5
Questa partecipazione specifica si realizza attraverso il 
sistema dei gruppi di pressione : dai sindacati alle 
associazioni volontarie, a tutte le forme associative che 
sorgono sulla base di gruppi di preferenza più intensi in un 
dato momento e in ordine a determinati problemi quindi 
l’uguaglianza viene giudicata impossibile. Nel senso che è 
impossibile che tutti esercitino contemporaneamente una 
uguale influenza politica. In un sistema democratico tutti 
godono di una uguaglianza politica di base , che consiste 
nella possibilità di fruire attivamente dei diritti politici. 
Ma il fine del sistema non è necessariamente l’uguaglianza né 
si suppone che sia possibile raggiungere una completa 
uguaglianza . Il fine del sistema democratico consiste nel 
garantire il massimo di libertà , e di possibilità aperte ai 
singoli in vista del raggiungimento dei loro fini. In altre 
parole , il sistema democratico consente ad ognuno di 
svolgere un’attività orientata dalle proprie preferenze .   
Le preferenze individuali non sono necessariamente politiche 
né sono stabili nel tempo. 
In un sistema democratico , tutti hanno una influenza 
potenziale sui pubblici affari ; di fatto non tutti la usano 
perché il fine individuale , il “senso” della sua vita quotidiana  
non risiede sempre nella partecipazione politica . 
Gli individui vogliono le cose più diverse ; al centro dei loro 
interessi stanno gli obiettivi più disparati , non soltanto,né 
  
6
soprattutto la massimizzazione dell’uguaglianza , né la 
partecipazione politica L’artista vorrà soprattutto dipingere 
buoni quadri , il biologo condurre le proprie ricerche nelle 
condizioni migliori , ecc. Il che vuol dire che le loro 
preferenze politiche sono deboli ; mentre sono intense 
preferenze di altro tipo.In ordine a ogni settore dell’attività 
umana, dalla politica all’economia ,dalla scienza all’arte allo 
svago, esistono gruppi di preferenze intense , e gruppi di 
preferenze deboli ; ed è inevitabile che cosi’ avvenga : perché 
se tutti avessero la stessa scala di valori e la stessa intensità di 
preferenze si verificherebbe un inverosimile e fatale 
affollamento nei settori di attività preferiti .  
Se tutti pensassero solo o soprattutto alla politica , 
probabilmente sarebbe impossibile governare , perché 
nessuno vorrebbe vedere sconfitte le proprie preferenze , e 
mobiliterebbe tutte le proprie risorse e il proprio tempo per 
cercare di modificare le decisioni prese in ogni momento . 
Se tutti fossero” policizzatissimi” , la politica cesserebbe di 
essere possibile perché tutti i meccanismi decisionali 
verrebbero bloccati. 
La politicizzazione integrale, richiesta da  un’autogestione 
integrale creerebbe un profondo e disastroso squilibrio tra le 
diverse funzioni e le diverse necessità pratiche . A un 
ipertrofia  della vita politica corrisponderebbe l’atrofia della 
vita economica , la debolezza militare e cosi’ via. I processi 
  
7
decisionali , nelle democrazie , sono resi possibili proprio 
dalla diversa intensità delle preferenze : perché gli individui 
partecipano attivamente solo quando sono in ballo problemi 
che toccano le loro preferenze . E’ facile dedurne che  1) il 
cittadino che non partecipa attivamente alla contesa politica 
non è necessariamente     apatico ! ! o addirittura      
manipolato ! ! ; a volte è semplicemente soddisfatto 
dell’andamento dei pubblici affari , perché gli sembra che il 
contesto politico del momento non danneggi il 
raggiungimento di ciò che egli considera suo interesse ; 2) Se 
tutti volessero con la stessa intensità e la stessa applicazione 
le stesse cose, sarebbe impossibile giungere ad un 
compromesso e a un accordo pacifico si arriverebbe al ricorso 
alla forza. 
Processi decisionali democratici funzionano attraverso 
trattative svolte, a tutti i livelli dai gruppi politici che 
rappresentano gli individui e i gruppi sociali . 
Essi  agiscono attraverso un sistema di     pagamenti 
differiti ! ! : oggi si adotta un soluzione favorevole al gruppo 
x nell’ambito di un certo settore di probemi ; domani , in 
compenso , si adotterà una soluzione favorevole al gruppo y 
nel’ambito di un altro settore di problemi. Perché un sistema 
del genere possa funzionare , è chiaramente necessario che la 
preferenza degli individui  e dei gruppi rappresentati non 
  
8
siano ugualmente intense riguardo agli stessi problemi : 
altrimenti nessuno sarebbe disposto a cedere .  
Se l’intensità delle preferenze è invece graduata diversamente 
a seconda dei settori decisionali in questione , si potranno 
formare coalizioni maggioritarie che governeranno sulla base 
di accordi che prevedono il soddisfacimento delle preferenze 
più     intense  ! ! dei diversi gruppi , e il sacrificio parziale 
dei più deboli . 
Ciò premesso , le tendenze centralizzatrici in questione 
costituiscano sotto certi aspetti una esigenza funzionale 
inderogabile per un sistema politico funzionante nel  mondo 
reale . 
I partiti devono trattare con altri partiti, cosi’ come i sindacati 
e le altre organizzazioni economico-sociali devono trattare 
con i datori di lavoro e con le forze politico-militari. Ma per 
trattare occorre un contraente che risponda dei propri 
associati. Insomma : la centralizzazione e la stabilità  della 
leadership all’interno delle singole organizzazioni politiche e 
non sono necessarie , se si vuole porre in essere un sistema 
razionale e prevedibile di formazione delle decisioni
 
 .
 
 
  
9
CAP I       ELITE DI POTERE 
 
I.1     POTERE E POTERI 
 
La parola potere viene normalmente associata e confusa con 
molte altre,come comando,dominio, autorità, influenza,  
veto,coercizione,ecc. 
Ad essa viene spesso aggiunta un’ampia gamma di 
aggettivazioni quali oligarchico, pluralista, persuasivo 
 pervasivo,costrittivo,eterogeneo. 
Le sfaccettature del potere sono tali e tante che Bertrand 
Russel ebbe a dire, che il potere è un fenomeno mediante il 
quale si può studiare la società nel suo complesso.Si tratta di 
una delle poche convinzioni comuni al pensiero occidentale 
contemporaneo in tema di poteri.In effetti, il sociologo 
associa al potere temi complessi quali le disuguaglianze e la 
stratificazione sociale,l’economista spiega con esso il primato 
dell’economia e il politologo guarda alla vertiginosa ascesa 
del potere politico ed istituzionale nelle democrazie di massa  
Esiste inoltre un’antropologia del potere e la storia si 
potrebbe pensare come un’immensa e fitta trama di poteri 
tessuta dalla società. In questa trama ,la necessità della 
continuità del potere , il problema della sua conservazione è 
costantemente sottoposta alle minacce di discontinuità 
provocate dalle successioni generazionali,da grandi eventi 
  
10
demografici,dalle mobilitazioni di massa scatenate da grandi 
credenze e convinzioni, dai  cambiamenti legati alle scoperte 
scientifiche e tecnologiche. 
Il potere è votato alla stabilità , ad assicurare l’applicazione 
delle norme  relative ad ogni  ordinamento sociale su cui si 
fonda.  
Il potere sporadico, non replicabile, i cui mezzi e risorse si 
consumano, esce da questa idea moderna di potere 
istituzionalizzato. 
 In sostanza esiste un potere circoscritto ad un arco temporale 
breve - che può essere una parte della vita di un  individuo - 
un potere sporadico appunto, e un potere consolidato , 
istituzionalizzato. 
La consuetudine e la conformità conducono alla disponibilità 
all’obbedienza e questa , a sua volta , costituisce la 
condizione necessaria per l’affermazione di un potere fondato 
su norme riconosciute e standardizzate. 
 Anche Popitz, in scritti recenti, vede nella storia del potere 
un fine rappresentato dalla sua istituzionalizzazione, 
dapprima, nella figura del patriarca e successivamente, nel 
giudice, nel condottiero,   nello stato (1991). 
Questo movimento del potere trasporta la nostra attenzione 
dai problemi primordiali di replicabilità di un potere in 
genere sporadico, alla nascita e allo sviluppo di strutture atte 
  
11
ad esercitare il potere in forma preordinata e stabile,come le 
attuali istituzioni politico-statali.  
L’affermazione degli stati nazionali (strutture potestative di 
riconoscimento e legittimazione) spiega la rilevanza e la 
numerosità dell’attuale classe dirigente politica e statale negli 
alti cerchi del potere. Essa costituisce uno dei due fenomeni 
del potere che hanno occupato gran parte della storia europea 
contemporanea . L’altro fenomeno è il consolidamento della 
proprietà privata, il quale  rappresenta il requisito forte per 
accedere ai mezzi del potere ed è l’origine dell’odierno peso 
sociale cruciale del potere economico. 
Anche questo tipo di potere ha conosciuto una forte 
istituzionalizzazione,quando tra il XIX e il XX secolo, gli 
affari finanziari e delle imprese sono divenuti di interesse 
pubblico. 
Il potere politico-istituzionale tende all’uguaglianza dei 
cittadini ,mentre il potere economico crea differenze e 
disuguaglianze:ma tale affermazione va ponderata poiché 
molti studiosi hanno osservato la profondità  delle 
disuguaglianze politiche anche in democrazie avanzate. Ad 
esempio Sidney Verba e Gary Orren hanno osservato che in 
molte democrazie avanzate  l’arena politico-istituzionale , 
che dovrebbe costituire la dimensione di una sostanziale 
uguaglianza, è però attraversata dalle disuguaglianze create 
  
12
da un’economia di mercato e quindi differisce molto dal suo 
idealtipo egualitario. 
Tra l’altro , i due autori, con la loro ricerca ,mettono bene in 
evidenzia che se da un lato , si riscontra una sostanziale 
uguaglianza nel voto, dall’altro lato per  partecipare 
occorrono risorse e mezzi di cui  solo pochi dispongono 
(1985). 
Man mano che è andato istituzionalizzandosi , il potere si è 
spersonalizzato e si è suddiviso in base a funzioni 
sovrapersonali. 
Ciò non significa che il potere si  sia frammentato e sia 
impersonale .  
Infatti , da un lato , è cresciuta la divisione  del potere in 
poteri funzionali , formalizzati con regole e rituali, integrati 
in un ordinamento sociale: oggi è comunque legittimo parlare 
di poteri integrati sul  piano funzionale . A tal proposito , si 
pensi ai rapporti di interdipendenza che legano interessi 
economici, interessi politici e le principali reti mediali. 
D’altro lato, i poteri appaiono spersonalizzati ,ma non 
impersonali: restano le  titolarità delle posizioni di potere a 
cui normalmente associamo personaggi di potere .  
La titolarità dei poteri giustifica , tra l’altro , la possibilità 
empirica di descrivere per lo meno un lato dei poteri 
studiandone i personaggi. 
  
13
I poteri si fondono dunque su un ordinamento sociale che li 
integra e li sostiene e che da essi è alimentato.  
Inoltre , il movimento di istituzionalizzazione di questi poteri 
si lega profondamente al cambiamento sociale. 
In sostanza , i poteri rispecchiano lo spirito e la struttura dei 
tempi:oggi, ad esempio , riflettono la società di massa, di cui 
Nietzsche lamentava la tirannia. 
È di fatto intuitivo pensare agli effetti sul potere di fenomeni 
contemporanei, quali l’intensificazione dei rapporti tra gli 
individui o la crescita del peso economico di larghe masse , 
integrate dal levigato benessere di cui dispone un’ampia 
classe media nelle democrazie piu’ ricche . 
I poteri non confidano piu’solo sulle relazioni intermedie  
( familiari, parentele, di comunità locale, ecc.) su cui si 
fondavano nella società tradizionale . 
Oggi le relazioni sociali sono nei vortici metropolitani, sono 
organizzate da istituzioni statali , sono alimentate nel 
quotidiano da fonti mediali , sono condizionate da istanze 
tecnocratiche volte alla programmazione della vita 
individuale . 
 Sono nati e si sono consolidati nuovi poteri come quello 
tecnocratico,mediale, partitico, ecc. , ma soprattutto è emerso 
il potere di massa della società civile che ha consentito alle 
societa’ occidentali di prendere una rotta democratica ,di 
dialettica tra diritti e doveri in molte situazioni della vita , 
  
14
soprattutto nei conflitti di norma , abbiamo perso Il diritto di 
prendere direttamente in mano il nostro problema, ma 
abbiamo anche ottenuto il diritto che altri ci sottraggono 
questo rischio.(Popitz 1991). 
La maggior parte delle decisioni che riguardano le più 
importanti problematiche sociali sono prese da altre persone 
che non sono soggette alla nostra influenza. Mills (1959) 
asserisce che :    Gli uomini sono liberi di fare la storia ma 
pochi sono più liberi di altri. ! !. Queste differenze nel potere 
sociale, tra pochi e molti, sono il punto focale della 
sociologia politica. Nella fattispecie la sociologia politica si 
occupa delle relazioni e della struttura di potere che si 
stabiliscono all’interno delle più importanti istituzioni sociali 
dove hanno grande impatto le decisioni prese.   
Il potere non è una cosa tangibile , piuttosto è una relazione 
che si stabilisce fra gli uomini di tutte le società. 
Il potere perciò non dovrebbe essere pensato come a un 
attributo permanente, inerente ad una persona o ad un gruppo. 
Max Weber ha descritto il potere semplicemente come :      la 
possibilità di imporre la propria volontà ad altre persone ! ! 
(1954). 
Mentre Robert Dahl (1957) ha asserito che :     Ha un potere 
chi sopra B può ottenere da B ciò che B non farebbe mai ! !. 
Imporre la volontà ad altri costituisce il presupposto di base 
per esercitare il potere. 
  
15
Come una relazione , un’azione del potere necessariamente  
 
implica non solo l’uso o la domanda  di potere ma anche 
quiescenza ; in altre parole  qualcuno ordina qualcun altro 
esegue. Scoprire chi ha potere e come lo esercita è essenziale 
per tale relazione. 
Dire ad una persona o ad un gruppo che Y ha potere è 
insignificante se non specifichiamo chi e che cosa condizioni. 
Il potere è una caratteristica costante della vita sociale d è 
visto comunemente in una luce negativa; la parola “potere” 
prende spesso una connotazione disgustosa. Sentiamo spesso 
delle frasi tipo: “potere arrabbiato” “potere affamato”  ; 
ciascuna implica chiaramente un significato negativo come 
“sinistro”. 
Marvin Olsen (1970 a :5) scrive: “ quei sociologi che vedono 
il potere solamente come un processo negativo, spesso dicono 
di chi lo esercita, che è indesiderabile nella vita sociale. Il 
potere comunque non è esercitato solo in avversi contesti 
sociali. Piuttosto è fondamentalmente inerente all’essere 
umano di ogni genere e ogni livello sociale. 
Charles E. Merriam (1934 :16) un pioniere della scienza 
politica ha scritto : « il potere è prima di tutto un fenomeno di 
coesione del gruppo, ed aggregazione ; una funzione della 
relazioni sociali tra uomini. 
  
16
Michael Crozier (1973:212) ammette che si possa dire: senza 
potere nessuna integrazione nella società è possibile. 
Siamo tutti attori della politica e perciò utenti del potere e 
degli obiettivi del potere. E’ pensando ciò ,che possiamo 
ampliare la nostra conoscenza di potere, realizzando che se 
applicato in modo positivo o negativo, intenzionalmente o 
involontariamente, consapevolmente o incosciamente, fra un 
piccolo gruppo o uno grande, capire che è parte fondamentale 
di interazione sociale. 
Il sociologo Amitai Etzioni (1968:321) attribuisce al potere la 
nozione “cattiva” perché anche se usato bene e la parte 
umana e sociale ne ha una vista ottimistica , è comunque 
messo poco in evidenza L’applicazione del potere è la via 
principale per ottenere le cose. 
Non è detto che il potere, sebbene sia una caratteristica 
dell’organizzazione sociale, sia necessariamente funzionale e 
che dia beneficio alla società in assoluto. Esso può in tempi e 
modi diversi servire per la coesione o il conflitto sociale. 
Il potere è esercitato attraverso l’applicazione delle risorse 
che in una società sono scarse e hanno un costo. 
Dahl (1957:203) ha scritto che il potere, consiste in tutte le 
opportunità, azioni, oggetti che chi lo esercita può sfruttare 
per manovrare il comportamento di un'altra persona . 
  
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Le risorse del potere possono essere tangibili ad esempio: 
soldi, proprietà ecc.; oppure intangibili tipo l’esperienza, il 
prestigio, la conoscenza, e la posizione sociale. 
Sono questi i mezzi che individui ed organizzazioni usano per 
cercare di influenzare il comportamento di altre persone. E’ 
attraverso il controllo di tale mezzi che i detentori del potere, 
ottengono la quiescenza. Queste basi di potere sono 
comunemente interdipendenti e cumulative. Chi controlla 
queste risorse, controllerà con probabilità anche altre risorse . 
Possiamo dire allora che il potere è esercitato quando si può 
dare ad uno o trattenere ad un altro delle risorse preziose 
avendo influenzato altri. 
E’ evidente che non tutte le risorse hanno un uguale valore, 
né possono essere effettivamente applicate in ogni situazione; 
quindi il potere è contingente. Questo vuol dire che avere 
potere dipende non solo dal possedere o controllare risorse 
sociali, ma anche dalle mansioni che si svolgono nel  contesto 
sociale in cui si opera.Ad esempio si può avere esperienza 
sostanziale nell’organizzare o gestire una società  , ma questa 
abilità non è detto che sia sufficiente per governare e gestire 
gli affari pubblici. Similmente possedere grosse quantità di 
risorse valutarie in società semplici, dove la permuta è la 
maniera predominante di operazione economica, non sarà di 
nessuna utilità. 
  
18
Bisogna fare attenzione perché il possesso delle risorse non 
necessariamente implica il loro uso per avere potere. 
Si possono avere soldi, ma se questi non vengono usati per 
influenzare le azioni altrui, restano comunque valore 
potenziale in relazione al potere. Le risorse del potere sono 
quindi attive o latenti. Vedremo più avanti come il possesso 
di tali risorse può essere enormemente importante per 
influenzare gli altri. 
Il potere nelle società moderne è direttamente associato al 
ruolo che il “potente”ha assunto nell’organizzazione in cui 
opera. Il potere personale qualunque esso sia, intelligenza, 
abilità è insignificante al di fuori di un contesto organizzativo 
o istituzionale .  Qualità così personali se sono basi effettive 
del potere, devono essere usate nel contesto di una 
organizzazione. Si può possedere una grande forza fisica per 
esempio, ma quella forza può essere un valore come risorsa 
del potere a livello interpersonale. Chi tenta di usare la forza 
fisica come mezzo di costrizione, sarà contrattaccato 
facilmente da quelli  che, con le loro posizioni all’interno di 
una  organizzazione provvedono, attraverso la loro autorità ad 
altre risorse del potere . Chi arresta criminali può essere 
fisicamente forte, ma incapace di contrastare i rappresentanti 
della giustizia criminale anche se fisicamente meno forti 
Lo stesso vale per la ricchezza.