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Contenuti essenziali
Ho indagato sulle attività che portano le persone che lavorano per aziende inserite in
contesti internazionali, ad avere contatti frequenti, e quindi spostamenti frequenti, in tutto
il mondo, a livelli diversi, e con ruoli differenti.
L'idea che ne è emersa è che questo tipo di managers, che io in seguito chiamerò
viaggiatori professionali, in un contesto aziendale precedente, si autoselezionasse, in
quanto erano considerati una risorsa scarsa, ma con una bassa domanda; ora, invece, la
domanda è in costante aumento.
Ritengo quindi,che questa indagine sia di particolare interesse e di attualità, in un
momento in cui la globalizzazione riscuote grande interesse, ma anima anche molte
polemiche.
Obiettivi generali
L'obiettivo, dunque, è stato quello di andare a fondo nell'individuare quali siano gli
ambiti aziendali coinvolti, ma soprattutto quali siano gli aspetti che coinvolgono la
componente personale, in modo da essere in grado di gestirla al meglio.
Questa è stata la mia ricerca, un'indagine su come riconoscere, selezionare e collocare
propriamente, persone che potrebbero svolgere un lavoro di responsabilità per l'azienda,
un lavoro che li porterà a viaggiare per l'azienda nel mondo.
Per questo motivo, per l'importanza che assume la componente umana, la mia indagine
è stata arricchita con una analisi psicologica.
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Metodologia di lavoro
La metodologia di lavoro da me adottata, si è basata su una ricerca iniziale di dati e
materiale; ho preso contatti con alcuni managers che viaggiano per diverse aziende,
per lo più multinazionali, e li ho intervistati per capire da loro in cosa consistesse con
precisione il loro lavoro, come processo più che come obiettivi.
Questo mi ha potuto fornire dei dati tecnici, ma ho cercato soprattutto di percepire
quale fosse la discriminante di questo lavoro rispetto a chi non si trova a viaggiare a
determinati ritmi, o a chi non capita di avere contatti con l'estero.
Il "passo in più", è stato quello di rendermi conto di come ciò influisse su loro stessi, a
livello personale ed umano, interpretando le loro parole sull'argomento, con i loro
comportamenti e modi di esprimersi in sede di intervista.
Raccolti i dati, li ho riordinati ed elaborati per ricercarne elementi comuni e
differenze, per trovare delle chiavi di lettura e di interpretazione.
Nella fase di analisi, mi sono servita di alcuni modelli teorici che ho applicato ai dati
riorganizzati, modelli di natura psicologica, studiati in teoria all'interno del corso di
Gestione ed Organizzazione delle Risorse Umane, e messi in pratica, con grande
soddisfazione, durante questo mio lavoro.
Problematiche incontrate
Una difficoltà da me incontrata nella fase iniziale della tesi, è stata quella di non aver
trovato con facilità testi specifici sull'argomento.
Infatti sembra essere un tema che poco è stato preso in considerazione dagli autori
classici, almeno sotto questa angolazione.
Molti sono i testi e gli autori che trattano il fenomeno della globalizzazione e gli
impatti che questo ha avuto sia sulla cultura dei diversi paesi, sia per quanto riguarda
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l'ambito lavorativo, ma poco si occupano degli effetti che esso ha avuto in termini di
sviluppo di tipologie di lavoro connesse alla globalizzazione, e ancor meno su come abbia
influito sui managers, che hanno visto ampliarsi notevolmente il loro campo
d'appartenenza.
Potrebbe essere un elemento a conferma del fatto che si possa trattare di una
problematica "nuova", dovuta all'evolvere della società, un fenomeno da studiare in
quanto ora se ne sente il bisogno, c'è bisogno di capire meglio una professione con la
domanda in crescita, laddove nel passato bastava l'autoselezione a soddisfare la richiesta.
Personalmente, ho considerato come un incentivo all'approfondimento il non essere
stata supportata nell'elaborazione della tesi da teorie già sperimentate o studiate, anche se
chiaramente ciò può essere motivo di frequenti interrogativi sull'esattezza delle proprie
conclusioni, nonché aspetto rischioso per l'elaborazione di una tesi.
Una sintesi delle conclusioni
Questo processo descrittivo mi ha portata a conclusioni sotto il mio punto di vista
interessanti ed utili, in linea con gli obiettivi che mi ero proposta.
La prima risposta che mi sono data, riguarda l’effettiva esistenza di un rapporto che
lega il tipo di lavoro, con la caratterizzazione delle persone che lo svolgono.
I viaggiatori professionali, cioè, mostrano caratteri distintivi comuni, che non sono
casuali. Derivano sia dalle inclinazioni personali che portano a scegliere l’attività a sé più
congeniale, sia dall’influenza che il viaggiare esercita sulle persone con il trascorrere
degli anni e delle esperienze accumulate.
Questi caratteri comuni sono stati individuati tramite un modello psicologico, e sono
stati rielaborati in modo da fornire un’indicazione globale sufficientemente attendibile e
rappresentativa, ma sono stati anche studiati per selezionare e sviluppare le risorse di
questo tipo in azienda.
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L’obiettivo che mi ha animata è stato quello di essere in grado di comprendere le
esigenze dell’azienda, e contemporaneamente di saper valutare e giudicare le risorse a
disposizione, attraverso un’analisi accurata e mirata, volta ad una comprensione che non
sia solo superficiale, ma che vada ad un livello più profondo e più accurato.
In base ai dati raccolti, ho inteso trovare la chiave di lettura che mi permettesse di
utilizzare le risorse a mia disposizione da una parte, e dall’altra di arrivare ad una
conclusione di valore applicativo per le azienda.
Questo lavoro mi ha permesso di formulare anche alcune ipotesi sulle condizioni che
favoriscono l’operare dei viaggiatori professionali e un profilo personale ideale per questo
tipo di attività.
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Capitolo I
Presentazione dei modelli
Il modello degli stati dell’Io
Eric Berne, negli anni tra il '55 e il '70, diede vita alla teoria dell'Analisi
Transazionale.
L'Analisi Transazionale è una teoria della personalità e una psicoterapia
sistematica ai fini della crescita e del cambiamento della persona.
In quanto teoria della personalità, l'Analisi Transazionale fornisce un quadro di
come siamo strutturati dal punto di vista psicologico; a questo fine utilizza un
modello in tre parti, noto come modello degli stati dell'Io.
Questo stesso modello ci aiuta a capire come funzioniamo, come esprimiamo la
nostra personalità in termini di comportamento.
L'Analisi Transazionale fornisce anche una teoria della comunicazione, che può
essere estesa fino a fornire un metodo di analisi dei sistemi e delle organizzazioni.
Fornisce inoltre una teoria dello sviluppo infantile, con il concetto di "copione"
che spiega come gli schemi di vita attuali abbiano origine nell'infanzia e come,
nella nostra vita di adulti, noi continuamente riproponiamo delle strategie infantili,
anche quando esse generano risultati autolesionisti o dolorosi.
Nella mia analisi, utilizzo principalmente la teoria della personalità di Berne,
ovvero il modello degli stati dell'Io.
Uno stato dell'Io è un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni tra loro
collegati, coesistenti e coerenti. E' un modo attraverso il quale noi manifestiamo
una parte della nostra personalità in un dato momento.
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Secondo questo modello ci sono tre stati dell'Io distinti: se io mi comporto,
penso e sento in relazione a ciò che sta avvenendo intorno a me qui ed ora,
utilizzando tutte le risorse a mia disposizione quale persona adulta, si dice che sono
nello stato dell'Io Adulto.
Talvolta posso comportarmi, pensare e sentire in modi che sono una copia di
quelli dei miei genitori, o di altre persone che sono state per me delle figure
genitoriali. In questi casi si dice che sono nello stato dell'Io Genitore.
Altre volte posso tornare a modi di comportamento, di pensiero e di emozione
che utilizzavo quando ero bambino. Si dice allora che sono nello stato dell'Io
Bambino. Sono tre modi diversi di essere nel mondo, ciascuno dei quali è ben
caratterizzato appunto da un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni.
Per una personalità sana ed equilibrata, noi abbiamo bisogno di tutti e tre i
nostri stati dell'Io.
Abbiamo bisogno dell'Adulto per la soluzione dei problemi del qui-e-ora, che ci
permette di affrontare la vita in modo competente ed efficace.
Per adeguarci bene alla società abbiamo bisogno dell'insieme di regole che
portiamo in noi nel nostro Genitore.
Nello stato dell'Io Bambino, infine, abbiamo nuovamente accesso a quella
spontaneità , a quella creatività e a quel potere intuitivo che avevamo nell'infanzia,
da un lato, e dall’altro siamo in grado di adattarci e accettare gli altri e il mondo, le
sue regole, in modo naturale, senza contrasti.
Eric Berne ha definito uno stato dell'Io come uno schema uniforme di
sensazione e di esperienza direttamente collegato a un corrispondente schema
uniforme di comportamento.
Innanzitutto Berne dice che ciascuno stato dell'Io è definito da una
combinazione di emozioni e di esperienza che si verificano uniformemente
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insieme, ed anche i comportamenti tipici di ciascuno stato dell'Io compaiono
uniformemente insieme.
Quando sono in contatto con emozioni ed esperienze che definiscono un
particolare stato dell'Io, esibirò anche i comportamenti che definiscono quel preciso
stato dell'Io.
La componente importante del modello degli stati dell'Io è che ci permette di
effettuare affidabili collegamenti di questo genere tra comportamento, esperienze
ed emozioni. Se si nota una persona che esibisce uniformemente quell'insieme di
comportamenti che contrassegnano lo stato dell'Io Bambino, si può supporre con
una certa sicurezza che sta anche rivivendo esperienze ed emozioni della sua
infanzia. Se si può notare che cambia comportamento e comincia ad esibire i
segnali che definiscono lo stato dell'Io Adulto, si può ragionevolmente presumere
che la sua esperienza e le sue emozioni sono quelle di una persona adulta che
risponde al qui-e-ora. Quando quella persona esibisce all'esterno dei
comportamenti che presumibilmente ha copiato dai suoi genitori, si può predire che
dentro di sè, sta rivivendo emozioni ed esperienze anch'esse copiate da loro.
Riassumendo possiamo affermare che le persone esibiscono tre insiemi
uniformi e chiaramente distinguibili di comportamento che corrispondono alla
suddetta definizione dei tre stati dell'Io, e che secondo quanto ci si potrebbe
aspettare dal modello, le esperienze e le emozioni riferite ad una persona sono
correlate con gli insiemi dei segni comportamentali.
Il modello degli stati dell'Io può essere analizzato in termini di struttura o di
funzione: il modello strutturale studia che cosa c'è in ciascuno stato dell'Io, il
contenuto, mentre quello funzionale invece suddivide i vari stati dell'Io per
permettere di vedere in che modo vengono utilizzati, cioè il loro processo.