discorsi di cui essa si serve: la
geopolitica critica, sviluppatasi principalmente negli Stati Uniti e in Gran
Bretagna.
Ho scelto di non dare un ordine cronologico a questa mia analisi
storica del pensiero geopolitico, preferendo avanzare per scuole
geopolitiche, e su questo qualcuno potrebbe non essere d’accordo con lo
scrivente. Ho fatto questa scelta nella convinzione che ci siano maggiori
relazioni tra le teorie di autori appartenenti una stessa scuola geopolitica
piuttosto che a due autori contemporanei; le teorie di Spykman e
Mackinder hanno molti più punti in comune di quanto non ne abbia
quest’ultimo con Kjellén, che pure è stato suo contemporaneo. Una scelta
di questo tipo, a mio avviso risulta più lineare ed assimilabile di quanto non
possa sembrare.
Alle personalità più importanti sfiorate da questa mia analisi riserverò
una più o meno breve parte biografica, ritenendola utile allo scopo di
analizzare l’autore attraverso il proprio percorso formativo, (chi l’avrebbe
mai detto che Friedrich Ratzel avesse cominciato come farmacista?), e gli
avvenimenti di maggior rilevanza nella loro vita. A questo aggiungerò,
dove possibile, delle immagini rappresentanti gli autori delle varie teorie.
Nella maggior parte dei casi si tratta di foto a mezzo busto, le uniche due
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eccezioni, come vedremo, riguarderanno Karl Haushofer e Charles de
Gaulle.
Questo lavoro non è una raccolta completa del pensiero geopolitico, e
onestamente penso sia impossibile per chiunque realizzarne una, vista la
quantità delle pubblicazioni e la difficoltà di isolare nettamente la
geopolitica dagli altri campi del sapere. Il vero obiettivo è piuttosto
un’analisi, con un taglio assolutamente personale, del pensiero geopolitico
da Friedrich Ratzel ai giorni nostri, cercando in qualche modo di
rispolverare delle teorie, delle nozioni e delle personalità geografiche
ingiustamente accantonate, almeno nelle realtà accademiche italiane, dopo
la fine del secondo conflitto mondiale. Confido che questo lavoro sia un
contributo alla riapertura in qualche modo del discorso geopolitico, e ridare
a geografi come Ratzel, Mackinder e Haushofer lo spazio che meritano
nella bibliografia geografica italiana.
Dovendo scegliere, per ovvie ragioni di tempo, quali personalità
analizzare e quali no, ho cercato di dare spazio ai geopolitici autori di una
propria teoria geopolitica, a scapito di chi ha avuto un approccio
meramente critico verso questa scienza.
Il tutto cercando di anteporre sempre la chiarezza del discorso alle
virtuosità stilistiche, e aiutando il lettore, quando l’analisi lo richiede, con
delle tabelle riassuntive.
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1.Friedrich Ratzel e la Politische Geographie
1.1 L’uomo, la vita e le opere
Nato a Karlsruhe, nell’allora
Granducato di Baden, il 30 agosto del
1844, e figlio di un funzionario di corte,
Friedrich Ratzel «si dedicò
relativamente tardi alla geografia, […]
passò parecchi anni della sua gioventù
come farmacista ad Eichtersheim,
piccola città del Baden» (Marinelli,
1905, p. 8). Dopo essersi diplomato in
farmacia, comincia a scrivere per la
rivista scientifica Kölnische Zeitung
(Giornale di Colonia), impegno che lo
porterà ad affrontare lunghi viaggi, in
particolare nel Nord America e nelle Antille da dove scrive i suoi resoconti
di viaggio.
Nel 1862 arriva in Italia, più precisamente in Sicilia, dove si lascia
affascinare dai numerosi vulcani nell’isola (e nei suoi arcipelaghi), ed oltre a
studiarli dal punto di vista scientifico, occupandosi dei problemi causati dai
fenomeni vulcanici, ne ricava delle guide turistiche sulle escursioni sullo
Stromboli, su Vulcano, sull’Etna ed infine sul Vesuvio (Pagnini, 2001, p. 19).
Si iscrive nel 1866 al Polytechnikum di Karlsruhe ma non riesce a
completare gli studi, «poi alle università di Heidelberg, Jena e Berlino, ove
nel 1868 ottenne la laurea, presentando come tesi di dottorato uno studio
sopra gli oligoceti» (Marinelli, 1905, p. 9). Durante il periodo a Heidelberg
Figura 1 Friedrich Ratzel
(http://www.denstoredanske.dk)
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diviene allievo di Ernst Haeckel
1
, figura, quest’ultima, che avrà un
grandissimo peso sul pensiero e sulle opere future del geografo tedesco,
tanto da pubblicare, nel 1869, Sein und Werden der organischen Welt
(essere e divenire del mondo organico), ricca di spunti darwiniani.
Nazionalista convinto, Ratzel si arruola durante la guerra franco-
prussiana del 1870 sotto l’uniforme dello stato tedesco di Baden, alleato dei
Prussiani. Torna dal fronte un anno dopo, dopo essere stato ferito due volte,
con la croce di ferro del Regno prussiano e con lo scritto Bilder aus dem
kriege mit Frankreich (Impressioni della guerra contro la Francia), dove
riporta le sue impressioni sulla campagna militare tedesca (Lorot, 1997, p.
10).
Torna a scrivere per il Kölnische Zeitung dopo il conflitto che vide i
tedeschi avere la meglio, in maniera schiacciante, sui francesi, e sempre
con un metodo che possiamo definire “lettere di viaggio”, dove lo scrittore
parla in maniera diretta della sua esperienza sul campo.
Nel biennio 1874-1875 Ratzel compie, ancora una volta grazie ai
fondi del Kölnische Zeitung, un viaggio negli Stati Uniti, in Messico e a
Cuba, occupandosi della vita degli immigrati di origine tedesca nel nuovo
continente. Parallelamente pubblica Städte-und aus Kulturbilder
Nordamerika (Profilo delle città e culture del Nord America), riflessioni di
Geografia culturale sulla vita “mescolata, complessa ed accelerata” delle
città nordamericane toccate dal lungo viaggio del geografo tedesco, tra le
quali New York, Boston, Philadelphia, Washington, Richmond, Charleston,
New Orleans e San Francisco.
Per quanto riguarda il Messico invece «il suo itinerario si svolse da
Acapulco per Petatlan, Huetamo, Morelia a Messico, da Messico a Vera
1
Ernst Haeckel (Potsdam 16 Febbraio 1834 – Jena, 9 Agosto 1919) biologo e zoologo tedesco, è
considerato il più grande darwinista dell’Europa Continentale, a lui si deve la “legge biogenetica
fondamentale”.
11
Cruz, da Vera Cruz per Minatitlan a Tehuantepec, da Tehuantepec a
Messico. Il Ratzel salì pure il Picco d’Orizaba» (Marinelli, 1905, p. 11).
Il professor Ratzel stesso mi ha raccontato con questi termini, nel
gennaio scorso, la sua carriera: "Ho fatto viaggi, ho disegnato, ho descritto.
Sono stato così portato alla Naturschilderung (Rappresentazione della natura
[n.d.r.]). Nel frattempo, sono tornato in America e mi hanno detto che
avevamo bisogno di geografi. Ho allora riunito e coordinato tutti i fatti che io
stesso avevo osservato e raccolto dell'emigrazione cinese in California,
Messico, Cuba, e ho scritto il mio libro sull’emigrazione cinese che era la mia
tesi di laurea abilitante" (Brunhes, 1904, p. 105).
«Torna dall’oltreoceano alla fine del 1875 e riesce ad ottenere la
cattedra di Geografia alla Scuola Tecnica Superiore di Monaco» (Wanklyn,
1961, p. 5), «Il Ratzel fu abilitato alla libera docenza il 19 dicembre 1875,
nominato professore l’8 dicembre 1876» (Marinelli, 1905, p. 9).
Il 1882 è l’anno del volume primo della Anthropo-geographie
(Geografia dell’Uomo), pubblicato all’interno della Bibliotek
Geographische Handbücher a cura dell’editore Engelhorn di Stoccarda,
biblioteca di cui «il Ratzel ebbe la direzione e la mantenne fino alla morte.
È noto come ad essa appartengano alcuni dei più prezioni manuali
geografici, come la climatologia dell’Hann, l’oceanografia del Krümmel, la
glaciologia dell’Heim, la geografia matematica del Günther, la
fitogeografia del Drude, la morfologia della superficie terrestre del Penck,
la limnologia del Forel» (Ibid., p. 12).
All'interno della prima parte dell’Anthropo-geographie, Ratzel
presenta le condizioni fisiche della terra in relazione all’«elemento
antropico», nella seconda parte, il processo si inverte, con la vita dell'uomo
mostrato in relazione alle condizioni fisiche. Tale lettura era sia deduttiva
che induttiva, e spesso ha provocato incomprensioni.
12
Ispirato, per stessa ammissione dell’autore, dalle idee dell’amico
Mauritz Wagner
2
in particolare, nella sua "teoria biologica delle migrazioni".
Per Ratzel, ogni essere umano possiede una volontà di cambiamento, legato
all’eredità. Tra un gruppo di altri come lui, però, tale cambiamento è
soffocato. L'individuo così attivamente (o passivamente) cerca un nuovo
ambiente che può essere separato da una lunga distanza da quello originario
(Pagnini, 2001, p. 20).
Nel 1886 accetta l’incarico all’università di Lipsia, incarico che
manterrà fino alla fine dei suoi giorni. Tra i suoi allievi di quel periodo
spicca il nome di Ellen Churchill Semple
3
, che prenderà grande spunto dal
pensiero del geografo tedesco per le sue future opere.
Nel 1891 (con una seconda edizione dopo la morte di Ratzel, 1912),
viene pubblicato il secondo volume della Anthropogeographie, con il
sottotitolo Die geographische Verbreitung des Menschen (La diffusione
geografica delle risorse umane). Nella prima edizione della Antropo-
geographie questa parola stessa è divisa in due parti ed è stata utilizzata per
sostituire la parola Kultur geographie venendo poi più generalmente usata.
Nella seconda edizione del libro la parola è una sola.
Il secondo volume non era stato previsto al momento della
pubblicazione della prima, qualcosa che Ratzel riconosce nella sua
prefazione.
Il secondo volume è diviso in quattro parti. Nel primo e secondo, Ratzel
traccia un profilo geografico e statistico del mondo umano, con una
rivalutazione del concetto di ecumene. Egli sostiene, inoltre, per la
necessità di una nuova disciplina - biogeografia - che tenga conto di tutti i
problemi legati morire per la diffusione della vita sulla terra. L’attenzione
di Ratzel è di nuovo sulle migrazioni e sui movimenti di civiltà. Egli
2
Moritz Wagner (Bayreut, 3 Ottobre 1813 – Monaco, 31 Maggio 1887), esploratore, geografo e
naturista tedesco, studiò le teorie dell’evoluzione umana. Morì suicida all’età di 74 anni.
3
Ellen Churchill Semple (Louisville, 8 Gennaio 1863 – West Palm Beach, 8 Maggio 1932), è stata
una geografa statunitense, ha diffuso le idee di Friedrich Ratzel al mondo anglofono.
13
definisce anche la "Biosfera", come uno strato continuo che circonda e in
cui prospera la vita organica. La terza e la quarta esaminano le tracce delle
attività umane sulla superficie della terra e le caratteristiche etnografiche
delle persone, di nuovo, in connessione con la distribuzione dei vari
fenomeni. Il volume è stato di grande successo, fornendo l’«aspetto
pratico» delle teorie elaborate nel primo volume. La riedizione del primo
volume di Anthropogeographie nel 1899 contiene, infatti, molti
miglioramenti e correzioni, beneficiando, in parte, dalle delucidazioni
contenute nel secondo volume. Ratzel sostenne che la teoria di M. Wagner
era più adatta alla Biologia Generale che all’Antropologia. A suo parere, lo
studio delle leggi della diffusione e l'evoluzione degli esseri organici sulla
Terra appartiene, invece, al campo della Biogeografia. Nella seconda
edizione, concetti come lo spazio ed i confini sono stati meglio elaborati. In
particolare, la lotta per lo spazio è sottolineata come fondamentale per lo
sviluppo del mondo organico. I collegamenti tra condizioni climatiche e
l'uomo perde l'importanza che hanno offerto nel volume precedente.
Muore improvvisamente il 9 Agosto 1904 nella città di Ammerland
all’età di 59 anni, «alla sua morte lasciò una bibliografia di circa 1.250
titoli, inclusi 24 libri, più di 540 articoli, oltre 600 recensioni di libri e 146
brevi biografie» (Kasperson, Minghi, 1969, p. 6).
1.2 La Politische Geographie
Chi conosce tutta l’ampia e profonda produzione scientifica del Ratzel,
trova, in questo volume, soltanto uno sviluppo, da punti di vista speciali, di
idee già da lui precedentemente espresse. Nelle due parti
dell’Antropogeografia, nelle successive edizioni dell’Etnografia, nella
descrizione geografica degli Stati Uniti, ci sono già quasi tutti i concetti che
stanno a fondamento della nuova opera (Marinelli, 1903, p. 272).
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L’opera principe, o per meglio dire il caposaldo di questo nostro
viaggio attraverso il pensiero geopolitico nel corso degli anni non può che
essere la Politische Geographie.
Ratzel ha cominciato a scrivere di geografia politica già nel 1885, in un
articolo intitolato Entwurf einer neuen politischen Karte von Afrika, nebst
Einigen Allgemeine Bemerkungen ueber die Grundsätze politischen der
Geographie (Progettazione di una nuova mappa politica dell'Africa, insieme
ad alcuni commenti di carattere generale sui principi di geografia politica). Un
anno prima della pubblicazione della “Politische Geographie”, Ratzel scrive
Die Gesetze des räumlichen Wachstums der Staaten (Le leggi della crescita
spaziale degli stati), un articolo di dieci pagine che è stato tradotto in inglese
negli anni Sessanta e poi selezionato per rappresentare Heritage nel noto
volume The Structure of Political Geography, a cura di Kasperson e Minghi.
In questo articolo, molti dei concetti chiave della Politische Geographie di
Ratzel sono stati espressi in modo sintetico (Pagnini, 2001, pp. 24-25).
Il geografo tedesco prende come punto di riferimento per la sua opera
gli Stati Uniti a lui ben noti, più che gli stati europei, in quanto dotati di
quella “continentalità” che li rende il prototipo perfetto per rappresentare le
sue idee. Ratzel parla di Geografia dello Stato come della scienza che
studia i rapporti tra il territorio, il popolo e lo Stato.
Quest’ultima viene definito dal geografo tedesco come una delle
manifestazioni più elevate della vita, anche se biologicamente imperfetto,
in quanto i due elementi di cui si costituisce, vale a dire le “proprietà” e le
“famiglie”, sono uniti soltanto da legami morali, quasi spirituali, «lo stato,
come tutte le forme della vita terrestre, aderisce necessariamente al suolo;
anzi non è che l’organizzazione politica del suolo» (Marinelli, 1903, pp.
273-274). Più è forte il legame materiale delle famiglie verso il suolo e più
lo Stato è unito, viceversa si avrà una disgregazione in organismi più
piccoli.