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Introduzione
L’allenamento del bambino in età scolare è caratterizzato da processi
fisici e mentali del tutto diversi da quelli delle altre età. Per J. Le Boulch
(1979) la strutturazione dello schema corporeo avviene nei quattro stadi di
corpo subìto, corpo vissuto, corpo percepito e corpo rappresentato:
ognuno dei quattro stadi è caratterizzato da strutture fisiche e mentali ben
precise. Un corretto sviluppo di queste strutture e quindi una buona
organizzazione dello schema corporeo, permetteranno al bambino di
integrarsi adeguatamente nelle attività di tutti i giorni, qualunque esse
siano: dal gioco allo studio, dal confronto con i coetanei in attività di
gruppo alle attività individuali.
Per uno sviluppo adeguato, i processi psico-fisici caratteristici dell’età
evolutiva richiedono un costante impegno di figure qualificate in ambiente
sia scolastico (corpo docenti) che extrascolastico (istruttore/maestro di arti
marziali, di sport vari). Le attività del doposcuola (attività sportive, attività
ludico-ricreative in generale) offrono, all’educatore, dei mezzi alternativi
per formare il bambino e a quest’ultimo opportunità maggiori per affinare
le proprie capacità fisiche e mentali.
Tra le attività extrascolastiche, esempi di modelli educativi sono le arti
marziali. A scapito dei luoghi comuni che definiscono le palestre di arti
marziali inadatte ai bambini per il grado di violenza che ad essi infondono,
va detto che tali discipline possono migliorare la personalità e di
conseguenza le relazioni sociali. Il valore intrinseco e l’obiettivo che
distingue un’arte marziale da altri sport (per esempio di stampo
occidentale) è quello di indicare e trasmettere i valori spirituali dell’uomo
per l’avanzamento della civiltà e la realizzazione della pace, prima,
interiore e, poi, esterna. Un’arte marziale si pratica nella fusione integrata
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Nel terzo capitolo vengono definiti i valori della società postmoderna
(sociali e sportivi) e la loro importanza nella formazione psicofisica
dell’individuo. I valori rappresentano un tema fondamentale della ricerca
educativa e nello scenario della società e della civiltà postmoderna, nella
quale l’apparenza ha divorato l’essere, in cui le grandi rivoluzioni
moderne, i grandi miti e i valori fondamentali su cui si è costruita
l’educazione dell’Occidente (e che hanno ormai lasciato ampio spazio ai
disvalori
1
) sembrano ormai conclusi, è necessario ricercare i giusti metodi
di indagine e di trasmissione di valori quali la libertà, l’uguaglianza, la
solidarietà, l’onestà, ecc. Lo sport gioca sicuramente un ruolo chiave
nell’insegnamento di una vasta gamma di valori, ma affinchØ ciò avvenga
effettivamente e affinchØ non si crei confusione, è necessario che la società
(in ambito politico, nel mondo del lavoro, ecc.) assuma anch’essa valori
quali l’onestà, il senso di giustizia, la correttezza, il rispetto dell’altro e la
valorizzazione della persona. Ciò invita il lettore alla riflessione. Partendo
da questa constatazione, come si può pensare di cambiare lo sport o
chiedere allo sport e ai suoi professionisti di impegnarsi per promuovere
valori, se prima non si cambia la società (di cui lo sport rappresenta
sempre un sottosistema) e non ci si impegna per ricostruire su di una
autentica base etica e morale la sua struttura?
Infine, il quarto capitolo, argomenta i principi base di alcune discipline
marziali e come questi possano influire efficacemente nello formazione
della personalità in età evolutiva. Attraverso dei principi millenari che
fanno delle arti marziali un patrimonio dell’umanità, è possibile regalare ai
bambini, dopo ore passate in un ambiente circoscritto come quello
scolastico, momenti di puro relax attraverso una stimolazione psichica e
somatica dolce favorendo, così, lo sviluppo della capacità di ascolto e di
concentrazione: alcune delle peculiarità che vanno ricercate e maturate in
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- per una rassegna dettagliata degli antivalori si consulti il Capitolo III, pag. 62.
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CAPITOLO I
Lo sport in età evolutiva
“Il corpo è una grande memoria,
a seconda di come lo abitui si
ricorda e ripete le cose che gli hai
insegnato.”
(Shia – Chen)
Lo sport presenta peculiarità e significati differenti a seconda della
fascia d’età presa in considerazione. L’allenamento del bambino - dalla
prima alla terza infanzia - risulta assai diverso da quello caratteristico delle
altre età pur intrecciandosi con essi. Anche se il bambino viene introdotto
alla pratica di una disciplina marziale (thai boxe, karate, judo, aikido, ecc.)
ciò non toglie che lo sviluppo dei programmi di avviamento allo sport
debbano prediligere l’aspetto ludico a scapito del gesto puramente tecnico
proprio di ogni disciplina.
Il gioco
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rappresenta uno dei fenomeni fondamentali dell’esistenza
umana. Esso non riguarda solamente il bambino ma accompagna la vita
dell’uomo per tutto l’arco della sua esistenza anche se nel bambino assurge
a ruolo centrale. Esiste uno stretto legame tra gioco e fantasia, e come la
fantasia anche il gioco origina dall’inconscio di cui esprime, in forma
simbolica i conflitti, i bisogni, le tendenze. ¨ attraverso il gioco che il
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- gioco [giò-co] s.m. (pl. -chi). Qualsiasi attività a cui si dedicano adulti o bambini a
scopo di svago, e anche per esercitare il corpo o la mente: compagno di g.; g. enigmistici
|| giochi di società, quelli che si fanno in feste e riunioni mondane, basati spesso su
quesiti da risolvere e penitenze per chi perde | giochi di prestigio, di destrezza, quelli
basati sull'abilità manuale e su trucchi ingegnosi per meravigliare il pubblico || fig.
essere un g. (da ragazzi), una cosa facile a farsi. Fonte: http://
dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/G/gioco.shtml. Per una definizione piø
appropriata del termine in questione, si rimanda il lettore alla consultazione di altri testi
o elaborati piø specifici.
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umano in età evolutiva e, in particolar modo, in età scolare (3^ infanzia). ¨
l’età in cui piø della metà dei bambini risultano portatori di paramorfismi
per atteggiamenti posturali inadeguati assunti prevalentemente a scuola:
interessano il rachide (atteggiamento scoliotico), i piedi (valgo, varo, ecc.)
o il ginocchio (varo e valgo) e se non si attuano preventivamente piani di
educazione/rieducazione motoria, gli stessi possono trasformarsi in
dismorfismi
5
.
Al concetto di paramorfismo indotto dalla mancanza di esercizio fisico
si contrappone quello del benessere psicofisico derivante non soltanto
dalla mancanza di malattie o malformazioni, ma altresì caratterizzato da
una buona capacità di adattamento al lavoro fisico. Tale condizione può
essere ottenuta attraverso l'allenamento, che anche nei soggetti in età
evolutiva, richiede continuità, ritmo e intensità adeguati, tali da
promuovere gli opportuni adattamenti a carico dei vari organi e apparati.
L'allenamento sportivo, che rispetti le dinamiche evolutive del bambino, è
in grado di produrre una serie di benefici e di vantaggi che interessano
l'intero organismo.
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- (Paramorfismi) Termine con cui si indicano tutte le anomalie nell’atteggiamento
abituale del corpo o di sue parti che non dipendono da un’alterazione anatomica ma solo
da un disturbo funzionale, e che pertanto sono correggibili sia passivamente con
manovre manuali sia attivamente con la volontà. I principali paramorfismi sono: gli
atteggiamenti in scoliosi, in dorso curvo, in lordosi specie lombare le scapole alate, i
piedi piatti. Si osservano soprattutto nei soggetti in età scolare e il loro trattamento si
basa sulla ginnastica correttiva. Fonte: http://www.corriere.it/salute/dizionario/
paramorfismo/index.shtml .
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- I dismorfismi sono delle alterazioni della forma e dell’atteggiamento del corpo con
modificazioni osteo-articolari strutturali, che non subisce mutazioni di rilievo anche se si
cambia la posizione del corpo (in Di Pasquale F., Dispense di Riabilitazione Fisica –
Cenni di valutazione chinesiologica, A.A. 2006/2007, pag. 19).
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dell’esperienza, ma è al tempo stesso accomodamento poichØ gli schemi
attuali vengono modificati per adattarli ai nuovi dati. Queste due funzioni
complementari, che garantiscono un equilibrio tra continuità e
cambiamento, determinano l’adattamento dell’organismo all’ambiente.
L’atto di intelligenza è la forma piø alta di adattamento, in cui
assimilazione e accomodamento raggiungono l’equilibrio migliore mentre
altri tipi di adattamento, come quelli sensomotori, rappresentano una
forma di adattamento instabile.
Teorie che si concretizzano a pieno titolo con i piø moderni programmi
di avviamento allo sport dei bambini: diventa assolutamente necessario
prima dei 10-12 anni privilegiare lo sviluppo delle funzioni intellettive e
delle capacità psico-motorie. In terza infanzia risulterebbe deleterio
prevedere esclusivamente un allenamento metodico delle capacità fisiche
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poichØ l’organismo è in continua evoluzione e specializzarlo su precise
tecniche non fornirebbe i risultati desiderati. Lo sviluppo cognitivo è un
processo non solo continuo, in quanto governato dalle funzioni invarianti
dell’adattamento e dell’equilibrio, ma anche discontinuo, in quanto col
crescere dell’età si verificano delle modificazioni strutturali così rilevanti
da contrassegnare veri e propri stadi di sviluppo (A. Lo Piccolo, 2008).
Pertanto, un programma di allenamento per bambini non può essere
solo di tipo sportivo, ma anche ludico, cioè centrato sul pieno sviluppo
della personalità in stretto rapporto con l’apprendimento scolare, con lo
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- la classificazione piø attuale (cfr. F. Casolo, 2007) vede le capacità motorie divise in
due grandi gruppi: le capacità condizionali e le capacità di coordinazione. Le capacità
condizionali determinano la durata, la quantità e l’intensità della risposta motoria e
influiscono sulla prestazione fisico-sportiva. Sono direttamente influenzate dai processi
metabolici che conducono alla produzione di energia (aerobico, anaerobico lattacido e
anaerobico alattacido) indispensabile per muoverci, ed un loro miglioramento incide
sull’efficienza e sulla funzionalità di questi processi. Le capacità coordinative sono,
invece, determinate dai processi che organizzano, controllano e regolano il movimento e
dipendono dal grado di maturazione del SNC e SNP. Determinano il tipo e la qualità
della risposta. Per maggiori approfondimenti si consulti l’opera di F. Casolo, Lineamenti
di teoria e metodologia del movimento umano, V&P, Milano 2007.