Fotografi e Fotografie di Isernia 1
1 I CAPITOLO
1.1 PROFILO STORICO DI ISERNIA
Il Molise, regione più piccola del sud d’Italia, è stato definito da alcuni “L’Irlanda
D’Italia” per il suo territorio collinare e montano ricco di corsi d’acqua, caratterizzato
da paesaggi lussureggianti e incantevoli. Nell’Alto Molise, nella zona più a ovest della
regione, tra il Lazio e la Campania, è situata la città di Isernia, che, in continuità con
la sua funzione storica di centro rappresentativo della regione sannitica Pentria
1
.È
diventata capoluogo di provincia dal 1970.
Il nome Isernia è subentrato al latino “Aesernia”. L’etimologia da cui deriva tale
termine è incerta. In base ad alcune ipotesi discenderebbe dalla radice etrusca
“Aeser” o dalla lingua sannitica (osca) “Aisar” che indicano entrambi “Dio” e quindi
città sacra, oppure infine dall’etimo indoeuropeo “ausa”, che significa “fonte” e quindi
acqua, risorsa di cui è ricca la zona circostante
2
. Il capoluogo sorge su un‘altura che
si estende tra le valli di due torrenti, il Carpino e il Sordo, i quali convergono nel
Cavaliere, affluente del Volturno
3
.
1
In Enciclopedia http://www.treccani.it/enciclopedia/pentri/ “Pentri Antica popolazione del Sannio, la
principale fra le tribù sannitiche. Opposti ai Romani nelle guerre sannitiche e durante la spedizione di Pirro in
Italia, rimasero fedeli a Roma nel corso della campagna annibalica; successivamente ebbero parte attiva nella
guerra sociale subendo la rappresaglia di Silla. In età preromana, il centro più importante fu Boviano; in epoca
romana, nel territorio dei P . furono i municipi di Aesernia, Aufidena, Bovianum, Fagifulae, Saepinum,
Terventum e Venafrum”.10/11/2011
2
F. Valente, Origine e crescita di una città, Ed. Enne, Campobasso 1982,pag. 39
3
Città e Paesi d’Italia, Enciclopedia Illustrata di tutti i Comuni Italiani, Istituto Geografico De Agostini, Novara
1968, V ol. IV , pag. 499
Fotografi e Fotografie di Isernia 2
Il distretto di Isernia è posto su una posizione strategica del tratturo Pescasseroli-
Candela, I tratturi erano vie di comunicazione antichissime, vere“autostrade erbose”
che uomini e animali da pascolo attraversarono fin dalla preistoria, sviluppando
intensi traffici commerciali.
4
I Pentri, popolazione sannitica, s’insediarono lungo
queste direttrici nel IV secolo A.C. e vi edificarono i loro centri fortificati.
5
Collocata in un territorio soggetto a eventi sismici Isernia è stata più volte distrutta nel
corso dei secoli (negli anni:346, 847, 1098, 1120, 1139, 1349, 1456, 1688, 1805),
nonché saccheggiata o rasa al suolo in diverse occasioni. Si ricorda in ordine di
tempo l’intervento di: Silla nell’84 a.C., i Vandali nel 456 d.C., i Saraceni nell’881, il
Conte Marcovaldo nel 1199, Federico II nel 1223, le truppe napoleoniche nel 1799 e
infine la distruzione causata dal bombardamento aereo degli alleati nel 1943.
Un’importante scoperta rende ancora più affascinanti le origini millenarie di questa
città. In località “La Pineta” appena fuori dal centro abitato, nel 1978 a seguito di
lavori di sbancamento per la costruzione della strada statale Napoli-Vasto è stata
individuata l’esistenza di un insediamento paleolitico risalente a 736 mila anni fa. Da
allora il giacimento, ricco di materiali litici e ossei che testimoniano la presenza di
uomini preistorici che forgiavano tali materiali come armi per la caccia, è soggetto a
continue indagini e ulteriori scavi archeologici da parte di scienziati e ricercatori, che
si sono suddivisi il compito di studiare e approfondire i diversi aspetti scientifici oltre a
4
S.Bucci, Dalla cultura della transumanza alla società post-industriale, Vita e Pensiero, Milano, 1988, pagg. 62-
68
“La Sovraintendenza del Molise ha definito i tratturi autentici monumenti,…. E dopo il D.P .R. 616 del 1977,
rappresentano un patrimonio del demanio regionale molisano e un prezioso elemento di sviluppo turistico,
storico e archeologico”.
5
E.T. Salomon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985, pag. 17 nota 57, come esempio di fortificazioni nel Molise
sono elencati i seguenti luoghi.” Campochiaro,Capracotta, Isernia, Carovilli, Castellone, Faicchio, Ferrazzano,
Frosolone, Letino…ecc.In quella che oggi costituisce la provincia di Isernia vi era un labirinto di
fortezze:Duronia, Longano, e tante altre”.
Fotografi e Fotografie di Isernia 3
quello di una completa fruizione e valorizzazione
6
(figg. n. 2 - 3). Nonostante la
ricchezza dei reperti faunistici e di utensili non sono stati finora scoperti fossili umani,
ma s'individua in Homo Erectus l’artefice di questo insediamento.
Isernia, con altitudine che varia da m. 442 a 397 s.m. adagiata su un crinale di
travertino, si sviluppa lungo una strada longitudinale mediana, soprannominata
Corso Marcelli, e su strade e vicoli laterali che s’incrociano ad angolo retto (vedi figg.
n. 1 e n. 10). Il centro storico, circondato dalle mura, è raggiungibile esternamente
dalle due vie Orientale (ora Via Roma) e Occidentale, costruite nel 1840.
Fig. n. 1 - Isernia planimetria del centro storico
www.francovalente.it (15/11/2011)
L’ubicazione strategica della città, nodo viario per le comunicazioni a sud con la
Campania e a nord con l’Abruzzo (Valle del Sangro) a ovest con Venafro e la vallata
del Liri, resero nei secoli Isernia un centro di potere allettante.
Nel III secolo a.C. I romani occuparono il Sannio e dopo varie battaglie con i Sanniti
Aesernia divenne una colonia latina
7
. La città ebbe potere di coniare moneta e venne
6
Catalano D. Paone N. Terzani C. (a cura di),Isernia, Isernia 2001, Pagg. 13-17
lo studio e la valorizzazione si devono a varie istituzioni italiane ed estere: all’Università di Ferrara d’istituzioni
di Amsterdam, Pittusburg, Roma e dell’Università del Molise, inoltre la scoperta è stata divulgata da importanti
riviste scientifiche, come Nature e National Geographich
7
Tito Livio, Ab Urbe Condita –Liber X – 31.
c'era un insediamento sannitico già nel 295 a.C., quando fu occupata la prima volta dai Romani; in questa
occasione, si parla di un ager aeserninus.
Fotografi e Fotografie di Isernia 4
difesa da una cinta muraria (vedi fig. n.4). Non si conosce la data esatta della
costruzione, ma si attribuisce a questo periodo l‘esecuzione di un‘ opera di alta
ingegneria: l‘acquedotto romano, lungo circa due chilometri serve ininterrottamente
da duemila anni la città
8
. Il suo tracciato antico si localizza da località San Martino,
alle pendici dei monti di Miranda nella zona nord fuori della città, fino alla periferia
dell'odierno abitato di Isernia, all‘inizio con un tracciato esterno e successivamente
l‘acquedotto si interra nelle rocce travertiniche nel sottosuolo.Varie sono le citazioni
nei secoli precedenti, come quella del 1600 del Ciarlanti
9
, di Giambattista Masciotta
che lo definisce «opera dell’età romana»
10
e di Stefano Jadopi
11
.
Alla fine del I secolo le popolazioni locali insorsero contro Roma chiedendo la
parificazione dei loro diritti, Isernia fu nominata capitale dalla lega Italica,
successivamente fu rasa al suolo da Silla e poi ricostruita ed elevata a Municipium.
Con la caduta dell’Impero romano, fu occupata e devastata dai Vandali e nel 465
divenne sede vescovile
12
.
8
F. Valente, Isernia, origini e crescita di una città, Edizioni Enne, Campobasso 1982 pag 81
9
G.V . Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio, Isernia [Napoli] 1634, libro primo, pagg 35-36
«maraviglia porge à chiunque lo rimira» opera «che à pena si può co’ l’animo concepire, e con le parole non à
pieno spiegare». «antichi Cittadini fecero un sotterraneo meato con tanta fatica [...]. Forarono dentro le viscere
della terra per ispatio più d’un miglio durissimi, e vivi sassi, e vi formarono un acquedotto [...] che
sufficientemente sodisfa dentro alle pubbliche, e private fontane, e fuori intorno le mura a i giardini, molini,
cartere, & all’arti a cui l’acqua è di bisogno».
10
G. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, vol. 3°, Il circondario di Isernia, Campobasso 1984, pag.
234 [ristampa dell’ed. di Cava de’ Tirreni 1952].
11
S. Jadopi, Isernia, in Il Regno delle due Sicilie descritto ed illustrato da Filippo Cirelli, vol. XIV , fasc. 1,
Molise, Napoli s.d. [1858], pag. 63. «È meraviglioso il vedere come Isernia, situata sopra una collina, sia stata
dai suoi primi abitatori provveduta di acque in abbondanza, recandovele mediante un acquedotto [...] tagliato
nella collina stessa tra duri sassi, alla profondità, in alcuni luoghi, di palmi 95, ed ha di altezza palmi otto, di
larghezza palmi 4. Vi sono sei spiragli, onde rendere agevole il ripulirlo e il ristaurarlo in ogni caso. Questo
antico acquidotto parte dal ponte S. Leonardo, e va fino al così detto Pozzo. In quel punto se ne devia un ramo
che corre all’interno della città, ed anima sette fontane pubbliche e circa 45 private: l’altro ramo, nel quale scorre
maggior volume di acque, serve ad animare varie macchine idrauliche [...] Avrebbe bisogno peròquest’opera,
tanto proficua alla città, di essere protetta dalle piene estranee che talvolta intorbidanol’acqua, rendendola
melmosa; il che fa avere in poco pregio quella delle pubbliche fontane»
12
F. Valente, Origine …op. cit. pag 115 “ Nella serie di vescovi isernini, il primo vescovo di cui si ha certezza è
Eutodio, che partecipò nel 465 ad un concilio di papa Ilario I. Sotto Simmaco, nel 499, un altro vescovo di
Isernia, Mario, prese parte ad un altro concilio romano. Sono queste le uniche notizie di questo secolo che
possono esserci di qualche utilità per comprendere e per supporre cosa fosse accaduto nella città”.
Fotografi e Fotografie di Isernia 5
Successivamente nel VII e VIII secolo si riscattò e divenne parte del gastaldato e poi
comitato, articolazioni rispettivamente del ducato e del principato di Benevento
amministrato dai longobardi che le diedero forma di stato con potere centrale e
ordinamento pubblico
13
.
Nel IX secolola contea di Isernia divenne parte dello stato autonomo, prima di
Salerno e poi di Capua, nel XI secolo a capo di Ugo de Molisio entra a far parte della
contea di Boiano, successivamente con regime feudale diventa“Contea de Mulisio“
fondata dai Normanni. Durante la dominazione sveva Federico II fece smantellare le
mura della città, per dissuadere le aspirazioni autonomistiche locali. Nella seconda
metà del XIII secolo, Isernia fu rifondata e rilanciata con le“Costituzioni“ del Conte
Ruggero, che stabilirono nuove norme per la rifondazione con un nuovo assetto
urbanistico, mediante l‘edificazione di palazzi signorili, piazze e monasteri. Le mura
furono ripristinate con criteri più adeguati.
14
Importante fu il ruolo della chiesa, anche
per quanto riguarda l‘incremento degli edifici ecclesiastici, dal secolo XI al secolo XV
sorsero numerosi monasteri e chiese: il Convento dei Frati Minori Conventuali e la
Chiesa di S. Francesco eretta su quella precedente in onore di S. Stefano 1222, il
Monastero di S.Spirito dell’Ordine dei Celestini, la Chiesa dell’Immacolata
Concezione, la Chiesa e il Monastero di S.Chiara. Furono ricostruiti il Monastero di
S.Maria delle Monache, e la Cattedrale con lo spostamento dell’ingresso da lato sud
dell’antico tempio pagano a lato norde la costruzione delle tre navate.
Nel 1170 e nel 1224 la città fu sede di Curia Plena, sorta di tribunale pubblico
itinerante.
Nel 1215 naque probabilmente ad Isernia (comunque nel Molise) Pietro Angelerio
13
Catalano D. Paone N. Terzani C. (a cura di ), Isernia, op. cit. pag.37
14
Catalano D. Paone N. Terzani C. (a cura di ), Isernia, op. cit. pagg. 40-41
Fotografi e Fotografie di Isernia 6
(vedi fig. N. 169), monaco eremita che nel 1289 fonda la confraternita Frataria
ispirata al soccorso dei più deboli. Il monaco diventerà successivamente papa
Celestino V per poi essere compatrono della città.
Le vicende feudali della città di Isernia sono scarsamente lineari in quanto
caratterizzate da un fitto susseguirsi di brevi feudazioni ai vari casati nobiliari
(marchese De Croy, duca Greco, Pietro D’avalos, la famiglia Costanzo, e di nuovo la
famiglia D’Avalos) e altrettanti reincameramenti al regio demanio, sotto le dinastie
degli Angioini, dei Durazzeschi, degli Aragonesi, e quindi dei Borboni
15
.
Nel 1519 fu annessa da Carlo V al Regno di Napoli. Nel 1531, il Molise passò sotto
la dominazione spagnola e fu aggregato alla Capitanata (regione storica della Puglia
corrispondente alla provincia di Foggia)
16
. Nel 1541 Carlo V cancellò la concessione
feudale e reintegrò Isernia nel Regio Demanio. Nel 1632 la città purtroppo ritornò ad
un regime feudale, nel 1638 fu venduta dal Duca Greco al Conte d‘Avalos l’anno
dopo. Nel 1647 partecipò attivamente alla rivolta di Masaniello, insorgendo contro i
D’Avalos.
Da questo regime feudale la città si liberò riscattandosi con una cifra di 43.000
ducati, raccolti in tutte le chiese della città con le offerte dei cittadini durante la festa
del S.Sacrameno. Nel 1756 la città fu provata dalla peste, che falciò molte vittime.
Sotto il dominio Borbonico, mantenne la sua connotazione di difesa della demanialità
anche se subordinata alla corona. Negli anni1798 -1799, tutta la cittadinanza, fedele
ai Borboni, si oppose alle truppe francesi che avanzavano alla conquista del Regno
di Napoli; la resistenza fu durissima e le vittime furono 1500. Nel 1806 dopo
l’occupazione francese, Gioacchino Murat staccò il Molise dalla Capitanata, e lo rese
15
Città …, op. cit. pag. 467
16
http://www.comune.isernia.it/comeravamo/cennistorici.htm 16/11/2011
Fotografi e Fotografie di Isernia 7
provincia autonoma con i distretti di Campobasso e di Isernia, che divenne sede di
Sottointendenza e nel 1811 si aggiunse quello di Larino. L‘autonomia determinò la
nascita del brigantaggio, sostenuto dagli Inglesi e dai Borboni con il proponimento di
provocare una rivolta per restaurare il dominio borbonico
17
.
Nel 1860 ad Isernia ci furono degli scontri violentissimi tra i civili con più di mille
vittime tra due fazioni politiche, una favorevole al regno borbonico, rappresentata
dalle famiglie liberali De Lellis Cimone, Melogli e Cimorelli e l’altra composta dalle
famiglie propense all’unità nazionale Falciari, De Baggis e Jadopi. Il palazzo Jadopi,
fu incendiato insieme alla sua biblioteca (vedi fig. n. 23), durante quei terribili eventi,
morì insieme ad altre vittime anche il figlio di Stefano Jadopi, allora sindaco della
città, Francesco di Paola Jadopi, dopo atroci torture
18
.
1.2 SVILUPPO ECONOMICO OTTOCENTO - NOVECENTO
Verso la fine dell’Ottocento Isernia era diventata una cittadina progredita e civilizzata,
vantava un’ illuminazione ad olio nel 1822 e a petrolio dal 1867, fu tra le prime città in
Italia ad essere elettrificata nel 1892, (servizio appaltato dalla società elettrica dei F.lli
Ruffolo). L’Ospedale fu costruito nel 1886. Furono costruite le scuole pubbliche, quali
il Ginnasio Liceo, la scuola Industriale, la scuola di Avviamento e l’Asilo Infantile.
Nacquero svariate attività industriali, quali fabbriche di laterizi, arte tipografica (vedi
figg. n. 5 - 6 e 7), lanifici, lavorazione del ferro e pastifici che offrivano lavoro alla
17
Città …, op.cit. pag. 467
18
Catalano D. Paone N. Terzani C(a cura di), Isernia, op. cit. pagg. 46-47
Fotografi e Fotografie di Isernia 8
cittadinanza
19
. Alcuni di questi opifici, grazie alla presenza di mulini posti sul fiume
Sordo, (vedi fig. n.8) provenivano dalla trasformazione di attività precedenti, come i
pastifici dall’industria cartiera, (vedi fig. n.9). Merita ricordare che per molti secoli ad
Isernia si produsse la migliore carta del Regno, la carta pergamena, attività
strettamente legata alla pastorizia. Le prime notizie storiche sono del 1594 anche se
si pensa che tale attività sia stata precedente, l’ultima cartiera risale al 1860.
20
L’industria della carta rappresentava il centro industriale e una delle migliori fonti
economiche della città.
21
La storia dei primi pastifici operanti ad Isernia è descritta da Ermanno Turco, che ne
segnala l’importanza di tale attività dopo il 1860 con i primi tre pastifici: Criscuoli,
Passarelli e Maddalena (vedi figg. n.13 - 178), e successivamente Fantini, Milano e
Orlando (vedi fig.n. 11) che contribuirono ad incrementare la produzione
22
. All’inizio
del secolo XX il sussidio di macchinari adeguati portò i pastifici isernini a soddisfare
le richieste di commissioni in molte città italiane e nel periodo 1920 - 1935 la pasta
isernina fu rinomata oltreoceano ed esportata negli Stati Uniti d’America
23
(vedi fig. n.
12).
Nel 1894 fu ultimato il viadotto ferroviario detto S.Spirito, e furono inaugurate il tratto
ferroviario Sulmona -Isernia tra il 1892 e il 1897 e Vairano- Isernia - Campobasso -
Lucera tra il 1886 e il 1894. Fu un mutamento radicale per il Molise che non aveva
idonea rete stradale, In tal modo tramite la ferrovia la corrispondenza e le merci che
provenivano sia da Napoli che da Campobasso potevano giungere a destinazione in
19
F.Cefalogli, articolo Isernia:un ruolo sempre da protagonista nella storia italiana ed europea, pag. 24 25
prefazione
P. Damiani, Il Bombardamento di Isernia, E.Di.Ci. Editrice –Isernia 1993
20
E.Turco, Isernia in cinque secoli di storia, Napoli 1948, pag. 97 ; A. Mattei, Storia di Isernia, Napoli 1978,
vol. II pag. 309
21
S.Bucci, Dalla cultura della transumanza…., op.cit. pag. 38
22
A.M. Mattei, Storia d’Isernia, vol. III, Dai Borboni alla II guerra mondiale, Napoli 1978, pagg. 365-366.
23
E.Turco, Isernia in cinque secoli di storia, Napoli 1948 pag. 99
Fotografi e Fotografie di Isernia 9
maniera più efficente. Dalla stazione di Isernia partiva la posta per i paesi limitrofi
servendosi di un servizio di “collettore postale“ che fungeva anche da corriera
24
(vedi
fig.n. 14).
Nello stesso periodo la famiglia De Masi gestiva lo stabilimento termale di acque
sulfuree situato nella zona nord della città (vedi figg.n.15 e 16).
Nel Novecento iniziarono ad uscire varie testate giornalistiche: ”Isernia”, “La Fiamma”
“Il Torneo” “Il Battagliere Indipendente”, ”La libera Rassegna”, ”Il Grillo”, “Il Corriere di
Isernia”, “Il Pensiero Novo”, erano giornali nati per sostenere principalmente i
candidati elettorali locali e quindi di breve durata (vedi fig. n.17).
Durante il fascismo tali giornali ovviamente per motivi di censura ebbero termine, c’è
da dire che ad Isernia il fascismo fu condiviso dalla classe medio borghese e non ci
furono episodi di efferata violenza.
25
Nel 1943 non poche città italiane subirono attacchi aerei durante i quali morirono
molti innocenti. Nel mese di settembre (nei giorni 10, 11, 12 e 16) e il 15 ottobre del
1943 gli alleati anglo americani allo scopo di distruggere un punto strategico per
l’esercito tedesco in ritirata bombardarono Isernia, la città fu colpita nel centro storico
e ingenti furono i danni e le vittime (489
26
), parte di questa ricerca è dedicata alle foto
di reportage dell’esercito inglese e di fotografi locali, presenti prima e dopo la
ricostruzione della città, avvenuta negli anni ’50.
24
G.Pallotta, Miranda, in un secolo di fotografie, Terzo Millennio Isernia 2001, pag.87
25
P.Damiani, Il Bombardamento…, op.cit.pag. 24
26
Di Perna Immacolata, La seconda guerra mondiale e i bombardamenti del 1943 nelle carte del Tribunale di
Isernia, Archivio di Stato di Isernia - 2007
Fotografi e Fotografie di Isernia 10
1.3 SVILUPPO ARCHITETTONICO E URBANISTICO
La città antica, come anche quella medievale, si sviluppò sulla rete stradale interna
dell’età sannitico-romana costituita dal cardo massimo, che tutt’oggi è il corso
principale, e dai decumani laterali. Del primo periodo, sussistono tracce di opera
quadrata ed il podio di un tempio italico elevato nell’area forense (sec. III a.C.) ed ora
visibile sul fianco sinistro della cattedrale. Accanto ad essa verso il 1200 venne
eretta, in nudo e scarno stile romanico, la torre civica,aperta in basso da un androne
con archi a sesto acuto ed impostata su un forcipe romano recante su ognuno dei
quattro angoli una statua togata romana (vedi fig. 18). La Cattedrale, dedicata a San
Pietro Apostolo, è situata in Piazza Mercato (ora Piazza Andrea d’Isernia vedi fig.
n.19) è stata costruita su un tempio di età repubblicana. Era il centro topografico e
commerciale della città. Al suo centro alla fine del secolo scorso era eretto un
obelisco con quattro leoni (vedi fig. n. 20) la piazza era luogo di riunioni, saltimbanchi
e giocolieri. La cattedrale era già sede vescovile nel V secolo.
La Fontana Fraterna, simbolo della città, è anch’essa formata in parte da elementi di
reimpiego romani, lo zoccolo e il serbatoio di carico, ha sei archi a tutto sesto
sostenuti da archetti pensili (vedi figg. n. 21-154). Altra torre romanica è quella che
fiancheggia le rovine della chiesa conventuale di S.Maria delle Monache e che
costituisce con il portale il resto di maggior rilievo del complesso di epoca
longobarda.
Fotografi e Fotografie di Isernia 11
Il museo comunale, ove è sita anche la biblioteca “Michele Romano” accoglie reperti
provenienti dall’ agro archeologico isernino, le varie epigrafi offrono una documentata
documentazione della storia di Isernia dall’età coloniale a quella municipale
27
.
I Palazzi di Isernia
Palazzo D'Avalos-Laurelli (detto 'il Palazzotto')
Fu costruito da Diego D'Avalos nel 1694 su un impianto romano in allineamento con
la struttura muraria del III sec. A.C., discendente della famiglia dei d'Avalos, originari
della Spagna e venuti in Italia con Alfonso I d'Aragona. All'inizio dell'Ottocento venne
devastato da due terremoti e fu successivamente restaurato da Don Onofrio Laurelli.
Esso è sito in piazza Trento e Trieste, (vedi figg. n. 22 e 88) che era nell'Ottocento la
piazza principale della città, adorna di giardini e fontana. Ingloba, inoltre, una delle
torri medioevali presenti nella città che si presume facciano parte di un antico
castello longobardo ormai scomparso
28
.
Palazzo De Lellis-Petrecca
Situato in piazza Marconi, di fronte al Palazzo Civico e alla chiesa duecentesca di
San Francesco, risale circa alla metà del Settecento. È un'opera di Carlo Vanvitelli e
fu fatto costruire su ordine di Ferdinando II di Borbone, che amava spesso
trascorrere periodi di riposo ad Isernia. È presente infatti un simbolo borbonico sulla
facciata principale. Esso è impiantato su una "Domus" romana, affacciato su Corso
27
Città …, op.cit.ag. 499
28
P.Damiani, Palazzi e chiese della città d’Isernia, Edizioni Vitmar – Venafro 2003 pag.25