1
Introduzione
Le micotossine derivano dal metabolismo delle muffe e possono
ritrovarsi in alimenti contaminati. Per i vegetali, la contaminazione può
avvenire in seguito a coltivazione in condizioni ambientali sfavorevoli,
ad infestazione da insetti o ad inadeguata conservazione e trasporto del
materiale. Nel caso di prodotti come insaccati e formaggi si possono
verificare contaminazioni da muffe durante la maturazione e la
conservazione del prodotto. Le micotossine rappresentano un gruppo di
sostanze caratterizzate da una grande diversità strutturale che spiega la
varietà degli effetti avversi indotti. Sono responsabili infatti di danno a
livello epatico (aflatossine, acido ciclopiazonico, patulina), renale
(acido penicillinico), del sistema nervoso (acido 3-nitropropionico,
tricoteceni), del sistema ematopoietico e gastrointestinale (tricoteceni ),
ed alcune, inoltre, possono provocare anche attività cancerogena.
Attualmente sono note più di 300 micotossine ma solo di un numero
limitato si conoscono gli effetti tossici (Galli et al., 2004). Tutte le
micotossine sono considerate dei metaboliti secondari, ossia composti
extracellulari secreti nel substrato ed in grado di influenzare lo sviluppo
del micelio (Pulina & Battacone, 2005) . La classificazione delle
micotossine prevede la loro suddivisione in due categorie quali
“micotossine maggiori” e “micotossine minori”. Nella prima
categoria rientrano l‟ocratossina A (OTA), le fumonisine (FBs), i
tricoteceni, lo zearalenone (ZEA), la patulina, le aflatossine. Sono
classificate come micotossine minori i seguenti metaboliti secondari
fungini: acido ciclopiazonico, la sterigmatocistina, la gliotossina, la
citrinina, le tossine tremorgeniche, quali il penitrem, la fusarina C,
2
l'acido fusarico, l'acido penicillico, l'acido micofenolico, la rocfortina, la
tossina PR e le tossine prodotte dal genere Stachybotrys. Oltre alla
pericolosità dovuta alla possibile produzione di micotossine, lo sviluppo
delle muffe nelle derrate alimentari provoca fenomeni di impaccamento
nei sili e riduzione quantitativa e soprattutto qualitativa del valore
alimentare: alcune ricerche hanno dimostrato che, nel caso del mais, una
partita fortemente contaminata subisce diminuzioni del tenore in
energia, proteine e grassi del 5, 7 e 63 % rispettivamente: la quota
lipidica è infatti quella più sensibile all'attacco fungino.
Recentemente l'ergosterolo è stato individuato come un costituente della
parete cellulare di alcuni parassiti vegetali, in particolare di muffe e
lieviti, mentre nelle piante superiori non è presente o lo è solo in tracce;
alcuni autori hanno proposto la determinazione quantitativa
dell'ergosterolo come misura della contaminazione fungina. La validità
di questo marcatore è dovuta al fatto che tale sterolo è un costituente
della membrana fungina e pertanto le funzioni vitali associate a questa
sono ad esso legate. Essendo un metabolita primario e non secondario
dei funghi, il rapporto con la crescita è immediato. Sulle granaglie,
l‟ergosterolo è di solito presente a livello di pochi mg/kg; la granella di
mais di buona qualità dovrebbe contenere livelli inferiori ai 4 mg/kg,
mentre oltre gli 8 mg/kg la qualità è dubbia e sono opportuni ulteriori
accertamenti (Cahagnier. 1988).
3
Per prevenire la contaminazione da micotossine delle derrate, bisogna
impedire la crescita fungina. Per evitare lo sviluppo di funghi occorre
prendere un insieme di misure che scaturiscono dalla conoscenza del
ccilco vitale delle muffe; i funghi hanno bisogno di acqua, ossigeno
(minimo 1-2%), tempo e temperatura adeguata (variabile a seconda delle
specie: le temperature elevate favoriscono gli Aspergilli, le basse i
Fusarium).
Qualità iniziale delle materie prime, controllo della temperatura,
dell'umidità e dell'ambiente di conservazione, trattamenti fisici e
chimici, pulizia dei sili e dei trasporti, sono la chiave del controllo
dell'attività fungina. La contaminazione iniziale di derrate alimentari
non sottoposte a sterilizzazione o pastorizzazione, da parte delle spore
fungine, è inevitabile. In effetti, una delle caratteristiche comuni delle
specie fungine delle derrate poco idratate è la loro grande capacità di
sporulazione e di disseminazione. Tra le numerose micotossine fino ad
ora conosciute meritano particolare attenzione quelle prodotte dai funghi
del genere Fusarium per via del loro elevato numero e per i numerosi
metaboliti , in particolar modo i tricoteceni che essi possono produrre.
Dalla tabella riportata in basso è possibile rendersi conto di come sia
forte l‟incidenza del genere Fusarium nella contaminazione alimentare
del mais, molto più elevata rispetto ad altre micotossine più conosciute
come le aflatossine e le ocratossine: le specie di Fusarium riscontrate in
campioni analizzati sono addirittura cinque, contro le tre del genere
Aspergillus e la sola specie del Penicillium. Risulta evidente, pertanto,
come sia importante il controllo del genere Fusarium e soprattutto la
conoscenza di questa vasta specie per poter prevenire la formazione dei
metaboliti secondari (tricoteceni in primis) nelle derrate alimentari. Le
4
micotossine che più frequentemente vengono riscontrate nel mais
prodotto in Italia sono fumonisine, deossinivalenolo, zearalenone e
aflatossine (Petri et al., 2004) . Tutte, tranne le aflatossine appartengono
ai metaboliti secondari del genere Fusarium.
In relazione all‟elevato rischio di contaminazione delle derrate
alimentari da parte delle fusariotossine, questo lavoro di tesi si propone
di fare il punto della situazione sulle conoscenze attualmente disponibili
in letteratura relativamente alle tossine del genere Fusarium più
pericolose ed a quelle maggiormente presenti negli alimenti.
PRINCIPALI FUNGHI PRODUTTORI DI TOSSINE NEI CEREALI
FUNGO PRODUTTORE
Condizioni di sviluppo:
Temperatura aria
%umidità rel. Aria
% umidità Granella
MICOTOSSINA
PRODOTTA
Aspergillus Flavus
Aspergillus Parasiticus
Temp. 10-42°C Opt. 32°C
um. rel. Aria 82%
um. granella 16-30%
Aflatossine B1, B2, G1,
G2
Aspergillus Ochraceus
Penicillium Sp.
Temp. 5-35°C Opt. 28°C
um. rel. Aria 80%
um. granella 16-20%
Ocratossina A
Fusarium Graminearum
Fusarium Culmorum
Fusarium Sporotrichioides
Temp. 4-35°C Opt. 25°C
um. rel. Aria 94%
um. granella 20-21%
Deossinivalenolo
(DON)
Zearalenone
T2 - HT2
Fusarium Verticillioides
(moniliforme)
Fusarium Proliferatum
Temp. 4-36°C Opt. 25°C
um. rel. Aria 91%
um. granella 18-20%
Fumonisine
Fonte: "Da Mais: qualità e micotossine". A cura di A.I.R.E.S. (2004)
5
Capitolo 1
Il genere Fusarium e i suoi metaboliti
I funghi appartenenti al genere Fusarium sono funghi filamentosi
ampiamente distribuiti sulle piante e nel terreno. Si trovano nella
normale micoflora di prodotti quali riso, il fagiolo, la soia ed altri
raccolti (Pitt et al., 1994) Mentre la maggior parte delle specie sono più
comuni alle zone tropicali e subtropicali, alcune abitano in terreni nei
climi freddi. Oltre ad essere un agente inquinante comune e un agente
patogeno ben noto per le piante, le specie Fusarium possono causare
varie infezioni nell‟uomo come l‟insorgere di micosi (Anaissie et al.,
1988). Il genere Fusarium attualmente contiene oltre 20 specie ma è
molto probabile che questo numero vada nel corso degli anni
aumentando. Tra quelle attualmente riconosciute i generi Fusarium
Solani, Fusarium oxysporum, Fusarium chlamydosporum, Fusarium
graminearum, Fusarium Culmorum , Fusarium Sporotrichioides ,
Fusarium Verticillioides (moniliforme) Fusarium Proliferatum sono
quelle più note e più studiate. Oltre ad essere degli agenti patogeni
comuni delle piante le specie del Fusarium sono responsabili di
infezioni superficiali e sistematiche nell‟uomo, infezioni identificate
con il nome di fusariosi. Le micotossine prodotte dal Fusarium trovate
all‟interno degli alimenti si generano soprattutto nel campo di raccolta
anche se una certa sintesi della tossina può verificarsi durante
l'immagazzinaggio. I livelli di umidità e di temperatura durante le
6
infestazioni dell'insetto e il periodo della crescita sono fattori critici che
interessano la sintesi della tossina e causano l‟infezione da fungo. Il
tempo umido e freddo durante la fioritura del frumento favoriscono
l‟infezione con il graminearum del Fusarium che produce il DON
(deossinivalenolo), mentre la pioggia di fine stagione aumenta i rischi
d‟infezione con il Fusarium moniliforme, il produttore principale delle
fumonisine. L'incidenza del DON nella contaminazione del frumento
invernale in terra canadese è stata segnalata in percentuali dal 22 al
100% secondo le indagini eseguite durante il 1980-1994, con una più
alta presenza in periodi climatici sfavorevoli. In questo periodo le
concentrazioni della micotossina erano generalmente basse, essendo in
media 0.06-0.75 ppm, ma alcuni campioni contenevano 5.67 ppm di
DON (Scott. 1997).
Le micotossine prodotte dalle specie del Fusarium sono di due
tipi generali:
1) i tricoteceni non estrogenici (DON (deossinivalenolo detta anche
vomitossina), nivalenol, tossina T2 e diacetossiscripenolo
2) i micoestrogeni (Zearalenone (ZEN) e zearalenol). (Diekman &
Green, 1992).
Di notevole importanza, anche perché sono quelle che maggiormente
vengono riscontrate nel mais di produzione italiana sono le fumonisine.
7
1.1 Tricoteceni
I tricoteceni sono delle micotossine molto diffuse nel mondo che
possono entrare nella catena alimentare dell‟uomo tramite l‟ingestione
di prodotti naturali quali ad esempio i cereali e anche per via dei prodotti
alimentari derivanti dalla trasformazione di cereali, mais e frumento.
Questa categoria di metaboliti secondari del genere fusarium ha la
particolarità di essere tossico sia per l‟uomo e sia per gli animali . Tali
micotossine sono composte esclusivamente da atomi di carbonio,
idrogeno e ossigeno (IARC. 1983). Sono attualmente noti circa 170
tricoteceni, tutti caratterizzati da un sistema ad anello tetraciclico
sesquiterpenoide 12,13-epossitricotecen-9-ene, la cui tossicità è dovuta
al gruppo epossidico. La contaminazione si ha principalmente in
frumento, orzo, avena, segale e mais. A seconda dei gruppi funzionali, i
tricoteceni si suddividono in due gruppi, quelli appartenenti al tipo A
includono principalmente le tossine T-2, HT-2 e diacetossiscirpenolo
(DAS), caratterizzate dalla presenza di un gruppo diverso da un
carbonile al C8 e quelli del tipo B caratterizzati dalla presenza di un
gruppo carbonile al C8 che includono principalmente il deossinivalenolo
(DON), noto anche come vomitossina, il nivalenolo (NIV), il 3-
acetildeossinivalenolo (3-AcDON) e il 15-acetildeossinivalenolo
(15-AcDON) (IPCS. 1990). Oltre che produrre le micotossine questi
funghi presentano agenti patogeni importanti che causano un certo
numero di malattie serie nei raccolti. In uno studio condotto in Germania
sono stati analizzati 45 campioni di diversi alimenti quali soia, fagioli
interi, noci arrostite della soia, farina e fiocchi d‟avena, prodotti
fermentati (salsa di soia) raccolti a caso nei depositi alimentari e sono
stati analizzati per rilevare la presenze di tossine derivanti dal Fusarium.
8
Una gamma di 13 tricoteceni di tipo A così come del tipo B è stata
determinata da gascromatografia e da spettrometria di massa, lo
zearalenone (ZEA) e l'alfa e beta-zearalenol (alfa e beta-ZOL) da
cromatografia a fase mobile liquida ad alto rendimento (HPLC) con la
fluorescenza e la rilevazione UV. I limiti di segnalazione variavano fra 1
e 19 mg/Kg. Almeno una delle tossine studiate è stata rilevata in ben 11
prodotti dei 45 campioni degli alimenti a base di soia appartenenti a
prodotti differenti. Scirpentriol (SCIRP), 15 monoacetoxyscirpenol, 4.15
diacetoxyscirpenol, tetraolo del T2, HT-2 tossina, desossinivalenolo
(DON), 15 - e il acetyldeoxynivalenol 3, ZEA, l'alfa e beta-ZOL sono
stati rilevati in almeno un campione, mentre, non è stata riscontrata
nessuna presenza di altre micotossine. Cinque su undici campioni erano
positivi per una tossina, un campione per due, tre, sei o sette tossine, due
campioni per cinque tossine, a dimostrazione della possibilità di
contaminazione dell'alimento della soia con una gamma di tossine del
genere Fusarium. SCIRP, DON e ZEA (Zearalenone) sono stati ritrovati
fino ad un massimo di 108, 260 e 214 mg/Kg, le altre tossine in quantità
molto inferiori (Schollenberger et al., 2006). I funghi del genere
Fusarium produttori di tricoteceni sono ubiquitari e prediligono substrati
molto umidi e la produzione di tossine avviene a temperature inferiori
(4-10 °C ) rispetto a quelle ottimali per lo sviluppo di miceti (20-22°C).